Irma Dianzani è stata eletta nuovo presidente del CTS di IRES Piemonte

Professoressa ordinaria di Patologia generale presso il Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università del Piemonte Orientale, Irma Dianzani condivide l’impegno dell’Ateneo nell’Istituto di Ricerche Economico Sociali del Piemonte insieme alla professoressa Roberta Lombardi (DIGSPES, UPO), membro del Comitato Tecnico Scientifico, e al professor Alessandro Carriero (DIMET, UPO), attualmente nel Consiglio di amministrazione di IRES.

IRES PIEMONTE è un ente di ricerca regionale che annualmente redige la relazione sull’andamento socioeconomico e territoriale del Piemonte. Le analisi dei ricercatori IRES aiutano a capire più a fondo i principali fenomeni socioeconomici e territoriali della Regione Piemonte, costituendo un utile strumento conoscitivo per decisori pubblici e cittadini.

La nomina della professoressa Irma Dianzani sottolinea il coinvolgimento sempre crescente dell’Università del Piemonte Orientale nelle dinamiche socio-culturali ed economiche della Regione.




Premio giovediscienza futuro e premio industria 4.0: uniti per il futuro della ricerca

L’attualità di questi giorni porta in evidenza il fatto che scienza e ricerca siano sempre di più risorse importanti per il futuro. Sostenerne gli sforzi e fornire ai ricercatori spazi, strumenti e risorse adeguate diventa molto importante per formare un solido e competitivo ecosistema innovativo per l’economia italiana.

Forti di questa convinzione CentroScienza Onlus con Camera di commercio di Torino, Unicredit, gli Incubatori di impresa degli Atenei piemontesi 2i3T, I3P, Enne3, il Club degli Investitori e Cariplo Factory valuteranno i progetti presentati e decreteranno i vincitori dei due premi – Premio GiovedìScienza Futuro e Premio Industria 4.0.

Da 9 anni l’associazione torinese CentroScienza Onlus organizza il Premio GiovedìScienza, dedicato ai ricercatori under 35 di tutti gli enti di ricerca italiani. Il premio è nato nel 2011 per incoraggiare i protagonisti della ricerca alla comunicazione della scienza, per offrire loro risorse e strumenti per divulgare le proprie ricerche.

Le 64 candidature giunte quest’anno sono state valutate da 101 referees in base al merito scientifico e tra loro il comitato di selezione individuerà il vincitore del Premio GiovedìScienza Futuro, dedicato ai ricercatori che hanno presentato – oltre al progetto scientifico – uno studio di fattibilità e il vincitore del Premio Industria 4.0, rivolto ai candidati che, oltre al progetto scientifico, abbiano sviluppato anche una proposta progettuale inserita in questo ambito.

“In momenti di grande cambiamento come quelli che stiamo vivendo la ricerca scientifica può essere la risposta ad alcuni bisogni della collettività. Il supporto dell’ecosistema dell’innovazione è molto importante – dichiara Silvio Aime, Presidente dell’Incubatore d’impresa dell’Università di Torino 2i3T – per aiutare i ricercatori ad approcciare una realtà che richiede, anche per chi ha solide basi scientifiche, di saper comunicare al fine di coinvolgere gli stakeholder sia pubblici che privati al fine di dotarsi delle risorse necessarie per l’avanzamento delle attività.

Il trasferimento di conoscenza è ancora trainato da interventi pubblici ma sempre più il settore privato rivolge le proprie attenzioni ed interagisce con gli Enti Pubblici di Ricerca per garantirsi l’accesso all’innovazione, guardando anche all’opportunità di poter intercettare competenze ed interagire con i giovani.

Gli Incubatori d’ impresa supportano i ricercatori che si affacciano in questo scenario sempre più competitivo fornendo loro gli strumenti necessari per realizzare e sviluppare i loro progetti; sempre più lo spirito di iniziativa e l’imprenditorialità sono elementi imprescindibile per chi si trova a pianificare un progetto di ricerca, che richiede anche le capacità di: valorizzare e tutelare la conoscenza generata, valutare i costi, gestire il capitale umano, negoziare, relazionarsi e comunicare, con un sistema economico dinamico che richiede il presidio anche di queste abilità per traguardare ad un futuro in cui la collaborazione tra Ricerca ed Impresa sia sempre più diffusa.”

La 34a edizione di GiovedìScienza è ideata e organizzata dall’Associazione CentroScienza Onlus, promossa dalla Città di Torino e dalla Regione Piemonte, con il patrocinio della Città metropolitana di Torino.

Sostenuta dalla Compagnia di San Paolo. Con il contributo di: Fondazione CRT, Banca d’Alba, Camera di commercio di Torino, UniCredit. GiovedìScienza è realizzato in collaborazione con: Università degli Studi di Torino, Politecnico di Torino, Accademia delle Scienze di Torino e Ce.Se.Di della Città metropolitana di Torino.

Il Premio GiovedìScienza si svolge in collaborazione con gli Incubatori di impresa degli Atenei piemontesi 2i3T, I3P, Enne3 e con il Club degli Investitori e Cariplo Factory.
L’iniziativa si svolge nell’ambito del Sistema Scienza Piemonte
Social Media Partner Torinoscienza.




Tribunale unificato brevetti, Marsiaj (UI Torino): “Il bene del Paese prevalga”

Il Tribunale Unificato dei Brevetti rappresenta una grande opportunità per un Paese chiave nella registrazione di brevetti come l’Italia”.

Così Giorgio Marsiaj, Presidente dell’Unione Industriale di Torino, sulla presentazione della candidatura per ospitare la divisione centrale del TUB (Tribunale Europeo Unificato dei Brevetti) specializzata in chimica, farmaceutica e life sciences, che a seguito della Brexit non sarà più mantenuta a Londra, mentre le controversie in materia di ingegneria meccanica ricadono sotto la giurisdizione della sede di Monaco di Baviera e tutti gli altri casi sotto quella di Parigi.

“Deve prevalere una visione di lungo periodo e di interesse generale: collocare in Italia la sede del Tribunale rappresenterebbe una vittoria per l’intero Paese che porterebbe ricadute certe sulla ripresa dell’economia anche del nostro territorio. Per questo motivo serve un lavoro di squadra che porti alla presentazione di una proposta vincente e condivisa – dichiara Marsiaj – . L’Unione Industriale di Torino sta dialogando con i principali stakeholder del territorio per trovare le migliori soluzioni che garantiscano positive ricadute per la nostra comunità”.




Confagricoltura: Giansanti acclamato presidente, il piemontese Luca Brondelli di Brondello confermato componente della Giunta esecutiva

l’assemblea generale di Confagricoltura ha confermato per acclamazione Massimiliano Giansanti alla carica di presidente.

Unico candidato, guiderà la più longeva organizzazione professionale agricola per il prossimo quadriennio. Romano, 46 anni, Giansanti è presidente di Agricola Giansanti srl e amministratore del Gruppo aziende agricole Di Muzio, con imprese agricole nelle province di Roma, Viterbo e Parma.

Da un mese è anche vicepresidente del Copa, il Comitato delle organizzazioni agricole europee.

L’assemblea ha anche eletto i nove componenti della Giunta, confermando nell’incarico il piemontese Luca Brondelli di Brondello: 56 anni, sposato, due figli, conduce l’azienda agricola e agrituristica “Tenuta Guazzaura” a Serralunga di Crea (Alessandria) di 160 ettari di superficie, dove coltiva cereali, foraggere e vigneti.

Luca Brondelli di Brondello è stato presidente dell’Anga (Giovani di Confagricoltura) di Alessandria e dell’Anga Piemonte. Attuale presidente di Confagricoltura Alessandria, dal 2014 è presidente di Enapra, l’ente di formazione e aggiornamento professionale di Confagricoltura e dal 2017 è componente della Giunta nazionale di Confagricoltura.

Completano il nuovo esecutivo nazionale di Confagricoltura  Lamberto Frescobaldi, presidente dell’omonima azienda vitivinicola toscana e consigliere dell’Accademia dei Georgofili;  Filippo Schiavone, cerealicoltore, presidente di Confagricoltura Foggia, già vicepresidente dei Giovani Agricoltori Anga e attuale componente del Consiglio di amministrazione di Mutua Fima, nonché vicepresidente della Camera di commercio di Foggia; Marco Caprai, vitivinicoltore, già presidente di Confagricoltura Umbria; Giordano Emo Capodilista, imprenditore vitivinicolo, vicepresidente di Confagricoltura Veneto, già presidente del Consorzio Vini Colli Euganei Doc; Sandro Gambuzza, siciliano, operante nei comparti orticolo e olivicolo, già presidente di Confagricoltura Ragusa e della Camera di Commercio di Ragusa, attuale presidente di SAC spa (aeroporto internazionale di Catania) e consigliere della Camera di Commercio del Sud Est della Sicilia; Matteo Lasagna, imprenditore zootecnico, già presidente di Confagricoltura Mantova e di Confagricoltura Lombardia, consigliere di Confidi Systema; Giovanna Parmigiani, imprenditrice zootecnica, già vicepresidente di Confagricoltura Piacenza e presidente della Federazione Nazionale di Prodotto di Allevamenti Suini, è consigliere del Consorzio dei Salumi tipici piacentini; Rosario Rago, imprenditore orticolo specializzato nelle IV gamma, vicepresidente di Confagricoltura Salerno e di Confagricoltura Campania.

 




Il CSI Piemonte vince lo smartphone d’oro

Il CSI Piemonte ha vinto lo Smartphone d’Oro, il primo premio italiano dedicato alla comunicazione e informazione pubblica digitale.

Promosso dall’Associazione PA Social, il premio è stato ideato per premiare le realtà pubbliche che ogni giorno lavorano sulle varie piattaforme digitali, per offrire ai cittadini un ulteriore canale di comunicazione efficace e immediato.

L’evento di premiazione si è tenuto il 3 dicembre in diretta sui canali Facebook, YouTube, LinkedIn di dell’Associazione e ha visto protagonista il mondo di enti e aziende pubbliche e della comunicazione e informazione.

Lo Smartphone d’Oro è stato assegnato dopo un percorso di candidature e votazioni, partito ad aprile e chiuso lo scorso 24 novembre. Una serie di step che hanno visto la candidatura di 63 tra enti e aziende pubbliche di tutta Italia e coinvolto la Giuria Scientifica, il voto popolare, il voto dei soci, attraverso vari strumenti, in particolare la App e i canali social di PA Social.

Il CSI ha vinto in particolare il premio nella categoria “servizi pubblici” per la sua capacità di divulgazione e di comunicare in modo semplice concetti complessi, realizzando un video in cui ha raccontato tutto il lavoro realizzato sulla comunicazione digitale a partire dal 2019. Una piccola rivoluzione per il Consorzio.

“Nel 2019 avevamo di fronte una sfida”, ha spiegato Maurizio Gomboli, dal 2018 responsabile Comunicazione integrata del CSI. “Stava nascendo il “nuovo CSI” e stava cambiando il nostro modo di lavorare. Era importante quindi cambiare anche il modo in cui ci raccontavamo all’esterno. Per farlo abbiamo individuato ciò che dà valore al Consorzio: affidabilità, esperienza e professionalità. Su questi temi abbiamo basato la nostra nuova comunicazione integrata, che ha raccontato il nostro lavoro attraverso la voce e le storie delle tante persone che lavorano in CSI. Il premio di oggi ci riempie di orgoglio e ci conferma che il percorso intrapreso è quello giusto, grazie anche a una squadra che si avvale di grandi professioniste”.

Tutto infatti è partito con la rivisitazione del logo aziendale che doveva esprimere la nuova immagine del Consorzio, in cui semplicità e flessibilità erano i nuovi principi fondanti e con il nuovo pay off “your digital partner” che sintetizzava questa visione.
Il sito è stato completamente riprogettato, secondo una strategia di comunicazione che si concentra sulle persone e su un approccio più narrativo. È stata data la parola a chi lavora in azienda, chiedendo ad alcune persone di raccontare il loro proprio lavoro e anche qualcosa di sé.

Il linguaggio tecnico, tipico per una realtà aziendale come il CSI, è diventato protagonista di un glossario per tutti. Per rappresentare invece in modo immediato le attività, sono state create delle infografiche con curiosità e numeri, rendendo così la tecnologia meno fredda e rivelando anche il lato umano del lavoro.

Anche sui canali social è stato fatto un grande lavoro. Ogni giorno vengono postati contenuti sempre diversi, con una grafica personalizzata e un tono di voce meno istituzionale e più “pop”. E poi ci sono i cosiddetti “evangelist”, dipendenti dell’azienda che attraverso i social fanno conoscere idee e progetti del CSI, condividendoli anche tra i loro contatti.

“Oggi il CSI sta diventando qualcosa di più di una azienda informatica”, ha aggiunto Pietro Pacini, Direttore Generale del CSI. “Il payoff che abbiamo ideato con il nuovo logo, “your digital partner”, rappresenta bene questa evoluzione, che a progetti e servizi sempre più facili, veloci e vicini alle persone, offre ai nostri clienti la possibilità di poter contare anche su efficaci progetti di comunicazione efficaci. Penso alle campagne di comunicazione che abbiamo realizzato per la Città di Torino nel 2019, per il portale dei servizi di “TorinoFacile”, e per l’Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte quest’anno, per far conoscere il mondo dei nuovi servizi sanitari on line. L’obiettivo è quello di confermarci, raggiungendo un sempre maggior numero di clienti”.




In Regione si preparano i concorsi

C’è un grande lavoro da parte degli uffici per far partire tutti i concorsi, in modo da dotare la Regione del personale che manca”. Queste le parole dell’assessore regionale al personale Marco Gabusi nell’audizione odierna in prima Commissione, presieduta da Carlo Riva Vercellotti, sul bilancio di previsione 2021/23.

I concorsi, che per il rispetto delle norme anticovid rischiano tempi prolungati per prove e colloqui, riguardano tempi determinati (per coprire urgentemente i vuoti di organico più evidenti) e tempi indeterminati sia nelle categorie dei funzionari, sia nella dirigenza.
L’assessore al personale ha parlato per le sue competenze di un bilancio sostanzialmente in continuità con il 2020, se non per una ridefinizione in corso dei costi delle funzioni nei trasferimenti alle province sui servizi di polizia provinciale e ambientali.
In prima Commissione sono anche intervenuti gli assessori Chiara Caucino e Fabrizio Ricca.

In tema di pari opportunità, Caucino ha evidenziato come i fondi per sostenere le azioni in sede giudiziaria delle donne vittime di violenza e i loro figli, siano rimasti inalterati nel trend storico (350 mila euro). L’impegno è provare ad aumentarli e costituire un tavolo, aperto ai consiglieri di maggioranza e opposizione, per migliorare il regolamento di applicazione della legge.

Di continuità con il bilancio 2020 ha parlato anche l’assessore Fabrizio Ricca sui temi delle partecipate e della polizia locale. Gli stanziamenti sono in linea con quelli dell’anno scorso. 500 mila euro verranno utilizzati per i corsi di formazione per gli operatori di polizia locale. Anche nel 2021, come l’anno scorso, i corsi si terranno in modalità telematica per i problemi legati all’epidemia.
Con i tre assessori hanno interloquito, oltre al presidente Riva Vercellotti, i consiglieri Diego Sarno (Pd), Marco Grimaldi (Luv), Silvio Magliano (Moderati), Sean Sacco e Sarah Disabato (M5s), Francesca Frediani (M4o).




In grande aumento i danni da cinghiali: Confagricoltura e CIA incontrano Protopapa e Zoccola

Il problema ungulati si ripresenta ogni anno nelle nostre campagne, quest’anno ancor di più a causa della pandemia da Covid-19 che ha limitato l’attività venatoria durante il primo lockdown e favorito il proliferare delle varie specie.

Sono, infatti, numerose le segnalazioni che arrivano agli uffici e ai tecnici di Confagricoltura e CIA Alessandria relativamente a danni alle colture ad opera di cinghiali in primo luogo, ma anche in una certa misura di caprioli, nutrie e corvidi. Da non sottovalutare la presenza del lupo.

Per quanto concerne la dislocazione delle segnalazioni, l’Ovadese ha il triste primato da anni, ma i livelli di allarme della Val Cerrina, del Tortonese e del Novese si possono definire altrettanto preoccupanti. Anche la pianura alessandrina e l’Acquese possono dirsi in condizioni non migliori degli altri centri zona.

Vista l’allarmante condizione in cui versano le nostre campagne per l’aumentare dei danni da ungulati, al fine di fare fronte comune tra i vari attori coinvolti, Confagricoltura e CIA Alessandria hanno incontrato ieri a Palazzo Ghilini in Alessandria l’assessore regionale all’agricoltura Marco Protopapa e il consigliere provinciale con delega alla Caccia Stefano Zoccola.

“La frustrazione e l’esasperazione tra gli agricoltori sono alle stelle in quanto vedono i loro raccolti distrutti, con scarse possibilità di ottenere un risarcimento dei danni. Per un’interpretazione discutibile della normativa comunitaria, la Regione Piemonte così come le altre Regioni d’Italia nel 2015 ha equiparato il risarcimento dei danni a un contributo che come tale è soggetto alla normativa sugli aiuti di Stato che fissa un tetto di 25mila euro in tre anni per questo tipo di interventi” chiariscono il presidente di Confagricoltura Alessandria Luca Brondelli e il presidente di CIA Alessandria Gian Piero Ameglio.

In conferenza Stato Regioni – secondo le due associazioni agricole – occorre lavorare perché i danni da fauna selvatica non siano più pagati agli imprenditori in regime de minimis, ma si torni alla forma antecedente il 2015, considerandoli come risarcimenti per le perdite subite di prodotti agricoli.

“Una riflessione importante riguarda anche il numero dei cacciatori, in continua diminuzione. Dal momento che vi è una riduzione delle entrate regionali derivanti dal pagamento della quota per il tesserino venatorio, che solitamente vengono impiegate per il risarcimento dei danni agli agricoltori, come si pensa di ristorarli in futuro?” aggiungono i direttori provinciali Cristina Bagnasco (Confagricoltura) e Paolo Viarenghi (CIA).

Inoltre, vi è grande preoccupazione per la diffusione della peste suina africana, di cui i cinghiali sono vettori, come purtroppo è già dimostrato in molte aree del Nord Europa.
A ciò si aggiunge la forte crescita degli incidenti stradali. Sono, infatti, aumentati i casi di cronaca, con morti sulle strade. Lo confermano anche i numeri: soltanto i cinghiali, ad esempio, nel nostro Paese sono passati da 900mila capi nel 2010 a quasi due milioni di oggi (+111%), con un trend in continuo aumento.

“Occorre rendersi conto della situazione e affrontare il problema con senso di responsabilità, prima che si arrivi ad un punto di non ritorno – concludono i Presidenti di Confagricoltura e CIA – anche perché ogni anno abbiamo oltre 5.000 segnalazioni di danni alle colture in Piemonte e più di 1.100 incidenti stradali, alcuni dei quali purtroppo mortali”.
Durante l’incontro sono state affrontate a latere altre problematiche che affliggono il settore agricolo quali la questione del ricondizionamento dei pozzi irrigui e il nuovo applicativo dell’UMA.

Protopapa per l’ambito regionale e Zoccola per quello provinciale hanno ascoltato le istanze delle due Organizzazioni agricole, si sono resi disponibili per affrontare nelle loro sedi la questione e si faranno portavoce a livello nazionale di quest’annoso problema.
L’Assessore regionale, infine, si è preso l’impegno di recepire e valutare attentamente i dati sull’ultima stagione venatoria piemontese, al fine di elaborare nuove strategie di intervento.




CCIAA: Il territorio di Alessandria e Asti: boom dell’export nel 1° semestre 2021

Con la riforma del sistema camerale, a quasi un anno dalla nascita della nuova Camera di commercio di Alessandria – Asti, sono numerose le iniziative e i progetti avviati sui territori delle due province. 

La nuova Camera di commercio alla data del 30 giugno 2021 conta oltre 65.000 aziende iscritte al Registro delle Imprese, il 15,2% del tessuto imprenditoriale regionale e l’1,07% di quello nazionale. Il tessuto imprenditoriale assorbe oltre 171.000 lavoratori di cui 48.000 in qualità di collaboratore familiare e 123.000 in qualità di addetti subordinati. 

La struttura aziendale è molto parcellizzata, con il 70,6% delle aziende che ha al massimo un addetto, il 29% che si colloca nella fascia da 2 a 49 addetti e soltanto lo 0,5% che ha da 50 addetti in su.

Il “peso” della componente di piccole e medie imprese è molto importante, non solo in Italia, ma anche all’interno dello scenario economico e produttivo internazionale. Emerge infatti che nell’area dell’OCSE (37 Paesi distribuiti in vari continenti), le PMI sono i principali motori della produttività in molte aree e regioni e rappresentano circa il 60% dell’occupazione complessiva e tra il 50% e il 60% del valore aggiunto prodotto.

Se da un lato la struttura imprenditoriale medio piccola ha dimostrato una maggiore capacità di adattamento e di flessibilità nel lungo periodo di crisi congiunturale che ha caratterizzato l’economia del nostro Paese, dall’altro lato la dimensione medio-piccola può essere un fattore di debolezza in quanto le imprese hanno minore capacità di controllo dei mercati, sono più vulnerabili ai processi evolutivi in atto, hanno più difficoltà ad attuare significativi processi di innovazione e a raggiungere volumi produttivi sufficienti a coprire la domanda internazionale.

Sotto il profilo settoriale emerge la seguente distribuzione imprenditoriale:

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                             Fonte: Elaborazione Camera di commercio di Alessandria-Asti su dati Infocamere

Le imprese che operano nel settore agricolo sono poco più di 13.300 e rappresentano circa il 20% del totale, quasi il doppio rispetto alla media regionale e nazionale che si attesta intorno al 12%. La vitivinicoltura è il settore più rilevante con circa 4.800 imprese e impiega circa il 38% dei lavoratori complessivi del comparto.

A seguito dell’aggregazione, il territorio di competenza della Camera di commercio di Alessandria-Asti comprende il 59% della superficie vitata e della produzione di vino del Piemonte (superando la provincia di Cuneo). La superficie coltivata a vite delle due province, con riferimento all’anno 2020, è pari a 24.710 ettari. La produzione totale di uva supera i 2 milioni 100 mila quintali, corrispondenti a una produzione vinicola di oltre 1 milione e 500 mila ettolitri, il 59% della produzione piemontese. 

 Ciò che caratterizza in particolare il distretto aggregato è l’elevata qualità, con oltre il 76% della produzione rappresentata da vini DOC e DOCG. Sono 10 le DOCG e 20 le Doc dell’area che spaziano dalla Barbera al Gavi, dal Grignolino al Cortese, dal Moscato alla Freisa e che fanno della Camera di commercio di Alessandria-Asti la prima in Italia in tema di vitivinicoltura.

Produzione vitivinicola Alessandria – Asti annata 2020
   Vini DOC

e DOCG

Vini da tavola totale
Superficie (ha)  21.012 3.698 24.710
Produzione uve (q)  1.620.920 507.144 2.128.064
Produzione vinicola (hl)  1.151.726 363.576 1.515.302

Fonte: Elaborazione Camera di commercio di Alessandria-Asti su dati Istat e Regione Piemonte – anagrafe unica delle aziende agricole

La vitivinicoltura caratterizza le due province non soltanto sul piano economico, ma anche sotto il profilo della cultura, delle tradizioni e della caratterizzazione del paesaggio. Nel 2014 l’area del Monferrato (che si sviluppa tra Alessandria e Asti), con le Langhe ed il Roero, è entrata a far parte della World Heritage List Unesco. Il riconoscimento al “Paesaggio vitivinicolo del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato” ha inteso tutelare l’insieme geografico-sociale e culturale di una zona tra le più integre d’Italia, dove da secoli il territorio viene plasmato dall’uomo e dalla coltivazione della vite. 

Il valore aggiunto prodotto dal settore agricolo nel 2018 (ultimo dato disponibile), pari 424,2 milioni di euro, rappresenta soltanto il 2,6% del totale e risulta particolarmente contenuto se rapportato al fatto che le imprese agricole costituiscono un quinto dell’intero sistema imprenditoriale. Le motivazioni sono differenti. La redditività in agricoltura è condizionata da molteplici fattori che spesso sfuggono al controllo degli imprenditori. Il mercato è instabile e i prezzi dei prodotti non sono sufficientemente remunerativi poiché risentono degli effetti della globalizzazione, della forte concorrenza di vecchi e nuovi esportatori, dell’evoluzione dei consumi, delle sperequazioni all’interno della filiera (cresce il potere contrattuale della catena distributiva a scapito della componente agricola e di quella della trasformazione). Anche i cambiamenti climatici hanno effetti rilevanti in tal senso.  

Il settore agroalimentare ed enologico riveste un ruolo di primo piano, non solo in ambito agricolo, ma anche in quello manifatturiero. Sono oltre 850 le imprese dell’agroindustria a cui si aggiungono, ragionando in termini di filiera, le imprese del comparto dell’enomeccanica e quelle di installazione e manutenzione macchine, per un totale di 1.700 aziende e oltre 12.000 addetti. Va ricordato che in provincia di Asti, nell’area a Sud di Asti, si è sviluppato, a partire dagli anni ’60, il distretto industriale dell’enomeccanica specializzato nella produzione di macchinari e attrezzature in grado di supportare ogni fase della produzione vitivinicola: dai macchinari per l’agricoltura alle linee di imbottigliamento, dalle etichettatrici agli imballaggi.

Il valore aggiunto prodotto dall’industria in senso stretto per l’anno 2018 (ultimo dato disponibile) ha raggiunto 3.748 milioni di euro, corrispondenti al 23,2% del valore aggiunto totale.

Il settore turistico è un comparto che nel corso dagli anni ha registrato dati in costante crescita. Purtroppo il settore è stato fortemente penalizzato dalla pandemia, ma il periodo estivo ha dimostrato buone capacità di ripresa, con il ritorno di numerosi turisti stranieri interessati a vacanze all’aria aperta, lontano dalle mete troppo affollate. Le imprese turistiche sono 4.300, più del 90% riferite ad attività di ristorazione. Grazie all’impegno degli operatori nella ricerca della qualità attraverso l’utilizzo di materie prime eccellenti e la valorizzazione delle antiche ricette della tradizione piemontese, il territorio è diventato un punto di richiamo per gourmet e appassionati del buon bere e della buona cucina. 

Il valore aggiunto prodotto dai settori commercio e turismo ammonta a 4.024,2 milioni di euro e rappresenta il 25% del totale territoriale.

Il commercio con l’estero

Dai dati appena resi disponibili dall’lstat, il valore delle esportazioni nel 1° semestre 2021 con riferimento al territorio aggregato di Alessandria e di Asti ha sfiorato i 4.625 milioni di euro, a fronte di importazioni per 2.514 milioni di euro. Il saldo della bilancia commerciale risulta pertanto positivo per 2.111 milioni di euro, registrando un incremento di 467 milioni di euro rispetto ai primi sei mesi del 2020.

Nel 1° semestre, nonostante i problemi collegati alla terza ondata epidemiologica, il commercio con l’estero delle province di Alessandria e Asti ha evidenziato un trend in forte crescita registrando un aumento rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente del 32,5% per le esportazioni e del 36% con riferimento alle importazioni. Guardando ai dati delle singole province l’export astigiano è cresciuto del 44%, mentre quello alessandrino si è attestato a + 26,6%. I risultati conseguiti da Asti e Alessandria, per quanto siano ancora leggermente inferiori ai volumi delle transazioni del periodo pre-Covid, sono superiori alla media regionale che si attesta intorno a un +30% sia per l’import che per l’export e alla media nazionale (+24%).

ALESSANDRIA ASTI  PIEMONTE  ITALIA 
IMPORTAZIONI (in milioni di euro)  2.514 17.158 221.398
Variazione % rispetto al 1° sem. 2020  +36,1% +30% +24,1%
ESPORTAZIONI (in milioni di euro)  4.625  24.035 250.099
Variazione % rispetto al 1° sem.2020 +32,5% +29,5 +24,2%
Saldo BILANCIA COMMERCIALE

(in milioni di euro)

+2.111  +6.877 +28.701

     Fonte: Elaborazione Camera di commercio di Alessandria-Asti su dati Istat

Pressoché tutti i settori hanno evidenziato dati in sensibile crescita. Il volume di vendite oltre confine di vino e distillati si è attestato a 377,5 milioni di euro, con un’incidenza dell’8% sul totale dell’export delle due province e una variazione del +24% rispetto al primo semestre 2020. Gli Stati Uniti sono il partner commerciale più importante: nei primi 6 mesi dell’anno hanno acquistato dalle aziende astigiane e alessandrine prodotti alcolici per oltre 113 milioni di euro, con un incremento del 67% rispetto allo stesso periodo 2020. Seguono, in ordine per volume d’affari, la Germania (55 milioni di euro, +13%), la Francia (18 milioni di euro, -18%), il Regno Unito (16 milioni di euro, –21%), il Belgio (13 milioni di euro, -19%), la Svezia (10 milioni di euro, +42%), la Polonia, la Danimarca e la Svizzera con oltre 9 milioni di euro e acquisti in crescita rispettivamente del 61%, 52% e 15%. Tra i Paesi che, pur con volumi più ridotti, hanno visto crescere sensibilmente la domanda di vino abbiamo la Croazia (+265%), la Lituania (+198%), gli Emirati Arabi (+193%), la Romania (+147%), la Corea del Sud (+112%) e la Cina (+69%).

Guardando agli altri prodotti, risultano particolarmente richiesti all’estero i macchinari e le apparecchiature, tra cui quelli dell’enomeccanica, che, con vendite per 727 milioni di euro incidono per il 16% sull’export totale segnando un incremento del 42% rispetto al 2020, l’oreficeria con un volume di export intorno ai 700 milioni di euro, pari al 15,1% del totale e con un incremento del 36% sull’anno precedente, i prodotti chimici (630 milioni, +16%), i prodotti metallurgici (554 milioni, + +60%), mezzi di trasporto, parti e accessori per autoveicoli (538 milioni, +47%), articoli in gomma e materie plastiche (352 milioni, +20%).

Commercio con l’estero – Confronto prodotti esportati 1° semestre 2021/2020

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Fonte: Elaborazione Camera di commercio di Alessandria-Asti su dati Istat

Analizzando la destinazione dei prodotti, l’Europa, con 2.927 milioni di euro, assorbe più del 63% dell’export delle province di Asti e Alessandria, confermandosi quale principale bacino di riferimento. In ambito europeo i principali partner commerciali sono la Germania (558,6 milioni di euro, +33%), la Francia (555 milioni, +119%), l’Irlanda (259 milioni, +177%), la Spagna (201 milioni, +108%), la Turchia (164 milioni, +110%), il Regno Unito (129 milioni, +80), la Polonia (126 milioni, +132%) e la Svizzera (122 milioni, +93%).

Il mercato americano ha acquistato beni per 1 miliardo 26 milioni di euro, di cui 434 milioni assorbiti dagli Stati Uniti, 373 dal Brasile e 116 dal Messico. Nel continente asiatico sono stati esportati prodotti per 549 milioni di euro, il 29% in più rispetto allo stesso periodo 2020. I principali Paesi partner in Oriente sono la Cina che ha acquistato prodotti per 131 milioni di euro (+137%), Hong Kong (130 milioni, +158%), l’India (62 milioni, +172%), il Giappone (56 milioni, +75%).

L’export verso l’Africa ammonta a 98 milioni di euro (+16,6%). In Oceania sono state vendute merci per 25 milioni di euro, che rappresentano soltanto lo 0,5% del totale, con una contrazione del 5% rispetto all’anno precedente.

Commercio con l’estero: i principali Paesi di destinazione

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            Fonte: Elaborazione Camera di commercio di Alessandria-Asti su dati Istat

 




Osservatorio export delle province di Novara e Vercelli

La dinamica dell’export complessivo e manifatturiero delle province di Novara
e Vercelli globalmente considerate

Nel terzo trimestre del 2021 prosegue il recupero delle esportazioni complessive,
osservabile sia a livello provinciale che a livello nazionale: l’export delle province di Novara
e Vercelli è infatti cresciuto del +7,3% rispetto al terzo trimestre del 2020; quello italiano è
risultato in progresso del +13,6%.

Si rileva, dunque, un certo rallentamento rispetto alle performance del trimestre precedente, ma occorre considerare che il secondo trimestre del 2020 è stato il più catastrofico dell’anno e che, di conseguenza, la componente del rimbalzo nel secondo trimestre del 2021 è stata più forte. Osservando il dato relativo ai primi nove mesi dell’anno, le esportazioni complessive delle province di Novara e Vercelli
sono cresciute del +13,6% tendenziale; quelle italiane del +20,1%.

Considerando le sole esportazioni manifatturiere delle province di Novara e Vercelli, pari a
5,8 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2021, si registra un incremento del +13,4%
rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; incremento trasversale a tutti i settori, con le sole eccezioni del piccolo comparto del coke e prodotti petroliferi raffinati, che flette del 20,6%; di quello più rilevante degli articoli farmaceutici e botanici, che si riduce del 2,5%; e degli articoli di abbigliamento, che si contraggono del 14,3%. All’interno dell’aggregato prodotti tessiliabbigliamentopelliaccessori (che nel complesso registra un progresso del +2,6%), l’export di prodotti tessili cresce invece del +13,5%. Quanto agli altri settori manifatturieri, le performance migliori si registrano per i mezzi di trasporto (+33,7%); i metalli di base e prodotti in metallo (+23,5%); i macchinari e apparecchi (+20,2%), con al loro interno il comparto della rubinetteria e valvolame che mette a segno un +20,6%.

Le sostanze e prodotti chimici crescono del +19,1%; i prodotti alimentari, bevande e tabacco del +16,8%; gli articoli in gomma e materie plastiche del +13,9%. Molto buona anche la crescita dell’export dei comparti più piccoli del legno, prodotti in legno, carta e stampa (+25,9%) e dei computer, apparecchi elettronici ed ottici (+15,9%); infine, gli apparecchi elettrici crescono di un più ridotto +5,4%.Per quanto riguarda la ripartizione geografica dell’export manifatturiero delle due province, nei primi nove mesi del 2021 si osserva un incremento tendenziale del +16,9% delle vendite dirette all’interno dell’Ue27 e del +8,8% verso i Paesi extraUe.

Le esportazioni di manufatti dirette verso i 27 Paesi Ue, pari a 3,35 miliardi di euro, rappresentano nei primi nove mesi del 2021 il 58,0% dell’export manifatturiero delle province di Novara e Vercelli considerate insieme; quelle dirette verso i mercati extraUe, pari a 2,43 miliardi di euro, equivalgono al 42,0% dell’export manifatturiero delle due province.


Quanto ai singoli mercati di sbocco, nei primi nove mesi del 2021 si evidenziano
performance molto buone verso tutti i principali Paesi di destinazione dell’export
manifatturiero delle province di Novara e Vercelli globalmente considerate, fatta eccezione
(come già rilevato nel precedente Osservatorio) per il Regno Unito, che flette del 1,8% ma
si conferma il quarto mercato di destinazione delle esportazioni manifatturiere delle due
province; e soprattutto per la Svizzera, che flette del 44,5% conservando, tuttavia, l’ottava posizione. Gli incrementi maggiori dell’export si registrano verso la Cina (+32,2%) che guadagna una posizione, divenendo sesta; il Belgio (+29,6%) che rimane fermo al decimo posto; i Paesi Bassi (+24,5%) che perdono una posizione divenendo settimi; e la Spagna (+20,4%) che si conferma quinta.




CCCIAA Cuneo, congiuntura industria II trimestre 2022

La produzione industriale in provincia di Cuneo nel II trimestre 2022 è salita del 3,3% rispetto all’analogo periodo del 2021, a fronte del +3,8% medio regionale e di incrementi più elevati nelle altre province piemontesi ad eccezione di Novara (+2,2%).

Questo è il positivo quadro che emerge dalla 203ª “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” condotta, nel mese di luglio 2022, su dati del periodo aprile-giugno 2022, da Unioncamere Piemonte, in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali. La rilevazione ha coinvolto 1.728 imprese industriali piemontesi, di cui 249 cuneesi per un totale di 13.631 addetti e un fatturato di oltre 4,3 miliardi di euro.

Nel II trimestre 2022 il rilancio dell’output si associa ai valori positivi di tutti gli indicatori congiunturali. Accanto a una crescita del fatturato totale del 8,4% e a ordini interni che registrano il +2,5%, si presenta positiva la dinamica sui mercati esteri: +7,7% per il fatturato e +4,1% per gli ordinativi. Il grado di utilizzo degli impianti si attesta al 66,1%.

“La nostra economia continua a dare confortanti segnali di ripresa – sottolinea il presidente Mauro Gola – grazie alla crescita del mercato interno e, soprattutto, alle commesse estere che, nei primi sei mesi dell’anno, hanno raggiunto valori complessivi mai toccati in precedenza. Il “sistema Cuneo” deve però confrontarsi con tanti fattori esogeni negativi e le nostre imprese sono chiamate ad affrontare sfide difficili che possono essere vinte soltanto grazie a politiche e strategie condivise a livello europeo”.

Nel II trimestre 2022 la produzione in tutti i comparti mostra un segno positivo, in particolare nel tessile-abbigliamento-calzature con il +6,4%, nelle altre industrie manifatturiere (+3,5%), seguiti da metalmeccanica con il +2,6% mentre l’alimentare registra una crescita più contenuta (+3,4%).
Analizzando i dati per classe di addetti emerge come, in termini di output prodotto, tutte le imprese abbiano riportato un incremento, con risultati non necessariamente più positivi al crescere della dimensione aziendale. La variazione tendenziale della produzione industriale registra, infatti, il +4,8% per le medie imprese (50-249 addetti), il +3,2% per le micro imprese (0-9 addetti), il +2,8% per le piccole imprese (10-49 addetti) e il +1,2% per le realtà di maggiori dimensioni (oltre 250 addetti).

Dall’indagine monografica condotta da Unioncamere sul campione di 249 imprese cuneesi e focalizzata su logistica e infrastrutture è emerso come oltre l’80% degli intervistati reperisca materie prime sul territorio nazionale e che per tre su quattro gli articoli prodotti siano destinati al mercato interno, il cui trasporto viene affidato a ditte esterne che, per la quasi totalità, viaggiano su gomma.
Per ciò che concerne l’accessibilità del territorio in cui si inserisce l’azienda, rispetto alla rete infrastrutturale complessiva, meno della metà delle imprese locali intervistate afferma risulti sufficiente, mentre per un terzo di loro il trasporto su rotaia è da considerarsi insufficiente. Il 60% ritiene sia utile completare in tempi rapidi gli interventi avviati e il 16% suggerisce di potenziare l’intermodalità ferro-gomma-mare. Otto imprese su dieci ritengono che il principale problema riscontrato nel trasporto di merci sia l’aumento dei costi del trasferimento delle materie prime.