Cnvv, webinar: “Sostegni operativi per le imprese nei Paesi dell’Est Europa”

Mercoledì 30 giugno 2021, alle 10, Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv), Confindustria Piemonte, Confindustria Est Europa, Banca Europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers) e UniCredit organizzano il webinar intitolato “Sostegni operativi per le imprese nei Paesi dell’Est Europa”.

L’incontro fornirà indicazioni sulle reali opportunità di partnership e di collaborazione per le aziende italiane negli undici Paesi di cui fa parte la rete di Confindustria Est Europa e presenterà gli strumenti a supporto delle imprese gestiti dalla Bers e il sistema di sostegno finanziario di UniCredit nell’area.

Dopo il saluto di Alessandro Battaglia, presidente della Commissione Internazionalizzazione di Confindustria Piemonte, le opportunità di business nei Paesi aderenti alla Federazione e il ruolo delle rappresentanze internazionali di Confindustria saranno illustrati da Maria Luisa Meroni, presidente di Confindustria Est Europa.

Massimo Carnelos, direttore esecutivo aggiunto per l’Italia della Bers, parlerà del ruolo della Banca, mentre la presenza di Unicredit a supporto delle imprese nel processo di espansione del loro business in Est Europa verrà trattato da Alessandro Paoli, responsabile UniCredit International Center Italy. Concluderà l’incontro, prima della sessione di domande e risposte con i partecipanti, la testimonianza di Fabiano Coccato, amministratore delegato della Coccato & Mezzetti srl, aderente a Cnvv, sul tema “Avviare un business in Est Europa”.

 




Marsiaj (UI Torino): “Approvazione progetto Area Crisi Complessa, traguardo importante per progettualità torinese”

“Con l’approvazione del Progetto di riconversione e riqualificazione industriale da parte del Mise, siamo giunti a un traguardo istituzionale importante, il coronamento di un percorso di forte progettualità per la nostra Città iniziato nel 2019.

È un passo determinante, che aspettiamo da tempo: l’Unione Industriale ha partecipato a questo processo dalla cabina di regia, lavorando fianco a fianco con gli altri attori del territorio – Regione Piemonte, Città di Torino, Politecnico di Torino, Università degli Studi di Torino, Camera di Commercio di Torino, TNE, CIM 4.0, Distretto Aerospaziale DAP, Api Torino – in uno straordinario esempio di collaborazione tra pubblico e privato, per cui ringraziamo tutti.

I bandi per i progetti d’investimento avranno l’obiettivo di consolidare la crescita delle imprese e creare nuova occupazione per la nostra area, che più di altre ha sofferto la crisi acuita dalla pandemia.

Accanto a questi, iniziative strutturali come il nuovo Centro nazionale per la mobilità sostenibile e le analoghe azioni per la Cittadella dell’Aerospazio combineranno ricerca applicata, trasferimento tecnologico e formazione per l’intera filiera.

Si tratta di una progettazione strategica che tiene conto della vocazione manifatturiera del nostro territorio e la interpreta alla luce delle grandi trasformazioni di questo momento storico.

In questo scenario, l’Unione Industriale è fortemente e direttamente impegnata perché il coinvolgimento e le ricadute sulle aziende siano rapide, effettive e consistenti”.




Un Piemontese per istruzione e formazione dei metalmeccanici, Stefano Serra nella Squadra di Presidenza di Federmeccanica

Il Presidente designato di Federmeccanica, Federico Visentin, ha presentato oggi in sede di Consiglio Generale la Squadra in attesa dell’elezione del prossimo 25 giugno in occasione dell’Assemblea Generale.

Federmeccanica rappresenta 16mila imprese e oltre 800mila lavoratori. Nel nostro Paese – secondo in Europa alle spalle della Germania – l’industria metalmeccanica produce circa 110 miliardi di euro, per il 45% del totale manifatturiero e l’8% del PIL nazionale; esporta beni per oltre 200 miliardi di euro, più del 50% del fatturato di settore.

Il Consiglio Generale di Federmeccanica ha approvato su proposta del Presidente Designato sette Vicepresidenti con deleghe operative per il biennio 2021-2023. Tra di essi c’è Stefano Serra – Vice Presidente dell’Unione Industriale di Torino e Presidente Amma (Aziende Meccaniche Meccatroniche Associate) – al quale è stata affidata la delega all’istruzione e alla formazione.

Il Presidente Visentin ha anche anticipato la costituzione di un Advisory Board composto da esponenti “Ambassador” del mondo associativo che, per background personale e professionale o per il ruolo attuale, possono dare un importante contributo dal punto di vista strategico e supportare la definizione delle proposte della Federazione, con l’obiettivo, tra gli altri, di promuovere l’Industria metalmeccanica/meccatronica nel Paese e l’innovazione nel Sistema.

«In questi anni – ha dichiarato al Consiglio il Presidente designato Federico Visentin – Federmeccanica è diventata una Comunità caratterizzata da un grandissimo senso di appartenenza. Da questo spirito bisogna ripartire per costruire una Squadra che ci consenta di affrontare al meglio le sfide complesse che ci attendono, in ogni ambito. Insieme proseguiremo sulla strada del Rinnovamento contrattuale e culturale avviato negli ultimi anni. Rendere le aziende più competitive, significa anche far crescere le persone che ci lavorano e, più in generale, far crescere il Paese. È il momento di fare quello che serve ora, subito, per gestire questa difficile fase di transizione e di immaginare il futuro, per costruirlo».

«Sono onorato di fare parte di questa Squadra – ha dichiarato il Vice Presidente designato Stefano Serra – e ringrazio Federico Visentin per la fiducia dimostrata, affidandomi una delega che trovo strategica. L’istruzione e la formazione sono fattori abilitanti per rilanciare la competitività delle imprese e del nostro Paese. I temi da affrontare li sintetizzo in quattro punti.

Il primo riguarda il rinnovo contrattuale e la formazione obbligatoria dei dipendenti, asset decisivo per tutto il sistema metalmeccanico.

Il secondo abbraccia i giovani, che costituiscono la nostra risorsa più preziosa. Dovremo impegnarci per attuare uno dei pilastri del PNRR, che destina 1,5 miliardi al potenziamento della formazione professionalizzante, con l’obiettivo di aumentare fino a cinque volte il numero di studenti e coprire oltre 200mila posizioni aperte nell’industria.
Un terzo tema centrale concerne l’upskilling di chi sta lavorando o deve ritrovare un lavoro; in questo senso, sarà fondamentale accelerare il sistema di politiche attive del lavoro, che oggi ha ampi spazi di miglioramento.

Infine il quarto punto è il rafforzamento delle competenze essenziali affinché le aziende siano capaci di efficace trasferimento tecnologico e ricerca industriale, sia per i processi industriali, sia per le nuove tecnologie dei loro prodotti».

I Vice Presidenti e le rispettive deleghe:

Diego Andreis (Managing Director Fluid-o-Tech S.r.l.)
Delega alla Cultura d’Impresa e Comunicazione

Fabio Astori (Presidente Luxor S.p.A.)
Delega alle Relazioni Interne

Carlo Cremona (Executive Vice President Human Resources & Industrial Relations Fincantieri S.p.A.)
Delega alla Sicurezza sul Lavoro

Simonetta Iarlori (Chief People, Organisation & Transformation Officer di Leonardo S.p.A.)
Delega alle Relazioni Istituzionali in Europa

Corrado La Forgia (Amministratore Delegato e Direttore Industriale Bosch VHIT S.p.A.)
Delega alla Transizione Tecnologica ed Ecologica

Stefano Serra (Amministratore Delegato Teseo S.p.A – EES CLEMESSY Italy EIFFAGE Group)
Delega all’Istruzione e Formazione

Fabio Tarozzi (Presidente e Amministratore Delegato SITI-B&T GROUP S.p.A.)
Delega ai Rapporti con i Territori

gli Ambassador dell’Advisory Board
(Nel corso della Presidenza 2021-2025 l’Advisory Board potrà essere ulteriormente arricchito da autorevoli figure del mondo associativo, accademiche e della società civile).

Alberto Bombassei – Fondatore e Presidente Brembo S.p.A.;
Manuela Soffientini – Presidente Electrolux S.p.A.;
Andrea Pontremoli – Amministratore Delegato e Direttore Generale Dallara Automobili S.p.A;
Daniela Vinci – Amministratore Delegato Masmec S.p.A.




Giorgio Baldini confermato presidente del Comitato Piccola Industria di Cnvv

Giorgio Baldini è stato confermato presidente del Comitato Piccola Industria di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) per il quadriennio 2021–2025.

Del Comitato, che riunisce i rappresentanti delle imprese che occupano fino a 100 addetti (circa il 66% delle associate a Cnvv) fanno parte anche Stefano Arrigoni (Fides srl), Maurizio Audone (Adverteaser srl), Alessandra Barberis (Mondo Lavoro srl), Isabella Bosatra (Stamperia Bosatra srl), Marco Caletti (Iem Italia srl), Roberto Francoli (Fratelli Francoli Spa), Rossella Maffioli (Gottifredi Maffioli srl) e Marco Rotti (Moveco srl)

Confermati per il quadriennio 2021-2025 anche gli incarichi a Stefano Arrigoni come vicepresidente e a Roberto Francoli come delegato al Comitato regionale della Piccola industria di Confindustria Piemonte.

Nato a Novara nel 1973 e laureato in Amministrazione aziendale, Baldini è dal 2006 presidente della Setvis-Fisat srl, attiva nel settore dello stampaggio e della costruzione di stampi in materie plastiche, di cui cura l’area gestionale e commerciale, e consigliere di amministrazione della Fachini Gears Spa, che produce riduttori di velocità, ingranaggi e giunti di collegamento.

 




Cuneo. Congiuntura industriale I trimestre: in aumento del 5,2% la produzione

La produzione industriale in provincia di Cuneo nel I trimestre 2021 ha realizzato una variazione del +5,2% rispetto all’analogo periodo del 2020, in linea con il dato regionale (+5,0%). Risultato, quello cuneese, che mostra come le imprese del territorio abbiano saputo reagire con capacità e resilienza al difficile periodo generato dalla crisi sanitaria Covid-19.

Il positivo risultato emerge dalla 198ª “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali nei mesi di aprile e maggio 2021 con riferimento ai dati del periodo gennaio-marzo 2021. La ricerca che ha coinvolto 1.796 imprese industriali piemontesi, di cui 244 cuneesi rappresentate da un totale di 7.107 addetti e un valore di oltre 1,7 miliardi di euro di fatturato.

Nel I trimestre 2021 il rilancio dell’output si associa ai risultati positivi di tutti gli indicatori congiunturali analizzati. A fronte di un fatturato totale del +6,0%, con ordinativi interni che registrano un +4,2%. Allo stesso modo, riprende la dinamica sui mercati stranieri con un fatturato estero del +4,0% accompagnato da ordinativi esteri del +5,6%. Il grado di utilizzo degli impianti si attesta al 66,96%.

“È confortante vedere, dopo lungo tempo, tutti gli indicatori economici preceduti dal segno positivo – sottolineano i vertici camerali – perché dietro a quel semplice più ci sono imprenditori che producono, lavoratori che operano in azienda e non sono in Cassa integrazione, macchinari a pieno regime, merci destinate ai mercati italiani e stranieri. L’auspicio, dopo tante false partenze, grazie ai sacrifici fatti in questi mesi e all’accelerazione del Piano vaccinale, è che si possa tornare alla normalità. Le aziende della provincia di Cuneo sono pronte a mettere in campo tutto il loro bagaglio di professionalità, operosità, capacità e competenza per aiutare il Paese in questa nuova fase di rilancio”.

Nel I primo trimestre 2021, tutti i comparti mostrano segno positivo eccezion fatta per l’alimentare che registra un -1,3%. Buona la performance del tessile-abbigliamento-calzature con un +10,6%, decisamente migliore rispetto al dato regionale (-4,6%), a cui seguono le industrie metalmeccaniche con il +9,2% e le altre industrie manifatturiere (+8,3%).

Scendendo nel dettaglio dimensionale d’impresa emerge come in termini di output prodotto tutte le imprese abbiano riportato risultati positivi. La variazione tendenziale della produzione industriale registra +2,0% per le micro imprese (0-9 addetti); +2,5% per le piccole imprese (10-49 addetti); +4,8% per le medie imprese (50-249 addetti) e +15,6% per le realtà di maggiori dimensioni (oltre 250 addetti).

 




Aziende, Consiglio regionale: no alla Pdl di restituzione fondi regionali

Il Consiglio regionale ha respinto la Pdl presentata da Francesca Frediani (M4o), che avrebbe previsto la restituzione di eventuali contributi regionali percepiti da parte di aziende che in seguito avessero delocalizzato la produzione fuori dal Piemonte o non avessero applicato le norme di sicurezza sui luoghi di lavoro e le norme ambientali. Il testo era già stato licenziato con voto negativo in Commissione.

L’assessore alle Attività produttive, Andrea Tronzano, ha ricordato che “sono numerose le nostre proposte per favorire l’attrattività imprenditoriale del Piemonte. La nostra strategia non è quella di mettere più vincoli, ma far rispettare le norme già esistenti”.

Sono le misure previste a non trovare d’accordo la maggioranza, secondo il relatore Andrea Cane (Lega): “La Commissione ha esaminato i contenuti della proposta di legge – ha dichiarato – raccogliendo anche l’orientamento e la posizione della Giunta regionale e svolgendo approfondimenti sul tema della delocalizzazione produttiva con l’ausilio di IRES Piemonte. Al termine degli approfondimenti svolti, pur condividendo le finalità del provvedimento, la Commissione non ha ritenuto opportuno esprimere un orientamento favorevole alle diverse misure contenute nel testo”.

La Pdl era stata presentato nella passata legislatura, per poi essere ripresentata e analizzata in terza Commissione, dove aveva appunto ottenuto parere contrario.

“Si sarebbe trattato di uno strumento utile per arginare, almeno in parte, casi fin troppo frequenti in Italia e nella nostra regione dove aziende in piena salute, dopo aver beneficiato di contributi pubblici, spostano la produzione in paesi in cui il costo del lavoro è più basso. Non approvando il testo, è stata un’occasione sprecata” ha sottolineato Frediani.

Per Raffaele Gallo (Pd), anche lui relatore di Minoranza, la Pdl apre la discussione su come non fare concorrenza fra i Paesi della Ue e interviene sui fondi regionali alle imprese. Ma è troppo rigida, sarebbe da emendare.

 




I presidenti di Confindustria Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte esprimono contrarietà alla proroga del blocco dei licenziamenti

La norma proposta dal ministro del Lavoro Orlando al decreto Sostegni-bis che proroga il blocco dei licenziamenti, oltre a non essere in alcun modo condivisa con le parti Sociali – diversamente da quanto confermato dal Parlamento in sede di conversione del decreto Sostegni 1 – non fa che prolungare ulteriormente l’incertezza delle imprese in un momento in cui invece servirebbe grande chiarezza.

La norma pone anche alcune criticità tecniche perché va a toccare anche quei datori di lavoro che finora non hanno fruito della cassa integrazione, ma che avrebbero necessità di farlo oggi per potersi riorganizzare per ripartire. Ma è soprattutto la scarsa affidabilità nelle regole che erano state condivise a creare disorientamento, posto che un accordo sulle misure emergenziali già si era trovato, con l’avvallo dello stesso premier Draghi.

Rinnovare il blocco dei licenziamenti significa rimandare l’attuazione delle indispensabili riforme degli ammortizzatori e delle politiche attive per il cambiamento e l’accrescimento delle competenze che il nostro Paese necessita. Per noi resta fondamentale il dialogo tra governo e categorie economiche che sono in grado di leggere i mutamenti e di traguardare il futuro. Nelle nostre regioni la ripartenza è già in atto e il tema è più quello delle politiche formative piuttosto che dei licenziamenti. Se i governi avessero investito di più in formazione e occupabilità, avremmo sicuramente reso più competitive le imprese che adesso non trovano quei profili professionali che servono per rispondere alle sfide della trasformazione tecnologica.

Per questo ci appelliamo a Draghi per la sua competenza, affidabilità e coerenza affinché trovi una soluzione nell’interesse di tutti gli italiani, per una vera ripresa economica e sociale.»

 




Due piemontesi per la piccola industria nel consiglio generale di Confindustria

Gabriella Marchioni Bocca e Nicolò Zumaglini, rispettivamente Presidente e Vice Presidente della Piccola Industria di Confindustria Piemonte, sono stati nominati oggirappresentanti di Piccola Industria nazionale nel Consiglio Generale di Confindustria per il biennio 2021-2023.

«Ringrazio sia il mio Comitato Regionale di Piccola Industria che il Consiglio Centrale PI di Confindustria per la mia recente nomina a loro rappresentante – ha dichiarato Gabriella Marchioni Bocca – In questo periodo così complesso per il nostro tessuto manifatturiero è fondamentale che tutte le categorie economiche si concentrino sul raggiungimento di obiettivi comuni. Sono certa che i delegati del Consiglio Generale sapranno elaborare le giuste azioni strategiche di medio e lungo periodo e ricreare le condizioni favorevoli alla ripresa del Paese, duramente colpito dagli effetti della pandemia.»

«La “Piccola” ce l’ho nel cuore da sempre, mi ha accompagnato nel mio impegno all’interno di Unione Industriale Biellese e del sistema confindustriale e, oggi più che mai, sono contento e fiero di poterla rappresentare nel Consiglio Generale di Confindustria – ha commentato Nicolò Zumaglini, Vice presidente Piccola Industria di Confindustria Piemonte – Sono infatti convinto che la voce dei territori, e delle piccole e medie imprese che costituiscono la maggior parte del nostro tessuto manifatturiero, sia preziosa per il confronto all’interno di Confindustria. In un momento complesso come quello che stiamo attraversando, infatti, è fondamentale rendere ancora più incisiva l’azione di rappresentanza che mette al centro le istanze delle imprese per la ripresa del Paese”.

 

Gabriella Marchioni Bocca, 56 anni, Presidente Piccola Industria di Confindustria Piemonte, è Amministratore Delegato della Lamebo S.r.l., con sede a Leinì (TO), azienda metalmeccanica, maggior produttrice italiana di lame a spaccare per concerie, calzaturifici, pellicceria e lavorazione di materiali espansi, sintetici e sugherifici.

 

 

 

Nicolò Zumaglini

Biellese, Nicolò Zumaglini parteciperà anche al Consiglio Centrale della Piccola Industria nazionale. È vice presidente del Comitato Piccola Industria di Confindustria Piemonte ed è il rappresentante della Piccola Industria nel Consiglio Generale dell’Unione Industriale Biellese. Riveste anche la carica di presidente di Crab Medicina e Ambiente, società facente capo all’Unione Industriale Biellese che eroga servizi organizzati ed integrati in ambito di sicurezza dei luoghi di lavoro ed impatto ambientale esterno. Dal 2016 al 2020 è stato vice presidente Uib con delega alle Relazioni Industriali, Welfare e Sicurezza. È stato alla presidenza della Piccola Industria Uib dal 2010 al 2016.

 




Unione industriali Torino: Smart working, il “prima” e il “dopo” la pandemia

Tra le imprese torinesi il tasso di diffusione dello smart working è passato dal 17,5% nel 2019 al 86% nel 2020 e dovrebbe attestarsi al 50,4% una volta superata l’attuale fase legata alla pandemia da Covid-19.

È quanto emerge dalla ricerca “Lo smart working nelle imprese torinesi”, curata dell’Area Lavoro e Welfare dell’Unione Industriale di Torino, alla quale hanno contribuito circa 300 aziende, che danno lavoro a quasi 50mila dipendenti.

Il dato complessivo sulla diffusione dello smart working manifesta, già prima della pandemia, una forte dispersione per settore di attività. Da questa prospettiva, le imprese con oltre 100 dipendenti possono essere considerate precorritrici nell’adozione del lavoro agile, con un tasso di diffusione del 29%, a fronte rispettivamente di un 9% osservato nelle aziende tra 25 e 100 addetti e un 14% in quelle più piccole. Tra settori, invece, c’è una convergenza maggiore, con una forchetta che va dal 21% dei servizi al 16% dell’industria manifatturiera.

Per quanto riguarda il rapporto tra il numero di lavoratori in smart working sul totale dei dipendenti considerati, prima della pandemia Torino si attestava mediamente al 6,7% (16,8% i servizi, 5% l’industria). Nel manifatturiero torinese, dunque, il lavoro agile era un fenomeno ancora limitato.

La situazione è cambiata radicalmente nel 2020, anche se nell’industria l’adozione dello smart working continua a essere più limitata per la forte presenza di personale produttivo.
Con l’obiettivo di ridurre il rischio di contagio sui luoghi di lavoro e nei trasporti pubblici, l’utilizzo del cosiddetto “lavoro agile di emergenza (o semplificato)” è cresciuto in modo esponenziale, arrivando a interessare a Torino l’86% delle imprese intervistate. L’emergenza sanitaria ha fortemente diminuito le differenze tra classi dimensionali e settori, anche se grandi aziende e servizi hanno evidenziato una diffusione dello strumento quasi totale (ricompreso tra il 94 ed il 98%).

L’indagine ha anche esaminato le prospettive post pandemiche, ipotizzando uno scenario in cui i cambiamenti obbligati da questo difficile periodo provocheranno un processo in qualche modo irreversibile. Più nel dettaglio, il 50,4% delle imprese intervistate ha dichiarato che lo smart working sarà adottato anche nel prossimo futuro. Si allarga il differenziale tra terziario (59%) e industria (47%). L’estensione è legata anche alla dimensione aziendale, con le realtà più grandi (sopra i 100 dipendenti) che prevedono una diffusione del 69%. Le PMI immaginano una presenza del lavoro agile più limitata (38% nelle aziende sotto i 25 dipendenti e 47% in quelle tra 25 e 100), ma comunque a livelli molto più elevati (in media 3/5 volte maggiori) di quanto sperimentato prima del Coronavirus.

La ricerca sullo Smart Working nelle aziende torinesi fa parte di una più ampia indagine sul lavoro, ancora in corso, che tocca diversi temi sulla gestione delle risorse umane: dalla analisi retributiva all’organizzazione del lavoro, dal welfare alle politiche di ingresso per i giovani.

I risultati complessivi verranno resi noti a luglio.
“L’utilizzo dello smart working – ha dichiarato Giorgio Marsiaj, Presidente dell’Unione Industriale di Torino – è un fenomeno ormai irreversibile, soprattutto per le grandi aziende, che hanno aperto la strada. È un ottimo strumento, ma che non va adottato solo perché ormai ‘tutti lo fanno’. Occorre prima effettuare un’attenta analisi dell’organizzazione aziendale, valutando bene quali aree e quali ruoli possano essere coinvolti”.




Confindustria Piemonte e Unione industriale di Torino: La Tav deve accelerare

La TAV non è un tema che riguarda solo Torino e il Piemonte, ma una questione di rilevanza nazionale ed europea. Le notizie relative ai nuovi scontri sul cantiere di San Didero che hanno trovato eco oltre la cronaca locale dimostrano quanto sia importante non abbassare la guardia, perché quanto sta succedendo è inaccettabile.

Anche se ora il Paese è impegnato a superare la pandemia, è fondamentale mantenere alta l’attenzione delle istituzioni su un’opera che, dopo anni di crisi, ha un ruolo chiave nella ripresa e nel processo di sviluppo, grazie alle sue ricadute economiche e occupazionali».

Così i Presidenti di Confindustria Piemonte Marco Gay e dell’Unione Industriale di Torino Giorgio Marsiaj tornano a ribadire la rilevanza dell’opera e condannano nuovamente ogni forma di protesta violenta.