Agenzia entrate: precompilata 2020 al via con un miliardo di dati

Da oggi è disponibile la dichiarazione dei redditi precompilata ed è possibile consultare l’elenco di tutte le informazioni inserite dal Fisco. A partire dal 14 maggio, e fino al 30 settembre, si potrà accettare, modificare e inviare il 730 oppure modificare il modello Redditi, che, invece, potrà essere trasmesso dal 19 maggio al 30 novembre.

Cresce anche quest’anno, fino a superare quota 991 milioni, il numero dei dati a disposizione dei contribuenti. L’incremento più marcato si registra nei dati relativi alle spese sanitarie sostenute dai cittadini, che quest’anno fanno un balzo da 754 a 790 milioni, 36 milioni in più rispetto al 2019.

Al secondo posto troviamo i numeri relativi ai premi assicurativi, che superano quota 94 milioni con un incremento di 2 milioni rispetto allo scorso anno. In aumento di oltre un milione anche le Certificazioni Uniche, che raggiungono quota 62,5 milioni. Crescono, inoltre, sino a sfiorare quota 5 milioni, i numeri relativi ai rimborsi delle spese sanitarie. Non presentano, infine, particolari variazioni rispetto all’anno precedente i dati sugli interessi passivi (oltre 8,2 milioni), i 4,6 milioni di informazioni sui contributi previdenziali e gli oltre 4,2 milioni di informazioni sulla previdenza complementare. Stabili anche i dati sulle spese universitarie, a quota 3,5 milioni.

Le novità del 2020, spese sanitarie sempre più complete – Nella dichiarazione precompilata 2020 si moltiplicano le informazioni sugli oneri e sulle spese deducibili e detraibili. Oltre alle informazioni già presenti nelle dichiarazioni degli anni precedenti, quest’anno fanno ingresso nella precompilata le spese per le prestazioni sanitarie dei dietisti, dei fisioterapisti, dei logopedisti, degli igienisti dentali, dei tecnici ortopedici e di tante altre categorie di professionisti sanitari.

Entrano, inoltre, nel modello precompilato le spese sanitarie per le prestazioni erogate dalle strutture sanitarie militari. Si fanno spazio in dichiarazione anche i contributi previdenziali versati all’Inps con lo strumento del “Libretto famiglia”. Un’altra novità della precompilata 2020 è la possibilità per l’erede di utilizzare il 730, oltre che il modello Redditi, per la presentazione della dichiarazione dei redditi per conto del contribuente deceduto. Per l’utilizzo del modello 730 è necessario che la persona deceduta abbia percepito nel 2019 redditi dichiarabili con tale modello (da lavoro dipendente, pensione e alcuni redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente).

Il calendario della dichiarazione precompilata – Da oggi il modello sarà disponibile sia per chi presenta il 730 sia per chi presenta il modello Redditi. Il contribuente e i soggetti delegati potranno visualizzare la dichiarazione precompilata e l’elenco delle informazioni disponibili, con l’indicazione dei dati inseriti e non inseriti e delle relative fonti informative. Il 730 potrà essere inviato a partire dal 14 maggio e fino al 30 settembre. Anche il modello Redditi può essere modificato dal 14 maggio ma può essere trasmesso dal 19 maggio al 30 novembre.

Come accedere alla tua dichiarazione – Per visualizzare il proprio modello 730 o il modello Redditi, occorre entrare nell’area riservata del sito delle Entrate,  e inserire il nome utente, la password e il pin dei servizi online dell’Agenzia. È possibile accedere alla propria dichiarazione anche utilizzando la Carta Nazionale dei Servizi, le credenziali rilasciate dall’Inps, oppure tramite Spid, il Sistema Pubblico di Identità Digitale, che consente di utilizzare le stesse credenziali per tutti i servizi online delle pubbliche amministrazioni e delle imprese aderenti.

Info sulla precompilata: sito dedicato e call center per sciogliere ogni dubbio – Tutte le informazioni utili sulla dichiarazione precompilata, dalle principali novità alle domande più frequenti, sono disponibili sul sito dedicato. Punto di riferimento per chiarire ogni dubbio sulla precompilata è, infine, il call center dell’Agenzia. Questi i contatti dell’assistenza telefonica delle Entrate: 800.90.96.96 da telefono fisso, 0696668907 (da cellulare) e +39 0696668933 per chi chiama dall’estero. I numeri sono operativi dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle 17, e il sabato dalle 9 alle 13 (con esclusione delle festività nazionali).




Proroga dei termini per il versamento degli acconti delle imposte e per l’invio delle dichiarazioni

Il Ministero dell’economia e delle finanze (MEF) ha prorogato al 10 dicembre prossimo i termini per il versamento della seconda o unica rata d’acconto delle imposte dirette e dell’IRAP, dovuta dagli operatori economici, e per la presentazione della dichiarazione dei redditi e dell’IRAP.

Il termine per il versamento della seconda o unica rata d’acconto delle imposte sui redditi e dell’IRAP dovuta dagli “operatori economici” è prorogato dal 30 novembre al 10 dicembre 2020. Si tratta di una disposizione che riguarda i soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione in possesso di partita IVA.

Una più ampia proroga al 30 aprile 2021 è, invece, prevista per le imprese non interessate dagli ISA (Indicatori di affidabilità fiscale), ovunque localizzate, che hanno conseguito nel periodo d’imposta precedente a quello in corso ricavi o compensi non superiori a 50 milioni di euro e che nel primo semestre 2020 hanno subito una diminuzione del fatturato o dei corrispettivi di almeno il 33% rispetto al primo semestre 2019.

Analoga proroga al 30 aprile 2021 è disposta, indipendentemente dai requisiti relativi ai ricavi o compensi e alla diminuzione del fatturato o dei corrispettivi, per i soggetti non interessati dagli ISA
che operano nei settori economici individuati negli allegati 1 e 2 al D. L. n. 149/2020 c. d. “Ristori bis”, che hanno il domicilio fiscale o sede operativa nelle Zone rosse, nonché per i soggetti che gestiscono ristoranti nelle Zone arancioni.

Per i soggetti che applicano gli ISA resta ferma la proroga per il versamento degli acconti al 30 aprile 2021 già prevista dall’articolo 98 del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104 (decreto “Agosto”) e dall’articolo 6 del D. L. n. 149/2020 (decreto “Ristori bis”).

In particolare, l’art. 6 del D. L. 149 riguarda le categorie d’imprese individuate dai predetti allegati 1 e 2 ubicate nelle aree del territorio nazionale caratterizzate da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto (Zona Rossa), ovvero esercenti l’attività di gestione di ristoranti nelle aree del territorio nazionale caratterizzate da uno scenario di elevata gravità e da un livello di rischio alto individuate (Zona Arancione), indipendentemente dalla diminuzione del fatturato o dei corrispettivi. Mentre l’art. 98 del D.L. n. 104 si riferisce a coloro che hanno subito una diminuzione del fatturato o dei corrispettivi di almeno il 33 per cento nel primo semestre dell’anno 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

E’ stabilita inoltre la proroga al 10 dicembre prossimo del termine per la trasmissione telematica dei modelli Redditi e IRAP in scadenza il 30/11/2020, come già previsto per la presentazione dei modelli 770 (dichiarazione dei sostituti d’imposta).

 




Confartigianato Cuneo: “Non siamo il bancomat dello Stato. Il fisco italiano va ripensato”

Confartigianato Cuneo si unisce all’appello dell’Ordine dei Commercialisti di Cuneo e sul tema delle tasse non nasconde il sentimento di grande delusione da parte degli imprenditori per la mancata proroga – attesa invano dalle tante “partite IVA” della Granda.

«Abbiamo appreso con sconforto che il Governo non ha prorogato le scadenze fiscali previste per lo scorso 20 luglio. – commenta Luca Crosetto, presidente provinciale dell’Associazione, la più rappresentativa in provincia per artigianato e PMI – Sembra paradossale se pensiamo che lo scorso anno sia stato sufficiente un ritardo della Pubblica Amministrazione nell’elaborazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale (i cosiddetti “ISA”) perché venisse disposta una proroga di tre mesi (al 30 settembre 2019) per i versamenti delle imposte sui redditi e IRAP risultanti dalle dichiarazioni. Quest’anno, invece, nonostante la più grande crisi economico-finanziaria dal dopoguerra ad oggi, nessun rinvio»

«Un terzo delle nostre imprese non è sopravvissuta alla pandemia, – aggiunge ancora Crosetto – quelle ancora in vita devono affrontare problemi di liquidità, fare i conti con le mancate commesse di un trimestre e barcamenarsi tra le norme in materia di sicurezza, mentre la domanda interna procede come un bradipo».

«Il sistema tributario italiano – spiega Domenico Massimino, vicepresidente nazionale di Confartigianato con delega alle politiche fiscali – va ripensato anche in funzione del tessuto economico del Paese composto per il 98 per cento da micro e piccole imprese. Ridurre le complessità e il peso degli oneri fiscali è condizione fondamentale per sostenere le imprese in questo momento così difficile. Sul delicato fronte del fisco, poi, le imprese italiane operano in condizioni complesse, che ne comprimono la competitività: il carico fiscale è pari al 42,6% del PIL, superiore di un punto al 41,6% della media dell’Eurozona. L’Italia oltre ad essere in testa nell’Ue per la maggiore pressione fiscale, mantiene il record negativo anche per la burocrazia fiscale. Basti pensare che, per pagare le tasse, un imprenditore deve sprecare 238 ore l’anno, 79 ore in più rispetto alla media dei Paesi Ocse».

In questo contesto, importante l’azione di Confartigianato Cuneo a supporto delle imprese, come spiega Joseph Meineri, direttore generale della struttura.

«Da sempre – illustra Meineri – affianchiamo le imprese con un ampio ventaglio di servizi, da quelli tradizionali da “adempimento” a quelli più innovativi e tecnologici. Anche in questo frangente ci confermiamo a fianco delle aziende, grazie ai circa 190 addetti che nei 18 uffici della provincia sono a disposizione degli imprenditori. Il nostro essere corpo intermedio dello Stato ci investe di ancora più responsabilità e attenzione.  Alla professionalità e alla precisione dei nostri operatori, aggiornati costantemente su norme e provvedimenti, abbiniamo sempre tutela e supporto di un comparto fondamentale per l’economia locale e nazionale. Non solo attraverso consulenze specifiche, ma anche grazie a progetti concreti, dal portale ImpresaDigitale.eu, un cruscotto digitale per tenere sotto controllo l’azienda, a scelgoartigiano.it, portale di promozione del territorio e funzionale e-commerce a disposizione di tutte le PMI cuneesi».




Bollo auto, pagamenti rinviabili fino al 30 giugno 2020

Le nuove disposizioni riguardano i pagamenti dovuti nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020

Ammessi al pagamento senza applicazione di sanzioni, interessi e oneri aggiuntivi i contribuenti che provvedano entro il termine del 30 giugno 2020 al pagamento tardivo delle tasse automobilistiche, il cui pagamento è dovuto di solito nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020 (non è prevista la restituzione di quanto già versato).

Lo stabilisce la d.g.r. n. 1-1153 approvata il 23 marzo scorso per agevolare i cittadini in questo periodo di emergenza sanitaria legata al Covid-19, insieme alle seguenti ulteriori misure:

  • possibilità concessa a chi ha in corso un piano di rateizzazione di posticipare il pagamento delle rate aventi scadenza nei mesi di marzo, aprile e maggio al ventottesimo giorno dei tre mesi successivi all’ultima scadenza prevista dal piano;
  • sospensione fino al 31 maggio 2020 dei termini di versamento derivanti da ingiunzioni di pagamento emesse da Soris S.p.A.

Allegati

D.G.R. n. 1-1153 del 23/03/2020
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Da Cgil-Cisl-Uil sì alle agevolazioni sul bollo auto e l’Irap

Un giudizio positivo sulle esenzioni del bollo auto e la rimodulazione dell’Irap, ma anche una richiesta di maggiori investimenti sulla domiciliarità e di una riduzione dell’addizionale Irpef: queste le posizioni delle tre confederazioni sindacali sulla legge di stabilità e sul bilancio, emerse oggi in Prima commissione durante le consultazioni sui due provvedimenti.

I vertici regionali di Cgil-Cisl-Uil hanno apprezzato le scelte in materia di bollo auto e di Irap, le prime finalizzate a migliorare la qualità dell’aria, le seconde a rilanciare le attività produttive e l’occupazione. Hanno espresso però preoccupazioni sul futuro della domiciliarità per i non autosufficienti e le persone fragili, temendo la riduzione delle risorse a disposizione e il disimpegno del settore sanitario dal suo finanziamento.

Hanno poi chiesto di verificare la possibilità di ridurre l’addizionale Irpef, tornando alla situazione anteriore all’ultimo aumento del 2015, e di finanziare gli ammortizzatori sociali, in una situazione in cui la difficile situazione economica, aggravata dalla vicenda del coronavirus, rischia di rendere ancora più precaria la situazione di molti lavoratori. Chiarimenti sono stati chiesti anche sulla gestione delle risorse derivanti dai canoni idrici.

Dopo le consultazioni, la Prima commissione si è occupata con l’assessore al Bilancio delle prime determinazioni del cosiddetto collegato alla legge di stabilità, un provvedimento di 57 articoli che modifica la legislazione vigente in diversi settori: dalla sanità al welfare, dalle attività estrattive alla caccia e pesca, dall’ambiente ai beni culturali, fino al commercio e al turismo.

Dopo un breve confronto, si è deciso di sganciare l’iter del provvedimento da quello della legge di stabilità e del bilancio, in modo da poter affrontare in modo approfondito il suo contenuto, anche con appositi riunioni delle commissioni competenti.




Uil Piemonte: Il 16 giugno con acconto IMU si verseranno 9,8 miliardi di euro

Con l’acconto del prossimo 16 giugno si verseranno 9,8 miliardi di euro per lIMU, il cui gettito complessivo annuo sarà di19,6miliardidi euro. Il suddetto gettito tiene conto dell’abolizione dellerate IMU, introdotte nel corso del 2021,per alcuni immobili strumentali alla produzione individuati nei vari Decreti per contrastare la pandemia.

Saranno chiamati ai versamenti oltre 25 milioni di proprietari di immobili diversi dall’abitazione principale (il 41%sono lavoratori dipendenti e pensionati).Il costo medio complessivo dell’IMU su una “seconda casa”,ubicata in un capoluogo di provinciaspiega Ivana Veronese,Segretaria Confederale UILsarà di 1.070euro (535euro da versarecome acconto di giugno) con punte di oltre 2mila euro nelle grandi città.

È quanto emerge dal Rapporto IMU2021 elaborato dal Servizio UIL Lavoro, Coesione e Territorio.La media dell’aliquota applicata per le seconde case(IMU)commenta Ivana Veroneseammonta al 10,6 per mille e in molti Comuni (480 municipi di cui 18 Cittàcapoluogo) è in vigore “la ex addizionale TASI”, fino a un massimo dello 0,8 per mille,introdotta per finanziare negli scorsi anni le detrazioni per le abitazioni principali, così da portare in questi Comuni l’aliquota IMU fino all’11,4per mille.

Chi possiede una seconda pertinenza dell’abitazione principale della stessa categoria catastale (cantine, garage, posti auto, tettoie),dovrà versare l’IMU con l’aliquota delle seconde case,con un costo medio annuo di 55euro(28 euro di acconto), con punte di 110 euro annui.

Se si prendono in considerazione i costi IMU sulle prime case cosiddette di lusso(abitazioni signorili, ville e castelli)continua Ivana Veronese, sempre ubicate in un capoluogo di provincia, il costo medio è di 2.623euro(1.311europer l’acconto), con punte di oltre 6 milaeuronelle grandi Città.

IL COSTO DELL’IMU SECONDE CASE NELLE CITTA’ CAPOLUOGO Secondo i risultatidel rapporto,il costo maggiore in valore assoluto per una seconda casa a disposizione si registra a Roma con 2.064 euro medi; a Milano, invece, si pagheranno 2.040 euro medi; a Bologna 2.038 euro; a Genova 1.775 euro; a Torino 1.745 euro. Valori più “contenuti”, invece, ad Asticon un costo medio di 580 euro; a Gorizia con 582 euro; a Catanzaro con 659 euro; a Crotone con 672 euro; a Sondrio con 674 euro.

LE ALIQUOTE DELL’IMU SECONDE CASE NELLE CITTA’ CAPOLUOGO In 19 Città è in vigore la ex addizionale della TASI, per cui,in questi Comuni,lealiquote superano quella massima dell’IMU (10,6 per mille). In particolare,Roma, Milano, Ascoli, Brescia, Brindisi, Matera, Modena, Potenza, Rieti, Savona, Verona e Vicenza l’aliquota è all’11,4 per mille; a Macerata all’11,3 per mille; a Terni e Siena, all’11,2 per mille; a Lecce, Massa e Venezia all’11per mille; ad Agrigento al 10,9 per mille.

Altre 73 Città capoluogo, sempre sulle seconde case, applicano l’aliquota del 10,6 per mille,tra cui Torino, Bologna, Firenze, Napoli, Palermo, Bari.In 10Città le aliquote sono sotto la soglia massima,tra cui Como, Belluno, Gorizia, Udine, Pordenone.

IL COSTO DELL’IMU SECONDE PERTINENZE NELLE CITTA’ CAPOLUOGO Per una seconda pertinenza della stessa categoria catastale a Roma si pagano mediamente 110 euroannui; a Milano 99 euro annui; a Bologna 96euro annui; a Firenze 95 euroannui; a Napoli 95euro annui.

Il tema della tassazione degli immobili è tornatoal centro del dibattito politico in questi giorni. Per noi,sarebbe opportuno che le modifiche dell’IMU venissero apportate organicamente riaprendo il “cantiere” del federalismo fiscale,riforma prevista tra l’altro nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Contemporaneamente, sarebbe necessaria la riforma del catasto in grado di riportare equità nella tassazione sul mattone, annunciata più volte nel corso degli ultimi annie mai attuata.Una riforma attesa da più di 30 anni, dato che l’ultima revisione degli estimi catastali è datata 1989, partendo da una revisione dei valori catastali vecchi, iniqui e che non corrispondono al reale valore degli immobili, eliminando i paradossi attuali per cui case di pregio nei centri storici hanno rendite catastali basse, mentre immobili situati in periferia e costruiti più recentemente hanno rendite catastali alte.

Prestando, però, molta attenzioneconcludeIvanaVeroneseperché questo processodi riforma non dovrà significare maggiori prelievi,ma una diversa e più equa ripartizione del prelievo fiscale sugli immobili.

Ovviamente,sempre accompagnando questi percorsi a d una lotta“senzaseesenzama”all’evasione fiscale sulla tassazione immobiliare che ogni anno produce un minor gettito pari ad oltre 1 miliardo di euro.




Dichiarazione Redditi 2022 Online modelli definitivi. Spazio a Superbonus, ACE innovativa e bonus musica

Pronti i nuovi modelli dichiarativi 2022 con le relative istruzioni che le persone fisiche, le società e gli enti non commerciali utilizzeranno nella prossima stagione dichiarativa, per il periodo d’imposta 2021.

Da oggi sono disponibili infatti, sul sito delle Entrate, nella sezione dedicata ai modelli, sia la nuova versione Redditi 2022 per le persone fisiche, sia quelle aggiornate per gli Enti non commerciali, le Società di persone, le Società di capitali, Irap e Consolidato nazionale mondiale.

I nuovi modelli sono stati approvati con i provvedimenti firmati oggi dal direttore dell’Agenzia delle Entrate. Tra le novità di quest’anno, nel modello Redditi persone fisiche oltre al Superbonus al 110% sono presenti anche il bonus musica e il credito d’imposta per l’acquisto con Iva della prima casa per gli under 36, mentre nei modelli per Società di persone, Società di capitali ed Enti non commerciali entra la possibilità di dedurre più velocemente il maggior valore imputato ad attività “immateriali” nonché la nuova disciplina dell’ACE innovativa.

Dal Superbonus al bonus musica, le novità del Modello REDDITI PF – Il nuovo modello, da presentare in via telematica entro il 30 novembre, tiene conto delle nuove disposizioni introdotte per l’anno d’imposta 2021. In particolare, si va dagli adeguamenti del trattamento integrativo e dell’ulteriore detrazione a favore dei lavoratori dipendenti al Superbonus, dal nuovo “bonus musica” per le spese relative a scuole di musica, conservatori e cori al credito d’imposta per l’installazione di sistemi di filtraggio e miglioramento qualitativo dell’acqua.

Spazio anche per il credito d’imposta per l’acquisto con Iva della prima casa, dedicato agli under 36 e agli aumenti per le detrazioni riguardanti spese veterinarie e bonus mobili sostenute nel 2021. Inoltre, tra i crediti d’imposta, inseriti nel quadro CR, spazio alle nuove codifiche per fruire dei bonus per le spese di sanificazione delle strutture extra-alberghiere e di acquisto di dispositivi di protezione e di quelli per i depuratori d’acqua e per la riduzione del consumo di contenitori in plastica.

E ancora, nei quadri d’impresa è integrato il prospetto per l’applicazione della disciplina ACE, per consentire il calcolo della c.d. “ACE innovativa”, e sono recepite le novità in tema di “Patent box” con la maggiorazione del 110% dei costi di ricerca e sviluppo sostenuti in relazione a software, brevetti industriali, disegni e modelli che siano utilizzati nella propria attività.

Dall’ACE innovativa al nuovo Patent box, le novità dei Modelli REDDITI per società ed enti non commerciali – Anche i modelli REDDITI degli enti e delle società tengono conto delle novità per l’anno d’imposta 2021. In particolare, la nuova disciplina del “Patent box” con la possibilità di utilizzare, nella determinazione del reddito d’impresa e del valore della produzione ai fini IRAP, la maggiorazione del 110 per cento dei costi di ricerca e sviluppo sostenuti in relazione a software protetto da copyright, brevetti industriali, disegni e modelli utilizzati nello svolgimento della propria attività d’impresa.

Per usufruirne è stata prevista, inoltre, nel quadro OP la revisione del prospetto per l’esercizio dell’opzione nonché nel quadro RS, una sezione per l’indicazione dei dati relativi all’opzione e il monitoraggio dei dati utili relativi ai beni oggetto della “Patent box”.

Una nuova sezione XXIV del quadro RQ è stata predisposta per i soggetti che intendono dedurre più velocemente il maggior valore imputato ad attività immateriali, mediante il versamento di un’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi e dell’IRAP e di eventuali addizionali.

È stato, infine, integrato il prospetto (nel quadro RS) per l’applicazione della disciplina c.d. ACE per consentire il calcolo della nuova agevolazione “ACE innovativa” che permette di determinare l’agevolazione applicando un’aliquota del 15 per cento alla variazione in aumento del capitale proprio nel 2021 (che rileva per un ammontare massimo di 5 milioni di euro indipendentemente dall’importo del patrimonio netto) e per gestirne la fruizione alternativa sotto forma di credito d’imposta.

Nel quadro RU sono stati inseriti i crediti d’imposta istituiti nel 2021, tra i quali il credito per le spese di sanificazione 2021, il bonus teatro e spettacoli, il credito R&S farmaci e vaccini e quello per la ricerca biomedica, il credito per la formazione professionale di alto livello, il bonus per la riqualificazione delle strutture ricettive e il bonus per la digitalizzazione delle agenzie di viaggio e dei tour operator.