Le tecnologie aerospaziali piemontesi al Paris Air Show 2023

Il sistema Piemonte dell’aerospazio consolida la propria presenza al Paris Air Show per ribadire il ruolo di protagonista in questa fase di fermento del settore e di sviluppo di progetti. Dal 19 al 25 giugno a Le Bourget nell’ampio spazio espositivo di 200 mq, organizzato dal Centro Estero per l’Internazionalizzazione (Ceipiemonte) nell’ambito del Progetto Integrato di Filiera (PIF) “Aerospazio” – promosso da Regione Piemonte e co-finanziato dal Piano di Sviluppo e Coesione 2000-2020 – e del Progetto “Beni Industriali” finanziato da Regione Piemonte e Camera di commercio di Torino, sono 17 le PMI piemontesi espressione dell’eccellenza regionale aerospaziale.


Il Piemonte ospita sul proprio territorio grandi player dell’industria aerospaziale – Leonardo, GE Avio Aero, Thales Alenia Space, ALTEC, Collins Aerospace – e un nucleo di oltre 350 PMI
 (fonte: Distretto Aerospaziale Piemontese): insieme queste aziende mettono a disposizione dei principali attori internazionali una filiera completa caratterizzata da know-how, capacità tecniche, manifattura di alto livello. L’aerospazio in Piemonte, infatti, registra un fatturato complessivo di 7 miliardi di euro e impiega oltre 22.000 addetti, detenendo il 20% delle esportazioni italiane del settore.

 

Al salone di Parigi-Le Bourget la delegazione piemontese presenta una filiera completa che risponde ai bisogni di tutti i comparti dell’industria Aeronautica, Spazio e Difesa. All’interno dello spazio espositivo è stato allestito un percorso mostra in cui le 17 PMI propongono alla committenza internazionale prodotti e tecnologie di ultima generazione, in particolare: componenti meccanici, soluzioni per il trasporto dei fluidi, strumenti scientifici, soluzioni per l’ottimizzazione della supply chain, linee di assemblaggio di strutture integrate, servizi di ingegneria, trattamenti superficiali, isolamento termico, cablaggio, progettazione, ingegneria e simulazione, soluzioni ICT, sistemi elettrici ed elettronici, sistemi per l’assemblaggio e la manutenzione di aeromobili.

Il 20 giugno lo stand del Piemonte ospiterà il workshop, “Unleashing the Sky’s Potential: Aerospace Excellence, Innovative Trends, and Investment Opportunities in Piemonte”. Interverranno all’incontro l’Assessore all’Internazionalizzazione Fabrizio Ricca e l’Assessore alle Attività Produttive Andrea Tronzano, il Segretario Generale della Camera di commercio di Torino Guido Bolatto, il Presidente di Ceipiemonte Dario Peirone, la Presidente del Distretto Aerospaziale Fulvia Quagliotti e i rappresentanti dei key player internazionali localizzati in Piemonte: Leonardo, GE Avio Aero, Thales Alenia Space, Collins Aerospace. Insieme animeranno un momento di approfondimento che combina alla presentazione delle competenze del territorio le opportunità di business e investimento. Manifattura di alto livello, ingegneria, prototipazione, propulsione, robotica e automazione, sistemi unmanned di ultima generazione, fino all’additive manufacturing e le nuove frontiere della lunar economy: il Piemonte offre eccellenze industriali nel settore aerospaziale e un ecosistema completo, composto da una consolidata rete di PMI, importanti grandi aziende, un crescente flusso di startup dall’alto valore tecnologico, centri di ricerca pubblici e privati, Poli di Innovazione e una forte presenza accademica di forte attrattiva sia per i buyer che per gli investitori esteri.

La presenza al Paris Air Show, il più grande evento mondiale dell’aerospazio in programma e punto d’incontro privilegiato per la comunità internazionale del settore dove espandere le collaborazioni tra partner industriali a livello globale consente anche di coinvolgere la comunità internazionale del settore nei prossimi Aerospace & Defense Meetings, l’unica business convention per l’aerospazio organizzata in Italia che torna a Torino con la nona edizione dal 28 al 30 novembre. Il Paris Air Show, che dal 1909 riunisce operatori da tutto il mondo, è infatti un’occasione imperdibile per invitare i player internazionali ad Aerospace & Defense Meetings e presentare innovazioni e tecnologie di ultima generazione made in Piemonte.  La scorsa edizione ha registrato oltre 2.450 partecipanti da 49 Paesi, 150 start-up da 21 Paesi, più di 316.000 visitatori, di cui 140.000 specializzati da 185 Paesi, 304 delegazioni ufficiali da 98 Paesi, 2.700 giornalisti e ordini per 140 miliardi di dollari. Anche per le imprese piemontesi si tratta di un appuntamento irrinunciabile nella roadmap di promozione sui mercati esteri, in continuità con gli altri appuntamenti del 2022 e del 2023, ovvero Aeromart Toulouse, Aircraft Interiors Expo, Farnborough International Air Show, IAC-International Astronautical Congress e che le condurrà a novembre alla nuova edizione di Aerospace & Defense Meetings a Torino.

 

La Francia è tra i primi tre partner commerciali di settore del Piemonte in ambito europeo rappresentando uno sbocco di primaria importanza per le PMI regionali, data la prossimità geografica e la storicità delle relazioni. Tra le collaborazioni già attive, in campo Difesa spiccano il Rafale, A400M, NH-90, e Tiger; nel comparto civile l’A320, A321, 500/600 e A320NEO, A330, A350, Dassault Falcon 2000 and 6x Business Jet e i Regional Aircraft di ATR; nel comparto spaziale il vettore Ariane 5 e 6, che rappresenta il programma principale, i programmi ESA ExoMars e Mars Sample Return, e i programmi in nuovi settori commerciali come le Piattaforme Stratosferiche (es. Stratobus) e di In-orbit Servicing (es. EROSS); nel segmento degli UAS (Unmanned Aerial System) l’Eurodrone e i sistemi ed equipaggiamenti di bordo (elettronica, sistemi missilistici e propulsione di Safran e Snecma). Inoltre, nell’ambito del Progetto Integrato di Filiera “Aerospazio”, Ceipiemonte intrattiene, da lunga data, collaborazioni con i principali cluster locali: Aerospace Valley, AsTech, NAE-Normandie Aerospace Cluster, Aerospace Cluster Rhône-Alpes Auvergne, e SAFE cluster facenti parte di EACP-European Aerospace Cluster Partnership, di cui è membro.

In Piemonte quello dell’aerospazio è un settore strategico, come dimostrano i numeri del comparto che conta oltre 300 aziende, 20 mila addetti, 7 miliardi di giro d’affari di cui circa il 70 per cento destinato ai mercati esteri – spiega il Presidente del Piemonte Alberto Cirio – Abbiamo grandi imprese e pmi che collaborano in una logica di filiera che troverà ulteriore slancio con la realizzazione della Città dell’aerospazio, di cui la prima pietra è fissata in autunno. Qui imprese, start up, università e poli di ricerca lavoreranno insieme per unire sempre di più manifattura e innovazione, ricerca e produzione in un settore nel quale il Piemonte gioca la sua partita a livello mondiale”.

Il comparto aerospazio sta diventando per il Piemonte un motore di traino dell’economia oltre che una vera e propria vocazione che si affaccia sul futuro. Negli ultimi anni come Regione abbiamo cercato di essere accanto alle imprese del nostro territorio in tutti i modi possibili perché sappiamo che una delle nostre missioni, specialmente in qualità di assessorato all’Internazionalizzazione, è quella di aiutare l’industria locale a farsi strada nei mercati di nuovi Paesi – afferma l’Assessore all’Internazionalizzazione della Regione Piemonte Fabrizio Ricca -. Eventi come questo possono essere l’occasione per far conoscere a partner internazionali le competenze piemontesi in fatto di aerospazio e difesa e anche per mostrare un territorio che, grazie a un tessuto economico fatto di atenei di prestigio, centri di ricerca specializzati, Pmi, grandi aziende, è uno degli ecosistemi migliori in Italia in cui investire e con cui collaborare”.

L’International Paris Air Show Le Bourget è uno dei più importanti appuntamenti internazionali per l’industria dell’Aeronautica e dello Spazio: la Regione sarà al fianco delle imprese piemontesi per ribadire la centralità del settore per il nostro territorio e per tracciare insieme le strategie di sviluppo – commenta Andrea Tronzano Assessore allo Sviluppo delle Attività produttiveLa partecipazione a questa prestigiosa vetrina internazionale è una ulteriore tappa del percorso che vedrà a novembre un altro importante appuntamento, quando a Torino si terrà la nona edizione degli ADM, che chiuderanno un anno importante per Torino e il Piemonte, quali città e territorio dedicati all’aerospazio”.

Ci presentiamo a Le Bourget come un territorio compatto che ha molto da dire: la presenza di grandi player, l’eccellenza della nostra filiera, ma anche i più recenti progetti strategici su cui stiamo investendo, insieme alle altre istituzioni, per favorire l’insediamento di nuove imprese, l’attrazione di investimenti e l’aggregazione attraverso la Città dell’Aerospazio – spiega Guido Bolatto, Segretario Generale della Camera di commercio di Torino. – Infine, siamo qui per ricordare a tutti gli operatori internazionali l’appuntamento dei prossimi Aerospace & Defense Meetings, che dal 28 al 30 novembre faranno di Torino il centro di riferimento internazionale del settore”.

50% in più rispetto all’anno precedente: questa è stata la crescita dell’export dell’industria aerospaziale piemontese, che si dimostra un punto di riferimento a livello mondiale per la qualità e l’innovazione dei suoi prodotti – dichiara Dario Peirone, Presidente di Ceipiemonte. La missione del Centro Estero al Paris Airshow mostrerà l’eccellenza delle PMI piemontesi al mondo e rafforzerà i contatti con i partner e gli investitori esteri per portare il mondo a Torino, ai prossimi Aerospace & Defense Meetings. Sostenibilità, cybersicurezza, industria 5.0, intelligenza artificiale, sono alcuni dei temi focus dei prossimi ADM, che si confermeranno come uno dei più importanti appuntamenti internazionali di business per il settore dell’aerospazio”.

 

“La nostra presenza al Paris Air Show 2023 l’evento maggiormente rappresentativo del settore dell’aerospazio – dichiara Fulvia Quagliotti Presidente Distretto Aerospaziale Piemonte – ci consente di rafforzare le relazioni con player internazionali, insieme alla Regione Piemonte, al Ceipiemonte e alla Camera di commercio per divulgare in particolare un modello di competenze territoriali, di alta tecnologia, che pone la nostra Regione come hub privilegiato per lo sviluppo di grandi commesse internazionali. L’agenda prevede incontri con realtà governative estere per avviare un maggiore legame con il nostro qualificato territorio”.

 

La collettiva piemontese al Paris Air Show 2023

 

  1. ALBELISSA – www.albelissa.com
  2. ALFA MECCANICA – www.alfameccanicasrl.it
  3. ALLEGRETTI AEROPLATING – www.allegrettiaeroplating.it
  4. APR – www.apr.it
  5. ASTI AIRCRAFT SERVICES – www.astiair.com
  6. AVIOTEC – www.aviotec.it
  7. BISIACH & CARRU’ – www.bisiachcarru.it
  8. BRANCARO INDUSTRIES – www.brancaro.com
  9. COMUTENSILI – www.comutensili.com
  10. ERRE COMPANY – www.errecompany.org/it/
  11. FRESAL – www.fresal.com
  12. LABORMET DUE – www.labormetdue.it
  13. MECCANICA BPR – www.meccanicabpr.it
  14. MEPIT – www.mepit.com
  15. MES GROUP – www.mesgroup.biz
  16. S.I.ME. – www.simeccanica.it
  17. TUBIFLEX – www.tubiflex.com

 




Torino, mercato immobiliare: prezzi in lieve aumento, domanda abitativa vivace

Secondo le ultime analisi dell’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa, la città di Torino ha messo a segno un aumento dei prezzi dell’1,1% nella seconda parte del 2023 rispetto al primo semestre 2023.

La macroarea del centro ha registrato un incremento dei valori dell’1,3%. Valori invariati in centro città, in via Lagrange e limitrofe, dove c’è attesa per il completamento di una scuola americana che porterà in città numerosi studenti e quindi impatterà sugli affitti. Continuano ad esserci operazioni di cambio d’uso da uffici ad abitazioni spesso destinate ad affitti turistici. Il centro città quindi si sta orientando sempre più verso una vocazione residenziale più che terziaria. Il fenomeno delle case vacanza non si è arrestato ma continua ancora nonostante la maggiore imposizione fiscale. Ci sono imprenditori che ristrutturano immobili e realizzano B&B e casa vacanza e talvolta li vendono anche con questa finalità. Su via Roma e via Lagrange il nuovo arriva a 7000 € al mq mentre l’usato viaggia intorno a 4800 € al mq.  Parliamo sempre di una zona che offre abitazioni signorili di fine ‘600 con soffitti a cassettoni oppure a botte con mattoni a vista. Continua il processo di dismissione degli uffici della ex Generali e la riconversione dell’intero edificio in abitazioni residenziali. La corsa a realizzare casa vacanza ha sottratto offerta alle locazioni residenziali: un bilocale in ottimo stato e arredato costa intorno a 700 € al mese.

Nell’area di piazza Madama Cristina, nel quartiere San Salvario, il secondo semestre 2023, ha evidenziato un ulteriore aumento dei valori immobiliari. Il mercato è alimentato sia da acquirenti di abitazione principale sia da investitori che puntano ad affittare a studenti universitari. La zona, infatti, presenta un’offerta abitativa differenziata che spazia da 1300 € al mq per le abitazioni popolari presenti in via Nizza fino ad arrivare a punte massime di 3500 € al mq per le soluzioni signorili ristrutturate, con spazio esterno vista Parco Valentino. È in quest’area, infatti, che si concentra l’offerta più prestigiosa. Su corso D’Azeglio ci sono immobili anni ’70 che hanno spese condominiali elevate e i cui prezzi si aggirano intorno a 2500 € al mq. L’area più richiesta è compresa tra piazza Madama Cristina e il Parco del Valentino. In aumento gli investitori che acquistano per fare affitti brevi sottraendo locazioni al segmento residenziale.

Comportamento antitetico per i quartieri di Bramante e Crocetta-Borgo San Secondo nella seconda parte del 2023. A Crocetta-Borgo San Secondo, quartiere che si sviluppa intorno a Porta Nuova acquistano coloro che desiderano restare in centro ma poter acquistare a prezzi contenuti. Ci sono immobili d’epoca degli anni ’40-’60 che si acquistano a prezzi medi di 3000-4000 € al mq se in buono stato e 2500 € al mq se da ristrutturare (via Caboto e via Ferraris). Gli acquirenti sono quasi sempre professionisti che impiegano capitali propri. La vicinanza alla stazione ha determinato un forte aumento di richieste di chi acquista per realizzare B&B o casa vacanza. La domanda di locazione è elevata ma si scontra con la bassa offerta e i canoni di locazione di un bilocale si aggirano intorno a 750 € al mese.

Crescono dell’1,6% i valori delle case nella macroarea di Borgo Vittoria-Barriera di Milano. Tra i quartieri che hanno registrato un leggero aumento dei valori c’è Madonna di Campagna-Barriera- Lanzo, numerose le compravendite realizzate in contanti anche da investitori che hanno acquistato palazzine intere da ristrutturare e poi rivendere e affittare. Non ci sono nuove costruzioni, le più recenti risalgono ai primi anni 2000 e sorgono presso “Allianz Stadium Juventus” e si vendono intorno a 1800-1900 € al mq. Si apprezza in modo particolare la presenza del riscaldamento autonomo. Infatti, l’offerta abitativa del quartiere è prevalentemente economica, con immobili dotati di riscaldamento centralizzato. Sorge al confine con Venaria, si è sviluppata prevalentemente negli anni ‘60-’70 che si vendono intorno a 1000 € al mq. Da segnalare il miglioramento dei collegamenti con le principali stazioni ferroviarie di Torino.

In salita dello 0,4% i valori delle case nella macroarea di Santa Rita-Mirafiori Nord, dove il quartiere di Santa Rita-Stadio ha messo in evidenza un leggero aumento dei prezzi. Apprezzato soprattutto dalle famiglie per il tipo di immobili offerti, dalle metrature ampie, per la tranquillità e la presenza dei servizi, ha visto una domanda in crescita nella seconda parte del 2023. La maggioranza degli immobili risale agli anni ‘70 e, ristrutturata, ha prezzi medi di 2000 € al mq mentre le soluzioni da ristrutturare si aggirano intorno a 1200 € al mq. Presenti anche investitori che comprano per affittare a studenti oppure con affitti brevi. Non lontano infatti sorge la facoltà di Economia e la zona è anche ben collegata con la sede di Ingegneria. Un bilocale si affitta a 450-500 € al mese.

Crescono dello 0,3% i valori delle case nell’area di Francia-San Paolo, in particolare nel quartiere di Parella-Fabrizi a causa della bassa offerta di immobili con le caratteristiche qualitative richieste dal cliente, buono stato interno e presenza di ascensore, poco diffuso in zona. Infatti, l’offerta abitativa risale agli anni ’30-’50 con alcune sporadiche costruzioni degli anni 2000. Il nuovo si aggira intorno a 2900 € al mq mentre l’usato costa 1300 € al mq. I prezzi contenuti e la presenza di due fermate della metropolitana hanno determinato una buona domanda per investimento da destinare all’affitto studentesco. Non lontano, infatti, sorge il Politecnico che è anche facilmente raggiungibile. I canoni di locazione sono più contenuti attirando studenti in zona. Un bilocale si può acquistare anche con 50-60 mila €.  In controtendenza il quartiere di Cit Turin con una contrazione dei prezzi sulle tipologie da ristrutturare, su cui si nota anche un aumento dei tempi di vendita. Si segnala una contrazione delle richieste da parte di milanesi che acquistano in questa zona, una tipologia di cliente che era cresciuta negli ultimi tempi. Tengono invece bilocali e trilocali, richiesti anche dagli investitori che affittano a studenti del vicino Politecnico, a coloro che lavorano presso il grattacielo San Paolo e la Cittadella Giudiziaria. Un bilocale si affitta intorno a 450-500 € al mese per arrivare anche a 800 € al mese.  La zona offre prevalentemente tagli ampi, oltre i 100 mq, soprattutto tra le tipologie in stile liberty, spesso firmati da architetti e caratterizzati da affreschi, bow window, parquet in stato originario, vetri cattedrali. Per queste soluzioni si toccano anche punte di 4000 € al mq. Chi acquista predilige tipologie posizionate ai piani alti e dotate di ascensore, meglio se con doppia esposizione.  Verso via Racconigi i prezzi scendono a 1800-2000 € al mq per le soluzioni da ristrutturare degli anni ’50-’70. Uno dei punti di forza del quartiere è la presenza di quattro fermate della metropolitana (Porta Susa, Principi d’Acaja, Bernini e Racconigi).

La macroarea di Nizza Lingotto Mirafiori Sud evidenzia un calo dei prezzi dello 0,6%.

In ribasso i valori degli immobili nel quartiere Bramante, confinante con il quartiere Crocetta ma spostato in zona più periferica e per questo con un’offerta in parte anche popolare su via Vespucci. Su corso Bramante si vende a prezzi medi di 2000 € al mq. Comprano prevalentemente coloro che abitano nel quartiere.  Sono stabili i prezzi delle case nella zona di Nizza-Millefonti-piazza Bengasi. Ultimati i lavori della metropolitana e completato il palazzo della Regione vanno avanti alcuni interventi di nuova costruzione in classe “A” che si vendono a 3000 € al mq. Continua l’interesse anche da parte degli studenti universitari che stanno considerando questa zona grazie ai collegamenti potenziati e alla maggiore facilità con cui si raggiunge il centro città. Allo stesso modo si registra un maggiore interesse da parte di investitori che decidono di fare affitti turistici.  In piazza Bengasi l’usato si conferma a prezzi medi di 1800 € al mq. Sono stabili i valori anche a Borgo Filadelfia, dove si trasferiranno qui anche alcune facoltà universitarie. La zona è interessata anche dalla riqualificazione dell’ex Villaggio Olimpico e del Palazzo del Lavoro, abbandonato da tempo e che adesso dovrebbe essere riqualificato per lasciare spazio a una Galleria commerciale, al Museo dei Musei, ma anche una cittadella dell’innovazione.  La zona al confine con Grugliasco beneficia della conversione di un’ex area industriale in commerciale, con la nascita di supermercati che hanno accresciuto l’appetibilità della zona.

 

Fonte: Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa




Imprese, fino al 22 ottobre è possibile aderire a Piemonte Fabbriche Aperte

L’edizione 2019 di Piemonte Fabbriche Aperte è prevista per il 7 e 8 novembre, e sarà gemellata con il Festival della tecnologia organizzato dal Politecnico di Torino.

Anche quest’anno la Regione Piemonte organizza Piemonte Fabbriche Aperte, l’iniziativa che permette al grande pubblico di visitare i luoghi della produzione industriale piemontese aperti per l’occasione, e di apprezzare le eccellenze imprenditoriali del territorio.

Nei giorni 7 e 8 novembre, le imprese possono proporre dei percorsi di visita nel loro stabilimento (sede di processo produttivo manifatturiero in Piemonte), organizzati e gestiti sulla base delle loro esigenze e disponibilità. Le visite dovranno essere gratuite e potranno essere un’occasione per i partecipanti di conoscere le aziende e la loro propensione all’innovazione tecnologica, capire l’organizzazione della produzione e le fasi dei processi che portano sul mercato prodotti di eccellenza, simbolo della grande tradizione manifatturiera del territorio.

Le imprese interessate devono compilare entro il 22 ottobre 2019 il modulo disponibile online. Dopo una verifica dei requisiti e della coerenza con gli obiettivi della iniziativa, le imprese saranno inserite nel programma di Piemonte Fabbriche Aperte. Sarà cura della segreteria organizzativa della manifestazione contattare ogni impresa per definire i dettagli della partecipazione.

L’iniziativa rientra fra le attività di comunicazione istituzionale del programma operativo del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) 2014-2020.




Cgia: ecco le stime dell’impatto coronavirus sull’economia

Se l’emergenza coronavirus dovesse diffondersi a dismisura in tutte le regioni del Nord e durasse qualche mese, come hanno ipotizzato molti esperti di virologia, il rischio che una buona parte dell’economia nazionale si fermi è alquanto probabile.

Dall’Ufficio studi della CGIA segnalano che in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Liguria viene “generata” la metà del Pil nazionale e del gettito fiscale che finisce nelle casse dell’erario; vi lavorano oltre 9 milioni di addetti occupati nelle imprese private (pari al 53 per cento del totale nazionale); da questi territori partono per l’estero i 2/3 delle esportazioni italiane e si concentra il 53 per cento circa degli investimenti fissi lordi (vedi Tab. 1).

Rifinanziare Cigo e Cigs, ridare credito alle Pmi e la PA paghi i suoi debiti

Oltre alle misure urgenti che interessano le attività e i contribuenti che rientrano nei Comuni ubicati nella cosiddetta zona rossa è altresì necessario che l’Esecutivo metta a punto una misura strutturale che interessi tutta l’economia.

“Il danno di immagine provocato al nostro Paese dal coronavirus è alquanto pesante. Molti settori produttivi – segnala il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – sono già allo stremo, per questo chiediamo al governo di approvare subito un intervento di medio- lungo termine che preveda il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali e l’estensione degli stessi ai settori che oggi ne sono sprovvisti, si rafforzino le misure di accesso al credito delle Pmi e la Pubblica Amministrazione paghi tutti i debiti che ha contratto con i propri fornitori”.

Bisogna rilanciare gli investimenti pubblici
Oltre a questo, la CGIA chiede di rilanciare anche gli investimenti pubblici. Afferma il segretario, Renato Mason:

“Nei giorni scorsi il Commissario Europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, ha annunciato che Bruxelles, così come ha già fatto in passato quando abbiamo affrontato altre importanti emergenze come il terremoto nel centro Italia e l’arrivo in massa dei migranti nei porti del Sud, ci riconoscerà una dose di flessibilità che ci consentirà di non rispettare gli impegni assunti in merito al rapporto deficit/Pil. Risorse che, a nostro avviso, devono essere spese per la rilanciare gli investimenti pubblici, per ammodernare questo Paese, in altre parole per ridare fiato ad una economia che, altrimenti, rischia di entrare in recessione”.

La crisi ci costerà 7 miliardi di euro ?

A quanto potrebbero ammontare gli effetti del coronavirus sulla nostra economia ? Secondo l’Ufficio studi della CGIA è molto difficile quantificare economicamente l’impatto, anche perché molto dipenderà dalla durata temporale di questa fase emergenziale. Tuttavia, si segnala che nelle settimane scorse il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha ipotizzato una “perdita” di qualche decimale di Pil. Se, ad esempio, la ricchezza prodotta dovesse scendere di 0,4 punti percentuali, così come prevedono alcuni istituti di ricerca, il danno economico ammonterebbe a circa 7 miliardi di euro. Una cifra, comunque, puramente indicativa che, è bene sottolinearlo, non è supportata da alcun riscontro statistico.

Nell’ultimo anno le banche hanno tagliato i prestiti di 33 miliardi e la PA deve 53 miliardi ai fornitori

Le richieste rivolte dalla CGIA al Governo appaiono più che giustificate, visto che i dipendenti del settore del turismo e tutto il comparto delle microimprese, inclusi i titolari di queste ultime, non beneficiano di alcuna misura di sostegno al reddito in caso di crisi aziendale.

La stretta creditizia, purtroppo, è proseguita anche nell’ultimo anno. Tra il dicembre del 2019 e lo stesso mese del 2018 (ultimi dati disponibili), gli impieghi vivi alle imprese (prestiti bancari al netto delle sofferenze, ovvero prestiti in bonis) sono diminuiti di ben 33 miliardi di euro (-4,9 per cento).

Questa contrazione, che ormai dura ininterrottamente dal 2011, sta mettendo a dura prova la tenuta finanziaria di moltissime piccole e piccolissime attività che da sempre sono a corto di liquidità e sottocapitalizzate.

Anche a seguito della sentenza di condanna inflittaci nel mese scorso dalla Corte di giustizia europea, la nostra Pubblica Amministrazione deve pagare i debiti commerciali contratti con i propri fornitori.

Secondo le stime elaborate dalla Banca d’Italia, il debito ammonterebbe a 53 miliardi di euro, metà del quale sarebbe imputabile alla violazione dei tempi di pagamento che, secondo la Direttiva europea 2011/7/UE, impone alle Amministrazioni pubbliche termini di pagamento non superiori a 30 e 60 giorni (in quest’ultimo caso solo per il settore sanitario).




Coronavirus, il dibattito in Consiglio regionale

Richiesta al Governo di poteri straordinari per rilanciare l’economia piemontese; mantenere le misure di contenimento anche dopo il 3 aprile; garantire risorse a tutti per poter almeno fare la spesa.

Queste alcune delle priorità Illustrate oggi dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio nelle comunicazioni sull’emergenza Coronavirus in Consiglio regionale, nuovamente riunito in videoconferenza.

Agli interventi di Cirio e dell’assessore alla Sanità Luigi Icardi, è seguito un lungo e articolato dibattito che ha coinvolto i rappresentanti di tutti i gruppi.

“Stiamo mettendo un impegno assoluto nell’affrontare l’emergenza – ha aggiunto Cirio – lo dimostra il numero dei letti di terapia intensiva: eravamo i penultimi in Italia come percentuale sugli abitanti, un retaggio storico della nostra sanità. Erano 287, adesso sono 565”.

Icardi ha riferito che “per i tamponi abbiamo 13 laboratori in grado di analizzarli, con una potenzialità di 4 mila al giorno: ma sono necessari i reagenti e la possibilità di riuscire a raccoglierli. Convocheremo i pazienti clinicamente guariti e in convalescenza per eseguire il test di conferma virologica della guarigione in ambulatori appositamente predisposti, per garantire la sicurezza dei pazienti e degli operatori”.

Mauro Salizzoni (Pd) ha ricordato le informazioni internazionali sui test che si stanno effettuando, le app telefoniche per il controllo dei pazienti e gli scenari post isolamento. Oggi l’Italia fa 30mila test al giorno, bisogna dare priorità alle Rsa e agli operatori. Si faccia attenzione, ha detto Salizzoni, al colpo di coda dell’epidemia, previsto per fine estate. Le scuole dovrebbero riaprire tre settimane dopo la fine del contagio.

Marco Grimaldi (Luv) ha sottolineato la necessita di test per fermare il contagio. È importante, ha spiegato, capire se i posti di terapia intensiva verranno occupati nelle prossime ore, ma anche la disponibilità delle Ogr o del Maria Adelaide. Inoltre bisogna progettare l’attesa dal punto di vista economico.

L’assessore Matteo Marnati, ha spiegato come il Piemonte si stia attrezzando per produrre i reagenti. Nelle tre Università del Piemonte si sta lavorando alacremente. “Da lunedì potremmo avere la produzione di massa a prezzi molto più bassi di quelli che si trovano sul mercato. Se il virus dovesse mutare c’è uno studio informativo che riesce a sensibilizzare il test. Quando avremo i reagenti li forniremo ai laboratori che lo chiederanno. Riusciremo a farlo in autonomia. Domani ci sarà il test preliminare da lunedì inizia la produzione senza limiti.

Nel rispondere alle varie sollecitazioni, Icardi si è detto d’accordo con le considerazioni di Salizzoni e ha aggiunto che “il ritorno alla normalità dovrà tener conto del rischio che il virus riparta”.

Alberto Preioni (Lega) è intervenuto spiegando che contro il Coronavirus il Piemonte sta facendo tantissimo, “ma è lasciato da solo a causa di un governo debole e inadeguato. I materiali arrivano con il contagocce e di bassa qualità, come le mascherine. È necessaria anche una battaglia forte con l’Europa”.

Per Silvio Magliano (Moderati) è assurdo che oggi chi dona possa detrarre solo il 30 per cento delle somme. Bisognerebbe poter detrarre il 100 per cento, da un lato sarebbe giusto, dall’altro aiuterebbe le raccolte fondi che grazie alla generosità degli italiani già stanno andando bene. Bisogna poi abbassare l’Iva sulle mascherine dal 22 al 4 per cento”.

Maurizio Marrone (Fdi) ha fatto i complimenti al presidente e all’assessore per il raddoppio dei posti di terapia intensiva. Ha spiegato come sia importante seguire il modello coreano, con la predisposizione di molti tamponi e tracciatura degli asintomatici. In questo senso anche il Veneto è un esempio virtuoso. Ora anche il Piemonte può mettersi al passo: ogni giorno di ritardo nell’effettuare gli esami con tamponi è un giorno perso.

Francesca Frediani (M5s) ha chiarito come sia importante puntare sull’assistenza a domicilio per evitare che i malati peggiorino e carichino le strutture sanitarie. È anche fondamentale la comunicazione tra i vari soggetti: la piattaforma è molto positiva per chi vi accede, “ma trovo sbagliato che i medici di base ne siano esclusi”. Per il dopo emergenza, è impensabile tornare subito alla normalità che conoscevamo: dobbiamo pensare adesso a come cambiare la società

Paolo Ruzzula (Fi) ha chiarito che le risorse più importanti possono arrivare soltanto dal Governo: quelle della Regione sono insufficienti per risolvere la crisi che ci sarà, anche se si tratta di fondi consistenti. “Qualche errore inevitabilmente è stato fatto, dove si può ripensiamo quanto si sta realizzando e facciamo qualche doverosa riflessione per salvaguardare i servizi che abbiamo”.

L’assessore all’Istruzione Elena Chiorino ha riferito “la difficoltà, comune a tutte le Regioni, per non essere ancora riusciti a interloquire con ministro Azzolina nonostante numerose richieste. Non abbiamo linee guida chiare dal ministero e diventa difficile concordare e mettere in campo azioni che siano complementari con quelle del Ministero”.

L’assessore Fabrizio Ricca ha spiegato che il decreto salva italia non ha stanziato fondi per sport e forze ordine. La Giunta del Piemonte invece intende stanziare – e proporre al Consiglio di votare – 4 milioni per coprire i costi dell’amministrazione ordinaria delle società sportive e 500mila euro per pagare gli straordinari alle forze di pubblica sicurezza per il presidio del territorio

Mario Giaccone (Monviso) ha rilevato difficoltà di comunicazione tra maggioranza ed opposizione. “I fatti – ha spiegato – hanno dimostrato l’importanza della presenza dell’opposizione sul tema Coronavirus. Sull’utilizzo dei tamponi il nostro lavoro è stato utile, una critica costruttiva che è stata presa in considerazione”.

 




CNA Benessere Piemonte: “Flessibilità per gli orari e riapertura non oltre il 25 maggio”

Il settore piemontese del Benessere della CNA è pronto a riaprire e alla vigilia della ripresa, arriva un appello: “Non fateci andare oltre il 25 maggio. Siamo già pronti, i protocolli garantiscono sicurezza per titolari, clienti e dipendenti, ma le nuove procedure allungheranno i tempi e ci consentiranno di svolgere solo metà del lavoro precedente”.

 

Da una presa di posizione a livello nazionale fino alle specificità regionali, tutto il settore si mobilita. In prospettiva per tutti si delinea un’attività al 60% rispetto agli standard pre-covid e le liste di attesa si allungano.

 

“Non possiamo attendere oltre – spiegano Giuseppe Sciarrino presidente regionale della CNA per il settore acconciatura e Monica Percelsi per l’estetica – le strutture sono state sanificate e i clienti ci stanno dando fiducia chiedendo appuntamenti. Con le nuove regole, però, rischiamo di allungare eccessivamente i tempi di attesa per le nuove richieste”.

 

“Il 25 maggio per noi è una data limite”, ha spiegato Sciarrino, mentre Percelsi ha aggiunto: “Noi siamo molto attrezzati per il lavoro in sicurezza e non ci sono motivi, anche alla luce dei nuovi protocolli, di attendere oltre”.

 

Ma se le linee guida individuate dall’Inail e dall’Istituto superiore di sanità per il contenimento del rischio di contagio nei saloni di acconciatura e nei centri estetici non rappresentano un ostacolo alla riapertura, il problema è l’impatto sull’organizzazione e sui tempi di attesa per i clienti e di lavoro per titolari e dipendenti.

 

“L’adozione delle misure indicate potrebbe comportare, tuttavia, un aggravio dei costi per gli operatori mentre la necessità di rispettare le disposizioni in materia di distanziamento richiederà una maggiore flessibilità organizzativa – spiega il vertice nazione di CNA Benessere e Sanità -. Gli orari di apertura e di lavoro dovranno consentire il recupero di una normale capacità di accoglienza giornaliera”.

 

“Penso che questo potrebbe portare dei cambiamenti anche in senso collaborativo per il settore degli acconciatori, cercando di aggregare realtà più piccole per riorganizzarsi in spazi più ampi e conseguentemente costosi”, ha aggiunto Sciarrino.

 

E da qui parte un appello agli enti locali.  “In questa fase saranno molto importanti, pertanto, da un lato la collaborazione delle amministrazioni municipali che dovranno concedere una maggiore libertà di orario, dall’altro una più ampia disponibilità da parte di dipendenti e collaboratori delle imprese a orari di lavoro diversificati su un arco temporale più ampio e sulla base delle esigenze organizzative delle imprese.  Tali raccomandazioni devono rappresentare il perimetro all’interno del quale le Regioni possano eventualmente intervenire in termini di maggiore flessibilità alla luce delle esigenze territoriali e dell’evoluzione dei contagi. Siamo consapevoli che si tratta di un passo necessario per riavviare le attività che va però considerato applicabile per un tempo definito e, auspicabilmente, il più breve possibile”, aggiunge CNA Benessere.




Nel primo semestre fatturato aziende crolla del -19,7%. La provincia in maggiore sofferenza è Biella

Fatturato in caduta libera (-19,7%) per le aziende italiane (spa e srl) nel primo semestre dell’anno con una perdita di oltre 280 miliardi di euro. Il dato emerge dall’Osservatorio sui Bilanci delle SRL 2018 e stime 2020 del Consiglio e della Fondazione Nazionali dei Commercialisti che ha misurato l’impatto dell’emergenza COVID-19 ed il relativo lockdown sul fatturato delle società di capitali nei primi sei mesi dell’anno.

Nell’analisi sono considerate circa 830 mila società che fatturano complessivamente circa 2.700 miliardi di eurol’89% di tutte le imprese e l’85% circa di tutti gli operatori economici. L’Osservatorio sui bilanci dei commercialisti elabora i dati presenti nella banca dati AIDA di Bureau van Dijk.

In Piemonte la provincia in maggior sofferenza è Biella (-24,5%). Questi i dati delle altre province piemontesi: Torino (-22%), Vercelli(-22%), Novara(-23,3%), Cuneo(-20,2%), Asti(-21%), Alessandria(-21,3%) e Verbano-Cusio-Ossola(-23,5%).

 

Tra le province ad accusare maggiormente gli effetti della pandemia, Potenza (-29,1%), Arezzo (-27,2%), Fermo (-26,3%), Chieti (-25,8%) e Prato (-25,3%) con performance peggiori del dato nazionale, mentre resistono meglio Siracusa (-13,7%), Cagliari (-13,8%), Roma (-16,1%), Genova (-16,5%) e Trieste (16,7%).

 

Tabella Prime 10 province per perdita di fatturato

Province VAR VAR %
1 Potenza -1.345.023 -29,1%
2 Arezzo -2.130.648 -27,2%
3 Fermo -599.902 -26,3%
4 Chieti -1.899.450 -25,8%
5 Prato -1.175.646 -25,3%
6 Pordenone -1.668.595 -25,3%
7 Pesaro e Urbino -1.499.230 -25,0%
8 Lecco -1.852.282 -24,8%
9 Terni -691.224 -24,7%
10 Biella -765.987 -24,5%

 

 

 

A livello di macroarea la maggior sofferenza si avverte nel Nord-Est (-21,3%), mentre  le isole (-17,6%) fanno registrare la minor perdita in termini di variazione percentuale.  Nel dettaglio emerge come nel solo mese di aprile, unico mese ad essere sottoposto interamente agli effetti della fase 1 del lockdown, la perdita di fatturato calcolata sulla base delle simulazioni descritte è pari a 93 miliardi di euro (-39,1%).

 

Tabella Simulazioni fatturato primo semestre 2020 società di capitali e variazioni annuali

MACROAREE 2020 2019 VAR VAR %
NORD-EST 253.583.863 322.064.990 -68.481.127 -21,3%
NORD-OVEST 488.347.999 606.833.534 -118.485.535 -19,5%
CENTRO 279.567.872 342.009.069 -62.441.197 -18,3%
MERIDIONE 84.934.829 107.846.051 -22.911.221 -21,2%
ISOLE 33.653.748 40.840.551 -7.186.803 -17,6%
ITALIA 1.140.088.310 1.419.594.194 -279.505.884 -19,7%

 

Le differenze territoriali riflettono la diversa struttura produttiva territoriale, soprattutto la differente composizione del peso del fatturato proveniente dalle attività industriali e del commercio che esprimono il peso maggiore in termini di fatturato delle società di capitali italiane e che risultano essere anche le attività più interessate dal lockdown. In particolare, il fatturato delle società di capitali dell’industria e di quelle del commercio, complessivamente prese, pesa per il 69% sul fatturato totale. Inoltre, nel corso della fase 1 del lockdown, il fatturato delle società appartenenti ai settori chiusi per decreto è stato pari a 41,2% per l’industria e 43,9% per il commercio, con molti sottosettori con valori anche pari al 100% (ad esempio l’intero comparto automobilistico).

 

“Quella che emerge dalle nostre simulazioni sulla perdita di fatturato delle società di capitali italiane nel primo semestre dell’anno – commenta il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani –  è una cifra impressionante che non può non destare enorme preoccupazione per il destino delle imprese italiane”.

 

“Adesso – aggiunge Miani – è urgente intervenire per spingere la ripresa, sia con interventi di alleggerimento della pressione finanziaria sulle imprese, a partire dal versante fiscale, sia con interventi che rafforzino il clima di sicurezza generale e quello più specifico nei settori produttivi. Non ci sembra appropriato l’eventuale intervento sull’Iva, oneroso per il bilancio pubblico ma molto poco stimolante per la ripresa di consumi e investimenti, mentre molto importanti appaiono gli interventi di stimolazione produttiva come l’ecobonus al 110%, a patto però che vengano lanciati velocemente in un quadro regolatorio il più chiaro e trasparente possibile”.

 

Oltre a ciò, secondo Miani “sarà fondamentale disegnare nel medio periodo una riforma fiscale che completando il riequilibrio ormai interrotto tra la tassazione sul lavoro e quella sui consumi, riduca la pressione fiscale sul ceto medio e sui giovani, così da favorire sia un accrescimento del reddito spendibile da parte delle famiglie con figli, che hanno una più elevata propensione al consumo, sia incentivando la propensione a lavorare delle fasce più deboli e l’emersione del nero”.




Confermati ieri pomeriggio i vertici del Comitato Torino Finanza

Sono lusingato della fiducia che i vertici della Camera di commercio ripongono in me e che credo si basi sulla massima attenzione che pongo alle esigenze del sistema economico torinese. – ha affermato Vladimiro RambaldiPer questo mi piace ricordare l’“Osservatorio sulle start up innovative” che ogni cinque anni analizza in profondità lo stato di salute dell’ecosistema torinese. Da qui abbiamo sviluppato l’idea di una futura piattaforma per darne la giusta visibilità e per mettere a disposizione utili strumenti di lavoro. Sono certo che diventerà un punto di riferimento per gli aspiranti imprenditori innovativi e un valido aiuto per la creazione di nuove start up.”

 

Continuare a puntare sull’educazione finanziaria del territorio è fondamentale in un periodo economico così delicato – ha commentato Dario Gallina, presidente della Camera di commercio di Torino, che ha riproposto i vertici anche per quest’anno – e la squadra del Comitato Torino Finanza sta funzionando bene, soprattutto a favore delle imprese. La ricerca di nuovi dati statistici e di prodotti digitali per far sviluppare l’innovazione del territorio, e la formazione per i futuri imprenditori sono i punti di forza di questa organizzazione.”

 

Il Comitato Torino Finanza ha portato avanti numerose iniziative di grande interesse per la Camera di commercio di Torino, di cui fa parte. Tra le più note, ricordiamo:

– il recente “PILNOW”, l’indice che fornisce in tempo reale lo stato di salute regionale, stimando trimestralmente il PIL piemontese

– l’“Osservatorio sui Confidi” che si è affermato come punto di riferimento nazionale sul tema e ha fatto conoscere il Comitato Torino Finanza in tutta Italia

– il progetto “Consapevolezza economica” che ha portato l’insegnamento dell’economia nelle scuole elementari, medie e superiori.

 

Il Comitato Torino Finanza è giunto al quarto rinnovo dalla sua costituzione nel 2006, che coincide anche con il trentesimo anniversario di “Torino Finanza” nella sua accezione allargata, comprendendo quindi gli anni di attività dell’Associazione che fu fondata nel 1990 dal compianto Franco Cellino.

 




Zona Rossa, CNA Piemonte: “Per noi prezzo troppo alto. Le nostre imprese vogliono tornare presto a lavorare

Da oggi, venerdì 6 novembre a domenica 8 novembre CNA Piemonte promuove una campagna stampa per sottolineare quanto sta avvenendo nel mondo dell’Artigianato e della micro e piccola impresa piemontese.

 

“Gli imprenditori pagano un prezzo troppo alto. Ci attendevamo provvedimenti che scongiurassero l’emergenza sanitaria della ‘seconda ondata’ e provvedimenti per trasporti maggiormente sicuri per lavoratori e studenti, ma tutto questo non è avvenuto”, afferma il segretario regionale Filippo Provenzano.

 

“Ora chiediamo ristori immediati per TUTTE le categorie/filiere chiuse o penalizzate dalla limitazione degli spostamenti, la sospensione e rinvio di tutti i tributi in scadenza, la proroga automatica delle moratorie di mutui e finanziamenti, la disponibilità immediata a costi calmierati degli annunciati tamponi rapidi. Inoltre abbiamo bisogno di un piano straordinario per il trasporto sicuro per lavoratori e studenti. Infine chiediamo i necessari chiarimenti in merito agli spostamenti per i clienti delle attività consentite dal DPCM”, continua Provenzano.

 

“Abbiamo promosso questa iniziativa, in prima istanza perché le nostre imprese vogliono tornare presto a lavorare, continuando a operare in sicurezza”, afferma il presidente di CNA Piemonte Fabrizio Actis.

“Chiediamo alle istituzioni in particolare alla Regione Piemonte di farsi parte attiva per ottenere i chiarimenti interpretativi necessari legati al nuovo DPCM. Inoltre sollecitiamo la Regione ad accelerare la risoluzione dei problemi posti e tuttora irrisolti.

La CNA continua a essere disponibile, responsabile e propositiva nel dare il proprio contributo”, conclude Actis.




I saldi invernali dal 7 gennaio

I saldi invernali di fine stagione inizieranno in Piemonte giovedì 7 gennaio 2021 e si protrarranno per otto settimane. In questo modo sarà possibile una partenza uniforme per tutte le attività.

La Giunta regionale ha assunto questa decisione, spiega l’assessore al Commercio Vittoria Poggio, in quanto “l’ultimo Dpcm consentiva al commercio online di usufruire di due giorni di vantaggio sugli operatori in sede fissa per la chiusura di questi ultimi fino al 5 gennaio. Ma tutti devono essere messi sullo stesso piano. Ed è per questa ragione che, per evitare di avvantaggiare alcuni a discapito di altri, abbiamo deciso di far partire le vendite per tutti nello stesso giorno”.

Le associazioni di categoria hanno accolto favorevolmente la decisione della Regione, in linea anche con quella assunta dalla Lombardia.