Piccola industria: Gabriella Marchioni Bocca confermata presidente 2020-2022

Nel corso del Comitato Regionale di Piccola Industria di Confindustria Piemonte del 18 giugno 2020, Gabriella Marchioni Bocca è stata confermata Presidente P.I. per il biennio 2020-2022.

Gabriella Marchioni Bocca, 56 anni, Amministratore Delegato della Lamebo S.r.l., con sede a Leinì (TO), azienda metalmeccanica, maggior produttrice italiana di lame a spaccare per Concerie, Calzaturifici, Pellicceria e Lavorazione di materiali espansi, sintetici e sugherifici, bissa il precedente mandato 2018-2020.

Oltre alla conferma di Gabriella Marchioni Bocca, attualmente Presidente di Assomac, Associazione nazionale costruttori tecnologie per calzature, pelletteria e conceria di Confindustria, i componenti di Piccola Industria di Confindustria Piemonte hanno ratificato la formazione del Comitato di Presidenza composto da:

Alberto Biraghi, Presidente di Piccola Industria di Confindustria Cuneo;
Gianluca Giordano, delegato di MPiccola Industria dell’Unione Industriale della Provincia di Asti;
Tiziano Maino, Past Presidente di Piccola Industria di Confindustria Alessandria;
Gisella Milani, Past President di Piccola Industria di Confindustria Canavese;
Nicolò Zumaglini, Past President e attuale delegato di Piccola Industria dell’Unione Industriale Biellese.

Alla riunione elettiva ha partecipato l’Assessore ai Rapporti con il Consiglio regionale, Delegificazione e semplificazione dei percorsi amministrativi della Regione Piemonte, Maurizio Marrone, con il quale i componenti del Comitato Regionale P.I. si sono confrontati sul tema prioritario della sburocratizzazione del sistema legislativo piemontese, di fondamentale importanza per le Piccole e Medie Imprese e per la ripresa economica nel post Covid-19.




Nati-mortalità delle imprese piemontesi: -1517 aziende nel 2019

La performance peggiore viene registrata dalle imprese dell’agricoltura e del commercio In base ai dati del Registro imprese delle Camere di commercio, emerge come nel 2019 siano nate 25.972 aziende in Piemonte, a fronte delle 24.156 nuove iscrizioni registrate nel corso del 2018.

Al netto delle 27.489 cessazioni (valutate al netto delle cancellazioni d’ufficio, in leggero aumento rispetto alle 26.136 del 2018), il saldo appare negativo per 1.517 unità.

Lo stock di imprese complessivamente registrate a fine dicembre 2019 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ammonta così a 428.457 unità, confermando il Piemonte in 7ª posizione tra le regioni italiane, con il 7,0% delle imprese nazionali.

Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita del -0,35%, lievemente migliore rispetto al dato registrato nel 2018 (-0,45%), e ancora in controtendenza rispetto alla mediaitaliana (+0,44%) del 2019.

Tra le regioni, la crescita più sensibile in termini assoluti si registra, ancora una volta, nel Lazio (con 9.206 imprese in più rispetto al 2018, corrispondenti a un tasso di crescita dell’1,4%, il migliore tra le regioni), seguito da Campania (5.746) e Lombardia (+5.073). Sul fronte opposto, oltre al Piemonte (-1.517), sono Emilia-Romagna (-1.431) e Marche (-909) le regioni che hanno fatto segnare le contrazioni più apprezzabili nel numero di imprese registrate mentre, in termini percentuali, a segnare maggiormente il passo è stato il Friuli Venezia Giulia (-0,7%).

“Il tasso di crescita delle imprese piemontesi è ancora negativo, e soprattutto in controtendenza rispetto al dato italiano: nel 2019 abbiamo perso oltre 1.500 imprese. L’ossatura del sistema produttivo regionale continua, infatti, ad essere costituita soprattutto da aziende di piccole e medie dimensioni, pur ospitando anche realtà più grandi: sicuramente la frammentazione produttiva non ha aiutato le imprese del territorio a resistere al meglio alle prolungate difficoltà.

Le Camere di commercio, in sinergia con gli altri attori istituzionali, continueranno a offrire tutti gli strumenti necessari per porre fine a questo trend, grazie a servizi di accompagnamento all’imprenditorialità, match tra domanda e offerta lavorativa e know how innovativo” commenta Vincenzo Ilotte, Presidente Unioncamere Piemonte. Non emergono novità di rilievo analizzando la natimortalità delle imprese per classe di natura giuridica.

A conferma di un trend ormai consolidato, infatti, il bilancio del tessuto imprenditoriale resta positivo quasi esclusivamente per merito delle imprese costituite in forma di società di capitale, che hanno registrato nel 2019 un tasso di crescita del +2,58%. Continuano a ridursi, invece, le società di persone (-2,19%) e le ditte individuali (-0,56%), stabile invece l’aggregato delle altre forme (-0,04%).

alutando i tassi annuali di variazione percentuale dello stock delle imprese registrate per settori di attività economica, si osserva come, anche nel 2019, gli altri servizi abbiano sperimentato la performance migliore (+1,44%), seguiti dal comparto del turismo (+0,51%). Negativo l’andamento segnato da tutti gli altri comparti. In particolare l’agricoltura (-1,76%) e il commercio (-1,60%) registrano le contrazioni più elevate. L’industria in senso stretto evidenzia un tasso di variazione del -1,19%; meno intenso il calo delle costruzioni (-0,38%)

Le imprese artigiane nel 2019 Concentrando l’attenzione sull’aggregato costituito dalle imprese artigiane emerge come, anche nel 2019, queste realtà costituiscano una fetta importante del tessuto produttivo regionale e nazionale. Le oltre 115mila aziende artigiane presenti sul territorio piemontese rappresentano circa il 27% delle imprese totali della regione. La presenza artigiana risulta più forte nel nostro territorio rispetto alla media delle altre regioni italiane.

A livello nazionale, infatti, l’artigianato raccoglie il 21,3% delle realtà imprenditoriali. L’anno appena concluso è stato ancora critico per questa parte del sistema imprenditoriale locale che ha registrato un tasso di crescita del -0,51%, risultato lievemente peggiore rispetto a quello del tessuto imprenditoriale preso nel complesso, ma in miglioramento se confrontato con la performance evidenziata dalle aziende artigiane nel 2018 (-1,12%).




Angelo Cappetti direttore generale dell’Unione Industriale di Torino

Dopo oltre quarant’anni di servizio, dei quali tredici come Direttore Generale dell’Unione Industriale di Torino, Giuseppe Gherzi lascia il suo incarico per quiescenza, continuando, di intesa con la presidenza, ad assicurare la sua collaborazione su alcuni progetti strategici quale, ad esempio, il Manufacturing Tecnology Competence Center.

Come segno di continuità e di apprezzamento per il lavoro svolto all’interno dell’Associazione negli ultimi sei anni, su proposta del presidente Giorgio Marsiaj, il Consiglio di Presidenza ha deliberato di affidare ad Angelo Cappetti la direzione generale dell’Unione Industriale di Torino.

Giorgio Marsiaj, a nome del Consiglio di Presidenza e di tutti gli Associati, ha ringraziato Giuseppe Gherzi per l’ottimo lavoro svolto e il grande contributo reso all’intero sistema associativo in questi anni.

Angelo Cappetti assumerà formalmente l’incarico il prossimo 1° ottobre.




Aperte le iscrizioni a “Piemonte Fabbriche Aperte” 2019

Sono aperte le iscrizioni all’edizione 2019 di “Piemonte Fabbriche Aperte”, che si terrà l’8 e il 9 novembre.

Per visitare i 120 luoghi della produzione aderenti c’è tempo fino alle ore 12 del 7 novembre: collegandosi al sito www.piemontefabbricheaperte.it si può consultare l’elenco e una breve descrizione delle attività, ottenere le informazioni di tipo logistico, conoscere le richieste particolari per poter effettuare la visita. In alcuni casi, ad esempio, è sufficiente indicare il proprio nominativo, in altri è necessaria anche un’età minima per partecipare. Ogni specificità è comunque ben spiegata nelle schede, in modo da avere tutti i dettagli utili per programmare la visita che meglio si adatta alle proprie esigenze e ai propri interessi.

Diverse e variegate le proposte: tutti i principali settori industriali del Piemonte sono ben rappresentati, con una forte presenza di meccanica e automazione industriale dell’automotive e del comparto agroalimentare, ma anche di tessile, aerospazio, chimica, ICT ed elettronica, prodotti di design, logistica, servizi avanzati.

In questa nuova edizione – evidenziano gli assessori regionali alle Attività produttive, Andrea Tronzano, e alla Ricerca e Innovazione, Matteo Marnativiene ulteriormente amplificato il concetto della fabbrica come luogo di produzione di valore, elemento strategico e identitario della tradizione industriale del Piemonte nel passato, nel presente e nel futuro. L’apertura straordinaria dei vari siti, concentrata in un unico evento e su scala piemontese, intende accendere i riflettori sulla manifattura di eccellenza e sull’innovazione tecnologica mediante la dinamica esperienziale delle visite agli stabilimenti. In questo modo il pubblico può rendersi conto direttamente del ricco patrimonio industriale del Piemonte, che vanta eccellenze a livello internazionale, ed avere l’opportunità di conoscere alcuni dei Poli creati per favorire la diffusione dell’innovazione e lo scambio di competenze tra Atenei, centri di ricerca e imprese”.

Quest’anno “Piemonte Fabbriche Aperte” si raccorda con il primo Festival della Tecnologia, organizzato dal Politecnico di Torino dal 7 al 10 novembre. Il Politecnico, in occasione del 160° anno di attività, e la Regione Piemonte hanno sottoscritto un accordo di collaborazione per massimizzare le sinergie tra le due manifestazioni, unite dall’obiettivo di posizionare Torino e il Piemonte come “motore” dell’innovazione, della ricerca e conseguentemente della produzione industriale avanzata.

“Piemonte Fabbriche Aperte” rientra fra le attività di comunicazione istituzionale della Regione Piemonte riguardanti i programmi operativi dei fondi strutturali europei 2014-2020, perché dà la possibilità di verificare direttamente gli effetti delle politiche regionali di sostegno all’innovazione, alla sostenibilità, alla produzione intelligente e alla ricerca, in particolare quelle legate al Fondo europeo di Sviluppo regionale. Molte fra le aziende che partecipano alla manifestazione, infatti, sono coinvolte in progetti di ricerca e sviluppo e di investimento sostenuti con il Fesr.




Giorgio Baldini confermato presidente del Comitato Piccola Industria di Cnvv

Giorgio Baldini è stato confermato presidente del Comitato Piccola Industria di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) per il quadriennio 2021–2025.

Del Comitato, che riunisce i rappresentanti delle imprese che occupano fino a 100 addetti (circa il 66% delle associate a Cnvv) fanno parte anche Stefano Arrigoni (Fides srl), Maurizio Audone (Adverteaser srl), Alessandra Barberis (Mondo Lavoro srl), Isabella Bosatra (Stamperia Bosatra srl), Marco Caletti (Iem Italia srl), Roberto Francoli (Fratelli Francoli Spa), Rossella Maffioli (Gottifredi Maffioli srl) e Marco Rotti (Moveco srl)

Confermati per il quadriennio 2021-2025 anche gli incarichi a Stefano Arrigoni come vicepresidente e a Roberto Francoli come delegato al Comitato regionale della Piccola industria di Confindustria Piemonte.

Nato a Novara nel 1973 e laureato in Amministrazione aziendale, Baldini è dal 2006 presidente della Setvis-Fisat srl, attiva nel settore dello stampaggio e della costruzione di stampi in materie plastiche, di cui cura l’area gestionale e commerciale, e consigliere di amministrazione della Fachini Gears Spa, che produce riduttori di velocità, ingranaggi e giunti di collegamento.

 




Previsioni congiunturali CNVV 3° trimestre 2020: estate all’insegna del pessimismo per industrie Novara e Vercelli

È un’estate all’insegna del pessimismo per l’industria delle province di Novara e di Vercelli.

Secondo le previsioni congiunturali di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) per il trimestre luglio-settembre 2020 (disponibili sul sito) il saldo tra la percentuale degli imprenditori che, rispetto al trimestre precedente, si dichiarano ottimisti e quella di coloro che sono pessimisti sull’incremento della produzione rimane negativo, anche se con una notevole differenza tra i due territori: in quello novarese, infatti, il dato risale da -26,8 a -16,4 punti, mentre in quello vercellese cala da -29,3 a -33,3 punti, con una media regionale a -29,2 punti rispetto ai precedenti -27,3.

Pur restando in territorio negativo si inverte in entrambe le province il trend del saldo ottimisti/pessimisti riferito alle attese di nuovi ordini, che passa da -30,1 a -16,4 punti per Novara e da -38 a -29,3 punti per Vercelli, a fronte di una media piemontese stabile a -30,9 punti. Discordante, invece, il saldo ottimisti/pessimisti sulle attese di ordini esteri, che nel Novarese scende da -18,6 a -19,8 punti mentre in provincia di Vercelli risale da -26,9 a -16,3 punti, a fronte di una media regionale in flessione da -24,4 a -27,6 punti.

«Siamo in una fase di grande incertezza – commenta il presidente di Cnvv, Gianni Filippa – e con la possibilità che il peggio debba ancora arrivare; il fatto che, superata l’emergenza sanitaria, scelte politiche di sostegno strutturale al sistema produttivo non siano ancora chiare e definite sta mettendo serie ipoteche sul futuro del tessuto socio-economico locale. Servono tempi certi sulla liquidità, che in questa fase è indispensabile alle imprese, e una visione di lungo termine orientata a un rilancio “vero”, con forti investimenti in infrastrutture di comunicazione, materiale e digitale, scuola e università, nuove esigenze abitative, sanità, gestione delle acque e dei rifiuti, promozione del Made in Italy e valorizzazione dei territori, con le loro attrattive naturali, turistiche e culturali».

Il saldo ottimisti/pessimisti relativo alle aspettative di nuova occupazione registra un miglioramento a Novara (-0,8 punti, rispetto ai precedenti -8,1) mentre a Vercelli peggiora, da -1,1 a -8,1 punti, in linea con il calo piemontese (da -6,7 a -12,6 punti).

La percentuale di imprese che dichiara l’intenzione di ricorrere alla Cassa integrazione guadagni (Cig) raggiunge i massimi storici, con il passaggio dal 24,8% al 45,4% a Novara e dal 22,2% al 45,8% a Vercelli, mentre in Piemonte l’incremento è dal 31,9% al 50,4%. «Come avevamo già rilevato nella precedente indagine – osserva il direttore di Cnvv, Aureliano Curini – il massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali sta arginando l’impatto della crisi sul mercato del lavoro, ma non essendoci alcuna prospettiva per i prossimi mesi rischiamo conseguenze devastanti anche su questo fronte, soprattutto in caso di una ripresa dell’epidemia».

Le intenzioni di effettuare investimenti significativi sono segnalate dal 23% di aziende novaresi (rispetto al precedente 23,8%) e dal 15,3% di quelle vercellesi (rispetto al 19,6% di fine marzo), con una media regionale che cala dal 18,9% al 15,5%, mentre investimenti sostitutivi sono annunciati dal 50% delle imprese novaresi e dal 39,8% di quelle con sede in provincia di Vercelli (46,7% e 42,4%, rispettivamente i dati precedenti), con una media regionale stabile al 44,4%.

Peggiora nettamente, invece, la percentuale di aziende che denuncia ritardi negli incassi: dal 29,2% al 35,9% nel Novarese e dal 28,6% al 49,5% nel Vercellese e in Valsesia, con una media regionale che sale da 37,9% a 54,5%: «si tratta di un aspetto molto preoccupante – aggiunge Filippa – che ci riporta alle rilevazioni di cinque anni fa e che temiamo possa ulteriormente peggiorare nei prossimi mesi».

I dati relativi ai principali settori produttivi, elaborati in forma aggregata e con media ponderata sulle due province, segnalano una forte differenza territoriale nel saldo ottimisti/pessimisti relativo alle attese di produzione del metalmeccanico (a -5,3 punti nel Novarese e a -33,3 nel Vercellese), mentre la media delle imprese intenzionate a ricorrere alla Cig sale al 52,5%.

Nel comparto della rubinetteria e del valvolame il saldo ottimisti/pessimisti sulla produzione cala da -19 a -37,5 punti, mentre pur in un contesto negativo migliora (da -15,8 a -9,1) il saldo ottimisti/pessimisti riferito agli ordini esteri e cresce dal 28,6% al 45,8% l’intenzione di ricorso alla Cig. Prospettive negative anche per il chimico, con un saldo ottimisti/pessimisti sulla produzione in calo da -22,2 a -30 punti, e per il tessile-abbigliamento, dove il saldo sulle attese di produzione scende a -52,9 punti dai -38,1 della precedente rilevazione e l’intenzione di ricorrere alla Cig è dichiarata dall’81,3% delle aziende.

Nell’alimentare le aspettative di produzione tornano negative per la prima volta da inizio 2019 (-6,7 punti il saldo ottimisti/pessimisti, rispetto al 5,3 del trimestre precedente), con attese di ordini positive soltanto dall’estero.




Progetto Asm Vercelli Spa per produzione pallet, Filippa: “Risponde ai principi della sostenibilità”

Il presidente di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv), Gianni Filippa, interviene sul progetto di Asm Vercelli Spa per la realizzazione di un impianto di recupero del legno finalizzato alla produzione di pallet in via Libano, a Vercelli.

«Non è compito di Cnvv – spiega – entrare nel merito del dibattito politico sulla realizzazione o meno dello stabilimento, ma ritengo doveroso fare alcune considerazioni di carattere industriale. Per quanto a mia conoscenza, infatti, questo impianto non solo risponde a tutti i requisiti di sicurezza ma è perfettamente in linea con le indicazioni dell’Unione europea per uno sviluppo innovativo e sostenibile: utilizza tecnologie “4.0”, il massimo oggi possibile in termini di automazione, risponde ai principi della sostenibilità ambientale, in quanto la produzione di pallet risparmierà il taglio di circa 115.000 alberi, e dell’economia circolare, in quanto consentirà il recupero di legno, mobili e altri scarti che altrimenti finirebbero nelle discariche o, peggio ancora, abbandonati».

«Abbiamo la possibilità – aggiunge Filippa – di vedere realizzato sul nostro territorio uno stabilimento che costituirà un esempio a livello nazionale, dimostrando che a Vercelli, invece di stare soltanto a parlare di economia circolare, si costruisce un impianto che funziona. Un ulteriore vantaggio è che l’investimento non viene realizzato da un fondo o da sconosciuti che operano a fini speculativi, ma da una società a partecipazione pubblica che è garanzia di serietà e affidabilità e i cui utili rimarranno per buona parte sul territorio. Si deve, infine, considerare anche il positivo impatto occupazionale del nuovo stabilimento: essendo moderno e molto automatizzato la sua costruzione, gestione e manutenzione richiederanno una manodopera qualificata, con ricadute positive anche sull’indotto».




DL Rilancio, Filippa (Cnvv): Si dovrebbe chiamarlo DL “elemosina”

Più che “rilancio” si dovrebbe chiamarlo DL “elemosina”. Sono mesi che sentiamo parlare di miliardi come fossero noccioline. Provate a chiedere a qualche imprenditore che conoscete, a qualche barista, a qualche ristoratore, albergatore o negoziante ormai chiuso da oltre due mesi se ha ricevuto un solo euro; alcuni, pochi, hanno avuto dalle banche un prestito che dovranno restituire.Le imprese di tutti i settori vogliono continuare a lavorare e a produrre ricchezza e benessere, ma hanno bisogno di una visione di lungo termine che favorisca concretamente lo sviluppo attraverso forti investimenti e una reale semplificazione normativa».

Il presidente di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv), Gianni Filippa, commenta con queste parole il Decreto Legge n. 34/2020 da poco pubblicato in Gazzetta ufficiale.

«È bene ricordare – spiega – che l’Italia ha una grande capacità industriale e turistica e che non dobbiamo distruggere quanto costruito in tanti anni. Se, infatti, escludiamo gli interessi il bilancio primario dell’Italia dal 1995 al 2018 è stato in attivo di 724 miliardi, ma nello stesso periodo abbiamo pagato interessi sul debito pubblico per 1.862 miliardi. Uno dei problemi del nostro Paese è quindi il “danno reputazionale”: ci è costato, negli ultimi 10 anni, oltre 250 miliardi in più di interessi passivi rispetto al tasso che avremmo pagato se fosse stato uguale a quello tedesco o francese. Il nostro Paese ha quindi tutti gli strumenti per poter continuare a essere competitivo, ma a industria, artigianato, turismo e commercio servono misure strutturali, non soluzioni temporanee».

«Soltanto per fare due esempi – prosegue Filippa – è necessario che il bonus per le ristrutturazioni in edilizia sia utilizzabile da subito, per evitare che l’iter burocratico troppo complesso ne ritardi l’attuazione di molti mesi, vanificando la capacità di avviare subito investimenti. Non dovrebbe più succedere, poi, quanto accaduto con il bando di Invitalia sul contributo alle aziende per i dispositivi anti-Covid: chi è riuscito a inviare la domanda nei primi 60 secondi riceverà il rimborso, gli altri no. Uno stato civile eroga i contributi a chi li merita, non a chi si prenota prima…».

«Adesso – conclude il presidente di Cnvv – dobbiamo iniziare a pensare a un rilancio “vero”, che tenga presente le nuove esigenze, mettendo al centro l’uomo e che passa da forti investimenti in infrastrutture di comunicazione, materiale e digitale, scuole, università, nuove esigenze abitative, sanità, gestione delle acque e dei rifiuti. Serve un programma su più anni e che sia pianificato in modo serio, non con il sistema degli appalti al ribasso e con una burocrazia che frena ogni iniziativa orientata allo sviluppo. Il rilancio di cui abbiamo bisogno, infine, deve promuovere sempre più il Made in Italy, che ha ancora un’ottima immagine nel mondo e che dobbiamo continuare a potenziare con la qualità dei nostri prodotti. La Regione Piemonte ha attivato una lodevole iniziativa che dovrebbe portare contributi alle attività commerciali in tempi che spero brevi. Usciamo però dalla retorica dell’“andrà tutto bene”, perché se continuiamo così andrà tutto male, nella direzione di una decrescita che rischia di essere davvero infelice».




Industrie a rischio di incidente rilevante

Riprendono dal 23 gennaio al 4 febbraio le esercitazioni dei Piani di emergenza esterna degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante situate sul territorio metropolitano.

Si tratta di esercitazioni, coordinate dalla Prefettura di Torino che ha dato atto a una sollecitazione del Ministero dell’Interno, che avvengono per “posti di comando” e hanno preso il via nell’autunno del 2018.

Gli stabilimenti che testeranno i loro piani di emergenza fra giovedì 23 e venerdì 24 gennaio 2020 sono “Rivoira spa” di Chivasso, Albesiano Sisa Vernici di Trofarello, Cia Technima Sud Europa di Roletto, Cartiera Giacosa di Front Canavese.

In particolare, Rivoira Gas produce e miscela numerose varietà di gas per uso medicale, industriale o civile; Albesiano produce e miscela vernici per il settore automotive e per l’elettroisolamento, Cia produce bombolette spray mediante riempimento con gas propellente; Cartiera Giacosa produce carta, resine fenoliche e melamminiche e carta impregnata con tali resine.

A cavallo fra l’autunno 2018 e l’inverno 2019 erano stati testati i Piani di emergenza di Ahlstrom Munskjo di Mathi, Eni di Robassomero, Esso Italiana di Chivasso, Carmagnani Piemonte di Grugliasco, Liquigas, Autogas Nord, Eni e Butangas nel Comune di Volpiano. L’obiettivo è testare in fasi successive i piani di emergenza di tutti gli stabilimenti del territorio metropolitano.

Stabilimenti a rischio “incidente a rischio rilevante”: la legge ‘Seveso’

Per aumentare il livello di sicurezza degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante, oltre ai controlli e alle autorizzazioni, la normativa comunitaria di riferimento (tre direttive europee c.d. “Seveso”, recepite, in ultimo, dal d.lgs. n. 105 del 26 giugno 2015, che sostituisce il d.lgs. 334/99) individua come essenziale la predisposizione, da parte delle autorità competenti, di strumenti di pianificazione dell’emergenza idonei a gestire con tempestività e organizzazione le fasi immediatamente successive ad un evento.

I principali obiettivi della pianificazione sono:

  • predisporre e testare uno schema di allertamento efficace che consenta di venire tempestivamente a conoscenza dell’evento comunicato, di norma, dal gestore dello stabilimento;

  • isolare un’area convenientemente scelta con posti di blocco stradali, in modo da diminuire il numero di persone soggette agli effetti dell’evento e da favorire le operazioni di soccorso e dei Vigili del Fuoco;

  • indicare le modalità di allarme e il comportamento da seguire in caso di emergenza;

  • pianificare le azioni di competenza di ciascun Soggetto preposto;

  • fornire e mantenere aggiornato un quadro conoscitivo dell’attività a rischio e del

  • territorio circostante.

Nascono così i Piani di emergenza esterni, la cui emanazione, obbligatoria – salvo particolari e motivate eccezioni – per tutti gli stabilimenti soggetti al d.lgs. 105/2015, è di competenza della Prefettura di Torino.

La Città metropolitana di Torino per i Piani d’emergenza

La Prefettura ha incaricato, mediante un decreto prefettizio la Città metropolitana di Torino per mezzo delle strutture della Direzione Rifiuti, bonifiche e sicurezza dei siti produttivi, con il mandato di:

  • provvedere alla raccolta dati e alla redazione dei Piani di emergenza esterni (Pe);
  • partecipare al gruppo di lavoro tematico del quale fanno parte anche: Regione Piemonte (Settore grandi rischi ambientali), Comando provinciale dei Vigili del fuoco di Torino, Arpa Piemonte (Dipartimento Piemonte Nord Ovest). Partecipano inoltre la Protezione Civile della Città metropolitana, la Protezione Civile della Regione e di volta in volta i Comuni territorialmente interessati; il gruppo definisce gli elementi fondamentali della pianificazione sulla base dei dati tecnici disponibili.

Il Pee è condiviso in una riunione “plenaria” con la partecipazione dello stabilimento e di tutti gli enti e società coinvolte a vario titolo, e in seguito emanato con decreto dal Prefetto di Torino e trasmesso ai destinatari.

 




Incontro tra i presidenti di FinPiemonte e Confindustria Piemonte

Il presidente di Finpiemonte, Michele Vietti, e il presidente di Confindustria Piemonte, Marco Gay, si sono incontrati stamane per approfondire le prospettive di collaborazione a sostegno dello sviluppo economico del Piemonte e delle sue imprese.

Attività che dovranno passare anche dall’utilizzo delle risorse del Pnrr e dei fondi strutturali 2021-2027. Anche tenendo conto di queste priorità, si è deciso di mettere mano in tempi brevi al rinnovo dell’accordo di collaborazione tra i due enti, con l’obiettivo di aumentare l’attrattività del territorio sviluppando, tra gli altri, gli spunti del piano industriale condiviso tra Regione Piemonte e Confindustria Piemonte. Presenti all’incontro anche i direttori generali di Finpiemonte e Confindustria Piemonte, Mariateresa Buttigliengo e Paolo Balistreri.