CCIAA Torino e Confindustria Canavese: andamento delle imprese e del lavoro

Sono stati presentati oggi i dati relativi all’andamento del lavoro e delle imprese elaborati da Agenzia Piemonte Lavoro, Camera di commercio di Torino e Confindustria Canavese con l’obiettivo di fornire una fotografia il più esaustiva possibile sullo stato di salute delle imprese e sull’andamento del lavoro nel territorio del Canavese.

Quest’anno la lettura complessiva dei dati assume una valenza estremamente importante in quanto fa riferimento a uno dei periodi storici più difficili che il nostro Paese abbia dovuto affrontare dal punto di vista sanitario, economico e sociale. La pandemia, che purtroppo sembra non volere ancora mollare la presa, ha lasciato ferite evidenti su tutto il territorio. Un territorio che, nonostante l’emergenza e le forti difficoltà vissute, sta comunque lottando per superare la crisi e contrastare le pesanti conseguenze economiche causate dal Coronavirus.

 

All’inizio del 2020 la diffusione del virus ha portato al blocco delle attività produttive per quasi due mesi, la nostra economia ha subito un rallentamento senza precedenti e le ricadute di tale arresto in alcuni casi sono state pesanti”, spiega Cristina Ghiringhello, direttore di Confindustria Canavese. “Le conseguenze della pandemia emergono chiaramente dalle analisi di Camera di commercio e Agenzia Piemonte Lavoro.

Sin dall’inizio dell’emergenza le nostre imprese si sono però impegnate al massimo per adattarsi a una situazione nuova e prima inimmaginabile. Alcune si sono reinventate, altre hanno fatto delle vere e proprie rivoluzioni organizzative per non rischiare di trovarsi nella condizione di chiudere o di ridurre drasticamente la propria attività.

Oggi, a distanza di oltre un anno dall’inizio dell’emergenza sanitaria, guardando alle nostre imprese notiamo una situazione molto eterogenea: vi sono settori, come quello manifatturiero che hanno tenuto piuttosto bene, altri, come ad esempio quello dell’ICT, che hanno affrontato una trasformazione profonda dei propri modelli organizzativi (aprendo nuovi scenari ed opportunità per le imprese e i lavoratori); ci sono poi comparti che hanno risentito maggiormente degli effetti negativi dell’emergenza, come quello turistico, che in Canavese, all’inizio della pandemia, era in pieno sviluppo e che, avendo radici ancora molto giovani, potrebbe faticare più di altri ad agganciare la ripresa. In questo quadro assai variegato emergono però energie e potenzialità pronte ad essere liberate. I dati emersi dall’elaborazione della nostra ultima indagine congiunturale evidenziano, infatti, la volontà delle imprese canavesane di guardare al futuro e di voler cogliere le opportunità che questo periodo di crisi, ma anche di trasformazione, sta offrendo”.

 

“Grazie ad un importante impegno comune che mette insieme i nostri dati del Registro imprese con quelli forniti da Agenzia Piemonte Lavoro, siamo in grado di offrire una panoramica completa del tessuto imprenditoriale del Canavese e del suo andamento recente, anche in termini di occupazione e lavoro – commenta Guido Bolatto, Segretario Generale della Camera di commercio di Torino. – Con più di 32mila imprese, questo territorio sconta nel 2020 il clima di incertezza che ha sostanzialmente paralizzato sia le chiusure di impresa sia le nuove aperture in tutto il torinese. L’anno qui si è chiuso con un tasso di crescita negativo pari a -0,79%, ora dovremo monitorare i dati del 2021, sperando in segnali di ripresa sostenuti dalle vaccinazioni e da un graduale ritorno alla normalità quotidiana”.

Federica Deyme, direttrice Agenzia Piemonte Lavoro, durante il suo intervento ha spiegato che “E’ stata avviata un’importante collaborazione tra Agenzia Piemonte Lavoro e Camera di commercio di Torino, che in concreto ha reso possibile un approfondimento sulla situazione economica del Canavese, grazie a una lettura privilegiata dei dati, realizzata attraverso l’incrocio di quelli del Registro Imprese della Camera di commercio di Torino e dell’insieme generale dei rapporti di lavoro attivati nel bacino di riferimento di Agenzia Piemonte Lavoro”. “Dal punto di vista delle iniziative messe in campo per l’attività dei Centri per l’impiego, tra le più incisive per favorire il matching della domanda e dell’offerta di lavoro, stiamo predisponendo una mappatura capillare delle imprese di tutto il Piemonte e un potenziamento delle attività di scouting e marketing per intercettare tutti i posti al momento vacanti, e fornire alle imprese che necessitano di assumere personale un servizio di preselezione mirato e gratuito dei profili professionali adatti alle loro necessità, e una consulenza sugli sgravi e gli incentivi alle assunzioni dei candidati – conclude Federica Deyme”.

Il sistema imprenditoriale

Secondo i dati della Camera di commercio di Torino, sul territorio del Canavese sono insediate 32.742 sedi d’impresa (il 14,9% del torinese), alle quali si aggiungono 7.826 unità locali. Ivrea (2.494), Chivasso (2.197), Ciriè (1.814), Leinì (1.758), Rivarolo Canavese (1.295) e Volpiano (1.202) sono i primi sei comuni per numero di imprese e su di essi è insediato il 33% delle imprese totali.

La struttura imprenditoriale è costituita, come per il dato provinciale, essenzialmente da micro imprese che rappresentano il 95,4% del totale. Per quanto riguarda i settori di attività, è predominante il commercio con il 22,8% del totale, seguito dai servizi prevalentemente orientati alle imprese (il 18,0%).

Come evidenziato per il torinese, anche qui nel 2020 il sistema imprenditoriale è in sostanziale stasi con iscrizioni e cessazioni d’impresa in netta diminuzione rispetto agli anni passati. Il tasso di crescita risulta negativo del -0,79%, a fronte di un +0,16% registrato a livello provinciale. Tutti i settori hanno subito una contrazione dello stock di imprese registrate, ad eccezione dei servizi pubblici, sociali e personali (+0,3%). Tra le ragioni di tale contrazione la diffusa incertezza sull’evoluzione della pandemia e un’altrettanta diffusa attesa riguardo al prodursi degli effetti previsti dai provvedimenti di ristoro messi in campo dalle istituzioni.

 

Il mercato del lavoro

Mettendo a confronto il 2019 e il 2020, a causa della crisi pandemica, si nota quanto il mercato del lavoro locale abbia subito una contrazione nell’attivazione di nuove assunzioni con una diminuzione del 6,6% dei nuovi contratti di lavoro stipulati. Diversamente il ricorso a nuove assunzioni ha interessato l’1,9% in più dei datori di lavoro nel territorio.

 

Significativo è stato nel 2020 il ricorso a contratti brevi, principalmente in somministrazione, per il settore della logistica legata all’incremento del commercio elettronico, oppure al lavoro domestico come risposta alla necessità delle famiglie in difficoltà per il lockdown. Le altre tipologie contrattuali più stabili, apprendistato e tempo indeterminato, hanno subìto una generica diminuzione (-20,0%) e così anche le forme contrattuali atipiche; le professioni qualificate nelle attività commerciali e gli operai specializzati nell’industria e nell’artigianato hanno pagato il prezzo della crisi sanitaria con una diminuzione del 16,8%, hanno tenuto le professioni relative al personale non qualificato addetto all’imballaggio e al magazzino.

 

Dall’incrocio dei dati fra Camera di commercio di Torino e Agenzia Piemonte Lavoro emerge che il sistema imprenditoriale ha ovviamente contribuito in maniera determinante nella movimentazione del mercato del lavoro locale. Nel 2020, oltre 6.260 localizzazioni di imprese situate nel Canavese, poco meno del 17% della popolazione imprenditoriale locale, ha attivato il 70,1% dei rapporti di lavoro (in totale 49.080). Rispetto al 2019, è calato sia il numero di localizzazioni coinvolte (erano il 18,2%), sia la quantità di avviamenti dichiarati (erano 52.547, il 72,2% del totale).

 

 

I Centri per l’Impiego

Dalla lettura dei numeri delle attività dei Centri per l’impiego di Chivasso, Cirié, Cuorgné e Ivrea spicca un’importante crescita delle attività erogate alle imprese: nel 2020 la crescita è pari a + 20% (2.199 attività). Sono state 337 le aziende che hanno ricevuto dei servizi dai Centri per l’impiego (+43,9%).

In contrazione i dati sui servizi alle persone, per le difficoltà logistiche create dal Covid che ha rallentato i servizi in presenza per evitare gli assembramenti, anche se i Centri per l’impiego hanno continuato a lavorare on line. L’anno scorso abbiamo registrato una diminuzione di 28.210 attività erogate alle persone (- 36,8%). Sono state comunque 10.075 le persone che hanno ricevuto un servizio, come ad esempio la richiesta di dichiarazione di disponibilità al lavoro.

 

L’Indagine Congiunturale

L’Indagine Congiunturale per il trimestre aprile-giugno 2021, in particolare, evidenzia un netto miglioramento rispetto al trimestre precedente e più in generale rispetto agli andamenti negativi dell’anno 2020. Pur presentandosi problematiche legate alla carenza e all’incremento dei prezzi di materie prime e componenti elettronici e non essendo ancora superata l’emergenza sanitaria, le Aziende canavesane in questo periodo stanno dimostrando di saper reagire alle difficoltà, con dati che per il trimestre in corso mediamente superano quelli totali del Piemonte. Si nota un miglioramento in particolare in alcuni settori (quali ad esempio l’automotive, la meccatronica e le macchine utensili) mentre altri, tra cui in primis quelli legati al turismo, agli eventi e alla ristorazione, sono purtroppo ancora in grande affanno. Il Consuntivo 2020 fa emergere una perdita di fatturato rispetto all’anno precedente per quasi metà delle imprese, ma sono meno del 20% quelle che prevedono un risultato economico negativo.

 

 

 

 

 




Allasia: “Democrazia, libertà e pluralismo per l’Iran”

“Esprimo vicinanza ai rappresentanti della Resistenza Iraniana, con l’auspicio che  presto l’Iran possa diventare uno stato democratico, libero, tollerante e pluralista”. Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale del Piemonte Stefano Allasia, che stamane ha incontrato i rappresentanti della resistenza iraniana Mahmoud HakamianHoushang Kouchak.

“Purtroppo – ha aggiunto Allasia – dal paese governato da un regime teocratico, giungono periodicamente notizie di sistematiche violazioni dei diritti umani e civili e negazioni delle più elementari libertà per i cittadini”.




Consiglio regionale: Due Odg contro la violenza di genere

l Consiglio regionale ha approvato a maggioranza due atti d’indirizzo collegati alla seduta aperta, svoltasi in mattinata, per celebrare la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.

L’Odg 692, “25 novembre – Giornata internazionale contro la violenza sulle donne”, prima firmataria Alessandra Biletta (Fi), impegna la Giunta a monitorare affinché i fondi del Recovery Fund siano distribuiti con particolare attenzione alla questione dell’occupazione femminile; ad adottare azioni per sostenere e promuovere la cultura del “rispetto reciproco” e del “merito”, per il giusto riconoscimento dei ruoli nella società; a potenziare le azioni già intraprese a tutela delle donne vittime di violenza.

L’Odg 693, “Prevenzione e contrasto alla violenza psicologica nell’ambito della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne”, prima firmataria Sara Zambaia (Lega), impegna il presidente della Giunta regionale e l’assessore competente ad attivarsi presso il Miur affinché nei programmi ministeriali di educazione civica siano inseriti progetti specifici dedicati all’insegnamento del rispetto del prossimo e delle donne e alla prevenzione della violenza, con particolare attenzione a quella psicologica.

Sul punto, oltre alle prime firmatarie, sono intervenuti i consiglieri Francesca Frediani (M4o), Sarah Disabato (M5s) e Marco Grimaldi (Luv)




Leadership e gestione d’impresa: secondo incontro del ciclo gratuito di Cnvv per imprenditori giovani

È in programma mercoledì 25 maggio 2022, alle 15, nella sede novarese di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv), in c.so Cavallotti 25, il secondo incontro del ciclo organizzato da Cnvv, in collaborazione con il suo Gruppo Giovani Imprenditori, per incrementare conoscenze e competenze nella gestione e nell’organizzazione aziendale. Gli incontri, gratuiti, hanno una durata indicativa di quattro ore e sono finalizzati a far acquisire e/o perfezionare il know-how di chi riveste ruoli direttivi; per la natura dei temi trattati sono dedicati alle generazioni di imprenditori più giovani e che già si occupano di alcuni aspetti della vita d’impresa, ma sono aperti anche a persone con maggiore esperienza che vogliano aggiornarsi e confrontarsi su aspetti rilevanti della gestione manageriale.
«L’evento del prossimo 25 maggio – spiega il direttore di Cnvv, Carlo Mezzano – ha lo scopo di evidenziare alcuni meccanismi di base della comunicazione per renderli applicabili nella vita lavorativa e in particolare, ma non solo, nella comunicazione digitale e avrà come relatori due professionisti che forniranno spunti basati sull’esperienza diretta, condotta quotidianamente con imprenditori e manager di imprese di varie tipologie, dimensioni e modelli organizzativi. Il corso partirà dall’individuazione di alcune dinamiche comunicative, con particolare riferimento all’ambito di business e al ruolo dei leader aziendali, con numerosi esempi pratici, per poi studiarne le applicazioni nel campo dei social network e in particolare di LinkedIn, dedicato al mondo delle professioni e del pensiero strategico, divenuto uno strumento pressoché ineludibile della “digital reputation”, specie per chi riveste ruoli di responsabilità».
I docenti saranno Luca Villani, founding partner e amministratore delegato dell’agenzia di comunicazione “The Van” (che integra advertising, content providing, grafica, comunicazione digitale e comunicazione interna), presidente di “L45” (agenzia di media relations e comunicazione istituzionale), giornalista professionista, formatore per istituzioni scolastiche e aziende e docente a contratto all’Università del Piemonte Orientale, e Margherita Daverio, project leader delle attività on line di L45, per cui crea strategie digitali con focus sulla costruzione e gestione della reputazione on line e del personal branding. Il programma dei lavori prevede i seguenti argomenti: Leadership e (è) comunicazione; Tre tecniche per comunicare bene; Linkedin: lo stato dell’arte; Linkedin: perché usarlo, come usarlo; Il tempo si trova.



Stop del Governo a sconto in fattura e cessione crediti

Incredulità, sgomento e timore per il futuro, queste le prime reazioni da parte del comparto del settore Costruzioni di fronte alla repentina decisione del Governo di chiudere la porta alle agevolazioni riguardanti l’edilizia. Con il Decreto-legge firmato ieri sera (giovedì 16 febbraio) e subito in vigore da oggi (venerdì 17 febbraio), è infatti operativo il blocco delle cessioni di crediti d’imposta per tutte le tipologie di bonus edilizi, compreso il Superbonus. In particolare, il Decreto stabilisce lo stop per bonus ristrutturazione e bonus facciate e per il 110% d’ora in avanti. Per il pregresso sul superbonus 90% si salvano sia lo sconto in fattura che la cessione crediti, ma a condizione che siano state presentate Cila antecedenti alla data di entrata in vigore della nuova normativa. 

«Un fulmine a ciel sereno – sottolinea Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo – che mette a rischio la tenuta dell’intero sistema economico. Le imprese da un giorno all’altro, già con il problema dei crediti incagliati, si ritrovano ora a non poter proseguire nella loro pianificazione progettuale, con orizzonti futuri sempre più critici. Senza contare il contraccolpo inevitabile, causato dal blocco, che verrà generato dal mancato rispetto della nuova direttiva europea “Case Verdi”, la quale prevede che gli edifici residenziali raggiungano una prestazione energetica di Classe E entro il 2030. Sappiamo bene quanto il nostro Paese sia indietro su questo fronte, con oltre il 76% degli immobili di classe inferiore a quella indicata dall’Europa».

Inoltre, il nuovo Decreto introduce anche il divieto, per le pubbliche amministrazioni, di essere cessionarie di crediti d’imposta relativi agli incentivi fiscali maturati con tali tipologie di intervento, una possibilità che di fatto era già stata ipotizzata da parte di alcune Regioni.

«Che la situazione, con crediti incagliati per 110 miliardi, dovesse essere rivista – continua Crosetto – era nell’aria, ma si sperava in una soluzione che risolvesse l’impasse, non certo che bloccasse l’intero meccanismo. Questa decisione fulminea del Governo ci lascia sbigottiti soprattutto per il modus operandi. Sarebbe stato opportuno prima di chiudere definitivamente la porta agli incentivi consultarci insieme a tutte le altre Associazioni di categoria, per definire insieme le strategie da adottare. A posteriori, lunedì è previsto un incontro a Palazzo Chigi, ma certamente il clima sarà molto più teso ed inasprito rispetto a come sarebbe risultato in una riunione preliminare all’emanazione del Decreto».




Claudio Piazza (Confartigianato) interviene al convegno “Transizione energetica in Italia”

Il Delegato Confartigianato Autoriparazione Claudio Piazza è recentemente intervenuto al Convegno “La transizione energetica in Italia e il futuro della mobilità a Milano”, organizzato da NGV Italy e da Lega Milano, con la partecipazione del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini.

Il Convegno, che ha visto la partecipazione di autorevoli relatori del mondo istituzionale, si è focalizzato sul tema delle nuove sfide ambientali e della mobilità green nel contesto urbano.

Nella sua relazione, il  Delegato di Confartigianato Autoriparazione Claudio Piazza ha messo in risalto l’impegno e il contributo attivo di Confartigianato a favore della mobilità eco-sostenibile, orientati a ricercare soluzioni che non perseguano l’elettrico come unica opzione possibile per la propulsione dei veicoli, ma che possano contemplare anche sistemi alternativi altrettanto validi, in un’ottica di neutralità tecnologica.

 “Non tutto sarà elettrificabile – ha infatti rimarcato Piazza – sia tenendo conto delle necessarie infrastrutture che ancora devono essere realizzate, sia in quanto il motore endotermico presenta ancora molte potenzialità di impiego con i carburanti ecocompatibili – quali metano, biometano, metano liquido, miscele con idrogeno, ecc. – ed abbandonarlo sarebbe controproducente, significherebbe anche mettere a rischio il settore produttivo interessato.”

Secondo Piazza, piuttosto che di transizione ecologica, che implica il rispetto di tempistiche stringenti predeterminate, si dovrebbe parlare di ‘evoluzione’ ecologica presupponendo un arco temporale più ampio per adeguarsi gradualmente alla complessità del cambiamento e degli obiettivi da raggiungere, affinché il passaggio non crei ricadute negative, ma opportunità per le imprese della filiera e per la collettività.

Il Delegato nazionale Piazza si è quindi soffermato a sottolineare la professionalità degli autoriparatori di Confartigianato specializzati nell’installazione di impianti gpl-metano/riconversione dei veicoli, che concorrono attivamente al contenimento delle emissioni inquinanti, apportando un rilevante valore aggiunto al sistema dei trasporti, a tutela degli utenti e della sicurezza stradale.

A conclusione dei lavori, Claudio Piazza ha rinnovato la proposta, già avanzata in precedenti occasioni, affinché da parte del Ministero Infrastrutture e Mobilità Sostenibili, congiuntamente con gli altri Dicasteri interessati, possa essere istituito al più presto un apposito tavolo tecnico in materia di mobilità, con l’obiettivo di supportare il piano di azione nazionale per la decarbonizzazione dei trasporti.




Movimprese: Piemonte maglia nera nella contrazione del sistema produttivo

Sono 353.052 le imprese nate nel 2019, circa 5mila in più rispetto all’anno precedente. A fronte di queste, però, 326.423 hanno chiuso i battenti nello stesso periodo, 10mila in più rispetto al 2018.

Il risultato di queste due dinamiche ha consegnato, a fine anno, un saldo tra entrate e uscite positivo per 26.629 imprese, il saldo minore degli ultimi 5 anni. A fine dicembre 2019, quindi, lo stock complessivo delle imprese esistenti ammontava a 6.091.971 unità.

Si accentua nel 2019 il turnover delle nostre imprese”, sottolinea il presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli.

Le incertezze del contesto internazionale – aggiunge – si fanno sentire soprattutto in quei settori più esposti alla concorrenza dei mercati, come la manifattura. Anche il commercio mostra un calo, mentre la capacità attrattiva del nostro Paese alimenta l’industria del turismo, che continua a crescere, così come in aumento sono le attività professionali e i servizi alle imprese. In ogni caso, la voglia di fare impresa resta alta. E’ un segnale importante. Dobbiamo continuare a lavorare al fianco delle imprese per far crescere la loro competitività”.

A guadagnare terreno sono stati i settori dei servizi legati al turismo (8.211 imprese in più per l’alloggio e la ristorazione), le attività professionali (+6.663), i servizi alle imprese (+6.319) e – sulla scia del basso costo dei mutui e degli incentivi al recupero edilizio ed energetico – le attività immobiliari (+4.663) e le costruzioni (+3.258). Si restringe invece ulteriormente (-4.107 imprese) la platea dell’industria manifatturiera, quella del commercio (-12.264) e dell’agricoltura (-7.432). Segnali se non positivi, quantomeno incoraggianti vengono dall’artigianato che, pur chiudendo in rosso il bilancio annuale (-7.592 attività), dopo otto anni vede tornare a crescere il numero delle iscrizioni di nuove imprese.

Guardando alla geografia delle imprese, a restare al palo tra le grandi macro-ripartizioni (confermando la performance del 2018) è stato il Nord-Est (-0,1% il tasso di crescita, equivalente a circa 1000 imprese in meno nei dodici mesi).

Il dato più positivo riguarda il Mezzogiorno che, con una crescita di 14.534 unità, da solo determina oltre la metà (il 54,6%) di tutto il saldo positivo dello scorso anno. Tra le regioni, la crescita più sensibile in termini assoluti si registra, ancora una volta, nel Lazio (con 9.206 imprese in più rispetto al 2018, corrispondenti a un tasso di crescita dell’1,4%, il migliore tra le regioni), seguito da Campania (5.746) e Lombardia (+5.073).

Sul fronte opposto Piemonte (-1.517), Emilia-Romagna (-1.431) e Marche (-909) sono le regioni che hanno fatto segnare le contrazioni più apprezzabili nel numero di imprese registrate mentre, in termini percentuali, a segnare maggiormente il passo è stato il Friuli Venezia Giulia (-0,7%).

A conferma di un trend ormai consolidato, il bilancio del tessuto imprenditoriale resta positivo quasi esclusivamente per merito delle società di capitali (+3,52% il loro tasso di crescita nel 2019, per un saldo pari a ben 60.382 imprese in più rispetto al 2018). Un ‘bottino’ sufficiente a compensare la perdita di circa 18mila società di persone (-1,8%) e di poco più di 16mila imprese individuali (-0,5%).




Confindustria Piemonte: gli imprenditori sono al fianco del Governo, ma chiedono chiarezza

La situazione di grave crisi causata dalla diffusione del Covid-19 sta provocando un consistente rallentamento del sistema economico italiano, in particolare delle regioni e aree più produttive del Paese.

Nelle ultime ore, l’ampliamento della cosiddetta “zona rossa” impone forti restrizioni alla mobilità – e conseguentemente alla produttività – di oltre 16 milioni di persone.

Siamo quindi di fronte a uno scenario estremamente delicato e in continua evoluzione, che le aziende stanno affrontando cercando di conciliare la massima sensibilità alla tutela della salute pubblica e al rispetto delle disposizioni del Governo con la legittima, necessaria e doverosa attenzione all’attività di impresa.

In questo difficile contesto è però indispensabile che tutte le parti in causa pongano un’attenzione ancora maggiore affinché la comunicazione delle disposizioni sia tempestiva, univoca e chiara. Anche su questo fronte le imprese sono a disposizione per offrire un supporto di esperienza e competenza.

È mandatorio fare chiarezza. E definire misure urgenti” ha dichiarato Fabio Ravanelli, Presidente di Confindustria Piemonte: “Il tessuto economico si trova in grande difficoltà e sta affrontando una crisi del tutto nuova i cui sviluppi sono imprevedibili. Dobbiamo garantire liquidità alle imprese, precondizione essenziale per aiutare le aziende e i lavoratori in questa fase di transizione e criticità economica. La priorità va data ovviamente alla gestione dell’emergenza, ma dobbiamo parallelamente costruire un piano di sostegno, accompagnamento e rilancio economico, tanto a livello locale quanto in chiave nazionale e internazionale. È una crisi globale che richiede misure di intervento straordinarie”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




Usura, allarme per la Fase 2

Rischio indebitamento e possibilità di ricorso a prestiti d’usura, soprattutto all’inizio della fase 2. Quando le attività ripartiranno, alcune a corto di liquidità, il pericolo sarà concreto e attuale. Questa la conclusione dei lavori dell’Osservatorio regionale sui fenomeni di usura estorsione e sovra indebitamento, che si è riunito ieri in un incontro in videoconferenza.

Le stime di Ires, pur in assenza di dati ancora certi, è che l’aumento di persone a rischio sia nell’ordine di 1 a 10. Hanno partecipato diverse associazioni ed enti coinvolti nel progetto, come Libera, appunto Ires, Usr, Federconsumatori e diverse Fondazioni (San Matteo, La Scialuppa, Operti), oltre a esperti del settore.

Secondo Libera, “La criminalità organizzata si sta attrezzando per sostituire il welfare che non arriva”. In generale, di fronte alle pesanti ricadute finanziarie che l’emergenza Coronavirus ha sulla società, l’Osservatorio del Consiglio regionale intende rispondere diffondendo capillarmente la conoscenza dei molteplici strumenti capaci di difendere i più deboli dalle offerte degli usurai. Una campagna di comunicazione che sarà rivolta particolarmente ai soggetti più deboli economicamente.

La seduta straordinaria dell’Osservatorio è stata coordinata dai due consiglieri delegati dall’Udp, Giorgio Bertola e Gianluca Gavazza.

“L’emergenza sanitaria che stiamo affrontando con il conseguente lockdown di tutte le attività ha creato purtroppo uno nuovo spazio di azione per la criminalità organizzata che svolge attività usurarie e una maggiore facilità di infiltrazione nelle imprese – ha affermato Bertola. Allo stesso tempo sono calate drasticamente le richieste di aiuto dei cittadini coinvolti a causa proprio della difficoltà attuale di raggiungere gli enti e le associazioni che offrono soccorso e sostegno. In questo contesto l’attività dell’Osservatorio del Consiglio regionale è ancora più preziosa sia per esaminare l’andamento del fenomeno sia per proporre soluzioni resilienti e diffondere le informazioni tra i cittadini.”

“L’usura è una seconda pandemia – ha spiegato Gavazza – . Se fino all’anno scorso risultavano a rischio povertà soprattutto gli anziani, oggi l’indice di rischio povertà è quello economico e tocca soprattutto le famiglie. Bisogna diffidare dall’amico buono che propone un aiuto immediato pensando che tanto non appena si riprende a lavorare, si restituisce tutto subito e si salva l’azienda. Quell’amico al tempo della pandemia si trasformerà in nemico nella normalità che proporrà di cedere l’azienda, lasciandola guidare al diretto interessato che diventerà un impiegato con il minimo dello stipendio e il massimo dei rischi. Sappiamo bene che questo fenomeno esiste da tantissimo tempo, da sempre. Ma mai come oggi dobbiamo impegnarci, anche come Osservatorio, non solo con un grande lavoro di sensibilizzazione e informazione, con tutti i limiti dovuti alla quarantena e alla mancanza di contatto umano, ma dobbiamo anche cercare di alleggerire quella burocrazia dei pagamenti da parte degli Enti pubblici che spesso per le imprese diventano una maledizione”.

Pur in assenza di dati precisi, la sensazione diffusa tra i componenti dell’Osservatorio, operatori qualificati di fondazioni ed enti che si occupano delle vittime dell’usura, è come detto che la platea dei potenziali soggetti a rischio è in forte aumento. Si teme soprattutto in vista della cosiddetta “fase due” nella quale probabilmente molti lavoratori, sia autonomi sia dipendenti, potrebbero rimanere senza introiti o con entrate minime, per mancanza di lavoro.




Centri estivi: 634 richieste di finanziamento

Quali risorse riceveranno i centri estivi piemontesi che hanno avviato le loro attività lo scorso 15 giugno? Questo l’interrogativo che la consigliera Pd Monica Canalis ha rivolto alla Giunta regionale nel corso dei question time di oggi.

L’assessore Chiara Caucino ha ribadito che “da tempo l’assessorato alle politiche per la famiglia si è attivato per consentire alle tante associazioni e cooperative del  territorio di essere nelle condizioni di programmare e avviare le attività dei centri estivi già a partire dal 15 giugno. Fino ad oggi sono 634 le richieste pervenute alla Regione da parte dei Comuni interessati a ricevere finanziamenti  per l’attivazione di iniziative finalizzate al potenziamento dei centri estivi diurni, dei servizi socio educativi territoriali e dei centri con funzioni educativa e ricreativa destinati alle attività di bambini e bambine nella fascia d’età tra i 3 e i 14 anni, per i mesi da giugno a settembre 2020.

Dei 35 milioni previsti dal Fondo nazionale per le politiche della famiglia da ripartire tra tutte le regioni, al Piemonte spetteranno circa 9 milioni e 700 mila euro. A queste risorse saranno aggiunti i 2 milioni che abbiamo previsto in Riparti Piemonte attraverso il Fondo sociale europeo. Gli uffici stanno predisponendo il bando a cui potranno accedere Comuni e oratori e che verrà attivato una volta ricevuto da Bruxelles e da Roma il via libera alla rimodulazione di queste risorse. Attendiamo un feedback nell’arco di due settimane”.

“Svelato il bluff: i fondi regionali per i centri estivi erano solo un annuncio – ha dichiarato la consigliera Canalis – I Comuni e gli Enti di Terzo Settore si stanno facendo carico di spese molto superiori al passato, legate alla sanificazione, all’assunzione di educatori adulti e all’allestimento degli spazi in funzione delle nuove esigenze di distanziamento sociale e potranno contare solo sui fondi stanziati dal Governo nazionale  e non su quelli della Regione, perchè l’assessore Caucino e Cirio li hanno promessi agli enti senza prima verificarne la disponibilità. Anzi, alle solite dichiarazioni roboanti, oggi si è aggiunta la tesi della presunta necessità di riprogrammare i 5 milioni di euro del Fondo Sociale europeo con il parere del Governo nazionale. A rimetterci saranno i bambini e i ragazzi piemontesi, i Comuni e tutti gli enti organizzatori dei centri estivi”.

Durante i question time è stata data inoltre risposta alle interrogazioni della consigliera del M5S Francesca Frediani sulla riapertura della  ferroviaria linea Pinerolo- Torre Pellice; di Ivano Martinetti (M5S) sul completamento dell’autostrada Cuneo – Asti; di Mauro Salizzoni (Pd) sulla bonifica area ex Fiat Avio del  Parco della Salute di Torino e sull’ospedale unico dell’ASL TO5 e di Sean Sacco (M5S) sul potenziamento delle attività dei centri di salute mentale nell’area di competenza dell’ASL di Alessandria.