Le Unioni regionali delle CCIAA di Emilia – Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto fanno il punto sull’emergenza Covid-19

Un impegno di 120 milioni per sostenere le aziende, la garanzia di erogazione dei servizi grazie all’innovazione tecnologica, una visione chiara delle priorità per il futuro e soprattutto la volontà di fare squadra per far ripartire l’economia dell’area del Paese che che vale il 50% del Pil ed il 50% dell’occupazione.

Questi alcuni dei temi emersi nell’incontro in streaming avvenuto oggi tra Alberto Zambianchi, Gian Domenico Auricchio, Gian Paolo Coscia e Mario Pozza rispettivamente presidenti delle Unioni Regionali dell’Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto.

 

L’IMPATTO DELLA CRISI COVID-19 SULL’AREA. L’incontro ha fatto il punto sulla situazione economica dell’area Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, sulle esigenze delle imprese e sull’impegno presente e futuro delle Camere di Commercio nella delicata e complessa gestione dall’emergenza coronavirus. Una crisi che come ha sottolineato il Centro Studi di Unioncamere Emilia – Romagna, in collaborazione con i centri studi delle altre regioni, vede un calo dell’Italia del 9,8 per cento, l’area PI.LO.V.E.R. dovrebbe registrare una diminuzione del 9,7 per cento, quindi allineata al dato nazionale. La disaggregazione settoriale certifica numericamente la forte flessione, oltre il 30 per cento, delle attività maggiormente legate all’industria turistica, comparto che vale l’11 per cento del PIL complessivo delle quattro regioni. Cali compresi tra il 10 e il 20 per cento per alcune attività connesse alla cura delle persone e del commercio.

 

IL PROGETTO “Pi.Lo.V.E.R.”. Il progetto “Pi.Lo.V.E.R.” è nato all’inizio 2019 come un patto operativo tra le Unioni regionali delle Camere di Commercio di Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia- Romagna che ha consolidato la collaborazione tra gli enti per il supporto alle politiche e ai servizi di sistema tra le Camere associate nelle singole regioni e a livello interregionale; una macroarea che comprende più di 2 milioni di imprese attive, che genera il 48% del valore aggiunto italiano ed il 65% dei flussi di export nazionale. Oggi questa sinergia ha l’obiettivo primario di affrontare la crisi economica del Covid-19.

 

LE AZIONI DELLE CAMERE DI COMMERCIO. Le Camere di Commercio di Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna nel complesso, in questa fase  delicata e compressa, hanno impegnato  e stanno impegnando più di 120 milioni di euro in interventi vari a sostegno delle imprese. Non si tratta, però, solo di uno stanziamento di risorse, ma anche una piattaforma di servizi per supportare le aziende come le attestazioni di cause di forza maggiore relative agli adempimenti contrattuali e le azioni di supporto a Regioni e Prefetture per l’individuazione dei codici Ateco relativi alle attività oggetto di ordinanze e per le autorizzazioni in deroga allo svolgimento delle attività produttive. È emersa, in particolare, in questa fase la vocazione tecnologica delle Camere di Commercio che ha permesso comunque di erogare i servizi come garantire la fornitura dei servizi alle imprese.

 

LA SFIDA DELLA DIGITALIZZAZIONE. Nel corso dell’incontro è emersa con forza l’importanza per le imprese di investire sulla digitalizzazione per uscire dalla crisi, ma perché questo diventi uno strumento strategico servono infrastrutture adeguate, protezione dei dati e formazione. Le Camere di commercio supportano, da sempre, le imprese in questo percorso e si impegnano a farlo ancora di più. Per aiutare le imprese a sviluppare l’attività, essere più visibili, migliorare la presenza online, conoscere l’innovazione digitale, proteggere la propria immagine e le proprie creazioni, per semplificare i rapporti con la pubblica amministrazione e ridurre i costi, le Camera di commercio offrono alle imprese del territorio diversi servizi nell’ambito dell’innovazione e del digitale.

 

L’AGENDA DELLE PRIORITA’. Nel corso dell’incontro, inoltre, sono state elencate le priorità delle Camere di Commercio per superare questa fase di emergenza economica:

 

– l’internazionalizzazione con servizi di accompagnamento per supportare l’export, l’attivazione di progetti di filiera nei settori di eccellenza della nostra manifattura, coinvolgendo le nostre rispettive Regioni, per arricchire ed irrobustire le filiere nazionali ed assistere le imprese per la proiezione internazionale e la crescita competitiva ed il coordinamento della presenza a Bruxelles;

 

– azione di rilancio e potenziamento del turismo anche attraverso   proposte di offerta turistica integrata e destagionalizzata;

 

– un intervento shock di semplificazione per snellire procedure, richieste e allentare i vincoli degli adempimenti che gravano su imprese e lavoratori;

 

– la revisione della norma “tagliaspese” che colpisce le Camere di Commercio più virtuose nella gestione delle risorse, imponendo loro di destinare tali risorse al bilancio dello Stato. Dopo l’ultima Legge di bilancio  si parla di circa 20 milioni € all’anno dai sistemi camerali delle quattro regioni.

 

“Le conseguenze della crisi economica – spiega il  Presidente di Unioncamere del Veneto Mario Pozza – del Covid-19 rischiano di paralizzare il sistema economico del Nord per questo servono non decreti a spot, ma interventi di sistema in grado di sbloccare la ripartenza dando una spinta propulsiva alla locomotiva del Paese. Per questo le Unioni Camerali hanno deciso di fare sistema muovendosi in modo compatto e sinergico con il progetto  “Pi.Lo.V.E.R.”, che ha permesso di delineare in modo preciso gli interventi necessari per ripartire”.

 

“La collaborazione – ha commentato il Presidente di Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio – tra le Camere di Commercio dell’area “Pi.Lo.V.E.R.” è stata una intuizione felice del sistema camerale e quanto mai opportuna in un periodo in cui proprio questa macro-area, che rappresenta il 48% del valore aggiunto italiano e del 65% dell’export, è stata al centro dell’emergenza sanitaria che ha colpito il nostro e gli altri paesi del mondo. Questa partnership sarà ancora più importante nella fase della ripartenza, dove le Camere di Commercio saranno al fianco delle imprese per recuperare prima possibile le gravi perdite economiche di questa crisi senza precedenti”.

 

“L’area PILOVER è l’economia trainante del Paese, che produce il 50 per cento del Pil e due terzi dell’export nazionale. Dobbiamo far ripartire concretamente le attività economiche di queste regioni, se vogliamo vedere una ripresa dell’economia italiana. Ha osservato Alberto Zambianchi, Presidente di Unioncamere Emilia-Romagna – I Sistemi Camerali dell’area PILOVER si attendono quindi dal Governo interventi concreti e rapidi di sostegno alle imprese ed ai territori, mentre da parte loro garantiscono, con ancora più forte impegno, servizi, azioni di supporto e risorse importanti per fronteggiare i tempi straordinariamente difficili che ci attendono. Questo, per contribuire alla ripartenza e far ritrovare alle nostre economie il ruolo di protagonista nel panorama internazionale”.

 

 

“In questo improvviso periodo di lockdown abbiamo percepito maggiormente l’importanza della digitalizzazione: l’attività delle Camere di commercio non si è mai fermata, grazie ai servizi digitali che a distanza hanno continuato a far fronte a tutte le necessità delle nostre imprese e dei nostri imprenditori.  Questo shock ha reso ancora più lampante la necessità di un costante aggiornamento formativo del personale della pubblica amministrazione e dei nostri imprenditori proprio sui temi della digitalizzazione. Nessuno deve rimanere indietro. L’economia ha bisogno di risposte immediate e veloci che possiamo fornire adottando infrastrutture sicure e tecnologicamente avanzate” ha commentato Gian Paolo Coscia, Presidente Unioncamere Piemonte.




Riparti Piemonte, in consiglio regionale si discutono gli emendamenti

Il testo del Riparti Piemonte potrebbe approdare in Aula lunedì 25. In mattinata gli emendamenti presentati in Prima Commissione, presieduta da Carlo Riva Vercellotti, erano 212: 61 di Giunta, 7 di Forza Italia, 13 della Lega, 48 del Pd, 47 di M5s e 36 di Leu.

A fine della seduta pomeridiana, dopo una sospensione dei lavori, il Pd e M5s hanno dichiarato il ritiro dei propri emendamenti in Commissione per permettere l’approdo del testo in Consiglio, a parte quelli con parere favorevole della Giunta. Tutti gli emendamenti di merito saranno poi ripresentati in Aula.

Le opposizioni hanno chiesto alla Giunta una sintesi politica del lavoro svolto, prima di procedere alla votazione dell’articolato del provvedimento e dei relativi emendamenti.

Il Pd, in particolare attraverso Domenico Ravetti, Raffaele Gallo, Daniele Valle e Diego Sarno, ha richiesto di poter comprendere meglio come e in che misura siano state accolte le istanze delle opposizioni (in considerazione dell’esiguo numero di emendamenti accettati) e come si componga il testo complessivamente, dopo l’importante lavoro emendativo da parte della Giunta. Precisazioni puntuali sono poi state richieste in merito alla portata economica del provvedimento anche da Marco Grimaldi (Luv) che ha contestato la mancanza di chiarezza circa l’accoglimento a livello finanziario di emendamenti delle opposizioni.

Un altro nodo politico aperto, sottolineato da Sean Sacco e Ivano Martinetti (M5s) ma condiviso da tutta la minoranza, riguarda gli emendamenti di Giunta inerenti all’urbanistica e al governo del territorio di cui si è chiesto lo stralcio: contrarietà è stata espressa soprattutto per le norme che secondo l’opposizione non vanno a ridurre il consumo di suolo.

L’assessore ai Rapporti con il Consiglio, Maurizio Marrone ha spiegato che dopo lo spazio offerto per un puntuale confronto fra le diverse parti politiche alcune istanze delle opposizioni sono state recepite e altre hanno determinato la riscrittura degli emendamenti di Giunta. Nel pomeriggio per la Giunta è intervenuto il vicepresidente Fabio Carosso.

Riccardo Lanzo (Lega) ha aggiunto che l’analisi di tipo politico passa dal testo di legge stesso e ha invitato le opposizioni a chiarire le loro intenzioni sul proseguimento dei lavori, data la necessità di arrivare ad approvare un provvedimento a tutela di tutti i piemontesi.

Paolo Bongioanni (Fdi) e Paolo Ruzzola (Fi) hanno ribadito l’esistenza di un lavoro emendativo frutto di una settimana di gruppi di lavoro e hanno sollecitato l’approdo del documento in Aula lunedì 25 maggio.




Ask To Design, al via l’iniziativa che mette in relazione progettisti e aziende piemontesi

Facilitare la connessione tra le piccole-medie imprese e i progettisti del territorio piemontese per avviare nuovi rapporti professionali e strutturare nuove reti di collaborazione, generando valore economico: è questo l’obiettivo di Ask to Design, il progetto lanciato da Circolo del Design e Camera di commercio di Torino con la partnership scientifica del Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino, che intende mettere direttamente in relazione progettisti e aziende.

A maggior ragione in una situazione come quella attuale, dove le attività commerciali e produttive sono chiamate a ripensare prodotti e processi, ad adottare nuove misure di sicurezza e a riorganizzare i flussi di lavoro, l’apporto del design e la figura del progettista all’interno della definizione della strategia aziendale diventano rilevanti per far fronte alle nuove emergenze.

 

Ask to Design nasce proprio dall’esigenza di valorizzare la design community del territorio piemontese, esaltandone le specifiche competenze e lavorando sulle sue connessioni interne, con un duplice obiettivo: da un lato attivando un processo di formazione e sensibilizzazione all’interno delle PMI per aiutare le imprese a sviluppare la cultura del progetto all’interno del mondo aziendale, permettendo loro di entrare in contatto con i professionisti del territorio; dall’altro, attraverso la piattaforma digitale dedicata, è in grado di dare voce alle molteplici sfaccettature del settore design del territorio piemontese, dal product allo strategic design, dall’interior all’exhibit, dal service design all’interaction design, passando per il graphic design, l’audio/video e il digital.

 

Una prima fase di test, durata circa un anno, ha permesso di identificare bisogni e interessi e di offrire incontri di formazione rivolti a un primo gruppo di una decina di piccole e medie imprese con l’obiettivo di renderle più consapevoli rispetto al concreto valore aggiunto che il design può apportare in azienda. Il progetto vede attualmente 70 professionisti iscritti alla piattaforma, progettata e realizzata insieme allo studio torinese di interaction design TODO, vincitore del bando di gara indetto dal Circolo del Design di Torino.

 

Come funziona Ask to Design? Le piccole medie imprese del territorio piemontese possono mandare una email a info@asktodesign.it per accedere al progetto e quindi alla totalità dei contenuti e dei servizi della piattaforma. L’iniziativa prevede poi un percorso di sensibilizzazione e formazione tenuto dal Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino insieme a Circolo del Design e Camera di commercio, associato a un percorso di autovalutazione dell’azienda.

Questa fase, utile a delineare le esigenze delle aziende e a promuoverne la consapevolezza rispetto al valore del design inteso come strumento utile a migliorare processi, servizi, organizzazione e prodotti, si svolge da remoto fino al termine dell’emergenza sanitaria. Una volta concluso l’iter formativo, le aziende possono caricare i brief di progetto, incluso il compenso economico che sono disposte ad offrire, e procedere poi alla selezione del designer di cui avvalersi per realizzarli.

 

I progettisti, invece, dopo la registrazione sulla piattaforma, possono rendere disponibile il proprio portfolio lavori e scegliere a quale richiesta aziendale rispondere, mettendo a disposizione le proprie competenze.

 

La piattaforma diventa, quindi, uno strumento di lavoro e facilita il contatto e la contaminazione tra diverse professionalità, risultando costantemente aggiornata e di facile consultazione, grazie a un sistema di filtri e tag che consentono di cercare e identificare più agevolmente le informazioni di interesse.

 

Il 2019 è stato, inoltre, l’occasione per verificare l’efficacia del progetto anche nei confronti di aziende già caratterizzate da un focus specifico sul design: Pininfarina S.p.A. ha, infatti, potuto individuare i professionisti con cui realizzare un video aziendale.

 

Ask to Design vede il supporto delle associazioni di categoria piemontesi Unione Industriale, CNA, API, Confartigianato, importanti partner del progetto per la diffusione capillare del servizio e per la comunicazione alle PMI.

 

«Favorire l’incontro tra le aziende del territorio e i professionisti del design attraverso occasioni di formazione, presentazioni e una piattaforma on line per il matching di domanda e offerta: questo l’obiettivo del progetto Ask to Design, che oggi riprende il via dopo una prima fase pilota che ha già visto il coinvolgimento di 70 designer e di una decina di imprese – commenta Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino. – Il design, infatti, può offrire risposte a domande ancora inespresse, contribuendo a rinnovare prodotti maturi o a lanciarne di nuovi, soprattutto in questo periodo dove creatività e idee inedite possono rappresentare investimenti strategici per la ripartenza».

 

«In Piemonte disponiamo di un tessuto territoriale ricco di valide competenze su diversi fronti del progetto – spiega il Direttore del Circolo del Design Sara Fortunati -. Negli anni ci siamo resi conto che spesso queste professionalità, che rappresentano le numerose sfaccettature del design, sono al lavoro per importanti aziende di altre regioni di Italia o addirittura estere, mente crediamo che si debba lavorare ancora per migliorare il contatto con le imprese locali a favore di una crescita comune. Il nostro obiettivo è stato, quindi, intervenire per sviluppare un collegamento tra realtà professionali e creare maggior consapevolezza sul mondo progettuale tra le piccole e medie imprese del Piemonte, fornendo strumenti concreti per analizzare le esigenze aziendali e intervenire con le competenze più adeguate».

 

«Inoltre, all’interno del progetto Ask to Design è prevista un’azione di sensibilizzazione alle imprese sul valore che il Design può portare in azienda, coerente con la Terza Missione del nostro Ateneo – spiega Claudia De Giorgi, Docente di Design presso il Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino, responsabile insieme a Doriana Dal Palù del progetto Ask to Design per il Politecnico –: diffondere la cultura del design nel nostro territorio e creare un legame tra aziende e progettisti fa parte delle nostre mission. Stimolare la domanda di design è anche un modo per offrire un terreno fertile ai nuovi progettisti che si formano nelle scuole di Design piemontesi e che si affacciano sulla scena del design del nostro territorio».

 

 

 

 

 




#RipartiPiemonte il nuovo striscione sul Palazzo della giunta

#ripartipiemonte  è il messaggio che Giunta e Consiglio regionale hanno voluto lanciare per questa nuova fase a tutti i piemontesi con uno striscione di otto metri esposto, questa mattina, sulla facciata della Regione Piemonte, in piazza Castello a Torino, alla presenza del vicepresidente della Giunta Fabio Carosso e del presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia.  Un segnale importante proprio nella giornata in cui  tutte le attività commerciali, dopo un lungo periodo di lockdown,  hanno riaperto le porte al pubblico.

Davanti a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale, è stato invece posizionato un nuovo totem caratterizzato dall’hashtag #iorestoprudente e un invito a continuare a mantenere la distanza di sicurezza, lavare spesso le mani e usare la mascherina.

“Nel disegno di legge “Riparti Piemonte” che approderà in aula consiliare la prossima settimana – ha sottolineato il presidente Allasia  –  sono previste una serie di ulteriori misure per mettere benzina a questo Piemonte che ha bisogno di ripartire. Nella speranza che continuino ad arrivare notizie confortanti sul fronte sanitario, c’è la necessità di supportare il sistema economico, qui è in gioco la sopravvivenza delle nostre imprese e di tutto il sistema produttivo della nostra regione.

“Il nostro Piemonte riparte. Le nostre imprese, le nostre famiglie hanno la necessità di riprendere le loro attività e poter ritornare a rivivere un po’di normalità, anche se nulla sarà come prima – dichiara il vicepresidente Carosso – L’invito è quello di usare prudenza, mantenere il distanziamento sociale e dove non è possibile utilizzare la mascherina, ma ricominciare a recuperare un po’ di normalità e soprattutto di apprezzare le bellezze della nostra regione e gustare le nostre eccellenze”.




La nuova ordinanza della Regione per la riapertura in Piemonte

Il presidente della Regione, Alberto Cirio, ha firmato l’ordinanza con il calendario delle riaperture in Piemonte, che sarà valida fino al 24 maggio 2020.

Da oggi, lunedì 18 maggio:

* tutti i negozi al dettaglio, saloni per parrucchieri, centri estetici, studi di tatuaggio e piercing e tutti i servizi per gli animali (oltre alle toelettature già attive, dog sitter, pensioni e addestramento); i Comuni potranno consentire orari di apertura più elastici ed estensivi per favorire la massima operatività delle attività commerciali e dei servizi alla persona;

* musei, archivi e biblioteche

* altre strutture ricettive ancora chiuse.

* sono inoltre consentiti:

– gli sport all’aria aperta in forma individuale rispettando la distanza minima di due metri (ad esempio: atletica, ciclismo, corsa, golf, tiro con l’arco, tiro a segno, equitazione, tennis, vela, attività acquatiche individuali, canottaggio, escursionismo, arrampicata libera, sci alpinismo, motociclismo, automobilismo, attività cinofila) e l’uso dei rispettivi impianti, centri e siti sportivi purché nel rispetto delle disposizioni di sicurezza (vietato in particolare l’utilizzo di palestre, luoghi di socializzazione, docce e spogliatoi fatto salvo per i locali di passaggio e i servizi igienici, per i quali i gestori dovranno garantire la corretta e costante sanificazione e igienizzazione, oltre ad assicurare il contingentamento degli ingressi, l’organizzazione di percorsi idonei e l’adozione di misure per garantire il distanziamento sociale ed evitare assembramenti, come ad esempio la prenotazione degli spazi e le turnazioni;.

le lezioni con l’istruttore, che in assenza della distanza di sicurezza avrà l’obbligo di uso della mascherina e di guanti monouso dove l’attività prevede il contatto con l’allievo;

– l’attivazione di nuovi cantieri di lavoro e la riattivazione di quelli eventualmente sospesi, oltre alla riattivazione dei tirocini extra-curriculari in presenza, purché nel rispetto delle disposizioni di sicurezza e prevedendo lo smart working dove non possibile garantire il distanziamento.

Da mercoledì 20 maggio:

* ritorno nei mercati dei banchi extralimentari (per consentire i tempi di adeguamento alle nuove linee guida per la sicurezza e permettere ai Comuni di tracciare i nuovi spazi sulle aree mercatali).

Da sabato 23 maggio:

* bar, ristoranti, trattorie, pizzerie, self-service, pub, pasticcerie, gelaterie, rosticcerie e delle altre attività di somministrazione alimenti (resta sempre consentito il servizio di asporto con orario esteso dalle 6 alle 22, la prenotazione da remoto diventa preferibile ma non più obbligatoria).

Per garantire la sicurezza e il contenimento del contagio da Covid-19, la riapertura di tutte le attività dovrà avvenire nel rispetto di quanto previsto dalle Linee di indirizzo per la riapertura delle Attività Economiche e Produttive approvate dal Governo in accordo con la Conferenza delle Regioni e allegate all’ordinanza. Rispetto alle indicazioni iniziali dell’Inail, accolgono e recepiscono le osservazioni delle Regioni, che dopo giorni di confronto con le associazioni di categoria avevano espresso al Governo le principali criticità connesse alla sostenibilità delle misure previste. “Un documento fondamentale – sottolinea Cirio – per il quale fino a stanotte abbiamo avuto una lunga trattativa con Roma, perché volevamo che il Governo le recepisse. Sono linee guida che garantiscono la sicurezza, ma scritte in modo da permettere anche l’operatività delle attività, cioè non solo riaprire ma davvero poter lavorare”.

“Non ci stancheremo di ripeterlo – rileva il presidente Cirio con l’assessore al Commercio Vittoria Poggio – Vogliamo aprire tutto, ma aprire per sempre. Per questo il Piemonte riparte con fiducia, ma anche in modo pragmatico, dando alle sue imprese e al suo territorio il tempo di adeguarsi alle linee guida che abbiamo preteso e ottenuto dal Governo, perché l’equilibrio tra sicurezza e sostenibilità economica è fondamentale per garantire il futuro di tutte le nostre attività”.

Tra le altre disposizioni contenute nell’ordinanza si segnalano:

– l’obbligo di utilizzare idonee protezioni delle vie respiratorie nei luoghi al chiuso accessibili al pubblico, inclusi i mezzi di trasporto, ed in tutti i luoghi e le occasioni in cui non sia possibile garantire continuativamente il mantenimento della distanza di sicurezza, fatto salvo per i bambini di età inferiore a sei anni, per i soggetti con forme di disabilità o con patologie non compatibili con l’uso continuativo dei dispositivi di protezione individuale;

– a questo scopo possono essere utilizzate mascherine di comunità, monouso o lavabili, anche autoprodotte, in materiali multistrato idonei a fornire una adeguata barriera e, al contempo, che garantiscano comfort e respirabilità, forma e aderenza adeguate che permettano di coprire dal mento al di sopra del naso; l ‘utilizzo delle mascherine di comunità si aggiunge alle altre misure di protezione finalizzate alla riduzione del contagio (come il distanziamento fisico, l’igiene costante e accurata della mani) che restano invariate e prioritarie;

– è mantenuto il divieto di ingresso ai visitatori in tutte le strutture pubbliche, private, convenzionate ed equiparate del servizio sanitario nazionale e nelle strutture socio-assistenziali (RSA, RA, RAF) salvo i casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura;

– non possono riaprire centri benessere, termali (eccetto quelli che erogano prestazioni incluse nei livelli essenziali di assistenza), culturali e sociali;

– gli orari di apertura e le modalità di accesso ai cimiteri, parchi e giardini sono definiti dalle Amministrazioni comunali;

– sono consentite per i proprietari ed affidatari, nel rispetto della normativa vigente, le attività allenamento ed addestramenti di animali nelle strutture di ricovero e custodia;

– è consentito il servizio di custodia di animale d ‘affezione e le attività che riguardano le adozioni.




Riparti Piemonte: confronto Regione-Comune di Torino

Il Consiglio ha invitato il sindaco di Torino per un’audizione sulle misure del Riparti Piemonte e per un confronto con il Comune e la Città metropolitana. Così oggi Chiara Appendino ha partecipato alla Prima Commissione per le consultazioni sul Ddl 95.

Un incontro che, come ha spiegato il presidente della Prima Carlo Riva Vercellotti, “si è svolto sulla base del rispetto tra istituzioni e del dialogo. Le osservazioni del primo cittadino e quelle giunte dalle autonomie locali del Piemonte sono molto utili e saranno tenute nella giusta considerazione nel dibattito in corso”.

La sindaca ha ringraziato per la celerità con cui sono stati approvati dal Consiglio regionale i bonus per le categorie economiche, “in un momento complesso per la tenuta sociale dei nostri territori”. Appendino si è detta infatti preoccupata per le nuove povertà e ha espresso il timore “che le città possano trasformarsi in bombe sociali”. Per questo ha chiesto alla Regione di incrementare i fondi nazionali sui “Buoni spesa”, in modo da poter meglio gestire le emergenze che si stanno verificando in molti nuclei familiari. Un problema che riguarda anche il pagamento degli affitti, “e che dobbiamo risolvere se non vogliamo assistere al boom degli sfratti e a dover inserire in un percorso di edilizia pubblica già complicato nuove famiglie”.

Appendino si è detta poi concorde sull’obiettivo di rilanciare l’urbanistica, ma ha manifestato alcune perplessità tecniche sulle norme all’esame del Consiglio regionale. In particolare si è detta preoccupata che la riduzione del costo degli oneri sociali possa scaricarsi sui Comuni, e ha chiesto che si definiscano procedure sull’utilizzo del fondo regionale in grado di scongiurare questa possibilità. Perplessità anche su alcune nuove regole per semplificare gli appalti, “che rischiano di rallentarli perché potrebbero essere oggetto di ricorsi”.

Le procedure delle consultazioni in Commissione non prevedono un dibattito tra consultato e consiglieri, che possono solo fare domande. Il capogruppo di Fi Paolo Ruzzola ha tenuto però a rassicurare la sindaca di Torino sulla volontà di dare risposte nel dibattito consiliare ai temi da lei toccati: “Stiamo verificando con la Cassa depositi e prestiti la possibilità di incrementare le risorse per l’edilizia pubblica”.

Apprezzamento per la concretezza dell’intervento della sindaca di Torino è stato espresso da Alberto Preioni, capogruppo della Lega, che ha auspicato che sia un buon viatico per il confronto in Commissione e in Aula.

Domande sono state poste da Valter Marin (Lega), Mario Giaccone (Monviso), Marco Grimaldi (Luv), Daniele Valle e Diego Sarno (Pd).




Torino. Piano straordinario di occupazione suolo pubblico per il rilancio della città

Questa mattina la Giunta Comunale – a seguito della grave situazione emergenziale creata dal Covid 19 che ha imposto misure restrittive che impattano sull’economia cittadina – su proposta dell’assessore al Commercio, Turismo, Attività Produttive e Sviluppo Economico Alberto Sacco, di concerto con l’assessore al Bilancio, Tributi, Personale, Servizi Demografici Sergio Rolando, ha approvato un piano straordinario di occupazione del suolo pubblico.

 

Per far fronte alla necessità che la ripresa delle attività avvenga nel modo più semplice e veloce possibile, l’Amministrazione ha quindi deciso di offrire, in via straordinaria e temporanea, in deroga alla normativa vigente, la possibilità per la maggior parte degli esercizi di ampliare la superficie destinata alla clientela, usufruendo dello spazio pubblico, in modo tale da evitare che la necessità del mantenimento delle misure di distanziamento sociale si ripercuota sul volume di affari, minando la sostenibilità economica delle aziende.

 

Con il nuovo provvedimento tutti gli operatori economici che dispongono di locali che si affacciano sulla strada e che hanno una superficie lorda complessiva inferiore a 250 metri quadrati potranno occupare davanti al loro esercizio – anche se separato dalla viabilità e rispettando le condizioni di sicurezza previste dal Codice della strada – il suolo pubblico in misura congrua e comunque non superiore a 60 metri quadrati. Il rispetto del requisito relativo alla superficie massima del locale non è richiesto per gli esercizi pubblici di somministrazione di alimenti e bevande.

 

L’occupazione straordinaria del suolo pubblico sarà consentita sino al 30 novembre 2020 e gli esercenti non saranno soggetti al pagamento della COSAP.

 

Per poter ampliare la propria attività su suolo pubblico sarà sufficiente inoltrare una comunicazione tramite PEC con la quale il titolare dell’attività indicherà le finalità, l’estensione e le modalità dell’occupazione e, sotto forma di Dichiarazione Sostitutiva di atto di notorietà (rilasciata ai sensi dell’art.47 del D.P.R. 445/2000), assicurerà l’osservanza delle norme di legge, la garanzia del rispetto delle esigenze di mobilità per le persone con disabilità e la piena salvaguardia dei diritti di terzi, sollevando così la Città da ogni responsabilità.

La ricevuta della Pec sarà sufficiente per occupare il suolo pubblico. L’esercente però dovrà conservare nella sede in cui l’attività è esercitata copia della comunicazione inoltrata nonché atto scritto che attesti il nulla osta all’occupazione del suolo da parte degli esercizi e degli stabili ubicati in un diverso condominio eventualmente confinanti con l’attività.

 

Lo stesso procedimento semplificato e temporaneo potrà essere utilizzato anche dai titolari di un pubblico esercizio di somministrazione di alimenti e bevande che potranno occupare il suolo pubblico, nella stessa misura massima di 60 metri quadrati, o ampliare nella stessa misura l’occupazione del suolo pubblico oltre alle aree già concesse per allestimento di dehors. Anche in questi casi l’occupazione sarà consentita sulla base di una Comunicazione da inoltrare a mezzo PEC in analogia a quanto suindicato.

 

Il provvedimento introduce, inoltre, una disposizione tesa a semplificare il procedimento per il rilascio di concessione per nuovi dehors della tipologia D1 o D2 ai sensi del Regolamento Comunale in materia vigente prevedendo che l’istruttoria conseguente all’istanza formale di concessione di occupazione suolo pubblico, possa essere sostituita dalla presentazione, in allegato all’istanza, della dichiarazione – a firma di un professionista abilitato – che attesti la piena rispondenza del progetto (che comunque dovrà essere allegato nella sua forma grafica, a tutte, nessuna esclusa, le prescrizioni contenute nelle Norme Tecniche – Allegato A al Regolamento Comunale n. 388).

 

Inizialmente, vista la natura sperimentale della procedura, la Polizia Municipale effettuerà controlli diffidando l’operatore commerciale a sanare immediatamente eventuali irregolarità. Successivamente, gli agenti effettueranno un ulteriore sopralluogo e, nel caso permangano irregolarità, sanzioneranno gli esercenti e ne daranno comunicazione agli uffici competenti per i provvedimenti di loro competenza.

 

 

 

 




CNA Benessere Piemonte: “Flessibilità per gli orari e riapertura non oltre il 25 maggio”

Il settore piemontese del Benessere della CNA è pronto a riaprire e alla vigilia della ripresa, arriva un appello: “Non fateci andare oltre il 25 maggio. Siamo già pronti, i protocolli garantiscono sicurezza per titolari, clienti e dipendenti, ma le nuove procedure allungheranno i tempi e ci consentiranno di svolgere solo metà del lavoro precedente”.

 

Da una presa di posizione a livello nazionale fino alle specificità regionali, tutto il settore si mobilita. In prospettiva per tutti si delinea un’attività al 60% rispetto agli standard pre-covid e le liste di attesa si allungano.

 

“Non possiamo attendere oltre – spiegano Giuseppe Sciarrino presidente regionale della CNA per il settore acconciatura e Monica Percelsi per l’estetica – le strutture sono state sanificate e i clienti ci stanno dando fiducia chiedendo appuntamenti. Con le nuove regole, però, rischiamo di allungare eccessivamente i tempi di attesa per le nuove richieste”.

 

“Il 25 maggio per noi è una data limite”, ha spiegato Sciarrino, mentre Percelsi ha aggiunto: “Noi siamo molto attrezzati per il lavoro in sicurezza e non ci sono motivi, anche alla luce dei nuovi protocolli, di attendere oltre”.

 

Ma se le linee guida individuate dall’Inail e dall’Istituto superiore di sanità per il contenimento del rischio di contagio nei saloni di acconciatura e nei centri estetici non rappresentano un ostacolo alla riapertura, il problema è l’impatto sull’organizzazione e sui tempi di attesa per i clienti e di lavoro per titolari e dipendenti.

 

“L’adozione delle misure indicate potrebbe comportare, tuttavia, un aggravio dei costi per gli operatori mentre la necessità di rispettare le disposizioni in materia di distanziamento richiederà una maggiore flessibilità organizzativa – spiega il vertice nazione di CNA Benessere e Sanità -. Gli orari di apertura e di lavoro dovranno consentire il recupero di una normale capacità di accoglienza giornaliera”.

 

“Penso che questo potrebbe portare dei cambiamenti anche in senso collaborativo per il settore degli acconciatori, cercando di aggregare realtà più piccole per riorganizzarsi in spazi più ampi e conseguentemente costosi”, ha aggiunto Sciarrino.

 

E da qui parte un appello agli enti locali.  “In questa fase saranno molto importanti, pertanto, da un lato la collaborazione delle amministrazioni municipali che dovranno concedere una maggiore libertà di orario, dall’altro una più ampia disponibilità da parte di dipendenti e collaboratori delle imprese a orari di lavoro diversificati su un arco temporale più ampio e sulla base delle esigenze organizzative delle imprese.  Tali raccomandazioni devono rappresentare il perimetro all’interno del quale le Regioni possano eventualmente intervenire in termini di maggiore flessibilità alla luce delle esigenze territoriali e dell’evoluzione dei contagi. Siamo consapevoli che si tratta di un passo necessario per riavviare le attività che va però considerato applicabile per un tempo definito e, auspicabilmente, il più breve possibile”, aggiunge CNA Benessere.




I servizi del Mip per i cinque vincitori del bando “Imprenditori in Collegno”

Sarà il servizio Mip-Mettersi in proprio, gestito dalla Città metropolitana di Torino per conto della Regione Piemonte, ad accompagnare i cinque giovani neoimprenditori, vincitori del bando “Imprenditori in Collegno”, nello sviluppo dei loro progetti fino alla validazione del business plan e poi nella prima fase dell’attività.

I cinque vincitori, con le loro proposte, che compongono la graduatoria approvata dall’amministrazione comunale collegnese, sono: Amerigo De Troia, con un’attività di jeanseria artigianale con caratteristiche di ecosostenibilità; Alessia Lenci, con una cantina vinicola urbana per produrre e commercializzare vini; Elisa Dosio e la sua erboristeria con annesso studio per attività di riflessologia; Mauro Grande, con un portale dell’attività sportiva amatoriale attraverso il quale scegliere la propria disciplina preferita; Sharon Garoglio, che ha ideato un centro multidisciplinare, costituito da vari professionisti della riabilitazione, per bambini con problemi di apprendimento.

I progetti e i loro autori sono stati presentati stamattina durante una teleconferenza, alla quale hanno partecipato anche il sindaco e il vicesindaco di Collegno, Francesco Casciano e Antonio Garruto, e il consigliere metropolitano con delega alle attività produttive Dimitri De Vita.

“Mi complimento con i vincitori e faccio loro i miei migliori auguri” ha detto De Vita, sottolineando la vivacità del Comune di Collegno nel campo delle politiche attive del lavoro e del sostegno all’autoimprenditorialità, e la costante sinergia con la Città metropolitana e il suo ruolo di propulsore dello sviluppo economico del territorio.

La validazione del business plan operata dal Mip sarà indispensabile per l’ammissione al contributo economico, che ammonta a 7000 euro per ogni vincitore. La consegna del business plan dovrà avvenire entro il 30 settembre 2020 – ma probabilmente i termini saranno prorogati a causa dell’emergenza sanitaria – all’Ufficio Politiche del lavoro del Comune di Collegno.

 




Confagricoltura si congratula per l’elezione di Gian Paolo Coscia

Il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia ha inviato un messaggio di felicitazioni a Gian Paolo Coscia, eletto oggi presidente di Unioncamere Piemonte.

È la prima volta che un rappresentante di Confagricoltura viene scelto per guidare il sistema delle imprese piemontesi: è una nomina che fa onore a Coscia e che ci rende orgogliosi come agricoltori”, ha dichiarato Allasia. “Siamo certi che Coscia saprà ben operare per rafforzare il sistema camerale piemontese e supportare le attività produttive in un momento difficile per l’economia e per il Paese”.

Gian Paolo Coscia, imprenditore agricolo, titolare dell’azienda cerealicola “Cascina Opera di Valenza”, nell’agro di Alessandria e Montecastello, dal 2013 alla guida dell’ente camerale di Alessandria è Cavaliere dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana” è stato presidente di Confagricoltura Alessandria (dal marzo 2004 al marzo 2013), di Confagricoltura Piemonte e componente del comitato direttivo nazionale di Confagricoltura (dal giugno 2011 al giugno 2017).