Coronavirus, Regione: modifica bilancio di previsione per stanziare fondi emergenza

Sospesa e rinviata a lunedì prossimo la seduta di Prima commissione di stamattina al Consiglio regionale del Piemonte: la maggioranza ha ritenuto opportuno modificare il Bilancio di previsione per stanziare i fondi necessari per far fronte all’emergenza Coronavirus, trovando il consenso da parte dell’opposizione.

La proposta è stata formulata dall’assessore al Bilancio, che a margine della Commissione ha chiarito come sull’emergenza coronavirus la Giunta agisca con tutti gli strumenti che le leggi consentono alla regione Piemonte; tra le altre, viene avviata la moratoria sui mutui in capo alla Regione, si attiva il fondo regionale di garanzia che dà molta forza alle imprese sulla liquidità a loro necessaria, e si mette a disposizione un contributo importante per abbassare il costo dei prestiti che le aziende hanno con le banche.

Non ultima, ci sarà una misura, fortemente voluta dal presidente Cirio, dedicata al rafforzamento dell’immagine del Piemonte nel mondo: l’abbiamo abbondantemente finanziata e partirà una volta finita l’emergenza.

Sconvocata anche la seduta prevista per oggi pomeriggio. Il capogruppo della Lega ha spiegato che quella della Giunta è una scelta fondamentale, bisogna trovare le risorse e per questo apriamo un tavolo di confronto, anche per capire da dove attingere il denaro necessario. La nostra economia e i lavoratori piemontesi devono trovare nella Regione l’aiuto indispensabile.

Anche il Pd è sulla stessa linea e i rappresentanti del partito hanno affermato di apprezare l’atteggiamento della maggioranza. Sono disponibili ad accelerare al massimo l’approvazione del bilancio provvisorio in un momento così delicato. Importante trovare celermente i fondi per il turismo, la cultura e l’economia in generale. Si dovrà intervenire sulla fiscalità, quindi sull’Irap, per un grande piano di rilancio economico del Piemonte che affronti e traguardi la crisi.

Sulla stessa posizione il M5s, che ha concordato con la proposta dell’assessore. La capogruppo ha ricordato il tema degli extra-Lea e ha sollecitato misure per i lavoratori che non hanno alcun tipo di tutela e che si trovano senza reddito.

La prima Commissione è stata riconvocata lunedì pomeriggio e mercoledì mattina.




Tommaso Visca confermato presidente di Confagricoltura Torino

Il consiglio direttivo di Confagricoltura Torino che si è riunito ieri sera ha confermato alla presidenza per il prossimo triennio l’imprenditore di Carmagnola Tommaso Visca, che ha già guidato l’organizzazione dal 2018 a oggi.

Allevatore zootecnico, titolare con il fratello di un allevamento biologico di vacche da latte, Tommaso Visca, 41 anni, è anche presidente di Lait Service, cooperativa di allevatori di bovini da latte che opera come primo acquirente.

Nel suo mandato sarà affiancato dai vicepresidenti Riccardo Ferrero (vicario), Gianluigi Orsolani e Guido Oitana.
Completano il comitato di presidenza Franco Chialva, Cristina Donalisio, Paolo Dentis, Piero Galleano, Sergio Tos e Vittorio Viora.

Sergio Tos è stato nominato presidente zonale per il Canavese; Marco Peverengo presidente zonale per il Pinerolese.

 




Tredici Regioni europee scelgono il Piemonte per guidare team di ricerca sull’idrogeno

Tredici regioni europee hanno scelto il Piemonte per guidare il team europeo che studia l’idrogeno come combustibile a impatto zero nel campo del trasporto su treno. Alcune regioni di Francia, Scozia, Norvegia e Spagna hanno deciso di affidare alla Regione Piemonte il ruolo di «capofila» della piattaforma tematica europea che studia i campi di applicazione di questo nuovo combustibile per il treno.

La notizia è stata comunicata questa mattina in Giunta dall’Assessore all’Ambiente e Innovazione, Matteo Marnati:

«Un grande riconoscimento a coronamento di un lavoro iniziato tre mesi fa. Il Piemonte si è dimostrato autorevole e credibile per la rete di rapporti che ha saputo creare con Bruxelles. Poche Regioni hanno il nostro know-how su questo fronte, tant’è vero che siamo il primo produttore europeo di motori a idrogeno che vengono prodotti dalla Alstom di Savigliano e che sono venduti alla Germania dove soltanto da pochi mesi circolano i primi treni per il trasporto commerciale, e ultimamente anche per le persone».

La Regione Piemonte è dunque «working group coordinator» delle cosiddette «Valli dell’idrogeno» per il trasporto su treno. Il team di ricercatori dell’Universita degli studi di Torino, del Politecnico e del Polo d’innovazione Clever, ha l’obiettivo – fissato dall’Ue – di sfruttare l’idrogeno non solo come carburante per la mobilità, ma di creare una vera e propria economia «neutrale» dal punto di vista climatico, entro il 2050.

A pesare sulla scelta delle regioni è stato fondamentale il parere della Regione Auvergne-Rhône-Alpes con la quale sarà sviluppato il progetto sul versante italo-francese. Il presidente Laurent Wauquiez in visita a Torino lo scorso 24 settembre, si era infatti detto favorevole al gemellaggio col Piemonte per studiare i campi di applicazione di questo carburante verde. In quella circostanza era stato siglato anche un patto fra le due Regioni per ridurre il riscaldamento globale sulle Alpi puntando a progetti di mobilità ed energia pulita.

Tra gli scienziati che fanno parte del gruppo di lavoro piemontese c’è il chimico Marcello Baricco, professore ordinario dell’Università di Torino che fa parte della commissione europea «Joint Undertaking Initiative Fuel Cells Hydrogen». Nella squadra piemontese anche Massimo Santarelli, professore di ingegneria energetica del Politecnico di Torino.

Oltre alla regione Rhône Alpes Region (Fr) e alla Regione Emilia Romagna (It) hanno espresso parere favorevole a favore del Piemonte la Grand Est Region (Fr), Aragon Region (Sp), Normandie Region (Fr), Bourgogne Franche-Comté Region (Fr), Occitanie Region (Fr), Ciudad Real (Sp), Région Nouvelle-Aquitaine (Fr), Région Bretagne (Fr), Vestland County Council (Norvegia), Scotland Europa (Scozia), Région Centre Val de Loire (Fr).




1185 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 in Piemonte

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte comunica 1185 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 in Piemonte, pari al 9,6% dei 12.290 tamponi eseguiti. Gli asintomatici sono 501, pari al 42,2%.

I casi sono così ripartiti: 452 screening, 463 contatti di caso, 270 con indagine in corso; per ambito: 218 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 54 scolastico, 913 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 167.516, così suddivisi su base provinciale: 14.487 Alessandria, 7769 Asti, 5820 Biella, 22.980 Cuneo, 12.903 Novara, 89.234 Torino, 6370 Vercelli, 5503 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 929 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1521 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 388 (+3 rispetto a ieri). I ricoverati non in terapia intensiva sono 4737 (+3 rispetto a ieri). Le persone in isolamento domiciliare sono 69.818. I tamponi diagnostici finora processati sono 1.558.737(+12.290 rispetto a ieri), di cui 793.519 risultati negativi.

Sono 85 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 14 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora 6.239 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 936 Alessandria, 368 Asti, 286 Biella, 692 Cuneo, 549 Novara, 2841 Torino, 307 Vercelli, 194 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 66 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

I pazienti guariti sono complessivamente 86.334 (+ 3.141 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 6769 Alessandria, 4357 Asti, 2594 Biella, 10.241 Cuneo, 5616 Novara, 49.915 Torino, 3262 Vercelli, 2638 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 458 extraregione e 484 in fase di definizione.




Dai privati 4,3 miliardi di investimenti in Piemonte

Un piano da 4,3 miliardi di euro per la manutenzione e posa delle reti elettriche del gas investiti dai privati in Piemonte. Di questi, 1,8 sono destinati all’ammodernamento della rete gas nei 17 ambiti territoriali minimi (ATEM) dove entro la fine dell’anno saranno avviati i lavori dopo la pubblicazione dei bandi.

Durante la ricognizione degli investimenti destinati alla green economy illustrata questa mattina in giunta dall’assessore regionale all’Energia è stato confermato l’impegno di Irena investire 1 miliardo per la decarbonizzazione entro il 2024 e quello di Terna di 415 milioni per la Rete di Trasmissione Nazionale, di cui 225 per lo Sviluppo e 190 per il rinnovo degli impianti e della Sicurezza.

L’assessore ha confermato l’impegno di Enel di migliorare la rete con 400 milioni e quello di Egea che nei prossimi due anni ha consolidato nel bilancio un investimento di 113 milioni in Piemonte.

Per quanto riguarda le risorse della Regione, Marnati ha ribadito l’impegno di impiegare 600 milioni del Por Fesr per le materie di sua competenza da qui al 2027 nei settore della green economy.

Tra fondi privati e fondi pubblici, la previsione degli investimenti in Piemonte è stimata in circa 4,2 miliardi che secondo l’assessore sbloccheranno i cantieri dando respiro alle aziende e una spinta all’occupazione e alla crescita economica nel medio e lungo periodo.

Per quanto riguarda l’ampliamento della rete gas Marnati ha annunciato di voler avviare un confronto con quegli ambiti territoriali (17 su 19) che dal 2016 ad oggi non hanno ancora pubblicato i bandi di concessione. L’assessore ha fatto sapere che se le gare non saranno avviate entro l’anno, la Regione potrebbe sostituirsi agli ATEM come stazione appaltante.

Le province dove sono attesi i lavori di manutenzione sono Verbania, Alessandria, Cuneo, Asti, Biella, Novara, Vercelli per un totale di 1,2 milioni di utenze. A titolo esemplificativo i lavori di ammodernamento eseguiti in 49 Comuni della provincia di Torino hanno ridotto 100.000 tonnellate di emissioni di co2 e 1.300 tonnellate di polveri sottili in 12 anni.




L’Unione Industriali Torino ospita la Principessa Victoria di Svezia

Il Presidente dell’Unione Industriali Torino, Giorgio Marsiaj, ha ospitato per una colazione di lavoro le Loro Altezze Reali Principessa Ereditaria Victoria di Svezia e Principe Daniel, la Ministra per il Commercio Estero Anna Hallberg e una delegazione di aziende e istituti di ricerca svedesi.

Occasione dell’incontro, la visita ufficiale dei Reali e della Ministra per promuovere le relazioni tra Italia e Svezia nei settori del commercio e degli investimenti.

Il Presidente dell’Unione Industriali Torino, Giorgio Marsiaj, ha commentato: “È stata una bellissima e importante opportunità per intensificare sinergie e collaborazioni tra i nostri Paesi. La Svezia è un partner importante, e l’incontro di questa mattina con le eccellenze produttive del nostro territorio – come la Skf, nostra storica associata – conferma la comune volontà di impegnarsi per obiettivi condivisi e sempre più ambiziosi. L’Europa si trova oggi in un momento particolarmente delicato: alla ripartenza economica dovrà seguire necessariamente una riflessione sul ruolo del nostro continente negli scenari globali, alla luce delle grandi trasformazioni tecnologiche, sociali e geopolitiche che stiamo vivendo. Per questo ritengo essenziale approfondire le possibilità di cooperazione e scambio con gli altri Stati Membri, con l’obiettivo di lavorare insieme a un’Europa più interconnessa, innovativa e competitiva”. 

Prima dell’emergenza pandemica, infatti, il Piemonte esportava in Svezia per oltre 510 milioni di euro, e importava per 312 milioni. I principali settori dell’export piemontese in Svezia sono macchine utensili (25%) e componentistica automotive (25%), oltre all’alimentare (12%). Tra i prodotti importati, invece, al primo posto compaiono i macchinari (36%), seguiti da legno e carta (12%), acciaio e metalli (12%). 




Il Gruppo Giovani Imprenditori di Cnvv dona una saldatrice alle scuole

Il Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) ha donato una nuova saldatrice per le classi dell’Ipia “Lombardi” e dell’Iti “Faccio” di Vercelli. Lo strumento, fornito dalla vercellese Giacoletti Saldatura, consente di effettuare saldature in atmosfera gassosa e andrà ad ampliare l’offerta formativa, migliorando l’operatività del laboratorio.
«Con questa donazione – spiega il presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Cnvv, Marco Brugo Ceriotti – abbiamo cercato di dare un contributo concreto per colmare il gap formativo tra scuola e mondo del lavoro che sempre più spesso impedisce a molte aziende del territorio di reperire la manodopera di cui hanno bisogno. I mondi della scuola e dell’impresa devono continuare a interfacciarsi e a dialogare più possibile per cercare di colmare questo divario, nell’interesse di tutto il sistema sociale».



Maurizio Bellosta eletto vicepresidente di Avr  

Maurizio Bellosta, amministratore delegato della Bellosta Rubinetterie di Briga Novarese, è stato eletto vicepresidente per il settore Cromato di Avr, l’associazione federata ad Anima-Confindustria che rappresenta a livello nazionale i costruttori di valvole, rubinetteria, attuatori, raccorderia e tubi flessibili.

Classe 1970, sposato con una figlia, Bellosta dopo la laurea in Economia e Commercio e il tirocinio da commercialista ha svolto il suo percorso professionale nell’azienda fondata dai genitori nel 1961, prima come Area manager Italia e dal 2005 come amministratore delegato. Nel 2016 è stato insignito del riconoscimento di “Maestro della meccanica” da Fondazione Ucimu.

Gli altri rappresentanti di aziende aderenti a Confindustria Novara Vercelli Valsesia che rappresentano il distretto novarese-valsesiano all’interno degli organismi direttivi di Avr sono Elia Filiberti (Giacomini Spa), Paolo Barcellini (Caleffi Spa) e Valentina Rizzio (VIR – Valvoindustria Ing. Rizzio Spa), tra i componenti del Consiglio direttivo. Savino Rizzio (VIR) e Ugo Pettinaroli (F.lli Pettinaroli Spa), rispettivamente presidente onorario e presidente uscente di Avr, sono tra i componenti del Comitato dei saggi. Della nuova Commissione Marketing di Avr, di cui è capogruppo Luca Pettinaroli (F.lli Pettinaroli), fanno parte anche Valentina Rizzio (VIR) e Federico Albertoni (V.A. Albertoni srl).

Il comparto rappresentato da Avr nel 2019 ha raggiunto un fatturato aggregato di 7,5 miliardi di euro, di cui circa il 65% proveniente dalle esportazioni; per il 2020, a causa della pandemia, è previsto un calo del 10,3%, a 6,75 miliardi.

Anima-Confindustria rappresenta le aziende della meccanica varia e affine, che occupano complessivamente 220.400 addetti per un fatturato complessivo di 44,5 miliardi di euro e una quota di export del 56,2%. I macrosettori rappresentati da Anima sono: edilizia e infrastrutture, movimentazione e logistica, produzione alimentare, produzione di energia, produzione industriale, sicurezza e ambiente.

 




Confagricoltura presenta “HubFarm”, piattaforma tecnologica e digitale per l’agricoltura

Confagricoltura, in occasione della sua Assemblea generale oggi a Roma, alla quale hanno preso parte anche il presidente provinciale Luca Brondelli ed il direttore provinciale Cristina Bagnasco, ha presentato “HubFarm” l’importante e ambizioso progetto che avrà l’obiettivo di accompagnare le imprese agricole nella transizione tecnologica, digitale ed ecologica.

“L’agricoltura deve superare i gap che ancora fermano la crescita e la competitività – ha detto il presidente nazionale di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – Il nostro obiettivo è riposizionare le imprese agricole al centro del contesto economico nazionale, aggregandole in un’unica piattaforma con gli sviluppatori e con gli incubatori tecnologici, oltre che con il mondo della ricerca, con l’agroindustria più avanzata, con partner tecnologici, con player di altissimo livello”.

Si pensa a Internet of Things (IoT), big data, innovazioni con una serie di elaborazioni e con servizi digitali ad alto valore aggiunto per le imprese agricole che ne usufruiranno ma, allo stesso tempo, che l’alimenteranno con i propri dati aziendali e territoriali. Ruolo fondamentale svolgeranno le strutture territoriali di Confagricoltura, garantendo il contatto diretto con le imprese agricole e fornendo il supporto necessario per l’accompagnamento e il trasferimento tecnologico e digitale. Il progetto sarà utile per semplificare i processi amministrativi, burocratici e di certificazione.

Naturalmente ci si sta preparando anche ad assistere le aziende che saranno alle prese con la transizione ecologica prevista dalla nuova PAC e dal New Green Deal. Le innovazioni ed i dati informativi non saranno legati solamente alla produzione di beni alimentari, ma concorreranno ad innalzare il valore aggiunto, ad incentivare le filiere no-food ed in particolar modo quelle energetiche. Ciò permetterà, insieme alla transizione tecnologica e digitale, di avere anche una transizione ecologica reale. L’agricoltura dovrà fornire un supporto concreto nella produzione di energie sostenibili.

“Finora abbiamo parlato di ‘agricoltura 4.0’. Con orgoglio posso dire – ha osservato Giansanti – che stiamo lavorando per l’agricoltura 5.0, che supera i gap, che si proietta con determinazione nel futuro che va delineando la Commissione europea di una sostenibilità economica che dovrà coniugarsi a quella ambientale, per vincere la sfida di produrre di più a minor impatto ambientale”.

“Il progetto – ha concluso il Presidente di Confagricoltura – rappresenta una grande opportunità per il settore agricolo, una nuova alba che permetterà all’agricoltura italiana di collocarsi su livelli produttivi e tecnologici, ma anche ecologici, concorrenziali rispetto agli altri Paesi europei e non, rispondenti alle esigenze dell’Europa e dei cittadini”.
“È il momento di accelerare sulla ripresa del Paese, partendo dai settori chiave come quello dell’agricoltura che sostiene un mercato strategico come l’agrifood italiano. Il digitale consente, partendo dai dati, di aiutare ogni organizzazione, anche quelle del settore agricolo, a definire le aree di efficientamento e quelle d’innovazione: dal precision farming fino al tracciamento della filiera agroalimentare – ha dichiarato Silvia Candiani, amministratore delegato di Microsoft Italia – Siamo orgogliosi di aver messo a disposizione del progetto HubFarm la nostra piattaforma cloud e le nostre competenze, facendo ecosistema con Confagricoltura e Reale Mutua, con l’obiettivo di innovare il settore agricolo italiano, renderlo competitivo sugli scenari globali e continuare sulla strada dell’eccellenza del nostro Made in Italy, in vista dei progetti di ammodernamento del settore previsti dal PNRR”.
“L’innovazione e la digitalizzazione sono elementi fondamentali per Reale Mutua – ha detto Luca Filippone, direttore generale di Reale Mutua – che da 194 anni affonda profondamente le sue radici nel mondo agricolo. Abbiamo recentemente scelto di essere una società benefit con un forte modello di sostenibilità che ci guida, e per questo motivo, insieme a Confagricoltura e Microsoft, vogliamo comprendere ancora meglio l’ambito dei bisogni delle imprese agricole, motore dello sviluppo del nostro Paese, per accompagnarle nella transizione digitale e sostenibile, attraverso una piattaforma innovativa in grado di contribuire a migliorare la loro efficienza e garantire il rispetto per l’ambiente che coltiviamo”.




Confindustria Torino: II° edizione dell’indagine sugli effetti della pandemia sulle imprese piemontesi

L’indagine fotografa un Piemonte che s’impegna e che sta cercando di affrontare questa emergenza senza precedenti utilizzando forme di lavoro inedite, come lo smart working, che porteranno positive opportunità nel futuro. Ma la resistenza delle aziende non può essere infinita.

I risultati dell’indagine sono chiari: senza la liquidità in tanti non riusciranno a ripartire. Se le priorità sono la salute e la sicurezza di tutti, dobbiamo essere consapevoli che più si protrae la chiusura delle aziende, più aumenta il rischio della loro non riapertura e della conseguente perdita di migliaia posti di lavoro.

Bisogna ora pensare ad una fase 2 che garantisca un accesso immediato al credito e ne snellisca le procedure permettendo a tutti di ripartire e lavorare in completa sicurezza” dichiara Dario Gallina, Presidente dell’Unione Industriale di Torino, commentando i dati della seconda indagine di Confindustria sugli effetti della pandemia del Covid-19 sulle imprese italiane.

Tale indagine è stata effettuata a livello nazionale da Confindustria, e ha visto la partecipazione di 506 aziende piemontesi, il cui 95% ha dichiarato di aver subito l’impatto negativo del Coronavirus.

In seguito all’emanazione dei DPCM del 22 e del 25 marzo 2020, risulta che in Piemonte quasi un’azienda su due ha dovuto interrompere in toto la propria attività (40%), mentre il 33,2% l’ha chiusa parzialmente. Tale interruzioni hanno determinato un danno che il 22% del campione regionale ritiene “gestibile” mentre per oltre il 67% è considerato “severo” o “significativo”. Solo il 2% ha considerato l’impatto da Covid “trascurabile”.

In media, rispetto alla normalità (marzo 2019), si è assistito ad un calo, su scala regionale, del 33,8% del fatturato e del 33,1% delle ore lavorate. Rispetto ai due parametri, il Piemonte ha scontato un calo leggermente sopra la media italiana.

Lo smart working è stato diffusamente impiegato ove il 28% dei dipendenti totali delle aziende intervistate svolge attualmente il proprio lavoro da casa. Il 44,4% del campione risulta inattivo, mentre quasi per l’84% dei dipendenti si ricorre ad ammortizzatori sociali (CIGO, FIS, etc.).

Infine è stato chiesto agli imprenditori quali provvedimenti governativi fossero più efficaci per mitigare gli effetti negativi di questa emergenza sanitaria: l’esigenza comune segnalata è la necessità di liquidità attraverso finanziamenti a condizioni agevolate per riavviare le attività produttive.

L’indagine è stata avviata on line e vi hanno partecipato oltre 4000 aziende, di cui 505 imprese piemontesi: un campione ridotto che non può considerarsi statisticamente rappresentativo della totalità delle imprese del Piemonte ma che, tuttavia, è altamente indicativo dell’impatto che il COVID e i provvedimenti governativi hanno avuto sul tessuto imprenditoriale regionale.