Unione Industriali Torino entra in Assocaaf
L’Unione Industriali Torino entra nella compagine societaria di Assocaaf. Parallelamente Assocaaf ha acquisito le quote dell’Associazione torinese di Unioncaf, il CAF costituito dall’Unione Industriali Torino per l’offerta dei servizi di assistenza fiscale alle aziende e ai loro dipendenti sul territorio torinese e – più in generale – in Piemonte.
Assocaaf, realtà di origine lombarda ma con un’importante presenza sul territorio nazionale, è il più grande CAF costituito dalle Associazioni territoriali e di categoria di Confindustria e da oltre mille imprese nazionali e multinazionali, tra le più rappresentative del panorama industriale italiano. Gestisce i servizi fiscali ai dipendenti di oltre 3mila aziende ed è all’avanguardia per qualità e molteplicità di servizi erogati alla persona.
L’operazione societaria permette di valorizzare i punti di forza dei due CAF e di offrire anche sul territorio piemontese l’ampia gamma di servizi di Assocaaf, con le tecnologie più all’avanguardia. Unioncaf, oltre alla compilazione della dichiarazione dei redditi, può ora proporre l’assistenza e la consulenza in ambiti fiscali e previdenziali, ai quali possono accedere i dipendenti delle aziende e tutti i cittadini del territorio, sia presso lo sportello di Unioncaf in via Bellini 3/h a Torino (telefono: 011-5626271), sia digitalmente
Con l’entrata di Unioncaf nel gruppo Assocaaf si consolida l’asse Torino-Milano di sinergia e opportunità.
Incontro tra i presidenti di FinPiemonte e Confindustria Piemonte
Il presidente di Finpiemonte, Michele Vietti, e il presidente di Confindustria Piemonte, Marco Gay, si sono incontrati stamane per approfondire le prospettive di collaborazione a sostegno dello sviluppo economico del Piemonte e delle sue imprese.
Attività che dovranno passare anche dall’utilizzo delle risorse del Pnrr e dei fondi strutturali 2021-2027. Anche tenendo conto di queste priorità, si è deciso di mettere mano in tempi brevi al rinnovo dell’accordo di collaborazione tra i due enti, con l’obiettivo di aumentare l’attrattività del territorio sviluppando, tra gli altri, gli spunti del piano industriale condiviso tra Regione Piemonte e Confindustria Piemonte. Presenti all’incontro anche i direttori generali di Finpiemonte e Confindustria Piemonte, Mariateresa Buttigliengo e Paolo Balistreri.
Rinnovato l’accordo tra Fondazione Torino wireless e Confindustria Piemonte
Rinnovata la partnership strategica tra Fondazione Torino Wireless e Confindustria Piemonte, che prevede una road map condivisa di azioni accompagnamento e supporto alle imprese piemontesi nei processi di trasformazione digitale, nel supporto alla crescita del comparto ICT piemontese e nel maggiore coinvolgimentro delle imprese in percorsi di trasferimento tecnologico. Centrali sono la collaborazione con i grandi atenei del territorio e la partecipazione ai progetti europei, anche attraverso Enterprise Europe Network (EEN) di cui Torino Wireless e Confindustria Piemonte sono partner.
“Il rinnovo del partenariato strategico con Confindustria Piemonte è un passo importante perché rafforza la vocazione regionale di Torino Wireless ed è sinergico con il rilancio del ruolo di ente strumentale che si sta ridefinendo proprio in queste settimane con i soci fondatori, a partire da Regione Piemonte, Città di Torino, Città Metropolitana di Torino, Camera di commercio di Torino, Unione Industriali di Torino, Politecnico di Torino, Università di Torino e Links Foundation” sottolinea Massimiliano Cipolletta, presidente della Fondazione.
“La trasformazione tecnologica e digitale è un passaggio fondamentale per migliorare la produttività, competere e rafforzare le filiere piemontesi. Il rinnovo dell’accordo con Torino Wireless va in questa direzione. Insieme alla programmazione 2021-2027 e ai bandi del PNRR le imprese della nostra regione saranno in grado di creare valore partendo dalla nostra capacità industriale, così il Piemonte potrà concretizzare questo cambiamento storico” evidenzia Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte.
Confindustria CNVV: inizio 2022 ancora positivo per l’industria novarese e vercellese
Il 2022 inizia con aspettative ancora positive per l’industria delle province di Novara e di Vercelli, anche se gli elevati costi dell’energia e le difficoltà negli approvvigionamenti rischiano di impattare negativamente sulle prospettive di medio termine.
Secondo le previsioni congiunturali di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) per il primo trimestre dell’anno (disponibili sul sito ) il saldo tra la percentuale degli imprenditori che si dichiarano ottimisti e quella di coloro che sono pessimisti sull’incremento della produzione si conferma positivo, anche se con dati lievemente contrastanti fra i due territori: in crescita nel Novarese (a 23,3 punti rispetto ai precedenti 20,8), in riduzione nel Vercellese (a 6,7 punti, rispetto ai 16,7 del quarto trimestre 2021, e in linea con il trend del Piemonte, che passa da 21,3 a 15,8). I saldi ottimisti/pessimisti relativi agli ordini, totali ed esteri, calano rispettivamente da 24 a 19 punti e da 13,9 a 4 punti nel Novarese, da 16,7 a 6,7 punti e da 13,6 a -2,7 nel Vercellese, a fronte di medie regionali in ribasso da 21,3 a 14,9 e da 8 a 1,2 punti.
«L’escalation dei prezzi energetici impatta su tutte le filiere – commenta il presidente di Cnvv, Gianni Filippa – e sta preoccupando il sistema produttivo; si stima che il costo dell’energia quest’anno possa addirittura raddoppiare rispetto al 2021. Alle incognite dell’emergenza sanitaria si aggiungono il rialzo dei prezzi delle materie prime e la difficoltà nel reperirle, con approvvigionamenti a costi sempre più elevati e tempi sempre più lunghi che, se non avranno effetti diretti sulla capacità produttiva, potrebbero comunque ridurre redditività e margini delle imprese».
Una lieve discrepanza territoriale è registrata anche dagli indicatori relativi al mercato del lavoro, con il saldo tra ottimisti e pessimisti relativo alla volontà di fare nuove assunzioni che cresce da 8 a 12,9 punti in provincia di Novara mentre si riduce da 11,8 a 7,9 in quella di Vercelli, con la media regionale sostanzialmente stabile a 14,4 punti. La percentuale di imprese che intendono fare ricorso alla cassa integrazione nel primo trimestre dell’anno cala dall’11,5% al 5,3% nel territorio novarese e risulta stabile (14,9%) in quello vercellese, mentre il Piemonte registra un calo dal 12,8% al 10,7%.
«Va sottolineata positivamente – aggiunge il direttore di Cnvv, Carlo Mezzano – la propensione agli investimenti “significativi” da parte delle aziende, che risulta superiore alla media regionale (29,7%) in entrambe le province: per quella di Novara ne ha in programma il 32,7%, rispetto al precedente 30,1%, per quella di Vercelli il 30,3%, a fronte del precedente 34,3%. Anche le intenzioni di effettuare investimenti sostitutivi rimangono su livelli elevati, passando dal 50,4% al 51,3% nel Novarese e dal 36,3% al 44,9% in provincia di Vercelli, con la media del Piemonte al 48,3%».
Con un calo dal 19,8% al 15,9% raggiunge il livello più basso degli ultimi dieci anni la percentuale di aziende che segnalano ritardi negli incassi in provincia di Vercelli, mentre in quella di Novara, che aveva toccato il minimo nella precedente rilevazione, si registra un lieve incremento, dall’11,8% al 14,3%. L’indicatore piemontese è stabile al 19,2%.
I dati relativi ai principali settori produttivi, elaborati in forma aggregata e con media ponderata sulle due province, confermano saldi ottimisti/pessimisti positivi sulle attese di produzione, anche se in riduzione rispetto al quarto trimestre 2021, sia nel metalmeccanico sia nella rubinetteria-valvolame, ma con un significativo calo degli ordini in entrambi i comparti. Lo stesso trend caratterizza l’alimentare, mentre il chimico e il tessile-abbigliamento registrano un forte incremento delle attese di produzione e degli ordini.
Paolo Parato è il Presidente della nuova categoria Imprese Chimica&Vetro di Unione Industriali Torino
L’Assemblea delle Imprese Chimica&Vetro di Unione Industriali Torino ha eletto ieri Paolo Parato Presidente della nuova categoria merceologica nata lo scorso 1°gennaio dalla fusione dell’Associazione Industrie Chimiche con quella del Vetro, Ceramica e Abrasivi.
La nuova realtà associativa è costituita da 85 Aziende con circa 3.700 addetti che operano nei diversi settori della Chimica (abrasivi, aromi, cosmetici, gas tecnici e medicali, specialità per salute, industria e edilizia, lubrificanti, pitture, vernici, etc.) e nei settori conciario, farmaceutico, integratori alimentari e degli articoli in vetro per tante applicazioni: costruzioni, arredamento e trasporti, tubi, fiale e flaconi per farmaci, cosmetici e altro.
Il Presidente Paolo Parato, Presidente e Amministratore Delegato di Maraschi & Quirici S.p.A., dirigerà la nuova categoria per il prossimo quadriennio insieme con i Vice-Presidenti Alberto Picco e Filippo Sertorio, al Tesoriere Marco Piccolo e ai Consiglieri: Luca Cravero Candioli, Piero Filippi, Marco Gallo, Loredana Maiocco, Viviana Marsella, Giuseppe Martinetti, Carlo Ostino, Roberta Racioppi, Massimo Re e Paolo Rossi Odello.
Per celebrare la nascita della nuova categoria è intervenuto in Assemblea il Presidente di Unione Industriali Torino Giorgio Marsiaj che ha dichiarato: “Con l’elezione dei nuovi organi direttivi diventa operativa una significativa fusione fra categorie che consentirà al nostro sistema associativo di rispondere con ancora maggiore efficacia e prontezza alle esigenze delle imprese, le cui filiere produttive sono oggi il frutto di incroci tra settori un tempo distanti, ora sempre più interconnessi”.
Anche il neo Presidente Paolo Parato durante l’Assemblea ha sottolineato l’importanza delle filiere e ha ricordato che “la convinzione profonda che ci ha spinto a lavorare per questa fusione è stata l’esigenza di migliorare il network e le sinergie fra imprese che operano nei diversi settori della chimica o nell’ambito della stessa filiera o in settori affini e sempre più interdipendenti”.
Transizione automotive, Confindustria Nord: sconcertati da approccio Cite
I Presidenti Francesco Buzzella (Confindustria Lombardia), Pietro Ferrari (Confindustria Emilia-Romagna), Marco Gay (Confindustria Piemonte), Enrico Carraro (Confindustria Veneto) esprimono sconcerto e preoccupazione in merito alle ultime dichiarazioni del Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica – CITE sulla transizione tecnologica della filiera automotive.
A preoccupare, in particolare, è la mancanza di una progettualità chiara che consenta alle migliaia di aziende italiane del settore di adeguarsi gradualmente all’imposizione dell’Unione Europea di procedere con l’elettrificazione dei motori abbandonando completamente la combustione. L’orizzonte del 2035, per un’industria che deve affrontare una transizione tecnologica senza precedenti, è sostanzialmente inattuabile allo stato odierno. Senza l’indicazione di un’alternativa, o quantomeno l’introduzione di un principio di gradualità, la strada tracciata dall’UE comporterà il blocco degli investimenti nei motori a combustione oltre alla sostanziale chiusura del mercato con conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro. Solo in Italia si rischia di bruciare oltre 70mila posti di lavoro entro il 2030.
Nel ribadire che gli imprenditori italiani sono favorevoli alla decarbonizzazione ma auspicano la neutralità tecnologica per poter esprimere al meglio le proprie competenze e soprattutto tempi di realizzazione del green deal europeo realistici perché l’attuale scadenza rischia di mandare KO il 50% del settore della componentistica, Confindustria Nord chiede quanto prima un Piano di politica industriale per la transizione del settore Automotive che tenga in considerazione le esigenze delle aziende.
Oltre alle risposte ai dubbi appena illustrati, il Piano dovrebbe prevedere indicazioni su come colmare il gap delle competenze professionali e dovrà porsi l’obiettivo di frenare le spinte delocalizzatrici che saranno inevitabili nel momento in cui l’impresa valuterà più competitivo produrre in quei Paesi, al di fuori dell’Europa, dove sono già ampiamente utilizzate quelle tecnologie necessarie a rendere sostenibile l’elettrificazione, dove sono presenti le competenze per implementarla, e dove i vincoli burocratici non sono dettati dalle ideologie ma dal mercato. Non è attraverso politiche anti-delocalizzazioni che si attraggono imprese sul territorio italiano e si incentivano le imprese del settore automotive ad investire su una corretta transizione ecologica.
Marsiaj: “Iveco, forte delle sue radici torinesi, è pronta ad affrontare il mercato globale”
“Davvero un’ottima notizia!” dice Giorgio Marsiaj, presidente dell’Unione Industriali di Torino, commentando lo spin-off di Iveco. “Ho sempre creduto nella sua importanza come tassello strategico del sistema industriale e della mobilità del nostro Paese.
La creazione di una società autonoma con il quartiere generale a Torino e il nuovo polo logistico europeo a San Mauro testimonia di come Iveco valorizzi le sue radici torinesi per affrontare il mercato globale. La logistica, infatti, è un elemento centrale in ogni piano di sviluppo. Saranno molto importanti anche le ricadute occupazionali con – spero – la creazione di nuove opportunità per i giovani”.
Piccola Industria di Confindustria e Confagricoltura Alessandria insieme per il PMI DAY
PMI DAY è la giornata in cui le piccole e medie imprese di Confindustria aprono le porte dei loro stabilimenti a studenti, insegnanti e comunità locali per mostrare come si svolge l’attività produttiva e per raccontare storia, conquiste e progetti futuri dell’azienda.
L’iniziativa Pmi Day – Industriamoci è stata lanciata da Piccola Industria di Confindustria nel 2010 e da allora ha portato circa 380mila giovani a diretto contatto con il mondo e con i valori della piccola e media impresa.
Il PMI DAY è inserito nell’ambito della Settimana della Cultura d’Impresa di Confindustria e rientra tra gli eventi della Settimana Europea delle PMI organizzata dalla Commissione Europea.
Per gli imprenditori il PMI DAY è il momento importante per far emergere l’articolato impegno a favore della diffusione della cultura d’impresa declinato in particolare sulle tematiche che riguardano l’alternanza scuola – lavoro che innova profondamente la didattica rendendo strutturale il rapporto tra formazione e lavoro e che vede il PMI DAY quale attività che può essere inclusa nella progettazione dei percorsi di alternanza.
Dopo la positiva esperienza degli scorsi anni, che ha visto anche in provincia di Alessandria e in altri territori nazionali lo svolgimento delle visite anche in alcune aziende agricole, prosegue la collaborazione tra Piccola Industria di Confindustria e Confagricoltura: anche in questa edizione che si terrà venerdì 19 novembre a livello nazionale, le due Associazioni realizzano il PMI DAY in partnership, a conferma dei consolidati rapporti in filiera tra le rispettive imprese, dando in questo modo ai giovani l’opportunità di una conoscenza più ampia della realtà produttiva.
Quest’anno, il 19 novembre, parteciperanno le aziende: Abazia, Centrale del Latte di Alessandria ed Asti e Consorzio Proplast, e il 17 novembre anche Solvay in virtù degli impatti di filiera delle grandi aziende per lo sviluppo delle Pmi del territorio.
Visiteranno le imprese studenti e insegnanti dell’Istituto “Volta” di Alessandria, che andranno presso Abazia, alla Centrale del Latte e in Solvay; dell’Istituto “Sobrero” di Casale Monferrato che andranno in Solvay, e del Liceo Scientifico “Galilei” di Alessandria che andranno al Consorzio Proplast.
Al “porte aperte” per Confindustria Alessandria saranno presenti gli imprenditori della Piccola Industria con il presidente Carlo Volpi e il direttore Renzo Gatti e per Confagricoltura Alessandria prenderanno parte il presidente provinciale Luca Brondelli di Brondello e il direttore provinciale Cristina Bagnasco.
Marsiaj, Presidente UI Torino: “Intel è un’ipotesi molto interessante che, però, non deve farci dimenticare le nostre priorità”
“Per il rilancio della città e della sua manifattura dobbiamo tenere i nervi saldi ed essere molto lucidi e pragmatici nell’analizzare le priorità su cui concentrarci, insieme con il Comune, la Regione e il Governo. Intel rappresenta certamente una grande opportunità, sulla quale il Governo ci ha dato speranze, che sarebbe bellissimo poter cogliere, ma al momento è ancora un’ipotesi.
L’automotive, l’aerospazio, i mezzi di produzione – il cui collante è l’intelligenza artificiale – oggi sono, invece, una realtà industriale concreta per Torino, fatta di fabbriche e di persone che ci lavorano per mantenere le loro famiglie e che – non va dimenticato – stanno affrontando la doppia transizione tecnologica ed ecologica, in un contesto di mercato difficilissimo.
Per quanto riguarda l’automotive in particolare, basti pensare che a luglio in Italia le vendite di auto hanno registrato un calo pesantissimo non solo rispetto allo stesso mese del 2019, ma anche rispetto a luglio del 2020, un anno duramente segnato dal Covid. Dobbiamo puntare, quindi, sulle nostre priorità, pur non escludendo che lo straordinario sogno di Intel possa trasformarsi in realtà.
Come ha detto ieri Carlos Tavares, Ceo di Stellantis, l’Italia – e io aggiungo: Torino – deve scuotersi dallo status quo e accelerare sulla transizione. Occorre una visione d’insieme, un piano industriale sulla mobilità sostenibile che coinvolga la città e guardi lontano, tenendo i piedi saldamenti piantati a terra, sul quale siamo pronti a collaborare con le Istituzioni su tutti i tavoli nazionali e regionali. Abbiamo molto su cui lavorare per contribuire, tutti insieme, a costruire un originale progetto di sviluppo sostenibile per Torino e per l’Italia”.