Confagricoltura Piemonte, Angelo Duro e il ruolo del contadino: “Comicità a dir poco sgradevole”

Siamo stupiti che un giovane e laureato utilizzi un termine ormai desueto come “contadino” per definire una professione all’avanguardia e di uno dei settori trainanti l’economia del Paese, che ha lavorato e garantito la sopravvivenza a tutta la popolazione italiana durante il lockdown”.

Lo ha detto Enrico Allasia presidente di Confagricoltura Piemonte a margine delle affermazioni di Angelo Duro, il comico che sul palco dell’Ariston, durante la scorsa serata del Festival di Sanremo 2023, ha cercato di intrattenere il pubblico con alcune considerazioni fuori dai classici schemi televisivi.

Si tratta di una comicità sgradevole, fuori luogo e con messaggi fuorvianti lanciati a un pubblico che non conosce la realtà moderna dell’agricoltura italiana, stimata in tutto il Mondo per il proprio “Made in”, basata sull’innovazione, l’interdisciplinarietà e il coinvolgimento sociale” continua Allasia.

Dati ISTAT, dimostrano che in Italia quasi la metà dei giovani agricoltori ha un diploma di scuola media superiore e il 19,4% ha una laurea, non esclusivamente di tipo agrario anzi, sono molti i giovani che apportano in agricoltura competenze di discipline diverse. Quelli che oggi vengono indicati come “contadini” sono imprenditori agricoli resilienti, in grado di reinventare stili di vita, modi di produrre e scambiare beni, di organizzare servizi e altre attività di cura per persone, comunità e territori, rielaborando elementi della cultura rurale e della tradizione.

Abbiamo giovani donne e uomini impegnati in prima linea nello sviluppo di un’agricoltura multifunzionale con agriturismi, agriasili, fattorie didattiche e molto altro ancora – sottolinea Lella Bassignana direttore di Confagricoltura Piemonte – la cui ricaduta sull’ambiente e sulla collettività ha notevole valore. L’agricoltore, da semplice produttore di derrate alimentari, è diventato un creatore di servizi e un generatore di valore per il territorio rurale. Non accettiamo in alcun modo pertanto delle morali come quelle andate in onda su un palco di spessore come quello di Sanremo”.

Rammentiamo che le aziende agricole condotte da under 40 in Italia sono 104.886, il 9,3% del totale e coltivano il 16% della Superficie Agricola Utilizzabile nazionale.

 




Consiglio regionale, legge di riordino, via alla discussione

Novantuno articoli e oltre mille emendamenti presentati dalle opposizioni: questi i numeri salienti dei lavori sulla “Legge annuale di riordino dell’ordinamento regionale anno 2022”, aperti oggi in Consiglio regionale.

L’assessore Andrea Tronzano ha illustrato il provvedimento, un disegno di legge che, “nell’ambito dell’attività di razionalizzazione e coordinamento dell’ordinamento, interviene per modificare alcune leggi regionali contenenti specifiche discipline di settore al fine di aggiornarle e attualizzarle, anche per renderle più coerenti con il riparto delle competenze Stato – Regioni” ed evitare contenziosi.

I settori su cui il Ddl interviene sono diversi: agricoltura e caccia, attività estrattive, edilizia sociale e movimenti migratori, foreste, governo del territorio, elettromagnetismo, trasporti, pari opportunità, usi civici, commercio, sanità, impegni istituzionali.

Sono intervenuti molti consiglieri di quasi tutti i gruppi opposizione, manifestando contrarietà al provvedimento, specie per quanto riguarda alcune questioni relative alla caccia, al gioco legale e alle attività estrattive.

L’Aula, i cui lavori proseguono nel pomeriggio, è convocata anche domani con lo stesso ordine del giorno




Servizio Civile Universale: per lavorare presso Patronato Enapa Confagricoltura Asti

C’è tempo fino al 10 febbraio per candidarsi come volontari del Servizio Civile Universale presso le sedi territoriali del Patronato Enapa di Confagricoltura. “Si tratta di un’ottima occasione di formazione, di crescita individuale e professionale destinata ai giovani tra i 18 e i 29 anni non compiuti, che intendano fare un’esperienza per impegnarsi nell’assistenza e tutela in favore dei lavoratori, dei pensionati e di tutti i cittadini presenti sul territorio dello Stato“, afferma Mariagrazia Baravalle, direttore della Confagricoltura di Asti.

Il Patronato Enapa ha messo a disposizione 240 posti in tutta Italia, con una parte riservata ai giovani con difficoltà economiche, distribuiti in 100 sedi territoriali, di cui ben 55 sono sedi provinciali. Ogni progetto avrà una durata di dodici mesi, con un impegno giornaliero di cinque ore, per un totale di 25 ore settimanali e verrà retribuito con un contributo mensile di € 444,30.

Per chi vuole mettersi al servizio della comunità civile, lo può fare prestando servizio nei 6 progetti del Patronato Enapa della Confagricoltura di Asti, così suddivisi:

 

– 2 progetti presso la sede centrale di Asti (Via Monti, 8)

– 2 progetti presso l’ufficio zona di Nizza Monferrato (Piazza Garibaldi, 51)

– 2 progetti presso l’ufficio zona di San Damiano (Corso Roma, 28).

 

Grazie a questo bando i giovani volontari avranno l’opportunità di maturare un’esperienza di lavoro negli ambiti dell’assistenza e tutela dei diritti dei cittadini (anziani, immigrati, disoccupati, persone con handicap) e dell’educazione e informazione sui diritti sociali, grazie ai progetti di servizio civile.

 

Per presentare la propria candidatura è possibile trovare tutte le informazioni di dettaglio al seguente link: https://confagriasti.it/servizio-civile-universale-modalita-di-presentazione-delle-domande/




Cuneo. Nati mortalità delle imprese, in sofferenza agricoltura e commercio

Per il sistema imprenditoriale della provincia di Cuneo il 2022 si chiude restituendo leggeri segnali di sofferenza.

Nel periodo gennaio-dicembre 2022 la Camera di commercio di Cuneo riporta la nascita di 3.347 nuove iniziative imprenditoriali, 157 in meno (-4,5%) rispetto all’anno precedente, e 3.478 cessazioni (al netto delle cancellazioni d’ufficio), 238 in più                  (+7,3%) rispetto al 2021.

Queste dinamiche hanno consegnato un saldo negativo a fine anno di 131 unità, corrispondente a un tasso di crescita del -0,20% (+0,40% nel 2021 e -0,61% nel 2020).

Lo stock di imprese a fine dicembre 2022 è pari a 65.531 sedi, mentre sono 80.842 le localizzazioni (comprensive di unità locali; erano 81.049 a fine 2021).

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(*) valutate al netto delle cessazioni d’ufficio

Fonte: elaborazione Camera di commercio di Cuneo su dati InfoCamere

“Nel corso del 2022 la demografia d’impresa cuneese mostra lievi segnali di rallentamento, dopo l’incremento del numero delle aziende nel 2021 – afferma il presidente Mauro Gola -. Si consolidano i trend di crescita delle società di capitali e di calo delle ditte individuali; il tessuto imprenditoriale viene trainato da costruzioni, turismo e servizi. Frenano agricoltura e commercio. Stabile l’industria”.

Il tasso di crescita della provincia di Cuneo (-0,20%) risulta in controtendenza rispetto a quello regionale (+0,25%) e nazionale (+0,79%). 

Tasso di crescita per area territoriale

  Anno 2022

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Fonte: elaborazione Camera di commercio di Cuneo su dati InfoCamere

L’analisi dei dati dal punto di vista della forma organizzativa delle imprese conferma in parte il rafforzamento strutturale del sistema imprenditoriale provinciale. A evidenziare una sostenuta espansione sono infatti, anche nel 2022, le società di capitale che, con un peso del 14,4% sul totale delle aziende cuneesi, registrano un tasso di crescita del +4,04% seguite dalle altre forme (in cui confluiscono cooperative e consorzi) con un +0,07%. Negativa invece la performance delle restanti forme giuridiche. Il risultato meno confortante è riportato dalla ditte individuali (-0,92%) che costituiscono il 61,2% delle imprese provinciali, seguite dalle società di persone (-0,82%).

Imprese registrate per forma giuridica       Tasso di crescita per forma giuridica

     Al 31 dicembre 2022                     Anno 2022

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Fonte: elaborazione Camera di commercio di Cuneo su dati InfoCamere

Tra i settori di attività la dinamica più incoraggiante viene registrata dalle costruzioni (+2,16%), trainate dai bonus edilizia, seguite dal turismo (+1,29%) complice un autunno che ha visto numeri incoraggianti soprattutto per l’area alpina e per tutto il comparto legato all’outdoor, dagli altri servizi (+1,20%) e dall’industria in senso stretto (+0,02%).

Negativi i trend esibiti dagli altri comparti provinciali. A pagare le maggiori conseguenze è l’agricoltura (-2,20%) che rappresenta il 27,9% delle imprese della Granda, seguita dal commercio (-1,43%).

 Imprese registrate per settore   Tasso di variazione % annuale

Al 31 dicembre 2022     dello stock per settore

Anno 2022

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Fonte: elaborazione Camera di commercio di Cuneo su dati InfoCamere




UE, Coldiretti: Da grilli a vermi le novità nel piatto del 2023

Dalle larve di verme della farina minore (Alphitobius diaperinus) al grillo domestico (Acheta domesticus) congelati, essiccati e in polvere sono in arrivo sulle tavole dopo l’autorizzazione concessa dall’Unione Europea alla loro presenza in una serie di alimenti come pane, panini, cracker, grissini, barrette ai cereali, nei prodotti a base di pasta, pizza o cioccolato ma anche nei preparati a base di carne, di prodotti sostitutivi della carne e nelle minestre.

E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea dei regolamenti che consentono nel 2023 l’entrata sul mercato di nuovi alimenti nell’ambito della normativa comunitaria sui novel food. Lo scorso anno – ricorda la Coldiretti – era arrivato il via libera anche alla larva gialla della farina (Tenebrio molitor) essiccata termicamente, intera o sotto forma di farina, per il consumo umano e alle cavallette (Locusta migratoria) per uso alimentare umano.

Si tratta peraltro di alimenti che hanno ricevuto l’autorizzazione dall’Efsa, l’autorità alimentare Europea che però – precisa la Coldiretti – nel suo parere scientifico ha rilevato che il consumo di questi insetti può causare reazioni allergiche nelle persone allergiche ai crostacei e agli acari della polvere. Una accelerazione che non sembra interessare i consumatori europei e soprattutto gli italiani che, per la grande maggioranza, non porterebbero mai a tavola gli insetti, considerati estranei alla cultura alimentare nazionale: il 54% è infatti contrario agli insetti a tavola, mentre è indifferente il 24%, favorevole il 16% e non risponde il 6%, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe”. Una corretta alimentazione non può però prescindere dalla realtà produttiva e culturale locale nei Paesi del terzo mondo come in quelli sviluppati – sostiene la Coldiretti – e a questo principio non possono sfuggire neanche bruchi, coleotteri, formiche o cavallette a scopo alimentare che, anche se iperproteici, sono molto lontani dalla realtà culinaria nazionale italiana ed europea. Al di là della normale contrarietà degli italiani verso prodotti lontanissimi dalla cultura nazionale, l’arrivo sulle tavole degli insetti – continua la Coldiretti – solleva dei precisi interrogativi di carattere sanitario e salutistico ai quali è necessario dare risposte, facendo chiarezza sui metodi di produzione e sulla stessa provenienza e tracciabilità considerato che la maggior parte dei nuovi prodotti proviene da Paesi extra Ue, come il Vietnam, la Thailandia o la Cina, da anni ai vertici delle classifiche per numero di allarmi alimentari. E’ necessario pertanto – secondo la Coldiretti – garantire la trasparenza dell’informazione sia sulla natura delle farine contenute negli alimenti sia sul paese di provenienza. La commercializzazione di insetti a scopo alimentare – conclude la Coldiretti – è resa possibile in Europa dall’entrata in vigore dal primo gennaio 2018 del regolamento Ue sui “novel food” che permette di riconoscere gli insetti interi sia come nuovi alimenti che come prodotti tradizionali da paesi terzi.




Rinnovo accordo quadro tra Agcom e Regioni

La soddisfazione del presidente del Co.re.com Piemonte Vincenzo Lilli per il conferimento delle deleghe

Esprimo soddisfazione per il recente rinnovo dell’accordo quadro tra Agcom e le Regioni per il conferimento delle deleghe ai Co.re.com” dichiara il presidente del Co.re.com Piemonte Vincenzo Lilli in occasione dell’incontro- dibattito che si è tenuto lunedì 16 gennaio a Roma, presso l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. “I Comitati regionali confermano la propria vocazione di Organismi al servizio dei cittadini e del territorio, – aggiunge il presidente– da oltre vent’anni sono un esempio virtuoso di controllo e vigilanza, un luogo di prossimità dove far valere i propri diritti”.

Nel dettaglio il nuovo Accordo, al quale ha lavorato un Tavolo tecnico composto da rappresentanti dell ́Autorità e delle due Conferenze firmatarie, è stato formalizzato con l ́adozione della delibera n. 427/22/CONS; sugella un rinnovato patto di fiducia tra Agcom e Co.re.com e avrà una durata quinquennale, a partire dal 1° gennaio 2023.

L ́accordo definisce ed aggiorna la cornice giuridica entro la quale saranno svolte a livello locale le funzioni delegate, anche in considerazione delle modifiche normative intervenute negli anni. In particolare, ai Comitati regionali continueranno ad essere affidate la vigilanza sull ́esercizio dell ́attività radiotelevisiva locale, mediante il monitoraggio delle trasmissioni dell ́emittenza locale, la tenuta del Registro degli operatori di comunicazione (ROC) e la conciliazione e definizione sulle controversie tra operatori ed utenti.

Una funzione, quest ́ultima, che, anche grazie all ́introduzione del sistema telematico Conciliaweb, ha consentito di tutelare al meglio i diritti dei cittadini. Tra le altre novità, va segnalato un rafforzamento delle azioni educative all ́utilizzo dei media da parte dei giovani che saranno attuate dai Co.re.com. nell ́ambito delle attività di alfabetizzazione mediatica e digitale promosse dall ́Autorità.

L ́Accordo quadro contempla infine un incremento del contributo annuale riconosciuto ai Co.re.com., introducendo, al contempo, il principio di premialità nella ripartizione delle risorse finanziarie.




Istat, prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) dicembre 2022

Gli indici dei prezzi al consumo di Dicembre 2022 sono stati elaborati tenendo conto delle limitazioni, differenziate a livello regionale, definite dalle normative nazionali e locali per contrastare la pandemia causata dal Covid-19.

L’impianto dell’indagine sui prezzi al consumo, basato sull’utilizzo di una pluralità di canali per l’acquisizione dei dati, ha continuato a consentire di ridurre gli effetti negativi del più elevato numero di mancate rilevazioni sulla qualità delle misurazioni della dinamica dei prezzi al consumo. Le modalità con le quali la situazione che si è venuta determinando è stata via via affrontata sono illustrate nella Nota metodologica del comunicato stampa diffuso oggi dall’Istat nella quale viene anche ricordato che gli indici ai diversi livelli di aggregazione, sia nazionali sia locali, che hanno avuto una quota di imputazioni superiore al 50% (in termini di prezzi mancanti e/o di peso), sono segnalati mediante l’utilizzo del flag “i” (dato imputato).

Nel mese di Dicembre 2022 a seguito della rilevazione dei prezzi effettuata dal Servizio Statistica della Città, l’indice complessivo dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) è risultato pari al 117,9 (Base Anno 2015=100) segnando una variazione del +0,3% rispetto al mese precedente e del +11,5% rispetto al mese di Dicembre 2021 (tasso tendenziale).

I prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto segnalano INVARIATO sul mese precedente e +8,3% su dicembre 2021. I prezzi dei prodotti a media frequenza d’acquisto rilevano +0,4% rispetto al mese di novembre 2022 e +18,6% sull’anno precedente. I prezzi dei prodotti a bassa frequenza d’acquisto segnalano +0,7% sul mese precedente e +4,6% rispetto   dicembre 2021.

Nella tipologia di prodotto dei BENI si rileva +0,3% su base congiunturale e +16,8% su base tendenziale.

I prodotti in rilevazione hanno subito queste variazioni:

Beni Alimentari +0,3% sul mese precedente e +12,4% sull’anno precedente,

Beni Energetici -0,5% sul mese precedente e +65,8% sull’anno precedente,

Tabacchi INVARIATO sia sul mese precedente che sull’anno precedente,

Altri Beni +0,8% sul mese precedente e +5,8% sull’anno precedente.

Nella tipologia di prodotto dei SERVIZI si registra +0,3% su base congiunturale e +3,9% su base tendenziale.

Sono state riscontrate le seguenti variazioni:

Servizi relativi all’Abitazione +0,1% sul mese precedente e +2,7% sull’anno precedente,

Servizi relativi alle Comunicazioni +0,3% sul mese precedente e +0,5% sull’anno precedente,

Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona +0,1% sul mese precedente e +6,2% sull’anno precedente,

Servizi relativi ai Trasporti +1,3% sul mese precedente e +7,2% sull’anno precedente,

Servizi vari +0,1% sul mese precedente e +0,9% sull’anno precedente.

L’inflazione di fondo al netto degli energetici e degli alimentari freschi segnala +0,5% rispetto al mese precedente e +6,0% rispetto all’anno precedente.

L’Indagine dei Prezzi al Consumo è stata effettuata secondo le disposizioni e le norme tecniche stabilite dall’ISTAT.

 




Aumento prezzi carburante. Confagricoltura: “Situazione insostenibile”

Doccia fredda di inizio anno sul fronte carburante: dal 1° gennaio infatti i prezzi di gasolio e benzina hanno subito una vertiginosa impennata. Fino alla fine di dicembre infatti i prezzi sono rimasti calmierati in quanto, tramite una decisione da parte del Governo, era stata deliberata una proroga del taglio delle accise. Con l’inizio del 2023 è scaduta la proroga e decaduta l’agevolazione e quindi si è tornati all’applicazione normale delle accise a cui va aggiunta l’Iva. Inoltre, dal 1° gennaio è anche aumentato, seppur lievemente il listino prezzi del barile. Ecco spiegato il balzo di circa 20 centesimi in più al litro.

Un aumento che ovviamente interessa anche il mondo agricolo in quanto questo aumento va ad incidere notevolmente sui costi di produzione. Particolarmente penalizzate le aziende vivaistiche che nel periodo invernale consumano parecchio carburante per il riscaldamento delle serre, oppure chi detiene stalle e ricoveri zootecnici.

Confagricoltura lamenta questa ennesima situazione che sta nuovamente danneggiando pesantemente tutto il comparto e lancia un appello al Governo e a tutte le istituzioni, chiedendo un intervento risolutivo.

Tutti gli esperti indicano che il 2023 sarà un anno particolarmente difficile per le forniture energetiche – affermano presidente e direttore della Confagricoltura di AstiGabriele Baldi e Mariagrazia Baravalle. “E’ da tre anni che le aziende agricole si trovano in forte difficoltà: prima la pandemia e poi l’aumento dei costi di produzione derivanti dallo scoppio del conflitto russo-ucraino hanno letteralmente messo in ginocchio tutto il comparto. Apprezziamo le misure presenti all’interno della Legge di Bilancio, tra queste anche quella relativa all’estensione del credito di imposta del 20% per l’acquisto di gasolio e benzina, ma non basta”. “E’ necessaria una task force coordinata dal Governo insieme all’Unione Europea che operi in un’ulteriore riduzione delle accise, almeno per tutta la durata di questo anno, in modo tale da alleggerire i costi e ridare dignità alle nostre imprese”, continuano i vertici della Confagricoltura di Asti.

In altri Paesi europei – concludono Baldi e Baravalle – sono stati previsti interventi a favore di famiglie e imprese per tutto il 2023, mentre in Italia le misure a favore delle imprese sono previste solo per il primo trimestre. Senza una solida iniziativa comune, rischiamo il collasso del mercato unico europeo”.




Dati economici del territorio: collaborazione tra CGIL e CCIAA di Torino

Accesso e approfondimento su dati statistici ed economici del territorio per mettere in campo proposte e azioni e affrontare i problemi. Questo l’obiettivo che ha spinto la CGIL torinese a rivolgersi alla Camera di commercio di Torino per ottenere in via più diretta statistiche e informazioni economiche su realtà imprenditoriali del territorio, addetti e specifiche filiere. L’accordo, stipulato qualche mese fa, diventa operativo quest’anno.

“I dati non mancano anzi, a volte ce ne sono in sovrabbondanza: la sfida è riuscire a socializzarli e quindi utilizzarli al meglio, soprattutto da parte di chi come noi opera quotidianamente sul territorio – sottolinea Enrica Valfrè, Segretaria Generale della Cgil di Torino. – In questo senso la Camera di commercio di Torino è una miniera di informazioni preziose, in perenne aggiornamento, a cui attingere, e un soggetto che svolge più in generale un ruolo di proposta e di supporto, non solo nei confronti delle imprese ma anche dei lavoratori”.

L’utilizzo di strumenti di consultazione dei dati economici risulta ancora più strategico in periodi di difficile congiuntura economica, per sviluppare azioni a supporto della ripresa – spiega Guido Bolatto, Segretario Generale della Camera di commercio di Torino. – Per questo motivo siamo disponibili ad estendere questo protocollo ad altre organizzazioni sindacali e associazioni datoriali del territorio che manifestino interesse”.

Tra i dati messi a disposizione dall’ente camerale, rientrano quelli comunemente diffusi sulla natimortalità imprenditoriale, con uno spaccato più preciso su addetti, su cui CGIL potrà effettuare ulteriori analisi ed elaborazioni.

Dati di analisi del territorio torinese

Al terzo trimestre 2022 si contavano sul territorio torinese 223.166 imprese, che danno lavoro a 806.645 addetti. Il 70,8% delle realtà imprenditoriali ha tra 0 e 1 addetto, il 20,7% tra 2 e 5 addetti.

Il 22,3% delle imprese è femminile (49.741 totali), il 9,4% giovanile (20.878), il 13,8% straniera (30.749). Le sole imprese femminili danno lavoro a oltre 99mila addetti. Il settore economico più rappresentato sul territorio è quello dei servizi alle imprese (26,4%), seguito dal commercio (24,1%).




Saldi, Confesercenti: Al via da domani in tutta Italia

Saldi invernali 2023 al via. Da domani prendono il via in tutta Italia le vendite di fine stagione, il primo grande appuntamento commerciale dell’anno. Dopo la partenza anticipata il 2 gennaio di Basilicata e Sicilia, seguite dalla Valle d’Aosta il 3 gennaio, domani giovedì 5 gennaio si apriranno i saldi invernali in tutte le regioni. Forte l’interesse da parte dei consumatori: il 72% si dichiara interessato ad acquistare almeno un capo in saldo, per un budget medio di circa 160 euro a persona. E c’è un ulteriore 23% che deciderà in base alle offerte. È quanto emerge dal sondaggio condotto Fismo, la federazione dei negozi specializzati in moda di Confesercenti, da IPSOS su un campione di 800 consumatori.  

La spesa. Ad avere già stabilito un budget è il 62% di chi si dice interessato. La media di 160 euro nasconde però una spesa media fortemente diversificata a livello regionale: nel centro Italia si spenderà in media 216 euro, un budget sensibilmente più alto di quello allocato in media nelle regioni del Nord e del Sud (rispettivamente 148 e 147 euro). Anche l’analisi per genere ed età restituisce ampi divari: a spendere di più saranno gli uomini (195 euro circa contro 125 delle donne) e gli over 35 (182 euro contro i 115 dei più giovani).  

Chi compra. Ad attendere l’apertura delle vendite di fine stagione sono soprattutto le donne: 3 su 4 sono interessate all’acquisto, contro il 69% degli uomini. A livello territoriale, invece, la percentuale maggiore di intenzionati a comprare si registra nelle regioni del Sud e nelle Isole, dove il 76% vuole approfittare dei saldi. Quota che scende al 72% al Nord e al 68% nel Centro. 

Dove si compra. Nonostante la crescente concorrenza del web, i saldi rimangono un evento fortemente legato all’esperienza di shopping nei negozi. L’89% dei consumatori che parteciperanno ai saldi acquisterà uno o più prodotti presso un punto vendita fisico, mentre il 59% si rivolgerà  all’online. I negozi sono preferiti soprattutto da over35 (90%) e al Centro (92%). 

Cosa si compra. Quest’anno, in cima ai desideri degli italiani ci sono i maglioni: a progettare di acquistarne è il 63% degli intervistati (il 68% al sud), una quota quest’anno leggermente superiore a quella dei consumatori interessati alle scarpe (62%), acquisto tradizionale dei saldi invernali. Seguono, a distanza, l’intimo (indicato dal 41%), gonne e pantaloni (39%), magliette, canottiere e top (35%), camicie e camicette (33%), borse (31%), oltre ad un 30% che proverà a portarsi a casa un capospalla a prezzo scontato. Il 28% dei consumatori cercherà invece abiti e completi, mentre il 26% approfitterà dei saldi per un nuovo foulard, sciarpa o cappello. Il 22% cercherà invece un’occasione sulla biancheria per la casa. Infine, c’è un 20% che punta ad acquistare in saldo un prodotto di piccola pelletteria (portafogli, portacarte, etc..) e un 18% cinture.