Rapporto Bankitalia piemontese, l’economia del Piemonte peggiorata a causa del Covid19

La pandemia di Covid-19, delineatasi nei primi mesi dell’anno in corso, ha colpito l’economia piemontese in una fase di marcato indebolimento ciclico. Il nuovo indicatore coincidente Regio-coin Piemonte elaborato dalla Banca d’Italia, che fornisce una stima dell’evoluzione delle componenti di fondo dell’economia regionale, è peggiorato nel 2019, attestandosi su valori negativi.

Il deterioramento del quadro macroeconomico è confermato dalle stime di Prometeia, secondo le quali la crescita del PIL nel 2019 si sarebbe pressoché arrestata (dall’1,4 per cento del 2018).

L’andamento dell’economia nel 2019 è riconducibile soprattutto all’industria. La produzione è scesa nei principali comparti di specializzazione della regione, ad eccezione della meccanica e dell’alimentare.

Vi ha contribuito la flessione della domanda sia interna che estera. Il peggioramento congiunturale si è riflesso negativamente sull’accumulazione di capitale. Anche nei servizi l’attività ha rallentato, specialmente nei comparti del commercio e del turismo, che hanno risentito della debolezza della spesa delle famiglie. Nelle costruzioni la produzione è aumentata, pur rimanendo ancora di entità modesta nel confronto storico.

La redditività e la liquidità delle imprese si sono mantenute nel complesso su livelli elevati. La ripresa dell’occupazione in corso dal 2014 si è arrestata. Anche la crescita del credito al settore privato non finanziario si è fermata, riflettendo il calo per le imprese; per contro, l’espansione dei prestiti alle famiglie è rimasta solida. La rischiosità del credito ha continuato a scendere.

L’economia e la pandemia di Covid-19

Le misure di distanziamento sociale e la chiusura parziale delle attività nei mesi di marzo e aprile hanno avuto pesanti ripercussioni sull’attività economica. In Piemonte la quota del valore aggiunto regionale delle attività sospese dal DPCM del 22 marzo 2020, in base a nostre elaborazioni, è stata pari al 31 per cento, oltre 3 punti percentuali in più della media nazionale. Tenendo conto delle relazioni tra imprese appartenenti alla stessa filiera e considerando che alcune attività hanno continuato a essere svolte mediante forme di lavoro agile (smart working), la quota scende al 29 per cento, rimanendo comunque superiore al resto del Paese.

Il Piemonte risulta particolarmente esposto agli effetti economici della pandemia anche per la specializzazione nelle produzioni di beni di consumo durevole e di beni capitali, la cui domanda è bruscamente calata, e per l’elevato peso sul PIL delle esportazioni, cadute fortemente a seguito del crollo del commercio internazionale. L’indicatore Regio-coin Piemonte ha fatto segnare nel primo trimestre un brusco calo, scendendo al livello più basso da marzo 2009. I dati sui consumi elettrici di fonte Terna (che si riferiscono anche alla Liguria e alla Valle d’Aosta) confermano il significativo peggioramento dell’attività economica, indicando un calo di quasi il 13 per cento a marzo e di oltre il 22 per cento ad aprile rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente.

Le imprese

Le imprese, in particolare quelle industriali, avevano iniziato a risentire degli effetti negativi della pandemia già prima della sua diffusione in Italia, a causa della riduzione della domanda estera e delle difficoltà sopravvenute lungo le catene di fornitura internazionali. Con l’arrivo del virus in Italia, tali effetti si sono notevolmente amplificati a causa sia della sospensione delle attività non essenziali sia della brusca caduta della domanda interna e delle esportazioni.

Sulla base di nostre elaborazioni preliminari, nell’industria la produzione è calata di oltre un quinto nei primi quattro mesi dell’anno, in misura superiore alla media nazionale. La flessione ha interessato tutti i principali comparti ed è stata particolarmente intensa per quello tessile e per quello degli autoveicoli, che ha risentito del brusco calo delle immatricolazioni. Secondo l’indagine straordinaria della Banca d’Italia, nel primo semestre il fatturato delle aziende industriali si ridurrebbe di circa un quinto. Nel complesso del 2020 i ricavi calerebbero per poco meno dell’80 per cento delle imprese. Vi si assocerebbe una riduzione degli investimenti, già indebolitisi nel 2019.

Il terziario ha subito gli effetti negativi sin dalle prime fasi dell’emergenza sanitaria, in particolare nei comparti del commercio al dettaglio, del turismo, della ristorazione e dei servizi ricreativi e alla persona. Con le misure restrittive dell’11 marzo, che disponevano la sospensione delle attività commerciali ad esclusione della vendita di generi alimentari e di prima necessità, la situazione si è aggravata. Secondo l’indagine straordinaria della Banca d’Italia, poco meno del 90 per cento delle aziende di servizi ha segnalato un calo dell’attività, con una flessione media del fatturato nel primo semestre di circa un quinto, ma con cali molto più intensi nei servizi di alloggio e ristorazione e nel commercio. L’epidemia ha colpito fortemente anche il settore delle costruzioni.

Da marzo il fabbisogno di liquidità delle imprese è cresciuto bruscamente a causa della repentina caduta dei fatturati, a fronte di spese non rinviabili. Anche tenendo conto delle misure introdotte dal Governo, si può stimare che le imprese a rischio di illiquidità nei settori sottoposti a chiusura siano circa un quinto del totale, con un’incidenza più elevata nel terziario e soprattutto nel comparto alloggio e ristorazione. Il sistema produttivo regionale tuttavia sta affrontando la crisi attuale in condizioni finanziarie migliori rispetto al passato: nell’ultimo decennio erano aumentate la redditività e la patrimonializzazione; era calato l’indebitamento, con una ricomposizione delle passività a favore della componente a media e a lunga scadenza, ed era complessivamente diminuita la quota di aziende finanziariamente vulnerabili. Il credito alle imprese, calato nel 2019, è tornato a crescere nel marzo scorso, riflettendo soprattutto l’aumento dei finanziamenti a un ristretto numero di aziende di grandi dimensioni. Tale andamento è proseguito ad aprile.

Il mercato del lavoro e le famiglie

Con l’insorgere dell’emergenza sanitaria le condizioni del mercato del lavoro sono peggiorate. Le sospensioni delle attività non essenziali avrebbero coinvolto oltre un terzo degli occupati regionali, valore superiore alla media nazionale. L’ampliamento della possibilità del ricorso alla Cassa integrazione guadagni, l’utilizzo di ferie e permessi e il blocco temporaneo dei licenziamenti hanno attenuato l’impatto della crisi sul numero di occupati. Tuttavia, i dati più recenti delle Comunicazioni obbligatorie sui contratti attivati e cessati nel settore privato indicano che dal 1° febbraio al 25 maggio il numero di nuove posizioni lavorative (al netto di quelle cessate) è sceso notevolmente rispetto allo stesso periodo del 2019, soprattutto per la riduzione delle assunzioni. Le cessazioni, nonostante il brusco calo dell’attività economica, sono state inferiori a quelle del periodo corrispondente del 2019, anche per effetto della sospensione dei licenziamenti. La riduzione delle nuove posizioni lavorative, che ha riguardato soprattutto la componente a tempo determinato, è stata diffusa a tutti i principali settori, ma è stata particolarmente pronunciata per il comparto dei servizi turistici e del tempo libero, che fanno ampio ricorso a contratti a termine e stagionali.

Alla vigilia della crisi legata all’epidemia, il grado di indebitamento delle famiglie piemontesi era più basso della media italiana e del Nord Ovest. La quota di prestiti che presentano difficoltà nel rimborso dei finanziamenti era attestato su livelli storicamente contenuti; anche la diffusione delle famiglie indebitate in condizioni di fragilità finanziaria era molto bassa rispetto alla media italiana e delle regioni nordoccidentali. I provvedimenti adottati dal Governo negli ultimi mesi contribuiscono a sostenere la capacità delle famiglie di fare fronte ai propri impegni finanziari. Le famiglie piemontesi si caratterizzano anche per una ricchezza pro capite superiore alla media del Paese. In particolare, la quota di attività finanziarie più liquide e meno esposte alle tensioni sui mercati è pari a poco meno di un terzo, un valore più elevato rispetto a quello del 2011; per contro, l’incidenza delle attività più soggette a oscillazioni dei corsi e dei rendimenti di mercato è scesa a meno della metà del totale.

Nel primo trimestre del 2020 le nuove erogazioni di credito al consumo e di mutui si sono ridotte, riflettendo il brusco calo nel mese di marzo della spesa per beni durevoli, in particolare di autoveicoli, e la significativa contrazione delle compravendite di case. L’indebolimento dei prestiti alle famiglie è proseguito ad aprile.

Il mercato del credito

Nel primo trimestre del 2020 il credito al settore privato non finanziario è tornato a crescere, riflettendo la dinamica di quello alle imprese, a fronte di un indebolimento di quello alle famiglie. Tali andamenti sono proseguiti ad aprile. Il tasso di deterioramento dei prestiti si mantiene su livelli storicamente molto bassi, inferiori a quelli precedenti la crisi economico-finanziaria del 2008-09 sia per le imprese che per le famiglie. L’andamento degli ultimi anni della qualità del credito alle aziende è stato migliore della media italiana e ha riflesso una ricomposizione degli affidamenti verso imprese finanziariamente più solide. Alla riduzione dell’incidenza dei prestiti deteriorati si associano elevati livelli del loro tasso di copertura nei bilanci delle banche, permettendo agli istituti di credito di affrontare la crisi in atto in condizioni significativamente rafforzate rispetto al passato.

La finanza pubblica decentrata

Alla vigilia dello scoppio dell’epidemia il sistema sanitario piemontese disponeva di una dotazione di personale e di posti letto superiore alla media delle regioni a statuto ordinario e simile a quella del Nord. Per contro, il numero di posti letto in terapia intensiva risultava più basso rispetto a entrambe le aree di confronto. Anche la rete territoriale, sul cui potenziamento le regioni sono chiamate a investire nel prossimo futuro, risultava più debole. Per fronteggiare l’emergenza sono state assunte in Piemonte poco meno di 2.300 persone e sono stati creati nuovi posti letto in terapia intensiva, senza i quali non sarebbe stato possibile soddisfare la domanda nei momenti di picco dell’epidemia. Il monitoraggio tramite il ricorso a test presso la popolazione si è intensificato in Piemonte con maggiore lentezza rispetto alla media del Nord, influendo sul ritardo con cui il numero dei casi positivi ha iniziato a stabilizzarsi rispetto alle altre regioni.

L’emergenza sanitaria impatterà negativamente sui bilanci degli enti territoriali sia dal lato delle spese che delle entrate. Tali enti all’inizio del 2019 presentavano nel complesso un disavanzo di bilancio, in larga misura ascrivibile alla Regione Piemonte, mentre la quasi totalità dei Comuni (con la rilevante eccezione di quello di Torino) era in avanzo. Per quanto riguarda i Comuni, in particolare, nostre stime suggeriscono che la perdita di gettito delle entrate tributarie ed extra tributarie dovuta agli effetti dell’epidemia e ai provvedimenti adottati per mitigarne le conseguenze economiche è stata pari sino al mese di maggio a circa il 5 per cento delle entrate correnti annue, valore superiore alla media nazionale.

L’elevato livello del debito del complesso delle Amministrazioni locali piemontesi, nonostante la contrazione in atto dal 2012, potrebbe limitare i margini di azione delle politiche locali di sostegno al sistema economico.




Un nuovo accordo per il trasporto regionale, imprese artigiane e sindacati insieme per la programmazione e l’innovazione del settore

Confartigianato Imprese Piemonte Trasporti, CNA FITA Piemonte, Casartigiani Piemonte,  FILT CGIL e FIT CISL hanno firmato un nuovo accordo a livello regionale sperimentale. Il documento parte dalla fotografia della situazione regionale che vede in Piemonte il tessuto imprenditoriale del settore del Trasporto composto prevalentemente da imprese artigiane e da piccole imprese. Per questo gli obiettivi dell’accordo puntano a consolidare le relazioni sindacali di categoria tra le parti, individuare strumenti di confronto politico-sindacale strutturale in ordine alle tematiche di settore e sostituire la Commissione regionale Trasporto attualmente operante con una Commissione paritetica regionale trasporti.

Inoltre, per dare un ulteriore strumento alle imprese, siccome le parti convengono sull’opportunità di realizzare concretamente quanto disposto dall’accordo quadro regionale, le associazioni datoriali renderanno disponibili le proprie sedi territoriali al fine di realizzare incontri e contrattazioni di livello aziendale finalizzati a trattare tematiche di comune interesse e di specifica pertinenza aziendale.

Infine, grazie a questo accordo nasce l’Osservatorio Regionale Trasporto Artigiano che sarà luogo di confronto continuo e strutturale per tutte le tematiche afferenti al settore del trasporto. L’Osservatorio avrà l’obiettivo di condividere e rappresentare in tutte le sedi le istanze utili al supporto, alla tutela ed allo sviluppo del settore del trasporto artigiano regionale.

L’Osservatorio è composto pariteticamente dai rappresentanti delle Organizzazioni datoriali e delle Organizzazioni sindacali ed opererà presso l’Ente Bilaterale Artigianato Piemontese – EBAP.

“La firma dell’accordo per la nostra associazione rappresenta unitamente ai sindacati dei lavoratori l’inizio di un percorso comune e dovrà accompagnare e aiutare il settore del trasporto merci ad affrontare un prossimo futuro che si prospetta, purtroppo, molto complicato”, afferma Silvano Favi, presidente Regionale CNA FITA Piemonte

“Con il rinnovo dell’Accordo Quadro regionale – commenta Giovanni Rosso, Presidente di Confartigianato Piemonte Trasporti – abbiamo consolidato i rapporti politici con il sindacato con cui abbiamo condiviso obiettivi e strumenti operativi come l’Osservatorio Regionale, a sostegno delle imprese e dei loro collaboratori”.

“Auspichiamo che la firma dell’accordo rappresenti l’inizio di un nuovo percorso condiviso. La costituzione di un Osservatorio Regionale specifico per il trasporto artigiano rappresenta inoltre un importantissimo strumento per discutere a livello territoriale le sfide che il settore dovrà affrontare nei prossimi mesi e trovare insieme le soluzioni più adatte” commenta il Presidente Regionale di Casartigiani, Paolo Mignone.

“La FILT CGIL Piemonte rappresentata da Luca Iacomino, Segretario regionale – Dipartimento Trasporto Merci e Logistica e Francesco Imburgia, Coordinatore Regionale – Dipartimento Trasporto Merci e Logistica, esprime soddisfazione per l’accordo sottoscritto, crediamo sia un importante e determinante passo avanti allo scopo di compattare il frammentato tessuto imprenditoriale del settore del trasporto composto prevalentemente da imprese artigiane e piccole imprese e consolidare le relazioni sindacali di categoria tra le parti firmatarie dell’ accordo. Innovativo il riconoscimento dell’elemento perequativo alla sottoscrizione, per adesione all’ accordo con avvio di un percorso di relazioni tra le parti che inquadrino problemi mirati e difficoltà nelle realtà lavorative con l’obiettivo di studiare e trovare soluzioni al loro superamento, oltre a salvaguardare i diritti sul lavoro, migliorare condizioni di sicurezza e ambienti di lavoro a favore dei lavoratori”.

“La FIT CISL Piemonte rappresentata da Raffaele Marino Coordinatore Regionale – Area Logistica Trasporto Merci e dai Dirigenti Sindacali Alessandro Vittadello e Pietro Paolo Errichelli, esprime soddisfazione per la sottoscrizione dell’accordo che getta le basi ad un sistema di relazioni industriali partecipate, finalizzate ad intercettare i bisogni delle Lavoratrici, dei Lavoratori e delle imprese che operano in questo strategico settore, avvalendosi delle reciproche competenze messe a fattor comune nell’ambito dell’Osservatorio Regionale Trasporto Artigiano , neo costituito. Sul fronte economico riscontriamo un importante risultato circa l’automatismo di premialità nelle diverse forme e comunque la possibilità di negoziare incrementi a sostegno delle retribuzioni”.




Marsiaj, Presidente UI Torino: “Nuova base Ryanair traguardo importante per il nostro territorio”

L’apertura della nuova base Ryanair all’aeroporto di Torino costituisce un traguardo importante per il nostro territorio.

La scelta della prima compagnia aerea europea di investire a Torino con due aeromobili e numerose rotte è un riconoscimento della vocazione attrattiva della nostra città, come meta di turismo, business e leisure.

Dopo molti mesi di grande difficoltà per il comparto dell’accoglienza, questa notizia è un ottimo segnale per la ripresa dell’incoming torinese, con ricadute positive su tutto il sistema economico, turistico, culturale e dei servizi.

Nel successo di quest’operazione un ruolo centrale va attribuito a SAGAT, che ringrazio – nella persona di Andrea Andorno, Amministratore Delegato di Torino Airport e Vice Presidente del Gruppo Turistico Alberghiero dell’Unione Industriale – per il grande impegno nello sviluppo del nostro aeroporto, a servizio di tutto il territorio piemontese.

Ora è essenziale che gli attori cittadini collaborino, insieme alle Istituzioni e alla compagnia aerea, per utilizzare al meglio quest’opportunità. Bisogna iniziare da subito a lavorare a una comunicazione efficace e coordinata per valorizzare l’immagine di Torino a livello internazionale. Penso in particolare a Maurizio Vitale, Presidente di Turismo Torino e Provincia, per cui questa occasione costituisce un grande riconoscimento, oltre che uno stimolo a consolidare la nostra promozione territoriale, con una narrazione sempre più coinvolgente della nostra città.




Istituto italiano per intelligenza artificiale, Cipolletta UI: Apriamo un tavolo di lavoro

Condividiamo la proposta di realizzare a Torino un Istituto Italiano per l’Intelligenza Artificiale – dichiara Massimiliano Cipolletta, Presidente del Gruppo ICT dell’Unione Industriale di Torino -, che, come cita il documento del Mise, “guidi lo sviluppo e gli studi locali, e attiri talenti internazionali, favorendo il trasferimento tecnologico tra università e aziende”.”

“Se l’intelligenza artificiale – aggiunge Cipolletta – è un tema centrale per la crescita del Paese, la realizzazione di un Istituto ad hoc può guidare le nostre imprese verso nuovi livelli di efficienza e sostenibilità, portando benefici importanti in termini di competitività, sviluppo economico, promozione di competenze oltre che evoluzione tecnologica ed innovazione”.

“Le aziende del territorio sono pronte ad affrontare questa importante opportunità – conclude il Presidente del gruppo ICT – , e ci rendiamo disponibili fin da ora ad avviare un tavolo di lavoro finalizzato a unire tutti gli attori istituzionali, accademici e imprenditoriali, ed elaborare un progetto condiviso”.




Il Cordoglio del presidente Alberto Cirio, per la scomparsa di Jole Santelli

In mattinata è arrivato il commento del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, collega di partito della Santelli in Forza Italia:

È un dolore grandissimo. Jole era ed è una persona a cui volevo e voglio molto bene. La sua scomparsa è una perdita personale, ma è anche una grande perdita per il nostro Paese, perché è una persona che ha sempre messo prima il suo territorio, la sua Calabria, il suo impegno istituzionale, prima di qualsiasi altro interesse di partito o politico. Ci mancherà tanto.

Prendiamola a esempio di come ci si deve comportare nei nostri ruoli istituzionali e anche per ricordare che le altre malattie continuano purtroppo a esistere e questa convivenza con la recrudescenza del Covid ci deve allarmare sulla necessità di mantenere gli ospedali attivi e al servizio della popolazione per ogni patologia.




Confagricoltura Piemonte: “Bene l’accordo sul prezzo del latte”

Questa mattina, a Roma, Confagricoltura insieme alle organizzazioni agricole e alle rappresentanze della trasformazione e della distribuzione alimentare ha sottoscritto l’accordo di filiera sul prezzo del latte, valido fino al 31 marzo 2022.

Con l’intesa – chiarisce in una nota Confagricoltura Piemonte – gli allevatori potranno raggiungere il prezzo di 41 centesimi al litro, iva esclusa. Il “premio emergenza stalle”, introdotto dall’intesa, è di 3 centesimo al litro. Un altro eventuale centesimo sarà integrato dall’industria di trasformazione o dalle cooperative nel caso in cui non si raggiunga la soglia massima di 41 centesimi al litro.

“Ringraziamo il ministro Patuanelli per essersi impegnato a raggiungere un accordo tra le parti – afferma il presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – e tutta la filiera che ha colto la necessità di un’intesa capace di dare respiro agli allevamenti. E’ il primo passo significativo nella direzione da noi auspicata”.

Il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia sottolinea l’importanza dell’intesa che “con un impegno straordinario di tutte le parti interessate ha visto la filiera unita nell’obiettivo di ridare dignità a un comparto trainante del nostro agroalimentare, vanto della miglior qualità e dell’immagine del made in Italy nel mondo”.

Confagricoltura ricorda che le stalle da latte in Piemonte sono 1.622 con 120.838 vacche: Cuneo è la provincia con più allevamenti (725 stalle e 57.804 vacche), seguita da Torino (575 stalle e 43.805 vacche).

La produzione di latte piemontese l’anno scorso ha raggiunto il quantitativo complessivo di 1.149.823 tonnellate, con un aumento del 4,76% sull’anno precedente. Nei primi sei mesi di quest’anno l’aumento produttivo, rispetto allo stesso periodo del 2.020, è del 2,31%.

“In base all’accordo – spiega Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemonte – il quantitativo di latte piemontese interessato dal premio emergenza stalle per i prossimi cinque mesi è di circa 590.000 tonnellate (590 milioni di litri): grazie al contributo gli allevatori piemontesi potranno recuperare un valore di circa 17,7 milioni di euro”.

Il comparto lattiero caseari piemontese – come precisa Confagricoltura in una nota per la stampa – sta attraversando un momento delicato. L’aumento dei costi di produzione dovuto al rincaro delle materie prime per alimentazione degli animali, delle fonti energetiche e dei fertilizzanti, ha messo in difficoltà gli allevamenti. “Inoltre – evidenzia Guido Oitana, presidente della sezione economica latte di Confagricoltura Piemonte – l’andamento particolarmente siccitoso dell’estate ha ridotto sensibilmente la produzione degli erbai, dei prati e dell’erba medica, che in alcune aree ha fatto registrare un calo del raccolto di oltre il 30% rispetto alla media degli ultimi cinque anni. Grazie a questa intesa – aggiunge Oitana – recuperiamo un assetto più equilibrato della filiera, dando modo agli allevatori piemontesi di continuare a lavorare valorizzando il territorio e mantenendo l’occupazione, fonte di ricchezza per le imprese e i lavoratori”.

Al tavolo nazionale che ha sottoscritto l’accordo Confagricoltura ha avanzato la proposta di rendere strutturale il confronto. “Siamo particolarmente lieti che la nostra iniziativa sia stata accolta – ha concluso il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – con un apposito decreto ministeriale che renderà permanente il dialogo e il confronto, nel comune interesse di superare le criticità e individuare ogni possibile iniziativa utile a sostenere il comparto”.

 

 




La situazione del comparto extralberghiero all’Assemblea di Agriturist Alessandria

Una situazione ancora tutt’altro che rosea è quella emersa dall’Assemblea di Agriturist Alessandria che si è tenuta ieri sera in modalità on line tra i soci dell’associazione che si occupa del comparto extralberghiero di Confagricoltura.

Dopo i saluti agli intervenuti, il presidente provinciale e titolare di Podere La Rossa di Morsasco (AL) Franco Priarone e il presidente regionale titolare di Tenuta Fiscala Lorenzo Morandi hanno evidenziato le principali criticità del momento e le azioni mirate dell’associazione per la ripresa del comparto duramente colpito dalla pandemia.

I due Presidenti provinciali e regionali hanno commentato: “La diminuzione del numero di prenotazioni e presenze, sia per quanto riguarda il pernottamento che la ristorazione, è evidente, anche se esistono alcune realtà più fortunate che hanno potuto continuare a lavorare come chi ha camere o alloggi vicini ad aziende e città con clientela business. Altri agriturismi hanno addirittura chiuso per gran parte della stagione autunnale e invernale. La stragrande maggioranza confida nelle presenze di turisti italiani ma anche stranieri a partire da adesso e per tutta l’estate, visto l’andamento epidemiologico e quello vaccinale”.
Il direttore provinciale di Confagricoltura Cristina Bagnasco ha poi dato lettura dei bilanci (consuntivo e preventivo).

Si sono passate in rassegna, poi, tutte le iniziative associative: la campagna promozionale “Riparti naturalmente. Riparti con noi” presente sui social e sul sito provinciale , creata appositamente per il rilancio del comparto in questa situazione di emergenza con foto scattate negli agriturismi associati; un’ulteriore opportunità a sostegno del settore agroalimentare è l’iniziativa “L’agricoltura a domicilio”, la campagna specifica di Confagricoltura Alessandria che promuove, attraverso i siti internet associativi, i social Instagram e Twitter ed il passaparola, le aziende agricole e agrituristiche associate che consegnano prodotti a casa del consumatore; infine, si è parlato di fattorie didattiche, forse le maggiormente e duramente colpite dall’emergenza sanitaria per la sospensione delle attività didattiche extrascolastiche. Per loro Agriturist sta realizzando un progetto legato all’opuscolo didattico “Scatta il verde, vieni in campagna”, che sarà presentato al pubblico tra qualche tempo.

“Offriamo luoghi incontaminati, attività in campagna accompagnate da cibo e vino ottimi. Questa caratteristica ha consentito alle nostre imprese di diventare un segmento importante dell’offerta turistica italiana, consentendoci di partire avvantaggiati. Occorre però – ha dichiarato Priarone – cogliere l’occasione e incrementare questo potenziale, guardando alla sostenibilità delle aziende, all’innovazione, alla digitalizzazione e alle infrastrutture. Inoltre, la pandemia sta cambiando le abitudini: il lavoro in smart working è sempre più frequente, per cui perchè non in campagna tramite i servizi di ‘Holiday working’ degli agriturismi?”.

“Agriturist intende coinvolgere i turisti, ponendo l’accento sul valore della vacanza in campagna, luogo che permette relax, ampi spazi all’aria aperta e cibi di qualità locali” ha concluso Morandi.

 




Stanziamento di 55 milioni per il personale sanitario

Il presidente Alberto Cirio ha rivelato durante la videoconferenza che il primo articolo del disegno di legge conterrà “uno stanziamento di 55 milioni per il personale sanitario.

Un indennizzo straordinario per chi in queste settimane ha combattuto in prima linea il Coronavirus. Lo Stato ha messo 18 milioni, noi li portiamo a 55 usando fondi europei. Non credo che siano sufficienti per ringraziarli, ma è un segnale che volevamo dare. Giovedì avremo un incontro con i sindacati di categoria per stabilire le modalità attuative”.




Provenzano, CNA Piemonte: “Riaperture in sicurezza quanto prima e contributo d’onore”

Gli artigiani vogliono tornare a lavorare in sicurezza, quanto prima, e non vogliono indebitarsi ulteriormente.

 

“Noi da settimane rilanciamo la proposta del Contributo d’onore per le piccole attività: un contributo pubblico regionale, senza banche, senza interessi né garanzie da restituire nei prossimi dieci anni appena ci saranno le condizioni”, spiega il segretario regionale di CNA Piemonte Filippo Provenzano.

 

“Serve un sostegno concreto, un atto di fiducia per non fare chiudere le  attività. Parrucchieri, estetiste, pasticcerie, gastronomie, operatori della ristorazione, sartorie, sale cinematografiche: per chi lavora a incasso giornaliero quasi due mesi di stop sono insostenibili e ulteriori rinvii sono insopportabili”, conclude Provenzano.




Irap abolita per professionisti e imprenditori individuali 

La legge di Bilancio 2022 stabilisce che dal periodo di imposta 2022 l’Irap non è più dovuta dai contribuenti persone fisiche esercenti attività commerciali, arti e professioni.

Restano soggetti all’Irap gli altri contribuenti che già pagano l’imposta come :

  • gli studi professionali associati;
  • le società di persone;
  • le società di capitali;
  • gli enti commerciali in generale;
  • gli enti del terzo settore.

Ccoloro i quali aderivano al regime forfetario ne erano già esclusi, la modifica normativa allarga l’esclusione a tutti coloro che esercitano attività di impresa o di lavoro autonomo personalmente e individualmente.

Per le  partite IVA (professionisti, autonomi, ditte individuali) non aderenti al regime forfetario, l’ultimo versamento Irap sarà il saldo (eventuale) dell’imposta 2021, da versare a giugno 2022, dato che l’esonero dall’imposta decorre dall’anno fiscale 2022 e tali soggetti non possono avere un anno fiscale non coincidente con quello solare. Ovviamente non saranno dovuti gli acconti 2022, di solito previsti in giugno e in novembre.