Il cuneese Gianluca Mogavero eletto nuovo segretario generale Uiltec Piemonte

Un cuneese sale al vertice della Uiltec Piemonte, che rappresenta i settori elettrico, gas-acqua, chimico, gomma-plastica, tessile ed energia: si tratta di Gianluca Mogavero, eletto all’unanimità dal consiglio regionale dell’organizzazione, che si è svolto giovedì 29 ottobre, nuovo segretario generale della categoria regionale. Prende il posto del torinese Flaminio Fasetti, che continuerà a collaborare con la struttura in veste di tesoriere.

Per Mogavero (45 anni di San Rocco Bernezzo, già segretario generale della Uiltec di Asti e di Cuneo) l’elezione è avvenuta al termine del consiglio generale regionale, svolto in remoto, alla presenza in videoconferenza del segretario generale regionale Uil Piemonte, Giovanni Cortese, del segretario organizzativo nazionale Uiltec, Rosaria Pucci, e del segretario generale nazionale Uiltec, Paolo Pirani.

Su proposta del nuovo segretario, il consiglio ha eletto i componenti della nuova segreteria, che è composta da Michele Broggio, Luca Burzio, Enrico Fortino, Gerardo Fusco, Michelina Nobile e Alessandra Ranghetti.

Nel corso del suo intervento, il neo Segretario ha indicato gli impegni che dovrà affrontare all’inizio del suo mandato:

 

“In primis il prosieguo dei rinnovi contrattuali dei nostri comparti, un banco di prova in parte già superato con il rinnovo di alcuni contratti: chimico, elettrico, gas acqua, energia e petrolio, vetro e gomma-plastica in una fase complicata anche a causa delle prese di posizione del presidente di Confindustria Bonomi che sicuramente non aiutano, ma che siamo riusciti a rinnovare grazie alla qualità delle relazioni industriali. Continueremo su questa strada affinchè si possano rinnovare in tempi brevi altri contratti già scaduti a partire da quello tessile moda ed abbigliamento, per riuscire a portare denaro fresco nelle tasche dei Lavoratori, in un anno in cui le buste paga sono state falcidiate dalla cassa integrazione causa covid. Altro tema scottante – ha sottolineato Mogavero – riguarda il blocco dei licenziamenti, perché centinaia di migliaia di persone, le più deboli, rischiano di rimanere per strada. Chiediamo al Governo di prorogare la cassa Covid ed il blocco dei licenziamenti, unitamente a sostegni economici in caso di disoccupazione, per tutta la durata della straordinaria crisi sanitaria e non soltanto fino al 31 gennaio 2021. Anche per queste ragioni – ha concluso il segretario Uiltec piemontese – a noi tutti auguro un buon lavoro da svolgere con passione, impegno ed entusiasmo”.

 

 




Grido di allarme delle 4.944 imprese artigiane del Piemonte che lavorano nella ristorazione

Le misure introdotte dal DPCM di domenica che limitano l’attività di alcune tipologie di impresa tra cui le pasticcerie, gelaterie, i ristoranti e pizzerie che in Piemonte contano in totale 4.944 imprese artigiane attive: 1200 gelaterie e pasticcerie, 3.040 pizzerie artigiane e 704 rosticcerie artigiane (che danno lavoro ad oltre 18mila persone) e che coinvolgono migliaia di imprese che a cascata lavorano nell’indotto della ristorazione, sembrano votate alla punizione più che alla prevenzione e al controllo”.

A dichiararlo Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino.

 

“Riteniamo -afferma De Santis– sia più utile ed efficace intervenire con misure che puniscano i comportamenti scorretti di singoli cittadini e di operatori anziché stoppare in modo casuale, generalizzato e incomprensibile solo alcune attività. Non possiamo passivamente accettare le chiusure laddove c’è stata un’applicazione scrupolosa delle misure imposte dai protocolli di sicurezza e dove è stato verificato che il rischio Covid è sotto controllo”.

 

“Le derive di queste chiusure -prosegue De Santis– che minacciano lo spirito di intraprendere vitale per il nostro territorio, rischiando di portare a rassegnazione diffusa, sono troppo pericolose. Riteniamo che i danni che arrecano non possano essere risarciti solo con misure compensative di ristoro economico, annunciate dal “Decreto ristori”. Non dimentichiamo poi tutte le imprese operanti in quei settori che continuano ad essere bloccati per i limiti della circolazione turistica, pensiamo ai taxi, Ncc e Bus-Operator, per il diffuso ricorso allo smartworking e per la limitazione alle celebrazioni di eventi con tutto il loro variegato indotto. Il loro sacrificio dura da mesi”.

 

“Infine – continua De Santis La restrizione di orario si traduce in una assurda disparità di trattamento a vantaggio di altre tipologie di vendita dei nostri straordinari prodotti. Infatti la commercializzazione nei gelati nei supermercati, attraverso i banchi frigo, è consentita fino all’orario di chiusura dei supermercati mentre viene negata alle piccole gelaterie artigiane dopo le ore 18.00. Così si colpiscono le nostre aziende che hanno già subito i pesanti effetti delle chiusure durante il lockdown.

 

“Mi auguro che le misure di ristoro annunciate dal Governo siano effettivamente commisurate all’impatto provocato dalle nuove restrizioni sull’attività dei nostri imprenditori e che soprattutto siano erogate in tempi rapidi per evitare il rischio di chiusura delle imprese. Siamo comunque consapevoli che gli importi che saranno stanziati dal Decreto ristori rappresentano una boccata di ossigeno ma non saranno risolutive, infatti molte imprese artigiane della ristorazione chiuderanno (temporaneamente) i battenti, concentrandosi solo sul take away”.

 

 

 




CNA Piemonte: Per ristoranti perdite stimate al 60 per cento, eventi e catering hanno azzerato i ricavi

Servono misure di ristoro reali e immediate. Così CNA a livello nazionale e a livello piemontese ha sintetizzato la rotta da seguire dopo quello che è stato definito un “coprifuoco diurno”.

La chiusura anticipata nel settore della ristorazione e il blocco dello spettacolo e degli eventi sono i primi due focus che CNA Piemonte dedica alle ripercussioni sulle micro imprese artigiani degli ultimi provvedimenti di limitazione imposti dal Governo per cercare di fermare la pandemia da Covid 19.

 

RISTORAZIONE E AGROALIMENTARE

A livello regionale tutto il settore conta circa 23 mila imprese e 80 mila addetti: poco sotto il 10% del volume del comparto a livello nazionale.

Durante il primo lockdown la perdita stimata di fatturato oscillava oltre il 40% e si può immaginare che a fine estate la perdita del fatturato su base annua si sia attestato intorno al 30%. Ma con questo nuovo provvedimento la situazione si aggrava ulteriormente e l’impatto porterà quasi certamente a raggiungere e superare il 60% di ricavi in meno rispetto al 2019.

 

Se la situazione di dovesse protrarre anche sul mese di dicembre con il Natale si può solo parlare di tracollo certo.

Sul fronte delle proposte che avanza CNA a livello nazionale ci sono: l’apertura di un tavolo permanente con il governo, l’avvio di finanziamenti all’intera filiera e poi linee di credito sostanziose e realmente restituibili. Per questo occorre che i finanziamenti per importi superiori a 30mila euro passino da una restituzione in 72 mesi a 180 mesi.

Infine, chiediamo un concordato per le tasse che non potranno oggettivamente essere pagate.

 

“Per la ristorazione l’ultimo DPCM rappresenta di fatto un lockdown mascherato: la chiusura alle 18 azzera i ricavi di operatori che già avevano lamentato la fortissima riduzione del fatturato a pranzo e puntavano sulla cena per rientrare delle spese. Peraltro è una decisione che pone il mondo della ristorazione nel ruolo di untore, quando i numeri dimostrano che non si tratta della fonte di aumento dei contagi che si sta verificando nelle ultime settimane. Ma noi paghiamo il conto. I pasticceri e i cioccolatai sono gli unici a chiudere quando invece gli altri venditori di generi alimentari sono aperti. Non ci sono spiegazioni razionali”, dichiara Giovanni Genovesio, presidente regionale di CNA Agroalimentare.

I prodotti da ricorrenza: panettoni e pandori renderanno circa il 30% dell’anno scorso. “Pensare che il Natale possa salvarci è una vera illusione. Le aziende programmano la produzione e la distribuzione dei prodotti in questo periodo e credo che con questo stop, anche i giochi per dicembre siano fatti. Ecco perché ci serve il tavolo permanente, per non cadere in una gestione emotiva e schizofrenica”.

 

EVENTI

La filiera del settore degli eventi coinvolge numerose micro imprese artigiane. Sul fronte della somministrazione del cibo, quindi il catering, tutto il comparto è fermo per gli eventi aziendali, mentre tra i privati si è registrata una minima attività solo nel mese di settembre. A fine anno si parla di un calo di fatturato di circa il 90%.

Ma quando si parla di eventi, le realtà coinvolte sono davvero numerose e diversificate.

 

“Il nostro settore è praticamente fermo da inizio anno – spiega Stefania Battezzati di AMAT, produttore di strumenti musicali – perché il primo lockdown ci ha consentito di smaltire qualche ordine del 2019, ma il 2020 ha completamente fermato ogni attività. Senza feste, concerti e coi teatri chiusi, tra cultura e spettacoli, il nostro fatturato sarà inferiore del 90% rispetto a quello dell’anno scorso. Nel settore non solo non si comprano nuovi strumenti musicali, ma molti musicisti senza contratti fissi stanno vendendo i propri con la consapevolezza che non li useranno nel breve periodo. È una tragedia. Ci aspettiamo degli indennizzi visto che il settore della cultura e dello spettacolo è sempre stato escluso dai principali interventi nazionali e regionali. E ci saremmo aspettati delle sospensioni per tasse e spese di utenza, perché quei costi, come gli affitti, continuano a pesare sulle nostre spalle”.




Nati-mortalità imprese: in Piemonte 1388 aziende in più tra luglio e settembre 2020

In base ai dati del Registro imprese delle Camere di commercio, emerge come nel periodo luglio-settembre del 2020 siano nate 4.763 aziende in Piemonte, a fronte di 3.375 cessazioni (valutate al netto delle cancellazioni d’ufficio).

Il saldo è risultato positivo per 1.388 unità (nel III trimestre 2019 era stato di sole 575 unità).

 

Lo stock di imprese complessivamente registrate a fine settembre 2020 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ammonta così a 427.137 unità, confermando il Piemonte in 7ª posizione tra le regioni italiane, con il 7,0% delle imprese nazionali.

Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita del +0,33%, migliore rispetto a quanto registrato nel III trimestre del 2019 (+0,13%) e in linea con il risultato medio nazionale (+0,39%). Rispetto ai primi due trimestri del 2020 – in cui il flusso delle nuove aperture e delle chiusure era stato influenzato dall’emergenza sanitaria – il trimestre estivo sembra aver segnato un ritorno alla “normalità” sul fronte dell’apertura di nuove imprese.

Disaggregando i risultati in base alle forme giuridiche, si osserva come, ad eccezione delle società di persone che mostrano ancora un tasso debolmente negativo (-0,12%), le altre realtà tornano ad evidenziare dati, seppur lievemente, al di sopra dello zero. Le società di capitale segnano come sempre, il risultato migliore (+0,77%), seguite dalle altre forme (+0,45%). Il tasso di crescita delle ditte individuali (+0,35%), infine, risulta in linea con quello medio regionale.

 

Anche a livello settoriale il III trimestre ha mostrato una ripresa della vivacità imprenditoriale. Ad eccezione del comparto industriale (-0,06%) e di quello agricolo (-0,04%), che hanno chiuso il trimestre in sostanziale stallo, gli altri settori hanno registrato tassi di variazione dello stock con il segno più.

 

Il comparto con l’incremento più consistente è stato il turismo (+0,73%), la cui dinamica ha beneficiato positivamente, nonostante le difficoltà indotte dalla pandemia, della stagione estiva. Al secondo posto si è collocato il settore edile che, grazie anche alle risorse destinate all’efficientamento energetico e la messa in sicurezza del patrimonio immobiliare, tra luglio-settembre, ha registrato un incremento del +0,62%. Gli altri servizi sono cresciuti dello 0,58% e il commercio, infine, ha evidenziato un tasso leggermente inferiore alla media complessiva (+0,24%).

A livello territoriale il risultato migliore appartiene al capoluogo regionale, che chiude il III trimestre con un tasso di crescita del +0,41%. Seguono, con tassi superiori alla media regionale, il Verbano Cusio Ossola (+0,35%) e Novara (+0,34%). Asti e Alessandria registrano entrambe un tasso pari al +0,26% e la vicina Cuneo segna un +0,23%. Chiudono il quadro regionale Vercelli (+0,13%) e Biella che evidenzia una sostanziale stabilità (+0,01%).

 




CCIAA Torino: marchi storici torinesi, sul web l’archivio completo

E’ on line  un portale che racconta la storia della creatività e del marketing torinesi attraverso l’archivio dei marchi depositati negli anni presso la Camera di commercio di Torino.

Tutti i verbali sono oggi consultabili grazie ad un ampio lavoro di digitalizzazione iniziato nel 2012 e realizzato in collaborazione con Ismel.

Da lunedì 2 novembre una mostra presso l’Accademia Albertina espone i lavori di studenti che hanno rielaborato alcuni marchi storici del settore tessile.

1.500 metri quadri, 16 km di corridoi, centinaia di scaffali: questa la dimensione del capannone di cemento che nelle campagne di Ciriè ospita l’archivio storico della Camera di commercio di Torino.

Qui sono ordinati migliaia di fascicoli che, dalla fine dell’Ottocento, raccontano le storie di grandi realtà economiche e di piccole aziende di famiglia del torinese. Tra i documenti sono conservati anche i verbali dei marchi registrati a Torino fin dal 1926: si tratta di manoscritti e stampati, che, pur ingialliti, raccontano la storia economica e culturale di Torino e testimoniano l’evoluzione dei gusti e delle esigenze del mercato del tempo.

 

Da oggi, dopo un ampio lavoro di digitalizzazione iniziato nel 2012, nell’ambito dell’attività del Punto Impresa Digitale, questo immenso patrimonio storico è consultabile liberamente sul sito www.matosto.it

 

MaToSto® – acronimo di Marchi Torinesi nella Storia – è la banca dati digitale che la Camera di commercio di Torino ha creato per mettere a disposizione del pubblico i verbali delle domande di registrazione di marchi nazionali ed internazionali custoditi nel nostro archivio – ha dichiarato il Presidente dell’ente camerale Dario Gallina. – Si tratta di un patrimonio di straordinaria importanza e non solo da un punto di vista culturale: esistono infatti marchi storici anche molto celebri, che attualmente sono “liberi”, ovvero non rinnovati e non utilizzati da almeno cinque anni, che possono essere riportati in vita per nuove iniziative imprenditoriali“.

 

Il sito

Contiene ad oggi la digitalizzazione di oltre 35.000 verbali depositati dal 1926 alla fine degli Anni Sessanta: mancano solo quelli degli anni 1941 e 1942 andati perduti nell’incendio di Palazzo Morozzo, ex sede della Camera di commercio, avvenuto durante il bombardamento di Torino dell’8 dicembre 1942.

I verbali di MaToSto® descrivono 20.466 marchi verbali, 14.045 marchi figurativi e 4.682 estensioni internazionali.

 

L’unicità della banca dati consiste proprio nei documenti che propone: compaiono, infatti, tutte le domande di registrazione presentate dalle grandi aziende del territorio (tra cui Fiat, GFT, Cinzano, Martini e Rossi, Schiapparelli, Venchi, ecc.), ma anche quelle di piccole realtà artigianali o familiari. Non mancano le registrazioni delle grandi aziende straniere (del cinema, della cosmesi, del settore meccanico e di quello agroalimentare, ma non solo!) che, prima di portare in Italia i rispettivi prodotti, ne registravano i famosi marchi. I depositi pervenivano all’ente in forma autonoma o per lo più proposti dai principali studi di consulenza in Proprietà intellettuale torinesi, che ancora oggi sono leader in Italia.

 

Tra le domande depositate compaiono anche quelle che non hanno visto il rilascio o quelle che, pur rilasciate, spesso per questioni politiche sono state successivamente ritirate dai loro titolari.

 

Sono anche presenti tutte le domande di estensione internazionale dei marchi, cresciute esponenzialmente nel tempo a testimonianza della sempre maggiore apertura del nostro territorio verso i mercati esteri: i marchi internazionali infatti passano dal 10% del totale fino al 1968 al 64% negli anni successivi.

 

Sono infine presenti tutte le immagini, i loghi, le scritte, le scelte grafiche e stilistiche, le icone femminili o infantili, i claim pubblicitari dell’epoca, tutte testimonianze del gusto e della cultura di quegli anni.

 

Nella consapevolezza dell’importanza di queste testimonianze, MaToSto® da banca dati è diventata un progetto, condiviso con ISMEL (Istituto per la memoria e la cultura del lavoro, dell’impresa e dei diritti sociali), che da un lato coinvolge i giovani studenti in un percorso di formazione in materia di beni culturali e che dall’altro si rivolge al mondo imprenditoriale, per promuovere nuovi utilizzi dei marchi storici.

 

Come afferma Giovanni Ferrero, Presidente ISMEL: “MATOSTO®, un archivio storico di marchi d’impresa e di prodotto, diventa digitale e si offre alla consultazione del pubblico; i suoi contenuti stimolano originali forme di didattica partecipata, fino a diventare gioco digitale e sostegno del made in Italy attraverso la loro reinterpretazione in chiave moderna da parte di studenti e docenti dei nostri Atenei. Una collaborazione con la Camera di commercio di Torino di cui ISMEL, istituto nato per dare nuova vita alla memoria e alla cultura del lavoro, è particolarmente fiero“.

 

La mostra

Apre lunedì 2 novembre presso l’Accademia Albertina l’esposizione dei 57 lavori realizzati dagli studenti della classe di Tecniche Grafiche Speciali del professor Stefano W. Pasquini. Nel corso di un semestre gli studenti hanno analizzato l’estetica di una serie di marchi, legati perlopiù al comparto tessile, dal 1926 ai primi anni ’30, di aziende che nel corso degli anni hanno perso la loro operatività. In un’operazione a metà tra il nostalgico e il tecnologico, gli allievi del corso di Tecniche Grafiche Speciali hanno voluto pensare a una contemporaneizzazione di questi marchi, catapultandoli negli ambiti a loro familiari: quello della grafica, dell’arte contemporanea, della fotografia e della pubblicità.

 

Paola Gribaudo, Presidente della Accademia Albertina così commenta il lavoro svolto dai ragazzi: “Questa collaborazione con la Camera di commercio di Torino è importante non solo per gli studenti, che hanno la possibilità di avvicinarsi a sfaccettature del mondo del lavoro che probabilmente non conoscevano, ma anche per tutti noi, che tramite la riscoperta di questi marchi storici abbiamo la possibilità di fermarci a riflettere sulla storia e sulla creatività dell’industria e dell’artigianato del paese”.




CNA Piemonte: “Coprifuoco diurno: misure di ristoro urgenti e tamponi rapidi. Gli artigiani non possono fermarsi”

Bisogna assolutamente scongiurare un nuovo lockdown: le aziende e le attività artigiane devono continuare a lavorare”. Il Presidente della CNA Piemonte Fabrizio Actis commenta  gli ultimi provvedimenti regionali e nazionali assunti per difendersi dall’aumento dell’epidemia di Covid-19.

“Per questo motivo – dichiara il segretario regionale della CNA Piemonte Filippo Provenzano – riteniamo urgentissimo predisporre e mettere a disposizione i tamponi rapidi come strumento di screening diffuso e continuo, indispensabile per l’operatività delle nostre aziende.
Lanciamo un grido d’allarme per le attività artigiane di servizio alla persona e della ristorazione colpite da questo coprifuoco diurno. Ora sono quantomai necessarie e urgenti misure di indennità e ristoro per tutte queste realtà. E riteniamo altrettanto urgente che venga completata l’erogazione del Bonus Piemonte per quelle attività già inserite nei provvedimenti di primavera che stanno ancora attendendo i fondi”.

“Rilanciamo infine – conclude Filippo Provenzano – la proposta di coinvolgere gli operatori dei pullman privati che possono rafforzare la mobilità in sicurezza per lavoratori e studenti. Tanto più ora che famiglie e studenti sono fortemente penalizzati dall’aumento della didattica a distanza”.




Il Consiglio regionale incontra la Corte dei Conti

La copertura finanziaria delle leggi approvate dal Consiglio regionale è stato il tema della riunione odierna della prima Commissione presieduta da Carlo Riva Vercellotti.

Ospite d’eccezione della Commissione, una delegazione della Corte dei Conti del Piemonte guidata dal presidente della sezione regionale di controllo della corte, Maria Teresa Polito, affiancata dai magistrati Laura Alesiani, Marco Mormando, Rosita Liuzzo, Stefania Calgari, Diego Maria Poggi.

Nel suo saluto iniziale, il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia ha  ricordato che la collaborazione tra i due enti è prevista dallo statuto regionale e che “approfondire le complesse tematiche relative alla copertura finanziaria delle leggi regionali, al fine di assicurarne la sostenibilità nell’ambito del quadro complessivo della finanza pubblica, è un’occasione importantissima per migliorare la qualità della legislazione regionale”.

L’importanza della collaborazione è stata sottolineata anche dalla presidente Maria Teresa Polito: “La collaborazione tra istituzioni non è solo un dovere costituzionale, è anche un modo per far funzionare meglio tutti i contesti, ponendo le proprie professionalità al servizio di un bene comune e  offrendo ai cittadini il miglior servizio possibile ”. In questo senso “l’attività istituzionale della Corte dei  Conti è volta a verificare le tecniche di quantificazione e  la copertura finanziaria delle nuove leggi adottate. Sono importanti per gli equilibri di bilancio e ne costituiscono l’altra faccia, perché se le norme che vengono emanate hanno una definizione adeguata degli oneri, sicuramente la legislazione avrà un impatto positivo sui conti e una maggior efficacia”.

Le questioni tecniche della quantificazione e della copertura finanziaria sono state al centro dell’intervento di Laura Alesiani, accompagnato dalla proiezione di slide esplicative.

Domande ai relatori sono state poste da Sean Sacco (M5s), Raffaele Gallo (Pd), Marco Grimaldi (Luv) e dal presidente Carlo Riva Vercellotti (Fi).




Confagricoltura: Giansanti acclamato presidente, il piemontese Luca Brondelli di Brondello confermato componente della Giunta esecutiva

l’assemblea generale di Confagricoltura ha confermato per acclamazione Massimiliano Giansanti alla carica di presidente.

Unico candidato, guiderà la più longeva organizzazione professionale agricola per il prossimo quadriennio. Romano, 46 anni, Giansanti è presidente di Agricola Giansanti srl e amministratore del Gruppo aziende agricole Di Muzio, con imprese agricole nelle province di Roma, Viterbo e Parma.

Da un mese è anche vicepresidente del Copa, il Comitato delle organizzazioni agricole europee.

L’assemblea ha anche eletto i nove componenti della Giunta, confermando nell’incarico il piemontese Luca Brondelli di Brondello: 56 anni, sposato, due figli, conduce l’azienda agricola e agrituristica “Tenuta Guazzaura” a Serralunga di Crea (Alessandria) di 160 ettari di superficie, dove coltiva cereali, foraggere e vigneti.

Luca Brondelli di Brondello è stato presidente dell’Anga (Giovani di Confagricoltura) di Alessandria e dell’Anga Piemonte. Attuale presidente di Confagricoltura Alessandria, dal 2014 è presidente di Enapra, l’ente di formazione e aggiornamento professionale di Confagricoltura e dal 2017 è componente della Giunta nazionale di Confagricoltura.

Completano il nuovo esecutivo nazionale di Confagricoltura  Lamberto Frescobaldi, presidente dell’omonima azienda vitivinicola toscana e consigliere dell’Accademia dei Georgofili;  Filippo Schiavone, cerealicoltore, presidente di Confagricoltura Foggia, già vicepresidente dei Giovani Agricoltori Anga e attuale componente del Consiglio di amministrazione di Mutua Fima, nonché vicepresidente della Camera di commercio di Foggia; Marco Caprai, vitivinicoltore, già presidente di Confagricoltura Umbria; Giordano Emo Capodilista, imprenditore vitivinicolo, vicepresidente di Confagricoltura Veneto, già presidente del Consorzio Vini Colli Euganei Doc; Sandro Gambuzza, siciliano, operante nei comparti orticolo e olivicolo, già presidente di Confagricoltura Ragusa e della Camera di Commercio di Ragusa, attuale presidente di SAC spa (aeroporto internazionale di Catania) e consigliere della Camera di Commercio del Sud Est della Sicilia; Matteo Lasagna, imprenditore zootecnico, già presidente di Confagricoltura Mantova e di Confagricoltura Lombardia, consigliere di Confidi Systema; Giovanna Parmigiani, imprenditrice zootecnica, già vicepresidente di Confagricoltura Piacenza e presidente della Federazione Nazionale di Prodotto di Allevamenti Suini, è consigliere del Consorzio dei Salumi tipici piacentini; Rosario Rago, imprenditore orticolo specializzato nelle IV gamma, vicepresidente di Confagricoltura Salerno e di Confagricoltura Campania.

 




Calderini riconfermato Presidente del Comitato per l’imprenditorialità sociale

Si è insediato ieri pomeriggio il CIS – Comitato per l’imprenditorialità sociale della Camera di commercio di Torino, il cui Presidente, Mario Calderini, è stato riconfermato dalla Giunta camerale.

Il professor Calderini, infatti, ha lavorato fin da subito con il Comitato per creare e sostenere Torino Social Impact, l’ecosistema per l’imprenditorialità e gli investimenti a impatto sociale della città.

Con la riunione di ieri, il Comitato ha ribadito quanto già definito nel suo primo mandato, ovvero il piano strategico di Torino Social Impact, che si sviluppa in azioni di rafforzamento e di promozione dell’ecosistema e che ha già portato a risultati importanti. Torino sta diventando infatti un modello a livello internazionale, grazie all’esperienza della piattaforma di condivisione ed alla proliferazione di iniziative e progetti per l’economia sociale, che anche nei documenti europei sta conquistando un ruolo centrale per l’uscita dalla crisi.

Il 2021 vedrà impegnato il CIS a consolidare la posizione raggiunta nello scenario nazionale ed internazionale: Torino ospiterà a maggio il prossimo summit mondiale sull’impact investing, mentre a novembre il summit internazionale di Ashoka, la più grande rete al mondo di imprenditori per l’innovazione sociale, che crea alleanze trasversali capaci di cambiare interi sistemi e che seleziona, mette in rete e forma oltre 3.500 imprenditori sociali, attivi in diversi settori e nel mondo.

Sempre nella riunione di ieri, il CIS ha dichiarato di proseguire i proprio impegno su alcuni filoni progettuali:

–      la Borsa sociale, un prototipo di mercato organizzato, dedicato interamente all’impatto sociale

–      il Centro di misurazione dell’impatto sociale, che ha realizzato il primo corso universitario sulla valutazione dell’impatto e si propone per l’immediato futuro di creare una struttura per gestire le richieste di misurazione che arrivano dal territorio

–      Tech4good, un sistema di concrete soluzioni tecnologiche per il terzo settore.

Infine, il 2021 sarà per Torino l’anno dell’impact economy, grazie al lavoro congiunto di tutti gli attori di Torino Social Impact.

Fanno parte del Comitato i rappresentanti dell’Università degli Studi di Torino, del Politecnico di Torino, del terzo settore dell’area metropolitana torinese, come le centrali cooperative di Confcooperative Piemonte Nord e di Lega Coop Piemonte, del Centro Servizi Volontariato e del mondo del lavoro e sindacale.

 

 




Istat: prezzi al consumo per l’intera collettività

Gli indici dei prezzi al consumo di settembre 2020 sono stati elaborati nel contesto di progressiva riduzione della gravità dell’emergenza sanitaria dovuta al diffondersi del Covid-19 in Italia e di riapertura di buona parte delle attività commerciali di offerta di beni e servizi di consumo. Pur rimanendo sopra la norma, il numero di mancate rilevazioni è quindi diminuito (analogamente a quanto accaduto a giugno, luglio e agosto).

L’impianto dell’indagine sui prezzi al consumo, basato sull’utilizzo di una pluralità di canali per l’acquisizione dei dati, ha consentito di ridurre gli effetti negativi dell’elevato numero di mancate rilevazioni sulla qualità delle misurazioni della dinamica dei prezzi al consumo. La situazione che si è venuta determinando e le modalità con le quali è stata via via affrontata sono illustrate nella Nota metodologica, alle pagine 19, 20 e 21 del comunicato stampa diffuso oggi dall’Istat.

Come ricordato nella Nota metodologica dell’Istat, gli indici ai diversi livelli di aggregazione, sia nazionali sia locali, che hanno avuto una quota di imputazioni superiore al 50% (in termini di prezzi mancanti e/o di peso), sono segnalati mediante l’utilizzo del flag “i” (dato imputato).

 

Nel mese di Settembre 2020 a seguito della rilevazione dei prezzi effettuata dal Servizio Statistica della Città, l’indice complessivo dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) è risultato pari al 101,9 (Base Anno 2015=100) segnando -0,8% rispetto al mese precedente e –0,6% rispetto al mese di  Settembre 2019 (tasso tendenziale).

I prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto registrano -0,3% sul mese precedente e -0,6% su settembre 2019. I prezzi dei prodotti a media frequenza d’acquisto rilevano -1,4% rispetto al mese di  agosto 2020 e         -0,5% sull’anno precedente. I prezzi dei prodotti a bassa frequenza d’acquisto segnalano -0,1% sul mese precedente e -0,3% sull’anno precedente.

 

Nella tipologia di prodotto dei BENI si rileva un ribasso del -0,1% su base congiunturale e del -1,2% su base tendenziale.

I prodotti in rilevazione hanno subito queste variazioni:

Beni Alimentari -0,6% sul mese precedente e +0,7% sull’anno precedente,

Beni Energetici -0,2% sul mese precedente e -10,0% sull’anno precedente,

Tabacchi INVARIATO sul mese precedente e +3,0% sull’anno precedente,

Altri Beni +0,1% sul mese precedente e INVARIATO sull’anno precedente.

 

Nella tipologia di prodotto dei SERVIZI si registra -1,4% su base congiunturale e +0,3% su base tendenziale.

Sono state riscontrate le seguenti variazioni:

Servizi relativi all’Abitazione INVARIATO sul mese precedente e +0,6% sull’anno precedente,

Servizi relativi alle Comunicazioni INVARIATO sul mese precedente e -0,8% sull’anno precedente,

Servizi Ricreativi, Culturali e per la Cura della persona  -1,4% sul mese precedente e -0,2% sull’anno precedente,

Servizi relativi ai Trasporti -6,1% sul mese precedente e -0,8% sull’anno precedente,

Servizi vari  +0,3% sul mese precedente e +1,5% sull’anno precedente.

 

L’inflazione di fondo al netto degli energetici e degli alimentari freschi riscontra -0,8% rispetto al  mese precedente e+0,3%  rispetto all’anno precedente.

 

L’Indagine dei Prezzi al Consumo è stata effettuata secondo le disposizioni e le norme tecniche stabilite dall’ISTAT.