Politecnico e Ordine degli Architetti firmano un accordo per internazionalizzare e facilitare l’accesso al lavoro

Il Rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco e il Presidente dell’Ordine degli Architetti di Torino Massimo Giuntoli hanno firmato oggi un accordo tra le due istituzioni che potenzia le opportunità per professionisti e per studenti in Architettura, Pianificazione territoriale, urbanistica e paesaggistico-ambientale.

L’accordo prevede da una parte di intensificare le opportunità internazionali di lavoro per i professionisti iscritti all’Ordine degli Architetti, attraverso l’iniziativa POLITO Studio, che lega Politecnico e Ordine nella formazione e nell’accompagnamento dei professionisti ai mercati internazionali, nelle aree dove il Politecnico ha una presenza consolidata (in particolare la Cina, ma anche Sud America e Africa); dall’altra si rivolge ai laureati favorendo occasioni di tirocinio professionale, poi validate come sostituzione della prova progettuale dell’esame di Stato.

È la prima volta che tra Politecnico e Ordine Architetti si sigla un accordo strutturato per favorire l’accesso al mondo del lavoro dei laureati e per l’internazionalizzazione dei professionisti Architetti. L’Ateneo e OAT sono mossi dalla convinzione che oggi sia fondamentale aggiornare le interazioni tra le istituzioni dedicate all’educazione universitaria e alla ricerca e le istituzioni dedicate a disciplinare gli interessi professionali.

Per meglio supportare il rapporto con professionisti, aziende e istituzioni, POLITO Studio (il cui avvio operativo è fissato a gennaio 2021) stabilirà presto la propria sede all’interno della nuova Casa dell’Architettura, progetto di OAT e della Fondazione per l’Architettura / Torino, che dovrebbe essere inaugurata nel 2022 in via Piave.

L’accordo tra Politecnico e OAT prevede inoltre importanti novità per gli studenti dei corsi di studio dell’area dell’Architettura e della Pianificazione territoriale. I laureandi del II livello potranno infatti accedere agli studi professionali per un periodo di tirocinio di sei mesi, che varrà come il superamento della prova progettuale all’Esame di Stato, che solo il 30% degli iscritti ha superato nel 2019. L’accordo è anche un passo in avanti verso l’esame di Stato digitale, che secondo i piani dovrebbe pensionare la prova progettuale disegnata a mano, ormai non più attuale.

“Crediamo fortemente nella necessità che i professionisti da noi formati debbano essere supportati e agevolati nell’interagire con realtà internazionali in forte sviluppo, soprattutto perché possono vantare una preparazione ed una creatività che da sempre rende unico e insostituibile il Made in Italy, che tutto il mondo ci invidia e ci richiede. Mettendo a disposizione le forti relazioni del nostro Ateneo con le migliori università di tutto il mondo, i nostri studenti avranno a disposizione molte più occasioni di lavoro”, ha dichiarato Guido Saracco, Rettore del Politecnico di Torino.

“Il mercato globale chiede innovazione e nuove interazioni tra le università e le professioni: con questo Accordo diamo una risposta adeguata e ci impegniamo sia a favorire l’accesso alla professione dei giovani, sia a promuovere le capacità progettuali degli architetti italiani all’estero”, ha dichiarato Massimo Giuntoli, presidente dell’Ordine degli Architetti di Torino.

Il professor Michele Bonino, delegato del Rettore per le Relazioni con la Cina, ha presentato il programma di POLITO Studio, che vedrà la Cina come caso-pilota: “Ogni mercato ha le sue caratteristiche particolari: ad esempio, in Cina i principali progetti di architettura e urbanistica sono appannaggio delle Università e dei loro grandi istituti di progettazione, spesso alla ricerca di consulenti internazionali. Attraverso l’esperienza dei nostri ricercatori, POLITO Studio vuole far conoscere ai professionisti tali specificità, e costruire insieme sinergie per essere competitivi in questi mercati”.

L’architetto Cristina Coscia, vice presidente OAT, ha aggiunto sull’iniziativa POLITO studio: “POLITO Studio per i professionisti è un “contenitore” di azioni per generare opportunità professionali, che avrà anche strategicamente una collocazione fisica nella nuova sede dell’Ordine degli Architetti di Torino e della sua Fondazione: una sorta di Hub sull’internazionalizzazione che rappresenta un tassello importante del progetto dell’Ordine di “Casa dell’Architettura”, evocativo, anche in questo caso, di molte esperienze di ordini nazionali ed esteri e simbolicamente luogo di riferimento per la comunità degli Architetti”.




Esportazioni novaresi: vendite all’estero in discesa del -15,4% nel primo semestre 2020

Diminuiscono le esportazioni novaresi nei primi sei mesi dell’anno: tra gennaio e giugno le vendite all’estero dei prodotti made in Novara si sono assestate su 2,2 miliardi di euro, registrando un calo del -15,4% rispetto allo stesso periodo del 2019. In flessione anche il risultato nazionale, con una variazione dell’export italiano pari al -15,4%, e quello regionale che vede le esportazioni piemontesi ridursi del -21,2%.

Sul fronte dell’import, il Novarese registra una diminuzione del -16,1%, attestandosi, in termini di valore delle merci, ad 1,2 miliardi di euro. Il saldo della bilancia commerciale si mantiene positivo e pari a 969 milioni di euro, ma in diminuzione del -17,2% rispetto al primo semestre 2019.

«I dati relativi ai primi tre mesi dell’anno avevano già preannunciato una diminuzione delle esportazioni, che considerando l’intero semestre appaiono fortemente ridimensionate a causa dell’impatto dell’emergenza sanitaria e della chiusura degli stabilimenti – commenta Cristina D’Ercole, segretario generale della Camera di Commercio di Novara – Si tratta di una situazione generalizzata, con flessioni a due cifre per tutte le province piemontesi, rispetto alle quali Novara ha manifestato un calo significativo, ma meno intenso di altri territori, ponendosi al terzo posto nella classifica decrescente regionale.

L’apertura e la presenza sui mercati esteri sono fondamentali per la nostra economia, ancor più in questa fase complessa: per questo gli interventi a favore dell’internazionalizzazione d’impresa, tra cui le certificazioni per l’estero, l’assistenza legale specialistica e la formazione, rientrano tra quelli sostenuti dalla Camera di Commercio con il bando NOVARA RESTART, per cui è possibile inviare la propria candidatura fino al 15 ottobre».

Il risultato novarese risente del calo delle vendite oltre confine dei prodotti manifatturieri, che rappresentano la quasi totalità delle esportazioni provinciali, con risultati in controtendenza per alimentari, prodotti medici e farmaceutici.
Analizzando l’export delle principali attività economiche si riscontra una flessione significativa, pari al -14,5%, per macchinari e apparecchiature (in cui risultano inclusi rubinetteria e valvolame), che si confermano comunque il comparto più rilevante, con un’incidenza del 27,6% sull’export provinciale.

Negativo anche il risultato delle sostanze e prodotti chimici (-16,8% su base annua), che si trovano al secondo posto nella classifica provinciale delle vendite all’estero, con un’incidenza del 16,7%.
Crescono, invece, i prodotti alimentari, bevande e tabacco, che mettono a segno un +4,9%, sfiorando un’incidenza del 12% e attestandosi al terzo posto nella classifica provinciale delle vendite all’estero, posizione condivisa con il tessile-abbigliamento, comparto che registra, tuttavia, un calo del -19,1%.

In netto calo appare il comparto della gomma-plastica, con una variazione che supera il -25%, mentre continua la crescita di quello dei medicinali e preparati farmaceutici che, spinto dall’emergenza sanitaria, mantiene il sesto posto nella classifica dell’export provinciale, con un sostanziale raddoppio delle vendite (+99,8%).

Per quanto riguarda i mercati di sbocco, l’Unione Europea si conferma la principale destinazione delle merci novaresi, con una quota pari al 60,8% dell’export. La performance dei mercati comunitari appare negativa e leggermente meno intensa della media provinciale, registrando un calo delle esportazioni del -11,4%.

Guardando ai singoli Paesi si riscontra una diminuzione generalizzata delle esportazioni verso i principali mercati, salvo poche eccezioni. In particolare calano del -11,2% le vendite dirette in Germania, primo mercato dell’export novarese, e del -7,7% quelle rivolte alla Francia, secondo mercato di riferimento. Aumentano, invece, del +12,2% le vendite in Polonia, crescita quasi interamente riconducibile ai prodotti alimentari, mentre si registra un calo a due cifre per la Spagna (-19,2%), con una flessione più contenuta per il Belgio e una sostanziale stabilità per i Paesi Bassi.

In merito alle vendite verso i Paesi extra-UE si registra, a livello complessivo, un netto calo, superiore alla media provinciale e pari al -20,9%. Ad incidere sono soprattutto le diminuzioni dell’export con destinazione U.S.A. (-36,7%), che risentono del crollo della componente aerospazio, Svizzera (-23,1%) e Regno Unito (-21,9%), mentre aumentano del +10% quelle verso il mercato cinese, sostenute, in particolare, dalla crescita di detergenti e prodotti chimici di base.




Embraco, Sicchiero (Sindaco Chieri): “Bene progetto Italcomp”

Dall’incontro in Prefettura con la sottosegretaria allo Sviluppo economico, Alessandra Todde, è emersa finalmente una luce per i lavoratori ex Embraco. Il progetto Italcomp, che mira a unire i destini del sito chierese e quelli dell’Acc di Mel dando vita a un polo per la produzione di compressori per l’industria del freddo, rappresenta certamente una buona notizia, una strada interessante che speriamo porti a risultati concreti.

Come amministrazione faremo la nostra parte ma mi auguro che i Sindaci del territorio siano costantemente coinvolti e aggiornati sull’evolversi della situazione, a differenza di quanto è avvenuto con la Ventures, dove alle speranze iniziali ha fatto seguito un brusco e doloroso risveglio. Inoltre, visto che si ipotizza un arco temporale di almeno un anno e mezzo di tempo, continueremo a lavorare per offrire alternative occupazionali alle lavoratrici e ai lavoratori che desiderino ricollocarsi, e contiamo sull’impegno della Regione Piemonte”

 




Cemento, sale e acqua: un nuovo materiale creato dal Politecnico di Torino

Riscaldare gli ambienti in cui viviamo o lavoriamo è un’esigenza comune nella maggior parte delle aree abitate. L’energia richiesta per questo processo è responsabile di circa un terzo di tutta l’energia finale consumata in Europa e i tre quarti della domanda è fornita da combustibili fossili.

 

L’idea di un nuovo materiale per l’accumulo di energia termochimica, oggetto di una ricerca pubblicata sulla rivista Scientific Reports, arriva da un gruppo di studiosi dei dipartimenti di Scienza Applicata e Tecnologia (DISAT) e di Energetica (DENERG) del Politecnico di Torino e dell’Istituto di Tecnologie Avanzate per l’Energia del CNR (CNR-ITAE).

In questo studio, i ricercatori hanno dimostrato come sia possibile sviluppare calore idratando il sale inserito nei pori del cemento.

 

Per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità in Europa è necessario ridurre i consumi di energia fossile e utilizzare invece sistemi a energia rinnovabile, ma l’integrazione di energia rinnovabile nei sistemi di riscaldamento comporta una discrepanza tra il surplus di energia e i picchi di domanda giornalieri e annuali.

 

L’energia solare, ad esempio, è disponibile in abbondanza durante i mesi estivi, però la maggior parte del fabbisogno di riscaldamento è in inverno quando alle nostre latitudini il giorno dura di meno. È chiaro che lo sfruttamento massiccio delle fonti energetiche rinnovabili deve integrare lo sviluppo di sistemi di accumulo economici, con l’obiettivo di compensare la discrepanza temporale tra richiesta e offerta di energia. Uno dei possibili modi per conservare l’energia è l’approccio termochimico che, a differenza delle soluzioni più tradizionali, dà la possibilità di immagazzinare calore per un tempo indefinito.

 

“Provate a sciogliere in un bicchiere di acqua un buon quantitativo di sale, quello che noterete è che il bicchiere con alcuni tipi di sale si scalda e con altri si raffredda. Un fenomeno simile è alla base del nostro materiale, solo che al posto di acqua allo stato liquido noi utilizziamo vapore acqueo senza sciogliere il sale. Il vapore acqueo interagisce con il sale sviluppando calore e, una volta completamente idratato, il sale potrà ritornare alla situazione di partenza eliminando l’acqua che interagisce con il sale semplicemente essiccando il materiale.

Questo tipo di reazione è nota da tempo e i materiali ad accumulo termico sono in parte già stati sviluppati, quello che limita il loro utilizzo attualmente è il costo. Ad esempio, una zeolite, che è uno dei migliori materiali dal punto di vista termico, può arrivare a costare fino a diverse decine di euro al kilogrammo. Ciò significa avere un costo insostenibile per stoccare l’energia necessaria a scaldare una stanza o un intero edificio. Il cemento come matrice per ospitare gli idrati salini è un materiale molto interessante, in quanto è ben noto, facilmente disponibile e a basso costo.” spiega Luca Lavagna, assegnista di ricerca del Dipartimento Scienza applicata e Tecnologia del Politecnico e primo autore della ricerca.

 

La caratteristica innovativa presentata dai ricercatori è proprio l’utilizzo del cemento come matrice per ospitare il sale. Il costo totale dei materiali utilizzati è molto basso e le prestazioni energetiche sono buone:         il costo energetico, misurato in €/kWh accumulato, è migliore rispetto alla maggior parte dei materiali attualmente utilizzati. Il nuovo materiale mostra inoltre una straordinaria stabilità anche dopo centinaia di cicli. Questo lavoro può rappresentare il primo pass




Esportazioni provincia di Cuneo, nei primi 6 mesi vendite crollano del 13,9%

Il I semestre 2020 si chiude con una flessione complessiva per le vendite all’estero delle imprese della Provincia Granda. Il blocco produttivo e le restrizioni imposte dalla pandemia hanno avuto, infatti, forti ripercussioni anche sull’economia cuneese.

Alla flessione delle esportazioni del 3,3% segnata nel periodo gennaio-marzo 2020 ha fatto seguito una calo molto più pesante evidenziato nel II trimestre dell’anno (-25,0%).
Complessivamente nel I semestre 2020 le vendite all’estero dei prodotti made in Granda hanno raggiunto 3.459 milioni di euro, registrando una contrazione del 13,9% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Nel corrispondente semestre il valore delle importazioni di merci ha raggiunto i 2.031 milioni di euro, accusando una diminuzione del 9,5% rispetto ai primi sei mesi del 2019. Il saldo della bilancia commerciale si è portato, così, sul valore di 1.428 milioni di euro, in diminuzione rispetto a quello registrato nel I semestre 2019, quando si attestava a 1.776 milioni di euro.

Nonostante la dinamica negativa evidenziata, Cuneo si colloca al secondo posto, dopo Torino, per valore esportato, producendo il 18,5% del valore delle vendite regionali fuori confine. La dinamica esibita nel periodo gennaio – giugno 2020 dalle esportazioni di merci cuneesi è apparsa inoltre meno negativa rispetto a quella evidenziata a livello medio regionale (-21,2%) ma peggiore rispetto a quella realizzata a livello complessivo nazionale (-15,3%).

“Il calo delle nostre esportazioni era ampiamente prevedibile ed è stato in linea con le aspettative. La tenuta del comparto agroalimentare ha rallentato il crollo, – sottolinea il Presidente Mauro Gola – ma dopo un periodo  di continua crescita il nostro export ha subito una forte battuta d’arresto riportandoci indietro di 4 anni, ai dati del 2016.

Abbiamo pagato il forte  calo  fatto segnare nei nostri principali mercati di riferimento quali la Francia, la Germania e la Spagna mentre il dato degli Stati Uniti, colpiti in modo drammatico dalla pandemia, è sostanzialmente uguale a quello dello scorso anno e sorprende in positivo. Per uscire dalla crisi e ribaltare il trend negativo  sarà necessario fare squadra ed investire  su digitalizzazione ed innovazione pur sapendo che soltanto la fine dell’emergenza sanitaria ed una ripresa economica generalizzata a livello mondiale potranno dare le ali alle nostre esportazioni.”

Nel I semestre 2020 il calo delle esportazioni cuneesi di prodotti manifatturieri, che rappresentano il 94,6% del totale delle esportazioni, è stato particolarmente pesante (-14,5%), ha tenuto invece, manifestando una sostanziale stabilità, la vendita all’estero di prodotti agricoli (-0,2%).

Analizzando nel dettaglio la performance della manifattura emerge chiaramente come l’unica filiera che è riuscita a contrastare le difficoltà del momento è stata quella dell’industria alimentare, che ha segnato una variazione praticamente nulla rispetto all’analogo periodo del 2019 (-0,4%).

IL comparto meccanico ha segnato una flessione del 17,3%, seguito dagli articoli in gomma e materie plastiche, che hanno evidenziato un calo delle esportazioni del 19,3%. Ancora più pensate la contrazione manifestata dalle esportazioni di mezzi di trasporto (-24,6%). La filiera dei metalli e quella del legno hanno registrato entrambe riduzioni delle esportazioni di poco superiori al 30%.

Nell’analisi dei mercati di sbocco va ricordato nuovamente come, a partire dal mese di febbraio 2020, la Gran Bretagna sia uscita dall’Unione europea. Nonostante sia previsto ancora un periodo transitorio fino al 31 dicembre 2020, già a partire dai primi due trimestri del 2020 i dati delle esportazioni verso la gran Bretagna risultano inseriti nell’area extra Ue-27.

Il bacino dell’Ue-27 ha attratto il 63,5% delle esportazioni provinciali, contro il 36,5% dei mercati situati al di fuori dell’area comunitaria. La flessione registrata dalle vendite dirette verso i Paesi dell’Ue-27 è stata del -16,8 %, mentre quella verso i partner commerciali extra Ue-27 ha segnato un -8,5%.

I più importanti mercati dell’area Ue-27 si confermano essere quello francese e tedesco, con quote rispettivamente pari al 19,0% e 16,0%. La Francia ha evidenziato una flessione del 14,1%, peggiore è stato l’andamento delle vendite sul mercato tedesco, calate del 16,5%. La diminuzione delle esportazioni verso la Spagna è stata ancora più intensa (-21,6%). Il dato peggiore l’ha riportato la Polonia (-32,1%).

Per il bacino Extra Ue-27 i mercati di maggior sbocco sono gli Stati Uniti e il Regno Unito che rappresentano rispettivamente il 7,2% e il 5,4% dell’export complessivo. Gli Stati Uniti hanno manifestato stabilità (-0,1%) mentre un calo del 19,0% ha caratterizzato le esportazioni verso il Regno Unito. Negativo anche il trend delle vendite verso la Svizzera (-11,1%), Russia (-8,9%) e Turchia (-24,5%), in controtendenza, invece, la dinamica evidenziata con Canada (+11,3%) e Cina (+0,4%)




Il Riparti Piemonte torna in Aula

Il Riparti Piemonte torna in Aula per alcune modifiche indicate dal governo nazionale in seguito all’impugnativa.

La Commissione Bilancio ha approvato a maggioranza i 10 articoli del provvedimento e ha indicato tre relatori di Lega, Pd e 5 Stelle.

Alla seduta ha partecipato l’assessore regionale alla Cultura in rappresentanza della Giunta.
“Maggior ascolto e condivisione sui prossimi provvedimenti – è stato l’invito del capogruppo Luv – dare retta a opposizione e uffici tecnici ci aiuterà”.

Il capogruppo 5 Stelle ha annunciato “la presentazione di alcuni emendamenti in Aula, non lo abbiamo fatto in Commissione per senso di responsabilità”.




Congiuntura economica in Piemonte: colpita duramente la manifattura piemontese

Nel II trimestre 2020 flessione a doppia cifra per produzione, fatturato e ordinativi Nell’ambito della consueta collaborazione tra Unioncamere Piemonte, Intesa Sanpaolo e UniCredit per il monitoraggio della congiuntura economica piemontese, Unioncamere Piemonte diffonde oggi i dati della 195ª “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera”realizzata in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali.

La rilevazione è stata condotta nel mesi di luglio con riferimento ai dati del periodo aprile-giugno 2020, ha coinvolto 1.719 imprese industriali piemontesi, per un numero complessivo di 96.569 addetti e un valore pari a circa 52,1 miliardi di euro di fatturato. Dall’indagine emerge come, nel periodo aprile-giugno 2020, l’impatto dell’emergenza Covid si sia mostrato con tutta la sua forza. Se nel I trimestre 2020 la produzione manifatturiera regionale aveva registrato una flessione del 5,7%, il calo produttivo nel II trimestre è quasi triplicato (-15,3%).

Il Presidente di Unioncamere Piemonte, Gian Paolo Coscia,commenta: “L’effetto Covid è arrivato, come temuto, sulle nostre imprese e sulle nostre produzioni: il calo produttivo del 15,3% ha coinvolto per la prima volta tutte le province e tutti i settori, anche quello alimentare. Una contrazione, quella del II trimestre ovvero del pieno lockdown, che ci ha riportato indietro di oltre 10 anni, alla crisi del 2008/2009. Ora dobbiamo subito invertire la tendenza, affiancando la voglia di fare impresa, con politiche efficaci nazionali e locali di sostegno al credito e sburocratizzazione.

Dobbiamo puntare su trasformazione digitale e nuovi modelli produttivi che permettano di garantire i livelli occupazionali e consentano di far crescere i nostri territori”. “In questo periodo, ha dichiarato Fabrizio Simonini, Regional manager nord ovest di UniCredit, non abbiamo mai fatto mancare il nostro sostegno.

A livello di Gruppo abbiamo sostenuto più di 300 mila clienti dando loro accesso a prestiti in moratoria per 35 miliardi di euro e abbiamo erogato prestiti con garanzia statale per quasi 7 miliardi di euro: siamo “parte della soluzione” a sostegno dell’economia reale. E posso dire che nel Nord Ovest e in Piemonte in particolare abbiamo fatto con orgoglio e collaborazione la nostra parte.

Come Banca siamo stati in prima linea per sostenere le nostre imprese, al fine di supportarne efficacemente le esigenze di liquidità e di investimento, attivando tempestivamente un “Pacchetto Emergenza”, una serie di iniziative concrete, in linea e ad integrazione di quanto previsto dal Decreto Cura Italia e dalla moratoria ABI e attraverso un forte impegno nel dare esecuzione alle misure previste dal Decreto Legge Liquidità per tutte le tipologie di finanziamento disponibili in funzione delle caratteristiche e delle dimensioni aziendali, garantite dal Fondo Centrale di Garanzia e da Sace.

Come conseguenza di quanto è avvenuto, stiamo assistendo a un processo di trasformazione che ha coinvolto le aziende di tutte le dimensioni permettendo anche a quelle più piccole e meno strutturate di affacciarsi ai mercati esteri o di diffondere i loro prodotti su tutto il territorio nazionale. UniCredit con iniziative come Easy Export ha accompagnato molte imprese permettendo di accedere a nuovi mercati e di aumentare il loro giro d’affari con l’estero.

La grande tradizione e la forza commerciale che contraddistingue la nostra regione e che ha permesso il superamento anche di altre crisi ci confortano nell’idea che le imprese piemontesi partono da basi solide, e che saranno in grado di superare anche questo momento, cogliendone anche le opportunità della trasformazione resa necessaria”.

Teresio Testa, Direttore Regionale Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta di Intesa Sanpaolo, sottolinea che: “I dati descritti da Unioncamere Piemonte evidenziano quanto abbia sofferto l’economia della regione durante il lockdown e sono coerenti con quanto rilevato nella survey interna rivolta ai nostri gestori imprese.

Siamo al punto di minimo: da qui occorre ripartire, con energia e responsabilità da parte di tutti gli attori del territorio, imparando dall’esperienza e mettendo al centro la sanità, il sistema agroalimentare e industriale, la rete infrastrutturale reale e virtuale; il welfare e l’istruzione; la ricerca scientifica e la formazione; l’obbligo morale di combattere le disuguaglianze sociali.

Anche in Piemonte, Intesa Sanpaolo ha intrapreso da subito azioni immediate e concrete – testimoniate dai 2,5 miliardi di euro di erogazioni totali MLT, di cui oltre 1 miliardo a sostegno delle misure del Decreto Liquidità; e dalle oltre 38.000 sospensioni di finanziamenti per 3,6 miliardi – che ribadiscono il nostro ruolo di banca d’impatto a sostegno del tessuto economico del territorio.

Ora stiamo lavorando per accompagnare le nostre imprese verso maggiori investimenti in tecnologia, innovazione, internazionalizzazione, rapporti di filiera ed economia circolare.

Un esempio recente è l’offerta legata al Superbonus 110%, operativa già dal 13 agosto, grazie alla quale imprese e famiglie possono contare sul nostro sostegno fin dall’avvio dei lavori di ristrutturazione con tre soluzioni di finanziamento, fino alla monetizzazione del credito fiscale attraverso la cessione del credito. Il rilancio delle attività edili, in considerazione della loro lunga filiera collegata a molti altri settori, può dare un contributo sostanziale alla ripresa economica e, al contempo, al miglioramento dell’efficienza energetica e della sicurezza sismica”.

Gli ordinativi sono crollati del 16,4% sul mercato interno e del 15,1% sul mercato estero. La flessione del fatturato totale si è attestata al 15,3%, la componente estera è diminuita del 13,2%. Il grado di utilizzo degli impianti è sceso di 18 punti rispetto all’analogo periodo del 2019.

A livello settoriale, fatta eccezione per il comparto alimentare, che ha mostrato una flessionepiù contenuta (-2,8%), tutti i principali comparti della manifattura regionale hanno evidenziato forti diminuzioni produttive rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Le più accentuate sono state quella delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-32,9%) e quella della meccanica, crollata dell’19,9%. Decisamente negativo anche il risultato dell’industria dei metalli (-18,8%) e delle industrie elettriche ed elettroniche (-18,5%).

Non sono andati molto meglio il comparto del legno e del mobile (-16,3%), quello dei mezzi di trasporto, che ha registrato una contrazione della produzione dell’11,8% e quello della chimica/plastica (-11,4%). Focalizzando l’attenzione sui mezzi di trasporto, settore cardine della manifatturiera regionale, va evidenziato come il calo complessivo sia dovuto a un crollo della produzione di autovetture, pari al 74,6%, accompagnato da una contrazione a doppia cifra della componentistica autoveicolare (-24,2%).

Il fermo delle attività produttive non ha guardato alla dimensione aziendale. Nel II trimestre 2020 tutte le classi dimensionali hanno infatti mostrato un calo della produzione, che è risultato più accentato per le micro (0-9 addetti; -17,5%) e le grandi imprese (oltre 250 addetti; -16,4%). Le piccole realtà (10-49 addetti) hanno registrato una contrazione produttiva dell’11,6% rispetto al II trimestre 2019 e le medie aziende (50-249 addetti) un calo del 15,8%.

Nel periodo aprile-giugno 2020, com’era prevedibile, le aziende manifatturiere piemontesi hanno evidenziato contrazioni produttive su tutto il territorio regionale. Il dato peggiore, a causa della specializzazione tessile, ha investito il biellese, che ha registrato una flessione della produzione del 30,2%, seguito da Vercelli (-21,1%).

Tra le province del nord del Piemonte anche il Verbano Cusio Ossola ha subito una flessione severa dei livelli produttivi (-20,9%), leggermente meno negativo il dato mostrato dalle imprese manifatturiere di Novara (-16,0%).

Per Torino e Asti la contrazione produttiva si è attestata al -14,2% mentre, grazie alla specializzazione alimentare, è lievemente più attenuata l’intensità del calo riscontrato aCuneo (-13,3%) e Alessandria (-11,2%).




CCIAA Torino: webinar gratuito “Con eBay la serranda si apre on line”

Più facile accedere al mercato digitale grazie all’accordo stipulato a livello nazionale tra eBay e 56 Camere di commercio in tutta Italia, con l’obiettivo di facilitare l’ingresso delle micro e piccole imprese al mercato digitale.

 

 

In Piemonte sono ad oggi registrati più di 1.800 venditori professionali di cui 760 nell’area di Torino. Numeri destinati a crescere proprio grazie a questa iniziativa: attraverso la consulenza del PID (Punto Impresa Digitale) della Camera di commercio le imprese e microimprese torinesi potranno infatti oggi avvalersi di numerosi servizi gratuiti di formazione e supporto, per arrivare all’apertura di nuovi punti vendita on line sulla dinamica piattaforma internazionale.

eBay, dal canto suo, offrirà, alle imprese aderenti all’iniziativa, 12 mesi gratuiti per l’apertura del negozio Standard e 6 mesi gratuiti per il negozio Premium, oltre all’opportunità di non pagare alcuna tariffa sul venduto per 135 giorni dall’attivazione della promozione. Previsto, inoltre, per gli imprenditori, l’accesso gratuito ad un portale dedicato, la ‘eBay University’, con contenuti esclusivi e corsi dedicati per imparare in modo facile e veloce la gestione del proprio punto vendita on line.




Nella sagra dei Pescatori di Villafranca Piemonte i menù di fiume e di mare

Neppure il Covid ha fermato la Sagra dei Pescatori di Villafranca Piemonte, che è in programma, anche se in formato ridotto, da venerdì 4 a domenica 6 settembre, con il patrocinio della Città Metropolitana di Torino.

Gli organizzatori della Pro Loco hanno voluto sottolinearlo, battezzando la kermesse con l’appellativo di “Special Year”.

In campo, a fianco della Pro Loco, lo staff del Ristopalatenda, le associazioni locali, i comitati delle frazioni e la Protezione Civile. Rivoluzionate date, spazi ed eventi: anziché la tradizionale collocazione nell’ultima settimana di settembre, quest’anno la Sagra, ridotta a tre giornate, si tiene all’inizio del mese nell’area esterna del palazzetto polivalente in via Brigata Alpina Taurinense.

Nel Ristopalatenda si possono gustare le specialità dei menu di mare e d’acqua dolce. Il programma degli spettacoli prevede i concerti live di Break Free-Queen Tribute Show venerdì 4, l’orchestra di Federica Cocco sabato 5 e l’ex Pooh Roby Facchinetti domenica 6, tutti con inizio alle 22.

A mezzanotte di venerdì 4 e sabato 5 c’è la spaghettata offerta dalla Pro Loco, con la musica del Dj DNA Maurizio Sivora e il coktail party. Domenica 6 dalle 8 alle 18 si tiene la fiera commerciale nelle vie del centro, mentre il Mercantico è allestito nell’area Palasport. Per i bambini appuntamento sotto l’ala per partecipare al gioco “Patrimonio” curato da Oratorio 10068 e il lunapark in piazza Vittorio Veneto.

Cancellati i fuochi d’artificio sul Po, ma al termine di una delle tre serate musicali, se le condizioni meteo e le prescrizioni lo permetteranno, a mezzanotte ci sarà uno spettacolo pirotecnico musicale realizzato dalla ditta Panzera nell’area spettacoli. Molto interessanti la mostra per il 40° anno dalla fondazione dell’associazione Amici del Po nell’ex Monastero, dove è ospitata anche l’associazione Liberi Pescatori. Da visitare anche le mostre “Flora e fauna” nella chiesa del Gesù e “Il bosco in una stanza” nei locali di via San Sebastiano 28, curate da Nino Perassi. Il Gruppo caritativo parrocchiale gestisce il pozzo di San Patrizio nell’ex Monastero e la Pro Loco il Banco Pesca.

Cene e pranzi non sono più self service ma con servizio al tavolo ed è necessario prenotare entro le 12 del giorno precedente al numero telefonico 366-490.6502. È previsto un servizio di asporto e consegna a domicilio per gli speciali menu del Ristopalatenda. Sabato 5 alle 15 al campo sportivo di via Moro è in programma la Partita del cuore tra una selezione di amministratori e membri delle associazioni locali e la Nazionale artisti, cantanti e comici. I proventi dell’evento (ingresso 5 euro) andranno in beneficenza.




Tribunale unificato brevetti, Marsiaj (UI Torino): “Il bene del Paese prevalga”

Il Tribunale Unificato dei Brevetti rappresenta una grande opportunità per un Paese chiave nella registrazione di brevetti come l’Italia”.

Così Giorgio Marsiaj, Presidente dell’Unione Industriale di Torino, sulla presentazione della candidatura per ospitare la divisione centrale del TUB (Tribunale Europeo Unificato dei Brevetti) specializzata in chimica, farmaceutica e life sciences, che a seguito della Brexit non sarà più mantenuta a Londra, mentre le controversie in materia di ingegneria meccanica ricadono sotto la giurisdizione della sede di Monaco di Baviera e tutti gli altri casi sotto quella di Parigi.

“Deve prevalere una visione di lungo periodo e di interesse generale: collocare in Italia la sede del Tribunale rappresenterebbe una vittoria per l’intero Paese che porterebbe ricadute certe sulla ripresa dell’economia anche del nostro territorio. Per questo motivo serve un lavoro di squadra che porti alla presentazione di una proposta vincente e condivisa – dichiara Marsiaj – . L’Unione Industriale di Torino sta dialogando con i principali stakeholder del territorio per trovare le migliori soluzioni che garantiscano positive ricadute per la nostra comunità”.