A gennaio 2020 rallenta la domanda di lavoro delle imprese piemontesi

Programmate circa 36.450 entrate, bene le costruzioni e i servizi,
in difficoltà il manifatturiero

Sono circa 36.450 le entrate programmate dalle imprese piemontesi per
gennaio 2020, 980 unità in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno
(-2,6%): il 63% riguarderà lavoratori dipendenti, mentre il 37% sarà
rappresentato da lavoratori non alle dipendenze.

Nel 31% dei casi le entrate previste saranno stabili (era il 23% a gennaio 2019), ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 69% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita).

Complessivamente nel trimestre gennaio-marzo 2020 le entrate stimate
raggiungeranno le 78.960 unità, circa 7mila unità in meno rispetto a quanto previsto
nel I trimestre 2019.

Queste alcune delle indicazioni che emergono dal Bollettino mensile del Sistema
informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal.

Delle 36.450 entrate previste in Piemonte nel mese di gennaio 2020, il 20,3% è
costituito da laureati (in crescita rispetto al 18% di gennaio 2019), il 38,0%
da diplomati 38%, le qualifiche professionali rappresentato il 25,7% e il 16%
è riservato alla scuola dell’obbligo.

Per quanto riguarda la dinamica settoriale sono, ancora una volta, i servizi a
formare la fetta più consistente della domanda di lavoro (68%, con una lieve
crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), in particolare il
commercio, il turismo e i servizi alle persone.

Il comparto manifatturiero, che genera il 32% della domanda di inizio 2020, registra un calo di 1.180 unità rispetto a gennaio 2019. In crescita le entrate programmate delle costruzioni, che passano da 1.940 di gennaio 2019 a 2.130.

Il 32% delle entrate previste per gennaio 2020 in Piemonte sarà destinato a
dirigenti, specialisti e tecnici, quota superiore alla media nazionale (28%) e a quanto
previsto nel gennaio 2019 a livello regionale (27%), il 29% sarà costituito da operai
specializzati e conduttori di impianti, il 21% riguarderà professioni commerciali e dei
sevizi e solo il 9% sarà composto da impiegati.

Il nuovo anno, inoltre, è iniziato all’insegna di una più elevata difficoltà di
reperimento del personale. In 36 casi su 100 le imprese piemontesi prevedono
di avere difficoltà a trovare i profili desiderati (a gennaio 2019 incontrava difficoltà
di reperimento il 30% delle aziende). Le professioni più difficili da trovare nel periodo
considerato, sono i tecnici delle vendite, del telemarketing e della distribuzione
commerciale, gli operatori della cura estetica e gli specialisti in scienze informatiche,
fisiche e chimiche.




Sicurezza lavoratori Covid19, un progetto promosso dal Politecnico di Torino

Il tema della ripartenza delle attività produttive nella attuale emergenza COVID19 è sempre più all’ordine del giorno dell’agenda politica e dei media: un aspetto che presenta elementi di grande complessità proprio per l’eccezionalità della situazione che si troveranno a fronteggiare sia gli imprenditori che gli stessi lavoratori.

La riapertura dovrà basarsi infatti su misure condivise tra lavoratori e imprese, che tutelino da una parte la piena sicurezza dei lavoratori nei termini di rischio di contrarre il virus nel loro posto di lavoro e nei necessari spostamenti dalle loro case a fabbriche e uffici, e dall’altra garantiscano agli imprenditori la fattibilità e sostenibilità economica di tali misure.

 

Il Politecnico di Torino ha dato il via, insieme ad esperti tecnico-scientifici delle università piemontesi e di altre università e centri di ricerca, anche indicati dalle parti sociali e dal sistema delle imprese, ad un progetto che possa fornire un quadro di riferimento scientifico e tecnologico volto a minimizzare le probabilità di contagio tra persone che non presentano sintomi, così da consentire un rientro controllato ma pronto sui luoghi di lavoro e di aggregazione sociale, non appena i dati epidemiologici lo consentiranno.

 

“Siamo convinti che la massima protezione delle persone nel loro luogo di lavoro sia tanto imprescindibile quanto una rapida riapertura delle attività economiche del Paese”, spiega il Rettore Guido Saracco: “La riapertura sarà un elemento chiave per la competitività delle aziende italiane, se non per la loro stessa sopravvivenza, specialmente nel caso delle piccole e medie imprese”.

Proprio in quest’ultima prospettiva, le linee guida e prassi definite dovranno abbinare alla garanzia del conseguimento di un efficace controllo dei rischi di contagio, la praticabilità tecnica ed economica in tempi rapidi a qualsiasi stadio delle filiere produttive, dalle piccole alle grandi imprese.

L’obiettivo del progetto è, nel concreto, di delineare le indicazioni contenute nel Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro – sottoscritto dal Primo Ministro e dai Ministri competenti in materia in data 14 marzo 2020 – in prassi e metodologie applicative che possano favorire una rapida implementazione nei contesti di riferimento. Si parla quindi di luoghi di lavoro non aperti al pubblico (aziende manifatturiere, magazzini), teatri e altri luoghi di aggregazione sociale con biglietto nominativo ed esercizi commerciali, aeroporti, cinematografi e altri luoghi ad accesso libero o comunque non completamente tracciato.

La necessità di impostare rigorosamente tali procedure è data alla prospettiva temporale nella quale sarà necessario applicarle, che dipenderà dalla durata dell’emergenza sanitaria e che oggi alcuni esperti prevedono non sarà inferiore a un anno (cioè il tempo minimo necessario per la disponibilità di un eventuale vaccino).

Sono quindi al lavoro cinque gruppi operativi, composti da docenti e personale del Politecnico e degli altri Atenei piemontesi, insieme a decine di soggetti qualificati pubblici e privati che hanno voluto aderire all’iniziativa, con il compito di predisporre analisi e proporre strumenti e procedure in altrettanti campi di interesse: valutazione e mitigazione del rischio di contagio nei mezzi di trasporto e nei luoghi lavorativi; definizione di politiche di welfare e di gestione della privacy dei lavoratori, che per le caratteristiche del virus COVID19 dovranno con ogni probabilità essere trattati diversamente in base alla loro età e stato di salute; definizione di adeguati protocolli e strumenti di informazione e formazione dei lavoratori, ad ogni livello (operai, quadri, manager, ecc.); definizione di adeguate misure di supporto economico e logistico alle imprese per il loro adeguamento alle prescrizioni per il contenimento del rischio di contagio; convalida della resilienza delle misure, prescrizioni e protocolli definiti dai tavoli di lavoro sopra citati, nella loro applicazione rispetto ad alcune aziende esemplari di diversi settori produttivi, merceologici, commerciali selezionate anche in modo da coprire dimensioni di organico variabili da piccole a grandi imprese.

L’obiettivo è di fornire in tempi molto brevi, entro 10 giorni, un rapporto che possa supportare i decisori politici e l’Istituto Superiore di Sanità, insieme all’analisi del quadro epidemiologico aggiornato, nella definizione di strumenti tecnologici e scientifici per accelerare la ripartenza del nostro sistema economico produttivo nel suo complesso: “In questo momento di grande difficoltà, ci siamo messi, con le altre università del territorio ,a disposizione del sistema produttivo del nostro Paese, che il nostro Ateneo ha contribuito storicamente a far crescere e a innovare, perché siamo convinti che la ripartenza debba essere progettata al più presto e nella piena sicurezza deli lavoratori, mettendo a sistema tutte le conoscenze disponibili”, conclude il Rettore Guido Saracco.

 




Lavoro, Confagricoltura Piemonte: una legge regionale per tutelare chi opera in campagna

Occorrono garanzie per gli operatori agricoli sia stabili, sia stagionali”. È il commento di Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte in attesa della pubblicazione del decreto-legge sulle misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro.

In Piemonte, abbiamo circa 45 mila aziende agricole in diversi comparti che necessitano di manodopera specializzata, per svariati mesi all’anno” afferma il presidente della Federazione piemontese degli imprenditori agricoli. “Crediamo che una legge studiata per le realtà locali possa garantire agli occupati maggiori tutele, mantenendo in salute un settore che conferisce all’Italia e all’Europa prodotti di alta qualità”.

 

Apprezzamento è stato espresso verso il nuovo intervento del Governo sul cuneo fiscale, che riducendo le aliquote contributive delle imprese sosterrà, oltre ai consumi, anche la competitività del settore primario stesso.

 

“Il fattore umano nelle aziende è importante: i nostri imprenditori sono costantemente impegnati nella formazione dei dipendenti, nell’ammodernamento di impianti e attrezzature che migliorino le condizioni di lavoro, per ridurre al minimo i casi di infortunio” prosegue Allasia che ha rammentato, in occasione della scorsa “Giornata mondiale per la sicurezza sul lavoro”, i dati forniti dall’INAIL sull’andamento degli infortuni totali, denunciati che ammontano a 144.586; “A livello nazionale, apprendiamo di una riduzione complessiva del 25,5% rispetto a marzo dello scorso anno ma ancora molto c’è da fare per il nostro settore e con gli Enti di formazione di Confagricoltura, ci candidiamo a incentivare l’aggiornamento e lo sviluppo delle competenze degli operatori agricoli”.

 




Consiglio regionale dichiara stato di emergenza occupazionale e salariale

Il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno che dichiara “lo stato di emergenza occupazionale e salariale in Piemonte” e chiede il “rifinanziamento in deroga alla Cigs e il finanziamento di 150 milioni di euro per le aree colpite da crisi industriali in Piemonte, promessi dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte”.

Il documento è stato presentato da tutti i capigruppo, di maggioranza e di opposizione, dal presidente della Giunta Alberto Cirio e dal presidente del Consiglio Stefano Allasia.

Tutta la seduta è stata dedicata al problema del lavoro nella nostra regione, con l’apertura dei lavori del presidente Cirio e l’intervento dell’assessore Elena Chiorino, che ha evidenziato “un quadro critico con un calo di 17mila unità occupate.

In particolare l’industria manifatturiera perde 25mila addetti, mentre i servizi e l’agricoltura guadagnando rispettivamente 2mila e 4mila posti”.

“Ringrazio il Consiglio per aver accolto la mia proposta di dichiarare lo stato di emergenza occupazionale in Piemonte – ha commentato Cirio – Ringrazio anche tutti i consiglieri di aver votato un documento condiviso che avrà delle ricadute concrete, dandoci la possibilità di rivendicare dal Governo non solo il rifinanziamento della cassa integrazione e degli ammortizzatori sociali, ma anche certezze sugli investimenti promessi personalmente al nostro territorio dal premier Conte.

Abbiamo bisogno di sapere quanto andrà al Piemonte dei 150 milioni di euro previsti per tutta Italia dal governo per le crisi industriali e quanto verrà stanziato per gli specifici accordi di programma che riguardano la Città dell’aerospazio e il Manufacturing and Competence Center, dal momento che di questo in Finanziaria non c’è traccia. La solidarietà non basta, ora alle promesse del Governo devono seguire fatti concreti”.

Anche il capogruppo della Lega Alberto Preioni ha parlato di un “Piemonte che negli ultimi anni ha perso competitività. A livello regionale puntiamo su un piano strategico per lo sviluppo, concordato anche con l’assessore Tronzano, mentre a livello nazionale sarebbe quanto mai urgente la flat tax: abbiamo una pressione fiscale abnorme che fa scappare le imprese”.

Per il Pd è intervenuto Raffaele Gallo, secondo il quale “è vero che i fondi statali potrebbero aiutarci, ma per il momento non ci è chiaro cosa faremmo con quelle risorse.Se chiediamo soldi per mettere in campo le misure illustrate da Chiorino, non risolveremo il problema. Il Piemonte deve essere percepito come territorio di opportunità per imprese, il pubblico deve investire nella ricerca e innovazione industriale”.

Secondo il capogruppo Fdi Maurizio Marrone, “l’emergenza lavoro sarà grande tema su cui la legislatura regionale sarà giudicata dagli elettori. Oggi diamo un segnale forte con la dichiarazione di stato di emergenza per far capire al governo che il tempo della propaganda è finito. Il contributo statale, per il momento limitato, si è fermato solo a Fca ma l’economia manifatturiera piemontese è anche altro”.

È quindi intervenuto Marco Grimaldi (Luv), spiegando che “siamo riusciti ad affermare che la crisi non è solo occupazionale, ma anche salariale, denunciando i fenomeni dei working poor e della precarietà, e a introdurre l’impegno ad applicare il protocollo d’intesa firmato dalla Giunta regionale del Piemonte e dalle sigle sindacali per affermare la giusta retribuzione e lo stralcio del costo del lavoro dai ribassi delle offerte negli appalti pubblici e nelle concessioni di lavori, forniture e servizi”.

Per Paolo Ruzzola (Fi), “gli ammortizzatori sociali sono strumenti utili, chiederemo all’assessore che siano integrati: ma non possono essere la risposta strutturale, che vada oltre il momento dell’emergenza. Dobbiamo creare opportunità per creare lavoro vero e duraturo con misure come il taglio dell’Irap regionale e l’esenzione del bollo che abbiamo fatto inserire in Legge di Stabilità”.

A nome del M5s, Sean Sacco ha spiegato che “il problema delle delocalizzazioni si è verificato perché anche a livello europeo quasi tutte le forze politiche erano d’accordo. Il libero mercato ha creato fortissima diseguaglianza, con conseguente stagnazione e calo dei salari. In Italia bisogna colmare il ritardo: contro le delocalizzazioni possiamo fare ancora qualcosa, ad esempio approvare la nostra proposta di legge regionale. Sarebbe un segnale importante per disincentivare il trasferimento della produzione al di fuori del Piemonte”.

A parere di Silvio Magliano (Moderati), “la grande sfida si gioca sulla competitività. Noi come regione, abbiamo perso di competitività su molti scenari imprenditoriali. Ci sono responsabilità precise, sia da parte datoriale che da parte sindacale. Dobbiamo lavorare tutti insieme per ritornare a essere competitivi”.

Per Mario Giaccone (Monviso), il “Piemonte è diventato la “Spoon river” dell’azienda: crisi e chiusure si moltiplicano. Siamo fanalino coda tra le regioni nord. Vero che subiamo concorrenza sleale e anche concorrenza fiscale, ma certe imprese hanno un atteggiamento predatorio perché non restituiscono quanto ottenuto dal territorio in cui sono nate e prosperate”.

Sono quindi intervenuti i rappresentanti sindacali.
Giovanni Esposito (Cigl): “Le prospettive ci preoccupano: i dati dicono che fino al 2018 le aziende crescevano, ma c’è stata un’inversione di rotta dal 2018/2019, soprattutto a causa dei dazi. Oggi siamo la quarta manifattura dell’Italia, abbiamo perso posizioni. Manca una visione europea e nazionale, si compete fra regioni e dentro la stessa regione, fra le varie province. Si crea una competizione al ribasso e non si punta alla qualità del prodotto”.

Giovanni Cortese segretario generale Uil: “Il Piemonte è ormai agli ultimi posti. La disoccupazione è superiore dell’1,5% rispetto alle altre regioni dell’arco alpino. Quella giovanile dell’8%. Rispetto a 2007, in Piemonte la disoccupazione è aumentata del 60%. Siamo preoccupati anche per l’automotive: senza gli accordi firmati nel 2010/2011 le aziende sarebbero state già chiuse”.

Alessio Ferraris, segretario generale Cisl Piemonte: “la mancanza di crescita porterà ad una povertà che non saremo più in grado di governare. Ci vuole un’alleanza di scopo per il Piemonte per parlare con il governo e ottenere fondi per riavere gli ammortizzatori sociali”.

Armando Murella, segretario generale Ugl: “La politica oggi è debole, le multinazionali hanno potuto fare quello che volevano. Serve un’inversione di tendenza, l’apertura dei grandi supermercati non ha portato tutta l’occupazione annunciata, certi settori sono sottopagati. Non si può andare avanti con contratti di solidarietà, bisogna creare vero lavoro”.

A fine seduta sono stati inoltre approvati due ordini del giorno di Maurizio Marrone su Torino Zona Economica Speciale e sui cosiddetti rider (emendato da Marco Grimaldi).




PA perchè no? il valore del lavoro pubblico: opportunità e carriera nella PA

La Pubblica Amministrazione e le persone che ne fanno parte sono state individuate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza come un asset strategico fondamentale per l’attuazione e il raggiungimento degli obiettivi del PNRR.

Oggi le P.A. hanno l’opportunità di tornare a investire nel proprio capitale umano, anche attraverso il reclutamento di giovani laureate e laureati con il loro bagaglio formativo per rafforzare le amministrazioni pubbliche con nuove competenze e rinnovata energia.

In questa prospettiva l’Università del Piemonte Orientale ha deciso di mettere in contatto alcune rilevanti amministrazioni pubbliche del territorio con le studentesse e gli studenti iscritti agli ultimi anni dei corsi di studio dell’Ateneo, organizzando l’incontro “PA perché no?” che si svolgerà venerdì 13 ottobre dalle ore 11 alle ore 13, presso l’Auditorium “Gaudenzio Cattaneo” di Novara.

L’evento sarà aperto dalla professoressa Chiara Morelli, delegata del Rettore per Orientamento, Tutorato e Job Placement e dai saluti registrati del Rettore prof. Gian Carlo Avanzi e del Ministro per la Pubblica Amministrazione dott. Paolo Zangrillo.

A seguire interverranno: il Prefetto di Novara dott. Francesco Garsia; il Questore di Novara dott.ssa Alessandra Faranda Cordella; il Presidente della Corte d’Appello di Torino dott. Edoardo Barelli Innocenti; il Direttore Generale del Comune di Novara dott. Roberto Moriondo; il Direttore Generale dell’Ospedale Maggiore della Carità di Novara dott. Gianfranco Zulian; la Direttrice Generale dell’Università del Piemonte Orientale dott.ssa Loredana Segreto. Invierà inoltre un contributo video il dott. Sauro Angeletti, Direttore dell’Ufficio per l’innovazione amministrativa, la formazione e lo sviluppo delle competenze del Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri.

Sarà un’occasione per far conoscere le opportunità, la valenza e la varietà di lavoro presenti nella PA, le modalità per l’accesso al pubblico impiego e le possibilità di carriera tipiche di ogni amministrazione




Previsione occupazionali, Unioncamere Piemonte: poco meno di 28mila entrate previste a maggio dalle imprese

Sono circa 27.820 i contratti programmati dalle imprese piemontesi per maggio 2021, 9.750 unità in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e 1.910 unità in meno rispetto all’analogo periodo del 2019, quando il mercato del lavoro non aveva ancora dovuto affrontare le problematiche causate dalla pandemia da Covid-19.

Pur in un quadro ancora di incertezza si registra, però, una promettente ripresa dell’attività economica globale e, con essa, degli scambi commerciali sostenuti soprattutto da Cina e Usa: una situazione che, insieme a un clima di maggior fiducia delle imprese grazie ai recenti allentamenti delle restrizioni anti-Covid, produce per il mese in corso una crescita dei contratti sul mese precedente (+4.030).

Il 72,6% riguarderà lavoratori dipendenti, il 20,3% lavoratori somministrati, il 2,9% collaboratori e il 4,3% altri lavoratori non alle dipendenze. Nel 27% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 73% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita).

Complessivamente nel trimestre maggio-luglio 2021 le entrate stimate ammonteranno a 85.810, il 6,8% delle 1.269.210.000 programmate a livello nazionale.

Queste alcune delle indicazioni che emergono dal Bollettino mensile del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal.

Delle 27.820 entrate previste in Piemonte nel mese di maggio 2021 il 14% è costituito da laureati, il 33% da diplomati, le qualifiche professionali e l’assenza di un titolo specifico pesano rispettivamente il 26% e il 27%.

Anche nel mese di maggio sono i servizi a formare la fetta più consistente della domanda di lavoro con il 65% delle entrate (6.240 unità in più rispetto allo stesso mese del 2020, ma 1.750 in meno rispetto a maggio 2019).

Il comparto manifatturiero, genera circa il 25% della domanda di maggio 2021 mentre il settore edile, grazie anche ai nuovi incentivi, segna 2.580 entrate programmate nel mese di maggio e più di 7mila per l’intero trimestre maggio luglio 2021.

Complessivamente l’industria stima 9.650 entrate, 3.510 in più rispetto a maggio 2020, attestandosi su un valore analogo a maggio 2019 (-160 unità in più).

Il 18% delle entrate previste per maggio 2021 nella nostra regione sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici; il 33% sarà costituito da operai specializzati e conduttori di impianti; circa il 26% riguarderà professioni commerciali e dei servizi, solo l’11% sarà rappresentato da impiegati. I profili generici produrranno il 12% delle assunzioni del mese.

A livello di area di funzionamento il peso maggiore è dato dalla produzione beni ed erogazione servizio (46%), segue l’area commerciale e vendita (117%) e quella tecnica e di progettazione (15%), la logistica si attesta all’11%, seguita dall’area amministrativa e finanziaria con il 7%. L’area direzionale, infine, pesa il 4% delle assunzioni previste.

 

 

Permangono, infine, le difficoltà di reperimento di alcune figure professionali: in 32 casi su 100 le imprese piemontesi prevedono, infatti, di avere difficoltà a trovare i profili desiderati, quota analoga rispetto a quella media nazionale (31 imprese su 100).

Le professioni più difficili da reperire in regione a maggio 2021 sono medici e altri specialisti della salute (63 aziende su 100) e gli specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche (57 aziende su 100). Per oltre un’impresa su due, infine, appare difficoltoso trovare anche progettisti, ingegneri e professioni assimilate nonché operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione di edifici.




Elena Chiorino: ” Estensione cassa in deroga”

 L’assessore al Lavoro Elena Chiorino ha dichiarato durante la videoconferenza che in RipartiPiemonte “la cassa integrazione in deroga sarà estesa anche a quelle categoria finora escluse dai provvedimenti del Governo, come le colf, gli stagionali del turismo e i lavoratori intermittenti.

Per l’anticipazione delle indennità abbiamo messo a disposizione 5 milioni del fondo di garanzia di 5 milioni e siamo pronti a coprire le spese di apertura di nuovi conti correnti e stiamo perfezionando gli accordi con le banche.

La priorità è fare in modo che i soldi vengano accreditati quanto prima”.




A Torino nasceranno due nuovi centri per l’impiego

Gli immobili di proprietà della Città di Torino situati nelle vie Cavour 27B e Guido Reni 102 verranno dati in concessione gratuita all’Agenzia Piemonte Lavoro che coordina i Centri per l’Impiego.

Questa mattina il provvedimento è stato licenziato dalla Giunta Comunale su proposta della Vicesindaca Michela Favaro.

Attualmente i Centri per l’Impiego nel Comune di Torino sono due (via Bologna 153 per la zona Nord e via Castelgomberto 75 per la zona Sud) entrambi collocati in immobili di proprietà comunale. A questi se ne aggiungeranno altri due: uno in via Cavour angolo via Accademia Albertina e uno nella Cascina Giajone in via Guido Reni 102.

Per la Vicesindaca Michela Favaro si tratta di “una importante occasione di valorizzazione del patrimonio. Auspichiamo – aggiunge – che, in futuro, il servizio possa essere il più capillare possibile e diffuso sul territorio, coinvolgendo anche altri immobili”.

In seguito a un’attenta analisi del mercato del lavoro cittadino, l’Amministrazione comunale e l’Agenzia Piemonte Lavoro hanno condiviso la necessità di assicurare lo sviluppo di una rete di servizi pubblici per il lavoro in grado di affrontare le sfide poste da un mercato occupazionale in evoluzione e sempre più digitalizzato. Di qui l’esigenza di creare una rete tra imprese e territorio per rappresentare un punto di riferimento nell’intermediazione tra domanda e offerta di lavoro per cittadini e imprese e, l’atto di questa mattina, rappresenta il primo tassello in questa direzione.

Obiettivo degli assessorati al Patrimonio e al Lavoro del Comune di Torino è infatti quello di aumentare le sedi attuali dei Centri per l’Impiego torinesi per facilitare l’intercettazione delle persone e in particolar modo di quelle prive di occupazione.

Con il potenziamento degli sportelli e la loro collocazione negli altri quadranti della città, l’Amministrazione intende ribadire la sua attenzione nei confronti del lavoro– spiega l’Assessora al Lavoro Gianna Pentenero -. L’occupazione come volano per lo sviluppo è un punto fermo del nostro agire amministrativo e da oltre un anno stiamo lavorando per ricostruire la rete dei servizi cittadini e far incontrare domanda e offerta. Un obiettivo che può essere raggiunto solo col coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, a partire dall’Agenzia Piemonte Lavoro. Solo con un’azione coordinata e plurale possiamo trovare delle ricadute positive per un ‘buon’ lavoro che rispetti i diritti e garantisca un futuro anche in settori a forte espansione”.

Le concessioni degli immobili avranno una durata trentennale dalla stipula del contratto.




Nasce l’Osservatorio Permanente sul Lavoro di Ripartiamo Insieme per il Pinerolese

Sulla scia del positivo lavoro svolto da Consorzio CPE, CGIL CISL UIL che, con il Patto per il Lavoro del 2019 avevano dato vita al Tavolo prevenzione crisi occupazionali con il risultato di ridare il lavoro a una cinquantina  persone in esubero, riassorbendole in aziende del territorio, Ripartiamo Insieme (CPE, CGIL, CISL, UIL)  con Agenzia Piemonte Lavoro, Comune di Pinerolo, Unione Montana del Pinerolese, Unione Montana Valli Chisone e Germanasca e i Comuni del Territorio Pinerolese, oltre a ulteriori soggetti territoriali interessati alla costruzione del network ha promosso l’istituzione dell’Osservatorio Permanente sul Lavoro di Ripartiamo Insieme al fine di avviare  ed ad agevolare una proficua collaborazione con le Agenzie accreditate alla formazione e al lavoro presenti sul territorio, le agenzie per il lavoro, i Consorzi Socio-Assistenziali e le associazioni del tessuto sociale che operano sul territorio (Diaconia Valdese – Caritas), al fine di coordinare e costruire percorsi di formazione professionale e socializzare informazioni circa i fabbisogni occupazionali delle realtà imprenditoriali del territorio, volte a facilitare il reingresso nel mercato del lavoro delle persone uscite o a rischio di esclusione.

 

L’Osservatorio Permanente, con la governance di Agenzia Piemonte Lavoro tramite il Centro per l’impiego di Pinerolo, serve ad identificare le criticità provenienti dal sistema lavoro e dal sistema imprese, e coinvolgere attivamente tutti gli attori del territorio.

 

Si individueranno inoltre dei percorsi di partenariato pubblico-privati per l’attuazione di progetti, tenuto conto del manifesto Ripartiamo Insieme e della rete costituita dal tavolo Welfare Occupazionale, mentre da parte dei Comuni sottoscrittori, si valuterà l’uso di risorse proprie che, insieme a quelle Nazionali e Regionali, siano convogliate e messe a disposizione nella definizione di percorsi di inserimento volti a rinforzare l’occupazione sul territorio pinerolese.

 

L’obiettivo dell’Osservatorio è di agevolare, all’interno del network territoriale, l’incontro tra domanda e offerta occupazionale, anche attraverso il coinvolgimento delle aziende per la creazione di specifici percorsi formativi, in grado di rispondere ai bisogni professionali espressi.

A ciò si aggiungerà un monitoraggio periodico sui risultati occupazionali in esito ai diversi percorsi che saranno concordati dai soggetti della rete, in modo da utilizzare efficacemente le risorse impiegate.

 

“Con l’istituzione dell’Osservatorio Permanente sul Lavoro di Ripartiamo Insieme affermano i Promotori, Consorzio CPE CGIL CISL UIL – “si intende coinvolgere attivamente tutto il tessuto produttivo e sociale del Territorio Pinerolese, con l’intento di sostenere e creare condizioni per un lavoro stabile, dignitoso e duraturo alle persone coinvolte in processi riorganizzativi aziendali o alla ricerca di occupazione.”

 




Lavoro: 524mila assunzioni previste dalle imprese a settembre

Sono 524mila i lavoratori ricercati dalle imprese per il mese di settembre, 2mila in meno (-0,4%) rispetto a quanto programmato un anno fa. In frenata il comparto manifatturiero (-13,6% pari a 15mila posti in meno rispetto a settembre 2021) e soprattutto il commercio (-30,0%, con una diminuzione di oltre 25mila contratti sempre rispetto a 12 mesi fa). Su queste dinamiche sta incidendo in particolar modo il continuo rialzo dei costi dell’energia e delle materie prime, con i relativi effetti sull’inflazione e sui consumi.

Per quanto riguarda il trimestre settembre-novembre 2022 le assunzioni previste superano di poco 1,4milioni con una flessione del -3,0% rispetto all’analogo trimestre del 2021. Continua a crescere la difficoltà di reperimento segnalata dalle imprese, che interessa il 43,3% delle assunzioni programmate, in aumento di 7 punti percentuali rispetto a settembre 2021 quando il mismatch tra domanda e offerta di lavoro riguardava il 36,4% dei profili ricercati.

Quasi un’assunzione su tre (31,7%) riguarda giovani fino a 29 anni d’età. A delineare questo scenario è il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal.