Coronavirus, i giovani imprenditori di Cnvv dicono “no” a un altro lockdown 

Un nuovo lockdown significherebbe il fallimento di ogni misura preventiva; dobbiamo assolutamente evitarlo.

Lo sostengono i Giovani Imprenditori di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) riflettendo sulle recenti misure per il contenimento del contagio da Coronavirus.

«Il nostro pensiero – spiega il vicepresidente del Gruppo, Dario Arlunno – va prima di tutto a coloro che stanno soffrendo e alle loro famiglie, ma non possiamo non rilevare che numerose attività hanno fatto, nei mesi scorsi, notevoli investimenti per rendere sicura la produzione e la fruizione di beni e servizi in presenza e non vanno ulteriormente penalizzate. Andrebbero, piuttosto, incrementati i controlli e le sanzioni a chi non rispetta le regole: operazione decisamente più facile da svolgere in un’azienda o in un esercizio pubblico rispetto a quanto possa avvenire nei contesti domestici».

«La chiusura delle attività – aggiunge la presidente, Federica Zappone – ha provocato e provocherà danni ingenti al sistema economico e all’occupazione; per evitarne di ulteriori si deve incrementare il capitale umano di aziende pubbliche e private, non solo della sanità, per garantire sempre maggiore sicurezza, digitalizzazione e innovazione. Possiamo, ad esempio, dare ai numerosi sussidiati ad alto potenziale un ruolo attivo nella ripresa della nostra economia, utilizzando al meglio le loro competenze».

 




Le imprese piemontesi guardano all’Est Europa, aperte le iscrizioni al webinar

Un incontro online – mercoledì 30 giugno alle ore 10 – per fornire indicazioni sulle reali opportunità di partnership e di collaborazione per le aziende italiane negli undici Paesi di cui fa parte la rete di Confindustria Est Europa e presentare gli strumenti a supporto delle imprese gestiti dalla Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) e il sistema di sostegno finanziario di UniCredit nell’area.

Il webinar dal titolo Sostegni operativi per le imprese nei Paesi dell’Est Europa è organizzato da Confindustria Novara Vercelli ValsesiaConfindustria PiemonteConfindustria Est EuropaBanca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo in collaborazione con UniCredit.

Dopo il saluto di Alessandro Battaglia, presidente della Commissione Internazionalizzazione di Confindustria Piemonte, Maria Luisa Meroni, presidente di Confindustria Est Europa illustrerà le opportunità di business nei Paesi aderenti alla Federazione e il ruolo delle rappresentanze internazionali di Confindustria. Massimo Carnelos, direttore esecutivo aggiunto per l’Italia della BERS, parlerà del ruolo della Banca, mentre la presenza di Unicredit a supporto delle imprese nel processo di espansione del loro business in Est Europa verrà trattato da Alessandro Paoli, responsabile UniCredit International Center Italy. Concluderà l’incontro, prima della sessione di domande e risposte con i partecipanti, la testimonianza di Fabiano Coccato, amministratore delegato della Coccato & Mezzetti srl, aderente a Cnvv, sul tema “Avviare un business in Est Europa”.​

 

Registrazione a questo link

 

 

 

 




“Pmi Day” 2023-24: conclusi incontri scuole organizzati dal Comitato Piccola Industria di Cnvv

Trentuno visite in 23 aziende aderenti a Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv), alle quali hanno preso parte 1.105 studenti e 77 insegnanti di 15 scuole delle province di Novara e di Vercelli. È decisamente positivo, e in crescita rispetto alla precedente edizione, il bilancio di “Pmi Day-Industriamoci”, la Giornata nazionale delle piccole e medie imprese organizzata da Piccola Industria Confindustria in collaborazione con le associazioni territoriali del sistema che si è svolta tra i mesi di novembre 2023 e maggio 2024.
«La scelta di distribuire gli incontri nel corso di tutto l’anno scolastico si è rivelata vincente», commenta il presidente del Comitato Piccola Industria di Cnvv, Giorgio Baldini. «In questo modo abbiamo consentito al maggior numero possibile di classi, che sono state 67 e per le quali sono stati organizzati ben 32 spostamenti in pullman, di prendere parte alle visite guidate senza impattare in modo eccessivo sull’attività quotidiana delle imprese, che hanno dimostrato una disponibilità straordinaria. Lo sforzo organizzativo, anche da parte della struttura di Cnvv, è stato notevole e alcuni costi, come quelli di trasporto, sono raddoppiati rispetto alla precedente edizione. Ritengo che comunque ne sia valsa la pena, per cui credo che quella che nell’autunno del 2022 era partita come una “sperimentazione” sia destinata a diventare una prassi, con benefici che andranno a vantaggio di tutti: scuole, aziende e territori».
Gli istituti scolastici che hanno aderito all’iniziativa sono, in provincia di Novara: “Bellini”, “Fauser”, “Nervi” e “Omar” (sedi di Novara e di Oleggio), “Da Vinci” a Borgomanero, e “Bonfantini” (sedi di Romagnano Sesia e Lesa); in provincia di Vercelli: “Avogadro”, “Cavour”, “Faccio” e “Lanino” a Vercelli, “Galilei” a Santhià, “Lirelli” e “Magni” a Borgosesia. Le aziende ospitanti sono state: in provincia di Novara Birla Carbon Italy (Trecate), Cavanna (Prato Sesia), Fides (Novara), Novacciai Martin (San Pietro Mosezzo), Memc (Novara), Olivari (Borgomanero), Procos (Cameri), Riseria Ceriotti (Novara), Sambonet Paderno (Casalino), Sanco (Galliate), Sime (Borgomanero) e Francoli-Torraccia del Piantavigna (Ghemme); in provincia di Vercelli Adverteaser (Vercelli), Copra (Pila), Gessi (Serravalle Sesia), Lanificio Colombo (Borgosesia), Marazzato (Borgo Vercelli), Officine Arfino (Varallo), Officine Rigamonti (Valduggia), Prefabbricati Guerrini (Santhià),  Setvis-Fisat (Vercelli), Sogin (Saluggia) e Stamperia Bosatra (Borgosesia).
«Il confronto diretto – conclude Baldini – tra imprenditori e giovani, che hanno potuto “toccare con mano” il valore economico e sociale delle nostre imprese e trovare informazioni utili per il loro orientamento professionale è stato, a parere unanime, decisamente proficuo. Ringrazio sinceramente tutte le aziende che hanno aderito all’iniziativa e tutte le scuole coinvolte, per il notevole interesse dimostrato».



Che cosa accadrà alle imprese torinesi con la Brexit?

Il Regno Unito è il primo Paese a lasciare la UE da quando l’organizzazione internazionale è stata fondata: Londra aveva aderito nel 1973 e si ritira 47 anni dopo. L’ultimo passaggio necessario, ma formale, è stato il voto di ratifica dell’Europarlamento avvenuto ieri sera.

Da domani, 31 gennaio, il Regno Unito sarà quindi fuori formalmente, ma ci saranno 11 mesi di transizione durante i quali i rapporti commerciali con l’UE rimarranno gli stessi; tuttavia, una legge inglese, creata recentemente ad hoc, vieta l’estensione del periodo di transizione. Se entro fine anno non saranno raggiunti gli accordi su tutti i punti, il Regno Unito sarà comunque fuori.

Se i negoziati dei prossimi mesi non andranno a buon fine, potrebbero rispuntare i dazi sui prodotti scambiati tra Ue e Regno Unito e soprattutto il settore agroalimentare seguirà con attenzione che cosa succederà.

Molti aspetti economici saranno più chiari nei prossimi mesi e si vedrà che cosa succederà per eventuali dazi. Una conseguenza prevedibile per i nostri imprenditori che esportano componenti di autoveicoli, prodotti agroalimentari o tessili è che le pratiche per l’esportazione saranno più complicate. Presumibilmente dovranno richiedere alla Camera di commercio alcuni documenti, come i Certificati di origine.

Già dall’anno scorso i certificati possono essere richiesti attraverso il pratico invio telematico di CERT’O, ma in questi giorni a Torino stiamo sperimentando anche la loro stampa direttamente in azienda – dichiara Vincenzo Ilotte, Presidente della Camera di commercio di Torino – Guardando poi alla nostra bilancia commerciale, vorrei sottolineare che ci sono molti imprenditori che manifestano largamente la consapevolezza di trovarsi ad operare in un contesto mondiale con più fattori perturbanti; in particolare stiamo registrando l’atteggiamento degli imprenditori del manifatturiero e della componentistica automotive, dove uno su tre è preoccupato proprio dalla Brexit. Ma sono convinto che i rapporti con il Regno Unito continueranno su basi accettabili per tutti e, come sempre nei momenti di crisi, emergeranno delle opportunità anche per le nostre imprese. Dobbiamo capire il cambiamento, adattarci con maggior rapidità possibile e inserirci nel nuovo contesto normativo”.

La bilancia commerciale con Torino (al terzo trimestre 2019)

Dal punto di vista economico Torino esporta verso il Regno Unito circa il 5% delle proprie vendite complessive (dato del III trimestre 2019).

Nell’export il trend della provincia di Torino vede un calo con 710,2 milioni di euro (-5,7%), a cui si è contrapposta una crescita delle importazioni fino a 304,6 milioni di euro (+5,2%). Il saldo della bilancia commerciale rimane comunque positivo (+405,6 milioni di euro), ma in peggioramento rispetto al 2018.

Il 45% delle vendite torinesi è imputabile ai mezzi di trasporto, in calo del 9% rispetto al periodo gennaio-settembre 2018. Nella categoria, in particolare, a soffrire maggiormente sono le esportazioni di autovetture che vedono una battuta d’arresto del 19%; al contrario le vendite di parti e componenti di autoveicoli si mantengono positive (+1,9%), dato in controtendenza rispetto ai trend riscontrati verso altri grandi paesi europei come la Francia, dove le vendite di parti e componenti subiscono un rallentamento del -4,7%, e la Germania (-0,4%) ed extraeuropei (Stati Uniti -13,9%).

Se si analizzano altri settori importanti per le esportazioni verso il Regno Unito spiccano i prodotti alimentari torinesi (10%), con un trend positivo (+42%). Nello specifico, crescono le vendite di prodotti da forno (+2,1%) e di frutta e ortaggi (+9%).

Positivo, infine, anche il trend di prodotti tessili, di abbigliamento e calzature con un’incidenza del 4% in provincia di Torino, con un aumento delle esportazioni verso il Regno Unito del +18%

 

Alcuni dati dal settore automotive

Dati qualitativi piuttosto preoccupanti arrivano da alcune informazioni dell’Osservatorio sulla componentistica automotive italiana 2019 realizzato da parte di Camera di commercio di Torino, Anfia e CAMI-Center for Automotive and Mobility Innovation dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. In generale, le imprese manifestano largamente la consapevolezza di trovarsi ad operare in un contesto mondiale con più fattori perturbanti che in modo ineluttabile condizionano le proiezioni sul futuro, ma quasi un’impresa piemontese su tre (stesso trend a livello italiano) si preoccupa per la Brexit che rende incerto il futuro delle relazioni tra Unione Europea e Regno Unito.

 

Il Certificato di Origine – www.to.camcom.it/certificati-di-origine

Il Certificato di Origine è un documento, rilasciato dalla Camera di commercio territorialmente competente, che attesta l’origine della merce e che accompagna i prodotti esportati in via definitiva.

CERT’O è il servizio che la Camera di commercio di Torino mette a disposizione degli utilizzatori di Certificati per l’invio telematico delle loro richieste. Sulla base di quanto ricevuto, la Camera di commercio effettua l’istruttoria e produce il documento cartaceo (Certificato) da consegnare al richiedente. La modalità telematica, che presenta molti vantaggi, può essere usata solo per la presentazione della richiesta dei Certificati di origine, perché in genere le autorità doganali estere esigono la produzione della copia cartacea con la firma autografa del funzionario camerale. L’impresa ritira il certificato richiesto telematicamente, senza fare code, tramite un incaricato o inviando un corriere.

In questi giorni è attivo un nuovo servizio sperimentale per la stampa in azienda dei Certificati di origine. Il servizio è riservato alle imprese che posseggano almeno uno dei seguenti requisiti: certificazione AEO, essere esportatore autorizzato o registrato nel sistema REX o in quello camerale Italiancom. La Camera di commercio invia il testo del Certificato di origine in formato PDF con il timbro previsto e la firma olografa del funzionario responsabile. Il file PDF dovrà essere stampato sui formulari in bianco che verranno consegnati alle ditte accreditate. Poiché la Camera di commercio di Torino è entrata a far parte del network ICC/WCF (World Chambers Federation), i certificati emessi potranno essere verificati entrando nel sito 

 




Giorgio Marsiaj designato come prossimo presidente di Unione industriale Torino

Il Consiglio Generale di Unione Industriale di Torino, riunitosi oggi in videoconferenza, ha designato Giorgio Marsiaj come Presidente dell’Associazione, al termine del mandato di Dario Gallina.

Giorgio Marsiaj, vicepresidente dell’Unione Industriale di Torino e presidente dell’AMMA, è anche fondatore, presidente e amministratore delegato di SABELT S.p.a., azienda leader nella produzione di sedili sportivi per auto di alta gamma, di cinture di sicurezza, di abbigliamento tecnico per il Motorsport e applicazioni speciali di sistemi di ritenuta nel settore Aerospace e Aviation.

È, inoltre, vice presidente e amministratore delegato della Holding M. Marsiaj & C e presidente della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali.

Il voto è avvenuto sulla base delle indicazioni emerse dalla relazione dei tre saggi, Gianfranco Carbonato, Licia Mattioli e Alberto Tazzetti, che, in qualità di ultimi Past President dell’Unione Industriale di Torino, hanno composto la Commissione di designazione.

“Ringrazio i colleghi del Consiglio Generale – dichiara Giorgio Marsiaj – per avermi scelto come loro rappresentante e per aver permesso all’imprenditoria torinese di arrivare a questa nomina con spirito di coesione e unione. Assumo questo incarico con grande senso di responsabilità, consapevole che, in un momento in cui le prospettive economiche future appaiono particolarmente critiche, serva un’Unione Industriale compatta, forte ed autorevole, capace di cogliere tutte le opportunità in grado di rilanciare la competitività e la produttività. Concentrerò, quindi, il mio impegno per essere un interlocutore attento e propositivo con le istituzioni, rafforzando il nostro ruolo di rappresentatività e di servizio per le imprese”.

Nella riunione del Consiglio Generale del prossimo 29 giugno, il presidente incaricato presenterà la squadra di presidenza.

Come da Statuto, spetterà all’Assemblea Generale, che si riunirà in forma privata ed in videoconferenza il prossimo 13 luglio, la formale elezione di Giorgio Marsiaj presidente dell’Unione Industriale di Torino per il quadriennio 2020-2024 e dei Vice presidenti.

 

 




Progetto Asm Vercelli Spa per produzione pallet, Filippa: “Risponde ai principi della sostenibilità”

Il presidente di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv), Gianni Filippa, interviene sul progetto di Asm Vercelli Spa per la realizzazione di un impianto di recupero del legno finalizzato alla produzione di pallet in via Libano, a Vercelli.

«Non è compito di Cnvv – spiega – entrare nel merito del dibattito politico sulla realizzazione o meno dello stabilimento, ma ritengo doveroso fare alcune considerazioni di carattere industriale. Per quanto a mia conoscenza, infatti, questo impianto non solo risponde a tutti i requisiti di sicurezza ma è perfettamente in linea con le indicazioni dell’Unione europea per uno sviluppo innovativo e sostenibile: utilizza tecnologie “4.0”, il massimo oggi possibile in termini di automazione, risponde ai principi della sostenibilità ambientale, in quanto la produzione di pallet risparmierà il taglio di circa 115.000 alberi, e dell’economia circolare, in quanto consentirà il recupero di legno, mobili e altri scarti che altrimenti finirebbero nelle discariche o, peggio ancora, abbandonati».

«Abbiamo la possibilità – aggiunge Filippa – di vedere realizzato sul nostro territorio uno stabilimento che costituirà un esempio a livello nazionale, dimostrando che a Vercelli, invece di stare soltanto a parlare di economia circolare, si costruisce un impianto che funziona. Un ulteriore vantaggio è che l’investimento non viene realizzato da un fondo o da sconosciuti che operano a fini speculativi, ma da una società a partecipazione pubblica che è garanzia di serietà e affidabilità e i cui utili rimarranno per buona parte sul territorio. Si deve, infine, considerare anche il positivo impatto occupazionale del nuovo stabilimento: essendo moderno e molto automatizzato la sua costruzione, gestione e manutenzione richiederanno una manodopera qualificata, con ricadute positive anche sull’indotto».




Unione Industriali Torino entra in Assocaaf

L’Unione Industriali Torino entra nella compagine societaria di Assocaaf. Parallelamente Assocaaf ha acquisito le quote dell’Associazione torinese di Unioncaf, il CAF costituito dall’Unione Industriali Torino per l’offerta dei servizi di assistenza fiscale alle aziende e ai loro dipendenti sul territorio torinese e – più in generale – in Piemonte.

Assocaaf, realtà di origine lombarda ma con un’importante presenza sul territorio nazionale, è il più grande CAF costituito dalle Associazioni territoriali e di categoria di Confindustria e da oltre mille imprese nazionali e multinazionali, tra le più rappresentative del panorama industriale italiano. Gestisce i servizi fiscali ai dipendenti di oltre 3mila aziende ed è all’avanguardia per qualità e molteplicità di servizi erogati alla persona.

L’operazione societaria permette di valorizzare i punti di forza dei due CAF e di offrire anche sul territorio piemontese l’ampia gamma di servizi di Assocaaf, con le tecnologie più all’avanguardia. Unioncaf, oltre alla compilazione della dichiarazione dei redditi, può ora proporre l’assistenza e la consulenza in ambiti fiscali e previdenziali, ai quali possono accedere i dipendenti delle aziende e tutti i cittadini del territorio, sia presso lo sportello di Unioncaf in via Bellini 3/h a Torino (telefono: 011-5626271), sia digitalmente
Con l’entrata di Unioncaf nel gruppo Assocaaf si consolida l’asse Torino-Milano di sinergia e opportunità.




Ravanelli, Confindustria Piemonte: colpiti al cuore della nostra capacità ed eccellenza produttiva

IPresidente di Confindustria Piemonte Fabio Ravanelli ha dichiarato: “Come si temeva, i primi dati sugli effetti dello stop imposto dall’emergenza coronavirus sono drammatici e colpiscono la nostra regione al cuore della sua capacità ed eccellenza produttiva, la filiera legata all​’automotive.

Per assicurare un futuro alle migliaia di lavoratori e centinaia di imprese che operano in ​questo settore ribadiamo pertanto la necessità di definire al più presto un orizzonte di rilancio, un piano concertato con tempi e misure certe ed efficaci, per minimizzare le perdite e sostenere le nostre aziende nella ripartenza dopo la crisi, sempre – naturalmente – nel rispetto delle più stringenti misure di sicurezza”.

Il Presidente dell’Unione Industriale di Torino, Dario Gallina, ha commentato che “In Italia la caduta delle attività produttive stimata per il mese di marzo è di -16,6% rispetto al mese precedente, e addirittura del -32% rispetto al 2019. Questi dati, ove confermati dall’Istat, rappresenteranno il più drastico calo mensile da quando sono disponibili le serie storiche di produzione industriale, portando i livelli su quelli di marzo 1978. Non possiamo, dunque, permetterci un ulteriore blocco dell’attività produttiva, che vada oltre quello già previsto.

È fondamentale riaprire le fabbriche il prima possibile per evitare drammatiche crisi di liquidità alle nostre aziende, con effetti irreversibili per il futuro del Paese. Le riaperture dovranno avvenire all’insegna di ogni possibile garanzia di sicurezza per i nostri collaboratori, in quanto noi per primi siamo interessati alla tutela della loro salute. Già nei giorni scorsi, con una lettera ai nostri associati, ho ribadito che la tenuta del nostro sistema economico dipende anche dalla nostra etica e dai nostri comportamenti che devono essere funzionali al mantenimento degli impegni che ogni impresa ha assunto nei confronti dei propri dipendenti, dei propri fornitori, e di tutto il suo territorio”.

Il Presidente di AMMA, Giorgio Marsiaj ha spiegato: “Il calo registrato a marzo dell’85,4% rispetto allo stesso mese del 2019 del mercato italiano automobilistico rappresenta uno tsunami senza precedenti, una Pearl Harbour che colpisce duramente la filiera produttiva torinese e piemontese. In Piemonte, infatti, nell’automotive operano circa 750 imprese, pari al 35% dell’intero comparto in Italia, con circa 70 mila occupati diretti e indiretti. La metalmeccanica rappresenta circa il 60% dell’export piemontese. Il fatturato prima del Covid-19 era il 40% di quello totale italiano del settore.

Sono numeri che normalmente ci inorgogliscono, ma che oggi, nella gravità dell’attuale situazione, ci preoccupano per la tenuta dell’intero tessuto industriale italiano, che a marzo ha registrato un calo della produzione del 16,6% rispetto a febbraio, portando l’indice di produzione sui livelli di quarantadue anni fa. E le prospettive sono di un ulteriore, forte peggioramento. L’automotive da sola rappresenta il 14% degli investimenti della manifattura in Italia e il 19% della spesa in Ricerca e Sviluppo. Ho più volte ribadito che se va in crisi la filiera dell’auto, va in crisi l’intera industria italiana e quindi la nostra economia. I numeri dimostrano che l’auto è il cuore della nostra manifattura, principale contributore dell’export nazionale.​

Noi stiamo lavorando intensamente insieme alle istituzioni, alle banche e ai grandi gruppi multinazionali per far sì che il sistema metalmeccanico e meccatronico torinese superi questa crisi senza precedenti e possa ricominciare a operare in totale sicurezza, sfruttando tutte le sue grandi potenzialità. Sarà però prioritario che le Istituzioni nazionali ed europee facciano arrivare rapidamente gli aiuti alle imprese.

Un altro tema strategico per la ripartenza è la necessità di rinviare di qualche anno l’entrata in vigore delle nuove norme europee sui limiti alle emissioni delle vetture, come sottolineato anche da Anfia. Noi crediamo nell’elettrico e ci stiamo investendo molto. FCA stessa ha dichiarato che terrà fede ai suoi piani. Noi siamo dello stesso parere. Oggi dobbiamo pensare prima di tutto alla sopravvivenza delle nostre aziende e al mantenimento dell’occupazione, che già prima della pandemia raggiungeva livelli preoccupanti, in particolare tra i giovani. Dobbiamo ripartire da qui, tutti insieme, per poter progettare il futuro del nostro territorio. Come fecero gli americani dopo Pearl Harbour, anche noi sapremo risollevarci e vincere questa durissima guerra contro il coronavirus e i suoi effetti sulla nostra industria”.

 

 




Andrea Notari nuovo Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Piemonte 2020-2023

Il Consiglio Regionale della Federazione Regionale dei Gruppi Giovani Imprenditori di Confindustria Piemonte, riunitosi il 22 luglio 2020 presso il Castello visconteo sforzesco di Novara, ha eletto suo Presidente, per il prossimo triennio 2020-2023, Andrea Notari, 30 anni, della Notarimpresa SpA di Novara e appartenente al Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Novara Vercelli Valsesia.
I Giovani Imprenditori piemontesi hanno ringraziato la Presidente uscente, Giorgia Garola, nel corso del cui mandato sono state organizzate numerose iniziative che hanno visto coinvolto il Movimento regionale G.I..

L’attività della nuova Presidenza si concentrerà sui temi della Digitalizzazione, dell’Education, dell’Internazionalizzazione e del Turismo e Cultura.

Alla riunione elettiva hanno partecipato inoltre il Presidente di Confindustria Piemonte Marco Gay, il Presidente nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria Riccardo Di Stefano, e il Presidente di Piccola Industria nazionale Carlo Robiglio.




Confindustria Piemonte e Unione industriale di Torino: La Tav deve accelerare

La TAV non è un tema che riguarda solo Torino e il Piemonte, ma una questione di rilevanza nazionale ed europea. Le notizie relative ai nuovi scontri sul cantiere di San Didero che hanno trovato eco oltre la cronaca locale dimostrano quanto sia importante non abbassare la guardia, perché quanto sta succedendo è inaccettabile.

Anche se ora il Paese è impegnato a superare la pandemia, è fondamentale mantenere alta l’attenzione delle istituzioni su un’opera che, dopo anni di crisi, ha un ruolo chiave nella ripresa e nel processo di sviluppo, grazie alle sue ricadute economiche e occupazionali».

Così i Presidenti di Confindustria Piemonte Marco Gay e dell’Unione Industriale di Torino Giorgio Marsiaj tornano a ribadire la rilevanza dell’opera e condannano nuovamente ogni forma di protesta violenta.