Nominati i nuovi direttore e condirettore di Confindustria Novara Vercelli Valsesia 

Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv), a cui aderiscono oltre 700 aziende con 44mila addetti, ha un nuovo direttore, Carlo Mezzano, e un nuovo condirettore, Giovani Rossitti.

L’ex-direttore Aureliano Curini, in pensione dal 1° gennaio 2021 dopo 43 anni, rimarrà per un breve periodo come consulente.

Carlo Mezzano

Nato a Vercelli nel 1967, sposato e con un figlio, Carlo Mezzano è laureato in Economia e commercio. Dopo essere stato dipendente di un’azienda del settore automotive è entrato in Confindustria Vercelli Valsesia nel 1996, divenendone responsabile del servizio economico nel 2007 e direttore nel luglio 2011. Dal 2019, in seguito alla fusione tra le associazioni confindustriali di Novara e di Vercelli che ha dato vita a Cnvv, è diventato condirettore e responsabile dell’area Politiche economiche di Cnvv.

Nato a Pordenone nel 1969, sposato e con un figlio, Giovanni Rossitti è laureato in

Giovanni Rossitti

Ingegneria gestionale. Dopo una significativa esperienza nella consulenza di direzione è entrato nell’Associazione Industriali di Novara nel 1998. Dal 2019 è responsabile dell’area Politiche industriali di Cnvv.

«A nome di tutti gli associati – dichiara il presidente di Cnvv, Gianni Filippa – auguro buon lavoro a Carlo Mezzano e a Giovanni Rossitti e ringrazio Aureliano Curini per il lavoro svolto in tutti questi anni e per il supporto che fornirà all’Associazione in qualità di consulente nei prossimi mesi».

 

 




CNVV: Inizio d’anno a due velocità per l’industria novarese e vercellese

L’industria delle province di Novara e di Vercelli inizia il 2021 con una netta differenza tra le due aree, con attese contrastanti soprattutto per quanto riguarda i livelli di produzione e gli ordinativi.

Secondo le previsioni congiunturali di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) per il trimestre gennaio-marzo 2021 (disponibili sul sito ), infatti, il saldo tra la percentuale degli imprenditori che si dichiarano ottimisti e quella di coloro che sono pessimisti sull’incremento della produzione ritorna positivo, seppur lievemente, soltanto nel Novarese (a 2,6 punti rispetto ai -2,3 di ottobre 2020), mentre nel Vercellese registra un peggioramento, da -11 a -20,4 punti, ben più marcato rispetto a quello regionale (da -9 a -10,5 punti).

Il saldo ottimisti/pessimisti riferito alle attese di nuovi ordini totali segna un leggero miglioramento del Novarese (a 1,7 punti rispetto ai precedenti -1,5) e un peggioramento (da -11,1 a -23,7 punti) in provincia di Vercelli, con la media del Piemonte in lieve flessione (da -12,2 a -11,1 punti), mentre il saldo relativo alle esportazioni rimane stabile sia a Novara (a 3 punti rispetto ai precedenti 2,7) sia nell’area vercellese (a -14,7 punti rispetto ai precedenti –15,4), a fronte di un miglioramento più marcato, anche se sempre in territorio negativo (da -16,4 a -10,6 punti), della media regionale.

Anche il saldo ottimisti/pessimisti relativo alle aspettative di nuova occupazione presenta andamenti differenti nei due territori rispetto alla precedente rilevazione: a Novara retrocede da 3,1 a -0,9 punti mentre a Vercelli, pur rimanendo negativo, registra un’inversione risalendo da -16 a -6,5 punti, in linea con il trend regionale che sale da -3,9 a -1,7 punti.

Prosegue invece in entrambe le province, come a livello regionale, l’inversione di tendenza dell’indicatore sull’intenzione di ricorrere alla Cassa integrazione guadagni, annunciata dal 20,4% delle imprese a Novara (rispetto al precedente 24%), dal 28,3% a Vercelli (era il 34,7% nella scorsa indagine) e dal 33% (a fronte del 35,7% del 4° trimestre 2020) in Piemonte.

Altro aspetto positivo è la risalita della percentuale di investimenti significativi programmati in entrambe le province: dal 17,8% al 25,2% in quella novarese e dal 12,2% al 16,7% in quella vercellese, con un aumento dal 15,9% al 19,8% a livello regionale. Le intenzioni di investimenti sostitutivi sono dichiarate dal 56,5% delle imprese novaresi (rispetto al 58,1% del trimestre precedente) dal 53,3% di quelle vercellesi (rispetto al 45,9%) e dal 49,5% (rispetto al 48%) di quelle piemontesi. Prosegue il miglioramento anche della percentuale di aziende che denuncia ritardi negli incassi: 21,9% nel Novarese (contro il precedente 28,6%), 23,9% nel Vercellese (contro il 28,9% registrato a ottobre 2020), e 32% (rispetto al 38,2% del trimestre scorso), a livello regionale.

I dati relativi ai principali settori produttivi, elaborati in forma aggregata e con media ponderata sulle due province, segnalano un saldo ottimisti/pessimisti relativo alle attese di produzione negativo nel metalmeccanico, nella rubinetteria-valvolame, nel chimico e nell’alimentare, con una lieve ripresa del tessile-abbigliamento che dovrà però essere confermata dalle prossime rilevazioni.




Giorgio Marsiaj (Unione industriale Torino): “Nasce Stellantis, è un fatto epocale”

La nascita di Stellantis – ha dichiarato Giorgio Marsiaj, Presidente dell’Unione Industriale di Torino – è un fatto epocale. Si tratta, infatti, della fusione di due produttori che hanno fatto con i loro marchi una parte molto significativa della storia dell’automobile. La decisione assunta oggi va nella direzione delle grandi fusioni che tutti gli esperti indicano come necessarie per permettere di migliorare la competitività sui mercati globali.

Auspico che anche le imprese torinesi e piemontesi sapranno imitare l’esempio di Fca e Psa, per raccogliere con successo la sfida posta dalla concorrenza internazionale che stimola all’innovazione e al cambiamento.

L’Unione Industriale di Torino è da tempo impegnata a sostenere e ampliare la capacità tecnologica delle aziende e a supportare le imprese nel rafforzare la propria efficacia competitiva, sia irrobustendo le relazioni di filiera e di partnership, sia intensificando le iniziative di formazione professionale.

Sono fiducioso che l’industria dell’auto torinese e i suoi lavoratori sapranno compiere un passo in avanti, grazie alle loro notevoli competenze, frutto di una tradizione ultracentenaria che si è sempre evoluta nel corso degli anni”.




Le previsioni delle imprese piemontesi per il primo trimestre 2021

Il 2020 è stato un anno particolare da tutti i punti di vista, caratterizzato da una crisi di profondità e natura assolutamente eccezionali.

Il PIL piemontese diminuirà quest’anno di oltre il 10%: una caduta leggermente superiore a quella stimata a livello nazionale. In forte flessione investimenti e consumi delle famiglie, in crisi l’export data la portata globale della recessione. La prevista ripresa 2021, pur robusta, sarà comunque insufficiente a ritornare sui livelli pre-crisi: ci vorranno ancora almeno due anni.

L’indagine congiunturale trimestrale, realizzata a dicembre da Confindustria Piemonte e dall’Unione Industriale di Torino conferma il clima di grande incertezza e cautela in cui operano le nostre imprese.

Nel complesso gli indicatori non si discostano in misura apprezzabile da quelli di settembre; a fronte di saldi ottimisti-pessimisti praticamente immutati, oltre la metà delle imprese non segnala variazioni rispetto al trimestre in corso. D’altra parte, si registra un sensibile scostamento tra manifattura e servizi: nel primo caso gli indicatori sono allineati o lievemente più favorevoli rispetto a settembre; nei servizi, invece, il clima di fiducia peggiora in modo piuttosto marcato, soprattutto a Torino.

Le oltre 1.200 imprese del campione si attendono, per i prossimi mesi, condizioni di mercato ancora problematiche e incerte. Nel complesso gli indicatori aggregati non si discostano da quelli rilevati a settembre: produzione e ordini restano in calo, mentre qualche miglioramento è riferibile a CIG (in lieve calo) e investimenti (in aumento di 4 punti percentuali).

Nel comparto manifatturiero, il 15,7% delle imprese prevede un aumento della produzione, contro il 26,2% che si attende una diminuzione. La grande maggioranza (58,1%) non si aspetta variazioni. Il saldo (pari a -10,5 punti percentuali) migliora di un punto rispetto a settembre. Sostanzialmente analoghe le previsioni sugli ordinativi: il 16,6% si attende un aumento, il 29,5% una riduzione, mentre il 53,9% non prevede variazioni. Si attenua la caduta dell’export.

Il saldo ottimisti-pessimisti è negativo (-8,3 punti), ma il 64% delle aziende prevede stabilità. Aumenta il tasso di utilizzo degli impianti, che guadagna un punto rispetto a settembre, pur restando al di sotto della media storica. Resta negativo l’andamento della redditività. Migliora sensibilmente la situazione dei pagamenti: la percentuale di imprese che segnalano ritardi diminuisce di oltre 7 punti, dopo il miglioramento di quasi 20 punti osservato a settembre. Cala ulteriormente (oltre 4 punti) il ricorso alla CIG (35%), che rimane comunque decisamente elevato in prospettiva storica.

Nella maggior parte dei settori prevale un clima di attesa, con indicatori ancora recessivi sia pure generalmente migliori di quelli rilevati a settembre. È il caso del tessile-abbigliamento, dei minerali non metalliferi, delle industrie manifatturiere varie e della carta grafica. Nell’alimentare il peggioramento degli indicatori riflette le stagionalità tipiche del comparto, dopo il boom natalizio. Nella metalmeccanica le aspettative restano sfavorevoli, con indicatori in linea con quelli di settembre ma con importanti differenze tra i diversi segmenti.

Nella meccanica strumentale le attese sono recessive: la ripresa degli investimenti è lontana. Sostanziale stabilità nel comparto automotive e in quello dei prodotti in metallo; negative le valutazioni dell’industria elettrica e della metallurgia.

Nel comparto dei servizi gli indicatori peggiorano in misura piuttosto sensibile rispetto a settembre. Come nel manifatturiero, la grande maggioranza delle imprese non prevede variazioni nel livello di attività (59%); il 15,1% si attende un aumento, il 25,7% una riduzione. Il saldo ottimisti-pessimisti peggiora di 8 punti rispetto a settembre (-10,6%). Indicazioni del tutto analoghe riguardano gli ordinativi: anche in questo caso quasi il 60% delle aziende si attende un portafoglio ordini stabile. Sostanzialmente stabili tasso di utilizzo delle risorse aziendali (77%) e ricorso alla CIG (26,7%), ancora elevato per gli standard del settore. In calo di qualche punto la quota di imprese che segnala ritardi nei pagamenti (39,7%).

Il peggioramento osservato a livello regionale nasce da andamenti molto diversi tra Torino e resto del Piemonte. A livello torinese, infatti, le attese delle imprese dei servizi peggiorano in modo molto sensibile: il saldo ottimisti-pessimisti relativo ai livelli di attività arretra di 18 punti rispetto a settembre. Nelle altre province, al contrario, l’indicatore non si discosta molto da livello di equilibrio ed è allineato al valore osservato tre mesi fa.

A livello territoriale nella manifattura gli indicatori non si muovono in modo uniforme. Ad Alessandria, Cuneo e Verbania il clima di fiducia rimane sfavorevole, con un lieve miglioramento delle prospettive. Analogo trend è riferibile a Biella, dove però il quadro è decisamente più negativo, con un elevato ricorso alla CIG. Ad Asti e Vercelli si riscontra un sensibile peggioramento del clima di fiducia. A Torino, Ivrea e Novara gli indicatori sono sostanzialmente allineati a quelli di settembre, ma in un clima complessivo di impronta diversa: più positivo a Novara, più prudente nelle altre aree.

“Ci troviamo – commenta Marco Gay, Presidente di Confindustria Piemonte – in una fase di attesa ed incertezza. È quindi chiaro che il recupero a livello economico avverrà in modo non graduale. L’obiettivo realistico è un ritorno ai livelli di attività pre-crisi nel 2023. Fino ad allora manifattura, automotive, infrastrutture e tecnologia vanno difesi e rafforzati, puntando sui progetti strategici di grande impatto che il nostro territorio sta portando avanti e che potranno essere realizzati anche grazie al programma Next Generation Eu, che confidiamo tenga il Piemonte in grande considerazione.

Si tratta dello strumento perfetto per avviare la transizione, la ripartenza e la ripresa di questo territorio. Un percorso in cui le imprese faranno la loro parte, ed avranno un ruolo centrale. Lavoriamo ogni giorno perché queste risorse possano rafforzare e rendere concreta l’attrattività del Piemonte”.

«Le decisioni che verranno prese nei prossimi mesi saranno cruciali per definire il percorso di ripresa della nostra economia. In questa fase di emergenza – commenta il Presidente dell’Unione Industriale di Torino, Giorgio Marsiaj – la politica economica è stata decisiva per consentire a famiglie e imprese di limitare i danni. Anche nel 2021 sarà necessario il supporto di una politica monetaria accomodante e di interventi fiscali espansivi. La capacità di impegno e di spesa dei fondi europei, a partire naturalmente dal Next Generation EU, sarà fondamentale. Per il nostro Paese può essere questa un’occasione che non è esagerato definire unica e irripetibile, per riattivare i meccanismi dello sviluppo dopo 25 anni in cui abbiamo accumulato un gap di crescita di oltre 20 punti di Pil rispetto ai nostri partner europei».

Riportiamo in dettaglio i principali risultati dell’indagine.

Comparto manifatturiero.
Per le oltre 900 aziende del campione, non si attenua la negatività delle attese. Le previsioni per il quarto trimestre 2020 su produzione, ordini, export e occupazione sono ancora negative, in linea con la rilevazione di settembre. Rallenta il ricorso agli ammortizzatori sociali, che interessa il 35% delle imprese.
In particolare il saldo sulla produzione totale passa da -11,5% a -10,5% e quello sugli ordinativi totali da -13,3% a -12,8%. Le attese sull’export passano da -14,5%a -8,3%. Stabili anche le previsioni sull’occupazione, il cui saldo passa da -4,5% -4,1%.
In questa situazione di incertezza, si accentua la correlazione tra produzione e propensione alle esportazioni: tutte le imprese, di ogni dimensione, subiscono una battuta di arresto, ma quelle che non commerciano con l’estero soffrono in misura decisamente maggiore. Le piccolissime esportatrici, che vendono all’estero meno del 10% del fatturato, registrano un saldo ottimisti pessimisti fortemente negativo (-17,5%), le piccole che esportano dal 10 al 30% del fatturato totalizzano -13,7%. Per le medie esportatrici, che esportano tra il 30 e il 60% del fatturato, il saldo è -2,3%, mentre per le grandi (oltre 60% del fatturato) è -3,4%.
Cresce l’ampiezza del divario tra la performance delle imprese con oltre 50 addetti e quelle più piccole, con saldi rispettivamente pari a +6,5% (era +6,7% a settembre) e -19,2% (era -20,2%).

Si attenua il ricorso alla CIG, per la quale fa richiesta il 35,5% delle aziende (dal 39,2% della scorsa rilevazione, a settembre).
Il 20,7% delle rispondenti ha programmi di investimento di un certo impegno (erano il 16,1% a giugno). Recupera il tasso di utilizzo della capacità produttiva, che passa dal 69,3% al 70,5%.

Varia un poco la composizione del carnet ordini, in particolare calano le aziende con ordini per meno di un mese (26,5%) e aumentano quelle con visibilità 1-3 mesi (49,2%). Restano più o meno stabili quelle che hanno ordinativi per un periodo di 3-6 mesi (14,7%) e oltre i 6 mesi (9,6%).

Si assestano i tempi di pagamento che, dopo un temporaneo aumento, tornano di 83 giorni; per la Pubblica Amministrazione i tempi medi sono di 91 giorni. È fornitore degli enti pubblici circa il 18% delle aziende manifatturiere. Cala significativamente il numero di imprese che segnalano ritardi negli incassi (28,8%).
A livello settoriale la metalmeccanica registra un saldo ancora negativo tra ottimisti e pessimisti (-11,3%); soffrono in particolare metallurgia (-12,1%) e macchinari e apparecchi (-19,0%), industria elettrica (-12,5%). Prosegue il recupero dell’automotive (+3,7%).

Tra gli altri comparti manifatturieri, spicca l’andamento ancora negativo di legno (-26,7%), cartario-grafico (-13,3%), tessile-abbigliamento (-16,4%), manifatture varie (-8,9%), edilizia (-10,8%), impiantisti (-6,1%) e alimentare (-11,0%). Recupera leggermente la chimica (-13,0%), mentre resta positivo l’andamento della gomma-plastica (+6,1%), unico comparto con segno positivo, insieme all’automotive.
A livello territoriale gli indicatori ad Alessandria, Cuneo e Verbania migliorano leggermente, pur rimanendo negativi (con saldi rispettivamente -9,5%, -10,2% e -4,5%). Anche a Biella si registra un saldo meno negativo rispetto a settembre (da -28,2% a -20,3%), ma con una situazione un po’ più critica ed un elevato ricorso agli ammortizzatori sociali. Peggiora il clima di fiducia ad Asti e Vercelli (rispettivamente da -2,9% a -20,6% e da -10,8% a -22,8%), mentre a Torino e Ivrea gli indicatori sono sostanzialmente allineati a quelli di settembre (rispettivamente -5,8%, -3,2%). Unica zona in territorio positivo è Novara, con un saldo ottimisti pessimisti di +2,2%.

Comparto dei servizi
Per le 350 aziende del campione si confermano indicatori negativi, come a marzo e giugno.
In particolare, il saldo ottimisti-pessimisti sui livelli di attività passa da -2,6% a -10,6%. Quello sugli ordini totali passa da -5,2% a -10,9%. Migliora il saldo sull’occupazione da -2,3% a +4,3%. Le imprese con programmi di investimento di un certo rilievo passano da 15,2%, a 17,5%.
Stabili il tasso di utilizzo delle risorse (77%), e il ricorso alla CIG (26,7%).
Anche nel terziario si registra qualche variazione per la composizione del carnet ordini. Salgono al 18,3% le aziende con ordini per meno di un mese, il 33,8% ha ordinativi per un periodo di 1-3 mesi, il 17,4% per 3-6 mesi, mentre salgono a 30,5% quelle con visibilità oltre i 6 mesi. Migliorano i tempi di pagamento. La media è di 68 giorni: il ritardo sale a 93 per la Pubblica Amministrazione, con cui ha rapporti di fornitura circa il 45% delle aziende del campione. In calo le imprese che segnalano ritardi negli incassi (40%).
A livello settoriale, com’era prevedibile, dopo la ripresa di settembre, crollano nuovamente i trasporti, a causa delle limitazioni dovute al Covid-19 (-30,6%). Si conferma il buon andamento di utility (+13,6%) e servizi alle imprese (+9,4%). Negativi altri servizi (-8,8%), ICT (-10,6%) e commercio e turismo (-22,4%).

 

 




Progetto Asm Vercelli Spa per produzione pallet, Filippa: “Risponde ai principi della sostenibilità”

Il presidente di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv), Gianni Filippa, interviene sul progetto di Asm Vercelli Spa per la realizzazione di un impianto di recupero del legno finalizzato alla produzione di pallet in via Libano, a Vercelli.

«Non è compito di Cnvv – spiega – entrare nel merito del dibattito politico sulla realizzazione o meno dello stabilimento, ma ritengo doveroso fare alcune considerazioni di carattere industriale. Per quanto a mia conoscenza, infatti, questo impianto non solo risponde a tutti i requisiti di sicurezza ma è perfettamente in linea con le indicazioni dell’Unione europea per uno sviluppo innovativo e sostenibile: utilizza tecnologie “4.0”, il massimo oggi possibile in termini di automazione, risponde ai principi della sostenibilità ambientale, in quanto la produzione di pallet risparmierà il taglio di circa 115.000 alberi, e dell’economia circolare, in quanto consentirà il recupero di legno, mobili e altri scarti che altrimenti finirebbero nelle discariche o, peggio ancora, abbandonati».

«Abbiamo la possibilità – aggiunge Filippa – di vedere realizzato sul nostro territorio uno stabilimento che costituirà un esempio a livello nazionale, dimostrando che a Vercelli, invece di stare soltanto a parlare di economia circolare, si costruisce un impianto che funziona. Un ulteriore vantaggio è che l’investimento non viene realizzato da un fondo o da sconosciuti che operano a fini speculativi, ma da una società a partecipazione pubblica che è garanzia di serietà e affidabilità e i cui utili rimarranno per buona parte sul territorio. Si deve, infine, considerare anche il positivo impatto occupazionale del nuovo stabilimento: essendo moderno e molto automatizzato la sua costruzione, gestione e manutenzione richiederanno una manodopera qualificata, con ricadute positive anche sull’indotto».




Consiglio regionale: un milione per i capitali delle Pmi

Un milione di euro è lo stanziamento della Giunta Regionale per la capitalizzazione delle piccole e medie imprese nell’emergenza-Covid.

Lo stabilisce il provvedimento,  il cui parere preventivo favorevole è stato approvato all’unanimità dalla Terza commissione  (presidente Claudio Leone), che recepisce la proposta del capogruppo Pd Raffaele Gallo.

L’intervento è rivolto alle imprese del settore manifatturiero e delle costruzioni e – come ha spiegato l’assessore al Bilancio Andrea Tronzano – prevede contributi a fondo perduto di valore massimo pari a  62.500 euro per l’aumento di capitale delle società che, al fine di proseguire e rilanciare la propria attività a seguito dell’emergenza epidemiologica, effettueranno un’operazione di aumento di capitale sociale di importo minimo pari a 50.000 euro e massimo pari a 250.000 euro. La Dgr prevede il 30% per aumenti di capitale compresi tra 50.000 e 150.000 euro, il 25% per aumenti di capitale compresi tra 151.000 e 250.000. A Domenico Rossi (Pd) che ha rilevato l’esclusione dai benefici delle imprese sociali, Tronzano ha spiegato che si tratta di una sperimentazione da eventualmente allargare successivamente a tutte le Pmi.

 

Sostegno alla montagna

La commissione ha poi espresso parere preventivo favorevole a maggioranza al programma annuale per l’erogazione dei contributi a favore della montagna, la cui cifra ammonta a 2 milioni e 900mila euro da distribuire tra i Comuni e le Unioni delle Comunità ed Enti montani. L’assessore allo Sviluppo della montagna Fabio Carosso, ha illustrato le quattro macrolinee di azione: gli interventi per affrontare l’emergenza epidemiologica, la risistemazione dei territori montani dopo gli eventi alluvionali, il sostegno alla scuola anche per la didattica a distanza e il turismo sostenibile.

 

Contributi alle pro loco

Sono 322.500 euro le risorse finanziarie per il 2020 a sostegno delle pro loco piemontesi. Lo prevede la Proposta di deliberazione, che ha incassato il parere preventivo favorevole a maggioranza dalla commissione. Come ha sottolineato l’assessora al Turismo Vittoria Poggio, le pro loco sono importanti strumenti per lo sviluppo dei territori. I contributi sono riservati solamente alla realizzazione di eventi con importi superiori a 500 euro, la procedura di erogazione è quella dello sportello, ovvero in base alla presentazione delle domande sino ad esaurimento della dotazione finanziaria.

 

Predazione da lupi

Anche il lupo verrà considerato causa d’indennizzo dei danni causati da calamità naturali e avversità atmosferiche. Lo prevede la bozza di modifica relativa alla Legge regionale che disciplina il riordino delle norme in materia di agricoltura e di sviluppo rurale. La commissione ha espresso parere preventivo favorevole a maggioranza. L’assessore all’Agricoltura Marco Protopapa ha spiegato che la modifica riguarda proprio l’equiparazione degli animali di specie protette di fauna selvatica alle avversità naturali e atmosferiche.

 

Complessi ricettivi all’aperto e del turismo itinerante

La commissione, su richiesta dei consiglieri del Pd (GalloMonica Canalis, Maurizio Marello e Domenico Rossi) per approfondire il provvedimento, ha rinviato alla prossima settimana la trattazione del Disegno di legge 85 che modifica la legge regionale sui complessi ricettivi all’aperto e sul turismo itinerante, che era stata approvata nel 2019. Come ha spiegato l’assessora Poggio, il provvedimento  si è reso necessario dopo le osservazioni, i pareri e le impugnazioni da parte di alcuni Ministeri (Mibact e Interni) e dell’Autorità Garante della concorrenza e del mercato. In particolare, sono stati mossi rilievi sulla compatibilità ambientale per quanto riguarda gli allestimenti ricettivi all’aperto, nonché sul rischio di generare confusione con le norme vigenti nel settore tecnico-edilizio.  Nel dibattito sono anche intervenuti Sarah Disabato (M5s) e Valter Marin (Lega).

 




Pedemontana piemontese, industriali a costruttori di tre province chiedono un commissario “ad acta” 

Un commissario “ad acta” per velocizzare la realizzazione della Pedemontana piemontese: lo chiedono ai parlamentari eletti nel territorio le associazioni imprenditoriali del sistema Confindustria, molto preoccupate per un possibile ulteriore dilazionarsi dei tempi per il collegamento stradale Masserano-Ghemme.

«Le più recenti informazioni forniteci da Anas e Regione Piemonte – scrivono i presidenti di Confindustria Novara Vercelli Valsesia, Gianni Filippa, e Unione Industriale Biellese, Giovanni Vietti, insieme a Emilio Brustia e a Francesco Panuccio, rispettivamente presidenti di Ance Novara Vercelli e Ance Biella, che rappresentano le imprese delle costruzioni delle tre province – prospettano un quadro molto preoccupante: l’attuale iter autorizzativo prevede, infatti, l’avvio del cantiere solo nel 2023, secondo la migliore delle ipotesi. Si tratta di un’eventualità assolutamente inaccettabile e che non intendiamo nemmeno prendere in considerazione».

«Ritenendo che non debba farlo nemmeno chi abbia a cuore il proprio territorio, le sue attività economiche e la mobilità delle persone che ci vivono e ci lavorano – spiegano in una lettera inviata lo scorso 9 dicembre ai senatori Carlo Martelli, Gaetano Nastri e Gilberto Pichetto Fratin e ai deputati Davide Crippa, Andrea Delmastro, Alberto Gusmeroli, Marzio Liuni, Cristina Patelli, Roberto Pella, Diego Sozzani e Paolo Tiramani, oltre che al presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio e alla Ministra Lucia Azzolina, eletta alla Camera nel collegio Piemonte 2 – vi chiediamo di fare tutto quanto nelle vostre possibilità, interagendo direttamente con il Ministero e con gli Enti competenti, affinché si proceda a individuare un Commissario “ad acta” in grado di snellire l’iter procedurale dell’opera ed evitare un ulteriore allungamento dei tempi che rischierebbe di portare al collasso il sistema produttivo biellese e quello valsesiano, insieme alle relative filiere dell’edilizia, con un impatto fortemente negativo sull’economia di ben tre province: Biella, Vercelli e Novara».

«L’alluvione di inizio ottobre – ricordano gli imprenditori – ha fatto crollare il ponte tra Romagnano Sesia e Gattinara, compromettendo in modo molto serio la viabilità della zona. L’ipotesi di dover attendere oltre un biennio soltanto per vedere avviata la gara per la realizzazione di un’infrastruttura di cui si parla da 40 anni è quindi del tutto irricevibile».

Il territorio, proseguono, sta dando da tempo forti segnali di difficoltà: «oltre ai problemi produttivi, organizzativi e finanziari provocati dall’emergenza sanitaria le aziende manifatturiere e delle costruzioni sono sempre più penalizzate dagli svantaggi competitivi dovuti alle carenze infrastrutturali. I danni provocati dal maltempo hanno, come ben sapete, aggravato una situazione di crisi che in alcuni comparti è ormai molto preoccupante. Le nostre imprese ce la stanno mettendo tutta per cercare di recuperare ma non possono reggere a lungo in condizioni di costante emergenza e di oggettivo svantaggio infrastrutturale. Non possiamo quindi aspettare oltre, né possiamo accettare che la burocrazia continui a bloccare lo sviluppo, e, in alcuni casi, l’esistenza stessa delle nostre attività».

«Il 2020 – conclude la lettera – è stato l’anno del Covid e dell’alluvione in Piemonte. Fate tutto quanto possibile affinché non venga ricordato anche come quello della fine, anziché dell’inizio, delle speranze di realizzazione della Pedemontana. Abbiamo visto concretizzarsi positivamente il “modello-Genova”: vi chiediamo di intervenire perché accada lo stesso anche per il nostro territorio, che è anche il vostro…».




Acea Pinerolese industriale guarda al futuro con il progetto Spotlight

Acea Pinerolese Industriale avvierà nei primi mesi del 2021  un nuovo progetto, denominato SPOTLIGHT, finanziato al 100% da un bando Horizon 2020 dell’UE.

SPOTLIGHT rappresenta per Acea una nuova meta nella ricerca e nell’apertura di nuovi fronti di sviluppo sulle bioenergie che danno ulteriore forza e progressione verso il futuro e verso l’innovazione continua del Polo Ecologico Acea.

 

Acea Pinerolese Industriale, in virtù della valenza scientifica dei progetti di ricerca sviluppati e del forte valore innovativo a livello europeo del Polo Ecologico, è stata chiamata, dal partenariato olandese capitanato dal TNO, Centro di Ricerca Nazionale Olandese, a fare parte del gruppo di lavoro del progetto Spotlight insieme a un panel di Istituti di ricerca, Centri Universitari e centri di Ricerca e aziende tra i più affermati di tutta Europa, sul fronte dell’idrogeno, della chimica verde con sede nei Paesi Bassi, in Belgio, Germania, Svizzera, Spagna. Il Progetto Spotlight è stato approvato con successo dalla Commissione Europea, grazie all’innovazione e all’efficienza di processo che lo contraddistinguono.

 

L’obiettivo chiave di SPOTLIGHT è quello di sviluppare un dispositivo fotonico che utilizzando luce solare, converta l’anidride carbonica (CO2) prodotta da ACEA ed idrogeno verde (H2) in metano (CH4) e syngas (CO). Inoltre, il syngas prodotto in Spotlight potrà essere anche utilizzato per produrre metanolo, un ingrediente chiave per la produzione di biocarburanti da fonti rinnovabili e naturali, valorizzando ulteriormente i derivati dei rifiuti in nuove risorse.

 

È significativo come si sfrutti così la CO2 recuperata dalla valorizzazione del biogas in biometano, e che verrà fornita al partenariato per la validazione del prototipo; inoltre, si segnala che ACEA sta sviluppando, all’interno di una altro progetto dimostrativo denominato Bioroburplus coordinato dal Politecnico di Torino un processo altamente innovativo per la produzione di  bioidrogeno prodotto dal processo di reforming che utilizza biogas, ossigeno e  vapore acqueo, bio-idrogeno e che potrebbe essere utilizzato anche nel concept di SPOTLIGHT. E’ chiaro pertanto come tutte risorse del Polo ecologico vengano inglobate ai massimi livelli in  processi di economia circolare e sostenibilità ambientale.

 

 

Da Spotlight, così come dagli altri 8 progetti di ricerca a cui sta lavorando Acea, si intravvedono già i prodromi del futuro di questo impianto e del futuro dei biocarburanti e della biochimica.

 

Il Polo ecologico è sempre un passo avanti e pone, già oggi con questi progetti, le radici dei suoi sviluppi futuri e alza sempre più l’asticella della ricerca e delle nuove frontiere di domani” – ha affermato l’Ing. Francesco CARCIOFFO AD di Acea Pinerolese Industriale SPA.

 

 




Rubinetteria e valvolame, Confindustria Cnvv: webinar di aggiornamento normativo per le aziende del settore

Aggiornamento normativo on line per le aziende della rubinetteria e del valvolame aderenti a Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv).

Il webinar, in programma martedì 10 dicembre 2020 alle 10.30, è organizzato da Cnvv e Avr, l’associazione federata ad Anima-Confindustria che rappresenta a livello nazionale i costruttori di valvole e rubinetteria, fornirà un aggiornamento sull’evoluzione normativa, sul nuovo sistema di certificazione per i prodotti a contatto con acqua potabile per l’export verso la Germania e sulle domande di autorizzazione per l’utilizzo del cromo esavalente.

Lo stato dell’arte sulla normativa per il settore sarà illustrato da Alessandro Maggioni, direttore tecnico di Avr-Anima, mentre Ralf Knauf e Lucia Mastacchini, di Centro Reach srl, forniranno un aggiornamento sulle domande di autorizzazione per l’utilizzo del cromo esavalente e sull’evoluzione delle richieste da parte dell’Echa, l’Agenzia europea per le sostanze chimiche.

Prima della sessione conclusiva di domande e risposte Italo Pezzutto, di Dvgw Cert Italia, presenterà il nuovo sistema di certificazione per i prodotti a contatto con acqua potabile per l’export verso la Germania.




Maurizio Bellosta eletto vicepresidente di Avr  

Maurizio Bellosta, amministratore delegato della Bellosta Rubinetterie di Briga Novarese, è stato eletto vicepresidente per il settore Cromato di Avr, l’associazione federata ad Anima-Confindustria che rappresenta a livello nazionale i costruttori di valvole, rubinetteria, attuatori, raccorderia e tubi flessibili.

Classe 1970, sposato con una figlia, Bellosta dopo la laurea in Economia e Commercio e il tirocinio da commercialista ha svolto il suo percorso professionale nell’azienda fondata dai genitori nel 1961, prima come Area manager Italia e dal 2005 come amministratore delegato. Nel 2016 è stato insignito del riconoscimento di “Maestro della meccanica” da Fondazione Ucimu.

Gli altri rappresentanti di aziende aderenti a Confindustria Novara Vercelli Valsesia che rappresentano il distretto novarese-valsesiano all’interno degli organismi direttivi di Avr sono Elia Filiberti (Giacomini Spa), Paolo Barcellini (Caleffi Spa) e Valentina Rizzio (VIR – Valvoindustria Ing. Rizzio Spa), tra i componenti del Consiglio direttivo. Savino Rizzio (VIR) e Ugo Pettinaroli (F.lli Pettinaroli Spa), rispettivamente presidente onorario e presidente uscente di Avr, sono tra i componenti del Comitato dei saggi. Della nuova Commissione Marketing di Avr, di cui è capogruppo Luca Pettinaroli (F.lli Pettinaroli), fanno parte anche Valentina Rizzio (VIR) e Federico Albertoni (V.A. Albertoni srl).

Il comparto rappresentato da Avr nel 2019 ha raggiunto un fatturato aggregato di 7,5 miliardi di euro, di cui circa il 65% proveniente dalle esportazioni; per il 2020, a causa della pandemia, è previsto un calo del 10,3%, a 6,75 miliardi.

Anima-Confindustria rappresenta le aziende della meccanica varia e affine, che occupano complessivamente 220.400 addetti per un fatturato complessivo di 44,5 miliardi di euro e una quota di export del 56,2%. I macrosettori rappresentati da Anima sono: edilizia e infrastrutture, movimentazione e logistica, produzione alimentare, produzione di energia, produzione industriale, sicurezza e ambiente.