Filiera auto, UI Torino: passaggio a nuova piattaforma PSA da parte di FCA diventi un’opportunità

Il presidente dell’Unione Industriale di Torino ha contattato i vertici di FCA per verificare i piani di sviluppo e produzione del Gruppo in Italia, in particolare a Torino, e l’impatto che l’adozione della piattaforma francese Psa-Cmp per i veicoli del segmento B, prodotti nello stabilimento di Thychy in Polonia, avrà per le imprese del territorio, tenendo conto che “l’alleanza sulle piattaforme – spiega Marsiaj – viene comunemente adottata dalle case automobilistiche anche tra loro concorrenti”.

Giorgio Marsiaj ha raggiunto telefonicamente il responsabile delle attività europee di FCA, Pietro Gorlier, che ha rassicurato in merito, confermando la centralità dell’area torinese per il Gruppo unitamente agli impegni assunti nel piano di investimenti italiano per un ammontare complessivo di 5 miliardi di euro.

“Dai colloqui intercorsi – dichiara il presidente dell’Unione Industriale di Torino –, che proseguiranno nelle prossime settimane, ho avuto ampie rassicurazioni sull’attenzione verso il nostro territorio da parte del gruppo FCA, che ha confermato gli impegni assunti, tra i quali la valorizzazione della filiera nazionale e il coinvolgimento anche nei nuovi progetti delle competenze italiane”.

“ Vorremmo che i fornitori italiani potessero cogliere le nuove opportunità che si apriranno – continua Marsiaj – , ad esempio grazie all’aumento dei volumi produttivi, in particolare quelli associati ai modelli brandizzati FCA. Inoltre, in linea con lo sviluppo in Italia del segmento C-UV dell’Alfa Romeo a Pomigliano e della Jeep Compass a Melfi e a della 500 Bev a Mirafiori, auspico l’arrivo in Italia e in particolare a Torino, di nuove produzioni che potrebbero dare nuovo slancio e opportunità alle imprese locali.”.

“Lo scenario sta cambiando – conclude il Presidente – e si sta avviando una nuova era di innovazione che aprirà diverse opportunità di sviluppo, che potranno essere colte solo se si riuscirà a gestire questo momento estremamente difficile e di contrazione mondiale del mercato. Per questo, serve una strategia nazionale di lungo periodo da parte del Governo, con una attenta politica industriale a sostegno dell’automotive, perché su questo si misurerà la capacità attrattiva del nostro territorio”.




Due piemontesi per la piccola industria nel consiglio generale di Confindustria

Gabriella Marchioni Bocca e Nicolò Zumaglini, rispettivamente Presidente e Vice Presidente della Piccola Industria di Confindustria Piemonte, sono stati nominati oggirappresentanti di Piccola Industria nazionale nel Consiglio Generale di Confindustria per il biennio 2021-2023.

«Ringrazio sia il mio Comitato Regionale di Piccola Industria che il Consiglio Centrale PI di Confindustria per la mia recente nomina a loro rappresentante – ha dichiarato Gabriella Marchioni Bocca – In questo periodo così complesso per il nostro tessuto manifatturiero è fondamentale che tutte le categorie economiche si concentrino sul raggiungimento di obiettivi comuni. Sono certa che i delegati del Consiglio Generale sapranno elaborare le giuste azioni strategiche di medio e lungo periodo e ricreare le condizioni favorevoli alla ripresa del Paese, duramente colpito dagli effetti della pandemia.»

«La “Piccola” ce l’ho nel cuore da sempre, mi ha accompagnato nel mio impegno all’interno di Unione Industriale Biellese e del sistema confindustriale e, oggi più che mai, sono contento e fiero di poterla rappresentare nel Consiglio Generale di Confindustria – ha commentato Nicolò Zumaglini, Vice presidente Piccola Industria di Confindustria Piemonte – Sono infatti convinto che la voce dei territori, e delle piccole e medie imprese che costituiscono la maggior parte del nostro tessuto manifatturiero, sia preziosa per il confronto all’interno di Confindustria. In un momento complesso come quello che stiamo attraversando, infatti, è fondamentale rendere ancora più incisiva l’azione di rappresentanza che mette al centro le istanze delle imprese per la ripresa del Paese”.

 

Gabriella Marchioni Bocca, 56 anni, Presidente Piccola Industria di Confindustria Piemonte, è Amministratore Delegato della Lamebo S.r.l., con sede a Leinì (TO), azienda metalmeccanica, maggior produttrice italiana di lame a spaccare per concerie, calzaturifici, pellicceria e lavorazione di materiali espansi, sintetici e sugherifici.

 

 

 

Nicolò Zumaglini

Biellese, Nicolò Zumaglini parteciperà anche al Consiglio Centrale della Piccola Industria nazionale. È vice presidente del Comitato Piccola Industria di Confindustria Piemonte ed è il rappresentante della Piccola Industria nel Consiglio Generale dell’Unione Industriale Biellese. Riveste anche la carica di presidente di Crab Medicina e Ambiente, società facente capo all’Unione Industriale Biellese che eroga servizi organizzati ed integrati in ambito di sicurezza dei luoghi di lavoro ed impatto ambientale esterno. Dal 2016 al 2020 è stato vice presidente Uib con delega alle Relazioni Industriali, Welfare e Sicurezza. È stato alla presidenza della Piccola Industria Uib dal 2010 al 2016.

 




GI Unione Industriali Torino nuova presidente Barbara Graffino

Cambio al vertice del Gruppo Giovani Imprenditori dell’Unione Industriali di Torino, che in occasione dell’odierna Assemblea Annuale ha provveduto al rinnovo del proprio consiglio direttivo e alla definizione della nuova presidenza.

Alla guida del Gruppo è stata eletta la torinese Barbara Graffino, trentottenne co-founder e CEO di Talent Garden Fondazione Agnelli, nonché vicepresidente di Blooming Group, attivo nel settore food e retail; sostituisce Alberto Lazzaro che era in carica dal 2019.

L’ufficializzazione della nomina è avvenuta al termine del momento pubblico dell’Assemblea tenutosi presso il Centro Congressi dell’Unione Industriali Torino, un’occasione di confronto dal titolo “Trasformazioni” nel corso della quale è stato affrontato il tema dei cambiamenti socio-economici e del loro impatto sulla vita delle persone e sulle attività economiche. Eventi generatori di nuove opportunità, ma anche stimolo a nuove sfide: dalla creazione di nuovi modelli di business, all’automatizzazione di molti processi produttivi, dall’emergere di nuove professioni all’evoluzione delle relazioni sociali.

Il dibattito, condotto da Riccardo Haupt, Head of strategy & Partner di Will Media, ha riunito le testimonianze del Sindaco della Città di Torino, Stefano Lo Russo, di Diego Valazza, Business Development Director di Lendlease, di Francesca Nonino, Responsabile Comunicazione di Nonino Distillati, e di Alberto Racca, CEO di Miroglio Group.

L’intervento di chiusura dei lavori, affidato al presidente nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria, Riccardo Di Stefano, è stato preceduto dalla proclamazione della neo-presidente Barbara Graffino che nel suo discorso di insediamento, dopo i ringraziamenti di rito, ha tratteggiato le linee programmatiche dell’incarico appena assunto:

“Le trasformazioni sono il tema di questa Assemblea Annuale, che mi ha onorata della nomina alla guida dei giovani imprenditori torinesi, e proprio l’urgenza del cambiamento rappresenta l’orizzonte verso il quale dobbiamo tendere. Ancor più dopo gli anni complessi che ci siamo appena lasciati alle spalle, è necessario dare spazio alle costruttrici e ai costruttori di futuro affinché nel mutamento colgano l’occasione per realizzare un domani migliore”.

“Il sistema economico e sociale – ha proseguito Barbara Graffino – si trova oggi dinanzi a un cambio di paradigma che richiede nuove leadership e capacità di visione tali per cui non è sufficiente crescere in competenza, bensì serve un salto del livello di coscienza degli individui. È necessario rimettersi in gioco dal punto di vista personale, in una prospettiva di sviluppo collaborativo e affrontando insieme sfide ineludibili quali la transizione ecologica, la digitalizzazione, la crescita demografica e l’inclusione. Un cammino che ha bisogno di essere percorso in modo sinergico fra le varie realtà che operano sul territorio, nei confronti delle quali mi adopererò per sviluppare azioni comuni rivolte al mondo giovanile. Obiettivo del Gruppo Giovani Imprenditori dev’essere lo stimolo all’attrattività delle aziende, al fine di incentivare la permanenza in Città degli studenti formati dalle nostre università. Al contempo, ritengo che l’Unione Industriali debba sempre più rappresentare la casa della nuova imprenditoria, favorendo progetti e iniziative capaci di dare risposte concrete agli startupper e mettendo a sistema le realtà esistenti, per evitare di disperdere energie e risorse”.

Nell’occasione la Presidente ha inoltre annunciato la squadra del consiglio direttivo che la affiancherà in questa avventura: nel ruolo di vicepresidenti vi sono Lucia Morizio (Labinf Sistemi), Manuel Odasso (Rigeneration S.B.) e Renato Rolle (Facem), mentre gli altri consiglieri eletti sono Matteo Colombino (Cavit – Cave Germaire), Giulio De Stefanis (IRM), Umberto Diamante (Samsic Italia), Riccardo Ercoli (Aditus), Chiara Graziano (Sistel), Giulio Mantellero (Impresa Recanzone), Francesco Masera (Il Dolce Canavese), Luca Proietti di (P&R Broker), Roberto Rosati (TMP Group), Simona Segre (Hotel Royal), Barbara Vizio (Reber).




Una procedura semplificata di composizione delle crisi per evitare il fallimento delle PMI

Da Torino una proposta legislativa elaborata dal Centro Crisi, insieme con l’Ordine dei Dottori Commercialisti di Torino, con la Fondazione “Piero Piccatti e Aldo Milanese” e con l’Ordine degli Avvocati di Torino.

Una procedura semplificata (rispetto a quella prevista nel Codice della crisi) di composizione assistita delle crisi, uno strumento agile e rapido che consentirà alle PMI italiane di ristrutturarsi ed evitare il fallimento, mediante la negoziazione di accordi con il ceto creditorio e i vari stakeholders, salvaguardando così il valore produttivo, sociale ed erariale dell’azienda e tutelando i livelli occupazionali nel drammatico scenario di crisi globale causato dalla pandemia di COVID-19: questo il contenuto della proposta legislativa elaborata dal Centro Crisi (Centro di Ricerca interdipartimentale su Impresa, Sovraindebitamento e Insolvenza dell’Università di Torino), in collaborazione e con l’adesione dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Torino, l’Ordine degli Avvocati di Torino e la Fondazione “Piero Piccatti e Aldo Milanese”

Il testo è stato inoltrato al Governo nell’auspicio che la proposta possa essere inserita nella conversione del Decreto Liquidità dello scorso 11 aprile.

“Le ripercussioni economiche e finanziarie provocate dall’epidemia di Covid-19 non verranno meno a breve termine, ma si protrarranno per un periodo temporale piuttosto ampio – spiega Maurizio IRRERA, Ordinario di Diritto commerciale dell’Università di Torino, e Presidente del Centro CRISI – La prolungata limitazione e, in molti casi, la totale sospensione delle attività produttive, determinate dall’emergenza sanitaria, stanno producendo effetti pesantissimi, e in alcuni casi devastanti, su tutte le PMI, che rappresentano comunque oltre il 95% del tessuto economico italiano.

Con l’eccezione di alcuni comparti strategici esentati dalle misure restrittive, la generalità delle subirà gli effetti di un incremento sensibile dei costi (conseguenti all’adozione delle misure igienicosanitarie), che andrà a sommarsi ad un calo significativo del fatturato (a causa delle limitazioni dell’attività, dell’annullamento di ordini, etc.): il che comporterà la necessità per le imprese di assorbire perdite rilevantissime che saranno solo in minima parte mitigate dal ricorso agli ammortizzatori sociali ed alle provvidenze previste dalla legislazione di emergenza”.

“Nell’attesa che a settembre del 2021 entri in vigore il Codice della Crisi (decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14), abbiamo elaborato una procedura semplificata, che non prevede l’intervento del Tribunale (se non in via di opposizione da parte dei creditori), a cui le PMI potrebbero accedere – aggiunge Maurizio IRRERA – Infatti, con questo strumento verrebbe consentito alle PMI di negoziare in modo rapido ed efficace accordi con tutti o con alcuni dei creditori, al fine di riorganizzarsi e continuare a operare dopo il superamento della crisi, salvaguardando così i livelli occupazionali e il valore dell’azienda.

Peraltro, le attuali procedure di concordato, già difficilmente percorribili per le complessità, gli ostacoli procedurali e il costo elevato che comportano – risultano ancor più inidonee a gestire l’eccezionale situazione in atto, soprattutto per le PMI. Le già limitate forze di cui dispongono le Sezioni fallimentari dei nostri Tribunali saranno insufficienti a gestire il sovraccarico di procedure concorsuali minori che inevitabilmente si genererà nei mesi a venire, da qui la necessità di favorire la soluzione stragiudiziale tramite accordi negoziati tra tutte le parti coinvolte sotto la regia delle Camere di Commercio”.

 

IL CENTRO CRISI

Il Centro Crisi – Centro di Ricerca interdipartimentale su Impresa, Sovraindebitamento e Insolvenza dell’Università di Torino nasce da una iniziativa di Maurizio Irrera e Stefano A. Cerrato, entrambi professori ordinari di Diritto commerciale presso la Scuola di Management ed Economia dell’Università degli Studi di Torino, allo scopo di contribuire attivamente al processo di policy-making del diritto delle procedure concorsuali, all’indomani della pubblicazione del nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (d.lgs. 12 gennaio 2019, n. 14), destinato ad entrare in vigore il 1° settembre 2021.

Si apre dunque una fase di studio, analisi, confronto e riflessione sulle molteplici novità, anche sistematiche, che il Codice introduce e con le quali ci si dovrà confrontare, in alcuni casi fin da subito; la recente pandemia da Covid-19 ed i suoi gravi riflessi sull’economia ha reso ancora più centrale i temi della crisi e degli strumenti per affrontarla.
In tale contesto, il Centro Crisi vuole porsi quale luogo fertile di studio e analisi del “nuovo” e del “nuovissimo” diritto delle procedure concorsuali ed a tal fine ha riunito al suo interno oltre cinquanta fra studiosi, magistrati, professionisti e operatori con lo scopo di avviare un percorso di ricerca, anche interdisciplinare, sui temi della crisi.

Ambisce, altresì, a costituire un interlocutore privilegiato delle istituzioni, anche territoriali, per la messa a punto e la concretizzazione di politiche di intervento e di sostegno al mondo delle imprese, in grado di prevenire o, comunque, di affrontare con mezzi idonei la crisi. Attenzione particolare è altresì rivolta ai temi del sovraindebitamento ed ai riflessi sociali ed economici del fenomeno.




Trasformazione digitale: due webinar con Schneider Electric per presentare le nuove tecnologie gestionali 

Nell’ambito dell’accordo fra Confindustria e Schneider Electric, volto a sensibilizzare le imprese sulle opportunità offerte dalle tecnologie digitali, Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) organizza due webinar: “Garantire la continuità operativa delle imprese in tempo di crisi grazie a un approccio digitale”, in programma venerdì 27 novembre 2020 alle 11, e “Smart Manufacturing: benefici dell’interconnessione macchine”, in programma alle 11 di mercoledì 2 dicembre 2020.

Durante il primo incontro verranno illustrate le procedure e le azioni correttive per reagire a impatti negativi inaspettati e per disporre della tecnologia più adeguata alla gestione ottimale degli impianti, in una prospettiva di sempre maggiore sostenibilità e competitività. Nel secondo incontro saranno illustrati i vantaggi dell’acquisizione e dello scambio automatico dei dati produttivi e delle informazioni ricavabili dall’interconnessione dal parco-macchine aziendale a tutti i livelli organizzativi: dagli operatori agli imprenditori.

«La rivoluzione digitale – spiega il presidente di Cnvv, Gianni Filippa – sta radicalmente trasformando i modelli di business, di produzione e di relazione con i clienti e sta fortemente accelerando l’evoluzione dei prodotti e dei servizi anche nei settori industriali più tradizionali. Le tecnologie digitali sono in grado di accrescere notevolmente l’efficienza delle imprese, di migliorare la flessibilità e la capacità di risposta alle esigenze di personalizzazione dei prodotti, oltre che di realizzare una migliore integrazione fra beni e servizi».

 

 




Marsiaj, Presidente UI Torino: “Intel è un’ipotesi molto interessante che, però, non deve farci dimenticare le nostre priorità”

“Per il rilancio della città e della sua manifattura dobbiamo tenere i nervi saldi ed essere molto lucidi e pragmatici nell’analizzare le priorità su cui concentrarci, insieme con il Comune, la Regione e il Governo. Intel rappresenta certamente una grande opportunità, sulla quale il Governo ci ha dato speranze, che sarebbe bellissimo poter cogliere, ma al momento è ancora un’ipotesi.

L’automotive, l’aerospazio, i mezzi di produzione – il cui collante è l’intelligenza artificiale – oggi sono, invece, una realtà industriale concreta per Torino, fatta di fabbriche e di persone che ci lavorano per mantenere le loro famiglie e che – non va dimenticato – stanno affrontando la doppia transizione tecnologica ed ecologica, in un contesto di mercato difficilissimo.

Per quanto riguarda l’automotive in particolare, basti pensare che a luglio in Italia le vendite di auto hanno registrato un calo pesantissimo non solo rispetto allo stesso mese del 2019, ma anche rispetto a luglio del 2020, un anno duramente segnato dal Covid. Dobbiamo puntare, quindi, sulle nostre priorità, pur non escludendo che lo straordinario sogno di Intel possa trasformarsi in realtà.

Come ha detto ieri Carlos Tavares, Ceo di Stellantis, l’Italia – e io aggiungo: Torino – deve scuotersi dallo status quo e accelerare sulla transizione. Occorre una visione d’insieme, un piano industriale sulla mobilità sostenibile che coinvolga la città e guardi lontano, tenendo i piedi saldamenti piantati a terra, sul quale siamo pronti a collaborare con le Istituzioni su tutti i tavoli nazionali e regionali. Abbiamo molto su cui lavorare per contribuire, tutti insieme, a costruire un originale progetto di sviluppo sostenibile per Torino e per l’Italia”. 




Confindustria Alessandria, GI: grande successo per evento sul passaggio generazionale

Notevole successo per l’incontro organizzato giovedì 13 febbraio dai Gruppi Giovani Imprenditori di Confindustria Alessandria e Unione Industriale di Asti.

Il tema “Il patrimonio di Famiglia: accrescerlo, valorizzarlo, trasferirlo” ha interessato sia i Giovani Imprenditori sia i Senior, che hanno affollato l’aula di formazione del Ce.S.I. di Confindustria Alessandria.

Il principale relatore Corso Pecori Giraldi, Wealth Advisor del partner dell’incontro Banca Mediolanum, ha approfondito nella sua relazione diverse tematiche: dal pianificare la successione ai principali strumenti per il passaggio generazionale.

Si è infatti trattato degli strumenti giuridici a supporto della famiglia, come holding di partecipazione, meccanismi societari, patti di famiglia, trust, fiduciarie, gestione della liquidità.

Il tema è fondamentale visti i dati sulla dinamica generazionale delle nostre imprese, in particolare quelle di medie e piccole dimensioni.

Nell’ultimo decennio sono infatti diminuiti di oltre sei punti percentuali (dal 26,9% al 20,7%) i leader che hanno meno di cinquant’anni, al contrario gli ultra-settantenni al timone delle imprese sono saliti dal 17% al 25,5% come si evince da uno studio della Bocconi.

Una situazione che rischia, nei fatti, di contrastare con le regole per un buon passaggio generazionale, come attivarsi quando l’imprenditore è nel pieno delle sue forze, ricordarsi che i cambiamenti nel business/mercato sono veloci, pianificare il processo del passaggio e saper gestire i conflitti.

Senza trascurare di distinguere l’impresa dalla famiglia, applicare un sistema di governance moderno, valutare la competenza più dell’appartenenza.

Tutti concetti apprezzati e condivisi dai partecipanti all’incontro, che è stato aperto dai saluti dei due Presidenti dei Giovani Imprenditori, Stefano Ricagno di Alessandria e Alessandro Scassa di Asti.




Tavolo di coordinamento imprese & cultura: le proposte per il rilancio del settore

Studiare una piattaforma condivisa di digitalizzazione delle esperienze museali a cui affiancare un marketing territoriale, il lancio di una nuova immagine di Torino e la creazione di network strategici tra enti pubblici, privati e strutture ricettive.

Sono le proposte emerse durante l’ultimo incontro del Tavolo di Coordinamento Imprese & Cultura, promosso dal Gruppo Se.T.I. (Servizi e Terziario Innovativo) dell’Unione Industriale, che vede la presenza di oltre sessanta partecipanti. Il Tavolo, che raggruppa tutte le istituzioni culturali della Città, si è riunito per la prima volta dopo i mesi del lockdown che ha lasciato in ginocchio le attività culturali e turistiche torinesi.

Il comparto culturale, motore di crescita economia e sociale, è uno dei più colpiti dalla crisi causata dalla diffusione del Covid- 19, con un deficit di incassi e fatturato di quasi il 70% a livello nazionale.

Il Presidente SETI, Giovanni Fracasso, introducendo la riunione, ha affermato: “non possiamo permetterci di diventare una città senza eventi di rilevanza e istituzioni culturali di prima fascia. Il substrato culturale che ci caratterizza è fondamentale per il futuro di Torino, per i suoi abitanti, e anche per il sistema delle imprese.

Di più, lo è per il nostro Paese nel complesso: perché se una città si spegne, è un danno per tutta la nazione. In primo luogo, quindi, il Governo deve adottare delle misure per la sopravvivenza del mondo culturale e turistico italiano.

Ed è proprio a completamento di ciò, che iniziative di collaborazione e confronto come il nostro Tavolo diventano strategiche. Ora più che mai è fondamentale mettere insieme le energie di tutti, condividendo proposte e best practice – perché tra noi ci sono vere e proprie eccellenze in questo senso – per rendere gli enti del nostro settore culturale il più possibile solidi e autonomi nel lungo periodo. Penso, a questo proposito, anche a progetti condivisi che facciano economia di scala e consentano di avere nuove fonti di ricavo, aumentando la sostenibilità collettiva”.

Per il rilancio del settore serve programmare alcune strategie a medio e lungo termine, come la realizzazione di una piattaforma digitale per la realizzazione di visite virtuali – anche a pagamento. Inoltre, per attrarre nuovi visitatori e al contempo rilanciare l’immagine di Torino, è necessario razionalizzare i canali comunicativi e attuare una politica di incoming in grado di mettere a sistema le collaborazioni tra pubblico e privato, puntando su nuove connessioni.

“Nei mesi in cui l’emergenza ha chiuso l’Italia – ha spiegato Dario Gallina, Presidente dell’Unione Industriale di Torino – è emerso con forza un rinnovato bisogno di cultura, antidoto in grado di attenuare la paura nei momenti estremi, di sopperire all’impossibilità dell’incontro regalando benessere. Abbiamo assistito alla creazione di modalità digitali, inedite e bellissime, di fruizione culturale e artistica: molte di queste eccellenze siedono intorno al nostro Tavolo. E allora, oggi più che mai, questo luogo di riflessione, questo sodalizio tra istituzioni culturali e imprese diventa fondamentale. È il momento di rimboccarsi le maniche e tratteggiare un percorso per ripartire, facendo fronte comune, mettendo insieme proposte ed energie”.

Durante l’incontro, gli Enti hanno anche chiesto maggiore chiarezza su aperture e modalità e hanno ribadito la centralità del Teatro Regio per il tessuto culturale e la necessità per l’intero comparto di fare squadra per superare l’attuale emergenza e rilanciare Torino.




CNVV: Inizio d’anno a due velocità per l’industria novarese e vercellese

L’industria delle province di Novara e di Vercelli inizia il 2021 con una netta differenza tra le due aree, con attese contrastanti soprattutto per quanto riguarda i livelli di produzione e gli ordinativi.

Secondo le previsioni congiunturali di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) per il trimestre gennaio-marzo 2021 (disponibili sul sito ), infatti, il saldo tra la percentuale degli imprenditori che si dichiarano ottimisti e quella di coloro che sono pessimisti sull’incremento della produzione ritorna positivo, seppur lievemente, soltanto nel Novarese (a 2,6 punti rispetto ai -2,3 di ottobre 2020), mentre nel Vercellese registra un peggioramento, da -11 a -20,4 punti, ben più marcato rispetto a quello regionale (da -9 a -10,5 punti).

Il saldo ottimisti/pessimisti riferito alle attese di nuovi ordini totali segna un leggero miglioramento del Novarese (a 1,7 punti rispetto ai precedenti -1,5) e un peggioramento (da -11,1 a -23,7 punti) in provincia di Vercelli, con la media del Piemonte in lieve flessione (da -12,2 a -11,1 punti), mentre il saldo relativo alle esportazioni rimane stabile sia a Novara (a 3 punti rispetto ai precedenti 2,7) sia nell’area vercellese (a -14,7 punti rispetto ai precedenti –15,4), a fronte di un miglioramento più marcato, anche se sempre in territorio negativo (da -16,4 a -10,6 punti), della media regionale.

Anche il saldo ottimisti/pessimisti relativo alle aspettative di nuova occupazione presenta andamenti differenti nei due territori rispetto alla precedente rilevazione: a Novara retrocede da 3,1 a -0,9 punti mentre a Vercelli, pur rimanendo negativo, registra un’inversione risalendo da -16 a -6,5 punti, in linea con il trend regionale che sale da -3,9 a -1,7 punti.

Prosegue invece in entrambe le province, come a livello regionale, l’inversione di tendenza dell’indicatore sull’intenzione di ricorrere alla Cassa integrazione guadagni, annunciata dal 20,4% delle imprese a Novara (rispetto al precedente 24%), dal 28,3% a Vercelli (era il 34,7% nella scorsa indagine) e dal 33% (a fronte del 35,7% del 4° trimestre 2020) in Piemonte.

Altro aspetto positivo è la risalita della percentuale di investimenti significativi programmati in entrambe le province: dal 17,8% al 25,2% in quella novarese e dal 12,2% al 16,7% in quella vercellese, con un aumento dal 15,9% al 19,8% a livello regionale. Le intenzioni di investimenti sostitutivi sono dichiarate dal 56,5% delle imprese novaresi (rispetto al 58,1% del trimestre precedente) dal 53,3% di quelle vercellesi (rispetto al 45,9%) e dal 49,5% (rispetto al 48%) di quelle piemontesi. Prosegue il miglioramento anche della percentuale di aziende che denuncia ritardi negli incassi: 21,9% nel Novarese (contro il precedente 28,6%), 23,9% nel Vercellese (contro il 28,9% registrato a ottobre 2020), e 32% (rispetto al 38,2% del trimestre scorso), a livello regionale.

I dati relativi ai principali settori produttivi, elaborati in forma aggregata e con media ponderata sulle due province, segnalano un saldo ottimisti/pessimisti relativo alle attese di produzione negativo nel metalmeccanico, nella rubinetteria-valvolame, nel chimico e nell’alimentare, con una lieve ripresa del tessile-abbigliamento che dovrà però essere confermata dalle prossime rilevazioni.




Unione Industriali Torino e Inail Piemonte insieme per la sicurezza sul lavoro

Un accordo per sostenere le imprese nel realizzare iniziative con finalità di prevenzione e fornire così risposte integrate e di qualità ai bisogni di salute e sicurezza dei lavoratori, anche nella fase di ripresa che dovrà essere trainata dal Pnrr: è questo il contenuto del protocollo firmato oggi dall’Unione Industriali Torino e dall’Inail Piemonte.

L’intesa consolida la collaborazione tra l’Unione Industriali Torino e l’Inail Piemonte, rendendola strutturata e stabile al fine di contribuire alla riduzione del fenomeno infortunistico e tecnopatico.

Nell’arco dei tre anni di durata del protocollo è prevista la conclusione di specifici accordi attuativi per sviluppare iniziative a sostegno della prevenzione coinvolgendo se necessario altri soggetti istituzionali, a partire dalle istituzioni scolastiche del territorio. Tre gli ambiti su cui si concentreranno le attività: comunicazione e promozione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, in particolare attraverso l’organizzazione congiunta di eventi e seminari a carattere divulgativo; progettazione di programmi di informazione e formazione rivolti a tutti i ruoli aziendali; realizzazione di progetti a livello territoriale, intesi a sviluppare una rete di diffusione delle conoscenze tecnico-scientifiche collegate al sistema di prevenzione infortuni, da attuare anche attraverso la promozione di interventi mirati per supportare le aziende che vogliono condividere sperimentazioni di soluzioni ad alto valore tecnologico.

Il Direttore dell’Unione Industriali Torino, Angelo Cappetti, commenta: “La sicurezza sul lavoro è una priorità per le nostre imprese e per l’Associazione, che da sempre è molto attiva nello sviluppare iniziative di formazione e informazione capillare su questo tema cruciale. Il rafforzamento – continua Cappetti – della collaborazione e delle sinergie con l’Inail Piemonte è fondamentale per migliorare ulteriormente il supporto che offriamo alle nostre aziende associate. Grazie al protocollo appena firmato, infatti, potremo accelerare ancora di più nell’approfondimento e nella divulgazione della cultura della prevenzione e della sicurezza sia nelle fabbriche, sia negli uffici. L’accordo, inoltre, testimonia l’importanza che enti pubblici e privati cooperino sempre più strettamente per il bene della nostra comunità”.

Aggiunge il Direttore regionale Inail, Giovanni Asaro “In questo periodo di difficoltà causata dalla pandemia e dall’inattesa crisi internazionale, ma in costanza della realizzazione del PNRR, la sicurezza sul lavoro è un obiettivo ancora più urgente per le imprese: il protocollo firmato oggi potrà consentire di realizzare numerose iniziative di supporto e di formazione per imprenditori e lavoratori dando subito risposte concrete in termini di prevenzione di infortuni e malattie professionali. In particolare – prosegue Asaro – attraverso l’associazione datoriale si cercherà di realizzare un canale privilegiato per le imprese del territorio, per garantire loro un ulteriore contributo il cui valore aggiunto è rappresentato dalle specifiche competenze e dalle risorse professionali, tecniche e strumentali dell’Istituto e dell’Unione Industriali Torino, essenziale per realizzare interventi innovativi possibilmente replicabili in realtà aziendali analoghe, con ricadute importanti in termini di numero di soggetti coinvolti.”