Cemento, sale e acqua: un nuovo materiale creato dal Politecnico di Torino

Riscaldare gli ambienti in cui viviamo o lavoriamo è un’esigenza comune nella maggior parte delle aree abitate. L’energia richiesta per questo processo è responsabile di circa un terzo di tutta l’energia finale consumata in Europa e i tre quarti della domanda è fornita da combustibili fossili.

 

L’idea di un nuovo materiale per l’accumulo di energia termochimica, oggetto di una ricerca pubblicata sulla rivista Scientific Reports, arriva da un gruppo di studiosi dei dipartimenti di Scienza Applicata e Tecnologia (DISAT) e di Energetica (DENERG) del Politecnico di Torino e dell’Istituto di Tecnologie Avanzate per l’Energia del CNR (CNR-ITAE).

In questo studio, i ricercatori hanno dimostrato come sia possibile sviluppare calore idratando il sale inserito nei pori del cemento.

 

Per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità in Europa è necessario ridurre i consumi di energia fossile e utilizzare invece sistemi a energia rinnovabile, ma l’integrazione di energia rinnovabile nei sistemi di riscaldamento comporta una discrepanza tra il surplus di energia e i picchi di domanda giornalieri e annuali.

 

L’energia solare, ad esempio, è disponibile in abbondanza durante i mesi estivi, però la maggior parte del fabbisogno di riscaldamento è in inverno quando alle nostre latitudini il giorno dura di meno. È chiaro che lo sfruttamento massiccio delle fonti energetiche rinnovabili deve integrare lo sviluppo di sistemi di accumulo economici, con l’obiettivo di compensare la discrepanza temporale tra richiesta e offerta di energia. Uno dei possibili modi per conservare l’energia è l’approccio termochimico che, a differenza delle soluzioni più tradizionali, dà la possibilità di immagazzinare calore per un tempo indefinito.

 

“Provate a sciogliere in un bicchiere di acqua un buon quantitativo di sale, quello che noterete è che il bicchiere con alcuni tipi di sale si scalda e con altri si raffredda. Un fenomeno simile è alla base del nostro materiale, solo che al posto di acqua allo stato liquido noi utilizziamo vapore acqueo senza sciogliere il sale. Il vapore acqueo interagisce con il sale sviluppando calore e, una volta completamente idratato, il sale potrà ritornare alla situazione di partenza eliminando l’acqua che interagisce con il sale semplicemente essiccando il materiale.

Questo tipo di reazione è nota da tempo e i materiali ad accumulo termico sono in parte già stati sviluppati, quello che limita il loro utilizzo attualmente è il costo. Ad esempio, una zeolite, che è uno dei migliori materiali dal punto di vista termico, può arrivare a costare fino a diverse decine di euro al kilogrammo. Ciò significa avere un costo insostenibile per stoccare l’energia necessaria a scaldare una stanza o un intero edificio. Il cemento come matrice per ospitare gli idrati salini è un materiale molto interessante, in quanto è ben noto, facilmente disponibile e a basso costo.” spiega Luca Lavagna, assegnista di ricerca del Dipartimento Scienza applicata e Tecnologia del Politecnico e primo autore della ricerca.

 

La caratteristica innovativa presentata dai ricercatori è proprio l’utilizzo del cemento come matrice per ospitare il sale. Il costo totale dei materiali utilizzati è molto basso e le prestazioni energetiche sono buone:         il costo energetico, misurato in €/kWh accumulato, è migliore rispetto alla maggior parte dei materiali attualmente utilizzati. Il nuovo materiale mostra inoltre una straordinaria stabilità anche dopo centinaia di cicli. Questo lavoro può rappresentare il primo pass




Esportazioni provincia di Cuneo, nei primi 6 mesi vendite crollano del 13,9%

Il I semestre 2020 si chiude con una flessione complessiva per le vendite all’estero delle imprese della Provincia Granda. Il blocco produttivo e le restrizioni imposte dalla pandemia hanno avuto, infatti, forti ripercussioni anche sull’economia cuneese.

Alla flessione delle esportazioni del 3,3% segnata nel periodo gennaio-marzo 2020 ha fatto seguito una calo molto più pesante evidenziato nel II trimestre dell’anno (-25,0%).
Complessivamente nel I semestre 2020 le vendite all’estero dei prodotti made in Granda hanno raggiunto 3.459 milioni di euro, registrando una contrazione del 13,9% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Nel corrispondente semestre il valore delle importazioni di merci ha raggiunto i 2.031 milioni di euro, accusando una diminuzione del 9,5% rispetto ai primi sei mesi del 2019. Il saldo della bilancia commerciale si è portato, così, sul valore di 1.428 milioni di euro, in diminuzione rispetto a quello registrato nel I semestre 2019, quando si attestava a 1.776 milioni di euro.

Nonostante la dinamica negativa evidenziata, Cuneo si colloca al secondo posto, dopo Torino, per valore esportato, producendo il 18,5% del valore delle vendite regionali fuori confine. La dinamica esibita nel periodo gennaio – giugno 2020 dalle esportazioni di merci cuneesi è apparsa inoltre meno negativa rispetto a quella evidenziata a livello medio regionale (-21,2%) ma peggiore rispetto a quella realizzata a livello complessivo nazionale (-15,3%).

“Il calo delle nostre esportazioni era ampiamente prevedibile ed è stato in linea con le aspettative. La tenuta del comparto agroalimentare ha rallentato il crollo, – sottolinea il Presidente Mauro Gola – ma dopo un periodo  di continua crescita il nostro export ha subito una forte battuta d’arresto riportandoci indietro di 4 anni, ai dati del 2016.

Abbiamo pagato il forte  calo  fatto segnare nei nostri principali mercati di riferimento quali la Francia, la Germania e la Spagna mentre il dato degli Stati Uniti, colpiti in modo drammatico dalla pandemia, è sostanzialmente uguale a quello dello scorso anno e sorprende in positivo. Per uscire dalla crisi e ribaltare il trend negativo  sarà necessario fare squadra ed investire  su digitalizzazione ed innovazione pur sapendo che soltanto la fine dell’emergenza sanitaria ed una ripresa economica generalizzata a livello mondiale potranno dare le ali alle nostre esportazioni.”

Nel I semestre 2020 il calo delle esportazioni cuneesi di prodotti manifatturieri, che rappresentano il 94,6% del totale delle esportazioni, è stato particolarmente pesante (-14,5%), ha tenuto invece, manifestando una sostanziale stabilità, la vendita all’estero di prodotti agricoli (-0,2%).

Analizzando nel dettaglio la performance della manifattura emerge chiaramente come l’unica filiera che è riuscita a contrastare le difficoltà del momento è stata quella dell’industria alimentare, che ha segnato una variazione praticamente nulla rispetto all’analogo periodo del 2019 (-0,4%).

IL comparto meccanico ha segnato una flessione del 17,3%, seguito dagli articoli in gomma e materie plastiche, che hanno evidenziato un calo delle esportazioni del 19,3%. Ancora più pensate la contrazione manifestata dalle esportazioni di mezzi di trasporto (-24,6%). La filiera dei metalli e quella del legno hanno registrato entrambe riduzioni delle esportazioni di poco superiori al 30%.

Nell’analisi dei mercati di sbocco va ricordato nuovamente come, a partire dal mese di febbraio 2020, la Gran Bretagna sia uscita dall’Unione europea. Nonostante sia previsto ancora un periodo transitorio fino al 31 dicembre 2020, già a partire dai primi due trimestri del 2020 i dati delle esportazioni verso la gran Bretagna risultano inseriti nell’area extra Ue-27.

Il bacino dell’Ue-27 ha attratto il 63,5% delle esportazioni provinciali, contro il 36,5% dei mercati situati al di fuori dell’area comunitaria. La flessione registrata dalle vendite dirette verso i Paesi dell’Ue-27 è stata del -16,8 %, mentre quella verso i partner commerciali extra Ue-27 ha segnato un -8,5%.

I più importanti mercati dell’area Ue-27 si confermano essere quello francese e tedesco, con quote rispettivamente pari al 19,0% e 16,0%. La Francia ha evidenziato una flessione del 14,1%, peggiore è stato l’andamento delle vendite sul mercato tedesco, calate del 16,5%. La diminuzione delle esportazioni verso la Spagna è stata ancora più intensa (-21,6%). Il dato peggiore l’ha riportato la Polonia (-32,1%).

Per il bacino Extra Ue-27 i mercati di maggior sbocco sono gli Stati Uniti e il Regno Unito che rappresentano rispettivamente il 7,2% e il 5,4% dell’export complessivo. Gli Stati Uniti hanno manifestato stabilità (-0,1%) mentre un calo del 19,0% ha caratterizzato le esportazioni verso il Regno Unito. Negativo anche il trend delle vendite verso la Svizzera (-11,1%), Russia (-8,9%) e Turchia (-24,5%), in controtendenza, invece, la dinamica evidenziata con Canada (+11,3%) e Cina (+0,4%)




Il Riparti Piemonte torna in Aula

Il Riparti Piemonte torna in Aula per alcune modifiche indicate dal governo nazionale in seguito all’impugnativa.

La Commissione Bilancio ha approvato a maggioranza i 10 articoli del provvedimento e ha indicato tre relatori di Lega, Pd e 5 Stelle.

Alla seduta ha partecipato l’assessore regionale alla Cultura in rappresentanza della Giunta.
“Maggior ascolto e condivisione sui prossimi provvedimenti – è stato l’invito del capogruppo Luv – dare retta a opposizione e uffici tecnici ci aiuterà”.

Il capogruppo 5 Stelle ha annunciato “la presentazione di alcuni emendamenti in Aula, non lo abbiamo fatto in Commissione per senso di responsabilità”.




Congiuntura economica in Piemonte: colpita duramente la manifattura piemontese

Nel II trimestre 2020 flessione a doppia cifra per produzione, fatturato e ordinativi Nell’ambito della consueta collaborazione tra Unioncamere Piemonte, Intesa Sanpaolo e UniCredit per il monitoraggio della congiuntura economica piemontese, Unioncamere Piemonte diffonde oggi i dati della 195ª “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera”realizzata in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali.

La rilevazione è stata condotta nel mesi di luglio con riferimento ai dati del periodo aprile-giugno 2020, ha coinvolto 1.719 imprese industriali piemontesi, per un numero complessivo di 96.569 addetti e un valore pari a circa 52,1 miliardi di euro di fatturato. Dall’indagine emerge come, nel periodo aprile-giugno 2020, l’impatto dell’emergenza Covid si sia mostrato con tutta la sua forza. Se nel I trimestre 2020 la produzione manifatturiera regionale aveva registrato una flessione del 5,7%, il calo produttivo nel II trimestre è quasi triplicato (-15,3%).

Il Presidente di Unioncamere Piemonte, Gian Paolo Coscia,commenta: “L’effetto Covid è arrivato, come temuto, sulle nostre imprese e sulle nostre produzioni: il calo produttivo del 15,3% ha coinvolto per la prima volta tutte le province e tutti i settori, anche quello alimentare. Una contrazione, quella del II trimestre ovvero del pieno lockdown, che ci ha riportato indietro di oltre 10 anni, alla crisi del 2008/2009. Ora dobbiamo subito invertire la tendenza, affiancando la voglia di fare impresa, con politiche efficaci nazionali e locali di sostegno al credito e sburocratizzazione.

Dobbiamo puntare su trasformazione digitale e nuovi modelli produttivi che permettano di garantire i livelli occupazionali e consentano di far crescere i nostri territori”. “In questo periodo, ha dichiarato Fabrizio Simonini, Regional manager nord ovest di UniCredit, non abbiamo mai fatto mancare il nostro sostegno.

A livello di Gruppo abbiamo sostenuto più di 300 mila clienti dando loro accesso a prestiti in moratoria per 35 miliardi di euro e abbiamo erogato prestiti con garanzia statale per quasi 7 miliardi di euro: siamo “parte della soluzione” a sostegno dell’economia reale. E posso dire che nel Nord Ovest e in Piemonte in particolare abbiamo fatto con orgoglio e collaborazione la nostra parte.

Come Banca siamo stati in prima linea per sostenere le nostre imprese, al fine di supportarne efficacemente le esigenze di liquidità e di investimento, attivando tempestivamente un “Pacchetto Emergenza”, una serie di iniziative concrete, in linea e ad integrazione di quanto previsto dal Decreto Cura Italia e dalla moratoria ABI e attraverso un forte impegno nel dare esecuzione alle misure previste dal Decreto Legge Liquidità per tutte le tipologie di finanziamento disponibili in funzione delle caratteristiche e delle dimensioni aziendali, garantite dal Fondo Centrale di Garanzia e da Sace.

Come conseguenza di quanto è avvenuto, stiamo assistendo a un processo di trasformazione che ha coinvolto le aziende di tutte le dimensioni permettendo anche a quelle più piccole e meno strutturate di affacciarsi ai mercati esteri o di diffondere i loro prodotti su tutto il territorio nazionale. UniCredit con iniziative come Easy Export ha accompagnato molte imprese permettendo di accedere a nuovi mercati e di aumentare il loro giro d’affari con l’estero.

La grande tradizione e la forza commerciale che contraddistingue la nostra regione e che ha permesso il superamento anche di altre crisi ci confortano nell’idea che le imprese piemontesi partono da basi solide, e che saranno in grado di superare anche questo momento, cogliendone anche le opportunità della trasformazione resa necessaria”.

Teresio Testa, Direttore Regionale Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta di Intesa Sanpaolo, sottolinea che: “I dati descritti da Unioncamere Piemonte evidenziano quanto abbia sofferto l’economia della regione durante il lockdown e sono coerenti con quanto rilevato nella survey interna rivolta ai nostri gestori imprese.

Siamo al punto di minimo: da qui occorre ripartire, con energia e responsabilità da parte di tutti gli attori del territorio, imparando dall’esperienza e mettendo al centro la sanità, il sistema agroalimentare e industriale, la rete infrastrutturale reale e virtuale; il welfare e l’istruzione; la ricerca scientifica e la formazione; l’obbligo morale di combattere le disuguaglianze sociali.

Anche in Piemonte, Intesa Sanpaolo ha intrapreso da subito azioni immediate e concrete – testimoniate dai 2,5 miliardi di euro di erogazioni totali MLT, di cui oltre 1 miliardo a sostegno delle misure del Decreto Liquidità; e dalle oltre 38.000 sospensioni di finanziamenti per 3,6 miliardi – che ribadiscono il nostro ruolo di banca d’impatto a sostegno del tessuto economico del territorio.

Ora stiamo lavorando per accompagnare le nostre imprese verso maggiori investimenti in tecnologia, innovazione, internazionalizzazione, rapporti di filiera ed economia circolare.

Un esempio recente è l’offerta legata al Superbonus 110%, operativa già dal 13 agosto, grazie alla quale imprese e famiglie possono contare sul nostro sostegno fin dall’avvio dei lavori di ristrutturazione con tre soluzioni di finanziamento, fino alla monetizzazione del credito fiscale attraverso la cessione del credito. Il rilancio delle attività edili, in considerazione della loro lunga filiera collegata a molti altri settori, può dare un contributo sostanziale alla ripresa economica e, al contempo, al miglioramento dell’efficienza energetica e della sicurezza sismica”.

Gli ordinativi sono crollati del 16,4% sul mercato interno e del 15,1% sul mercato estero. La flessione del fatturato totale si è attestata al 15,3%, la componente estera è diminuita del 13,2%. Il grado di utilizzo degli impianti è sceso di 18 punti rispetto all’analogo periodo del 2019.

A livello settoriale, fatta eccezione per il comparto alimentare, che ha mostrato una flessionepiù contenuta (-2,8%), tutti i principali comparti della manifattura regionale hanno evidenziato forti diminuzioni produttive rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Le più accentuate sono state quella delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-32,9%) e quella della meccanica, crollata dell’19,9%. Decisamente negativo anche il risultato dell’industria dei metalli (-18,8%) e delle industrie elettriche ed elettroniche (-18,5%).

Non sono andati molto meglio il comparto del legno e del mobile (-16,3%), quello dei mezzi di trasporto, che ha registrato una contrazione della produzione dell’11,8% e quello della chimica/plastica (-11,4%). Focalizzando l’attenzione sui mezzi di trasporto, settore cardine della manifatturiera regionale, va evidenziato come il calo complessivo sia dovuto a un crollo della produzione di autovetture, pari al 74,6%, accompagnato da una contrazione a doppia cifra della componentistica autoveicolare (-24,2%).

Il fermo delle attività produttive non ha guardato alla dimensione aziendale. Nel II trimestre 2020 tutte le classi dimensionali hanno infatti mostrato un calo della produzione, che è risultato più accentato per le micro (0-9 addetti; -17,5%) e le grandi imprese (oltre 250 addetti; -16,4%). Le piccole realtà (10-49 addetti) hanno registrato una contrazione produttiva dell’11,6% rispetto al II trimestre 2019 e le medie aziende (50-249 addetti) un calo del 15,8%.

Nel periodo aprile-giugno 2020, com’era prevedibile, le aziende manifatturiere piemontesi hanno evidenziato contrazioni produttive su tutto il territorio regionale. Il dato peggiore, a causa della specializzazione tessile, ha investito il biellese, che ha registrato una flessione della produzione del 30,2%, seguito da Vercelli (-21,1%).

Tra le province del nord del Piemonte anche il Verbano Cusio Ossola ha subito una flessione severa dei livelli produttivi (-20,9%), leggermente meno negativo il dato mostrato dalle imprese manifatturiere di Novara (-16,0%).

Per Torino e Asti la contrazione produttiva si è attestata al -14,2% mentre, grazie alla specializzazione alimentare, è lievemente più attenuata l’intensità del calo riscontrato aCuneo (-13,3%) e Alessandria (-11,2%).




CCIAA Torino: webinar gratuito “Con eBay la serranda si apre on line”

Più facile accedere al mercato digitale grazie all’accordo stipulato a livello nazionale tra eBay e 56 Camere di commercio in tutta Italia, con l’obiettivo di facilitare l’ingresso delle micro e piccole imprese al mercato digitale.

 

 

In Piemonte sono ad oggi registrati più di 1.800 venditori professionali di cui 760 nell’area di Torino. Numeri destinati a crescere proprio grazie a questa iniziativa: attraverso la consulenza del PID (Punto Impresa Digitale) della Camera di commercio le imprese e microimprese torinesi potranno infatti oggi avvalersi di numerosi servizi gratuiti di formazione e supporto, per arrivare all’apertura di nuovi punti vendita on line sulla dinamica piattaforma internazionale.

eBay, dal canto suo, offrirà, alle imprese aderenti all’iniziativa, 12 mesi gratuiti per l’apertura del negozio Standard e 6 mesi gratuiti per il negozio Premium, oltre all’opportunità di non pagare alcuna tariffa sul venduto per 135 giorni dall’attivazione della promozione. Previsto, inoltre, per gli imprenditori, l’accesso gratuito ad un portale dedicato, la ‘eBay University’, con contenuti esclusivi e corsi dedicati per imparare in modo facile e veloce la gestione del proprio punto vendita on line.




Nella sagra dei Pescatori di Villafranca Piemonte i menù di fiume e di mare

Neppure il Covid ha fermato la Sagra dei Pescatori di Villafranca Piemonte, che è in programma, anche se in formato ridotto, da venerdì 4 a domenica 6 settembre, con il patrocinio della Città Metropolitana di Torino.

Gli organizzatori della Pro Loco hanno voluto sottolinearlo, battezzando la kermesse con l’appellativo di “Special Year”.

In campo, a fianco della Pro Loco, lo staff del Ristopalatenda, le associazioni locali, i comitati delle frazioni e la Protezione Civile. Rivoluzionate date, spazi ed eventi: anziché la tradizionale collocazione nell’ultima settimana di settembre, quest’anno la Sagra, ridotta a tre giornate, si tiene all’inizio del mese nell’area esterna del palazzetto polivalente in via Brigata Alpina Taurinense.

Nel Ristopalatenda si possono gustare le specialità dei menu di mare e d’acqua dolce. Il programma degli spettacoli prevede i concerti live di Break Free-Queen Tribute Show venerdì 4, l’orchestra di Federica Cocco sabato 5 e l’ex Pooh Roby Facchinetti domenica 6, tutti con inizio alle 22.

A mezzanotte di venerdì 4 e sabato 5 c’è la spaghettata offerta dalla Pro Loco, con la musica del Dj DNA Maurizio Sivora e il coktail party. Domenica 6 dalle 8 alle 18 si tiene la fiera commerciale nelle vie del centro, mentre il Mercantico è allestito nell’area Palasport. Per i bambini appuntamento sotto l’ala per partecipare al gioco “Patrimonio” curato da Oratorio 10068 e il lunapark in piazza Vittorio Veneto.

Cancellati i fuochi d’artificio sul Po, ma al termine di una delle tre serate musicali, se le condizioni meteo e le prescrizioni lo permetteranno, a mezzanotte ci sarà uno spettacolo pirotecnico musicale realizzato dalla ditta Panzera nell’area spettacoli. Molto interessanti la mostra per il 40° anno dalla fondazione dell’associazione Amici del Po nell’ex Monastero, dove è ospitata anche l’associazione Liberi Pescatori. Da visitare anche le mostre “Flora e fauna” nella chiesa del Gesù e “Il bosco in una stanza” nei locali di via San Sebastiano 28, curate da Nino Perassi. Il Gruppo caritativo parrocchiale gestisce il pozzo di San Patrizio nell’ex Monastero e la Pro Loco il Banco Pesca.

Cene e pranzi non sono più self service ma con servizio al tavolo ed è necessario prenotare entro le 12 del giorno precedente al numero telefonico 366-490.6502. È previsto un servizio di asporto e consegna a domicilio per gli speciali menu del Ristopalatenda. Sabato 5 alle 15 al campo sportivo di via Moro è in programma la Partita del cuore tra una selezione di amministratori e membri delle associazioni locali e la Nazionale artisti, cantanti e comici. I proventi dell’evento (ingresso 5 euro) andranno in beneficenza.




Tribunale unificato brevetti, Marsiaj (UI Torino): “Il bene del Paese prevalga”

Il Tribunale Unificato dei Brevetti rappresenta una grande opportunità per un Paese chiave nella registrazione di brevetti come l’Italia”.

Così Giorgio Marsiaj, Presidente dell’Unione Industriale di Torino, sulla presentazione della candidatura per ospitare la divisione centrale del TUB (Tribunale Europeo Unificato dei Brevetti) specializzata in chimica, farmaceutica e life sciences, che a seguito della Brexit non sarà più mantenuta a Londra, mentre le controversie in materia di ingegneria meccanica ricadono sotto la giurisdizione della sede di Monaco di Baviera e tutti gli altri casi sotto quella di Parigi.

“Deve prevalere una visione di lungo periodo e di interesse generale: collocare in Italia la sede del Tribunale rappresenterebbe una vittoria per l’intero Paese che porterebbe ricadute certe sulla ripresa dell’economia anche del nostro territorio. Per questo motivo serve un lavoro di squadra che porti alla presentazione di una proposta vincente e condivisa – dichiara Marsiaj – . L’Unione Industriale di Torino sta dialogando con i principali stakeholder del territorio per trovare le migliori soluzioni che garantiscano positive ricadute per la nostra comunità”.




Nel post-Covid quasi 6 imprese su 10 con difficoltà di liquidità

Sono quasi 780mila (il 58,4% del totale) le imprese che prevedono di avere problemi di liquidità nei prossimi sei mesi e poco meno di 565mila (il restante 41,6%) quelle alle quali invece si prospetta un futuro meno difficoltoso sul versante finanziario.

La crisi di domanda che si è innescata con la pandemia Covid-19 e il clima di incertezza sui tempi del recupero, legato anche alle diffuse criticità sui mercati globali, fanno temere a molte imprese di non poter generare i flussi di cassa necessari a garantire l’ordinaria operatività aziendale.

E’ quanto risulta da un approfondimento del Sistema informativo Excelsior sull’universo di 1.380 mila imprese con almeno un dipendente, condotta tra il 22 giugno e il 6 luglio 2020 da Unioncamere in accordo con Anpal, per valutare le prospettive occupazionali a seguito dell’emergenza Coronavirus.

Le imprese che si sono presentate di fronte allo shock generato dalla pandemia operando stabilmente sui mercati internazionali e quelle con strategie avanzate e integrate di digitalizzazione mostrano una solidità finanziaria relativamente maggiore: infatti, si attestano rispettivamente al 48,0% e al 45,0% dei relativi totali le aziende che non segnalano difficoltà (tra i 6 e i 3 punti in più della media).

Al contrario, soffrono maggiormente le micro imprese (1-9 dipendenti) per le quali raggiunge il 60,4% la quota di quante segnalano un insufficiente livello di liquidità, una situazione che migliora sensibilmente al crescere della dimensione di impresa, arrivando al 44,0% nelle imprese over 250.

La ristorazione e i servizi legati alla filiera del turismo rappresentano il settore più colpito dagli effetti della carenza di liquidità, segnalata da poco meno di tre quarti delle imprese (73,8%), dal momento che segmenti importanti del comparto, come quello legato alle presenze straniere nelle città d’arte, hanno ripreso solo molto marginalmente. Problemi di liquidità superiori alla media del comparto terziario anche per gli altri servizi alle persone (che comprendono anche le attività ricreative, culturali e sportive) e per l’istruzione e la formazione private.

Tra i settori industriali è, invece, la filiera della moda ad aver risentito più sensibilmente delle conseguenze del lockdown, tanto che problemi di liquidità sono indicati dal 68,0% delle imprese di questo settore, ma quote superiori al 60% si osservano anche nel legno-arredo e nell’industria della carta. Situazione di sostanziale equilibrio tra le imprese con e senza problemi di liquidità nella meccanica e nelle industrie elettriche ed elettroniche.
Più intensa la carenza di liquidità nel Sud e Isole (la mettono in luce due terzi delle imprese) e nel Centro (60,3%), mentre nelle regioni settentrionali il problema è segnalato nel 53-54% dei casi.




Covid. Politecnico di Torino: ecco come far ripartire il Terzo Settore

Quella legata alla Covid non è un’emergenza soltanto sanitaria, ma anche sociale ed economica, che rischia di colpire duramente gli strati sociali più deboli ed esposti. Come spesso accade, quando si tratta di affrontare un’urgenza, la prima risposta ai bisogni arriva proprio dal volontariato.

Di fronte ad un pericolo tanto grave quanto ancora sconosciuto, i volontari non possono essere lasciati in balia di loro stessi, ma devono venire opportunamente formati ed informati per poter affrontare al meglio le sfide di un autunno che si prospetta complicato.

Così, Politecnico di Torino, Società di San Vincenzo De Paoli, Caritas e Casa accoglienza del Cottolengo hanno costituito un tavolo per mettere a punto un protocollo che consenta ai volontari di continuare a restare accanto alle persone più fragili mantenendo un livello di sicurezza adeguato.

 

Il documento “Il terzo settore riparte in sicurezza – Prevenzione e mitigazione del rischio di trasmissione del contagio da SARS-COV-2 durante i servizi alla persona nell’ambito delle attività di volontariato” è una preziosa raccolta di informazioni, strumenti, buone pratiche e raccomandazioni che sono state redatte dagli esperti del Politecnico di Torino dopo aver accuratamente ricostruito tutte le situazioni in cui un volontario può venire a contatto con le persone seguite: dormitori, mense, distribuzione alimenti, raccolta e consegna di abiti usati, centri di ascolto ed anche visite a domicilio.

 

Ma il lavoro non finisce qui: conclusa questa prima fase partirà immediatamente la sperimentazione che avverrà con i volontari che seguiranno il protocollo nelle loro attività, a stretto contatto con gli esperti del Politecnico. “Questo – ha spiegato il Rettore Guido Saracco – ci consentirà di aggiornare e migliorare il documento in base ai risultati raccolti operando direttamente sul campo”. La revisione finale della pubblicazione è stata affidata a tre esperti: il dottor Massimo De Albertis, Direzione Centrale Politiche sociali e rapporti con le aziende sanitarie del Comune di Torino, Servizio prevenzione fragilità sociali e sostegno agli adulti in difficoltà, il dottor Fabrizio Ghisio, Segretario Generale Confcooperative e il dottor Guido Giustetto, Presidente Ordine provinciale dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Torino.

 

“L’emergenza Coronavirus ha aperto una profonda ferita nel tessuto sociale del nostro Paese – ha dichiarato Marco Guercio, Coordinatore Interregionale della Società di San Vincenzo De Paoli – poter contare su uno strumento come quello realizzato in collaborazione con il Politecnico di Torino, ci permetterà non solo di rinnovare, ma di moltiplicare, in sicurezza, i nostri sforzi di vicinanza e sostegno alle famiglie che vivono in condizioni di disagio. Perché, nessuno deve essere lasciato solo, a maggior ragione durante un’emergenza così grave”.

 




Gruppo Marazzato: “Ponte di Genova sintesi dei nostri valori d’impresa”

Alla cerimonia di inaugurazione con le massime cariche dello Stato presente anche il manager vercellese Davide Marazzato in rappresentanza della storica azienda ambientale italiana che ha contribuito alla nascita del nuovo viadotto autostradale.

All’inaugurazione del nuovo Ponte di Genova sul fiume Polcevera intitolato a San Giorgio che sconfigge il drago, lunedì 3 agosto scorso alle 18.30 era presente anche il ‘Gruppo Marazzato’, da 70 anni a questa parte azienda italiana leader nel settore delle bonifiche ambientali e delle soluzioni per il pianeta.

La storica impresa di Vercelli, che offre giornalmente occupazione e impiego a 250 professionisti dislocati su 8 sedi, con un parco mezzi di oltre 300 unità, si è occupata in nome e per conto del ‘Consorzio Pergenova’ della gestione dei rifiuti, dello smaltimento delle macerie nonché della bonifica dei sedimi destinati ad accogliere l’impianto dei nuovi piloni di sostegno della grande infrastruttura viaria.

Come racconta anche il quotidiano ‘La Stampa’ in un articolo a firma Roberto Maggio, il personale operativo e tecnico specializzato della nota e stimata impresa piemontese hanno smaltito 20 mila tonnellate di terreno, di cui 800 contaminate da inquinanti pericolosi di vario genere.

A ciò si aggiunga l’alienazione di ingenti quantitativi di amianto stivato in ben 2.200 ‘big bags’, grandi sacchi bianchi della capienza di un metro cubo cadauno impiegati in ambito industriale per trasportare differenti tipologie di detriti.

Alla cerimonia del taglio del nastro, alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, del Presidente della Camera Roberto Fico, del Governatore della Liguria Giovanni Toti e del Sindaco di Genova, in rappresentanza dell’azienda piemontese c’era anche Davide Marazzato, Sales Manager dell’omonimo Gruppo.

“Ho avuto modo, in questa importante occasione, di conoscere e apprezzare più da vicino i delegati delle altre imprese presenti come il sottoscritto all’evento che a vario titolo e grado, ognuna per il proprio core business, hanno contributo alla realizzazione dell’opera. E ho constatato con piacere che, proprio come il ‘Gruppo Marazzato’, si tratta perlopiù di aziende familiari, legate per natura e soprattutto per scelta consapevole a quella cultura dei rapporti umani sinceri e del lavoro che anche nella professione fa sempre la differenza. Valori che incarnano quello spirito tipicamente italiano che tutto il mondo ci invidia, che ritroviamo giornalmente nelle nostre maestranze e che abbiamo respirato a pieni polmoni anche nei rapporti con le équipes delle aziende partners”, esordisce il manager.

“Come famiglia e azienda abbiamo sempre posto innanzi a tutto l’orientamento al risultato. Diamo sempre il massimo, con umiltà e dedizione, specie in contesti umani e professionali delicati come questo che richiedono rispetto e riservatezza, intervenendo soltanto laddove la nostra esperienza acquisita sul campo conferisca un valore aggiunto per la collettività che continua a darci crescente fiducia”, conclude soddisfatto Davide Marazzato.