Dal 1° marzo i mediatori culturali negli uffici delle Entrate di Torino e Rivoli

Un gruppo di mediatori culturali per facilitare gli utenti di origine straniera nell’approccio con la Pubblica Amministrazione: è il servizio che sarà offerto dal prossimo 1° marzo negli Uffici territoriali di Torino e di Rivoli dell’Agenzia delle Entrate, grazie al progetto “Capire Formare Agire” della Prefettura di Torino.

 

Com’è nato il progetto – La Prefettura di Torino ha presentato un progetto nell’ambito del Fondo Asilo Migrazione ed Integrazione (FAMI), per il quale ha ottenuto il relativo finanziamento dal Ministero dell’Interno, Autorità responsabile del Fondo. Il progetto ha l’obiettivo di migliorare l’erogazione dei servizi amministrativi offerti ai cittadini stranieri non solo dalla Prefettura, ma anche da altri Uffici della Pubblica Amministrazione.

 

Con l’intesa fra Prefettura e Agenzia delle Entrate si riattiva il percorso già sperimentato nel 2018, quando i mediatori culturali presenti negli uffici dell’Agenzia hanno facilitato il confronto con l’amministrazione italiana da parte degli utenti stranieri supportandoli con le problematiche fiscali. La collaborazione consente dunque di comprendere meglio le istanze degli utenti e allo stesso tempo garantisce una più celere ed efficiente tempistica nell’erogazione dei servizi.

 

I mediatori culturali, per le lingue arabo, cinese, moldavo e spagnolo, saranno presenti per tutto l’anno alternandosi nei cinque Uffici territoriali dell’Agenzia dell’Entrate:

 

UFFICIO ORARIO LUNEDI’ MARTEDI’ MERCOLEDI’ GIOVEDI’ VENERDI’
UT Torino 1

corso Bolzano, 30

9 -13 Cinese Arabo Spagnolo Arabo Spagnolo
UT Torino 2

via P. Veronese 199/A

9 – 12 Moldavo Arabo Cinese Arabo Moldavo
UT Torino 3

via Sidoli 35

9 – 13 Arabo   Moldavo   Arabo
UT Torino 4

via Padova 78

9 – 13 Arabo Cinese      
9 – 12       Moldavo Arabo
UT Rivoli

via Dora Riparia 4/a

9 – 12 Moldavo   Moldavo    

 

 




Protocollo di contrasto al Covid-19 negli ambienti di lavoro, due webinar di Cnvv

Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) organizza due webinar di confronto con gli enti preposti alle attività ispettive e alle verifiche della corretta applicazione delle misure di sicurezza previste nel Protocollo di contrasto e contenimento della diffusione del Covid-19 negli ambienti di lavoro.

Durante gli incontri, che sono in programma mercoledì 17 giugno 2020 (dalle 11,30 alle 13,30) per le aziende della provincia di Novara e mercoledì 24 giugno 2020 (dalle 10,30 alle 12,30) per le aziende della provincia di Vercelli, interverranno rappresentanti della Prefettura, del Dipartimento di Prevenzione dell’Asl, dell’Ispettorato territoriale del Lavoro e del Comando provinciale dei Carabinieri dei due territori.

«Il Protocollo – spiega il direttore di Cnvv, Aureliano Curini – è stato allegato al DPCM del 26 aprile 2020 e al DPCM del 17 maggio 2020 e ha definito nuovi obblighi e procedure di sicurezza per le aziende produttive, rendendo obbligatorie misure come l’utilizzo di mascherine protettive, il distanziamento, la pulizia e la sanificazione degli ambienti di lavoro, la gestione degli ingressi e delle aziende terze.

Gli incontri che abbiamo organizzato sono finalizzati a chiarire dubbi e perplessità procedurali attraverso un confronto diretto con chi deve effettuare verifiche e controlli, in modo da raggiungere l’obiettivo comune di un contenimento della diffusione del virus che sia più possibile articolato ed efficace».

«Per rispondere alle esigenze delle aziende interessate ai servizi di sanificazione degli ambienti di lavoro e all’acquisto di dispositivi di protezione e di distanziamento – aggiunge Curini – da giugno abbiamo predisposto un elenco, organizzato per categoria merceologica e costantemente aggiornato, con le offerte, a prezzi scontati per le imprese nostre associate, di tutti i fornitori che ci hanno segnalato le loro attività di produzione e/o distribuzione. Anche in questo caso di tratta di uno strumento molto importante per consentire al sistema economico la gestione adeguata di una “nuova quotidianità” con la quale dobbiamo, purtroppo, abituarci a convivere ancora a lungo».




Al via “Aziende in classe”, nuova iniziativa del Comitato Piccola Industria di Cnvv

Con una lezione di Maria Grazia Tagliabue, presidente della riseria S.P. di Stroppiana (Vc), all’Istituto tecnico “Cavour” di Vercelli, ha preso il via il 14 marzo 2023 “Aziende in classe”, una nuova iniziativa del Comitato Piccola Industria di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) per avvicinare sempre più i mondi della scuola e dell’impresa, contribuendo all’orientamento professionale delle giovani generazioni.

«Si tratta – spiega il presidente del Comitato Piccola Industria di Cnvv, Giorgio Baldini – di una serie di incontri che prevedono alcune ore di docenza da parte degli imprenditori all’interno delle classi quarte e quinte delle scuole secondarie di secondo grado dei nostri territori di riferimento. L’obiettivo è soprattutto quello di illustrare agli allievi, in base agli accordi presi con i docenti, come si riflettono nel mondo della produzione e del lavoro le materie e gli argomenti da loro studiati. Si tratta di una importante occasione di incontro e di confronto che si affianca, integrandola, alla serie di visite guidate nelle aziende che si svolgono in occasione del Pmi Day “Industriamoci”».

Nelle prossime settimane sono già in programma altri appuntamenti di “Aziende in classe”, che coinvolgeranno la sezione di Romagnano Sesia dell’Istituto “Bonfantini” di Novara, con un intervento di Matteo Donna, della Fratelli Francoli, l’Itis “Da Vinci” di Borgomanero, con due interventi (uno di Alessandra Barberis, di Mondo Lavoro, e uno di Marco Rotti e Guido Rotti Gianet, della Moveco), e l’Istituto “Nervi” di Novara, dove interverranno Marco Caletti (Iem Italia) e Stefano Arrigoni (Fides). In corso di definizione sono anche le date di tre incontri al “Magni” di Borgosesia, di altri due al “Cavour” e di uno al “Faccio” di Vercelli.




Presentato a Torino il corso “Imprenditori #Gen-Next: Dai il via alla tua start-up di successo”

Al via  a Torino, nella sede della UniCredit University, il corso dedicato ai futuri imprenditori. È il primo esempio in Italia di partnership attiva sul territorio tra UniCredit, il mondo universitario e quello imprenditoriale.

Circa duecentocinquanta giovani studenti, iscritti al quarto e quinto anno del loro percorso universitario e provenienti da facoltà diverse appartenenti alle sette università del Nord-ovest, analizzano i principali aspetti di una start-up, si confrontano su idee, progetti, apprendono, da founder di start up di successo, come accedere al fund raising, come utilizzare i brevetti o come registrarne uno e come implementare le proprie strategie di marketing. In estrema sintesi, compiono i primi fondamentali passi per fondare e portare al successo una propria start up.

Attraverso questo corso intendiamo investire nei nostri giovani e nel loro futuro per consentire loro di sprigionare tutto il potenziale, sia come futuri imprenditori che come soggetti attivi di una società che sta cambiando e si sta innovando – afferma Paola Garibotti, Regional Manager Nord Ovest di UniCredit. Siamo altresì orgogliosi di aver contribuito a creare qui a Torino un aggregato sociale in cui imprenditori, università e banca lavorano fianco a fianco per creare un ecosistema che fa dell’innovazione e del progresso il suo punto focale”.

L’iniziativa è stata realizzata e organizzata da UniCredit, con il Club degli Investitori in qualità di main partner e la partecipazione delle sette università del Nord-ovest: Università di Torino, Politecnico di Torino, Università di Genova, Università del Piemonte Orientale, ESCP Business School, Università della Valle d’Aosta e Università di Scienze Gastronomiche. Saranno invece sponsor dell’iniziativa: UniCredit Allianz Vita, Confindustria Piemonte, CCIAA Torino, CCIAA Genova e Union Camere Piemonte

Giancarlo Rocchietti, Presidente del Club degli Investitori dichiara: “Spesso ci siamo fatti la domanda: imprenditori si nasce o si diventa? Le vocazioni imprenditoriali si stanno diffondendo sempre di più a partire dalle scuole superiori, ma per diventare veri imprenditori occorre che i giovani “founder “imparino a sviluppare le proprie idee nell’ottica della sostenibilità, anche economica, del loro progetto. Il corso è una risposta concreta, unica ed innovativa a queste necessità“.

Il corso si svilupperà in tre giornate, presso l’UniCredit University e coinvolgerà duecento ragazzi. Il primo giorno, il 13 marzo, si parlerà di finanza, innovazione e imprenditorialità, con la presenza di imprenditori d’eccezione tra cui: Pierluigi Paracchi di Genenta, Luca Rossettini di D-Orbit, Chiara Ercole di Saclà e Luisa Sala e Lara Rocchietti di Lalù. Il 18 marzo, Daniele Grassucci e Marco Sbardella di Skuola.net, Paola Allamano di Waterview, R. Bertolino e M. Odasso di Rigeneration, affronteranno i temi relativi all’economia circolare, si farà un focus su prodotti e bisogni, e ci si concentrerà su come creare un team di successo e trovare il primo cliente. L’ultimo giorno, il 22 marzo, interverranno Mauro Musarra di Algor e Camilla Colucci di Circularity. In tema di sostenibilità si presenterà la storia di Unobravo. Verranno poi presentati 6 incubatori e acceleratori di start-up e simulato un pitch di raccolta fondi dove saranno presenti start-up in fase preseed e business angel reali.

Il corso si concluderà con la consegna dei diplomi.

“Siamo estremamente orgogliosi – sottolinea il professor Gian Carlo Avanzi, rettore dell’Università del Piemonte Orientaledi dare il via a questa innovativa collaborazione tra UniCredit, il mondo accademico e quello imprenditoriale, che rappresenta un passo significativo verso la creazione di un ecosistema più dinamico e stimolante per i futuri imprenditori. L’iniziativa di fornire ai nostri studenti gli strumenti e le conoscenze necessarie per avviare con successo una startup è un investimento nel loro futuro e nell’economia del nostro Paese. Siamo grati ai partner coinvolti per la loro visione e impegno nel supportare la crescita e lo sviluppo dei talenti emergenti. Sono convinto che questa collaborazione porterà a opportunità concrete per i nostri studenti per trasformare le loro idee in realtà imprenditoriali di successo.”




Voucher libri, lo ottengono ma non lo usano

Su 9.077 nuclei familiari che nel 2016/2017 hanno ottenuto il “voucher” regionale per libri di testo, piano offerta formativa (Pof) e trasporti, 1.154 – ovvero il 12,7% – non ne hanno mai fatto uso: l’importo medio assegnato e non speso è stato di 746 euro. Ci sono inoltre 462 famiglie (pari al 5%), che hanno speso parzialmente il buono, in media 583 euro con un importo residuo inutilizzato di 259 euro.

Per cui su 7.320.606 euro stanziati per l’annualità 2016/17, quasi un milione, precisamente 993.945 euro, non è stato speso (13,5% della cifra).

Discorso simile vale per la borsa “IoStudio” erogata dallo stato per gli studenti delle scuole di II grado: l’11,8% non riscuote il bonifico.

È quanto emerge da uno studio dell’Istituto di Ricerche Economico Sociali del Piemonte (Ires), presentato lunedì 9 dicembre al Comitato per la qualità della normazione del Consiglio regionale (presieduto da Alberto Avetta, in sostituzione di Paolo Bongioanni).

Lo studio fa parte di una serie di indagini conoscitive che ogni anno l’Assemblea può richiedere all’istituto su materie di interesse regionale.

Per quanto riguarda il voucher regionale, chi ha condizioni economiche relativamente migliori ha più propensione a non spendere la cifra. Se il 12,7% del totale dei richiedenti non lo ha mai utilizzato, questa percentuale sale al 15% tra quanti hanno un Isee compreso tra 7.500 euro e 11.979 euro e al 17% tra chi, in questa fascia Isee, ha un figlio unico.

Su un totale di 6,3 milioni di euro spesi sui voucher, il 51% è stato utilizzato per acquisti nel settore dell’elettronica (PC, tablet, lettori e-book, software), mentre circa 2/5 nei supermercati e nelle cartolibrerie.

Un dato che si spiega con l’importo medio nettamente più alto per spese di questo tipo. Nota dolente i trasporti dove, in media, sono stati spesi 148 euro.

In totale il voucher era spendibile in 140 esercizi, il 46% nella provincia di Torino e circa un quarto nella provincia di Cuneo. Decisamente più limitata la possibilità di usufruirne nelle altre province piemontesi.

Un dato che si sposa con l’esiguo numero di società di trasporti convenzionate: solo 7 delle 140 convenzioni sono attive con aziende di trasporti, 89 con Comuni e le restanti 44 con esercizi commerciali abilitati a rilasciare titoli di viaggio (edicole, tabaccherie, cartolibrerie).

Per questo l’istituto di ricerche ha sottolineato l’importanza di un impegno da parte della Regione nei confronti delle aziende.

All’incontro erano presenti i consiglieri Angelo Dago (Lega), Alessandra Biletta (Forza Italia) e Giorgio Bertola (M5S). Da tutte le forze politiche è stata fatta richiesta di un ulteriore approfondimento in materia nell’anno 2020.




Formazione, bisogna stanziare dai 2 ai 5 milioni

Dai 2 ai 5 milioni di investimenti, oltre a 1,7 milioni per acquistare le mascherine. Queste le stime degli stanziamenti necessari per far ripartire in sicurezza il mondo della formazione professionale piemontese, secondo Forma Piemonte e Cenfop Piemonte, esposte in Terza commissione in merito alla riapertura dei corsi.

L’audizione era stata richiesta dal Gruppo del Pd. Sia Matteo Faggioni, presidente di Forma, che Pier Mario Viano, presidente di Cenfop, hanno auspicato che le istituzioni pubbliche piemontesi tornino a investire sui propri enti di formazione professionale, consentendo loro di affrontare le sfide impegnative che la ripartenza sta imponendo.

“Ci troviamo ad affrontare sfide difficili – hanno spiegato – quindi sarà necessario un rinnovato e più strutturato dialogo tra il mondo della formazione, il mondo produttivo e le parti sociali, al fine di intercettare, in tempi rapidi, i fabbisogni professionali e formativi delle imprese, offrendo risposte adeguate, e far sì che, queste ultime, possano cavalcare le nuove opportunità che l’era post Coronavirus potrà offrire”.

Durante il lockdown, la formazione professionale piemontese non si è fermata: è stata riprogettata e rimodulata l’attività, per non interrompere i corsi e per mantenere vivo il contatto con i propri allievi. È stato utilizzato anche lo strumento del project work, che ha sostituito lo stage, grazie al quale è stato possibile simulare una formazione tecnica o un’esperienza pratica in azienda dal proprio domicilio.

Tra le principali criticità spicca il dato che circa il trenta per cento degli allievi ha avuto unicamente uno smartphone come strumento per collegarsi e assistere alle lezioni a distanza. A sostegno del sistema formazione professionale è arrivata, a inizio aprile, una determina regionale che, anche grazie a un continuo e costruttivo confronto fra le parti, ha dato un supporto normativo al lavoro delle agenzie, con scelte adeguate, coerenti e in qualche modo anche coraggiose (se confrontate con quelle operate dalle altre Regioni) che permettono agli enti di proseguire le attività formative a distanza e non far perdere oltremodo terreno ai propri studenti, siano essi minorenni o maggiorenni, disoccupati o occupati.

Oggi, con l’attività didattica che è ripartita in presenza – come hanno spiegato i due presidenti – all’ordinaria gestione dei corsi si aggiungono i costi per la messa in sicurezza delle sedi. “Noi non siamo la scuola pubblica, ma viviamo delle risorse europee veicolate dalla Regione. Da un calcolo effettuato, serve una cifra che non può essere inferiore ai due milioni di euro, anche se l’ottimale sarebbe intorno ai cinque milioni. Da tutto ciò sono però da escludere i costi per l’acquisto delle mascherine protettive, stimati in un milione e settecentomila euro” ha concluso Faggioni.

 

 

 




L’UPO investe ad Alessandria e cerca un’area per costruire nuovo campus medico-sanitario e umanistico

L’Università del Piemonte Orientale cerca una nuova casa ad Alessandria: uno spazio all’interno della Città per realizzare un campus universitario all’avanguardia da destinare ai corsi delle aree medico-sanitarie e dell’area umanistica.

La decisione di creare un nuovo campus nel capoluogo alessandrino è stata il primo passo formalizzato dal Consiglio di Amministrazione UPO nel mese di dicembre. Lo step successivo, attraverso procedure pubbliche trasparenti, è la ricerca attraverso un avviso pubblico di manifestazioni di interesse alla vendita per identificare l’area più adatta.

L’UPO cerca un’area pianeggiante con una superficie compresa tra i 18.000 e i 22.000 metri quadrati, facilmente accessibile dalle vie già esistenti e nelle vicinanze del Dipartimento di Scienze e innovazione tecnologica (DISIT), che ha sede in Viale Michel nel quartiere Orti.

L’offerta di cessione, che dovrà giungere in Università entro lunedì 15 febbraio alle ore 12:00, potrà essere presentata da proprietari pubblici e privati, singoli e associati (di terreni confinanti), e dovrà essere conforme alle caratteristiche pubblicate sul sito dell’Università del Piemonte Orientale alla pagina Web

Le offerte, consegnate a mano o recapitate in un plico chiuso e sigillato, dovranno contenere al loro interno tre buste, a loro volta chiuse e sigillate, relative alla Documentazione, all’Offerta tecnica e all’Offerta economica.

L’Amministrazione UPO valuterà tutte le offerte presentate regolarmente e le sottoporrà all’esame del Consiglio di Amministrazione. L’esito dell’indagine di mercato sarà comunicato direttamente a quanti presenteranno manifestazioni di interesse e sarà, poi, pubblicato sul sito Web dell’Ateneo.




Un protocollo per la riapertura delle Scuole dalla task force coordinata dal PoliTo

Numeri ridotti di alunni in ciascuna classe, alternanza di didattica in presenza e a distanza, potenziamento della teledidattica intesa come opportunità formativa.

Sono alcune delle principali misure suggerite dal Rapporto “Scuole aperte, Società protetta” pubblicato questa mattina dal gruppo di lavoro coordinato dal Politecnico di Torino nell’ambito del progetto “Imprese aperte, lavoratori protetti”, che ha fornito le prime indicazioni per una ripresa di servizi e attività produttive nella Fase 2 e che si sta ora arricchendo di approfondimenti tematici sui diversi settori della società per i quali dovranno essere scritte nuove regole nei prossimi mesi.

Il Rapporto è stato redatto con il contributo di Città di Torino, Città Metropolitana, Regione Piemonte, Ufficio Scolastico Regionale, Ordine degli Ingegneri e di numerose associazioni e istituzioni che operano nel settore dell’educazione e della scuola.

 

“La scuola e i servizi educativi per la prima infanzia sono altrettanto cruciali delle attività produttive per la ripresa del Paese e il sistema educativo risponde a problemi di conciliazione famiglia-lavoro per i genitori, ma soprattutto ai diritti costituzionali dei bambini e ragazzi a ricevere un’istruzione e ad avere accesso alle risorse per il pieno sviluppo delle proprie capacità”, commenta il Rettore Guido Saracco, che prosegue: “Esigenze e diritti che sono stati, forse inevitabilmente, compressi in queste settimane con conseguenze negative che hanno allargato le disuguaglianze sociali tra bambini”.

 

Il tema della riapertura delle scuole è, quindi, tanto complesso quanto importante da affrontare, anche per i numeri di soggetti che coinvolge: la scuola statale italiana conta oltre 8 milioni di studenti e 1,2 milioni di operatori, a cui si aggiungono i dati relativi alle scuole paritarie (circa 950.000 studenti e 200.000 docenti) e dei centri di formazione professionali (con un bacino di oltre 140.000 studenti e 20.000 formatori).  A queste cifre si sommano quelle proprie di Nidi e Scuole dell’Infanzia.

 

Il Rapporto prende dunque in considerazione queste dimensioni, oltre ad affrontare sotto il profilo tecnico-scientifico la prevenzione e mitigazione del rischio di trasmissione del contagio da SARS-CoV-2 nell’ambito del sistema scolastico dell’obbligo ma anche nel sistema educativo per la fascia 0-6 anni, che ormai fa parte a pieno titolo del sistema istruzione anche a livello normativo.

 

I 23 estensori del documento partono dai principi del rapporto “Imprese aperte, lavoratori protetti” per approfondire il tema del rientro in aula. L’analisi prende avvio dalla definizione della possibilità di applicazione dei principi di distanziamento sociale, igiene personale e degli ambienti e utilizzo dei dispositivi di protezione nei contesti scolastici. Ne consegue una prima indicazione, quella della necessità di ridurre la numerosità delle classi, a partire dai nidi e fino ad arrivare alle scuole superiori. Anche i layout delle aule e degli spazi comuni dovranno cambiare, per garantire percorsi unidirezionali e il distanziamento necessario a limitare il contagio.

 

Punto fondamentale, la necessità di prevedere turnazioni nelle classi, a partire dalla scuola primaria, per assicurare numeri contenuti in aula, mentre un’altra parte di alunni segue le lezioni da casa, ma garantendo comunque a tutti i bambini e i ragazzi la possibilità di vivere anche l’esperienza della scuola in presenza. La letteratura internazionale è infatti unanime nel sottolineare l’importanza per tutti i bambini, ma soprattutto per i più svantaggiati economicamente e socialmente, o con qualche disabilità, di esperienze educative extra familiari precoci.

 

Anche nelle fasi 2 e 3 sarà comunque importante la didattica online, integrata con quella in presenza e garantita per tutti grazie ad investimenti in tablet e pc per tutti. Si propone nel Rapporto di potenziare anche la figura dell’animatore digitale, che può svolgere il ruolo fondamentale nel supporto tecnico a docenti e famiglie sull’uso di piattaforme e device.

 

Per tornare alla presenza in aula il Rapporto definisce come “necessaria la definizione di un Protocollo nazionale, analogo a quelli redatti per la ripartenza delle attività produttive, che dovrà trovare concretezza, declinazione specifica ed operatività nelle singole diverse realtà scolastiche, attraverso la stipula di “Protocolli di sicurezza anti-contagio” ad hoc per le istituzioni scolastiche e formative e per i servizi educativi”. Proprio in questa direzione, il gruppo di lavoro coordinato dal Politecnico è in contatto con la task force del Ministero dell’Istruzione coordinata da Patrizio Bianchi e nelle prossime settimane potrà contribuire alla definizione delle linee guida nazionali che si avvarrà dell’esperienza che verrà maturata con un piano di analisi di dettaglio di alcuni istituti scolastici, scuole dell’infanzia e asili nido selezionati dagli organismi competenti cittadini e regionali come beta-tester.

 

 




CCIAA Torino: 2021 riparte la palestra digitale

Per chi vuole aggiornarsi, per chi è in cerca di lavoro, per chi vuole introdurre in azienda nuove soluzioni: la Camera di commercio di Torino offre da gennaio fino all’estate una serie di appuntamenti formativi gratuiti, una vera e propria palestra, con lezioni programmate ogni 15 giorni in pausa pranzo, per “allenarsi” ad utilizzare le nuove tecnologie e migliorare le proprie competenze su internet.

I corsi, in modalità webinar, sono aperti a tutti, imprenditori, dipendenti, collaboratori, lavoratori e privati.

 

Si tratta di una modalità formativa molto efficace: incontri veloci ed estremamente pratici, con esempi concreti subito applicabili – spiega Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino. – Nel 2020 hanno partecipato ai webinar organizzati dal nostro Punto Impresa Digitale oltre 2.600 persone e il grado di soddisfazione si è sempre rivelato molto alto. Chi si mette in gioco sulle nuove tecnologie può applicare immediatamente i consigli e le soluzioni proposte, trovando nuovi sbocchi per la propria attività o migliorando le proprie competenze e il proprio curriculum”.

 

Si parte on line il 13 gennaio e si prosegue fino all’estate con una serie di appuntamenti che affronteranno i temi di maggiore interesse: i social network, le vendite on line, le sponsorizzazione e gli adv, il posizionamento sui motori di ricerca, e così via.

 

La formazione proposta si inserisce nel progetto Eccellenze in Digitale realizzato da Unioncamere nazionale e supportato da Google, con l’obiettivo di aiutare le imprese italiane a far crescere le competenze dei propri lavoratori. In questo periodo di incertezza e di prolungata emergenza, le opportunità formative rivestono un’importanza ancora maggiore: consentono infatti di sperimentare o consolidare nuovi sbocchi di vendita on line, di impiegare al meglio il tempo in caso di forzate chiusure o di rallentamento dell’attività e in generale di porre le basi per un’immediata ripartenza appena possibile.

 

Tutte le informazioni sul progetto Eccellenze in digitale sono disponibili sul sito della Camera di commercio Per conoscere le storie delle imprese che hanno già seguito la formazione e che testimoniano la loro positiva esperienza basta seguire sui social l’hashtag #faccedainnovazione o andare sul sito

 

 




L’UPO prima in due categorie di “PA a colori 2024”, il concorso promosso da Forum PA

L’Università del Piemonte Orientale si è aggiudicata il primo premio in due categorie del concorso “PA a colori 2024”. Le premiazioni della competizione, promossa da Forum PA – insieme ai partner AIDP PA, ASviS, CERVAP, Forum Diseguaglianze e Diversità, Fondazione Mondo Digitale, Fondazione Openpolis, Fondazione per la Sostenibilità digitale, IWA, PA social, ALTIS – Università Cattolica del Sacro Cuore–, si sono tenute il 23 maggio scorso presso il Palazzo dei Congressi di Roma, durante l’incontro “L’Arena di Forum PA. Governare e guidare l’innovazione: il ruolo della PA in un mondo in trasformazione”.

L’Università del Piemonte Orientale – rappresentata a Roma dal dottor Paolo Tessitore, dirigente della Divisione Innovazione, Digitalizzazione e Qualità dei Processi in ambito PNRR – ha vinto nella categoria “PA Semplice”, con il progetto “UPO-Valore Pubblico Integrato”, e nella categoria “PA Sostenibile”, con il progetto “4SMART”.

UPO-Valore Pubblico Integrato è un progetto realizzato per sviluppare il processo di pianificazione dell’Ateneo in chiave di piena integrazione dei vari strumenti secondo un disegno comune, per semplificare e facilitare il perseguimento delle diverse azioni da parte di tutti gli attori interessati (studenti, famiglie,  docenti e altri stakeholder). Nello specifico, è stato varato un Piano Integrato di Attività e Organizzazione, il cosiddetto PIAO, che integra le cinque linee strategiche (studenti, ricerca, didattica, best practice, mondo produttivo e territorio) del Piano Strategico di Ateneo. Il PIAO prevede anche azioni di coprogettazione di attività con il territorio.

4SMART è un progetto attuato in collaborazione tra UPO e Università degli Studi di Torino, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Università degli Studi dell’Aquila, Università degli Studi “Mediterranea” di Reggio Calabria e Co.In.Fo – Consorzio Interuniversitario sulla Formazione. L’iniziativa risponde alla crescente necessità degli Atenei di adottare soluzioni sostenibili e tecnologicamente avanzate per migliorare il benessere, l’efficienza e l’innovazione all’interno degli ambienti universitari. Il progetto si focalizza sull’analisi di dati sul comfort ambientale (temperatura, inquinamento acustico, smog, ecc.) all’interno degli spazi degli Atenei, attraverso un “ecosistema sperimentale” di misure derivate da sensori che sfruttano le potenzialità di IoT (Internet of Things) e Cloud.  I dati raccolti sono stati in seguito elaborati, condivisi e confrontati con gli Atenei coinvolti, al fine di trarre informazioni utili al miglioramento della qualità dei servizi agli studenti, dell’efficienza nella gestione degli spazi e del risparmio energetico.

«L’Università del Piemonte Orientale è una realtà pubblica che negli ultimi anni è stata interessata da profonde trasformazioni, soprattutto in ambito gestionale e organizzativo, con l’intento di rispondere alle sfide della contemporaneità nell’ambito dell’innovazione dei servizi – ha commentato la Direttrice generale dell’Ateneo, dottoressa Loredana Segreto –; i riconoscimenti di Forum PA sono uno stimolo davvero importante per continuare sulla strada dell’integrazione dei processi amministrativi e dell’innovazione, grazie ai quali una realtà complessa, come quella universitaria, può rafforzare il suo ruolo nevralgico all’interno delle dinamiche sociali in ambito formativo, di ricerca a livello nazionale e internazionale, di sviluppo del territorio in chiave sostenibile.»