Gruppo costruttori edili (UI Asti): convegno sul superbonus 110%

Il Superbonus 110%, approvato all’interno del Decreto Rilancio, eleva l’aliquota di detrazione delle spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021 per specifici interventi di efficientamento energetico degli edifici al 110%.

Il neo-Capo Gruppo del Gruppo Costruttori Edili dell’Unione Industriale della Provincia di Asti, Carlo Fornaca è “convinto che quanto introdotto dal Decreto Rilancio sia un’opportunità per un vero ammodernamento degli immobili del nostro territorio, con ricadute positive sulla nostra economia. E’ un’occasione imperdibile per rilanciare il settore dell’edilizia colpito da troppi anni consecutivi di crisi”.

Al fine di approfondire gli aspetti tecnici e pratici dell’applicazione del Superbonus, il Gruppo Costruttori Edili dell’Unione Industriale della Provincia di Asti co-organizza, congiuntamente a Collegio dei Geometri di Asti, Ordine degli Architetti di Asti, Ordine degli Ingegneri di Asti, CasaClima network Piemonte–Valle d’Aosta, e con il patrocinio di ANACI – Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari, il Convegno “SUPERBONUS: come funziona per le imprese edili, tutele e raccomandazioni per i progettisti e le imprese”.

Il Convegno, aperto alla partecipazione delle imprese associate Ance Asti ed agli iscritti agli Ordini Professionali organizzatori, si terrà giovedì 17 settembre alle ore 16,30 presso il Polo Universitario di Asti.

Relatori il geom. Andrea Leone di Casa Clima Network, l’arch. Enzo Scalone del Comune di Asti, il Dott. Andrea Bonino dell’Unione Industriale della provincia di Asti e la Dott.ssa Francesca Nieddu di Banca Intesa San Paolo, banca convenzionata Ance.

Si terrà poi una tavola rotonda, alla quale parteciperanno, oltre ai relatori ed ai presidenti degli Enti organizzatori, l’Ing. Paola Malabaila, Presidente di Ance Piemonte, la dott.ssa Laura Barolo Presidente di Anaci e l’Arch. Antonio Scaramozzino, Dirigente del settore Urbanistica del Comune di Asti. Modera l’Arch. Elena Ivaldi di Ance Asti.




V2g FCA, Marsiaj (Unione Industriali): ulteriore dimostrazione della centralità di Torino nel settore auto

Il nuovo impianto di Mirafiori, unitamente alla conferma degli investimenti sul nostro territorio da parte di FCA, è un’ulteriore dimostrazione della leadership nel settore auto della nostra città”, così il presidente dell’Unione Industriale di Torino, Giorgio Marsiaj, a margine dell’inaugurazione di Vehicle-to-Grid (V2G), infrastruttura realizzata da Fca, Engie Eps e Terna che, una volta completata, sarà la più grande del genere al mondo.

“Le aziende dell’automotive stanno affrontando profondi cambiamenti – spiega il Presidente degli industriali torinesi –, forti delle proprie capacità imprenditoriali e provando a cogliere le occasioni che si stanno presentando, prima tra tutte lo sviluppo dell’elettrico”.
“Tuttavia – conclude – per rilanciare la crescita, oltre all’impegno delle imprese, è fondamentale che la politica, nazionale e locale, collabori per il comune fine di sostenere un settore trainante dell’economia e del lavoro, inserendo l’automotive e l’innovazione della manifattura tra gli obiettivi della prossima programmazione europea e destinando loro parte delle risorse del Recovery Fund”.




Filippa (Cnvv): “lavoro, semplificazione, produttività e infrastrutture assi portanti per il rilancio dell’economia”

Riduzione della tassazione sul lavoro, semplificazione burocratica e aumento della produttività, oltre a investimenti in infrastrutture, stradali e informatiche: sono gli assi portanti per una strategia di rilancio dell’economia e dell’occupazione che secondo il presidente di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv), Gianni Filippa, consenta di guardare oltre l’emergenza Covid e l’impatto che rischia di avere sul sistema produttivo e sul mercato del lavoro, tanto a livello nazionale quanto a livello locale.

«Si tratta – sostiene Filippa – di interventi che non possono più essere rinviati se vogliamo provare a far ripartire il nostro Paese e a fargli avere il ruolo che merita in Europa. Non possiamo continuare a essere il fanalino di coda della Ue: l’anno scorso il Pil italiano era al livello della crisi del 2009, mentre quello tedesco era superiore del 30%, e dopo la crisi Covid torneremo indietro di trent’anni. Abbiamo un rapporto deficit/Pil al 160% e stiamo spendendo soldi pubblici per dare sussidi, non per fare investimenti come in Germania e in Francia. Per questo dobbiamo approfittare più possibile dei fondi europei che saranno a disposizione già nei prossimi mesi, cercando di utilizzarli al meglio attraverso una progettualità lungimirante e in una prospettiva di medio/lungo termine».

«Ogni azione – aggiunge – deve essere misurata in base ai risultati ottenuti. Anche per quanto riguarda i rapporti di lavoro dobbiamo avere il coraggio di prendere atto che l’attuale sistema non funziona, altrimenti non avremmo migliaia di disoccupati, specialmente tra i giovani. Il sindacato deve difendere i suoi iscritti, che sono principalmente lavoratori dipendenti e pensionati, ma noi dobbiamo pensare anche a chi non sta lavorando, in particolar modo ai giovani. In Italia, inoltre, abbiamo retribuzioni mediamente inferiori alla media europea e dobbiamo trovare il modo per pagare meglio le persone, ad esempio attraverso incentivi e premi, non discrezionali ma in base a risultati stabiliti all’inizio dell’anno con criteri oggettivi, purché con adeguati sgravi fiscali. La tassazione sul lavoro ha, infatti, costi sempre meno sostenibili per le imprese: mi chiedo, e vi chiedo, se è giusto che per un premio di mille euro netti a un collaboratore il costo aziendale debba essere di 2.300/2.500 euro…! Come ha detto di recente anche il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, serve quindi una riforma organica, perché non si può pensare che sia la tassazione del mercato del lavoro a mantenere tutto il resto. Non abbiamo bisogno di ridurre l’orario lavoro, ma di coniugare produttività e salari».

«A questo problema strutturale – prosegue Filippa – si aggiungono le spese, davvero ingenti, che gli imprenditori devono sostenere per far fronte agli infiniti adempimenti burocratici a cui devono sottostare le loro aziende: una specie di “tassazione occulta” che richiede un impiego di personale che non può essere dedicato alla produzione e al business ma soltanto al disbrigo di pratiche e procedure a volte anche discrezionali. Dobbiamo semplificare e sburocratizzare per davvero, quindi, perché la produttività si aumenta anche riducendo il tempo dedicato a lavori inutili».

«Un’ultima considerazione – conclude – va fatta su chi entra per la prima volta nel mercato del lavoro: se i primi stipendi di un neo-assunto sono di poco superiori al “reddito” percepito da chi riceve solo sussidi come possiamo motivare i giovani a professionalizzarsi e a cercare un impiego soddisfacente? Dobbiamo incentivare le persone a cercare un lavoro e a specializzarsi sempre più, non dare loro soldi per far niente… Speriamo che nelle prossime settimane l’attenzione del mondo politico non sia concentrata solo sulle elezioni regionali e sul referendum ma anche su come far ripartire l’industria e l’economia senza gravarle di ulteriore burocrazia e incertezza: nel caso qualcuno non se ne ricordasse abbiamo ancora troppe leggi senza i rispettivi decreti attuativi e non possiamo continuare a intraprendere in una condizione simile».

 




Filiera auto, UI Torino: passaggio a nuova piattaforma PSA da parte di FCA diventi un’opportunità

Il presidente dell’Unione Industriale di Torino ha contattato i vertici di FCA per verificare i piani di sviluppo e produzione del Gruppo in Italia, in particolare a Torino, e l’impatto che l’adozione della piattaforma francese Psa-Cmp per i veicoli del segmento B, prodotti nello stabilimento di Thychy in Polonia, avrà per le imprese del territorio, tenendo conto che “l’alleanza sulle piattaforme – spiega Marsiaj – viene comunemente adottata dalle case automobilistiche anche tra loro concorrenti”.

Giorgio Marsiaj ha raggiunto telefonicamente il responsabile delle attività europee di FCA, Pietro Gorlier, che ha rassicurato in merito, confermando la centralità dell’area torinese per il Gruppo unitamente agli impegni assunti nel piano di investimenti italiano per un ammontare complessivo di 5 miliardi di euro.

“Dai colloqui intercorsi – dichiara il presidente dell’Unione Industriale di Torino –, che proseguiranno nelle prossime settimane, ho avuto ampie rassicurazioni sull’attenzione verso il nostro territorio da parte del gruppo FCA, che ha confermato gli impegni assunti, tra i quali la valorizzazione della filiera nazionale e il coinvolgimento anche nei nuovi progetti delle competenze italiane”.

“ Vorremmo che i fornitori italiani potessero cogliere le nuove opportunità che si apriranno – continua Marsiaj – , ad esempio grazie all’aumento dei volumi produttivi, in particolare quelli associati ai modelli brandizzati FCA. Inoltre, in linea con lo sviluppo in Italia del segmento C-UV dell’Alfa Romeo a Pomigliano e della Jeep Compass a Melfi e a della 500 Bev a Mirafiori, auspico l’arrivo in Italia e in particolare a Torino, di nuove produzioni che potrebbero dare nuovo slancio e opportunità alle imprese locali.”.

“Lo scenario sta cambiando – conclude il Presidente – e si sta avviando una nuova era di innovazione che aprirà diverse opportunità di sviluppo, che potranno essere colte solo se si riuscirà a gestire questo momento estremamente difficile e di contrazione mondiale del mercato. Per questo, serve una strategia nazionale di lungo periodo da parte del Governo, con una attenta politica industriale a sostegno dell’automotive, perché su questo si misurerà la capacità attrattiva del nostro territorio”.




Imprese e sindacati insieme per la sicurezza anti-covid

L’Organismo Paritetico Provinciale di Torino, istituito dall’Unione Industriale di Torino e da CGIL/CISL/UIL, ha elaborato una check-list per facilitare l’implementazione a livello aziendale dei contenuti del Protocollo sottoscritto il 24 aprile 2020 dal Governo e dalle principali Organizzazioni datoriali e sindacali.

La check-list, che tiene conto delle più recenti novità a livello normativo e scientifico, si articola nei 13 punti previsti dal Protocollo ed in due appendici, dedicate alla gestione dell’aria negli ambienti indoor (con particolare riferimento agli impianti di ventilazione/climatizzazione) ed al monitoraggio dei lavoratori in smart working.

L’intenzione è di consentire alle imprese una verifica rapida e puntuale delle misure anti-Covid adottate, con il coinvolgimento dei Comitati aziendali previsti dal Protocollo.

Si tratta di un’iniziativa che rientra nel più ampio percorso che, fin dalla prima fase della pandemia, l’Unione Industriale e CGIL/CISL/UIL hanno condiviso per approfondire le normative, affrontare le criticità e diffondere il più possibile la cultura della sicurezza all’interno dei luoghi di lavoro, anche nella specifica declinazione legata al contenimento della diffusione del Covid-19.

“Nella consapevolezza che solo un’attenta e condivisa gestione della quotidianità lavorativa possa davvero fare la differenza – ha spiegato Massimo Richetti, Responsabile Relazioni Sindacali dell’Unione Industriale di Torino – abbiamo cercato di realizzare uno strumento utile e concreto, per agevolare imprese e lavoratori nell’adozione e nel rispetto delle misure di sicurezza. Ora più che mai il futuro del nostro sistema economico e sociale dipende dalla nostra capacità di coesione, anche e soprattutto nei luoghi di lavoro”.

“Fin da subito, nella fase più difficile della pandemia – aggiungono Federico Bellono CGIL Torino, Cristina Maccari CISL Torino, Teresa Cianciotta UIL Torino – si sono costituiti i Comitati Aziendali nel cui ambito Aziende e Delegati sindacali hanno percorso la strada del confronto, con l’obiettivo di trovare soluzioni condivise per conciliare produzione e massima sicurezza. Non possiamo però abbassare la guardia e la check list si pone in questa logica di monitoraggio preciso e costante; nei prossimi mesi saremo inoltre impegnati in attività di formazione, rivolta ad imprese e lavoratori, con l’obiettivo di rendere il posto di lavoro un luogo sempre più sicuro per i lavoratori e l’intera comunità.”




Andrea Notari nuovo Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Piemonte 2020-2023

Il Consiglio Regionale della Federazione Regionale dei Gruppi Giovani Imprenditori di Confindustria Piemonte, riunitosi il 22 luglio 2020 presso il Castello visconteo sforzesco di Novara, ha eletto suo Presidente, per il prossimo triennio 2020-2023, Andrea Notari, 30 anni, della Notarimpresa SpA di Novara e appartenente al Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Novara Vercelli Valsesia.
I Giovani Imprenditori piemontesi hanno ringraziato la Presidente uscente, Giorgia Garola, nel corso del cui mandato sono state organizzate numerose iniziative che hanno visto coinvolto il Movimento regionale G.I..

L’attività della nuova Presidenza si concentrerà sui temi della Digitalizzazione, dell’Education, dell’Internazionalizzazione e del Turismo e Cultura.

Alla riunione elettiva hanno partecipato inoltre il Presidente di Confindustria Piemonte Marco Gay, il Presidente nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria Riccardo Di Stefano, e il Presidente di Piccola Industria nazionale Carlo Robiglio.




Angelo Cappetti direttore generale dell’Unione Industriale di Torino

Dopo oltre quarant’anni di servizio, dei quali tredici come Direttore Generale dell’Unione Industriale di Torino, Giuseppe Gherzi lascia il suo incarico per quiescenza, continuando, di intesa con la presidenza, ad assicurare la sua collaborazione su alcuni progetti strategici quale, ad esempio, il Manufacturing Tecnology Competence Center.

Come segno di continuità e di apprezzamento per il lavoro svolto all’interno dell’Associazione negli ultimi sei anni, su proposta del presidente Giorgio Marsiaj, il Consiglio di Presidenza ha deliberato di affidare ad Angelo Cappetti la direzione generale dell’Unione Industriale di Torino.

Giorgio Marsiaj, a nome del Consiglio di Presidenza e di tutti gli Associati, ha ringraziato Giuseppe Gherzi per l’ottimo lavoro svolto e il grande contributo reso all’intero sistema associativo in questi anni.

Angelo Cappetti assumerà formalmente l’incarico il prossimo 1° ottobre.




Giorgio Marsiaj è il nuovo presidente dell’Unione Industriale di Torino

Giorgio Marsiaj è stato eletto Presidente dell’Unione Industriale di Torino dall’Assemblea Generale dei soci, riunitasi stamattina in videoconferenza, insieme con la squadra dei Vicepresidenti: Antonio Calabrò, Massimiliano Cipolletta, Anna Ferrino, Marco Lavazza, il Presidente della Piccola Industria, Giovanni Fracasso, e il Presidente dei Giovani Imprenditori, Alberto Lazzaro.

“Il nostro impegno per il mandato di presidenza – ha dichiarato Marsiaj – sarà di contribuire alla ricerca di una via d’uscita a questa crisi che è la più intensa che abbiamo vissuto, per un ritorno a una crescita robusta destinata a creare nuova occupazione.
Noi imprenditori dobbiamo compiere un risoluto cambio di passo.

È tempo di un impegno straordinario da parte nostra, che impone una più elevata capacità di proposta.

Questo scenario impone un coinvolgimento di tutta la comunità, con un progetto di lungo periodo per creare consenso, condivisione e stabilità. L’Unione Industriale di Torino deve, quindi, focalizzarsi sull’execution dei programmi, da definire in partnership coi principali attori del sistema locale, che siano essi privati o pubblici. È imperativo conciliare le regole del mercato con la doverosa necessità di non lasciare nessuno indietro. Torino ha una lunga tradizione in tal senso”.

“Vogliamo una Torino giovane – ha proseguito – che richiami tanti ragazzi e ragazze, nella speranza che una parte di loro, stabilendosi qui, contribuisca allo sviluppo del territorio. Abbiamo un brand straordinario “Made in Torino”, che dobbiamo ancora promuovere appieno, insieme alle capacità della nostra manifattura, che possono divenire un cardine della ripresa. Anche il turismo e la cultura costituiscono un patrimonio che attende ancora di essere valorizzato. Inoltre, Torino possiede formidabili competenze tecnologiche su cui bisogna investire di più”.

“L’Unione Industriale di Torino – ha aggiunto – deve diventare un catalizzatore delle idee e forze e di coloro che vogliono restituire alla città una missione nello sviluppo italiano, affinché essa torni a essere quel presidio della crescita e quel caposaldo economico del Nord che è sempre stata.

Per questo, sarà importante realizzare un Nord policentrico, forte, che sia patrimonio dell’Italia e dell’Europa, grazie anche a una rete infrastrutturale grandemente potenziata rispetto a oggi. In questa direzione la Tav, insieme col Terzo Valico, rappresenta la priorità. La crescita della nostra comunità passa attraverso un’Europa più solida e coesa”.
Giorgio Marsiaj ha concluso con un appello: “Nel passato ho affermato che alla politica non avrei chiesto niente. Oggi, invece, chiedo a gran voce di condividere il percorso verso il pieno utilizzo di tutti gli strumenti europei, i soli che possono dotarci delle risorse di cui abbiamo assoluto bisogno.

Chiedo alla politica di accelerare il processo di riforme sollecitatoci con urgenza dai nostri alleati europei. Chiedo di favorire gli investimenti in grado di rimettere in moto il nostro territorio. E di farlo subito. Non abbiamo tempo”.

 




Previsioni congiunturali CNVV 3° trimestre 2020: estate all’insegna del pessimismo per industrie Novara e Vercelli

È un’estate all’insegna del pessimismo per l’industria delle province di Novara e di Vercelli.

Secondo le previsioni congiunturali di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) per il trimestre luglio-settembre 2020 (disponibili sul sito) il saldo tra la percentuale degli imprenditori che, rispetto al trimestre precedente, si dichiarano ottimisti e quella di coloro che sono pessimisti sull’incremento della produzione rimane negativo, anche se con una notevole differenza tra i due territori: in quello novarese, infatti, il dato risale da -26,8 a -16,4 punti, mentre in quello vercellese cala da -29,3 a -33,3 punti, con una media regionale a -29,2 punti rispetto ai precedenti -27,3.

Pur restando in territorio negativo si inverte in entrambe le province il trend del saldo ottimisti/pessimisti riferito alle attese di nuovi ordini, che passa da -30,1 a -16,4 punti per Novara e da -38 a -29,3 punti per Vercelli, a fronte di una media piemontese stabile a -30,9 punti. Discordante, invece, il saldo ottimisti/pessimisti sulle attese di ordini esteri, che nel Novarese scende da -18,6 a -19,8 punti mentre in provincia di Vercelli risale da -26,9 a -16,3 punti, a fronte di una media regionale in flessione da -24,4 a -27,6 punti.

«Siamo in una fase di grande incertezza – commenta il presidente di Cnvv, Gianni Filippa – e con la possibilità che il peggio debba ancora arrivare; il fatto che, superata l’emergenza sanitaria, scelte politiche di sostegno strutturale al sistema produttivo non siano ancora chiare e definite sta mettendo serie ipoteche sul futuro del tessuto socio-economico locale. Servono tempi certi sulla liquidità, che in questa fase è indispensabile alle imprese, e una visione di lungo termine orientata a un rilancio “vero”, con forti investimenti in infrastrutture di comunicazione, materiale e digitale, scuola e università, nuove esigenze abitative, sanità, gestione delle acque e dei rifiuti, promozione del Made in Italy e valorizzazione dei territori, con le loro attrattive naturali, turistiche e culturali».

Il saldo ottimisti/pessimisti relativo alle aspettative di nuova occupazione registra un miglioramento a Novara (-0,8 punti, rispetto ai precedenti -8,1) mentre a Vercelli peggiora, da -1,1 a -8,1 punti, in linea con il calo piemontese (da -6,7 a -12,6 punti).

La percentuale di imprese che dichiara l’intenzione di ricorrere alla Cassa integrazione guadagni (Cig) raggiunge i massimi storici, con il passaggio dal 24,8% al 45,4% a Novara e dal 22,2% al 45,8% a Vercelli, mentre in Piemonte l’incremento è dal 31,9% al 50,4%. «Come avevamo già rilevato nella precedente indagine – osserva il direttore di Cnvv, Aureliano Curini – il massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali sta arginando l’impatto della crisi sul mercato del lavoro, ma non essendoci alcuna prospettiva per i prossimi mesi rischiamo conseguenze devastanti anche su questo fronte, soprattutto in caso di una ripresa dell’epidemia».

Le intenzioni di effettuare investimenti significativi sono segnalate dal 23% di aziende novaresi (rispetto al precedente 23,8%) e dal 15,3% di quelle vercellesi (rispetto al 19,6% di fine marzo), con una media regionale che cala dal 18,9% al 15,5%, mentre investimenti sostitutivi sono annunciati dal 50% delle imprese novaresi e dal 39,8% di quelle con sede in provincia di Vercelli (46,7% e 42,4%, rispettivamente i dati precedenti), con una media regionale stabile al 44,4%.

Peggiora nettamente, invece, la percentuale di aziende che denuncia ritardi negli incassi: dal 29,2% al 35,9% nel Novarese e dal 28,6% al 49,5% nel Vercellese e in Valsesia, con una media regionale che sale da 37,9% a 54,5%: «si tratta di un aspetto molto preoccupante – aggiunge Filippa – che ci riporta alle rilevazioni di cinque anni fa e che temiamo possa ulteriormente peggiorare nei prossimi mesi».

I dati relativi ai principali settori produttivi, elaborati in forma aggregata e con media ponderata sulle due province, segnalano una forte differenza territoriale nel saldo ottimisti/pessimisti relativo alle attese di produzione del metalmeccanico (a -5,3 punti nel Novarese e a -33,3 nel Vercellese), mentre la media delle imprese intenzionate a ricorrere alla Cig sale al 52,5%.

Nel comparto della rubinetteria e del valvolame il saldo ottimisti/pessimisti sulla produzione cala da -19 a -37,5 punti, mentre pur in un contesto negativo migliora (da -15,8 a -9,1) il saldo ottimisti/pessimisti riferito agli ordini esteri e cresce dal 28,6% al 45,8% l’intenzione di ricorso alla Cig. Prospettive negative anche per il chimico, con un saldo ottimisti/pessimisti sulla produzione in calo da -22,2 a -30 punti, e per il tessile-abbigliamento, dove il saldo sulle attese di produzione scende a -52,9 punti dai -38,1 della precedente rilevazione e l’intenzione di ricorrere alla Cig è dichiarata dall’81,3% delle aziende.

Nell’alimentare le aspettative di produzione tornano negative per la prima volta da inizio 2019 (-6,7 punti il saldo ottimisti/pessimisti, rispetto al 5,3 del trimestre precedente), con attese di ordini positive soltanto dall’estero.




Marco Gay nuovo presidente di Confindustria Piemonte

Il Consiglio di Presidenza elettivo di Confindustria Piemonte tenutosi, martedì 7 luglio, ha eletto Marco Gay nuovo Presidente degli industriali piemontesi per il quadriennio 2020-2024.

La votazione si è svolta a seguito delle consultazioni da parte dei tre componenti della Commissione di Designazione con i Presidenti delle Associazioni Territoriali e dopo aver raccolto la candidatura unica di Gay. Alla nomina hanno preso parte i Presidenti delle territoriali, di Ance Piemonte, Giovani Imprenditori e Piccola Industria.

Gay, 44 anni, torinese, con oltre 20 anni di esperienza imprenditoriale nel settore digitale e dell’innovazione, ha già una profonda conoscenza degli ambienti associativi: è stato Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Piemonte e di Confindustria e ricopre tuttora le cariche di Presidente di Anitec-Assinform (imprese ICT e dell’Elettronica di Consumo) e di Vicepresidente di Confindustria Digitale. Dal 2017 è amministratore delegato di Digital Magics, incubatore di startup.

«Ho iniziato il mio percorso in Associazione alla guida dei giovani imprenditori di Confindustria Piemonte nel 2011 – ha commentato il neo-presidente Gay – e ora sono orgoglioso di poter guidare gli imprenditori della mia regione, mettendo a disposizione competenze e volontà per far ripartire il nostro territorio. So che saranno quattro anni molto impegnativi, i segni lasciati dalla pandemia sul tessuto economico sono tangibili e purtroppo non ancora tutti evidenti, ma sono convinto che le nostre aziende hanno la volontà e tutte le caratteristiche per vincere la sfida. Proseguirò l’ottimo lavoro svolto dal Presidente Ravanelli e ci concentreremo in particolare sulla politica industriale e sui suoi pilastri come digitalizzazione, Europa e internazionalizzazione, sostenibilità, formazione e infrastrutture».

Gay succede a Fabio Ravanelli, che ha voluto accogliere il Consiglio elettivo negli stabilimenti novaresi della sua azienda, la Mirato S.p.A. Nel porgere il suo saluto, Ravanelli ha ricordato i momenti cruciali della sua presidenza: «Prima fra tutte, la mobilitazione delle imprese a favore della TAV Torino-Lione, che ha contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica e a rinsaldare il valore delle infrastrutture come condizione necessaria per lo sviluppo. E poi l’innovazione digitale e la transizione al 4.0 delle nostre imprese (con la creazione del Digital Innovation Hub Piemonte, primo in Italia) un passaggio ancora non completato, ma così centrale per rimanere e competere sul mercato. Ultimo punto, ma solo in ordine di tempo, la gestione dell’emergenza Covid e quanto fatto per mediare tra istituzioni e aziende, lato economico e lato sicurezza al momento della riapertura. Senz’altro c’è ancora molto da lavorare sulla capacità del territorio di attrarre investimenti – ha concluso Ravanelli – una sfida fondamentale su cui Confindustria potrà dare un contributo fattivo. A Marco Gay il mio augurio di buon lavoro per il futuro del Piemonte».