Regione Piemonte: riportare rapidamente a crescere tutti i settori economici del territorio

La Regione guarda avanti, per riportare rapidamente a crescere tutti i settori economici del territorio, anche con misure straordinarie

L’assessore Regionale alla Cultura, al Turismo e al Commercio ha dichiarato infatti che è indubbio che il comparto turistico, con tutta la sua filiera, sia uno dei settori più colpiti dall’emergenza Coronavirus: si pensi naturalmente agli alberghi, all’intero sistema della ricettività, alle agenzie di viaggio, ai tour operator, alle guide turistiche, ma anche al settore della ristorazione e dei pubblici esercizi, senza dimenticare il commercio di vicinato.

Tutti settori per i quali, come Regione, ci si è immediatamente attivati, cercando di individuare risorse aggiuntive, che dovranno arrivare necessariamente dai Fondi Europei, per mettere a punto un Piano Straordinario di Promozione del Piemonte.

Ieri, come ha spiegato l’assessore, con gli operatori economici piemontesi si è parlato, oltre che delle misure straordinarie per far fronte all’emergenza, anche del Piano di Competitività, che sarà presentato il prossimo 13 marzo, e che prevede nel Dossier per il Turismo numerose azioni inerenti, fra le altre, la valorizzazione del distretto Unesco Piemontese, la promozione del cicloturismo, il potenziamento e il miglioramento della ricettività e dei servizi turistici, lo sviluppo dell’offerta turistica dei territori montani, la valorizzazione e la promozione dell’outdoor e delle manifestazioni e iniziative fieristiche oltre che, naturalmente, la promo-commercializzazione dei prodotti turistici.

La Regione è pronta a rilanciare in modo deciso il “Brand Piemonte”, non appena terminerà la fase emergenziale e di questo si deve parlare con gli operatori, perché sappiano che la Regione è al lavoro, costantemente.

Per questo l’assessore, in accordo con il presidente della Regione Piemonte, ha deciso di partecipare all’Expo di Dubai 2020, dal 20 ottobre prossimo al 21 aprile 2021, per presentare ai 25 milioni di visitatori attesi, tutta la ricchezza naturalistica, culturale, artistica, paesaggistica, enogastronomica del Piemonte.

Il rilancio del turismo piemontese passerà dunque attraverso le misure contenute nel Piano di Competitività (come il rilancio del cicloturismo, la creazione di servizi per la migliore fruibilità lungo le piste ciclabili esistenti o in corso di realizzazione, quali la ciclovia Ven.To e quella del Canale Cavour, la valorizzazione del distretto Unesco, il miglioramento dei servizi turistici sostenendo le imprese operanti nelle aree) ed attraverso azioni straordinarie che saranno messe a punto nelle prossime settimane, come la predisposizione di un piano di comunicazione nazionale ed internazionale che miri a diffondere le bellezze e le ricchezze di una terra, il Piemonte, che resta aperta ed accogliente.




Nuove nomine del Consiglio regionale

Il Consiglio regionale nella seduta odierna ha votato diverse nomine:

 

  • Marco Cesare Bellion, già consigliere regionale, come membro della Commissione di Garanzia in sostituzione di Paolo Cattaneo. La votazione richiedeva i due terzi dei componenti del Consiglio regionale.
  • Simona Delbosco come membro del cda dell’Azienda pubblica di servizi alla persona – Apsp Casa Benefica.
  • Alessio Borro come rappresentante nell’assemblea dei delegati del consorzio di irrigazione e bonifica “Associazione irrigazione est Sesia” di Novara.

L’Aula all’unanimità ha inoltre modificato il dispositivo della deliberazione di nomina di Gian Paolo Zanetta nel cda Ires (Istituto di ricerche economico e sociali) che verrà svolta a titolo gratuito, in conformità della legge sugli incarichi a persone in stato di quiescenza.




Emergenza Coronavirus: le iniziative per l’economia della Regione Piemonte

Al termine di un incontro con le categorie economiche il presidente della Regione ha illustrato le strategie unitarie che si intendono adottare per contribuire al rilancio dell’economia piemontese danneggiata dall’emergenza sanitaria e che saranno messe a punto entro la settimana:

– moratoria dei mutui che le aziende hanno stipulato con Finpiemonte;

– misure straordinarie, previa verifica con il Ministero per lo Sviluppo economico, per aiutare le aziende nel ricorso al credito attingendo dal Fondo di garanzia regionale (che dispone di oltre 50 milioni);

– rimodulazione del Fondo europeo di sviluppo regionale per la predisposizione di un piano di comunicazione straordinario dell’immagine del Piemonte, per invogliare i turisti a sceglierlo per visite e vacanze;

– richiesta al presidente del Consiglio, nel corso di un incontro in programma mercoledì a Roma, di concedere la cassa integrazione in deroga ai dipendenti delle piccole aziende danneggiate dalla situazione, di sospendere il pagamento degli oneri contributivi e previdenziali.

Il presidente si è anche soffermato sull’importanza di chiedere alla Commissione europea la sospensione della normativa sugli aiuti di Stato.

Alla riunione erano presenti gli assessori al Bilancio e Attività produttive, al Lavoro e Istruzione, all’Ambiente e all’Agricoltura.




Le misure del MiSE approvate dal Consiglio dei Ministri per sostenere le imprese

Il Consiglio dei Ministri riunito ieri sera ha approvato il decreto legge nel quale è stato inserito, su iniziativa del Ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, il primo pacchetto di misure che hanno l’obiettivo di sostenere tutte le imprese nelle zone rosse. Si tratta di misure frutto del continuo confronto portato avanti dal MiSE in questi giorni con le categorie produttive del Paese.

Il Ministro Patuanelli è già impegnato a definire, insieme con tutto il Governo, un secondo pacchetto di misure che verrà approvato prossimamente e che conterrà nuovi interventi per fronteggiare l’impatto economico, diretto e indiretto, del sistema imprenditoriale e delle filiere coinvolte da questa emergenza.

Di seguito le misure approvate:

  • rafforzamento dell’intervento del Fondo di garanzia per le PMI: potenziamo il fondo portandolo fino a 750 milioni di euro e diamo priorità automatica di accesso alle imprese site all’interno della zona rossa, riconoscendo il massimo della garanzia concedibile (80%) e prevedendo la gratuità degli oneri della pratica. La misura si applicherà anche alle PMI ubicate in aree limitrofe alla zona rossa ovvero a quelle appartenenti ad una filiera produttiva particolarmente colpita dall’emergenza;
  • sospensione fino al 30 aprile 2020 dei pagamenti dei premi assicurativi;
  • sospensione fino al 30 aprile 2020 dei pagamenti di bollette elettriche, idriche, gas e dei rifiuti;
  • sospensione fino al 30 aprile 2020 del diritto annuale e delle sanzioni amministrative dovuti alla Camera di Commercio;
  • proroga fino al 15 febbraio 2021 dell’entrata in vigore delle procedure di allerta stabilite dal Codice delle crisi d’impresa per tutte le PMI;
  • sospensione fino al 31 dicembre 2020 dei pagamenti dei mutui agevolati concessi da Invitalia, relativi soprattutto a imprenditoria giovanile e femminile;
  • proroga di tutti i bandi aperti per l’accesso alle misure incentivanti del Ministero dello Sviluppo Economico.



Cgia: ecco le stime dell’impatto coronavirus sull’economia

Se l’emergenza coronavirus dovesse diffondersi a dismisura in tutte le regioni del Nord e durasse qualche mese, come hanno ipotizzato molti esperti di virologia, il rischio che una buona parte dell’economia nazionale si fermi è alquanto probabile.

Dall’Ufficio studi della CGIA segnalano che in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Liguria viene “generata” la metà del Pil nazionale e del gettito fiscale che finisce nelle casse dell’erario; vi lavorano oltre 9 milioni di addetti occupati nelle imprese private (pari al 53 per cento del totale nazionale); da questi territori partono per l’estero i 2/3 delle esportazioni italiane e si concentra il 53 per cento circa degli investimenti fissi lordi (vedi Tab. 1).

Rifinanziare Cigo e Cigs, ridare credito alle Pmi e la PA paghi i suoi debiti

Oltre alle misure urgenti che interessano le attività e i contribuenti che rientrano nei Comuni ubicati nella cosiddetta zona rossa è altresì necessario che l’Esecutivo metta a punto una misura strutturale che interessi tutta l’economia.

“Il danno di immagine provocato al nostro Paese dal coronavirus è alquanto pesante. Molti settori produttivi – segnala il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – sono già allo stremo, per questo chiediamo al governo di approvare subito un intervento di medio- lungo termine che preveda il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali e l’estensione degli stessi ai settori che oggi ne sono sprovvisti, si rafforzino le misure di accesso al credito delle Pmi e la Pubblica Amministrazione paghi tutti i debiti che ha contratto con i propri fornitori”.

Bisogna rilanciare gli investimenti pubblici
Oltre a questo, la CGIA chiede di rilanciare anche gli investimenti pubblici. Afferma il segretario, Renato Mason:

“Nei giorni scorsi il Commissario Europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, ha annunciato che Bruxelles, così come ha già fatto in passato quando abbiamo affrontato altre importanti emergenze come il terremoto nel centro Italia e l’arrivo in massa dei migranti nei porti del Sud, ci riconoscerà una dose di flessibilità che ci consentirà di non rispettare gli impegni assunti in merito al rapporto deficit/Pil. Risorse che, a nostro avviso, devono essere spese per la rilanciare gli investimenti pubblici, per ammodernare questo Paese, in altre parole per ridare fiato ad una economia che, altrimenti, rischia di entrare in recessione”.

La crisi ci costerà 7 miliardi di euro ?

A quanto potrebbero ammontare gli effetti del coronavirus sulla nostra economia ? Secondo l’Ufficio studi della CGIA è molto difficile quantificare economicamente l’impatto, anche perché molto dipenderà dalla durata temporale di questa fase emergenziale. Tuttavia, si segnala che nelle settimane scorse il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha ipotizzato una “perdita” di qualche decimale di Pil. Se, ad esempio, la ricchezza prodotta dovesse scendere di 0,4 punti percentuali, così come prevedono alcuni istituti di ricerca, il danno economico ammonterebbe a circa 7 miliardi di euro. Una cifra, comunque, puramente indicativa che, è bene sottolinearlo, non è supportata da alcun riscontro statistico.

Nell’ultimo anno le banche hanno tagliato i prestiti di 33 miliardi e la PA deve 53 miliardi ai fornitori

Le richieste rivolte dalla CGIA al Governo appaiono più che giustificate, visto che i dipendenti del settore del turismo e tutto il comparto delle microimprese, inclusi i titolari di queste ultime, non beneficiano di alcuna misura di sostegno al reddito in caso di crisi aziendale.

La stretta creditizia, purtroppo, è proseguita anche nell’ultimo anno. Tra il dicembre del 2019 e lo stesso mese del 2018 (ultimi dati disponibili), gli impieghi vivi alle imprese (prestiti bancari al netto delle sofferenze, ovvero prestiti in bonis) sono diminuiti di ben 33 miliardi di euro (-4,9 per cento).

Questa contrazione, che ormai dura ininterrottamente dal 2011, sta mettendo a dura prova la tenuta finanziaria di moltissime piccole e piccolissime attività che da sempre sono a corto di liquidità e sottocapitalizzate.

Anche a seguito della sentenza di condanna inflittaci nel mese scorso dalla Corte di giustizia europea, la nostra Pubblica Amministrazione deve pagare i debiti commerciali contratti con i propri fornitori.

Secondo le stime elaborate dalla Banca d’Italia, il debito ammonterebbe a 53 miliardi di euro, metà del quale sarebbe imputabile alla violazione dei tempi di pagamento che, secondo la Direttiva europea 2011/7/UE, impone alle Amministrazioni pubbliche termini di pagamento non superiori a 30 e 60 giorni (in quest’ultimo caso solo per il settore sanitario).




Fondamentale tutela salute, ma ora si pensi alla ripartenza della nostra economia

“Fondamentale tutelare la salute della popolazione, ma ora si pensi alla ripartenza della nostra economia”, così il Presidente di Confindustria Piemonte Fabio Ravanelli nel commentare l’atteso ritorno alla normalità nella nostra regione dopo l’emergenza Coronavirus.

“Sono stati giorni molto complicati che hanno inciso fortemente sul tessuto economico, in tutti i comparti, dalla produzione al turismo, dalla cultura al settore artigiano e la conta dei danni in termini di perdite di fatturato, calo degli ordini, sospensione o persino annullamento di eventi, business e non, rischia di esasperare una situazione già segnata da tassi di crescita inferiori al resto del Nord.

Ora occorre ripartire, certo con senso di responsabilità e rispetto delle indicazioni sanitarie, ma concentrando gli sforzi per recuperare il terreno perduto e sostenendo i comparti maggiormente penalizzati.

Ringraziamo la Regione Piemonte per gli interventi annunciati – moratoria sui mutui e stanziamento di 1 milione di euro – mentre attendiamo di conoscere le misure di sostegno alle imprese che il Governo sta mettendo a punto.

Il Piemonte non rientra nelle zone rosse, ma le forti interconnessioni con il sistema produttivo delle regioni più coinvolte così come gli impatti subiti per il rallentamento a livello mondiale richiedono provvedimenti straordinari. Siamo comunque fiduciosi nella capacità di ripresa del nostro territorio”.




Coronavirus: Gallina chiede interventi eccezionali a sostegno dell’economia

In questi giorni la nostra Regione sta affrontando una situazione di criticità a causa della diffusione del Coronavirus. È fondamentale che noi parti sociali, le Istituzioni e gli esponenti della società civile lavoriamo insieme, agendo in maniera coordinata ed efficace, affinché il nostro territorio possa superare rapidamente questa fase.

Le misure tempestivamente assunte hanno consentito di contenere il rischio sanitario. Grazie all’incessante lavoro degli esperti e del nostro sistema sanitario, siamo a conoscenza dei rischi del virus e delle corrette prassi necessarie per gestire questa situazione: comportamenti che tutti siamo tenuti a rispettare nell’interesse della società.

Tuttavia, dopo i primi giorni di emergenza, si rende fondamentale valutare, con equilibrio e lucidità, la situazione e il suo impatto. Il nostro territorio, infatti – che già versava in una condizione di criticità dal punto di vista economico e occupazionale – rischia ora di uscire da un’emergenza e ritrovarsi in uno scenario di gravissima crisi.

Ora dopo ora, stiamo ricevendo allarmate segnalazioni da parte di aziende che vedono precipitare le loro attività. Si parla di eventi annullati, commesse perse, personale che non viene più ricevuto dai clienti internazionali. Il nostro settore dell’accoglienza ha visto una caduta dell’80% delle prenotazioni alberghiere, e notizie altrettanto disastrose ci pervengono dal settore culturale e da quello dei servizi. Rischiamo di ritrovarci in ginocchio.

Chiediamo, dunque, che nei provvedimenti che verranno assunti dalla Regione nelle prossime ore si tenga conto – sempre nel massimo rispetto della salvaguardia della salute pubblica – della necessità di tutelare le attività economiche, che non possono essere bloccate. Proprio ora che stiamo procedendo verso una normalizzazione, dobbiamo consentire che imprese e lavoratori possano ricominciare a operare, a beneficio del nostro territorio e del Paese. E a tal proposito, abbiamo bisogno di istruzioni molto specifiche per i datori di lavoro, per garantire la sicurezza dei lavoratori. Non possiamo permetterci di bloccare l’Italia o di comprometterne ulteriormente l’immagine internazionale, i danni sarebbero incalcolabili.

Affinché questo succeda, è fondamentale cooperare perché sui mezzi di informazione e nella percezione pubblica non sia veicolata un’immagine angosciosa e non corrispondente alla realtà, che – anche nei confronti dei partner internazionali – sta rischiando di danneggiare consistentemente il nostro Made in Italy, la nostra offerta culturale e tutta la nostra accoglienza.

L’Unione Industriale è in contatto con Confindustria per chiedere al Governo degli interventi eccezionali a sostegno dell’economia, per far fronte a quella che potrebbe rivelarsi un’emergenza senza pari. Oltre al necessario sostegno alle imprese e al reddito dei lavoratori, infatti, sarà fondamentale costruire un importante piano di rilancio degli investimenti nel Paese, che contempli misure forti per riportare il lavoro e la nostra economia su un percorso di crescita stabile e duratura.




Osservatorio Micro e Piccole Imprese, CNA Piemonte: primo report su conseguenze Coronavirus

L’Osservatorio Micro e Piccole Imprese di CNA Piemonte, dal sondaggio ha rilevato:

  • un forte incremento, pari ad oltre il 40-50% per le attività connesse  all’approvvigionamento della rete distribuita alimentare;
  • i taxi registrano una contrazione del 50% dei ricavi rilevata già dalla giornata di sabato scorso;
  • l’attività del catering risulta azzerata (-100%) e dimezzata la ristorazione;
  • nel settore benessere per il 57% del campione la situazione è in forte diminuzione o in allarme: in alcuni casi aziendali si parla di “agenda appuntamenti azzerata”;
  • per il restante 43% la situazione viene descritta al momento come ordinaria.
  • Il primo report di Monitor Micro e Piccole Imprese di CNA Piemonte analizza settore per settore: il testo integrale è scaricabile qui.

“Dai segnali raccolti attraverso questa prima rilevazione risulta evidente che occorre un piano energico, immediato e concreto per limitare i danni diretti e indiretti che l’emergenza in atto può produrre alle attività economiche, non circoscrivendo gli interventi alle sole imprese situate nei territori cosiddetti “zone rosse” ma anche rivolte al territorio piemontese che ha evidenti connessioni con il resto del sistema produttivo del nord Italia”, hanno affermato il segretario regionale di CNA Piemonte Filippo Provenzano e il presidente Fabrizio Actis.

“Fisco, credito, previdenza, ammortizzatori sociali sono i principali ambiti in cui servono provvedimenti straordinari – hanno continuato Provenzano e Actis -. Infine occorre sensibilizzare maggiormente i cittadini-consumatori affinchè adottino comportamenti ordinari che possano contribuire al normale svolgimento delle attività produttive e commerciali le quali diversamente si troveranno in grave difficoltà come peraltro i primi dati da noi raccolti segnalano”.

 




CNA Piemonte: esclusi da sospensione attività produttive, dalla Regione i chiarimenti

I provvedimenti regionali emanati ieri, domenica 23 febbraio, per contrastare la diffusione del Coronavirus contengono aspetti che rendono poco chiaro il comportamento da adottare da parte di artigiani operanti nel settore dei servizi alla persona, per esempio acconciatori e centri estetici, ristorazione e commercianti.

Il presidente di CNA Piemonte Fabrizio Actis e il segretario Filippo Provenzano hanno incontrato questa sera, 24 febbraio, il presidente della Giunta regionale Alberto Cirioe l’assessore alle attività produttive Andrea Tronzano.

 

I vertici di CNA Piemonte hanno affermato: “Abbiamo raccolto una situazione di forte incertezza che investe le nostre attività artigiane dei servizi alla persona e gli esercizi commerciali. In questo senso è  stata chiesta una specifica circolare esplicativa regionale relativa all’ordinanza emanata ieri che consenta di dare indicazioni chiare e omogenee per tutto il territorio regionale”.

 

Il presidente Cirio ha comunicato ad Actis e Provenzano che domani verrà pubblicata una specifica circolare che fornirà dettagli precisi per l’ordinario svolgimento delle attività artigianali e commerciali, come analoghi provvedimenti sono già stati emessi in altre Regioni del nord.

 

La CNA Piemonte ha intrapreso un percorso di monitoraggio sulle ripercussioni economiche e produttive nei differenti settori delle micro e piccole imprese piemontesi dovute alla gestione dell’emergenza Coronavirus e ne darà comunicazione costantemente nei prossimi giorni.




Coronavirus, Unione Industriale Torino: istituito tavolo speciale

L’Unione Industriale di Torino ha istituito un Tavolo Speciale per fronteggiare l’emergenza del Coronavirus, in ragione dell’aumento dei contagi sul nostro territorio e in quelli limitrofi, al fine di fornire un supporto concreto alle imprese ed evitare, al contempo, la diffusione di un controproducente panico collettivo assolutamente non giustificato. 

È stata predisposta una comunicazione coordinata nei confronti delle aziende, che contiene indicazioni organizzative per la sicurezza dei dipendenti e rinvii alle fonti ufficiali in costante aggiornamento (disponibile sul nostro sito ). 

Tra le raccomandazioni proposte, il cercare di favorire – ove possibile – il lavoro agile, evitare le trasferte, sospendere gli eventi a carattere pubblico, e rafforzare, laddove si valuti opportuno, i filtri d’ingresso in azienda.

La nostra Associazione sta, inoltre, raccogliendo dalle imprese informazioni e segnalazioni relative all’impatto economico sulle diverse attività – comprese quelle produttive – per ricostruire un quadro il più possibile preciso delle ricadute di quest’emergenza.

Sin da ora, comunque, rivolgiamo un forte richiamo alle Istituzioni italiane ed europee, affinché agiscano immediatamente con provvedimenti a sostegno delle imprese, al fine di evitare ricadute negative sulla nostra economia – che alcuni esperti, tra cui la Banca d’Italia, oggi già paventano. 

Abbiamo, infine, richiesto a Confindustria un sollecito confronto con i Ministeri, affinché venga estesa anche alle Regioni oggetto di specifiche ordinanze come il Piemonte, la possibilità – già prevista nei Comuni ricompresi nella zona rossa – di utilizzare gli ammortizzatori sociali per i lavoratori di quelle aziende che, per la salvaguardia della salute dei propri dipendenti, sono obbligate a ridurre o sospendere la propria attività.