CCIAA Torino. Fino al 27 febbraio il progetto Marca a Madrid

I prodotti di design della collezione torinese MARCA sono presentati in questi giorni presso la prestigiosa sede del Matadero Madrid. L’esposizione s’inserisce nel quadro dell’invito che la Città di Torino ha ricevuto dal Madrid Design Festival, in qualità di città ospite d’onore.

Il progetto MARCA è promosso e sostenuto dalla Camera di commercio di Torino in collaborazione con il Centro Estero per l’Internazionalizzazione ed è ideato e curato da Barbara Brondi & Marco Rainò.

La Città di Torino – prima World Design Capital nel 2008 e dal 2014 Creative City UNESCO per il Design – lieta dell’invito ricevuto dal Madrid Design Festival, prende parte all’edizione 2020 di questo importante evento internazionale in qualità di città ospite d’onore. Partecipando al Madrid Design Festival la città intende raccontare, anche grazie alla collaborazione dell’Ambasciata d’Italia a Madrid, la sua marcata attitudine a promuovere innovative attività di progetto e la sua vocazione all’ideazione e sviluppo di processi di ‘design thinking’ fortemente distintivi.

Al Madrid Design Festival la città si presenta con un programma d’eccezione: con la mostra dei manufatti d’alta qualità compresi nella collezione promossa dal progetto MARCA e con due conferenze corali (presso il COAM, il 13 e il 15 febbraio) a cui prenderanno parte alcuni dei protagonisti del design torinese.

MARCA è una collezione di oggetti d’uso quotidiano frutto del connubio tra i designer selezionati e aziende manifatturiere localizzate in provincia di Torino. MARCA esprime le eccellenze del territorio torinese attivando una collaborazione virtuosa tra istituzioni, designer e aziende con il fine di valorizzare le capacità creative dei designer e le consolidate conoscenze tecniche dei produttori.

MARCA prende le mosse dalla considerazione che gli oggetti possono raccontare una storia, esprimere un pensiero e rivelare la creatività e l’arte di “saper fare” di chi li progetta e li realizza, doti che non mancano al tessuto imprenditoriale torinese e che meritano di essere conosciute in Italia e all’estero.

Gli oggetti compresi nel catalogo MARCA, sono ideati in modo da poter essere facilmente assemblati dall’utente finale. La fabbricazione di tutti i componenti è gestita dal produttore, ma l’oggetto nella sua configurazione conclusiva è composto dall’acquirente, che combina le parti di un vero e proprio “kit” con l’ausilio di istruzioni grafiche utili a guidarlo nelle distinte fasi del montaggio.

L’opera di assemblaggio è sempre caratterizzata da un’alta possibilità di interpretazione dell’utente, garantendo un’ampia gamma di combinazioni tra i vari pezzi che compongono ciascun oggetto ed una certa “unicità” del prodotto finito.

Il progetto MARCA è promosso e sostenuto dalla Camera di commercio di Torino in collaborazione con il Centro Estero per l’Internazionalizzazione ed è ideato e curato da Barbara Brondi & Marco Rainò.

 




Ebano apre a Torino. Robiglio: sarà il nostro hub per il mercato europeo.

“Torino sarà il nostro hub per il mercato europeo. Puntiamo sulle forti competenze presenti nel territorio e sul suo ruolo naturale di luogo di contaminazione tra Italia e Francia.”

Spiega così l’apertura della sede del Gruppo Ebano a Torino il fondatore e Presidente della Piccola Industria di Confindustria Carlo Robiglio.

La holding apre a palazzo Graneri della Roccia in Via Bogino 9, sede anche del Circolo dei Lettori, sia un ufficio di rappresentanza e commerciale che una seconda sede operativa di BTREES, l’agenzia di comunicazione e marketing digitale del gruppo.

Il Gruppo ha aumentato da poche settimane ad un milione di euro il capitale sociale di CEF Publishing e l’ha trasformata in SPA e a fine estate, aveva rilevato le quote di minoranza di CEF Publishing, diventandone proprietaria al 100%.

“Torino ha un grande potenziale, un tessuto imprenditoriale fatto di migliaia di imprese di grande livello per posizionamento nei mercati internazionali e qualità dei prodotti, e grandissimi talenti formati in università d’eccellenza come quelle piemontesi.”

Sono i numeri a rappresentare la costante crescita del Gruppo Ebano: circa 18 milioni di fatturato nel 2018 ed una crescita negli ultimi 6 anni dell’800%, 8 società controllate, 15 partnership produttive, più di 250 dipendenti e collaboratori, una clientela media annuale che ormai supera le seimila unità per il solo business della formazione a distanza ed un piano di crescita per linee interne ed esterne con investimenti nel solo 2018 di 700 mila euro.

L’azienda è stata premiata da Deloitte a maggio a Milano nella sede di Borsa Italiana con il Premio “Deloitte Best Managed Companies” (BMC): il riconoscimento rivolto alle aziende che si sono distinte per strategia, competenze, impegno verso le persone e performance, promosso da Deloitte in collaborazione con ALTIS Università Cattolica, Confindustria e ELITE, il progetto del London Stock Exchange Group che supporta lo sviluppo e la crescita delle imprese ad alto potenziale.

Il Gruppo Ebano, tramite Cef Publishing, è anche in Elite, il programma internazionale nato in Borsa Italiana nel 2012 in collaborazione con Confindustria e dedicato alle aziende più ambiziose, con un modello di business solido ed una chiara strategia di crescita. Il Gruppo è fortemente impegnato nel sociale e nella sostenibilità.

La politica aziendale di Ebano, volta a perseguire alti standard in termini di sostenibilità e impatto sociale, ha permesso, attraverso la partecipata Cef Publishing, di ottenere la Certificazione b Corp®, rilasciata dalla B Corporation, l’ente non-profit americano.




Pil Nowcasting: presentati i risultati della ricerca sull’economia regionale

Sono stati presentati questa mattina a Torino dal Comitato Torino Finanza e da Unioncamere Piemonte i risultati della ricerca di now-casting “PillNow”: un Superindice dell’economia regionale aggregato e sintetico, proxy di breve termine del Pil.

PILLNOW E PIL: DIFFERENZE A CONFRONTO

Il Pil rappresenta un importante indice dello stato dell’economia di un territorio, ma di norma il Pil a scala regionale è rilasciato con oltre 12 mesi di scarto, è solo annuale e non permette letture semestrali, trimestrali e mensili. PillNow è invece un superindice totalmente nuovo in Italia.

Per costruire il Superindice ci si è avvalsi delle nuove tecniche di now-casting, che sono state introdotte per esempio dalla Federal Reserve di Atlanta negli USA, poiché attraverso la sintesi del suo indice GDPNOW conosce, in tempo reale e in sintesi, le condizioni dell’economia reale e può correggere eventualmente la politica monetaria.

L’obiettivo del now-casting è di estrarre da indicatori disponibili in tempo reale, in un certo momento, l’informazione che segnala la direzione e la variazione del Pil con evidenti vantaggi quali, ad esempio, ovviare a una parzialità e intempestività delle informazioni sull’economia regionale, sfruttare la crescita degli open data e valorizzare i dati delle pubbliche amministrazioni e delle aziende pubbliche.

Complessivamente l’economia si è fermata, il PillNow registra una variazione del +0,2%, lievemente migliore rispetto alla media nazionale (-0,3%).

“Avere un nuovo indicatore, periodicamente aggiornato, che indichi come sta andando l’economia del nostro territorio, è un incentivo alla qualità dell’azione della pubblica amministrazione e della politica – ha dichiarato il Presidente di Unioncamere Piemonte Vincenzo Ilotte -. Circa il 40% del Pil è speso o trasferito proprio dalle pubbliche amministrazioni: quando una percentuale è così rilevante, i policy maker hanno una responsabilità rafforzata per l’efficienza delle imprese e di conseguenza per il benessere dei cittadini e. PillNow introduce una tecnica statistica innovativa: siamo orgogliosi che sia nata in Piemonte”.

“Ancora una volta è il Piemonte che apre la strada. Mi piace sottolineare che Il Comitato Torino Finanza e le Camere di commercio piemontesi hanno sviluppato un nuovo indicatore che ci consente di parlare dell’economia reale regionale sotto una nuova luce e in tempi rapidissimi” ha fatto sapere il Presidente del Comitato di Torino Finanza Vladimiro Rambaldi.

 




Pillnow: il superindice dell’economia piemontese

Lunedì 10 Febbraio alle 10.30 presso gli uffici di Unioncamere Piemonte di via Pomba 23, a Torino, saranno presentati dal Comitato Torino Finanza e da Unioncamere Piemonte i risultati della ricerca di now-casting “PillNow”: un Superindice dell’economia regionale aggregato e sintetico considerato la migliore proxy di breve termine del Pil, che di norma a scala regionale è rilasciato con oltre 12 mesi di scarto, è solo annuale e non permette letture semestrali, trimestrali e mensili. PillNow è un superindice totalmente nuovo: non esistono infatti altri progetti simili in Italia.

La conferenza stampa prevederà, dopo i saluti del Presidente di Unioncamere Piemonte Vincenzo Ilotte e del Presidente del Comitato di Torino Finanza Vladimiro Rambaldi, l’intervento dell’economista Giuseppe Russo.

Per costruire il Superindice ci si è avvalsi delle nuove tecniche di now-casting, che sono state introdotte per esempio dalla Federal Reserve di Atlanta negli USA, poiché attraverso la sintesi del suo indice GDPNOW conosce, in tempo reale e in sintesi, le condizioni dell’economia reale e può correggere eventualmente la politica monetaria.

L’obiettivo del now-casting è di estrarre da indicatori disponibili in tempo reale, in un certo momento, l’informazione che segnala la direzione e la variazione del Pil con evidenti vantaggi quali, ad esempio, ovviare a una parzialità e intempestività delle informazioni sull’economia regionale, sfruttare la crescita degli open data e valorizzare i dati delle pubbliche amministrazioni e delle aziende pubbliche.




“UPO-USA CONNECTION” al Campus Perrone di Novara

Martedì 4 febbraio, presso il Campus Perrone di Novara, si è svolto l’incontro “UPO-USA Connection”, a cui hanno preso parte i vertici dell’Università del Piemonte Orientale – tra cui il pro-rettore prof. Roberto Barbato e il Delegato per le Relazioni Internazionali prof. Gianluca Gaidano – e il Consolato Generale USA di Milano, rappresentato dal Console Abdel Perera capo della sezione visti, l’assistente consolare B. Luthy Luvibudulu e la dott.ssa Elisabetta Ciavarella, assistente consolare dei servizi ai cittadini americani.

L’incontro, nato con l’obiettivo di coordinare le attività delle due istituzioni per favorire la mobilità da e verso gli Stati Uniti e consolidare i rapporti di cooperazione già esistenti, ha consentito di approfondire il ruolo del Consolato Americano a Milano nel Nord Italia, nonché le relazioni attive tra l’Università del Piemonte Orientale e gli Stati Uniti d’America.

In particolare, il prof. Vincenzo Capizzi referente per l’Accordo di Cooperazione Internazionale con The Trustees of The Stevens Institute of Technology di Hoboken (New Jersey), ha presentato il Coordinated Academic Program in via di definizione con il prestigioso istituto americano, che offrirà la possibilità a un selezionato gruppo di studenti del corso di laurea magistrale in Management e Finanza di trascorrere un anno oltreoceano, presso The Stevens Institute e ottenere, oltre al titolo italiano, anche un titolo di studio statunitense.

Dal canto suo, il Consolato ha posto l’accento sulla presenza attiva nel territorio italiano, in particolare nel Nord Italia, e sulle proprie attività, soprattutto relativamente al supporto e all’assistenza agli studenti e ai docenti italiani in uscita o americani in entrata, interessati a completare il loro percorso di studio e ricerca.

«È stata una giornata proficua e ricca di stimoli – ha sottolineato il prof. Barbato; si tratta senza dubbio di un primo momento utile a costruire un rapporto internazionale consolidato, in grado di abbracciare sempre più iniziative, opportunità e sinergie in un contesto UPO-USA Connection».

Il Console Perera ha illustrato le attività del Consolato nel proprio distretto di competenza in particolare mettendo in risalto il numero impressionante di persone che si recano al Consolato per richiedere un visto per gli Stati Uniti. «Gli Stati Uniti incoraggiano scambi culturali, sopratutto quelli che coinvolgono studenti, ricercatori, e professori e continuiamo a promovere un proficuo legame tra i nostri due paesi», ha aggiunto il Console Abdel Perera.




Nel 2019, in Piemonte, la cassa integrazione è cresciuta del 14%

Come evidenziano i dati del Servizio lavoro, coesione e territorio della UIL Nazionale, nell’intero 2019, in Italia, sono state chieste 259.653.602 ore di cassa integrazione, con una crescita del 20,2% sull’anno precedente.

In Piemonte la richiesta è stata di 32.464.616 ore, in aumento del 14% (+10,3% ordinaria, +17% straordinaria, -75,1% deroga).

La media mensile dei lavoratori piemontesi tutelati è stata di 15.914, con un incremento di 1.950 unità rispetto al 2018.

Il Piemonte è stata la seconda regione per numero di ore richieste, preceduto dalla Lombardia.

DATI PROVINCIALI

L’andamento delle ore nelle province piemontesi, nel confronto annuale, è stato il seguente: Biella +321,6%, Torino +31,2%, Novara +12,4%, Vercelli +5,2%, Alessandria -13,8%, Verbania -51,3%, Cuneo -51,3%, Asti -51,6%.

Torino, con 22.927.687 ore, si conferma di gran lunga provincia più cassaintegrata d’Italia, precedendo Roma (13.272.526) e Milano (13.071.925).

 SETTORI PRODUTTIVI

Nella nostra regione, le variazioni percentuali della cassa integrazione per settori produttivi, nel confronto tra 2019 e 2018, sono state: Industria +20,1%, Edilizia -39,4%, Artigianato -82,8%, Commercio -31,7%, per un totale di +14%.

“Il 2019 si è chiuso con una sostanziosa crescita di ore di cassa integrazione rispetto all’anno precedente. Ciò non avveniva da tempo. Purtroppo, si confermano le preoccupazioni espresse in questi mesi sullo stato di salute del sistema produttivo piemontese, come confermano i dati relativi al saldo negativo di 1.500 imprese tra aperture e cessazioni di attività. Nella nostra regione l’incremento di ore si concentra praticamente solo nell’industria, mentre gli altri settori vedono decrementi di ore. Preoccupa, in particolare, la crescita della cassa integrazione straordinaria, che non è mai foriera di buone notizie. Servirebbe un piano straordinario di riqualificazione per tutte le lavoratrici e i lavoratori coinvolti nelle crisi aziendali diventate irreversibili. In questo senso sarebbe importante conoscere con precisione dalle associazioni datoriali i profili professionali carenti nel mercato del lavoro, per favorire la riconversione professionale e, conseguentemente, l’assorbimento dei lavoratori formati”.

Lo dichiara il segretario generale della UIL Piemonte: Gianni Cortese




Movimprese: Piemonte maglia nera nella contrazione del sistema produttivo

Sono 353.052 le imprese nate nel 2019, circa 5mila in più rispetto all’anno precedente. A fronte di queste, però, 326.423 hanno chiuso i battenti nello stesso periodo, 10mila in più rispetto al 2018.

Il risultato di queste due dinamiche ha consegnato, a fine anno, un saldo tra entrate e uscite positivo per 26.629 imprese, il saldo minore degli ultimi 5 anni. A fine dicembre 2019, quindi, lo stock complessivo delle imprese esistenti ammontava a 6.091.971 unità.

Si accentua nel 2019 il turnover delle nostre imprese”, sottolinea il presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli.

Le incertezze del contesto internazionale – aggiunge – si fanno sentire soprattutto in quei settori più esposti alla concorrenza dei mercati, come la manifattura. Anche il commercio mostra un calo, mentre la capacità attrattiva del nostro Paese alimenta l’industria del turismo, che continua a crescere, così come in aumento sono le attività professionali e i servizi alle imprese. In ogni caso, la voglia di fare impresa resta alta. E’ un segnale importante. Dobbiamo continuare a lavorare al fianco delle imprese per far crescere la loro competitività”.

A guadagnare terreno sono stati i settori dei servizi legati al turismo (8.211 imprese in più per l’alloggio e la ristorazione), le attività professionali (+6.663), i servizi alle imprese (+6.319) e – sulla scia del basso costo dei mutui e degli incentivi al recupero edilizio ed energetico – le attività immobiliari (+4.663) e le costruzioni (+3.258). Si restringe invece ulteriormente (-4.107 imprese) la platea dell’industria manifatturiera, quella del commercio (-12.264) e dell’agricoltura (-7.432). Segnali se non positivi, quantomeno incoraggianti vengono dall’artigianato che, pur chiudendo in rosso il bilancio annuale (-7.592 attività), dopo otto anni vede tornare a crescere il numero delle iscrizioni di nuove imprese.

Guardando alla geografia delle imprese, a restare al palo tra le grandi macro-ripartizioni (confermando la performance del 2018) è stato il Nord-Est (-0,1% il tasso di crescita, equivalente a circa 1000 imprese in meno nei dodici mesi).

Il dato più positivo riguarda il Mezzogiorno che, con una crescita di 14.534 unità, da solo determina oltre la metà (il 54,6%) di tutto il saldo positivo dello scorso anno. Tra le regioni, la crescita più sensibile in termini assoluti si registra, ancora una volta, nel Lazio (con 9.206 imprese in più rispetto al 2018, corrispondenti a un tasso di crescita dell’1,4%, il migliore tra le regioni), seguito da Campania (5.746) e Lombardia (+5.073).

Sul fronte opposto Piemonte (-1.517), Emilia-Romagna (-1.431) e Marche (-909) sono le regioni che hanno fatto segnare le contrazioni più apprezzabili nel numero di imprese registrate mentre, in termini percentuali, a segnare maggiormente il passo è stato il Friuli Venezia Giulia (-0,7%).

A conferma di un trend ormai consolidato, il bilancio del tessuto imprenditoriale resta positivo quasi esclusivamente per merito delle società di capitali (+3,52% il loro tasso di crescita nel 2019, per un saldo pari a ben 60.382 imprese in più rispetto al 2018). Un ‘bottino’ sufficiente a compensare la perdita di circa 18mila società di persone (-1,8%) e di poco più di 16mila imprese individuali (-0,5%).




Embraco, il Consiglio chiede un luogo di confronto

La Regione Piemonte è impegnata ad “attivarsi per creare un luogo di confronto e discussione tra tutti i soggetti coinvolti – sia amministratori locali che realtà imprenditoriali del territorio – al fine di valutare soluzioni condivise e sviluppare nuove opportunità per i lavoratori”.

Questo dopo l’approvazione all’unanimità, nella seduta del Consiglio regionale del 28 gennaio, dell’ordine del giorno 177 “Impegno della Regione Piemonte per i lavoratori ex Embraco”, prima firmataria Francesca Frediani (M5s), riguardante la vicenda della mai attuata riconversione dello stabilimento di Riva di Chieri (To).

Prima della votazione è intervenuta l’assessore al lavoro Elena Chiorino che, esprimendo il parere favorevole della Giunta regionale sul documento, ha richiamato alla necessità di atti concreti come la convocazione, del 3 febbraio, di un tavolo di confronto al Mise, anche se al momento non si hanno notizie di imprenditori interessati allo stabilimento di Chieri. L’assessore ha espresso la possibilità di ragionare attorno ad un tavolo regionale dopo l’incontro al ministero.

Sono stati anche approvati all’unanimità, sul tema delle conseguenze della adozione da parte di diversi paesi europei del sistema di etichettatura “Nutri-score”, la mozione 156, primo firmatario Paolo Demarchi (Lega) e l’ordine del giorno 166, primo firmatario Paolo Ruzzola (Fi).

Il 156, “impegna la Giunta ad attivarsi presso il Governo affinché intervenga vigorosamente presso le istituzioni europee per evitare l’utilizzo di tale classificazione alimentare al fine di tutelare, in tutte le sedi necessarie, il ‘Made in Italy’ di qualità, la salute dei cittadini e l’economia piemontese”. Il 166 “impegna la Giunta ad assumere ogni iniziativa utile, presso le sedi europee e nazionali, affinché venga sostenuto il modello italiano “Nutrimeter” a livello comunitario, al fine di tutelare realmente la salute dei cittadini e salvaguardare le eccellenze italiane ed un intero comparto produttivo”.




Il giorno della memoria celebrato a Palazzo Cisterna

Con la visita di quattro scolaresche alla mostra I mondi di Primo Levi. Una strenua chiarezza” è stato celebrato stamani a Palazzo Dal Pozzo della Cisterna ilGiorno della Memoria.

La mostra, curata dalla Città Metropolitana di Torino e dal Centro internazionale di studi “Primo Levi” nell’ambito delle celebrazioni per il centenario della nascita dello scrittore e scienziato torinese, è prorogata sino a venerdì 31 gennaio.

La proroga ha consentito di inserire la mostra nel calendario delle iniziative che il 27 gennaio di ogni anno commemorano le vittime dell’Olocausto: fu proprio il 27 gennaio 1945 il giorno in cui le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau.

Avevano richiesto e hanno ottenuto di poter visitare l’allestimento nella giornata del 27 gennaio una classe terza media degli Istituti Riuniti Salotto e Fiorito di Rivoli,una quinta dell’Istituto di Istruzione Superiore Gobetti Marchesini Casale Arduino di Torino, una terza e una quinta dell’Istituto Giulio Natta di Rivoli.

Gli studenti hanno incontrato nella Sala Consiglieri della sede aulica della Città Metropolitana il Vicesindaco metropolitano Marco Marocco, lo storico e collaboratore del Centro Studi Primo Levi Guido Vaglio, i responsabili del Centro stesso e i funzionari del Centro Servizi Didattici della Città Metropolitana, che hanno coordinato a partire dall’ottobre scorso la visita di un’ottantina di istituti scolastici alla mostra, con la presenza di circa 2000 studenti e dei loro insegnanti.

Il Vicesindaco Marocco ha sottolineato il contributo della mostra al contrasto all’indifferenza che rischia di circondare argomenti come l’Olocausto, mentre il professor Vaglio si è soffermato sul valore della testimonianza di Primo Levi e sulla sua poliedrica figura di scienziato, scrittore, poeta, testimone della Shoah e semplice cittadino torinese.

“Uno degli obiettivi del Centro Studi, – ha spiegato Vaglio – è appunto di far conoscere Primo Levi anche al di là della sua figura di testimone della Shoah. Le sue opere sono tradotte in tutto il mondo, ma Levi era anche un chimico appassionato di tutte le discipline scientifiche, di etimologia e di giochi di parole. Era un uomo pieno di interessi e curiosità verso il mondo. Il suo modo di scrivere esprimeva inoltre una pacatezza e una precisione che sono un esempio per tutti ancora oggi”.

La mostra I mondi di Primo Levi. Una strenua chiarezza” è ad ingresso libero dal lunedì al venerdi dalle 9 alle 16. Oltre agli studenti, sono numerosi i cittadini che la visitano ogni giorno, in questi tempi confusi da troppe false notizie e da striscianti revisionismi; tempi in cui tornano a ripetersi drammatici episodi di discriminazione e di antisemitismo. Particolarmente suggestiva la collocazione a Palazzo Cisterna, tra stucchi e arredi d’epoca, dove tra lo scalone di marmo e i corridoi aulici si stagliano scale metalliche in alluminio, pannelli illuminati, percorsi a tunnel che disegnano gli aspetti della vita di un uomo che è stato chimico, scrittore, deportato nel campi di sterminio di Auschwitz, testimone e divulgatore della storia più drammatica del ‘900, padre di famiglia e cittadino torinese.

La mostra, ideata e realizzata da Fabio Levi e Peppino Ortoleva e allestita dall’architetto Cavaglià, è suddivisa in sei sezioni: Carbonio, Il viaggio verso il nulla / Il cammino verso casa, Cucire parole, Cucire molecole, Homo faber, Il giro del mondo del montatore Tino Faussone.





Rc auto: i piemontesi vedranno peggiorare la propria classe di merito nel 2020

Il nuovo anno si apre con una brutta notizia per più di 96.400 piemontesi; tanti sono gli automobilisti che, secondo l’osservatorio Rc auto di Facile.it, a causa di un sinistro con colpa dichiarato nel 2019 dovranno fare i conti con un peggioramento della propria classe di merito e, di conseguenza, un premio RC auto più caro rispetto a quello pagato l’anno prima.

In termini percentuali si tratta del 4,04% del campione analizzato (oltre 32.600 preventivi di rinnovo RC auto raccolti in Piemonte a dicembre 2019 tramite le pagine di Facile.it); il valore non solo risulta essere superiore a quello nazionale (3,76%), ma è anche in lieve aumento rispetto al dato regionale rilevato nel 2018, quando la percentuale degli automobilisti piemontesi che ha fatto i conti con un peggioramento della classe di merito era pari al 4,01%.

Buone notizie, invece, per gli automobilisti virtuosi; a dicembre 2019, secondo l’osservatorio RC auto di Facile.it, per assicurare un veicolo a quattro ruote in Piemonte occorrevano, in media, 507,63 euro, vale a dire il 6,98% in meno rispetto allo stesso periodo del 2018. Il dato è stato calcolato sulla base di 525.064 preventivi di rinnovo RC auto e relative migliori offerte medie disponibili online*.

L’andamento provinciale
Analizzando il campione su base provinciale emerge che Torino è la provincia che ha registrato la percentuale più alta di automobilisti che hanno denunciato all’assicurazione un sinistro con colpa (4,37%) e che, per questo motivo, vedranno peggiorare la propria classe di merito e, con essa, salire il costo dell’RC auto. Segue nella graduatoria la provincia di Cuneo, dove la percentuale di chi ha dichiarato un incidente con colpa è pari al 4,33%.
Valori inferiori alla media regionale, invece, per le province di Novara (3,63%), Verbano-Cusio-Ossola (3,27%) e Alessandria (2,95%). Chiudono la classifica regionale Asti (2,93%), Vercelli e Biella, aree dove la percentuale di coloro che hanno denunciato un incidente con colpa è pari, rispettivamente, al 2,80% e al 2,57%.

Il profilo di chi vedrà peggiorare la classe di merito
Guardando più da vicino il profilo degli automobilisti piemontesi che hanno dichiarato alle assicurazioni un sinistro con colpa, la prima differenza che emerge è legata al sesso; fra gli uomini la percentuale è pari al 3,92%, mentre nel campione femminile sale al 4,27%.
Analizzando il campione in base alle professioni dichiarate in fase di preventivo emerge che al primo posto si posizionano gli insegnanti; sono loro la categoria che, in percentuale, ha dichiarato più sinistri con colpa (6,41%). Al secondo posto si trovano i pensionati, con una percentuale pari al 5,92%, mentre gli artigiani si posizionano al terzo posto con il 4,80%.
Nel senso opposto, invece, si trovano i disoccupati (2,99%), il personale medico (3,15%) e i commercianti (3,26%).