CNA Piemonte: “La politica rilanci il patto sociale per riavviare lo sviluppo economico”

CNA Piemonte rilancia sul territorio quanto CNA nazionale ha elaborato come manifesto inviato ai leader politici italiani in vista del voto del 25 settembre nell’auspicio di una legislatura a misura anche degli artigiani e delle piccole imprese.

“È importante che anche i rappresentanti regionali possano farsi parte attiva in una strategia di rilancio che dal livello centrale a quello periferico. CNA ha preparato un decalogo, una serie di proposte concrete per un nuovo patto sociale mirato a ripartire dalle nostre solide radici per ri-avviare decisamente lo sviluppo economico e sociale dell’Italia”, ha spiegato il segretario regionale Delio Zanzottera.

“Dopo l’esperienza di questi anni – ha aggiunto il presidente regionale Bruno Scanferla -. La CNA Piemonte chiede che alla cultura emergenziale si sostituisca una ritrovata capacità di guardare le profonde trasformazioni che investono la società italiana, in modo da recuperare la centralità dei soggetti sociali, veri e propri connettori ai processi reali. CNA chiede di assicurare continuità e sostenibilità agli incentivi, ampliandone l’ambito anche agli immobili produttivi. Disporre di un adeguato orizzonte temporale, perlomeno decennale, consente la programmazione e lo svolgimento dei lavori senza creare tensioni e strozzature”.

Automotive e filiera

Per andare su temi piemontesi. “L’attuazione del Green Deal europeo, finalizzato a governare la transizione ecologica in chiave di sostenibilità, avrà impatti rilevanti sull’attività delle imprese, in particolare il piano Fit for 55 che impegna i paesi a ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 – aggiunge Scanferla -. Un cambiamento epocale che impatterà in maniera profonda su intere filiere oggi fiore all’occhiello del made in Italy costituite, in gran parte, da piccole imprese. CNA chiede una politica industriale condivisa che accompagni la trasformazione delle filiere produttive coinvolte, a partire da quella dell’auto, che interessa molte decine di migliaia di piccole imprese operanti nella produzione e manutenzione dei veicoli, nei sistemi di alimentazione e trasporto. Il coinvolgimento di tutti gli attori economici è fondamentale, posto che questi grandi processi non possono essere improntati alla neutralità tecnologica delle scelte”.

Burocrazia, vera piaga

“È il tempo di affrontare con decisione il capitolo della cattiva burocrazia – ha continuato Zanzottera -. Ora più che mai è necessario compiere un vero cambio di passo, reso possibile dalle riforme di sistema e dalla disponibilità di ingenti risorse economiche messe a disposizione dal PNRR per dare finalmente attuazione alle richieste di artigiani e piccole imprese”.

Le dieci proposte di CNA Piemonte

  1. Energia, con un focus sulla scelta strategica dell’autoproduzione

  2. Semplificazione, ritenuta la strada maestra del cambiamento

  3. Politica industriale, tagliata su artigiani e piccole imprese

  4. Export, Made in Italy, Turismo, tre leve di crescita

  5. Lavoro, contrattazione collettiva, formazione, rappresentanza, per favorire una occupazione di qualità e uno scatto di produttività

  6. Fisco, chiesto più leggero, più semplice e più orientato all’espansione

  7. Concorrenza, in un’ottica di tutela delle piccole imprese

  8. Infrastrutture, materiali e immateriali, per irrobustire l’ossatura del nostro Paese

  9. Legalità, da perseguire combattendo la criminalità ma anche tutte le forme di abusivismo, sommerso, riciclaggio e usura

  10. Welfare e Pensioni, per assicurare condizioni dignitose agli anziani e ai cittadini più fragili




28 milioni di italiani partiranno entro la fine dell’estate

Su una scala da 0 a 100, il tour operator italiano specializzato in vacanze di gruppo Vamonos-Vacanze ha calcolato l’indice di propensione al viaggio dell’estate 2022 degli italiani.

Il risultato è di 81 punti, un coefficiente elevatissimo che porta la propensione al viaggio dei nostri connazionali a valori maggiori anche rispetto ai livelli pre-pandemici.

«Nella fascia di età compresa tra i 16 ed i 76 anni il tutto si traduce in 28 milioni di italiani che partiranno entro la fine dell’estate» mettono in evidenza gli analisti di Vamonos-Vacanze, che hanno anche calcolato la spesa media di quest’anno: «1.480 euro per le vacanze di 7 giorni o più, 620 euro per i break di durata dai 3 ai 6 giorni e 300 euro per chi si concederà al massimo 2 notti fuori».

Il fenomeno “nuovo” è il ritorno alla preferenza per l’albergo: mentre l’anno scorso oltre un terzo degli italiani optava per l’affitto di una casa dove trascorrere le vacanze e solo un quarto preferiva l’albergo, oggi le percentuali si sono invertite.

«Sei italiani su 10 andranno una struttura alberghiera e solo uno su 5 preferirà affittare una casa o un appartamento. Insomma è finito il timore pandemico di trascorrere troppo tempo in un contesto frequentato da persone che non si conoscono a beneficio di una scelta che comporta maggiori servizi e comfort» dicono gli analisti di Vamonos-Vacanze

Nel ranking delle preferenze di vacanza —come è tradizione— il mare si colloca poi al primo posto, seguito dalla montagna e dalle esperienze culturali in città e luoghi d’arte, includendo però anche i piccoli borghi.

«In aumento il raggio degli spostamenti, seppure 8 italiani su 10 sceglieranno mete nazionali —nel 70% dei casi al di fuori della propria regione di residenza— mentre “solo” 2 italiani su 10 viaggeranno all’estero —nel 75% dei casi rimanendo in Europa—» sottolinea Emma Lenoci, fondatrice di Vamonos-Vacanze.

La grande voglia di viaggiare, che Vamonos-Vacanze ha definito «revenge travel», sottende una domanda repressa a causa ben 2 anni —o quasi— di lockdown e di altre misure ristrettivi. Già negli scorsi mesi, allentate e poi finalmente rimosse le misure sanitarie di sicurezza, migliaia di turisti sono arrivati nel Bel Paese.

«Ci aspettiamo una decisa crescita sia del fatturato sia delle presenze e per molte destinazioni stiamo già triplicando i nostri risultati medi. Dobbiamo però fronteggiare ora il peso dell’instabilità geopolitica e l’incremento dei costi energetici, senza volere aumentare i costi per i viaggiatori. E tutto ciò incide pesantemente sulla marginalità» spiega il tour operator.

La formula Vamonos-Vacanze continua ad essere comunque vincente, grazie alla esperienzialità delle proposte ed alla qualità delle strutture. Ma ci vorrà tempo per recuperare la stabilità pre-Covid e recuperare utili.

«Servirebbero maggiori incentivi agli investimenti che mettano più al centro il turismo, che invece è ancora troppo al margine anche con il PNRR» conclude Emma Lenoci.

Le offerte più vantaggiose? Ecco i «last minute» di Vamonos-Vacanze: a partire dai 1.099 euro si può villeggiare per 7 notti nella splendida struttura di Pugnochiuso in Puglia (dal 6 al 13 agosto) oppure navigare in barca a vela in Sardegna, sempre per 7 notti (dal 6 al 13 agosto). Leggermente maggiore (1.699 euro) è invece il presso dell’opzione per la Grecia (last minute dal 7 al 14 agosto), ma optando per una crociera MSC in Grecia, Mykonos e Croazia il prezzo scende a 999 euro (last minute per il periodo 7-14 agosto).

Poi ancora —tra le offerte più vantaggiose— anche il Ferragosto in Sicilia (a Cefalù) dal 12 al 19 agosto a 1.299 euro o in Sardegna (a Santa Teresa di Gallura dal 12 al 19 agosto a 1.399 euro. Mentre Ibiza sale a 1.699 euro (con last minute dal 13 al 20 agosto).




Imprese: 32mila in più tra aprile e giugno

Sembra avviarsi verso una normalizzazione il bilancio tra iscrizioni e cessazioni di imprese. Dopo il forte rimbalzo post-pandemia del 2021, nel secondo trimestre di quest’anno il saldo tra aperture e chiusure si è attestato a 32.406 imprese – non lontano dalla media dell’ultimo decennio – come risultato della differenza tra 82.603 iscrizioni (il secondo peggior risultato del decennio) e 50.197 cessazioni (in progressiva ripresa dopo la frenata del 2020 e la “ripresina” del 2021).

E’ quanto emerge in sintesi dall’analisi trimestrale Movimprese relativa al periodo aprile-giugno 2022, condotta da Unioncamere e InfoCamere sui dati del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio e disponibile all’indirizzo www.infocamere.it/Movimprese.

IL BILANCIO DEI TERRITORI
Il Mezzogiorno mette a segno l’incremento assoluto e relativo più consistente del trimestre, con un saldo di 11.542 imprese in più, seguito da Nord-Ovest (+8.438), dal Centro (+6.582) e dal Nord-Est (+5.844).
A livello regionale è la Lombardia a registrare la maggior crescita di imprese (+5.802), seguita dal Lazio (+4.226) e dalla Campania (+2.825). In termini relativi, sono 8 le regioni che registrano un tasso di crescita trimestrale superiore alla media nazionale (+0,55%): Sardegna (+0,82%), Lazio (+0,69%), Puglia (+0,66%), Valle d’Aosta (+0,64%), Trentino Alto Adige (+0,63%), Lombardia (+0,61%), Emilia Romagna (+0,59%) e Sicilia (+0,58%).

IL BILANCIO DEI SETTORI
Le Costruzioni mantengono un ritmo di crescita sostenuto anche in questo trimestre con 8.548 imprese in più e una variazione dell’1,02%. La ripresa del settore turistico a ridosso della pausa estiva è accompagnata da un saldo attivo delle imprese che operano nelle Attività di alloggio e ristorazione (+4.026 la variazione assoluta, +0,88% quella percentuale). Anche le Attività professionali, scientifiche e tecniche mettono a segno nel trimestre un incremento cospicuo di 3.712 unità, pari al +1,59% in termini percentuali. Quest’ultimo settore mostra la variazione percentuale più consistente, seguito dall’Istruzione (+1,24%) e dalle Attività artistiche sportive e di intrattenimento (+1,15%).

 




Confagricoltura e CIA Alessandria chiedono il rinnovo del credito d’imposta  per il carburante agricolo

La grave crisi idrica che interessa le nostre campagne, l’aumento vertiginoso dei prezzi del gasolio e dei costi in genere – come i fertilizzanti – la ripresa dell’inflazione sono fattori che rischiano di innescare una fase recessiva senza precedenti, i cui costi non potranno essere assorbiti a lungo dal comparto produttivo primario. Da queste considerazioni nasce la richiesta di Confagricoltura e CIA Alessandria, associazioni agricole che insieme rappresentano la maggioranza delle imprese del settore, di incontrare il prefetto Francesco Zito affinché si faccia portavoce, presso le sedi governative, delle istanze del mondo agricolo alessandrino.

Giovedì 14 luglio è stato approvato anche dal Senato il Decreto Legge 50/22 (il cosiddetto DL Aiuti), dopo essere stato licenziato dalla Camera il 7 giugno scorso. Come Confagricoltura e CIA Alessandria temevano, nel Decreto non è stata prevista la proroga per i mesi estivi della misura che prevede la possibilità di usufruire del credito d’imposta sui carburanti destinati ai mezzi agricoli, come invece era stato possibile per il primo trimestre dell’anno. Una mancata proroga che le due  associazioni agricole reputano un fatto grave.
“Con l’acuirsi della siccità gli agricoltori sono stati costretti a intensificare gli interventi di lavorazione del terreno e di recupero dell’acqua. L’aumento del prezzo gasolio ha messo a rischio le trebbiature, i raccolti e ostacolato le irrigazioni, oggi quanto mai essenziali. E’ evidente che la crisi sempre più pesante che sta investendo il settore agricolo richieda l’estensione delle agevolazioni per tutto il 2022” spiega la presidente di Confagricoltura Alessandria Paola Sacco.

La situazione di forte crisi rende indispensabile per tutte le imprese un sostegno fino alla fine della stagione, anche attraverso la proroga del credito d’imposta. Ricordiamo – dichiara la presidente di Cia Alessandria Daniela Ferrando – che il prezzo del gasolio è arrivato fino a 1,60 euro al litro, mettendo in pericolo trebbiature e raccolti, ostacolando le irrigazioni e la tenuta economica soprattutto delle aree più marginali, in un contesto globale oltremodo strozzato dalle speculazioni sui mercati”.
Confagricoltura e Cia Alessandria si augurano che la “grave disattenzione del Governo sia recuperata in altri provvedimenti, dando ascolto al grido d’allarme del settore” e, per questo, chiedono al prefetto Francesco Zito e ai parlamentari alessandrini di portare nelle sedi opportune la voce e le proposte del mondo agricolo.
Sul tavolo di confronto saranno posti anche altri temi, come la deroga ulteriore della possibilità di coltivazione nelle aree a focus ecologico (Efa) e l’incentivo alla produzione delle energie verdi tramite fotovoltaico a terra, agrivoltaico e parco agrisolare. Fondamentale è anche l’istituzione di un tavolo di concertazione con tutte le componenti della filiera agroalimentare per la gestione della difficile situazione di mercato.




Transizione energetica e comunità energetiche: 
Confartigianato Cuneo ne parla in un convegno

Nel solco di una sempre maggiore, e non rimandabile, attenzione alla sostenibilità e all’ambiente, perseguimento di risparmio energetico e diminuzione dell’inquinamento – ma anche tutela del territorio, sviluppo di asset innovativi e sostegno del tessuto produttivo – Confartigianato Cuneo sta avviando un percorso di studio e progettualità per approfondire le tematiche collegate alle “comunità energetiche”.

In questo contesto, l’Associazione organizza, in collaborazione con Radio Parlamentare, un convegno lunedì 18 luglio, a partire dalle ore 18.00, a Cuneo presso l’Auditorium “Il Varco” (Via Carlo Pascal, 5C).

«Per combattere i cambiamenti climatici e affrontare l’emergenza in atto – spiega Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Cuneo – c’è bisogno di obiettivi concreti: a partire dallo sviluppo di un nuovo modello energetico basato sull’uscita dalle fonti fossili e su una strategia di adattamento e rigenerazione che parta “dal basso”: cittadini, imprese, collettività».

Sempre più interessanti, in questo senso, le possibilità offerte dalle “comunità energetiche”: soggetti giuridici, senza scopo di lucro che hanno la possibilità di installare impianti per la produzione di energia da fonte rinnovabile e di auto-consumarla, decidendo nello scambio di energia le tariffe di “compravendita”. Introdotte in Italia dalla la Legge Milleproroghe del 2020, nascono dalla direttiva Red II (2018/2001/UE) e sono di fatto uno strumento nato per consentire a cittadini, imprese, amministrazioni di condividere e scambiarsi energia all’interno di un determinato distretto.

«Il pacchetto di misure, definite dall’Europa, – aggiunge Michele Quaglia, vicepresidente di Confartigianato Cuneo – rende centrale il ruolo dei consumatori finali dei singoli Stati Membri nei mercati dell’energia, offrendo loro l’opportunità di scegliere le fonti di approvvigionamento, di produrre e vendere energia autonomamente. Per la prima volta viene riconosciuto non solo il ruolo del singolo attore (in qualità di auto consumatore o di cliente attivo), ma anche l’intervento collettivo per il raggiungimento di risultati ambientali e sociali che possano favorire la transizione energetica dalle fonti fossili alle rinnovabili».
Questi e altri argomenti collegati alla transizione energetica saranno quindi affrontati nel convegno, gratuito e libero a tutti, moderato da Cristina Del Tutto, direttore di Radio Parlamentare.

Interverranno: Mariagrazia Midulla (Responsabile clima ed energia del WWF Italia; “Cambiamenti climatici e l’impatto sulla società”); Cristian-Silviu Buşoi (Presidente Commissione industria, ricerca ed energia del Parlamento Europeo; “La visione europea in tema di transizione energetica”); Senatore Gianni Pietro Girotto (Presidente Commissione industria commercio e turismo del Senato; “Le comunità energetiche in Italia: profili normativi”); Massimiliano Dutto (Geometra – Membro comitato di pilotaggio comunità energetica; “Costituire una comunità energetica. L’esperienza in Valle Maira e Grana”); Andrea Alfieri (Referente sviluppo locale e innovazione della Fondazione CRC; “Il Bando Nuove Energie”); Senatore Cristiano Anastasi (Membro Commissione industria, commercio e turismo del Senato; “Le comunità energetiche: un’opportunità per l’economia”).
Termine previsto per i lavori: ore 19.30. Seguirà aperitivo.
L’evento è realizzato con il patrocinio di Provincia di Cuneo, Ordine dei Periti Industriali della Provincia di Cuneo e Fondazione CRC e la partecipazione di Collegio dei Geometri e dei Geometri laureati della provincia di Cuneo.




Marsiaj (UI Torino): Accordo sul Fit for 55 metterà in grave difficoltà la filiera automotive

L’accordo raggiunto nella notte tra i Ministri dell’Ambiente dei Paesi UE sul pacchetto “Fit for 55”, con lo stop alla vendita dei motori termici dal 2035, metterà in seria difficoltà tutta la filiera dell’auto. Tuttavia sono stati aperti alcuni spiragli, che spero costituiranno punti di dialogo nelle prossime fasi dell’iter di approvazione.

Penso soprattutto alla richiesta che nel 2026 l’Europa faccia una verifica sull’andamento della transizione, a livello tecnico e di impatto sui posti di lavoro.

Allo stesso modo, l’invito dei Ministri a formulare proposte per l’impiego di altri combustibili e tecnologie sostenibili è un richiamo importante al principio di neutralità tecnologica, in contrapposizione con l’approccio ideologico all’elettrico che abbiamo sempre rifiutato.
Si tratta di piccole aperture, che per ora non cambiano il quadro generale.
Avremmo auspicato maggiore impegno sullo sviluppo di infrastrutture di ricarica e rifornimento e sulla capacità di produrre elettricità da fonti rinnovabili.

Lo abbiamo sottolineato più volte: pur nel doveroso rispetto dell’ambiente, una transizione drastica rischia di affossare una filiera fondamentale e strategica, con la perdita di 70 mila posti di lavoro in Italia nei prossimi anni, mentre in Piemonte sono circa 8mila i posti di lavoro a serio rischio di sparizione e altri 30mila che potrebbero scomparire se non verranno rapidamente riconvertiti sulle nuove tecnologie.

Insieme alle altre associazioni di categoria e alle migliaia di imprese del comparto, auspichiamo che i futuri negoziati tra le Istituzioni europee per l’accordo definitivo adottino dei correttivi per salvaguardare l’occupazione e il futuro di questo settore.




Alberghi, CCIAA Torino: l’ottima primavera torinese

Resi noti oggi i dati di sintesi sui principali periodi di affluenza turistica a Torino degli ultimi mesi, elaborati dall’Osservatorio alberghiero, strumento di analisi della Camera di commercio di Torino, realizzato in collaborazione con Turismo Torino e Provincia e con le associazioni di categoria del settore.

 

L’Osservatorio, a cura di Res/STR, raccoglie giornalmente i dati di vendita e pricing di diverse strutture alberghiere aggregandoli in report complessivi e confrontandoli con gli stessi dati degli anni precedenti e con i dati di alcune città di riferimento. Avviato nel 2010, oggi l’Osservatorio raccoglie le informazioni di numerose strutture torinesi, per un totale di 3.707 camere.

 

Il mese di maggio ha raggiunto valori mai registrati prima dal settore alberghiero torinese: durante tutti i ponti e le festività le tariffe di vendita e i ricavi sono in netta ripresa superando i valori del 2019; con Eurovision Song Contest gli incrementi arrivano addirittura al +80% – dichiara il Presidente della Camera di commercio di Torino Dario Gallina. – Bene anche l’ultimo Salone del Libro, che supera i valori dell’edizione 2019. Non bisogna fermarsi qui: come dimostrano i dati di città come Milano e Genova la concorrenza tra destinazioni è agguerrita e occorre continuare a lavorare nella direzione intrapresa. Oltre al supporto agli eventi, come Camera di commercio proseguiamo con i progetti Visit Torino e gli spin-off Canavese e Valli di Lanzo e Valsusa, che propongono offerte ed esperienze da vivere sul territorio”.

 

Siamo estremamente soddisfatti – commenta Maurizio Vitale, Presidente di Turismo Torino e Provincia – dei risultati conseguiti in questo primo semestre del 2022; si tratta di un segnale molto positivo per la ripartenza del tessuto turistico della nostra città con importanti ricadute economiche e sociali. La vetrina dei grandi eventi, inoltre, consolida l’attrattività di Torino e provincia sia a livello domestico che internazionale”.

 

Pasqua

Nel periodo di Pasqua 2022 il tasso medio di occupazione alberghiera torinese si è attestato al 76,6%, in lieve calo rispetto al 2019, anno scelto come riferimento in quanto periodo pre pandemico. Quest’anno migliorano però nettamente (+24,3%) le tariffe medie di vendita con una media pari a circa 125 euro per camera e i ricavi, pari a 96 euro, in crescita del 19,4%.

 

Pasqua
(ven, sab, dom).
OCC

(tasso di occupazione) %

ADR

(tariffa media di vendita camera) euro

RevPAR

(ricavo medio per camera) euro

2019 79,9 100,30 80,10
2022 76,6 124,70 95,60
VAR 22/19 -4,1% 24,3% 19,4%

 

Guardando ad altre città di riferimento nel 2022, si nota come Milano nel periodo pasquale si attesti ad un tasso di occupazione più basso rispetto a quello torinese (67%). Le tariffe – di norma più elevate rispetto a Torino (in media annuale Torino è sugli 88 euro a camera, mentre Milano 148 euro) – si attestano ad una media di 144 euro, ma risulta limitato il ricavo, in linea con quello torinese. Per Genova si notano, invece, ottime performance, con altissimo tasso di occupazione (94%) e sostenute tariffe di vendita, con conseguenti ottimi ricavi.

 

Pasqua OCC

(tasso di occupazione) %

ADR

(tariffa media di vendita camera) euro

RevPAR

(ricavo medio per camera) euro

Milano 2022 66,9 144,30 96,60
Genova 2022 94,17 202,29 190,50

 

25 aprile

Nella giornata del 25 aprile del 2022 il tasso medio di occupazione alberghiera è stato del 66,5%, in calo rispetto al 2019. Anche in questo caso però i miglioramenti si notano decisamente sulle tariffe, in crescita del 20% e sui relativi ricavi (+9%).

 

25 aprile OCC

(tasso di occupazione) %

ADR

(tariffa media di vendita camera) euro

RevPAR

(ricavo medio per camera) euro

2019 73,1 89,91 65,70
2022 66,5 107,90 71,80
VAR 22/19 -9% 20% 9,3%

 

Guardando alla stessa giornata in altre città, per Milano si ripropone la stessa dinamica di Pasqua: occupazione minore rispetto a Torino, tariffe alte, ma ricavi tutto sommato in linea. Nel ponte del 25 aprile, Genova riempie meno gli hotel rispetto a Pasqua, ma mantiene in generale ottime performance.

 

25 aprile OCC

(tasso di occupazione) %

ADR

(tariffa media di vendita camera) euro

RevPAR

(ricavo medio per camera) euro

Milano 2022 53,2 136,80 72,80
Genova 2022 80,0 147,00 117,89

 

 

Eurovision Song Contest

 

L’esperienza dell’Eurovision Song Contest ha ovviamente avuto nette ripercussioni sull’andamento del settore alberghiero. Prendendo in esame il periodo dal 10 al 14 maggio 2022, si registra un’occupazione alberghiera pari all’80%, tariffe di vendita in media molto alte (195 euro) e ricavi altrettanto significativi (156 euro medi a camera).

Effettuando il confronto con il 2019 (che negli stessi giorni vedeva la presenza a Torino del Salone del Libro) si nota un’occupazione camere in lieve calo (probabilmente dovuta ad un rilascio di camere prenotate per Eurovision e all’ultimo non utilizzate), ma a differenze di prezzi e ricavi nettamente significativi: +82% di tariffe e +79% di ricavi.

 

Eurovision OCC

(tasso di occupazione) %

ADR

(tariffa media di vendita camera) euro

RevPAR

(ricavo medio per camera) euro

2019 81,59% 107,24 87,49
2022 80,3% 195,2 156,6
VAR 22/19 -1,63% 82,02% 79,06%

 

Salone del Libro

 

Se l’Eurovision Song Contest rappresenta un evento unico e non confrontabile, nel caso del Salone del Libro è possibile paragonare i risultati durante le diverse edizioni. Prendendo sempre in esame quest’anno e il 2019, risultano in crescita il tasso di occupazione, ma soprattutto le tariffe medie e di conseguenza i ricavi.

 

Salone del Libro OCC

(tasso di occupazione) %

ADR

(tariffa media di vendita camera) euro

RevPAR

(ricavo medio per camera) euro

2019 81,3 109,89 89,76
2022 84,7 154,87 131,16
VAR 22/19 4,20% 40,94% 46,12%

 

Nel 2022 il tasso di occupazione più alto si è raggiunto con la notte di giovedì 19 maggio, mentre la tariffa e il ricavo più alti si attestano nella giornata di sabato 21 maggio.

 

 

Mese di maggio

Guardando al mese nel suo complesso, si evidenzia come siano stati raggiunti valori mai registrati prima sia in termini di tariffa media di vendita, non scesa mai per tutto il mese sotto i 100 euro, rispetto alla media torinese di 88 euro, con un valore medio pari a 139 euro, sia in termini di ricavi con una media pari a 106 euro a camera e oltre 87mila camere vendute nel mese.

 




Camera commercio Cuneo: In aumento del 3,7% la produzione industriale

 

 

         I trimestre 2022 in sintesi – provincia di Cuneo  
Indicatore Variazione %                        

I trim 2022/I trim 2021

Produzione industriale +3,7
Ordinativi interni +3,7
Ordinativi esteri +7,3
Fatturato +8,4
Fatturato estero +11,3
Grado di utilizzo degli impianti (%)* 72,17
*Tasso % registrato nel trimestre in analisi  

 

 

La produzione industriale in provincia di Cuneo nel I trimestre 2022 ha realizzato una variazione del +3,7% rispetto all’analogo periodo del 2021, lievemente più bassa rispetto al dato regionale (+5,2%). Risultato, quello cuneese, che mostra come le imprese del territorio abbiano saputo reagire con discreta capacità e resilienza al periodo difficile caratterizzato dall’emergenza sanitaria, dalla crescente inflazione, dall’aumento e dalla difficoltà di reperimento di energia e materie prime e dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel febbraio 2022, che ha generato pesanti ripercussioni a livello economico.

 

Il risultato emerge dalla 202ª “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali nei mesi di aprile e maggio 2022 con riferimento ai dati del periodo gennaio-marzo 2022. La ricerca ha coinvolto 1.729 imprese industriali piemontesi, di cui 243 cuneesi che hanno complessivamente 14.416 addetti e un valore di oltre 4,4 miliardi di euro di fatturato.

 

Nel I trimestre 2022 il rilancio dell’output si associa ai risultati positivi di tutti gli indicatori congiunturali analizzati. A fronte di un fatturato totale del +8,4%, gli ordinativi interni registrano un +3,7%. Allo stesso modo, riprende la dinamica sui mercati stranieri con un fatturato estero del +11,3% accompagnato da ordinativi esteri del +7,3%. Il grado di utilizzo degli impianti si attesta al 72,17%.

 

“Anche questo trimestre si chiude con un segno positivo malgrado le enormi difficoltà che il mondo imprenditoriale ha dovuto superaresottolinea il presidente camerale Mauro Gola – Dobbiamo vivere questo momento congiunturale estremamente difficile come un’opportunità per ridefinire le nostre politiche in materia di approvvigionamento energetico e di supply chain. Scenari energetici e geopolitici sempre più complessi richiedono risposte veloci ed efficaci sul fronte degli investimenti nella digitalizzazione, nella transizione green, nelle infrastrutture, nella formazione e nella ricerca”.

La produzione industriale in provincia di Cuneo per settori

Variazione percentuale I trimestre 2022/2021

Settori Var. %
Industrie alimentari 2,3
Industrie tessili, dell’abbigliamento e delle calzature -1,2
Industrie metalmeccaniche +3,8
Altre industrie manifatturiere +6,3
Totale +3,7

 

Fonte: Unioncamere Piemonte – CCIAA  Cuneo, 202ª Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera piemontese

 

 

 

Nel I primo trimestre 2022, tutti i comparti mostrano segno positivo eccezion fatta per il tessile-abbigliamento-calzature che registra un -1,2%. Buona la performance delle altre industrie manifatturiere con il +6,3% seguite dalle industrie metalmeccaniche (+3,8%) e alimentari con il +2,3%.

Scendendo nel dettaglio dimensionale d’impresa emerge come in termini di output prodotto tutte le imprese abbiano riportato risultati positivi. La variazione tendenziale della produzione industriale registra +2,7% per le micro imprese (0-9 addetti); +5,5% per le piccole imprese (10-49 addetti); +2,9% per le medie imprese (50-249 addetti) e +5,4% per le realtà di maggiori dimensioni (oltre 250 addetti).

 

LE RICADUTE SULL’ATTIVITÀ IMPRENDITORIALE CAUSATE DAL CONFLITTO RUSSO-UCRAINO

Al campione, costituito da 243 imprese manifatturiere cuneesi, è stato chiesto di rispondere a una serie di domande relative alle ricadute sulla loro attività imprenditoriale causate dal conflitto russo/ucraino.

Il 95,5% afferma di non avere rapporti commerciali con la Russia e/o l’Ucraina; solo il 2,3% esporta in Russia e l’1,4% in Ucraina. Otto imprese su dieci sostengono infatti che la diminuzione delle esportazioni non è stata determinante.

Al contrario l’aumento dei costi di energia, materie prime e semilavorati, per buona parte del campione, risulta essere molto elevato e oscilla tra il 70 e il 90% e così la difficoltà di approvvigionamento di materie prime e semilavorati si attesta oltre il 70%. Circa la metà del campione sostiene di avere avuto difficoltà nei propri insediamenti produttivi ubicati nei Paesi coinvolti dal conflitto. Rispetto alle materie prime, i maggiori costi sostenuti e le conseguenti difficoltà di approvvigionamento si registrano in particolare per acciaio, alluminio e gas naturale, ma la quasi totalità afferma di non aver ridotto la produzione negli stabilimenti attivi in Italia.

Quasi il 90% è stato portato a una revisione dei prezzi di vendita mentre il 30% ricerca mercati di approvvigionamento alternativi, a fronte di un allungamento nei tempi di consegna e di un aumento dei costi di trasporto.

 

 




Unione industriali Torino, Marsiaj: “Voto del Parlamento Europeo un durissimo colpo per il settore automotive”

“Un durissimo colpo per il settore automotive: il voto del Parlamento Europeo che mette al bando i motori termici dal 2035 ribadisce un’impostazione ideologica a favore dell’elettrico e pone in serio rischio la filiera dell’auto italiana e continentale.

Una scelta, quella dei parlamentari europei, che non prende in considerazione un comparto produttivo fondamentale e strategico per le economie europee e che mette in serio pericolo – come evidenzia Anfia e come ribadiamo da tempo – 70 mila posti di lavoro.
Il doveroso e condivisibile rispetto per l’ambiente non può e non deve compromettere il futuro dell’automotive: la totale e troppo affrettata eliminazione dei motori endotermici, anche con carburanti alternativi, è un modo preconcetto di affrontare la questione, come ha recentemente ribadito anche il Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti.
Ci uniamo all’appello del comparto affinché gli altri Organismi comunitari che devono ancora esprimersi si rendano conto che non è questa la strada della ragionevolezza”.




CNA Cinema e Audiovisivo Piemonte: sulla Croisette di Cannes presentati i progetti

Internazionalizzazione e innovazione tecnologica specifica per il cinema e audiovisivo, CNA Cinema e Audiovisivo Piemonte, dalla Croisette di Cannes accende i riflettori sulle realtà piemontesi e non solo.

La CNA a oggi rappresenta circa il 40% delle imprese afferenti a tutta la filiera: società di produzione, post produzione, distribuzione, aziende tecniche, teatri di posa ed esercizi, tuttavia considerato che la rappresentanza di CNA si estende oltre questi ambiti, le imprese coinvolte sono decisamente di più. Una percentuale che aumenta se si considera, invece, l’incidenza dei fatturati.

“Abbiamo sempre ricordato che questo mondo rappresenta imprese, investimenti e posti di lavoro. Per questo consideriamo strategiche le nostre partnership a partire da quella con Banca Etica che ha sottoscritto CNA nazionale, così come quella con Film Commission Torino e Piemonte”, ha affermato il segretario di CNA Piemonte Delio Zanzottera.

Proprio Zanzottera affiancato la capodelegazione Rachele Sinico che ha guidato un gruppo con 15 produttori cinematografici piemontesi, al Marchè du Film di Cannes e ai panel organizzati presso l’Italian Pavillon. La delegazione più numerosa tra le regioni italiane che riporta in auge il cinema “made in Piemonte”.

Alle parole del segretario ha fatto eco il presidente di CNA Piemonte Cinema e Audiovisivo, Mattia Puleo: “La ricca delegazione di produttori piemontesi riconferma una grande capacità di internazionalizzare. Questo Cannes, appuntamento per eccellenza del mercato internazionale del cinema, rappresenta un momento preziosissimo per lanciare il Gruppo delle imprese piemontesi verso nuovi e più ambiziosi obiettivi. Il Torino Film Industry sarà un momento irrinunciabile per un 2023 all’insegna di un importante crescita e valorizzazione del settore”.

Torino Film Industry, dall’anno scorso rappresenta una pietra miliare per il rapporto tra la filiera e gli imprenditori di CNA. Il lavoro, infatti, si è concentrato perché il settore del cinema e dell’audiovisivo venisse percepito non solo come produzione culturale ma anche industriale perché, così, abbiamo posto le basi per creare una rete attiva tra imprese e tra imprese e maestranze. È stato importante affermare solo la crescita del tessuto imprenditoriale locale può segnare la cifra della presenza vera di un settore su un territorio ed evitare, così, la marginalità. Il sistema del Piemonte, oggi, può confermare un’attiva presenza internazionale nel documentario e una serie di competenze pronte a mettersi a disposizione delle grandi produzioni nazionali ed estere.

L’accordo tra CNA e Banca Etica sul Tax Credit Cinematografico

CNA e Banca Etica hanno sottoscritto un accordo quadro per avviare una collaborazione a sostegno delle imprese artigiane e delle piccole imprese della filiera del cinema e dell’audiovisivo: in particolare si intende valorizzare il lavoro dei piccoli produttori indipendenti con linee di credito ad hoc, fra le quali la cessione del Tax Credit Cinematografico.

CNA e Banca Etica prevedono successivamente di sviluppare ulteriori strumenti e prodotti finanziari con l’obiettivo di favorire l’accesso al credito di una vasta platea di artigiani e piccole imprese.

Coerentemente con i principi e i valori di Banca Etica e del sistema delle imprese associate a CNA, la collaborazione si articolerà sui temi della lotta all’esclusione finanziaria; della valorizzazione delle produzioni artigiane tipiche e tradizionali; della tutela delle diversità enogastronomiche; degli investimenti per la sostenibilità delle produzioni; della sostenibilità sociale dei piccoli Comuni attraverso il supporto alle piccole imprese commerciali e artigianali che ne rappresentano la linfa vitale.

Come ha ricordato Delio Zanzottera, rifacendosi alle parole del segretario nazionale Sergio Silvestrini: “Con grande soddisfazione avviamo la collaborazione con Banca Etica che consentirà alle nostre imprese di avere a disposizione nuove opportunità e strumenti finanziari dedicati. L’accordo ha anche una funzione sociale che guarda all’interesse generale per la salvaguardia e valorizzazione delle attività artigiane nei piccoli comuni”.

Gianluca Curti, Presidente di CNA Cinema e Audiovisivo, ha dichiarato al momento della firma dell’accordo: “La convenzione con Banca Etica costituisce un importante risultato che viene incontro alle esigenze delle micro, piccole e medie imprese indipendenti che rappresentiamo. Finalmente i nostri associati potranno avvalersi della cessione del credito d’imposta per tagli anche inferiori ai centomila euro, una risposta chiara e rivoluzionaria che arriva a margine di anni complicati della produzione indipendente italiana”

“Banca Etica vuole rafforzare il proprio impegno per sostenere la cultura in Italia e il settore del cinema e dell’audiovisivo sono per noi di particolare valore” – ha ricordato il direttore generale di Banca Etica, Nazzareno Gabrielli durante la presentazione della partnership. “In CNA abbiamo trovato un partner ideale per la convergenza di valori e per la capacità di raggiungere e accompagnare le piccole e medie imprese artigiane che sono così importanti per la crescita di un’economia sana nel nostro Paese”.

E così domenica 22 maggio, nel primo dei due appuntamenti in calendario al 75° Festival Internazionale del Film di Cannes, si è tenuto l’evento, dedicato alla presentazione dell’accordo tra CNA Cinema e Audiovisivo e Banca Etica sulla cessione del tax credit cinematografico, si è svolto negli spazi dell’Italian Pavilion e ha riscontrato un notevole interesse tra operatori, rappresentanti delle istituzioni e delle Film Commission regionali. All’appuntamento hanno partecipato: Francesco Lattarulo, delegato nazionale di CNA Cinema e Audiovisivo per il credito, che ha illustrato i contenuti e le modalità operative del prodotto, destinato agli associati, insieme a Fabrizio Montini Trotti, responsabile ufficio Credito Convenzionato di Banca Etica. Sono intervenuti inoltre il presidente nazionale di CNA Cinema e Audiovisivo, Gianluca Curti e il Presidente di CNA Cinema e Audiovisivo Roma, Marco Luca Cattaneo. Per il Piemonte erano presenti proprio Delio Zanzottera, segretario regionale CNA Piemonte, Rachele Sinico, responsabile CNA Cinema e Audiovisivo Piemonte, e Mattia Puleo, presidente CNA Cinema e Audiovisivo Piemonte.