CNVV: analisi trimestrale dell’export delle province di Novara e Vercelli

Nel quarto trimestre del 2019 le esportazioni complessive delle province di Novara e Vercelli sono calate nel loro insieme del -2,8%, a fronte di una crescita del +1,7% registrata dall’export nazionale. Il dato relativo al 2019 considerato nel suo complesso registra una crescita del +0,9% per le due province globalmente considerate e del +2,3% a livello nazionale.

Considerando le sole esportazioni manifatturiere delle province di Novara e Vercelli, nel 2019 l’incremento delle vendite all’estero, che nel complesso hanno raggiunto un valore di 7,6 miliardi di euro, è stato pari al +0,6% tendenziale. I comparti con le migliori performance sono gli articoli farmaceutici (+21,8%) e l’aggregato prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+12,7%); all’interno di quest’ultimo spiccano nuovamente gli articoli di abbigliamento (+25,7%), mentre flettono i prodotti tessili (-10,7%). Tra i settori in crescita figurano anche i prodotti alimentari, bevande e tabacco (+3,9%), gli articoli in gomma e materie plastiche (+2,8%) e i macchinari ed apparecchi (+2,1%), al cui interno le macchine di impiego generale (rubinetteria) sono cresciute del +1,5% in termini di export. I settori che registrano una flessione, oltre ai già citati prodotti tessili, sono i comparti del legno e prodotti in legno, carta e stampa (-6,8%), coke e prodotti petroliferi raffinati (-9,3%), apparecchi elettrici (-9,5%), computer, apparecchi elettronici ed ottici (-9,4%); e quelli più rilevanti, per valori di export, delle sostanze e prodotti chimici (-1,6%), dei metalli di base e prodotti in metallo (-3,4%) e dei mezzi di trasporto (-41,0%).

Per quanto riguarda la ripartizione geografica dell’export, nel 2019 si osserva un incremento delle vendite pari al +0,6% sia verso i 28 Paesi dell’Unione Europea (che nel 2019 comprendeva ancora il Regno Unito) sia verso i Paesi extra-Ue. Le esportazioni di manufatti dirette all’interno dell’Unione europea, pari a 4,5 miliardi di euro, hanno rappresentato nel 2019 il 59,7% dell’export manifatturiero delle province di Novara e Vercelli considerate insieme; quelle dirette verso i mercati extra-Ue, pari a 3,1 miliardi di euro, equivalgono al 40,3% dell’export manifatturiero delle due province.

Quanto ai singoli mercati di sbocco, nel 2019 il dato più evidente si conferma la forte crescita dell’export manifatturiero delle due province verso la Svizzera (+26%), che consolida la sua terza posizione conquistata, nel trimestre precedente, ai danni degli Stati Uniti: questi ultimi, sono invece il Paese che nel 2019 mette a segno la flessione maggiore (-19,3%). In contrazione, seppur lieve, anche l’export verso il Belgio (-0,5%) e la Spagna (-4,5%). Quanto ai Paesi in crescita, ritrova il segno positivo l’export verso la Polonia (+4,4%); aumenti più contenuti si registrano verso il Regno Unito (+1,8%), la Francia (+1,0%) e la Germania (+0,6%); maggiori, invece, gli incrementi verso la Cina (+11,5%) e i Paesi Bassi (+9,6%). Germania e Francia si confermano i due principali Paesi di destinazione dell’export manifatturiero delle province di Novara e Vercelli complessivamente considerate. Questi ultimi due Paesi, insieme a Svizzera, Stati Uniti e Regno Unito, assorbono il 49,3% dell’export manifatturiero delle due province.

Sul fronte delle importazioni manifatturiere, il 2019 è stato caratterizzato dalla forte crescita dell’import dalla Polonia (+19,8%), da una parte, e dal forte calo dell’import dai Paesi Bassi (-40,9%), dalla Spagna (-35,9%) e dal Regno Unito (-22,1%), dall’altra. A questi cali si aggiunge una flessione più moderata dell’import manifatturiero da Belgio (-8,9%), Francia (- 8,5%) e Stati Uniti (-4,7%). Modeste le performance di crescita dell’import da Germani (+32%) Cina (+4,5% ) e Tunisia (+7,3%).

I principali mercati di approvvigionamento delle due province sono, nell’ordine, Germania, Francia, Stati Uniti e Cina: da questi soli 4 Paesi proviene il 56,6% dell’import manifatturiero delle province di Novara e Vercelli.

Provincia di Novara
• Osservatorio Macchine di impiego generale

Nel quarto trimestre 2019 le esportazioni di macchine di impiego generale (rubinetteria-valvolame) della provincia di Novara sono tornate al segno negativo, flettendo del -0,4% rispetto al quarto trimestre del 2018; a livello nazionale sono invece cresciute del +1,9%. Il dato relativo all’intero 2019 indica una flessione dell’export del -0,5% a livello provinciale e una crescita del +2,1% sul piano nazionale. In particolare, nel 2019 si registra una forte crescita dell’export verso la Russia (+50,1%), entrata a far parte dei primi 10 paesi di destinazione dell’export novarese di rubinetteria-valvolame grazie ai consistenti incrementi registrati nella seconda parte dell’anno (+81,7% nel terzo trimestre e +72% nel quarto). Rilevante anche la crescita dell’export verso il Belgio (+21,6%), più contenuta quella verso la Germania (+1%), i Paesi Bassi (che ritrovano il segno positivo registrando un +1,2%) e la Grecia (+2,3%). Anche gli Stati Uniti invertono il trend mettendo a segno, in questo caso, una flessione -3,9%. In calo anche l’export verso la Francia (-5,6%), il Regno Unito (- 7%), la Spagna (-5,1%) e la Svizzera (-8,4%).

Rispetto a inizio anno, all’interno della classifica vi è stato il sorpasso degli Stati Uniti a danno del Regno Unito con un’inversione delle rispettive posizioni: gli Usa sono divenuti il terzo Paese di destinazione dell’export novarese di rubinetteria-valvolame e il Regno Unito è divenuto quarto. Un’inversione delle posizioni si osserva anche tra Belgio e Paesi Bassi, con il primo che scende al settimo posto e i secondi che salgono al sesto. La Svizzera perde una posizione (da nona diviene decima) e al nono posto troviamo la Russia, subentrata alla Svezia (che era decima). Germania, Francia, Spagna e Grecia conservano, invece, le rispettive prima, seconda, quinta e ottava posizione. Nel complesso, i primi 10 Paesi di destinazione dell’export di rubinetteria- valvolame della provincia di Novara nel 2019 hanno assorbito il 64,5% dell’export provinciale del settore.

• Osservatorio Prodotti delle industrie tessili e dell’abbigliamento

Anche nel quarto trimestre 2019 le esportazioni di prodotti tessili e dell’abbigliamento della provincia di Novara hanno registrato una crescita eccezionale, pari al +58,1% rispetto al quarto trimestre 2018; nel medesimo periodo le esportazioni italiane di prodotti tessili e dell’abbigliamento sono invece cresciute del +3,9%. Il dato relativo al 2019 indica una crescita del +45,3% per la provincia di Novara e di un ulteriore +3,9% a livello nazionale.

A livello provinciale, sulla forte crescita registrata nel solo quarto trimestre ha inciso, in particolare, l’ulteriore forte impennata delle esportazioni verso la Svizzera (+251,5%), mentre il Giappone (che nel terzo trimestre 2019 era cresciuto addirittura del + 298%) vira in territorio negativo, flettendo del -30,7%.

Detto ciò, nel 2019 considerato nel suo complesso, l’export di prodotti tessili e dell’abbigliamento risulta in crescita (spesso anche sostenuta) verso tutti i principali mercati di sbocco della provincia di Novara, fatta nuovamente eccezione per Spagna (-16%) e Germania (-13,6%) e unitamente al Regno Unito (-4,6%). Quanto ai Paesi in crescita, particolarmente sostenuti sono stati gli incrementi verso Svizzera (+171,8%), Giappone (+133,9%) e Bulgaria (+78%). Rilevanti sono stati anche gli aumenti dell’export verso Stati Uniti (+40%), Tunisia (+28,5%), Corea del Sud (+24,7%) e Francia (+11,1%).
Rispetto a inizio anno, all’interno della classifica si osserva il sorpasso del Giappone sulla Spagna, con il Giappone che sale al quinto posto e la Spagna che scende al sesto, e la fuoriuscita della Romania al cui posto si inserisce la Bulgaria. Svizzera, Francia, Regno Unito, Germania, Stati Uniti, Tunisia e Corea del Sud conservano rispettivamente la prima, seconda, terza, quarta, settima, ottava e decima posizione. Nel 2019 i primi 10 Paesi di destinazione dell’export novarese di prodotti tessili e dell’abbigliamento hanno assorbito l’83% circa dell’export provinciale del settore.

Provincia di Vercelli
• Osservatorio Macchine di impiego generale

Nel quarto trimestre 2019 le esportazioni di macchine di impiego generale (rubinetteria-valvolame) della provincia di Vercelli sono cresciute del +4%; quelle nazionali del +1,9%. Il dato relativo al 2019 indica un incremento del +6,6% a livello provinciale e del +2,1% per l’Italia nel suo complesso.

Nel 2019 il dato più evidente è stata la forte crescita dell’export verso l’Austria (+124,6%), sebbene nel corso dell’anno tale crescita sia andata ridimensionandosi. Robusto anche l’incremento dell’export verso gli Stati Uniti (+35,5%), più modesto quello verso i Paesi Bassi (+13%), l’Arabia Saudita (+12,2%) e il Regno Unito (+11,1%). In crescita anche l’export verso la Francia (+3,1%), la Spagna (+2,6%) e la Germania (+4%), con quest’ultima che ritrova il segno positivo grazie al buon andamento registrato nel quarto trimestre. Nell’anno considerato si riduce, invece, l’export verso l’Ungheria (-9,2%) e la Svizzera (-6,1%).

Rispetto a inizio anno, all’interno della classifica si osserva un peggioramento del Regno Unito (che passa dal quarto al quinto posto), dell’Arabia Saudita (che da quinta si ritrova ottava), dell’Austria (da ottava a nona), unitamente alla fuoriuscita della Svezia, rimpiazzata dai Paesi Bassi. Migliorano invece le posizioni di Stati Uniti (da settimi a inizio anno, li ritroviamo quarti) e Svizzera (che sale dal nono al settimo posto). Germania, Francia, Spagna e Ungheria conservano, invece, rispettivamente la prima, seconda, terza e sesta posizione.

Nel 2019 i primi 10 Paesi di destinazione dell’export di macchine di impiego generale della provincia di Vercelli hanno assorbito, nel complesso, il 67,5% dell’export vercellese del settore.

• Osservatorio Prodotti delle industrie tessili e dell’abbigliamento

Nel quarto trimestre 2019 le esportazioni di prodotti tessili e dell’abbigliamento della provincia di Vercelli sono calate del -17,5%; quelle italiane sono cresciute del +3,9%. Nel complesso, il dato relativo al 2019 evidenzia un calo del -4% a livello provinciale e un aumento del +3,9% a livello nazionale.

Quanto ai principali mercati di sbocco, il 2019 è stato un anno positivo per la metà di essi e un anno negativo per l’altra metà: i mercati in crescita sono risultati essere la Russia (+15,4%), il Regno Unito (+13,9%), gli Stati Uniti (+6,9%), la Francia (+5%) e la Germania (+2,1%). I mercati in calo sono stati la Cina (-2,9%), la Corea del Sud (- 4,1%), Hong Kong (-15,7%), il Giappone (-25,7%) e la Svizzera (-35,4%).

 

Rispetto a inizio anno vi è stato il sorpasso della Cina sul Regno Unito, con un’inversione delle rispettive posizioni e la Cina che sale al quarto posto e il Regno Unito che scende al quinto. La Svizzera perde tre posizioni passando dal settimo al decimo posto; la Russia ne guadagna una, salendo dall’ottava alla settima posizione; la Corea del Sud ne guadagna 2 passando dal decimo all’ottavo posto. Stati Uniti, Hong Kong, Francia, Giappone e Germania conservano rispettivamente la prima, seconda, terza, sesta e nona posizione all’interno della classifica dei primi 10 Paesi di destinazione dell’export di prodotti tessili e dell’abbigliamento della provincia di Vercelli. Nel 2019 i primi 10 Paesi di destinazione hanno assorbito, nel complesso, l’84% circa dell’export vercellese del settore.

 




Cnvv: “Prova delle cessioni intracomunitarie” webinar fiscale

“Prova delle cessioni intracomunitarie: il quadro definitivo delle regole in vigore dal 2020” è il titolo del webinar, a partecipazione gratuita, organizzato da Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) dalle 9,30 alle 11,30 di martedì 9 giugno 2020.

L’evento è finalizzato a illustrare i recenti chiarimenti dell’Agenzia Entrate relativi alla prova dell’avvenuta consegna dei beni in altro Stato membro a seguito di cessione intracomunitaria dal 1° gennaio 2020, distinguendo tra beni spediti dal cedente o da un terzo per suo conto oppure beni spediti dal cessionario o da un terzo per suo conto.

La prima parte dell’evento sarà dedicata agli interventi dei relatori (Fabrizio Manca e Alessandra Zanaria, funzionari fiscali dell’area Politiche economiche di Cnvv), mentre la parte conclusiva sarà riservata ai quesiti dei partecipanti.

«Essendo ancora preclusa, per motivi sanitari, la possibilità di riprendere a organizzare gli incontri informativi nelle sedi Cnvv – spiega il direttore, Aureliano Curini – il seminario si svolgerà da remoto, tramite la piattaforma “Cisco Webex”, che abbiamo utilizzato più volte, durante il lockdown, con riscontri molto positivi dalle aziende associate.

La pandemia ha comportato una ristrutturazione organizzativa anche al nostro interno, con intere settimane durante le quali tutto il nostro personale ha operato in smart working, e i webinar si sono rivelati uno strumento utilissimo per aggiornare gli imprenditori sulla situazione e sulle prospettive, tanto dal punto di vista sanitario quanto sul fronte economico.

Negli ultimi tre mesi la nostra struttura ha lavorato senza interruzioni per sostenere le imprese del territorio, con risultati davvero soddisfacenti: a marzo la nostra attività di consulenza ha registrato un aumento tendenziale del 70%, mentre ad aprile i contatti con le aziende associate sono raddoppiati rispetto all’aprile 2019».




Riparti Piemonte, oltre 130 emendamenti

Sono oltre 130 gli emendamenti presentati nella prima seduta del Consiglio regionale, durante la quale è stato incardinato il Disegno di legge “Riparti Piemonte”. Di questi, oltre 110 dalle opposizioni, una decina della Giunta (perlopiù tecnici) e 6 di maggioranza.

Si è aperto così il dibattito nella giornata odierna, presieduta da Stefano Allasia, con le relazioni, la discussione generale e l’inizio della votazione, con l’approvazione dei primi due articoli a maggioranza sugli 80 totali (l’opposizione non ha partecipato al voto).

Per la maggioranza ha svolto la relazione prima Valter Marin (Lega), che ha sottolineato come il provvedimento “Servirà a rilanciare il tessuto socio economico piemontese: è stato licenziato a maggioranza in Prima Commissione, dopo un proficuo gruppo di lavoro”. Nella seconda relazione Paolo Bongioanni (Fdi), ha definito il Ddl 95 “una delle principali leggi nella storia della Regione Piemonte”. Per agevolare il rilancio, si prevede “la semplificazione e l’accelerazione dell’iter dei procedimenti amministrativi in materia urbanistica”.

Per l’opposizione ha svolto la relazione Raffaele Gallo (Pd) che ha spiegato come “dopo oltre un anno ci troviamo di fronte al primo provvedimento economico della Giunta Cirio. Tuttavia molte voci presenti nel Riparti Piemonte sono già allocate nel bilancio da poco approvato, per cui le nuove risorse ammonterebbero a soli 50 milioni”. Secondo Gallo manca una visione strategica industriale, ci sono “dubbi di costituzionalità di alcune norme, che potrebbero essere impugnate, come quelle che prevedono appalti solo per aziende con sede entro i confini regionali”.

Altro relatore di minoranza Ivano Martinetti (M5s), che ha obiettato come il Ddl “lasci indietro troppe categorie, tante famiglie legate a quelle attività sono rimaste sole. Questo provvedimento – ha proseguito – dà il via libera al consumo indiscriminato del suolo invece di riutilizzare l’esistente”.

Terzo relatore Marco Grimaldi (Luv) secondo il quale la strategia del Riparti Piemonte “è solo shock economy: la deregolamentazione metterà a rischio l’economia legale. È stato promesso il bonus alle categorie, ma poi non è stato dato. Non c’è il ripensamento dei luoghi di lavoro ed è inaccettabile la vicenda dei centri estivi e l’abbandono degli indigenti”.

Quarto relatore di minoranza Silvio Magliano (Moderati): “La maggioranza sta cercando di fare una politica di assistenza. Sono preoccupato perché sono solo misure tampone, la Regione ha trovato solo 50 milioni davvero nuovi. Bisognava sostenere meglio famiglie, istruzione e case popolari”.

Nel corso della giornata di lavori, in discussione generale, sono intervenuti moltissimi consiglieri di opposizione, che hanno manifestato forti critiche al Ddl 95. A sostegno il capogruppo della Lega, mentre in conclusione l’assessore Maurizio Marrone ha rivendicato il lavoro svolto, spiegando che con questa normativa si potrà “davvero cominciare ad eliminare alcune zavorre che frenano le nostre imprese. Non ho problemi a ribadire i ringraziamenti all’opposizione per non aver fatto ostruzionismo – ha aggiunto – però critico politicamente le sue proposte: o si approfitta del momento per osare con la sburocratizzazione, oppure perdiamo la battaglia per la semplificazione”.




Le Unioni regionali delle CCIAA di Emilia – Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto fanno il punto sull’emergenza Covid-19

Un impegno di 120 milioni per sostenere le aziende, la garanzia di erogazione dei servizi grazie all’innovazione tecnologica, una visione chiara delle priorità per il futuro e soprattutto la volontà di fare squadra per far ripartire l’economia dell’area del Paese che che vale il 50% del Pil ed il 50% dell’occupazione.

Questi alcuni dei temi emersi nell’incontro in streaming avvenuto oggi tra Alberto Zambianchi, Gian Domenico Auricchio, Gian Paolo Coscia e Mario Pozza rispettivamente presidenti delle Unioni Regionali dell’Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto.

 

L’IMPATTO DELLA CRISI COVID-19 SULL’AREA. L’incontro ha fatto il punto sulla situazione economica dell’area Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, sulle esigenze delle imprese e sull’impegno presente e futuro delle Camere di Commercio nella delicata e complessa gestione dall’emergenza coronavirus. Una crisi che come ha sottolineato il Centro Studi di Unioncamere Emilia – Romagna, in collaborazione con i centri studi delle altre regioni, vede un calo dell’Italia del 9,8 per cento, l’area PI.LO.V.E.R. dovrebbe registrare una diminuzione del 9,7 per cento, quindi allineata al dato nazionale. La disaggregazione settoriale certifica numericamente la forte flessione, oltre il 30 per cento, delle attività maggiormente legate all’industria turistica, comparto che vale l’11 per cento del PIL complessivo delle quattro regioni. Cali compresi tra il 10 e il 20 per cento per alcune attività connesse alla cura delle persone e del commercio.

 

IL PROGETTO “Pi.Lo.V.E.R.”. Il progetto “Pi.Lo.V.E.R.” è nato all’inizio 2019 come un patto operativo tra le Unioni regionali delle Camere di Commercio di Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia- Romagna che ha consolidato la collaborazione tra gli enti per il supporto alle politiche e ai servizi di sistema tra le Camere associate nelle singole regioni e a livello interregionale; una macroarea che comprende più di 2 milioni di imprese attive, che genera il 48% del valore aggiunto italiano ed il 65% dei flussi di export nazionale. Oggi questa sinergia ha l’obiettivo primario di affrontare la crisi economica del Covid-19.

 

LE AZIONI DELLE CAMERE DI COMMERCIO. Le Camere di Commercio di Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna nel complesso, in questa fase  delicata e compressa, hanno impegnato  e stanno impegnando più di 120 milioni di euro in interventi vari a sostegno delle imprese. Non si tratta, però, solo di uno stanziamento di risorse, ma anche una piattaforma di servizi per supportare le aziende come le attestazioni di cause di forza maggiore relative agli adempimenti contrattuali e le azioni di supporto a Regioni e Prefetture per l’individuazione dei codici Ateco relativi alle attività oggetto di ordinanze e per le autorizzazioni in deroga allo svolgimento delle attività produttive. È emersa, in particolare, in questa fase la vocazione tecnologica delle Camere di Commercio che ha permesso comunque di erogare i servizi come garantire la fornitura dei servizi alle imprese.

 

LA SFIDA DELLA DIGITALIZZAZIONE. Nel corso dell’incontro è emersa con forza l’importanza per le imprese di investire sulla digitalizzazione per uscire dalla crisi, ma perché questo diventi uno strumento strategico servono infrastrutture adeguate, protezione dei dati e formazione. Le Camere di commercio supportano, da sempre, le imprese in questo percorso e si impegnano a farlo ancora di più. Per aiutare le imprese a sviluppare l’attività, essere più visibili, migliorare la presenza online, conoscere l’innovazione digitale, proteggere la propria immagine e le proprie creazioni, per semplificare i rapporti con la pubblica amministrazione e ridurre i costi, le Camera di commercio offrono alle imprese del territorio diversi servizi nell’ambito dell’innovazione e del digitale.

 

L’AGENDA DELLE PRIORITA’. Nel corso dell’incontro, inoltre, sono state elencate le priorità delle Camere di Commercio per superare questa fase di emergenza economica:

 

– l’internazionalizzazione con servizi di accompagnamento per supportare l’export, l’attivazione di progetti di filiera nei settori di eccellenza della nostra manifattura, coinvolgendo le nostre rispettive Regioni, per arricchire ed irrobustire le filiere nazionali ed assistere le imprese per la proiezione internazionale e la crescita competitiva ed il coordinamento della presenza a Bruxelles;

 

– azione di rilancio e potenziamento del turismo anche attraverso   proposte di offerta turistica integrata e destagionalizzata;

 

– un intervento shock di semplificazione per snellire procedure, richieste e allentare i vincoli degli adempimenti che gravano su imprese e lavoratori;

 

– la revisione della norma “tagliaspese” che colpisce le Camere di Commercio più virtuose nella gestione delle risorse, imponendo loro di destinare tali risorse al bilancio dello Stato. Dopo l’ultima Legge di bilancio  si parla di circa 20 milioni € all’anno dai sistemi camerali delle quattro regioni.

 

“Le conseguenze della crisi economica – spiega il  Presidente di Unioncamere del Veneto Mario Pozza – del Covid-19 rischiano di paralizzare il sistema economico del Nord per questo servono non decreti a spot, ma interventi di sistema in grado di sbloccare la ripartenza dando una spinta propulsiva alla locomotiva del Paese. Per questo le Unioni Camerali hanno deciso di fare sistema muovendosi in modo compatto e sinergico con il progetto  “Pi.Lo.V.E.R.”, che ha permesso di delineare in modo preciso gli interventi necessari per ripartire”.

 

“La collaborazione – ha commentato il Presidente di Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio – tra le Camere di Commercio dell’area “Pi.Lo.V.E.R.” è stata una intuizione felice del sistema camerale e quanto mai opportuna in un periodo in cui proprio questa macro-area, che rappresenta il 48% del valore aggiunto italiano e del 65% dell’export, è stata al centro dell’emergenza sanitaria che ha colpito il nostro e gli altri paesi del mondo. Questa partnership sarà ancora più importante nella fase della ripartenza, dove le Camere di Commercio saranno al fianco delle imprese per recuperare prima possibile le gravi perdite economiche di questa crisi senza precedenti”.

 

“L’area PILOVER è l’economia trainante del Paese, che produce il 50 per cento del Pil e due terzi dell’export nazionale. Dobbiamo far ripartire concretamente le attività economiche di queste regioni, se vogliamo vedere una ripresa dell’economia italiana. Ha osservato Alberto Zambianchi, Presidente di Unioncamere Emilia-Romagna – I Sistemi Camerali dell’area PILOVER si attendono quindi dal Governo interventi concreti e rapidi di sostegno alle imprese ed ai territori, mentre da parte loro garantiscono, con ancora più forte impegno, servizi, azioni di supporto e risorse importanti per fronteggiare i tempi straordinariamente difficili che ci attendono. Questo, per contribuire alla ripartenza e far ritrovare alle nostre economie il ruolo di protagonista nel panorama internazionale”.

 

 

“In questo improvviso periodo di lockdown abbiamo percepito maggiormente l’importanza della digitalizzazione: l’attività delle Camere di commercio non si è mai fermata, grazie ai servizi digitali che a distanza hanno continuato a far fronte a tutte le necessità delle nostre imprese e dei nostri imprenditori.  Questo shock ha reso ancora più lampante la necessità di un costante aggiornamento formativo del personale della pubblica amministrazione e dei nostri imprenditori proprio sui temi della digitalizzazione. Nessuno deve rimanere indietro. L’economia ha bisogno di risposte immediate e veloci che possiamo fornire adottando infrastrutture sicure e tecnologicamente avanzate” ha commentato Gian Paolo Coscia, Presidente Unioncamere Piemonte.




Riparti Piemonte, in consiglio regionale si discutono gli emendamenti

Il testo del Riparti Piemonte potrebbe approdare in Aula lunedì 25. In mattinata gli emendamenti presentati in Prima Commissione, presieduta da Carlo Riva Vercellotti, erano 212: 61 di Giunta, 7 di Forza Italia, 13 della Lega, 48 del Pd, 47 di M5s e 36 di Leu.

A fine della seduta pomeridiana, dopo una sospensione dei lavori, il Pd e M5s hanno dichiarato il ritiro dei propri emendamenti in Commissione per permettere l’approdo del testo in Consiglio, a parte quelli con parere favorevole della Giunta. Tutti gli emendamenti di merito saranno poi ripresentati in Aula.

Le opposizioni hanno chiesto alla Giunta una sintesi politica del lavoro svolto, prima di procedere alla votazione dell’articolato del provvedimento e dei relativi emendamenti.

Il Pd, in particolare attraverso Domenico Ravetti, Raffaele Gallo, Daniele Valle e Diego Sarno, ha richiesto di poter comprendere meglio come e in che misura siano state accolte le istanze delle opposizioni (in considerazione dell’esiguo numero di emendamenti accettati) e come si componga il testo complessivamente, dopo l’importante lavoro emendativo da parte della Giunta. Precisazioni puntuali sono poi state richieste in merito alla portata economica del provvedimento anche da Marco Grimaldi (Luv) che ha contestato la mancanza di chiarezza circa l’accoglimento a livello finanziario di emendamenti delle opposizioni.

Un altro nodo politico aperto, sottolineato da Sean Sacco e Ivano Martinetti (M5s) ma condiviso da tutta la minoranza, riguarda gli emendamenti di Giunta inerenti all’urbanistica e al governo del territorio di cui si è chiesto lo stralcio: contrarietà è stata espressa soprattutto per le norme che secondo l’opposizione non vanno a ridurre il consumo di suolo.

L’assessore ai Rapporti con il Consiglio, Maurizio Marrone ha spiegato che dopo lo spazio offerto per un puntuale confronto fra le diverse parti politiche alcune istanze delle opposizioni sono state recepite e altre hanno determinato la riscrittura degli emendamenti di Giunta. Nel pomeriggio per la Giunta è intervenuto il vicepresidente Fabio Carosso.

Riccardo Lanzo (Lega) ha aggiunto che l’analisi di tipo politico passa dal testo di legge stesso e ha invitato le opposizioni a chiarire le loro intenzioni sul proseguimento dei lavori, data la necessità di arrivare ad approvare un provvedimento a tutela di tutti i piemontesi.

Paolo Bongioanni (Fdi) e Paolo Ruzzola (Fi) hanno ribadito l’esistenza di un lavoro emendativo frutto di una settimana di gruppi di lavoro e hanno sollecitato l’approdo del documento in Aula lunedì 25 maggio.




Ask To Design, al via l’iniziativa che mette in relazione progettisti e aziende piemontesi

Facilitare la connessione tra le piccole-medie imprese e i progettisti del territorio piemontese per avviare nuovi rapporti professionali e strutturare nuove reti di collaborazione, generando valore economico: è questo l’obiettivo di Ask to Design, il progetto lanciato da Circolo del Design e Camera di commercio di Torino con la partnership scientifica del Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino, che intende mettere direttamente in relazione progettisti e aziende.

A maggior ragione in una situazione come quella attuale, dove le attività commerciali e produttive sono chiamate a ripensare prodotti e processi, ad adottare nuove misure di sicurezza e a riorganizzare i flussi di lavoro, l’apporto del design e la figura del progettista all’interno della definizione della strategia aziendale diventano rilevanti per far fronte alle nuove emergenze.

 

Ask to Design nasce proprio dall’esigenza di valorizzare la design community del territorio piemontese, esaltandone le specifiche competenze e lavorando sulle sue connessioni interne, con un duplice obiettivo: da un lato attivando un processo di formazione e sensibilizzazione all’interno delle PMI per aiutare le imprese a sviluppare la cultura del progetto all’interno del mondo aziendale, permettendo loro di entrare in contatto con i professionisti del territorio; dall’altro, attraverso la piattaforma digitale dedicata, è in grado di dare voce alle molteplici sfaccettature del settore design del territorio piemontese, dal product allo strategic design, dall’interior all’exhibit, dal service design all’interaction design, passando per il graphic design, l’audio/video e il digital.

 

Una prima fase di test, durata circa un anno, ha permesso di identificare bisogni e interessi e di offrire incontri di formazione rivolti a un primo gruppo di una decina di piccole e medie imprese con l’obiettivo di renderle più consapevoli rispetto al concreto valore aggiunto che il design può apportare in azienda. Il progetto vede attualmente 70 professionisti iscritti alla piattaforma, progettata e realizzata insieme allo studio torinese di interaction design TODO, vincitore del bando di gara indetto dal Circolo del Design di Torino.

 

Come funziona Ask to Design? Le piccole medie imprese del territorio piemontese possono mandare una email a info@asktodesign.it per accedere al progetto e quindi alla totalità dei contenuti e dei servizi della piattaforma. L’iniziativa prevede poi un percorso di sensibilizzazione e formazione tenuto dal Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino insieme a Circolo del Design e Camera di commercio, associato a un percorso di autovalutazione dell’azienda.

Questa fase, utile a delineare le esigenze delle aziende e a promuoverne la consapevolezza rispetto al valore del design inteso come strumento utile a migliorare processi, servizi, organizzazione e prodotti, si svolge da remoto fino al termine dell’emergenza sanitaria. Una volta concluso l’iter formativo, le aziende possono caricare i brief di progetto, incluso il compenso economico che sono disposte ad offrire, e procedere poi alla selezione del designer di cui avvalersi per realizzarli.

 

I progettisti, invece, dopo la registrazione sulla piattaforma, possono rendere disponibile il proprio portfolio lavori e scegliere a quale richiesta aziendale rispondere, mettendo a disposizione le proprie competenze.

 

La piattaforma diventa, quindi, uno strumento di lavoro e facilita il contatto e la contaminazione tra diverse professionalità, risultando costantemente aggiornata e di facile consultazione, grazie a un sistema di filtri e tag che consentono di cercare e identificare più agevolmente le informazioni di interesse.

 

Il 2019 è stato, inoltre, l’occasione per verificare l’efficacia del progetto anche nei confronti di aziende già caratterizzate da un focus specifico sul design: Pininfarina S.p.A. ha, infatti, potuto individuare i professionisti con cui realizzare un video aziendale.

 

Ask to Design vede il supporto delle associazioni di categoria piemontesi Unione Industriale, CNA, API, Confartigianato, importanti partner del progetto per la diffusione capillare del servizio e per la comunicazione alle PMI.

 

«Favorire l’incontro tra le aziende del territorio e i professionisti del design attraverso occasioni di formazione, presentazioni e una piattaforma on line per il matching di domanda e offerta: questo l’obiettivo del progetto Ask to Design, che oggi riprende il via dopo una prima fase pilota che ha già visto il coinvolgimento di 70 designer e di una decina di imprese – commenta Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino. – Il design, infatti, può offrire risposte a domande ancora inespresse, contribuendo a rinnovare prodotti maturi o a lanciarne di nuovi, soprattutto in questo periodo dove creatività e idee inedite possono rappresentare investimenti strategici per la ripartenza».

 

«In Piemonte disponiamo di un tessuto territoriale ricco di valide competenze su diversi fronti del progetto – spiega il Direttore del Circolo del Design Sara Fortunati -. Negli anni ci siamo resi conto che spesso queste professionalità, che rappresentano le numerose sfaccettature del design, sono al lavoro per importanti aziende di altre regioni di Italia o addirittura estere, mente crediamo che si debba lavorare ancora per migliorare il contatto con le imprese locali a favore di una crescita comune. Il nostro obiettivo è stato, quindi, intervenire per sviluppare un collegamento tra realtà professionali e creare maggior consapevolezza sul mondo progettuale tra le piccole e medie imprese del Piemonte, fornendo strumenti concreti per analizzare le esigenze aziendali e intervenire con le competenze più adeguate».

 

«Inoltre, all’interno del progetto Ask to Design è prevista un’azione di sensibilizzazione alle imprese sul valore che il Design può portare in azienda, coerente con la Terza Missione del nostro Ateneo – spiega Claudia De Giorgi, Docente di Design presso il Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino, responsabile insieme a Doriana Dal Palù del progetto Ask to Design per il Politecnico –: diffondere la cultura del design nel nostro territorio e creare un legame tra aziende e progettisti fa parte delle nostre mission. Stimolare la domanda di design è anche un modo per offrire un terreno fertile ai nuovi progettisti che si formano nelle scuole di Design piemontesi e che si affacciano sulla scena del design del nostro territorio».

 

 

 

 

 




#RipartiPiemonte il nuovo striscione sul Palazzo della giunta

#ripartipiemonte  è il messaggio che Giunta e Consiglio regionale hanno voluto lanciare per questa nuova fase a tutti i piemontesi con uno striscione di otto metri esposto, questa mattina, sulla facciata della Regione Piemonte, in piazza Castello a Torino, alla presenza del vicepresidente della Giunta Fabio Carosso e del presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia.  Un segnale importante proprio nella giornata in cui  tutte le attività commerciali, dopo un lungo periodo di lockdown,  hanno riaperto le porte al pubblico.

Davanti a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale, è stato invece posizionato un nuovo totem caratterizzato dall’hashtag #iorestoprudente e un invito a continuare a mantenere la distanza di sicurezza, lavare spesso le mani e usare la mascherina.

“Nel disegno di legge “Riparti Piemonte” che approderà in aula consiliare la prossima settimana – ha sottolineato il presidente Allasia  –  sono previste una serie di ulteriori misure per mettere benzina a questo Piemonte che ha bisogno di ripartire. Nella speranza che continuino ad arrivare notizie confortanti sul fronte sanitario, c’è la necessità di supportare il sistema economico, qui è in gioco la sopravvivenza delle nostre imprese e di tutto il sistema produttivo della nostra regione.

“Il nostro Piemonte riparte. Le nostre imprese, le nostre famiglie hanno la necessità di riprendere le loro attività e poter ritornare a rivivere un po’di normalità, anche se nulla sarà come prima – dichiara il vicepresidente Carosso – L’invito è quello di usare prudenza, mantenere il distanziamento sociale e dove non è possibile utilizzare la mascherina, ma ricominciare a recuperare un po’ di normalità e soprattutto di apprezzare le bellezze della nostra regione e gustare le nostre eccellenze”.




La nuova ordinanza della Regione per la riapertura in Piemonte

Il presidente della Regione, Alberto Cirio, ha firmato l’ordinanza con il calendario delle riaperture in Piemonte, che sarà valida fino al 24 maggio 2020.

Da oggi, lunedì 18 maggio:

* tutti i negozi al dettaglio, saloni per parrucchieri, centri estetici, studi di tatuaggio e piercing e tutti i servizi per gli animali (oltre alle toelettature già attive, dog sitter, pensioni e addestramento); i Comuni potranno consentire orari di apertura più elastici ed estensivi per favorire la massima operatività delle attività commerciali e dei servizi alla persona;

* musei, archivi e biblioteche

* altre strutture ricettive ancora chiuse.

* sono inoltre consentiti:

– gli sport all’aria aperta in forma individuale rispettando la distanza minima di due metri (ad esempio: atletica, ciclismo, corsa, golf, tiro con l’arco, tiro a segno, equitazione, tennis, vela, attività acquatiche individuali, canottaggio, escursionismo, arrampicata libera, sci alpinismo, motociclismo, automobilismo, attività cinofila) e l’uso dei rispettivi impianti, centri e siti sportivi purché nel rispetto delle disposizioni di sicurezza (vietato in particolare l’utilizzo di palestre, luoghi di socializzazione, docce e spogliatoi fatto salvo per i locali di passaggio e i servizi igienici, per i quali i gestori dovranno garantire la corretta e costante sanificazione e igienizzazione, oltre ad assicurare il contingentamento degli ingressi, l’organizzazione di percorsi idonei e l’adozione di misure per garantire il distanziamento sociale ed evitare assembramenti, come ad esempio la prenotazione degli spazi e le turnazioni;.

le lezioni con l’istruttore, che in assenza della distanza di sicurezza avrà l’obbligo di uso della mascherina e di guanti monouso dove l’attività prevede il contatto con l’allievo;

– l’attivazione di nuovi cantieri di lavoro e la riattivazione di quelli eventualmente sospesi, oltre alla riattivazione dei tirocini extra-curriculari in presenza, purché nel rispetto delle disposizioni di sicurezza e prevedendo lo smart working dove non possibile garantire il distanziamento.

Da mercoledì 20 maggio:

* ritorno nei mercati dei banchi extralimentari (per consentire i tempi di adeguamento alle nuove linee guida per la sicurezza e permettere ai Comuni di tracciare i nuovi spazi sulle aree mercatali).

Da sabato 23 maggio:

* bar, ristoranti, trattorie, pizzerie, self-service, pub, pasticcerie, gelaterie, rosticcerie e delle altre attività di somministrazione alimenti (resta sempre consentito il servizio di asporto con orario esteso dalle 6 alle 22, la prenotazione da remoto diventa preferibile ma non più obbligatoria).

Per garantire la sicurezza e il contenimento del contagio da Covid-19, la riapertura di tutte le attività dovrà avvenire nel rispetto di quanto previsto dalle Linee di indirizzo per la riapertura delle Attività Economiche e Produttive approvate dal Governo in accordo con la Conferenza delle Regioni e allegate all’ordinanza. Rispetto alle indicazioni iniziali dell’Inail, accolgono e recepiscono le osservazioni delle Regioni, che dopo giorni di confronto con le associazioni di categoria avevano espresso al Governo le principali criticità connesse alla sostenibilità delle misure previste. “Un documento fondamentale – sottolinea Cirio – per il quale fino a stanotte abbiamo avuto una lunga trattativa con Roma, perché volevamo che il Governo le recepisse. Sono linee guida che garantiscono la sicurezza, ma scritte in modo da permettere anche l’operatività delle attività, cioè non solo riaprire ma davvero poter lavorare”.

“Non ci stancheremo di ripeterlo – rileva il presidente Cirio con l’assessore al Commercio Vittoria Poggio – Vogliamo aprire tutto, ma aprire per sempre. Per questo il Piemonte riparte con fiducia, ma anche in modo pragmatico, dando alle sue imprese e al suo territorio il tempo di adeguarsi alle linee guida che abbiamo preteso e ottenuto dal Governo, perché l’equilibrio tra sicurezza e sostenibilità economica è fondamentale per garantire il futuro di tutte le nostre attività”.

Tra le altre disposizioni contenute nell’ordinanza si segnalano:

– l’obbligo di utilizzare idonee protezioni delle vie respiratorie nei luoghi al chiuso accessibili al pubblico, inclusi i mezzi di trasporto, ed in tutti i luoghi e le occasioni in cui non sia possibile garantire continuativamente il mantenimento della distanza di sicurezza, fatto salvo per i bambini di età inferiore a sei anni, per i soggetti con forme di disabilità o con patologie non compatibili con l’uso continuativo dei dispositivi di protezione individuale;

– a questo scopo possono essere utilizzate mascherine di comunità, monouso o lavabili, anche autoprodotte, in materiali multistrato idonei a fornire una adeguata barriera e, al contempo, che garantiscano comfort e respirabilità, forma e aderenza adeguate che permettano di coprire dal mento al di sopra del naso; l ‘utilizzo delle mascherine di comunità si aggiunge alle altre misure di protezione finalizzate alla riduzione del contagio (come il distanziamento fisico, l’igiene costante e accurata della mani) che restano invariate e prioritarie;

– è mantenuto il divieto di ingresso ai visitatori in tutte le strutture pubbliche, private, convenzionate ed equiparate del servizio sanitario nazionale e nelle strutture socio-assistenziali (RSA, RA, RAF) salvo i casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura;

– non possono riaprire centri benessere, termali (eccetto quelli che erogano prestazioni incluse nei livelli essenziali di assistenza), culturali e sociali;

– gli orari di apertura e le modalità di accesso ai cimiteri, parchi e giardini sono definiti dalle Amministrazioni comunali;

– sono consentite per i proprietari ed affidatari, nel rispetto della normativa vigente, le attività allenamento ed addestramenti di animali nelle strutture di ricovero e custodia;

– è consentito il servizio di custodia di animale d ‘affezione e le attività che riguardano le adozioni.




Riparti Piemonte: confronto Regione-Comune di Torino

Il Consiglio ha invitato il sindaco di Torino per un’audizione sulle misure del Riparti Piemonte e per un confronto con il Comune e la Città metropolitana. Così oggi Chiara Appendino ha partecipato alla Prima Commissione per le consultazioni sul Ddl 95.

Un incontro che, come ha spiegato il presidente della Prima Carlo Riva Vercellotti, “si è svolto sulla base del rispetto tra istituzioni e del dialogo. Le osservazioni del primo cittadino e quelle giunte dalle autonomie locali del Piemonte sono molto utili e saranno tenute nella giusta considerazione nel dibattito in corso”.

La sindaca ha ringraziato per la celerità con cui sono stati approvati dal Consiglio regionale i bonus per le categorie economiche, “in un momento complesso per la tenuta sociale dei nostri territori”. Appendino si è detta infatti preoccupata per le nuove povertà e ha espresso il timore “che le città possano trasformarsi in bombe sociali”. Per questo ha chiesto alla Regione di incrementare i fondi nazionali sui “Buoni spesa”, in modo da poter meglio gestire le emergenze che si stanno verificando in molti nuclei familiari. Un problema che riguarda anche il pagamento degli affitti, “e che dobbiamo risolvere se non vogliamo assistere al boom degli sfratti e a dover inserire in un percorso di edilizia pubblica già complicato nuove famiglie”.

Appendino si è detta poi concorde sull’obiettivo di rilanciare l’urbanistica, ma ha manifestato alcune perplessità tecniche sulle norme all’esame del Consiglio regionale. In particolare si è detta preoccupata che la riduzione del costo degli oneri sociali possa scaricarsi sui Comuni, e ha chiesto che si definiscano procedure sull’utilizzo del fondo regionale in grado di scongiurare questa possibilità. Perplessità anche su alcune nuove regole per semplificare gli appalti, “che rischiano di rallentarli perché potrebbero essere oggetto di ricorsi”.

Le procedure delle consultazioni in Commissione non prevedono un dibattito tra consultato e consiglieri, che possono solo fare domande. Il capogruppo di Fi Paolo Ruzzola ha tenuto però a rassicurare la sindaca di Torino sulla volontà di dare risposte nel dibattito consiliare ai temi da lei toccati: “Stiamo verificando con la Cassa depositi e prestiti la possibilità di incrementare le risorse per l’edilizia pubblica”.

Apprezzamento per la concretezza dell’intervento della sindaca di Torino è stato espresso da Alberto Preioni, capogruppo della Lega, che ha auspicato che sia un buon viatico per il confronto in Commissione e in Aula.

Domande sono state poste da Valter Marin (Lega), Mario Giaccone (Monviso), Marco Grimaldi (Luv), Daniele Valle e Diego Sarno (Pd).




Torino. Piano straordinario di occupazione suolo pubblico per il rilancio della città

Questa mattina la Giunta Comunale – a seguito della grave situazione emergenziale creata dal Covid 19 che ha imposto misure restrittive che impattano sull’economia cittadina – su proposta dell’assessore al Commercio, Turismo, Attività Produttive e Sviluppo Economico Alberto Sacco, di concerto con l’assessore al Bilancio, Tributi, Personale, Servizi Demografici Sergio Rolando, ha approvato un piano straordinario di occupazione del suolo pubblico.

 

Per far fronte alla necessità che la ripresa delle attività avvenga nel modo più semplice e veloce possibile, l’Amministrazione ha quindi deciso di offrire, in via straordinaria e temporanea, in deroga alla normativa vigente, la possibilità per la maggior parte degli esercizi di ampliare la superficie destinata alla clientela, usufruendo dello spazio pubblico, in modo tale da evitare che la necessità del mantenimento delle misure di distanziamento sociale si ripercuota sul volume di affari, minando la sostenibilità economica delle aziende.

 

Con il nuovo provvedimento tutti gli operatori economici che dispongono di locali che si affacciano sulla strada e che hanno una superficie lorda complessiva inferiore a 250 metri quadrati potranno occupare davanti al loro esercizio – anche se separato dalla viabilità e rispettando le condizioni di sicurezza previste dal Codice della strada – il suolo pubblico in misura congrua e comunque non superiore a 60 metri quadrati. Il rispetto del requisito relativo alla superficie massima del locale non è richiesto per gli esercizi pubblici di somministrazione di alimenti e bevande.

 

L’occupazione straordinaria del suolo pubblico sarà consentita sino al 30 novembre 2020 e gli esercenti non saranno soggetti al pagamento della COSAP.

 

Per poter ampliare la propria attività su suolo pubblico sarà sufficiente inoltrare una comunicazione tramite PEC con la quale il titolare dell’attività indicherà le finalità, l’estensione e le modalità dell’occupazione e, sotto forma di Dichiarazione Sostitutiva di atto di notorietà (rilasciata ai sensi dell’art.47 del D.P.R. 445/2000), assicurerà l’osservanza delle norme di legge, la garanzia del rispetto delle esigenze di mobilità per le persone con disabilità e la piena salvaguardia dei diritti di terzi, sollevando così la Città da ogni responsabilità.

La ricevuta della Pec sarà sufficiente per occupare il suolo pubblico. L’esercente però dovrà conservare nella sede in cui l’attività è esercitata copia della comunicazione inoltrata nonché atto scritto che attesti il nulla osta all’occupazione del suolo da parte degli esercizi e degli stabili ubicati in un diverso condominio eventualmente confinanti con l’attività.

 

Lo stesso procedimento semplificato e temporaneo potrà essere utilizzato anche dai titolari di un pubblico esercizio di somministrazione di alimenti e bevande che potranno occupare il suolo pubblico, nella stessa misura massima di 60 metri quadrati, o ampliare nella stessa misura l’occupazione del suolo pubblico oltre alle aree già concesse per allestimento di dehors. Anche in questi casi l’occupazione sarà consentita sulla base di una Comunicazione da inoltrare a mezzo PEC in analogia a quanto suindicato.

 

Il provvedimento introduce, inoltre, una disposizione tesa a semplificare il procedimento per il rilascio di concessione per nuovi dehors della tipologia D1 o D2 ai sensi del Regolamento Comunale in materia vigente prevedendo che l’istruttoria conseguente all’istanza formale di concessione di occupazione suolo pubblico, possa essere sostituita dalla presentazione, in allegato all’istanza, della dichiarazione – a firma di un professionista abilitato – che attesti la piena rispondenza del progetto (che comunque dovrà essere allegato nella sua forma grafica, a tutte, nessuna esclusa, le prescrizioni contenute nelle Norme Tecniche – Allegato A al Regolamento Comunale n. 388).

 

Inizialmente, vista la natura sperimentale della procedura, la Polizia Municipale effettuerà controlli diffidando l’operatore commerciale a sanare immediatamente eventuali irregolarità. Successivamente, gli agenti effettueranno un ulteriore sopralluogo e, nel caso permangano irregolarità, sanzioneranno gli esercenti e ne daranno comunicazione agli uffici competenti per i provvedimenti di loro competenza.