Leadership e gestione d’impresa: secondo incontro del ciclo gratuito di Cnvv per imprenditori giovani

È in programma mercoledì 25 maggio 2022, alle 15, nella sede novarese di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv), in c.so Cavallotti 25, il secondo incontro del ciclo organizzato da Cnvv, in collaborazione con il suo Gruppo Giovani Imprenditori, per incrementare conoscenze e competenze nella gestione e nell’organizzazione aziendale. Gli incontri, gratuiti, hanno una durata indicativa di quattro ore e sono finalizzati a far acquisire e/o perfezionare il know-how di chi riveste ruoli direttivi; per la natura dei temi trattati sono dedicati alle generazioni di imprenditori più giovani e che già si occupano di alcuni aspetti della vita d’impresa, ma sono aperti anche a persone con maggiore esperienza che vogliano aggiornarsi e confrontarsi su aspetti rilevanti della gestione manageriale.
«L’evento del prossimo 25 maggio – spiega il direttore di Cnvv, Carlo Mezzano – ha lo scopo di evidenziare alcuni meccanismi di base della comunicazione per renderli applicabili nella vita lavorativa e in particolare, ma non solo, nella comunicazione digitale e avrà come relatori due professionisti che forniranno spunti basati sull’esperienza diretta, condotta quotidianamente con imprenditori e manager di imprese di varie tipologie, dimensioni e modelli organizzativi. Il corso partirà dall’individuazione di alcune dinamiche comunicative, con particolare riferimento all’ambito di business e al ruolo dei leader aziendali, con numerosi esempi pratici, per poi studiarne le applicazioni nel campo dei social network e in particolare di LinkedIn, dedicato al mondo delle professioni e del pensiero strategico, divenuto uno strumento pressoché ineludibile della “digital reputation”, specie per chi riveste ruoli di responsabilità».
I docenti saranno Luca Villani, founding partner e amministratore delegato dell’agenzia di comunicazione “The Van” (che integra advertising, content providing, grafica, comunicazione digitale e comunicazione interna), presidente di “L45” (agenzia di media relations e comunicazione istituzionale), giornalista professionista, formatore per istituzioni scolastiche e aziende e docente a contratto all’Università del Piemonte Orientale, e Margherita Daverio, project leader delle attività on line di L45, per cui crea strategie digitali con focus sulla costruzione e gestione della reputazione on line e del personal branding. Il programma dei lavori prevede i seguenti argomenti: Leadership e (è) comunicazione; Tre tecniche per comunicare bene; Linkedin: lo stato dell’arte; Linkedin: perché usarlo, come usarlo; Il tempo si trova.



Unioncamere Piemonte: Verso il festival internazionale dell’economia

La città di Torino ospiterà, dal 31 maggio al 4 giugno 2022, il Festival Internazionale dell’Economia.

 

Per il territorio regionale si tratta di un’importante opportunità che genererà un impatto diretto e duraturo non solo a livello socio-economico, ma anche a livello culturale, perché si inserisce in un quadro di grandi eventi che vedrà il Piemonte, nei prossimi mesi e anni, al centro di una crescente attenzione da parte dell’opinione pubblica e dei media.

 

Il Festival Internazionale dell’Economia, diretto da Tito Boeri, progettato e ideato dagli Editori Laterza e organizzato con il Torino Local Committee (TOLC), approfondirà il tema del Merito, diversità e giustizia sociale, che rimanda alle questioni centrali del dibattito pubblico degli ultimi anni, in particolare alla lotta alle diseguaglianze, che richiede risposte urgenti e innovative.

 

Con l’obiettivo di creare momenti di approfondimento e confronto su questi temi coinvolgendo tutto il territorio per costruire un Festival diffuso che abbracci tutta la regione, il Torino Local Committee (TOLC) assieme a Unioncamere Piemonte e alle Camere di commercio del Piemonte hanno organizzare tre appuntamenti di avvicinamento al Festival Internazionale dell’Economia.

 

Si terrà ad Alessandria l’11 maggio 2022 alle ore 11 presso l’Università di Alessandria (Palazzo Borsalino di Via Cavour 84 – Aula 101) il primo dei tre incontri pre-Festival. Dopo i saluti istituzionali del prof. Gian Carlo Avanzi, Rettore dell’Università del Piemonte Orientale e di Gian Paolo Coscia, Presidente della Camera di commercio Alessandria-Asti, interverranno il prof. Pietro Garibaldi, Coordinatore TOLC, e il prof. Giorgio Barba Navaretti, Presidente TOLC e Fondazione Collegio Carlo Alberto.

 

Secondo incontro a Novara, il 18 maggio 2022 alle ore 16 presso l’Università di Novara (Campus Perrone in via Perrone, 18Aula CP07). Dopo i saluti istituzionali del prof. Gian Carlo Avanzi, Rettore dell’Università del Piemonte Orientale e Fabio Ravanelli, Presidente della Camera di commercio Monte Rosa Laghi Alto Piemonte, prenderà la parola il prof. Tito Boeri, direttore scientifico del Festival. Interverranno, infine, il prof. Pietro Garibaldi, Coordinatore TOLC, e il prof. Giorgio Barba Navaretti, Presidente TOLC e Fondazione Collegio Carlo Alberto.

 

Il 23 maggio a Cuneo, alle h 10, è previso il terzo incontro di avvicinamento al Festival Internazionale dell’Economia: all’interno della Giornata dell’Economia 2022, dopo i saluti istituzionali di Mauro Gola, Presidente della Camera di commercio Cuneo, interverranno il prof. Pietro Garibaldi, Coordinatore TOLC e il prof. Giorgio Barba Navaretti, Presidente TOLC e Fondazione Collegio Carlo Alberto

 

Il Festival prende il via a Torino da un’iniziativa pubblica che ha visto protagonista il TOLC, che riunisce Regione Piemonte, Comune di Torino, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Università degli Studi di Torino, Politecnico di Torino, Camera di commercio, industria e artigianato e agricoltura di Torino, Unioncamere Piemonte, Unione Industriali Torino, coordinati dalla Fondazione Collegio Carlo Alberto.

 




Al via l’edizione 2022 di Automotoretrò

Si svolgerà dal 28 aprile al 1 maggio l’edizione 2022 di Automotoretrò presso il centro fieristico Lingotto Fiere a Torino. La manifestazione, giunta alla sua 39esima edizione, è diventata negli anni un importante appuntamento per tutti gli appassionati dei veicoli d’epoca.

I contenuti dell’evento sono stati presentati oggi a Torino durante la conferenza stampa che si è svolta in Consiglio regionale.

Il presidente del Consiglio regionale del Piemonte ha sottolineato come  Automotoretrò sia diventato un importante punto di riferimento per tutti i collezionisti in Italia e del resto d’ Europa. I numeri documentano il grande successo che riscuote questa manifestazione ormai da quasi quattro decenni. Dopo la pausa di un anno a causa della pandemia, questa edizione segna la ripartenza  tanto attesa per l’intero comparto fieristico, settore duramente colpito nell’ultimo biennio. Per questo abbiamo voluto dare un nostro segnale di vicinanza, ad un’iniziativa che ha fatto di Torino la capitale del motorismo storico. Come Piemonte, in questo mandato, siamo stati la prima regione in Italia ad  approvare una legge che ha come obiettivo quello di  valorizzare il patrimonio storico culturale rappresentato dalle auto d’epoca. Un settore che porta anche attraverso raduni e manifestazioni un notevole contributo turistico al territorio.

Il consigliere segretario dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale ha affermato che è di queste settimane la notizia che la Torino sarà il polo dell’auto elettrica, mantenendo quel DNA che la contraddistingue da oltre un secolo. In qualche modo anche il Consiglio regionale del Piemonte è legato allo storico marchio automobilistico, infatti proprio qui a Palazzo Lascaris, sede dell’assemblea regionale, l’11 luglio 1899 si è tenuta  la prima storica “Adunanza” del Consiglio di amministrazione della FIAT.

Il vicepresidente della Giunta regionale ha evidenziato come gli appassionati del settore potranno ritornare ad ammirare i gioielli del passato, bolidi da gara, supercar e motociclette spesso ideate, disegnate e prodotte in quel Piemonte da sempre culla dell’automotive e che intende mantenere un ruolo fondamentale anche negli sviluppi futuri di un settore trainante della nostra economia.

Gli organizzatore dell’evento Beppe ed Alberto Gianoglio, dopo aver l’illustrato nel dettaglio la manifestazione hanno ricordato che dopo lo stop causato dalla pandemia, è ritornato un appuntamento che da quarant’anni è nel cuore di tutti gli appassionati. Il gran numero di espositori che anche per questa edizione hanno deciso di partecipare  dimostra, ancora una volta, la fiducia che ripongono in noi e nel pubblico.

Sono poi intervenuti  Alberto Scuro, presidente Automotoclub Storico Italiano e Barbara Aguzzi, Direttore Automobile Club Torino che  hanno  evidenziato  come Torino si confermi capitale mondiale del motorismo storico grazie ad Automotoretrò, appuntamento sempre più riconosciuto e apprezzato a livello internazionale.

Per la prima volta all’interno della manifestazione ci sarà anche uno spazio interamente dedicato all’arte con la mostra “Rivoluzioni” curata dal giornalista e critico d’arte Luca Beatrice, dove si potranno ripercorrere i cambiamenti storici, economici e sociali del secolo scorso attraverso veicoli iconici al tempo stesso protagonisti e spettatori delle grandi rivoluzioni.

All’interno della Fiera, Automotoracing affiancherà, per il 12° anno consecutivo, la storica manifestazione occupando l’intero padiglione Oval con stand di preparazione racing e tuning e un settore dedicato all’elettrico.

Tutte le informazioni sulla manifestazione e le modalità di partecipazione sono reperibili sul sito

La presente comunicazione è mancante di virgolettati e nomi secondo quanto disposto dall’art.9 c.1 della legge 22 febbraio 2000 n.28 in tema di par condicio nei periodi pre elettorali e referendari.




Confindustria Piemonte e Intesa SanPaolo a sostegno della crescita

La transizione verso la mobilità sostenibile, il consolidamento di settori recentemente vincenti come agri-eno-food, l’innalzamento della competitività delle filiere storiche come tessile, aerospazio e lusso. Sono queste alcuni dei temi emersi nel corso dell’evento “Le priorità di sviluppo per le imprese” organizzato da Confindustria Piemonte e Intesa Sanpaolo.

“Stiamo attraversando un momento complicato, di grande transizione, trasformazione e incertezza. Dopo la lunga crisi pandemica, stiamo vivendo la tragedia della guerra che colpisce la popolazione ucraina, tragedia immane e spaventosa, un conflitto che coinvolge e tocca ciascuno di noi. Siamo qui per confrontarci sulle criticità e sulle priorità di sviluppo delle imprese del Piemonte, sul ruolo che ciascuno di noi vuole e deve avere. A noi, come Confindustria, il compito di supportare il sistema imprenditoriale e di condividere con le istituzioni la visione industriale di una regione che per tornare a correre deve iniziare a crescere almeno del 3% all’anno in maniera strutturale. Oggi è il momento di condividere priorità e responsabilità, mettendo in campo il coraggio di affrontare i prossimi mesi: perché siano un punto di partenza solido” ha dichiarato Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte, introducendo i lavori.

Sviluppo che secondo i presidenti delle otto territoriali piemontesi di Confindustria, i leader dei giovani imprenditori, della piccola industria e dell’Ance Piemonte deve seguire le direttrici del Piano Industriale presentato alla Regione da Confindustria Piemonte l’anno scorso. Al centro, oltre alla transizione energetica e tecnologica, ci sono le occasioni che arrivano da settori in forte crescita come life-science, medicina, biotech e salute. Così come si devono sviluppare l’economia circolare, la sostenibilità e la green economy. Allo stesso tempo anche il turismo può diventare un’industria di sistema, mentre le costruzioni devono puntare alla rigenerazione e all’innovazione di materiali e tecnologie. Tutto questo deve avvenire diffondendo intelligenza artificiale, robotica e big data nelle specializzazioni locali. All’orizzonte c’è poi il completamento di alcune fondamentali infrastrutture materiali, che possono consolidare il ruolo del Piemonte anche come piattaforma logistica di terza generazione.

Temi evidenziati e condivisi anche dal presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, e da Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte, che hanno aperto il convegno con un indirizzo di saluto. Nel corso del dibattito sono stati toccati anche molti altri punti nodali per le imprese, a cominciare dalla necessità di sempre maggiori risorse su formazione e qualificazione professionale del capitale umano, di una reale semplificazione amministrativa e normativa, anche per cogliere al meglio le opportunità che derivano da Pnrr e dal Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr). A conclusione dei lavori è intervenuto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi.

“Questo incontro è un’occasione importante per capire le nuove esigenze delle imprese e per mettere a punto il miglior sostegno possibile. Non solo per affrontare le oggettive difficoltà. Siamo nel pieno di un’ampia trasformazione produttiva e dei consumi nel segno della sostenibilità. In Piemonte abbiamo già erogato 200 milioni di finanziamenti green e circular. Questo è un territorio ricettivo all’innovazione” ha spiegato Stefano Barrese, a capo della Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo.




Firmato accordo tra Ance Piemonte, Valle D’Aosta e PoliTO

Il settore delle costruzioni sta attraversando un periodo di ritrovata vitalità, grazie soprattutto all’efficacia delle misure governative legate al PNRR e al cosiddetto Superbonus. Il Piemonte si colloca ai primi posti in Italia per numero di interventi avviati e per il conseguente aumento del volume di fatturato, ma deve affrontare come principale criticità la difficoltà nel reperire personale qualificato.  Le imprese di costruzione del Piemonte e della Valle d’Aosta lamentano infatti la difficoltà nel trovare figure quali assistenti di cantiere, responsabili di commessa, project manager, ingegneri civili ed edili, direttori tecnici e responsabili ufficio gare.

 

Questa mattina, presso l’Energy Center del Politecnico di Torino, se ne è discusso nel corso dell’incontro “Costruire è un lavoro serio”, nel corso del quale è stato presentato l’accordo sottoscritto tra Ance Piemonte e Valle d’Aosta e Politecnico finalizzato a consolidare ed ampliare la partnership strategica tra le due realtà.

 

Per agevolare l’incontro tra studenti e imprese verranno organizzati momenti di promozione che illustrino le opportunità offerte dai tirocini presso le imprese associate. L’Ance Piemonte e Valle d’Aosta avrà inoltre una funzione di hub/collettore di imprese per agevolare e stimolare le opportunità di esperienze formative attraverso lo strumento del tirocinio curriculare, mentre il Politecnico di Torino metterà a disposizione la piattaforma online del portale della didattica per la pubblicazione delle posizioni di tirocinio offerte dalle imprese associate.

 

L’evento è stato aperto dai saluti istituzionali del Rettore Guido Saracco, del Vice Rettore per la didattica Sebastiano Foti, dell’Assessora regionale Elena Chiorino e dai direttori dei dipartimenti Diseg Giuseppe Ferro e Diati Francesco Laio; a cui ha fatto seguito la presentazione dell’offerta formativa di ingegneria civile e ingegneria edile da parte dei rispettivi coordinatori dei collegi, i professori Orazio Baglieri e Andrea Lingua.

 

La presidentessa dell’Ance Piemonte Paola Malabaila e dei Giovani ANCE Piemonte Andrea Cavallari hanno poi presentato l’associazione e le iniziative per la formazione in azienda, a cui sono seguite le testimonianze di imprese e studenti.

 

Il Rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco ha dichiarato: “Sono consapevole che il settore delle costruzioni è uno dei settori dove maggiormente si avvertono la necessità e l’urgenza di personale qualificato. Per questo il Politecnico sta impiegando tutti gli strumenti a sua disposizione per dare una risposta concreta alla richiesta che ci viene dalle imprese: oltre alle lezioni frontali e ai tirocini presso le aziende, offriamo ai nostri studenti la possibilità di arricchire la propria formazione con proposte di didattica innovativa – come le challenge o i team studenteschi – mentre alle aziende siamo in grado di fornire i nostri servizi di Job Placement e di formazione ad hoc”.

 

 

La ripresa del settore delle costruzioni, dopo anni bui, si scontra con la mancanza di personale: tra il Pnrr e gli interventi legati al Superbonus, che in Piemonte stanno registrando a partire da febbraio 2021 una crescita esponenziale, la richiesta di personale è aumentata notevolmente – ha commentato la Presidentessa dell’Ance Piemonte e Valle d’Aosta Paola Malabaila.Da tempo abbiamo attivato una fattiva collaborazione con il Politecnico di Torino, confermata da questo accordo che rappresenta il dialogo tra il mondo della formazione e quello delle imprese: un’interlocuzione tra due realtà per costruire competenze specialistiche e per costruire un futuro sostenibile. La nostra Associazione farà da hub di raccolta delle candidature che verranno veicolate tra le imprese associate”.

 

“Secondo le nostre stime, a livello nazionale, mancano 265mila tra professionisti, tecnici specializzati ed operai mentre a livello regionale stimiamo una richiesta di circa 25 mila addetti. Dall’indagine svolta dall’Ance Piemonte, su un campione di 140 imprese, è emerso che il 16% ha necessità di manovali, il 13,5% ricerca capo cantieri, il 5,4% responsabili di commessa, il 5,1% project manager, il 4,8% ingegneri civili ed edili, il 4,2% direttori tecnici – ha aggiunto il Presidente dei Giovani Imprenditori Ance Piemonte e Valle d’Aosta Andrea Cavallari. La formazione e la sicurezza restano aspetti prioritari e non trascurabili, determinanti per rispondere alle nuove richieste del mercato e per contrastare il lavoro irregolare a favore di imprese serie e qualificate”.

 

Nei suoi saluti l’assessora Elena Chiorino ha commentato: “La politica deve agire a supporto delle imprese consapevole di quanto sia strategico garantire, attraverso la formazione, un valido sostegno alla loro capacità produttiva. Lo stiamo facendo in Regione Piemonte, la formazione non ė più da considerare una spesa, ma un investimento. Crediamo infatti che non ci possa essere competitività senza competenza come non possa esserci competenza senza un’adeguata formazione. Investiamo guardando al futuro evitando qualsiasi misura di stampo assistenzialista, ma puntando su misure che rendano ancora più efficace un percorso che vada dall’orientamento scolastico all’apprendistato, per garantire ai nostri ragazzi le condizioni migliori per poter scegliere di restare in Piemonte senza andare all’estero e di inserirsi virtuosamente nel nostro sistema produttivo. Serve un grande piano innovativo e le Academy sono la risposta più immediata, capaci di trasformare il Piemonte nel precursore della formazione di tutte quelle professioni che devono “ancora arrivare”.

 

Andrea Lingua, coordinatore del corso di studio di Ingegneria Edile, sottolinea l’importanza dell’iniziativa specialmente a valle dell’importante rinnovamento dei percorsi di laurea triennale e laurea magistrale che sono stati proposti 2 anni fa per definire una figura professionale al passo con i tempi: “sono cresciute le possibilità di inserire tirocini per 150 o 300 ore permettendo il completamento del percorso didattico per gli ingegneri edili mediante una esperienza pratica molto formativa nell’ambito dei cantieri edilizi”.

Orazio Baglieri, coordinatore del corso di studio in Ingegneria Civile, evidenzia come nell’offerta didattica in Ingegneria Civile, anch’essa oggetto di un profondo rinnovamento l’anno scorso, il tirocinio assuma un ruolo centrale testimoniato dal peso ad esso attribuito anche in termini di impegno e crediti formativi riconosciutiti (fino a 450 ore, equivalenti a circa tre mesi di attività pratica): “Ciò è frutto di precise scelte strategiche per la formazione della nostra comunità studentesca e il potenziamento delle opportunità in chiave occupazionale: la sottoscrizione dell’accordo con ANCE, volto a promuovere lo svolgimento del tirocinio presso le imprese di costruzione, si inserisce nel solco di queste scelte strategiche in momento storico cruciale per il settore e per il Paese”.

 




Disavanzo regionale: ridotte le quote annue da restituire al Mef

Nel 2022 sono 17 i milioni risparmiati, da 30 a 40 milioni l’anno dal 2023. Questo il risultato della nuova gestione del disavanzo regionale, così come disegnata dalla proposta di deliberazione licenziata oggi dalla prima Commissione, presieduta da Carlo Riva Vercellotti.

Il provvedimento, illustrato dall’assessore regionale Andrea Tronzano, concretizza la possibilità concessa dalla finanziaria nazionale di ridiscutere il tasso di interesse per la quota di disavanzo nei confronti del Ministero economia e finanza, a partire dal 2014. L’operazione riguarda circa 3,5 mld del disavanzo attuale, per i quali il tasso di interesse scende da circa il 4% all’ 1,673%. Tale riduzione, sui prossimi 30 anni, permette i risparmi sulla quota annua da restituire. “Era un nostro impegno preso l’anno scorso, siamo riusciti ad ottenerlo”, ha commentato l’assessore a margine della riunione.

La Commissione ha anche dato il via libera per l’aula alla legge di stabilità 2022: autorizza l’Agenzia della mobilità piemontese a stipulare il contratto decennale di servizio per il trasporto ferroviario regionale e locale ed estende l’applicazione della tariffa base della tassa automobilistica regionale ai noleggiatori di veicoli con un contratto a lungo termine. Relatore di maggioranza del provvedimento è Federico Perugini (Lega), relatori di minoranza sono Raffaele Gallo (Pd), Sean Sacco (M5s), Marco Grimaldi (Luv), Silvio Magliano (Moderati), Francesca Frediani (M4o).

La Commissione ha anche licenziato l’articolo 1 del bilancio di previsione 2022-24. In precedenza la discussione generale sul provvedimento aveva visto intervenire i consiglieri dell’opposizione.

Raffaele Gallo, Maurizio Marello, Monica Canalis, Alberto Avetta, Domenico Ravetti, Diego Sarno (Pd), Sean Sacco, Sarah Disabato e Ivano Martinetti (M5s), Silvio Magliano (Moderati), Marco Grimaldi (Luv) e Francesca Frediani (M4o) hanno criticato le riduzioni di spesa operate bel bilancio in numerosi settori: dagli extra Lea al diritto allo studio, dalle borse di studio universitarie ai trasferimenti alla città di Torino. Richieste di informazioni sono venute sulla copertura nel bilancio di circa 350-400 milioni in sanità, sulle risorse a disposizione per l’ospitalità ai profughi ucraini e sullo stallo di alcune leggi. Sono stati annunciati emendamenti correttivi.




CNA Piemonte, automotive – Stellantis: “Per un vero sviluppo, guardiamo a tutta la filiera”

“Non possiamo che cogliere positivamente l’auspicio che il Piemonte e Torino tornino a rivestire un ruolo di primo piano nel settore dell’automotive. Ricordiamo che una realtà su cinque della filiera appartiene alla microimpresa, e sei imprese su dieci dell’indotto sono Pmi.

La CNA Piemonte sta lavorando a fianco di tutti i decisori politici territoriali perché i fondi destinati al comparto siano distribuiti lungo tutta la filiera perché è importante che la ripartenza coinvolga tutto il territorio, proprio nella logica della filiera corta e delle ricadute positive per il Piemonte del futuro, degli imprenditori e dei dipendenti. La microimpresa è una componente fondamentale nel rapporto tra ricerca, università e innovazione. Così come siamo protagonisti della riconversione verde della mobilità dalla produzione alla manutenzione”, ha affermato il presidente della CNA Piemonte Bruno Scanferla.

“Chiediamo forte coinvolgimento e strumenti a misura di microimpresa per tutte le iniziative che possono portare a una vera innovazione e a un vero sviluppo della filiera. Ribadiamo la richiesta di far ricadere anche sulla microimpresa i fondi per lo sviluppo regionale Fesr, pari a 1,5 miliardi di euro, di cui un terzo circa per l’automotive. Possiamo svolgere un ruolo di primo piano nell’Academy così come in tutte le iniziative di ricerca, formazione, riconversione e reskilling per imprenditori e dipendenti”, ha aggiunto il segretario della CNA Piemonte Delio Zanzottera.

Un po’ di numeri

Per definire meglio il volume del settore della componentistica automotive, è opportuno fare riferimento all’Osservatorio sulla componentistica automotive italiana 2021 e in particolare al capitolo sulla componentistica automotive italiana di Barbara Barazza e Alberta Coccimiglio (Camera di commercio di Torino, Italia).

La maggior parte delle imprese della componentistica automotive – scrivono gli autori – converge numericamente nelle regioni del Nord Ovest, dove opera quasi il 62% delle imprese e nel Nord Est (il 21%), mentre è ancora poco incidente la presenza di sedi d’impresa nel Centro Italia (il 7,8%) e nel Sud, isole comprese (il 9,4%).

Nel Nord Ovest, il Piemonte resta la regione più rappresentativa, con il 33,5% del totale italiano (737 imprese), benché nell’ultimo quinquennio la sua incidenza si sia ridotta di oltre due punti percentuale, mentre la Lombardia, che oggi conta oltre 600 imprese e rappresenta il 27,4% dell’universo della filiera, cinque anni prima rappresentava il 25,7% delle imprese della filiera. Nel Nord Est, l’Emilia Romagna ha mantenuto stabile la quota di imprese appartenenti alla componentistica, mentre il Veneto ha aumentato di poco il suo peso percentuale (era pari al 7,2% nel 2016).

A livello nazionale il 20% delle imprese delle imprese della componentistica a livello nazionale è rappresentata da microimprese, ma se si amplia il punto di osservazione, le imprese sotto i 50 addetti sono il 61% di tutto il settore.

Un altro dato interessante che emerge dall’osservazione dei dati nazionali rivela che le perdite in periodo pandemico hanno inciso in modo direttamente proporzionale alla dimensione. Ribaltando il ragionamento, quindi, le piccole imprese sono state quelle che hanno aumentato di più il fatturato nel 2020.

 

Cosa succede in Piemonte

Del resto questa regione continua ad essere il baricentro della produzione italiana di parti e componenti automotive: in Piemonte nel 2020 ha sede il 33,5% (737 unità) delle imprese censite nell’universo della componentistica (2.203) con una copresenza di fornitori specializzati e di competenze professionali necessarie a sostenere lo sviluppo della mobilità del futuro. Dai numeri complessivi della filiera piemontese, purtroppo, non si colgono ancora segnali di ripresa, complice anche il difficile anno appena concluso: la fotografia è quella di un indotto in forte decelerazione, dove si confermano le dinamiche già evidenziate nel 2019 amplificate dalla crisi sanitaria. Nel 2020 i fornitori piemontesi hanno fatturato 15,8mld di €, con un calo del 13,8% rispetto all’anno precedente, confermando il trend riscontrato anche a livello italiano dove, dopo anni di crescita, si assiste ad una diminuzione del giro d’affari generato dall’automotive.

Così scrivono Pierfrancesca Giardina e Annunziata Scocozza (Camera di commercio di Torino, Italia), nel capitolo su La filiera della componentistica in Piemonte dell’Osservatorio sulla componentistica automotive italiana 2021.

Il loro lavoro si concentra sul territorio che quantitativamente raccoglie quasi oltre un terzo del settore della componentistica: una cifra che deriva da ragioni storiche molto radicate.

Continuando nell’analisi, i risultati fanno emergere una realtà fatta di imprese che sono attive nel mercato dell’automotive da sempre o comunque da più di cinque anni (il 97% a fronte dell’89% rilevato nel resto d’Italia) indice di una realtà produttiva consolidata.

Al di là di come si siano distribuite le perdite, anche il Piemonte ha subito un forte impatto dal periodo pandemico.

Le conseguenze economiche della pandemia non hanno tardato a produrre i propri effetti, aggravando la situazione già non positiva rilevata nel 2019 e restituendo un 2020 in cui le imprese rispondenti all’indagine dell’Osservatorio hanno manifestato evidenti segnali di sofferenza. Il fatturato, indicato in modo puntuale, quest’anno è risultato pari a 4,8mld di €, a fronte dei 5,7mld rilevati nel 2019 dallo stesso insieme di imprese, con una percentuale di ricavi direttamente ascrivibile al settore automotive del 76%.4 La difficoltà delle dichiaranti trova anche evidenza nel saldo tra le dichiarazioni di aumento e di diminuzione del fatturato che, nel 2020, si attesta a -75% (-58% nel resto d’Italia), in peggioramento rispetto al saldo 2019 (-35%) e a quello del 2018, anno in cui era, invece, positivo (+5%). Il segnale più allarmante proviene dalla percentuale di imprese che hanno dichiarato una diminuzione del fatturato superiore al 20% (il 33% dei rispondenti), quota che nei due anni precedenti era intorno al 10%. Raddoppiano nel triennio anche le imprese che registrano variazioni dei ricavi fra il -11% e il -20%, passando dal 13% al 26%, mentre più che raddoppiate sono quelle che denunciano cali fra il 6% e il 10%.

La nascita di Stellantis

Il maggior numero di imprese e quelle storicamente consolidate. Il Piemonte è legato a filo doppio all’automotive per la presenza di FIAT.

Quello piemontese è un territorio che storicamente ha fatto della componentistica un settore chiave dell’economia regionale e in cui, prima la presenza di FIAT e successivamente di FCA, ha permesso negli anni di costruire e fortificare una rete capillare di imprese dell’indotto, dove lo stretto contatto con il Costruttore ha giocato un ruolo fondamentale. La nascita del nuovo gruppo multinazionale rimescola gli equilibri che si sono raggiunti negli anni, coinvolgendo nuovi player e nuovi potenziali fornitori d’Oltralpe, entrambi fattori che hanno portato le imprese piemontesi ad essere più ‘prudenti’ verso l’operazione Stellantis rispetto alle altre regioni italiane, scrivono Pierfrancesca Giardina e Annunziata Scocozza (Camera di commercio di Torino, Italia), nel capitolo su La filiera della componentistica in Piemonte dell’Osservatorio sulla componentistica automotive italiana 2021

Ma come ha impattato l’evoluzione del gruppo e la sua fusione con partner stranieri?

D’altro canto, anche nel 2020 le relazioni con FCA risultano più intense per il cluster regionale in confronto a quanto si evidenzia nel resto del territorio: il 78% dei rispondenti piemontesi ha dichiarato che parte del fatturato prodotto lo scorso anno proviene da rapporti diretti o indiretti con FCA, valore che nel resto d’Italia si ferma a 62,1%. Se si esamina nel dettaglio l’incidenza di FCA sul giro d’affari, il 27% delle imprese del Piemonte fattura oltre il 75% grazie al gruppo italo-americano, contro il 17,6% delle imprese di altre regioni italiane.

Nel 2020 i fornitori piemontesi hanno generato, grazie ai rapporti con FCA, il 43% del fatturato (il 29% nel resto d’Italia): si tratta di un valore in lieve crescita rispetto a quello evidenziato nel 2019, quando si attestava al 41%, e che conferma l’importanza che ha il player italo-americano nella filiera regionale.

In considerazione della nascita del nuovo Gruppo, per valutare un primo ipotetico impatto economico che Stellantis potrebbe avere sul territorio, quest’anno è stato chiesto ai rispondenti dell’Osservatorio di quantificare anche il volume d’affari generato grazie ai rapporti con PSA nel 2020: circa un quarto delle imprese piemontesi ha dichiarato di aver prodotto una parte del fatturato grazie rapporti diretti con la casa auto francese, o suoi fornitori, a fronte del 30,5% delle imprese nelle altre regioni italiane. In entrambi i casi si tratta prevalentemente di incidenze sul giro d’affari contenute (entro il 25%) che hanno contribuito in minima parte al fatturato generato nel 2020 dai rispondenti (il 4,3% per il Piemonte ed il 7,7% per il resto d’Italia).

La forte presenza di FCA nei rapporti con i fornitori locali, sommata ad un’incidenza – sebbene più contenuta – del player d’Oltralpe, nel 2020 avrebbe portato circa otto imprese piemontesi su dieci ad avere rapporti diretti o indiretti con il neo gruppo Stellantis e, tra queste, quasi un’impresa su due avrebbe generato almeno la metà del fatturato grazie al nuovo Costruttore.




FITA-CNA Piemonte: Il Governo aiuti l’autotrasporto o saremo costretti a fermarci 

Il Governo è lento e noi rischiamo seriamente di fermarci. Il mondo dell’autotrasporto piemontese è sull’orlo della chiusura. I carburanti hanno raggiunto cifre record da non consentire alle imprese di muovere i mezzi senza andare in perdita.

Una situazione che deriva dalla crisi internazionale ma, probabilmente, anche da sacche di speculazione senza scrupoli.

Le compagnie petrolifere tagliano le forniture di oltre il 50% e, a catena, tutti gli utenti finali stanno subendo conseguenti e allarmanti ripercussioni.

“L’aumento dei costi colpisce non soltanto gli autotrasportatori che stanno iniziando ad avere difficoltà nella programmazione dei loro servizi, ma anche interi settori dell’economia che rischiano così di spegnersi ulteriormente. Le imprese di autotrasporto chiedono al Governo un maggiore, immediato ed incisivo sforzo per contenere le difficoltà e contribuire a rassicurare gli operatori del settore.

Il Governo deve attuare immediatamente misure emergenziali e straordinarie anche per evitare che iniziative spontanee si attuino in autonomia in alcune zone del Paese. Ma per scongiurare tutto ciò abbiamo bisogno di risposte immediate, concrete e precise. La FITA-CNA propone, oltre all’introduzione di un credito di imposta che compensi l’incremento del costo del carburante, di rendere effettivamente obbligatoria la norma sui costi minimi di sicurezza unitamente all’introduzione di importanti risorse che permettano alle imprese di non continuare a lavorare in perdita anche attuando deroghe a norme europee” spiega il responsabile regionale di FITA-CNA Piemonte Costantino Spataro.




Il comparto calzaturiero italiano in ripresa nel 2021

Il comparto calzaturiero italiano in ripresa nel 2021. L’anno scorso infatti ha registrato un incremento del fatturato nazionale pari al +18,7% sul 2020, attestandosi a 12,7 miliardi di euro. Un valore però ancora inferiore all’epoca pre-covid (-11% rispetto al 2019).

È la fotografia scattata dal Centro Studi di Confindustria Moda per Assocalzaturifici, diffusa alla fiera Micam, in corso a Fiera Milano Rho,  su un settore dove le griffe trainano l’export, con le aziende che viaggiano a velocità differente (solo una su tre ha recuperato i livelli ante pandemia) e su cui c’è l’ombra gettata dallo scenario geopolitico in continua evoluzione in Ucraina.

In Piemonte nel 2021 il numero di imprese attive (tra calzaturifici e produttori di parti) secondo i dati di Infocamere-Movimprese, ha registrato un saldo negativo di -7 unità (industria + artigianato), accompagnato da un calo di -23 addetti nella forza lavoro. Per quanto riguarda le ore di cassa integrazione guadagni autorizzate da INPS nel 2021 per le imprese piemontesi della filiera pelle, sebbene si registri una flessione del -52,7% rispetto al 2020, sono rimaste su livelli eccezionalmente elevati: sono state infatti autorizzate 394mila ore, quasi 6 volte quelle del 2019 (+496%). Sul fronte dell’export, attestatosi a 375,1 milioni di euro, si registra una crescita del +21,3% in valore rispetto all’anno precedente, tra calzature e componentistica (con un +19,3% sui livelli pre-pandemia del 2019). Le prime 5 destinazioni dell’export piemontese nel 2021 sono risultate: Francia (+27,5%), Germania (+23,7%), Spagna (+25,7%), USA (+48,7%) e Cina (+68,7%); assieme coprono il 61% dell’export regionale. Tutte hanno già superato i livelli 2019.

Russia (16,5 milioni di euro, +1,4% sul 2020) e Ucraina (0,8 milioni, -4,1%) sono risultate il 7° e il 31° mercato per gli operatori piemontesi nel 2021, con una quota complessiva del 4,6% sul totale export della regione.

Sull’andamento nazionale è intervenuto il Presidente di Assocalzaturifici, Siro Badon: “L’accelerazione dell’export nel quarto trimestre ha permesso al calzaturiero di archiviare il 2021 mantenendo gli incrementi a doppia cifra che avevano caratterizzato la prima metà dell’anno. Dopo il crollo del 2020, anno in cui è stato duramente penalizzato dal lockdown e dalle restrizioni durante le due ondate pandemiche, il settore è ripartito, con un fisiologico rimbalzo nel secondo trimestre cui è seguito un recupero con intensità più contenuta. Tutte le principali variabili mostrano incrementi non trascurabili in valore, compresi tra il +15 e il +20% (spesa delle famiglie italiane +15,6%, produzione ed export attorno al +17%; fatturato +18,7%).
Ma la ripresa è a macchia di leopardo e spesso ancora insufficiente nel ritmo, tanto che gran parte delle imprese non ha ancora raggiunto i ricavi 2019 antecedenti l’emergenza sanitaria. Se i grandi gruppi internazionali del lusso hanno ripreso a correre, trainando le vendite estere settoriali, tra le aziende piccole e medie molte non ce l’hanno fatta a superare lo shock della crisi e numerose sono le imprese tuttora in difficoltà, come mostra il ricorso agli ammortizzatori sociali rimasto su livelli eccezionali (benché in calo rispetto al 2020).
Inoltre, pesa l’incognita dell’operazione militare della Russia in Ucraina con rischi per l’impatto commerciale sull’interscambio delle nostre aziende con questi Paesi, che sono tra i prioritari, con una clientela che risponde ad una domanda di beni di lusso e di fascia alta. Due mercati verso cui l’Italia ha esportato complessivamente nel corso del 2021 calzature per circa 317 milioni di euro e che stavano lentamente riavvicinandosi (con un +9,3% complessivo sul 2020) ai livelli pre-Covid (nel 2019 l’export verso i due paesi valeva 346,4 milioni di euro)”.

Nel dettaglio, l’export italiano ha raggiunto in valore (10,3 miliardi di euro a consuntivo) il secondo miglior risultato di sempre, anche al netto dell’inflazione. Bene, in particolare, le prime due destinazioni, ovvero Svizzera (+16,2% in valore sul 2020, nei primi 11 mesi) e Francia (+24%), tradizionalmente legate al terzismo; ma anche USA (+42%) e Cina (+37,5%) che ha già abbondantemente superato i livelli 2019.

Tra i primi 20 mercati di sbocco, solo 3 hanno registrato nel 2021 un segno negativo: Regno Unito, Giappone e Corea del Sud (che ha così interrotto la forte e costante crescita degli anni precedenti). Infine si guarda con preoccupazione alla crisi russo Ucraina che inevitabilmente frenerà la ripresa appena descritta data l’importanza strategica dei due mercati per la calzatura italiana.

Risale l’attivo del saldo commerciale (+22% da gennaio a novembre), atteso a poco meno di 5,2 miliardi nei 12 mesi.

Sul fronte interno, invece, gli acquisti delle famiglie (pur in crescita del +15,6% in valore, con un +12,1% in volume) restano ancora al di sotto dell’11,1% rispetto alla situazione già largamente insoddisfacente di due anni addietro. L’analisi per merceologia evidenzia incrementi attorno al +16% in spesa sul 2020 per le calzature classiche per uomo e del +18% per quelle per donna; entrambe le voci, duramente colpite nel 2020 dal venir meno di molte occasioni d’uso, restano però al di sotto di circa il -20% rispetto al pre-crisi; +14% per le scarpe da bambino; +16,3% per le sportive e le sneakers (con un gap del -4% sul 2019). Aumento contenuto, infine, per la pantofoleria (+6%), ma sufficiente ad appianare il divario con la situazione pre-Covid (+0,3%), visto il diffuso utilizzo durante la permanenza forzata nelle case nel 2020 e quindi la minor flessione negli acquisti subìta.

Permane inoltre in forte sofferenza lo shopping legato al turismo straniero, sempre molto penalizzato.

Dal punto di vista occupazionale, nel 2021 si contano in Italia 3.981 calzaturifici attivi, con un saldo negativo di -171 unità rispetto a dicembre 2020 (-4,1%). La forza lavoro settoriale è scesa a 70.586 addetti, -1.296 sul 2020 (-1,8%). Considerando anche i produttori di componentistica, i saldi precedenti salgono a -312 aziende e -2.067 addetti rispetto al 2020, tra industria e artigianato. Il numero di imprese attive cala in tutte le regioni. Con riferimento agli addetti, Campania e Puglia risultano le uniche in controtendenza (+95 e +148 unità). Nelle Marche e in Toscana le riduzioni più elevate in termini assoluti sia nelle imprese attive (-114 e -65 unità rispettivamente) che nel numero di addetti (-1.269 e -624).

Infine, dopo il picco del 2020 raggiunto a seguito dell’interruzione delle attività lavorative durante il lockdown (83 milioni di ore), nel 2021 le autorizzazioni rilasciate da INPS per la filiera pelle sono scese a 68,2 milioni (-17,8%), restando però su livelli più di 8 volte superiori a quelli del 2019 (+722%), a testimonianza di uno scenario ancora decisamente complesso in cui l’aumento dei prezzi delle materie prime (che ha caratterizzato tutto il 2021) e quello dei costi energetici erodono i margini delle imprese, mettendo a rischio la ripartenza stessa del settore.



Il Consiglio regionale per la Giornata internazionale della donna

Il coraggio che le donne dimostrano in tutti i ruoli che rivestono e in tutte le situazioni, anche le più drammatiche, è il filo conduttore delle iniziative che il Consiglio regionale promuove in occasione della Giornata internazionale dei diritti della donna che si celebra l’8 marzo.

“Le donne nei momenti di difficoltà hanno da sempre avuto uno straordinario coraggio per affermare sé stesse e nel compiere quel cammino di emancipazione per l’intero genere femminile. La loro tenacia e il loro coraggio hanno fatto la differenza nell’affrontare i soprusi e nel far sentire la propria voce  nella difesa di quei diritti fondamentali per una giusta dignità umana. Anche nel dramma del conflitto che ha investito l’Ucraina, la loro vocazione a “costruttrici di pace” sarà determinante per far prevalere la giusta armonia e la reciproca comprensione tra gli individui”, dichiara Stefano Allasia, presidente del Consiglio regionale.

Proprio nell’anno in cui l’attività del Comitato regionale diritti umani e civili è incentrata sulla tutela dei diritti delle donne e sulle donne che sono in prima linea nella difesa dei diritti dei più deboli, il Comitato – insieme con la Consulta femminile regionale – organizza il convegno “La guerra delle donne”, che si terrà venerdì 11 marzo alle 10.30 nell’aula di Palazzo Lascaris. Un incontro voluto per sensibilizzare l’opinione pubblica sui diritti violati ed esprimere vicinanza ideale alle donne che oggi stanno vivendo la situazione tragica della guerra – spesso sopportandone il peso maggiore, come sta accadendo ora in Ucraina.

A intervenire all’incontro in qualità di relatori saranno il console onorario dell’Ucraina, Dario Arrigotti, che racconterà storie di famiglie divise, di donne costrette a scappare e impegnate a sobbarcarsi l’onere di garantire sicurezza e sopravvivenza per sé e per i propri figli, Marie Jeanne Balagizi Sifa, coordinatrice del Forum delle donne africane italiane che affronterà il tema dello stupro quale violenza perpetrata durante i conflitti, e Ylenia Serra, garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, che approfondirà la problematica della tratta, specie quella di natura sessuale che coinvolge le minorenni straniere non accompagnate e gli strumenti, soffermandosi sul ruolo dei tutori, per l’accoglienza e il reinserimento sociale delle vittime. Per i saluti istituzionali interverranno: Stefano Allasia, presidente del Consiglio regionale, Sara Zambaia, consigliera regionale e vicepresidente del Comitato diritti umani e civili, Giampiero Leo, vicepresidente del Comitato diritti umani e civili, l’assessore regionale Chiara Caucino e la presidente della Consulta femminile regionale Ornella Toselli. A moderare il convegno sarà la giornalista Marita Ballesio.

Un appello a tutte le donne a “fare squadra”, a riscoprire il valore della solidarietà femminile, per abbattere pregiudizi, stereotipi e favorire il cambiamento in ogni ambito del vivere civile è poi il messaggio lanciato dalle consigliere e assessore del Consiglio regionale attraverso alcune brevi videoclip diffuse in Tv e sui social media. Una campagna di comunicazione che sotto l’hashtag #insiemefacciamoladifferenza intende promuovere la capacità delle donne di fare rete, parlando alla loro sensibilità e facilitando quindi azioni concrete per l’affermazione delle pari opportunità tra uomo e donna e la riduzione di eventuali diseguaglianze dovute all’appartenenza di genere.

Testimoni di coraggio sono state anche numerose donne del passato, nomi noti o sconosciuti, che si sono battute per un’ideale, che hanno soccorso chi combatteva per l’indipendenza e l’unità del proprio Paese.  A queste donne è dedicata la pièce teatrale “Le  sfacciate  meretrici  – Donne del Risorgimento Italiano”, scritta e diretta da Chiara Bonome, interpretata da Virginia Bonacini,Chiara Bonome, Andrea Carpiceci e Stefano Dilauro e organizzata dal Museo nazionale del Risorgimento italiano di Torino con il sostegno del Consiglio regionale. Lo spettacolo, che si terrà l’8 marzo alle 18.30 nell’Aula della Camera italiana, vuole essere un omaggio all’impegno di tutte le donne che hanno contributo all’Indipendenza e all’Unità italiana al pari degli uomini, attraverso il racconto di alcune delle loro storie così incredibili, eppure vere.