Nati-mortalità imprese: in Piemonte 1388 aziende in più tra luglio e settembre 2020

In base ai dati del Registro imprese delle Camere di commercio, emerge come nel periodo luglio-settembre del 2020 siano nate 4.763 aziende in Piemonte, a fronte di 3.375 cessazioni (valutate al netto delle cancellazioni d’ufficio).

Il saldo è risultato positivo per 1.388 unità (nel III trimestre 2019 era stato di sole 575 unità).

 

Lo stock di imprese complessivamente registrate a fine settembre 2020 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ammonta così a 427.137 unità, confermando il Piemonte in 7ª posizione tra le regioni italiane, con il 7,0% delle imprese nazionali.

Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita del +0,33%, migliore rispetto a quanto registrato nel III trimestre del 2019 (+0,13%) e in linea con il risultato medio nazionale (+0,39%). Rispetto ai primi due trimestri del 2020 – in cui il flusso delle nuove aperture e delle chiusure era stato influenzato dall’emergenza sanitaria – il trimestre estivo sembra aver segnato un ritorno alla “normalità” sul fronte dell’apertura di nuove imprese.

Disaggregando i risultati in base alle forme giuridiche, si osserva come, ad eccezione delle società di persone che mostrano ancora un tasso debolmente negativo (-0,12%), le altre realtà tornano ad evidenziare dati, seppur lievemente, al di sopra dello zero. Le società di capitale segnano come sempre, il risultato migliore (+0,77%), seguite dalle altre forme (+0,45%). Il tasso di crescita delle ditte individuali (+0,35%), infine, risulta in linea con quello medio regionale.

 

Anche a livello settoriale il III trimestre ha mostrato una ripresa della vivacità imprenditoriale. Ad eccezione del comparto industriale (-0,06%) e di quello agricolo (-0,04%), che hanno chiuso il trimestre in sostanziale stallo, gli altri settori hanno registrato tassi di variazione dello stock con il segno più.

 

Il comparto con l’incremento più consistente è stato il turismo (+0,73%), la cui dinamica ha beneficiato positivamente, nonostante le difficoltà indotte dalla pandemia, della stagione estiva. Al secondo posto si è collocato il settore edile che, grazie anche alle risorse destinate all’efficientamento energetico e la messa in sicurezza del patrimonio immobiliare, tra luglio-settembre, ha registrato un incremento del +0,62%. Gli altri servizi sono cresciuti dello 0,58% e il commercio, infine, ha evidenziato un tasso leggermente inferiore alla media complessiva (+0,24%).

A livello territoriale il risultato migliore appartiene al capoluogo regionale, che chiude il III trimestre con un tasso di crescita del +0,41%. Seguono, con tassi superiori alla media regionale, il Verbano Cusio Ossola (+0,35%) e Novara (+0,34%). Asti e Alessandria registrano entrambe un tasso pari al +0,26% e la vicina Cuneo segna un +0,23%. Chiudono il quadro regionale Vercelli (+0,13%) e Biella che evidenzia una sostanziale stabilità (+0,01%).

 




CCIAA Torino: marchi storici torinesi, sul web l’archivio completo

E’ on line  un portale che racconta la storia della creatività e del marketing torinesi attraverso l’archivio dei marchi depositati negli anni presso la Camera di commercio di Torino.

Tutti i verbali sono oggi consultabili grazie ad un ampio lavoro di digitalizzazione iniziato nel 2012 e realizzato in collaborazione con Ismel.

Da lunedì 2 novembre una mostra presso l’Accademia Albertina espone i lavori di studenti che hanno rielaborato alcuni marchi storici del settore tessile.

1.500 metri quadri, 16 km di corridoi, centinaia di scaffali: questa la dimensione del capannone di cemento che nelle campagne di Ciriè ospita l’archivio storico della Camera di commercio di Torino.

Qui sono ordinati migliaia di fascicoli che, dalla fine dell’Ottocento, raccontano le storie di grandi realtà economiche e di piccole aziende di famiglia del torinese. Tra i documenti sono conservati anche i verbali dei marchi registrati a Torino fin dal 1926: si tratta di manoscritti e stampati, che, pur ingialliti, raccontano la storia economica e culturale di Torino e testimoniano l’evoluzione dei gusti e delle esigenze del mercato del tempo.

 

Da oggi, dopo un ampio lavoro di digitalizzazione iniziato nel 2012, nell’ambito dell’attività del Punto Impresa Digitale, questo immenso patrimonio storico è consultabile liberamente sul sito www.matosto.it

 

MaToSto® – acronimo di Marchi Torinesi nella Storia – è la banca dati digitale che la Camera di commercio di Torino ha creato per mettere a disposizione del pubblico i verbali delle domande di registrazione di marchi nazionali ed internazionali custoditi nel nostro archivio – ha dichiarato il Presidente dell’ente camerale Dario Gallina. – Si tratta di un patrimonio di straordinaria importanza e non solo da un punto di vista culturale: esistono infatti marchi storici anche molto celebri, che attualmente sono “liberi”, ovvero non rinnovati e non utilizzati da almeno cinque anni, che possono essere riportati in vita per nuove iniziative imprenditoriali“.

 

Il sito

Contiene ad oggi la digitalizzazione di oltre 35.000 verbali depositati dal 1926 alla fine degli Anni Sessanta: mancano solo quelli degli anni 1941 e 1942 andati perduti nell’incendio di Palazzo Morozzo, ex sede della Camera di commercio, avvenuto durante il bombardamento di Torino dell’8 dicembre 1942.

I verbali di MaToSto® descrivono 20.466 marchi verbali, 14.045 marchi figurativi e 4.682 estensioni internazionali.

 

L’unicità della banca dati consiste proprio nei documenti che propone: compaiono, infatti, tutte le domande di registrazione presentate dalle grandi aziende del territorio (tra cui Fiat, GFT, Cinzano, Martini e Rossi, Schiapparelli, Venchi, ecc.), ma anche quelle di piccole realtà artigianali o familiari. Non mancano le registrazioni delle grandi aziende straniere (del cinema, della cosmesi, del settore meccanico e di quello agroalimentare, ma non solo!) che, prima di portare in Italia i rispettivi prodotti, ne registravano i famosi marchi. I depositi pervenivano all’ente in forma autonoma o per lo più proposti dai principali studi di consulenza in Proprietà intellettuale torinesi, che ancora oggi sono leader in Italia.

 

Tra le domande depositate compaiono anche quelle che non hanno visto il rilascio o quelle che, pur rilasciate, spesso per questioni politiche sono state successivamente ritirate dai loro titolari.

 

Sono anche presenti tutte le domande di estensione internazionale dei marchi, cresciute esponenzialmente nel tempo a testimonianza della sempre maggiore apertura del nostro territorio verso i mercati esteri: i marchi internazionali infatti passano dal 10% del totale fino al 1968 al 64% negli anni successivi.

 

Sono infine presenti tutte le immagini, i loghi, le scritte, le scelte grafiche e stilistiche, le icone femminili o infantili, i claim pubblicitari dell’epoca, tutte testimonianze del gusto e della cultura di quegli anni.

 

Nella consapevolezza dell’importanza di queste testimonianze, MaToSto® da banca dati è diventata un progetto, condiviso con ISMEL (Istituto per la memoria e la cultura del lavoro, dell’impresa e dei diritti sociali), che da un lato coinvolge i giovani studenti in un percorso di formazione in materia di beni culturali e che dall’altro si rivolge al mondo imprenditoriale, per promuovere nuovi utilizzi dei marchi storici.

 

Come afferma Giovanni Ferrero, Presidente ISMEL: “MATOSTO®, un archivio storico di marchi d’impresa e di prodotto, diventa digitale e si offre alla consultazione del pubblico; i suoi contenuti stimolano originali forme di didattica partecipata, fino a diventare gioco digitale e sostegno del made in Italy attraverso la loro reinterpretazione in chiave moderna da parte di studenti e docenti dei nostri Atenei. Una collaborazione con la Camera di commercio di Torino di cui ISMEL, istituto nato per dare nuova vita alla memoria e alla cultura del lavoro, è particolarmente fiero“.

 

La mostra

Apre lunedì 2 novembre presso l’Accademia Albertina l’esposizione dei 57 lavori realizzati dagli studenti della classe di Tecniche Grafiche Speciali del professor Stefano W. Pasquini. Nel corso di un semestre gli studenti hanno analizzato l’estetica di una serie di marchi, legati perlopiù al comparto tessile, dal 1926 ai primi anni ’30, di aziende che nel corso degli anni hanno perso la loro operatività. In un’operazione a metà tra il nostalgico e il tecnologico, gli allievi del corso di Tecniche Grafiche Speciali hanno voluto pensare a una contemporaneizzazione di questi marchi, catapultandoli negli ambiti a loro familiari: quello della grafica, dell’arte contemporanea, della fotografia e della pubblicità.

 

Paola Gribaudo, Presidente della Accademia Albertina così commenta il lavoro svolto dai ragazzi: “Questa collaborazione con la Camera di commercio di Torino è importante non solo per gli studenti, che hanno la possibilità di avvicinarsi a sfaccettature del mondo del lavoro che probabilmente non conoscevano, ma anche per tutti noi, che tramite la riscoperta di questi marchi storici abbiamo la possibilità di fermarci a riflettere sulla storia e sulla creatività dell’industria e dell’artigianato del paese”.




CNA Piemonte: “Coprifuoco diurno: misure di ristoro urgenti e tamponi rapidi. Gli artigiani non possono fermarsi”

Bisogna assolutamente scongiurare un nuovo lockdown: le aziende e le attività artigiane devono continuare a lavorare”. Il Presidente della CNA Piemonte Fabrizio Actis commenta  gli ultimi provvedimenti regionali e nazionali assunti per difendersi dall’aumento dell’epidemia di Covid-19.

“Per questo motivo – dichiara il segretario regionale della CNA Piemonte Filippo Provenzano – riteniamo urgentissimo predisporre e mettere a disposizione i tamponi rapidi come strumento di screening diffuso e continuo, indispensabile per l’operatività delle nostre aziende.
Lanciamo un grido d’allarme per le attività artigiane di servizio alla persona e della ristorazione colpite da questo coprifuoco diurno. Ora sono quantomai necessarie e urgenti misure di indennità e ristoro per tutte queste realtà. E riteniamo altrettanto urgente che venga completata l’erogazione del Bonus Piemonte per quelle attività già inserite nei provvedimenti di primavera che stanno ancora attendendo i fondi”.

“Rilanciamo infine – conclude Filippo Provenzano – la proposta di coinvolgere gli operatori dei pullman privati che possono rafforzare la mobilità in sicurezza per lavoratori e studenti. Tanto più ora che famiglie e studenti sono fortemente penalizzati dall’aumento della didattica a distanza”.




Il Consiglio regionale incontra la Corte dei Conti

La copertura finanziaria delle leggi approvate dal Consiglio regionale è stato il tema della riunione odierna della prima Commissione presieduta da Carlo Riva Vercellotti.

Ospite d’eccezione della Commissione, una delegazione della Corte dei Conti del Piemonte guidata dal presidente della sezione regionale di controllo della corte, Maria Teresa Polito, affiancata dai magistrati Laura Alesiani, Marco Mormando, Rosita Liuzzo, Stefania Calgari, Diego Maria Poggi.

Nel suo saluto iniziale, il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia ha  ricordato che la collaborazione tra i due enti è prevista dallo statuto regionale e che “approfondire le complesse tematiche relative alla copertura finanziaria delle leggi regionali, al fine di assicurarne la sostenibilità nell’ambito del quadro complessivo della finanza pubblica, è un’occasione importantissima per migliorare la qualità della legislazione regionale”.

L’importanza della collaborazione è stata sottolineata anche dalla presidente Maria Teresa Polito: “La collaborazione tra istituzioni non è solo un dovere costituzionale, è anche un modo per far funzionare meglio tutti i contesti, ponendo le proprie professionalità al servizio di un bene comune e  offrendo ai cittadini il miglior servizio possibile ”. In questo senso “l’attività istituzionale della Corte dei  Conti è volta a verificare le tecniche di quantificazione e  la copertura finanziaria delle nuove leggi adottate. Sono importanti per gli equilibri di bilancio e ne costituiscono l’altra faccia, perché se le norme che vengono emanate hanno una definizione adeguata degli oneri, sicuramente la legislazione avrà un impatto positivo sui conti e una maggior efficacia”.

Le questioni tecniche della quantificazione e della copertura finanziaria sono state al centro dell’intervento di Laura Alesiani, accompagnato dalla proiezione di slide esplicative.

Domande ai relatori sono state poste da Sean Sacco (M5s), Raffaele Gallo (Pd), Marco Grimaldi (Luv) e dal presidente Carlo Riva Vercellotti (Fi).




Confagricoltura: Giansanti acclamato presidente, il piemontese Luca Brondelli di Brondello confermato componente della Giunta esecutiva

l’assemblea generale di Confagricoltura ha confermato per acclamazione Massimiliano Giansanti alla carica di presidente.

Unico candidato, guiderà la più longeva organizzazione professionale agricola per il prossimo quadriennio. Romano, 46 anni, Giansanti è presidente di Agricola Giansanti srl e amministratore del Gruppo aziende agricole Di Muzio, con imprese agricole nelle province di Roma, Viterbo e Parma.

Da un mese è anche vicepresidente del Copa, il Comitato delle organizzazioni agricole europee.

L’assemblea ha anche eletto i nove componenti della Giunta, confermando nell’incarico il piemontese Luca Brondelli di Brondello: 56 anni, sposato, due figli, conduce l’azienda agricola e agrituristica “Tenuta Guazzaura” a Serralunga di Crea (Alessandria) di 160 ettari di superficie, dove coltiva cereali, foraggere e vigneti.

Luca Brondelli di Brondello è stato presidente dell’Anga (Giovani di Confagricoltura) di Alessandria e dell’Anga Piemonte. Attuale presidente di Confagricoltura Alessandria, dal 2014 è presidente di Enapra, l’ente di formazione e aggiornamento professionale di Confagricoltura e dal 2017 è componente della Giunta nazionale di Confagricoltura.

Completano il nuovo esecutivo nazionale di Confagricoltura  Lamberto Frescobaldi, presidente dell’omonima azienda vitivinicola toscana e consigliere dell’Accademia dei Georgofili;  Filippo Schiavone, cerealicoltore, presidente di Confagricoltura Foggia, già vicepresidente dei Giovani Agricoltori Anga e attuale componente del Consiglio di amministrazione di Mutua Fima, nonché vicepresidente della Camera di commercio di Foggia; Marco Caprai, vitivinicoltore, già presidente di Confagricoltura Umbria; Giordano Emo Capodilista, imprenditore vitivinicolo, vicepresidente di Confagricoltura Veneto, già presidente del Consorzio Vini Colli Euganei Doc; Sandro Gambuzza, siciliano, operante nei comparti orticolo e olivicolo, già presidente di Confagricoltura Ragusa e della Camera di Commercio di Ragusa, attuale presidente di SAC spa (aeroporto internazionale di Catania) e consigliere della Camera di Commercio del Sud Est della Sicilia; Matteo Lasagna, imprenditore zootecnico, già presidente di Confagricoltura Mantova e di Confagricoltura Lombardia, consigliere di Confidi Systema; Giovanna Parmigiani, imprenditrice zootecnica, già vicepresidente di Confagricoltura Piacenza e presidente della Federazione Nazionale di Prodotto di Allevamenti Suini, è consigliere del Consorzio dei Salumi tipici piacentini; Rosario Rago, imprenditore orticolo specializzato nelle IV gamma, vicepresidente di Confagricoltura Salerno e di Confagricoltura Campania.

 




Calderini riconfermato Presidente del Comitato per l’imprenditorialità sociale

Si è insediato ieri pomeriggio il CIS – Comitato per l’imprenditorialità sociale della Camera di commercio di Torino, il cui Presidente, Mario Calderini, è stato riconfermato dalla Giunta camerale.

Il professor Calderini, infatti, ha lavorato fin da subito con il Comitato per creare e sostenere Torino Social Impact, l’ecosistema per l’imprenditorialità e gli investimenti a impatto sociale della città.

Con la riunione di ieri, il Comitato ha ribadito quanto già definito nel suo primo mandato, ovvero il piano strategico di Torino Social Impact, che si sviluppa in azioni di rafforzamento e di promozione dell’ecosistema e che ha già portato a risultati importanti. Torino sta diventando infatti un modello a livello internazionale, grazie all’esperienza della piattaforma di condivisione ed alla proliferazione di iniziative e progetti per l’economia sociale, che anche nei documenti europei sta conquistando un ruolo centrale per l’uscita dalla crisi.

Il 2021 vedrà impegnato il CIS a consolidare la posizione raggiunta nello scenario nazionale ed internazionale: Torino ospiterà a maggio il prossimo summit mondiale sull’impact investing, mentre a novembre il summit internazionale di Ashoka, la più grande rete al mondo di imprenditori per l’innovazione sociale, che crea alleanze trasversali capaci di cambiare interi sistemi e che seleziona, mette in rete e forma oltre 3.500 imprenditori sociali, attivi in diversi settori e nel mondo.

Sempre nella riunione di ieri, il CIS ha dichiarato di proseguire i proprio impegno su alcuni filoni progettuali:

–      la Borsa sociale, un prototipo di mercato organizzato, dedicato interamente all’impatto sociale

–      il Centro di misurazione dell’impatto sociale, che ha realizzato il primo corso universitario sulla valutazione dell’impatto e si propone per l’immediato futuro di creare una struttura per gestire le richieste di misurazione che arrivano dal territorio

–      Tech4good, un sistema di concrete soluzioni tecnologiche per il terzo settore.

Infine, il 2021 sarà per Torino l’anno dell’impact economy, grazie al lavoro congiunto di tutti gli attori di Torino Social Impact.

Fanno parte del Comitato i rappresentanti dell’Università degli Studi di Torino, del Politecnico di Torino, del terzo settore dell’area metropolitana torinese, come le centrali cooperative di Confcooperative Piemonte Nord e di Lega Coop Piemonte, del Centro Servizi Volontariato e del mondo del lavoro e sindacale.

 

 




Istat: prezzi al consumo per l’intera collettività

Gli indici dei prezzi al consumo di settembre 2020 sono stati elaborati nel contesto di progressiva riduzione della gravità dell’emergenza sanitaria dovuta al diffondersi del Covid-19 in Italia e di riapertura di buona parte delle attività commerciali di offerta di beni e servizi di consumo. Pur rimanendo sopra la norma, il numero di mancate rilevazioni è quindi diminuito (analogamente a quanto accaduto a giugno, luglio e agosto).

L’impianto dell’indagine sui prezzi al consumo, basato sull’utilizzo di una pluralità di canali per l’acquisizione dei dati, ha consentito di ridurre gli effetti negativi dell’elevato numero di mancate rilevazioni sulla qualità delle misurazioni della dinamica dei prezzi al consumo. La situazione che si è venuta determinando e le modalità con le quali è stata via via affrontata sono illustrate nella Nota metodologica, alle pagine 19, 20 e 21 del comunicato stampa diffuso oggi dall’Istat.

Come ricordato nella Nota metodologica dell’Istat, gli indici ai diversi livelli di aggregazione, sia nazionali sia locali, che hanno avuto una quota di imputazioni superiore al 50% (in termini di prezzi mancanti e/o di peso), sono segnalati mediante l’utilizzo del flag “i” (dato imputato).

 

Nel mese di Settembre 2020 a seguito della rilevazione dei prezzi effettuata dal Servizio Statistica della Città, l’indice complessivo dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) è risultato pari al 101,9 (Base Anno 2015=100) segnando -0,8% rispetto al mese precedente e –0,6% rispetto al mese di  Settembre 2019 (tasso tendenziale).

I prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto registrano -0,3% sul mese precedente e -0,6% su settembre 2019. I prezzi dei prodotti a media frequenza d’acquisto rilevano -1,4% rispetto al mese di  agosto 2020 e         -0,5% sull’anno precedente. I prezzi dei prodotti a bassa frequenza d’acquisto segnalano -0,1% sul mese precedente e -0,3% sull’anno precedente.

 

Nella tipologia di prodotto dei BENI si rileva un ribasso del -0,1% su base congiunturale e del -1,2% su base tendenziale.

I prodotti in rilevazione hanno subito queste variazioni:

Beni Alimentari -0,6% sul mese precedente e +0,7% sull’anno precedente,

Beni Energetici -0,2% sul mese precedente e -10,0% sull’anno precedente,

Tabacchi INVARIATO sul mese precedente e +3,0% sull’anno precedente,

Altri Beni +0,1% sul mese precedente e INVARIATO sull’anno precedente.

 

Nella tipologia di prodotto dei SERVIZI si registra -1,4% su base congiunturale e +0,3% su base tendenziale.

Sono state riscontrate le seguenti variazioni:

Servizi relativi all’Abitazione INVARIATO sul mese precedente e +0,6% sull’anno precedente,

Servizi relativi alle Comunicazioni INVARIATO sul mese precedente e -0,8% sull’anno precedente,

Servizi Ricreativi, Culturali e per la Cura della persona  -1,4% sul mese precedente e -0,2% sull’anno precedente,

Servizi relativi ai Trasporti -6,1% sul mese precedente e -0,8% sull’anno precedente,

Servizi vari  +0,3% sul mese precedente e +1,5% sull’anno precedente.

 

L’inflazione di fondo al netto degli energetici e degli alimentari freschi riscontra -0,8% rispetto al  mese precedente e+0,3%  rispetto all’anno precedente.

 

L’Indagine dei Prezzi al Consumo è stata effettuata secondo le disposizioni e le norme tecniche stabilite dall’ISTAT.

 

 




Cooperative torinesi: fotografia al 1° semestre 2020 e prospettive per il futuro

 Presentati oggi a Palazzo Birago e on line i dati di un’indagine realizzata dalla Camera di commercio di Torino con Legacoop Piemonte e Confcooperative Piemonte Nord, sullo stato di salute delle cooperative torinesi e sugli effetti della crisi sanitaria in questo primo semestre 2020.

“I numeri evidenziano l’impatto significativo della crisi sanitaria sul sistema cooperativo torinese che nel primo semestre dell’anno registra un calo del -3,1%, con un raddoppio delle cessazioni d’attività – spiega Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino. – Dall’indagine qualitativa, tuttavia, si intravede un sistema che resiste: il 41% delle cooperative intervistate dichiara un effetto della crisi minimo e comunque gestibile nel medio periodo. Non solo: il 22% addirittura approfitta del momento per ripensare i prodotti e i servizi offerti e il 47% per investire in innovazione”.

Secondo Dimitri Buzio, Presidente di Legacoop Piemonte: “I dati presentati ci raccontano le difficoltà riscontrate dalle cooperative, soprattutto in alcuni settori come l’edilizia, la ristorazione e la logistica non legata alla grande distribuzione, ma ci restituiscono anche la forte capacità di innovazione e impegno della cooperazione per offrire risposte ai bisogni dei soci e dei lavoratori; l’indagine qualitativa evidenzia infatti che il 70% delle imprese intervistate dichiara di aver attuato piani strategici, in misura significativa per il rilancio della propria impresa, a dimostrazione della continua tutela del lavoro e dell’impegno della cooperazione per il sostegno e lo sviluppo dell’economia del territorio, in un’ottica intergenerazionale che è uno dei capisaldi dell’essere impresa cooperativa”.

Gianni Gallo, Presidente di Confcooperative Piemonte Nord così commenta l’indagine: “I numeri che emergono dall’annuale ricerca della Camera di commercio di Torino danno il segno di una cooperazione che ha saputo immettere grandi energie per affrontare la prima fase della crisi derivante dalla pandemia mondiale, che ancora stiamo vivendo. Tutti si sono attrezzati per dare continuità alle attività in corso: sia chi doveva garantire servizi pubblici essenziali sia chi è stato chiamato a garantire continuità all’occupazione e il reddito ai propri soci. Gli scenari attuali impongono di far convergere tutte le energie disponibili, a partire da quelle interne alle cooperative per arrivare a quelle pubbliche, per attivare un’azione di trasformazione delle attività dell’impresa stessa. Una trasformazione che possa essere coerente con i cambiamenti che si prospettano all’orizzonte imposti dalla pandemia: la digitalizzazione dei processi in primis. Solo i soggetti cooperativi che sapranno configurarsi secondo questo nuovo scenario si potranno candidare a svolgere anche in futuro il ruolo di soggetto emancipatore”.

Dati 2019

A fine 2019 (ultimo dato disponibile) le 1.319 cooperative attive nella città metropolitana di Torino avevano generato una ricchezza economica pari a 2,6 miliardi di euro (valore della produzione) e impiegato nel complesso 46.153 addetti. È il terziario (servizi alle persone e alle imprese) a realizzare quasi il 58% del valore della produzione e a dare lavoro al 91% degli addetti totali.

Le associazioni di categoria del territorio rivestono un ruolo importante per il mondo cooperativo: Legacoop Piemonte e Confcooperative Piemonte Nord raccolgono insieme 636 cooperative associate. Di queste 581 hanno sede legale nella città metropolitana di Torino, realizzano 1,6 miliardi di valore della produzione (il 61% del totale) e impiegano 24.505 addetti (il 53%).

Dati al primo semestre 2020

A fine giugno 2020 sul territorio si contano 1.278 cooperative attive: rispetto a fine 2019 si registra una diminuzione del -3,1%.

Dal 2010 ad oggi si è assistito ad un calo costante della presenza di cooperative nel torinese: se tra il triennio 2015-2017 il numero si era quasi stabilizzato, nell’ultimo biennio si è assistito ad un’erosione più marcata, fino a toccare il valore più basso nel I semestre del 2020.

La crisi sanitaria Covid-19 non ha sicuramente aiutato la ripresa del sistema imprenditoriale torinese e, di conseguenza, delle cooperative.

Dall’analisi delle cessazioni avvenute nei primi sei mesi del 2020, esce con forza la criticità che il mondo cooperativo ha dovuto affrontare: rispetto ai primi sei mesi del 2019, le cessazioni sono raddoppiate (da 303 a 600 unità), con picchi più elevati nel trimestre aprile-giugno 2020.

Rispetto a fine 2019, quindi, i servizi alle imprese – il primo settore per numero di cooperative attive con il 43,2% del totale – registrano anche la flessione più marcata (- 3,7%); seguono i servizi alle persone (il 26,1%; -3,5%) e le costruzioni (9,1%; -3,3%).

Componenti imprenditoriali del sistema cooperativo torinese

Più di un quarto (25,7%) delle cooperative sono imprese femminili, anche se in decrescita rispetto al 2019 del -3,5%: si occupano principalmente di servizi alle persone, settore in cui sono attive il 41,6% delle cooperative in rosa.

Le cooperative straniere rappresentano il 5,7% del totale, ma rispetto a fine 2019 sono diminuite del -2,7%, evidenziando quindi una flessione più contenuta rispetto al mondo cooperativo complessivo. Oltre il 60% è attiva nei servizi orientati alle imprese e, nel 20% dei casi, nelle costruzioni.

Infine, le cooperative attive giovanili sul territorio a fine giugno 2020 pesano per il 4,1% del totale. Il calo della consistenza di questa componente è più marcato e tocca il – 7,1%. Rispetto al 2012 (primo dato disponibile), la presenza delle cooperative giovanili in provincia è più che dimezzata; il lungo processo di erosione è incominciato nell’anno 2014, e ha subito un’accelerazione in particolare nel triennio 2017-2019.

L’indagine: il clima di fiducia e la gestione dell’emergenza Covid-19

Uno specifico approfondimento dell’indagine ha avuto l’obiettivo di valutare le misure adottate nella contingenza del lockdown e nel periodo successivo, e di comprendere se l’emergenza abbia fatto da innesco allo sviluppo di soluzioni e attività innovative. L’indagine è stata somministrata nel mese di luglio 2020: hanno risposto 268 cooperative, il 21% delle attive in provincia di Torino.

Durante l’emergenza sanitaria: Fase 1

Solo il 20% delle cooperative ha interrotto completamente la propria attività (fra le altre imprese la percentuale era superiore al 60%), facendo ricorso all’utilizzo di ammortizzatori sociali ordinari (il 22%) o in deroga (il 42%), di ferie e congedi (il 13%) e al supporto di strumenti finanziari per gestire il periodo di sospensione (il 13%). Invece il 41% delle cooperative ha proseguito nello svolgimento della propria attività – soprattutto nei settori della salute, del sociale e dei servizi.

Fase 2

Nel complesso, fra le cooperative rispondenti all’indagine una buona parte (il 41%) afferma che durante la Fase 2 l’effetto della crisi sia stato minimo, con ricadute pur sempre gestibili nel breve/medio periodo.
Il 13%, invece, ritiene grave l’impatto subito, al punto da mettere in discussione il proseguimento dell’attività (ma questa percentuale saliva al 35% nell’indagine relativa alle altre forme imprenditoriali torinesi).

Sentiment

Intervistate sull’andamento dell’anno in corso a luglio il 73,5% delle cooperative si dichiara moderatamente o molto pessimista, mentre nelle indagini precedenti, i pessimisti, seppur in crescita, si fermavano al 37,7% nel 2018 e al 46,3% nel 2019.

Andamento del fatturato

Se l’anno 2019 si era chiuso per il sistema cooperativo torinese senza grandi variazioni rispetto al 2018, in termini di trend del fatturato e dell’occupazione, il 2020 ha invece ridimensionato le aspettative: per il periodo corrispondente alla Fase 1 dell’emergenza sanitaria, il 77,8% delle cooperative ha rilevato una contrazione del fatturato. Considerando complessivamente i trend del biennio precedente tale percentuale si fermava al 29,4% nel 2018 e al 30,2% nel 2019.

Il futuro

Per il dopo emergenza, il 70% delle cooperative ha dichiarato di aver elaborato o di prevedere l’elaborazione di un piano strategico aziendale volto a rivedere l’attività imprenditoriale. La scelta ha coinvolto maggiormente alcuni settori – fra tutti credito e finanza, cultura e sport, salute e sociale e produzione e lavoro e meno altri, come ad esempio le cooperative agricole.

Particolarmente significativa la presenza di cooperative che hanno sviluppato piani di rilancio (il 33%) – volti quindi a far emergere nuove opportunità a fronte della crisi – mentre è quasi residuale la quota di imprese che hanno mantenuto un approccio difensivo, di riduzione delle dimensioni o di abbandono di alcune attività. È una prospettiva, quella del tessuto di cooperative torinesi, quasi ribaltata rispetto a quanto emerge fra le altre forme imprenditoriali dove la propensione ad attuare strategie di rilancio è risultata contenuta (il 16%).

L’emergenza sanitaria sembra anche esser stata foriera di innovazione. Alla domanda se, a fronte della crisi connessa a Covid-19, le imprese abbiano investito in alcune attività innovative, è emersa una significativa percentuale di risposte affermative, tra cui soprattutto la scelta di migliorare prodotti e servizi esistenti (o svilupparne di nuovi) – innovazione voluta dal 22% delle imprese rispondenti.

Al di là delle esigenze emerse in occasione dell’emergenza sanitaria, la propensione all’innovazione tecnologica è stata indagata anche nel medio periodo: nel triennio 2020 – 2022 il 47% delle cooperative prevede investimenti tecnologici in chiave Impresa 4.0.




Alluvione, Consiglio regionale: approvati sei punti, dalla manutenzione agli studi sul rischio, sino ai risarcimenti

Il Consiglio regionale ha approvato sei ordini del giorno riguardo l’alluvione che nei giorni scorsi ha colpito il Piemonte.

Cura e manutenzione del verde sulle strade

L’Odg presentato dalla Lega, illustrato dal primo firmatario Mauro Fava, impegna il presidente e la Giunta regionale a farsi portavoce presso le Province, la Città metropolitana di Torino e i Comuni piemontesi “affinché pongano in essere gli atti utili e necessari per assicurare la tutela della pubblica incolumità mediante la cura e la manutenzione del verde pubblico e demaniale lungo le strade di loro competenza” e a rivolgere ai medesimi enti “un formale invito affinché con la massima urgenza si facciano carico, relativamente al territorio di loro competenza, d’imporre a tutti i proprietari confinanti con le strade statali, provinciali, comunali e vicinali di uso pubblico” di provvedere a tutte le azioni necessarie a salvaguardare la sicurezza delle strade attraverso azioni quali la potatura di alberi e siepi e la rimozione di alberi, rami e fogliame che contravvengano alle disposizioni del Codice della strada.

Più risorse per la manutenzione del territorio

La mozione del Pd, illustrata dal primo firmatario Domenico Rossi, impegna la Giunta “a valutare l’impegno di congrue risorse aggiuntive nella manovra di assestamento per sostenere interventi necessari alla messa in sicurezza dei territori e a individuare, nell’ambito della nuova programmazione dei fondi Ue, risorse per finanziare interventi di prevenzione del dissesto idrogeologico”. Impegna, inoltre, l’Esecutivo “a promuovere la riduzione del consumo di suolo attraverso politiche di riuso, riqualificazione dell’edificato e rigenerazione ubana, incentivando anche le perequazioni intercomunali e la la tutela del territorio, con particolare attenzione al ripopolamento della montagna” e a costituire una struttura di missione regionale per supportare Enti e Amministrazioni per interventi di mitigazione del rischio idrogeologico e assistere le Amministrazioni locali nella progettazione di opere e strutture per la messa in sicurezza, al fine di intercettare i fondi disponibili a livello nazionale ed europeo”.

Un aiuto per i danni ai privati

L’ordine del giorno presentato per Fi da Francesco Graglia e illustrato da Carlo Riva Vercellotti impegna il presidente e la Giunta “a richiedere al Governo di erogare un anticipo immediato delle risorse che verranno trasferite al Piemonte, nella misura di almeno il 30% delle spese sostenute la rimessa in ripristino delle sedi aziendali e delle abitazioni private” e “a sollecitare il Governo e il Parlamento affinché le agevolazioni fiscali legate alla ristrutturazione degli immobili per le zone del centro Italia colpite dai terremoti del 2009, 2016 e 2017 , introdotte in sede di conversione del Decreto Agosto, sia estesa anche per le zone del Piemonte colpite dalla recente alluvione”.

Potenziamento dei servizi ferroviari

Quello presentato da Ivano Martinetti (M5s) impegna la Giunta a “verificare urgentemente la possibilità di ripristino e potenziamento del servizio ferroviario passeggeri sulla linea Cuneo-Limone-Ventimiglia” e venga sfruttata a pieno l’infrastruttura ferroviaria per riconnettere il territorio colpito dall’emergenza”.

Nuove opere per la difesa del suolo

Quello presentato da Sarah Disabato (M5s) impegna tra l’altro la Giunta affinché vengano attivati al più presto gli uffici regionali competenti per supportare gli Enti locali nella delicata fase emergenziale e vengano previste adeguate risorse, in base alle disponibilità di bilancio, per implementare la strumentazione e l’organico degli uffici regionali, della Città metropolitana e delle Province competenti nel fornire adeguato supporto e celere risposta agli Enti locali nelle fasi di progettazione ed emergenza”.

Nuovi studi sui fattori di rischio

Quello presentato da Giorgio Bertola (M5s) impegna, ancora, la Giunta “a compiere ogni azione necessaria per commissionare celermente nuovi studi sui fattori di rischio territoriali per la Regione Piemonte legati al cambiamento climatico” e “a supportare attraverso eventuali accordi con l’Università, il Politecnico e gli Istituti di ricerca, nuove modellizzazioni e strumenti informatici in grado di restituire informazioni utili a prevenire e mitigare gkli eventi eccezionali derivanti dal cambiamento climatico”.

Prima della votazione degli ordini del giorno si è conclusa la discussione iniziata nella scorsa seduta sulla comunicazione del presidente della Giunta Alberto Cirio con gli interventi di Disabato (M5s), Federico PeruginiFava e Valter Marin (Lega).

L’Aula ha respinto altri due ordini del giorno, primi firmatari rispettivamente Martinetti e Francesca Frediani




Emergenza alluvione, CCIAA Cuneo: incontro straordinario, “La priorità è la ripartenza delle nostre imprese”

Di fronte al dramma che, in poche ore, ha sconvolto e distrutto il cuore della nostra Provincia, il presidente della Camera di Commercio di Cuneo Mauro Gola annuncia la volontà di condividere con i membri di Giunta le linee di intervento, attivando anche sinergie con le istituzioni, con il sistema camerale e con i partner italiani e francesi del piano di cooperazione Alpimed per destinare fondi e dare un sostegno concreto alle attività economiche.

Spiega il presidente dell’Ente camerale, Mauro Gola: “Le nostre imprese sono dinamiche, eccezionali e sono abituate a rialzarsi, nonostante questo serio momento di difficoltà vada ad aggiungersi alle criticità dell’emergenza sanitaria che ha pesantemente condizionato tutti i settori economici. Siamo chiamati a fare la nostra parte per aiutarli a riaprire le aziende. Per prima cosa, convocheremo al più presto la Giunta per destinare le risorse disponibili innanzitutto al sistema neve. Limone Piemonte e Garessio sono paesi devastati, le stazioni sciistiche sono letteralmente andate distrutte, mettendo in ginocchio un indotto che, soprattutto nei mesi invernali, vive grazie al settore turistico”.

Prosegue Gola: “Molte delle località pesantemente colpite da questa alluvione sono al centro del piano di cooperazione transfrontaliera per lo sviluppo sostenibile in materia di economia, ambiente e servizi ai cittadini. Per questo, con la Métropole di Nizza, la Regione Liguria e il Parco Alpi Marittime e Mercantour, in rappresentanza di tutto il partenariato, intendiamo dare priorità, rispetto ai progetti già in corso, alla gestione di questa emergenza, indirizzando i fondi disponibili al servizio della ricostruzione e delle imprese”.

Di fronte a questa emergenza si è mobilitata anche la rete delle Camere di commercio, che vede accanto all’Ente cuneese, con Eurocin Geie, la Camera di commercio delle Riviere di Liguria, la Camera di commercio e industria di Nizza e la Camera di commercio italiana a Nizza, con l’obiettivo di dare vita ad azioni concrete e sinergiche sul territorio delle Alpi del Mare.