Confindustria nella Santa Sede alla presenza del Papa, Marsiaj: doveroso assumere un impegno verso il futuro dei nostri giovani

Ho avuto il privilegio e l’onore di ascoltare questa mattina l’intervento del Santo Padre, che, nel corso della Assemblea Pubblica di Confindustria, ha stimolato tutti con parole di profonda riflessione: come imprenditori siamo chiamati a fare ogni sforzo possibile per generare lavoro, occupazione e crescita, che si confermano la sola strada possibile per risollevare e spingere il nostro Paese.

Le crisi e le sfide che la nostra economia si trova ad affrontare si inseriscono in un contesto di dimensioni globali, dai costi dell’energia schizzati alle stelle a un livello di inflazione ormai insostenibile per imprese e famiglie, aggravati da un conflitto che preoccupa e angoscia ogni giorno di più per il numero di vittime e di persone coinvolte.

Ritengo sia doveroso assumere un impegno verso il futuro dei nostri giovani – che rappresentano le famiglie e i cittadini di domani – e che, come giustamente evidenziato dal presidente Bonomi, ci chiedono di lottare con energia nella realizzazione di “un Paese unito, che non si arrende mai”.




Industria della life science, il Piemonte apre una nuova fase

Il Piemonte si trova a cavallo tra due aree leader globali nelle life sciences: il bacino padano con Lombardia ed Emilia, e il Rhône-Alpes. Si viene così a creare un asse inedito che potrebbe replicare o addirittura estendere la Biovalley che già si è sviluppata tra Alsazia, Baden-Guttenberg e l’area di Basilea.

È questo uno dei temi discussi sulla base dello studio “L’industria della life science, il futuro del Piemonte?” nel corso di un evento promosso da Confindustria Piemonte, Ires Piemonte e UniCredit.

Lo studio parte dai dati globali. Nel mondo sono in fase di studio 15.000 nuovi farmaci, di cui 7.000 sono già in fase clinica. Gli investimenti stimati tra il 2019 e il 2024 sono pari a mille miliardi di dollari. Nel nostro Paese la filiera delle scienze della vita registra un valore della produzione di oltre 225 miliardi di euro, un valore aggiunto di 100 miliardi e 1,8 milioni di addetti. Il valore aggiunto totale (considerando anche l’indotto) corrisponde al 10% del PIL nazionale. Analizzando i grandi poli europei, la sola Biovalley che è oggi l’hot-spot leader in Europa, comprende 40 istituzioni scientifiche, 900 aziende (incluso il 40% delle più grandi aziende farmaceutiche del mondo), 100.000 studenti e più di 11 Life Science Parks. A Lione il polo Life science and health dà lavoro 72.500 persone, il 12% di tutta l’occupazione locale, con 2.100 stabilimenti con dipendenti e 1.600 studi clinici condotti ogni anno. A Milano, solo lo Human Technopole è una realtà in grado di attrarre 1.500 ricercatori, e si sta sviluppando all’interno di una filiera della salute che ha generato nel 2018 oltre 25 miliardi di euro di valore aggiunto e un indotto di oltre 24 miliardi.

Il Piemonte può invece contare oltre un quinto delle 571 imprese censite da Assobiotec, piazzandosi al secondo posto dopo la Lombardia, mentre è leader nell’incubazione di start-up, con il 24% del totale nazionale. Il cuore pulsante di questo ecosistema è il Bioindustry Park Silvano Fumero, oggi società benefit, creato negli anni’ 90 con una governance mista pubblica (Finpiemonte, Città Metropolitana di Torino, Camera di Commercio di Torino, Confindustria Piemonte e Confindustria Canavese) e privata. Oltre 27.000 metri quadri sono adibiti a laboratori, uffici, impianti pilota.

Sono 42 i soggetti insediati tra cui 5 grandi imprese, una media, 29 piccole, 4 centri di ricerca, 2 associazioni e la Fondazione ITS Biotecnologie e Nuove Scienze della vita, per un totale di più di 600 addetti. Uno sviluppo accelerato dal Polo di innovazione BioPmed, che integra importanti punti di forza nella ricerca (4 Università, Politecnico di Torino e centri di ricerca quali Fondazione Edo ed Elvo Tempia, Centro di Biotecnologie Molecolare MBC, INRIM Istituto nazionale di ricerca metrologica, Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte e della Valle d’Aosta), multinazionali del farmaco di importanza internazionale quali Bracco Imaging,  Merck Serono-RBM, AAA – Advanced Accelerator Applications a Novartis Company, insieme a piccole medie imprese che hanno saputo attingere a fondi di venture capital. A questa realtà consolidata, si affiancherà il Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione di Torino in grado di generare ulteriori sinergie fra sanità, ricerca, didattica, imprenditoria e residenzialità. L’obiettivo è ospitare più di 500 ricercatori, costituendo un’adeguata massa critica per sostenere la competizione internazionale nella filiera della salute, e accelerare il trasferimento tecnologico.

Il Piemonte si sta muovendo nella giusta direzione, forte della sinergia fruttuosa tra pubblico e privato, tra centri di formazione e ricerca avviata nell’ultimo ventennio. Penso all’importanza che ha avuto per il Bioindustry Park la presenza tra i soci fondatori del Gruppo Bracco, una delle realtà italiane più importanti nel settore e che, insieme a Merck, è stata propulsore grazie all’investimento costante in ricerca e innovazione e a interlocutori pubblici attenti a valorizzare l’opportunità. Oggi il Bioindustry Park può essere modello per lo sviluppo di un distretto con vision internazionale e attrattivo per le molte aziende interessate a investire nel comparto. Con un occhio di riguardo, sempre, allo sviluppo della ricerca, che è alla base di ogni ideazione, e alla capacità di fare rete anche trasversale con settori diversificati” spiega Fiorella Altruda, presidente Bioindustry Park.

Confindustria Piemonte ha inserito il settore della Life Science fra i 10 obiettivi verticali, 10 settori produttivi, 10 eccellenze sui quali puntare per il futuro della nostra economia, con il Piano Industriale del Piemonte, grazie agli investimenti che saranno resi possibili attraverso le risorse del PNRR e della prossima programmazione europee. Quello di oggi è un ulteriore confronto per la messa a terra delle risorse e permettere alle nostre Imprenditrici, ai nostri Imprenditori e ai nostri concittadini di cogliere le opportunità offerte dal PNRR e dai Fondi Strutturali per una nuova visione del futuro con, al centro, il lavoro e la ricostruzione della ricchezza, non solo economica ma anche sociale e culturale” ha sottolineato Marco Gay,  presidente di Confindustria Piemonte.

La natura senza precedenti della pandemia da Covid-19 ha dimostrato ancora una volta l’importanza di investire in ricerca e nell’innovazione, in tutti i settori dell’economia e, in particolare, in Life Science, dove le aziende biotecnologiche, farmaceutiche e di dispositivi medici sono state fondamentali per contenere e risolvere la crisi sanitaria. L’innovazione è per UniCredit una priorità e oggi più che mai, deve parlare un linguaggio globale. Con UniCredit Start Lab favoriamo le connessioni tra le start-up e le controparti sia industriali che finanziarie. In Italia, negli ultimi anni, abbiamo messo in contatto le start-up più promettenti con oltre 700 aziende e 800 investitori” ha spiegato Giusy Stanziola, del Start Lab & Development Programs di UniCredit.

Tornando ai dati dello studio, oggi il settore piemontese del farmaco in senso stretto, pesa in termini di imprese attive per il 5,71% sul totale nazionale, e circa l’8,8%, comprendendo anche i dispositivi biomedicali e il 7% sul totale dei servizi. In termini di addetti vale il 4,5% per il segmento manifatturiero e il 9,4% per quello dei servizi. Per quanto attiene alla produzione dei farmaci il Piemonte vale invece l’1% in termini di occupati e fatturato, e il 2,2% dell’export, pari a quasi un miliardo nel 2021.

In Piemonte ci sono 39 aziende in questo settore, e circa tremila sono gli occupati. La crescita del fatturato è costante a ritmi del 30% negli ultimi cinque anni, e del valore aggiunto (+36%). Ancora meglio la redditività, con un costo per addetto che è passato da 57.813 euro nel 2016 a 64.9992 euro, a fronte di ricavi pro-capite per lavoratore saliti da 331.987 a 401.091 euro.

La Lombardia genera 14,4 miliardi di ricavi dalle vendite, il Piemonte è staccato ad appena 801 milioni. Il comparto delle apparecchiature elettromedicali ed elettroterapeutiche registra un export di 800 milioni, di cui il Piemonte detiene una quota del 10%. Le vendite equivalgono a 160 milioni, raddoppiate rispetto al 2016.

Lungo tutta la filiera Life Science, decisivo è infine il ruolo del capitale umano. Secondo lo studio va sviluppata la formazione del medico ricercatore, per cui in Italia manca il sostegno e il coordinamento delle piccole esperienze frammentarie in corso. Nell’ambito dei corsi di laurea in biotecnologie e medicina sono da potenziare percorsi di formazione alla ricerca, integrati con i programmi di specializzazione e di dottorato, per consentire a studenti di alto potenziale l’avvio di una carriera nel campo della ricerca. Serve poi lo sviluppo dei dottorati industriali per favorire il trasferimento tecnologico, coinvolgendo le imprese del settore Life Science. Fondamentale sarà anche avviare con il sistema privato un tavolo di confronto, e Confindustria Piemonte ha ribadito l’impegno a fornire il suo contributo come interlocutore intermedio.

 




Biraghi: “Definiti componenti e deleghe della squadra di presidenza comitato PI Confindustria Piemonte”

​Nel corso del comitato regionale della Piccola Industria di Confindustria Piemonte tenutosi a Torino, su indicazione del Presidente Alberto Biraghi, è stata ratificata la nomina dei quattro vicepresidenti per il biennio 2022-2024.

La nuova squadra di presidenza è così composta: Giorgio Baldini, Presidente di Piccola Industria di Confindustria Novara Vercelli Valsesia; Gianluca Giordano, delegato di Piccola Industria dell’Unione Industriale della Provincia di Asti; Massimo Lomen, delegato di Piccola Industria di Confindustria Canavese; Filippo Sertorio, Presidente di Piccola Industria dell’Unione Industriali di Torino.

Per la durata del mandato biennale, ai componenti del comitato di presidenza sono state assegnate le deleghe ritenute indispensabili per garantire la crescita delle Piccole e Medie Imprese regionali. In particolare, le deleghe sono state attribuite come segue: Giorgio Baldini, capitale umano; Gianluca Giordano, ricerca e innovazione; Massimo Lomen, digitalizzazione; Filippo Sertorio, credito e finanza.

Il Presidente Alberto Biraghi ha ricordato che “con la nuova squadra di Presidenza intendiamo avviare un aperto confronto sui temi delle deleghe, ma non solo, per dare vita a nuove prospettive, individuando opportunità e soluzioni, anche in un contesto difficile come l’attuale, alla luce di mutamenti che avvengono con grande intensità. Gli ambiti su cui intendiamo lavorare, saranno i pilastri su cui porre le basi di un percorso di rilancio e crescita”.

 




Assemblea annuale di Cnvv, con il presidente di Confindustria Carlo Bonomi

Lunedì 6 giugno 2022, alle 11, presso lo stabilimento produttivo Sambonet Paderno Industrie di via Giovanni Coppo n. 1/c a Casalino – frazione Orfengo (NO), si terrà l’assemblea generale di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv).

Il programma dei lavori prevede, dopo il saluto del Cav. Pierluigi Coppo, presidente del Gruppo Arcturus, proprietario dei marchi Sambonet e Paderno, gli interventi del presidente di Cnvv, Gianni Filippa, del presidente di Confindustria Piemonte, Marco Gay, del presidente di Elettricità Futura, Agostino Re Rebaudengo, e del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi.




CNVV: Marco Dalla Rosa confermato presidente del Consorzio “San Giulio”

Marco Dalla Rosa, consigliere delegato della Faco Spa di Varallo Pombia (No), è stato confermato presidente del Consorzio “San Giulio”, la società per i servizi energetici di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv).

L’Assemblea annuale dei soci, svoltasi il 23 maggio 2022, ha approvato all’unanimità il bilancio 2021 e rinnovato la fiducia anche agli altri componenti il Consiglio di amministrazione: Fabio Leonardi, amministratore delegato della Igor srl, Eraldo Peccetti, presidente e amministratore delegato del Gruppo Colines Spa, Massimiliano Preti, amministratore delegato della Gessi Holding Spa, Fabio Saini, amministratore delegato e direttore tecnico della Laica Spa, e Federico Zaveri, amministratore delegato della Nuova Fima srl.

Il Consorzio “San Giulio”, di cui è procuratore l’Energy Manager di Cnvv, Marco Mainini e a cui aderiscono attualmente 128 aziende, è attivo per gli approvvigionamenti di energia elettrica e di gas naturale. Il consumo complessivo annuale di energia elettrica dei 347 contatori (Pod) attualmente gestiti dal Consorzio è di oltre 330 GigaWattora, mentre le utenze per la fornitura di gas naturale (Pdr) sono 244, con un volume complessivo di oltre 58,4 milioni di metri cubi.

«Grazie al Consorzio, che è nato nel giugno 1998 ed è stato il primo in Italia a raggiungere l’operatività – ha spiegato Dalla Rosa – un grande numero di imprese ha beneficiato dei vantaggi della liberalizzazione del mercato elettrico fin dai suoi inizi, nel 1999. Oggi, operando sul mercato forward, il Consorzio si pone l’obbiettivo del contenimento dei prezzi dell’energia e della loro stabilizzazione: per il solo biennio 2021-2022 stimiamo un risparmio complessivo per le aziende consorziate, rispetto al benchmark delle quotazioni spot dei mercati energetici, di oltre 70 milioni di euro, di cui circa 40,8 milioni per l’energia elettrica e 31,2 milioni per il metano. Fino a dicembre 2023 sono attivi contratti di fornitura con Axpo Italia per l’energia elettrica e con Edison Energia per il gas.

Tra i molti servizi offerti alle aziende nostre aderenti, ricordo la  reportistica, che consente il controllo di ogni fattura emessa dai fornitori e che soltanto nell’ultimo anno e mezzo ha consentito il recupero di quasi 550mila euro da errori di fatturazione, il monitoraggio dei contatori principali, per un controllo costante dei prelievi e l’invio di allarmi in caso di sforamento dei principali parametri di fornitura, e specifiche convenzioni come quelle con Ego Energy per la cessione dei surplus di energia ai produttori e con Atena Trading per le forniture domestiche, recentemente estesa anche ai dipendenti di tutte le aziende associate a Cnvv».

Al termine dell’assemblea si è tenuta una tavola rotonda sulle prospettive dei mercati energetici (introdotta dai saluti di Marco Dalla Rosa e Marco Bruseschi, presidente del Coordinamento dei consorzi energetici di Confindustria, e moderata da Maurizio Melis, di Radio24) a cui hanno partecipato Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, Massimo Beccarello, Senior Advisor Transizione energetica di Confindustria, Renato Ornaghi, presidente di Energy Saving Spa e Aurelio Regina, delegato per la Transizione energetica e presidente del Gruppo tecnico Energia di Confindustria. Hanno anche portato la loro testimonianza i referenti di alcune importanti aziende aderenti al “San Giulio”: Balchem Italia srl, Caleffi Spa, Igor srl e Nuova Fima srl.




Unione Industriali Torino e Inail Piemonte insieme per la sicurezza sul lavoro

Un accordo per sostenere le imprese nel realizzare iniziative con finalità di prevenzione e fornire così risposte integrate e di qualità ai bisogni di salute e sicurezza dei lavoratori, anche nella fase di ripresa che dovrà essere trainata dal Pnrr: è questo il contenuto del protocollo firmato oggi dall’Unione Industriali Torino e dall’Inail Piemonte.

L’intesa consolida la collaborazione tra l’Unione Industriali Torino e l’Inail Piemonte, rendendola strutturata e stabile al fine di contribuire alla riduzione del fenomeno infortunistico e tecnopatico.

Nell’arco dei tre anni di durata del protocollo è prevista la conclusione di specifici accordi attuativi per sviluppare iniziative a sostegno della prevenzione coinvolgendo se necessario altri soggetti istituzionali, a partire dalle istituzioni scolastiche del territorio. Tre gli ambiti su cui si concentreranno le attività: comunicazione e promozione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, in particolare attraverso l’organizzazione congiunta di eventi e seminari a carattere divulgativo; progettazione di programmi di informazione e formazione rivolti a tutti i ruoli aziendali; realizzazione di progetti a livello territoriale, intesi a sviluppare una rete di diffusione delle conoscenze tecnico-scientifiche collegate al sistema di prevenzione infortuni, da attuare anche attraverso la promozione di interventi mirati per supportare le aziende che vogliono condividere sperimentazioni di soluzioni ad alto valore tecnologico.

Il Direttore dell’Unione Industriali Torino, Angelo Cappetti, commenta: “La sicurezza sul lavoro è una priorità per le nostre imprese e per l’Associazione, che da sempre è molto attiva nello sviluppare iniziative di formazione e informazione capillare su questo tema cruciale. Il rafforzamento – continua Cappetti – della collaborazione e delle sinergie con l’Inail Piemonte è fondamentale per migliorare ulteriormente il supporto che offriamo alle nostre aziende associate. Grazie al protocollo appena firmato, infatti, potremo accelerare ancora di più nell’approfondimento e nella divulgazione della cultura della prevenzione e della sicurezza sia nelle fabbriche, sia negli uffici. L’accordo, inoltre, testimonia l’importanza che enti pubblici e privati cooperino sempre più strettamente per il bene della nostra comunità”.

Aggiunge il Direttore regionale Inail, Giovanni Asaro “In questo periodo di difficoltà causata dalla pandemia e dall’inattesa crisi internazionale, ma in costanza della realizzazione del PNRR, la sicurezza sul lavoro è un obiettivo ancora più urgente per le imprese: il protocollo firmato oggi potrà consentire di realizzare numerose iniziative di supporto e di formazione per imprenditori e lavoratori dando subito risposte concrete in termini di prevenzione di infortuni e malattie professionali. In particolare – prosegue Asaro – attraverso l’associazione datoriale si cercherà di realizzare un canale privilegiato per le imprese del territorio, per garantire loro un ulteriore contributo il cui valore aggiunto è rappresentato dalle specifiche competenze e dalle risorse professionali, tecniche e strumentali dell’Istituto e dell’Unione Industriali Torino, essenziale per realizzare interventi innovativi possibilmente replicabili in realtà aziendali analoghe, con ricadute importanti in termini di numero di soggetti coinvolti.”




“La guerra accelera una crisi già in corso”. Il presidente di Cnvv lancia l’allarme

«Chi pensa che la produzione industriale stia rallentando per colpa della guerra sbaglia: la guerra è solo un acceleratore drammatico, con costi di vite umane inimmaginabili, di una controtendenza in corso da tempo. Senza interventi immediati – avverte il presidente di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv), Gianni Filippa – le imprese vanno verso la paralisi».

«Quello che ci preoccupa – prosegue Filippa – è la mancata percezione, da parte di molti, della nuova crisi economica che potremmo dover affrontare tra qualche mese: aumento delle aziende in cassa integrazione, attività dell’indotto quasi completamente ferme, meno redditi disponibili; l’incremento delle spese fisse legate ai maggiori costi energetici comporterà anche una riduzione dei consumi e una minore propensione a spendere da parte delle famiglie».
«Fin dall’autunno scorso – spiega il presidente di Cnvv – Confindustria segnalava il rallentamento delle attività economiche dopo il rimbalzo post-pandemia, sollecitando provvedimenti necessari per sostenere la produzione nel lungo periodo, perché solo con una crescita costante e duratura si potrà far fronte all’enorme debito pubblico del nostro Paese. Ora rischiamo di andare incontro a una recessione accompagnata da inflazione, che è quanto di peggio ci possa capitare senza interventi strutturali.
Le nostre aziende sono ostaggio di strozzature nella fornitura di materie prime, con rincari generalizzati e fuori controllo, e di prezzi energetici alle stelle. Non è bello ricordare che nel maggio 2020, quando Confindustria chiese al Governo di allora quale fosse il nuovo piano energetico la risposta fu che “non ne avevamo bisogno”… Le imprese, in modo particolare quelle energivore, stanno ora rallentando o bloccando la produzione, con gravi ripercussioni su tutte le filiere».

«Come Confindustria – conclude Filippa – chiediamo misure strutturali in ambito energetico, come un tetto al prezzo del gas, meglio se a livello Europeo, che rispecchi il costo all’origine e sia frutto di contratti a medio/lungo termine anziché della speculazione, che comporta grande volatilità anche in una sola giornata, e un prezzo dell’elettricità che non sia fissato in base all’impianto meno performante. Molte nostre imprese stanno subendo la concorrenza da altri Paesi che hanno costi dell’energia decisamente inferiori, e non parlo solo degli Stati Uniti o dell’Oriente ma anche della Francia.

Per quanto riguarda il carburante, invece, ricordo che in nessun altro Paese europeo accise e Iva sono pari al 123% del costo finale. Per dare un segnale positivo al nostro sistema produttivo si dovrebbe potenziare “Industria 4.0”, aumentare il credito di imposta per ricerca e sviluppo e ridurre il cuneo fiscale; serve anche un riordino della tassazione, con l’abolizione dell’Irap e un’Ires fissa al 15%, con un’addizionale del 9% per chi preferisce distribuire gli utili rispetto a chi li reinveste in azienda. Ricordo che durante la pandemia il sistema produttivo ha letteralmente “sostenuto” il nostro Paese, raggiungendo nel 2021 livelli record di export. Anche negli ultimi mesi siamo riusciti a non trasferire sui consumatori il notevole aumento dei costi che abbiamo dovuto sopportare, ma non possiamo più continuare così…».



Confindustria Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto bocciano il Decreto Energia

I Presidenti Francesco Buzzella (Confindustria Lombardia), Enrico Carraro (Confindustria Veneto), Pietro Ferrari (Confindustria Emilia-Romagna) e Marco Gay (Confindustria Piemonte) a seguito delle misure approvate dal Consiglio dei Ministri per arginare il caro energia, esprimono profonda insoddisfazione e preoccupazione.
Pur nella consapevolezza che l’intero sistema industriale italiano è a rischio paralisi tra aumenti delle materie prime, difficoltà di approvvigionamento delle forniture e costo dell’energia, nel decreto manca la determinazione di cui c’è assoluto bisogno in periodi eccezionali come quelli che stiamo vivendo.
Tra le imprese del Nord c’è fortissima preoccupazione: occorre intervenire immediatamente, con ogni misura possibile e sostenibile, per compensare l’aumento dei costi dell’energia – anche attraverso un price-cap/tetto sui prezzi – e gli effetti delle sanzioni legate alla guerra per i settori o le imprese direttamente colpite. L’Italia e la sua industria stanno pagando il prezzo più alto d’Europa.
La trasparenza del mercato energetico deve poter permettere di legare al costo delle forniture il prezzo al cliente, non ai valori oscillatori delle speculazioni quotidiane. Anche il sistema fiscale che grava sui prodotti energetici va reso lineare, chiaro e trasparente. Non è possibile che le imposte raddoppino il costo del carburante e siano la sommatoria di accise accumulate nei decenni senza più alcun riferimento alla situazione attuale. Perché non prendere esempio dal Portogallo dove il governo ha chiesto alla UE la riduzione dell’aliquota IVA dal 23% al 13%?
La scelta di intervenire con “sconti” e ristori temporanei limitati nel tempo e negli impatti, poi, è in contrasto con le previsioni, anche quelle meno pessimistiche, di alti livelli dei prezzi sui mercati energetici prolungati nel tempo.
Sono poi irricevibili, causa insostenibilità, le ipotesi o gli scenari di riduzione “teorici” dei consumi energetici dell’industria. Le strategie europee, a partire dal Fitfor55, costruite e calate dall’alto, vanno riviste in una logica di transizione “sostenibile”, non di obiettivi astratti irraggiungibili per tutti i settori industriali, dalle plastiche all’auto. La transizione va discussa, condivisa e programmata insieme all’industria. Visto il diverso impatto del costo dell’energia nei vari Paesi europei le imprese italiane sono quelle la cui competitività è maggiormente a rischio.
Il Paese deve definire rapidamente un vero e proprio Piano Energetico nazionale che preveda un nuovo mix di forniture e fonti. Occorre accelerare la realizzazione degli impianti di rinnovabili sbloccando, nell’interesse nazionale, gli iter autorizzativi, oggi di fatto bloccati in molti ambiti ed aree. Contemporaneamente è indispensabile accelerare l’aumento del prelievo nazionale di gas, anche con nuove esplorazioni, e riattivare gli investimenti previsti sui rigassificatori.
Il PNRR può essere parzialmente rivisto e rimodulato in funzione della necessità di sostenere gli investimenti in campo energetico, mentre con maggiore decisione devono essere riprese le riforme timidamente approcciate in questi mesi: prima di tutte quella del fisco, intervenendo strutturalmente sul cuneo fiscale. Gli effetti dell’inflazione sui salari rischiano di essere ulteriormente “deprimenti” per l’economia e per le imprese italiane.



Unione Industriali Torino entra in Assocaaf

L’Unione Industriali Torino entra nella compagine societaria di Assocaaf. Parallelamente Assocaaf ha acquisito le quote dell’Associazione torinese di Unioncaf, il CAF costituito dall’Unione Industriali Torino per l’offerta dei servizi di assistenza fiscale alle aziende e ai loro dipendenti sul territorio torinese e – più in generale – in Piemonte.

Assocaaf, realtà di origine lombarda ma con un’importante presenza sul territorio nazionale, è il più grande CAF costituito dalle Associazioni territoriali e di categoria di Confindustria e da oltre mille imprese nazionali e multinazionali, tra le più rappresentative del panorama industriale italiano. Gestisce i servizi fiscali ai dipendenti di oltre 3mila aziende ed è all’avanguardia per qualità e molteplicità di servizi erogati alla persona.

L’operazione societaria permette di valorizzare i punti di forza dei due CAF e di offrire anche sul territorio piemontese l’ampia gamma di servizi di Assocaaf, con le tecnologie più all’avanguardia. Unioncaf, oltre alla compilazione della dichiarazione dei redditi, può ora proporre l’assistenza e la consulenza in ambiti fiscali e previdenziali, ai quali possono accedere i dipendenti delle aziende e tutti i cittadini del territorio, sia presso lo sportello di Unioncaf in via Bellini 3/h a Torino (telefono: 011-5626271), sia digitalmente
Con l’entrata di Unioncaf nel gruppo Assocaaf si consolida l’asse Torino-Milano di sinergia e opportunità.




Incontro tra i presidenti di FinPiemonte e Confindustria Piemonte

Il presidente di Finpiemonte, Michele Vietti, e il presidente di Confindustria Piemonte, Marco Gay, si sono incontrati stamane per approfondire le prospettive di collaborazione a sostegno dello sviluppo economico del Piemonte e delle sue imprese.

Attività che dovranno passare anche dall’utilizzo delle risorse del Pnrr e dei fondi strutturali 2021-2027. Anche tenendo conto di queste priorità, si è deciso di mettere mano in tempi brevi al rinnovo dell’accordo di collaborazione tra i due enti, con l’obiettivo di aumentare l’attrattività del territorio sviluppando, tra gli altri, gli spunti del piano industriale condiviso tra Regione Piemonte e Confindustria Piemonte. Presenti all’incontro anche i direttori generali di Finpiemonte e Confindustria Piemonte, Mariateresa Buttigliengo e Paolo Balistreri.