City to city: un laboratorio di inclusione dei rifugiati nelle città italiane

Ha inizio oggi a Torino la City to city visit, due-giorni di incontri fra i sei Comuni italiani – BariMilanoNapoliPalermoRoma e Torino – che insieme all’UNHCR, Agenzia ONU per i rifugiati, hanno elaborato e sottoscritto nel febbraio 2022 la Carta per l’Integrazione delle persone rifugiate.  

 

Se la Carta per l’Integrazione mira a potenziare la collaborazione fra le città sull’inclusione dei rifugiati, l’evento City to city, che si chiude domani a Milano, è un laboratorio che risponde esattamente a questo obiettivo. E lo fa promuovendo la condivisione e lo scambio di esperienze positive, servizi e strumenti sviluppati sui territori sui temi dell’accoglienza, delle soluzioni abitative post-accoglienza, dell’accesso al welfare locale, della necessità di favorire una rapida acquisizione dei documenti, della promozione della salute, dell’empowerment e della partecipazione dei rifugiati, della coesione sociale e della sostenibilità dei progetti.

 

Secondo i dati ufficiali più aggiornati, sono oltre 422.000 in Italia le persone sfollate forzatamente dal proprio Paese (148.000 mila titolari di protezione internazionale, 114.000 richiedenti asilo e 160.000 ucraini titolari di protezione temporanea. I processi di inclusione delle persone rifugiate sono i pilastri per la crescita del sistema d’asilo in Italia, e i Comuni italiani ricoprono ruolo chiave per garantire il successo dell’integrazione.  

 

“I Comuni italiani sono alleati importanti di UNHCR, sono agenti cruciali, incubatori di innovazione e buone pratiche a sostegno dell’integrazione delle persone rifugiate, e la City to city è un vero e proprio laboratorio che permette alle città che aderiscono di arricchirsi delle esperienze altrui e di essere motori di inclusione sociale ed economica, in costante e quotidiana collaborazione con l’UNHCR che è da sempre al loro fianco per costruire una società più aperta e solidale.” Afferma Chiara Cardoletti, Rappresentante UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino 

Fondamentale, nello sviluppo degli impegni previsti dalla Carta per l’Integrazione, è il ruolo dello Spazio Comune, programma che prevede la presenza nelle città firmatarie di centri multifunzionali dove sono concentrati i servizi fondamentali per l’integrazione delle persone rifugiate, spazi aperti e facilmente accessibili dove i rifugiati possono trovare risposte ai propri bisogni di integrazione nelle comunità che li accolgono. Questi centri polifunzionali sono il cuore di questa prima occasione di scambio fra i Comuni italiani rappresentata dalla City to City. I partecipanti visiteranno i centri già operanti a Torino e Milano, ne discuteranno la progettualità e le sfide, in un’ottica di apprendimento e scambio.

 

Di fronte alle difficoltà di uomini, donne, bambini che abbandonano il proprio paese in cerca di un futuro migliore non si può rimanere indifferenti, a partire dalle istituzioni. Come Amministrazione abbiamo potenziato le politiche di accoglienza, in particolare per quanto riguarda i minori stranieri non accompagnati e i progetti di inclusione. Siamo molto contenti che le buone pratiche della nostra città siano protagoniste della City to city visit e ci auguriamo che possa essere una proficua occasione di scambio e confronto su questi temi così importanti per tutti i partecipanti” dichiara Stefano Lo Russo, Sindaco della Città di Torino.

 

L’adesione alla Carta per l’integrazione, per Torino come per le altre città, non ha rappresentato solo un impegno ideale, ma si è tradotta in atti concreti. Il progressivo consolidamento dello Spazio comune di via Bologna ne è un esempio. La giornata di oggi dimostra un ulteriore elemento di valore della Carta: il fatto che spinge le amministrazioni cittadine a dialogare, confrontarsi, scambiarsi esperienze, migliorare le proprie politiche di accoglienza. In definitiva, a proporsi concretamente come attori essenziali dei processi di inclusione delle persone rifugiate” sottolinea Jacopo Rosatelli, Assessore al Welfare, Diritti e Pari opportunità della Città di Torino.

 

La City to city visit si aprirà a Palazzo Civico di Torino alle 14.30 di martedì 21 novembre. Seguirà alle ore 16 la visita allo Spazio Comune della città, presso il Servizio Stranieri, in via Bologna 49/A. Il giorno seguente, mercoledì 22 novembre, la City to city si sposta a Milano, iniziando i lavori alle ore 10 presso WeMi inclusione, in via Don Carlo San Martino 10. Alle ore 13 la visit proseguirà al Consolato del Canada a Milano, in via Verziere 11, dove, alle 15.30, si chiuderà la prima City to city. 

Partecipa alla due-giorni anche la città di Bologna, che potrebbe presto aderire alla Carta. Oltre ad assessori e dirigenti delle città coinvolte, parteciperanno fra gli altri il Sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, il Direttore Centrale per le politiche migratorie – Autorità FAMI del Ministero dell’Interno, Vice-Capo Dipartimento, Prefetto Maria Forte, il Sindaco di Prato e Delegato ANCI immigrazione, Matteo Biffoni Maxime Nicolas David Therien, Console del Canada a Milano. 

 

La Carta per l’integrazione dei rifugiati è disponibile qui

 




CNA Piemonte: Delio Zanzottera è il nuovo segretario regionale

Staffetta in CNA Piemonte: Delio Zanzottera è il nuovo segretario regionale della Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa piemontese.

 

La direzione della CNA Piemonte ha conferito l’incarico a Zanzottera dopo la nomina di Filippo Provenzano alla guida di CNA Torino, che lascia così la carica dopo nove anni.

 

Il nuovo segretario è Delio Zanzottera, classe 1973, laureato in Scienze della Comunicazione, sportivo (maratoneta e ciclista) e appassionato di tecnologia e comunicazione.

 

In CNA Zanzottera è stato responsabile regionale del tesseramento e sviluppo associativo tra il 2020 e il 2021, ma da undici anni è dirigente in CNA Torino dove ha ricoperto numerosi ruoli.

 

Per oltre tre anni è stato Responsabile CNA Produzione, Industria, Internazionalizzazione, Cinema & Audiovisivo ed è stato Coordinatore Giovani Imprenditore, Coordinatore Nazionale Consortium Italian Technology – automazione e robotica. Fino al 2017 è stato Responsabile di quattro Sedi Territoriali torinesi dove è giunto dopo quattro anni come Responsabile Marketing, Sviluppo Associativo ed Organizzazione (dal novembre 2010 al dicembre 2014). Nel suo lungo impegno per la CNA, ha partecipato a numerose missioni all’estero di internazionalizzazione delle imprese in Europa e in Sud America.

 

Dal gennaio 2010 al dicembre 2015 è stato Membro Consiglio Direttivo, Assemblea, Coordinatore Comitato Tecnico Sostegno al Reddito dell’EBAP Ente Bilaterale Artigianato Piemontese.

 

“Dobbiamo saper cogliere il mutamento in atto e trasformarlo in opportunità. Per la confederazione e per le imprese. Da un lato dobbiamo valorizzare le strutture e dall’altro aiutare gli imprenditori a svilupparsi in un panorama di difficoltà. Ma è una sfida che vogliamo vincere tutti insieme. Non abbiamo mai chiuso siamo sempre stati qui a fare il nostro mestiere. Non si tratta solo di svolgere un ruolo sindacale, ma sentiamo forte e mai come in questo momento la nostra responsabilità sociale”, ha affermato il segretario neoeletto.




Indagine Covid-19, insediato il gruppo di lavoro

Insediato il gruppo di lavoro che si occuperà dell’indagine conoscitiva sulla gestione dell’emergenza Covid-19 sul territorio piemontese. Su proposta delle minoranze e all’unanimità dei votanti è stato eletto presidente del gruppo Daniele Valle (Pd).

“Desidero augurare buon lavoro ai componenti del gruppo di lavoro incaricato di valutare e verificare quanto fatto dalla Regione durante l’emergenza Covid. Auspico che il loro impegno sia un servizio utile in primo luogo ai piemontesi e alla sanità pubblica”.

Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia in apertura della seduta della Commissione Sanità, presieduta dal vicepresidente Andrea Cane, che ha visto l’insediamento.

Fanno parte del gruppo di lavoro, che comincerà a riunirsi dal mese di settembre il lunedì alle 11.30, i consiglieri Andrea CaneMauro FavaMatteo GagliassoGianluca GavazzaRiccardo LanzoClaudio LeoneMichele MoscaFederico PeruginiGiovanni Battista PoggioAlberto PreioniAlessandro SteccoSara Zambaia (Lega), Paolo RuzzolaCarlo Riva Vercellotti (Fi), Davide Nicco (Fdi), Monica CanalisRaffaele GalloDomenico RavettiDomenico RossiMauro SalizzoniDiego SarnoDaniele Valle (Pd), Silvio Magliano (Moderati), Francesca FredianiSean Sacco (M5s), Mario Giaccone (Monviso) e Marco Grimaldi (Luv).

Sono intervenuti nel dibattito, per la minoranza RossiGallo (Pd), SaccoFrediani (M5s) e Grimaldi (Luv) che hanno sottolineato, con accenti diversi, la necessità di entrare al più presto in possesso dei documenti relativi all’emergenza, a cominciare dalle spese sostenute dall’Unità di crisi e dall’iter delle delibere per comprendere meglio alcune vicende per basare l’operato del gruppo di lavoro sui documenti e non sui resoconti giornalistici.

Per la maggioranza è intervenuto Perugini (Lega) che, augurando buon lavoro al presidente Valle, ha sottolineato che “i piemontesi meritano risposte su quest’ondata, che ha travolto non solo il Piemonte ma tutto il mondo, all’insegna di quella trasparenza che per primo l’assessore alla Sanità Luigi Icardi ha detto non rappresentare un problema”.

Ai sensi della delibera dell’Ufficio di presidenza sulle modalità di svolgimento dell’indagine conoscitiva, entro il 31 dicembre il gruppo di lavoro dovrà presentare una prima analisi dell’attività svolta. Entro il 30 giugno 2021, inoltre, dovrà esaurire l’indagine e produrre una relazione sulla base di quanto emerso.




Piccola Industria di Confindustria e Confagricoltura Alessandria insieme per il PMI DAY

PMI DAY è la giornata in cui le piccole e medie imprese di Confindustria aprono le porte dei loro stabilimenti a studenti, insegnanti e comunità locali per mostrare come si svolge l’attività produttiva e per raccontare storia, conquiste e progetti futuri dell’azienda.

L’iniziativa Pmi Day – Industriamoci è stata lanciata da Piccola Industria di Confindustria nel 2010 e da allora ha portato circa 380mila giovani a diretto contatto con il mondo e con i valori della piccola e media impresa.

Il PMI DAY è inserito nell’ambito della Settimana della Cultura d’Impresa di Confindustria e rientra tra gli eventi della Settimana Europea delle PMI organizzata dalla Commissione Europea.

Per gli imprenditori il PMI DAY è il momento importante per far emergere l’articolato impegno a favore della diffusione della cultura d’impresa declinato in particolare sulle tematiche che riguardano l’alternanza scuola – lavoro che innova profondamente la didattica rendendo strutturale il rapporto tra formazione e lavoro e che vede il PMI DAY quale attività che può essere inclusa nella progettazione dei percorsi di alternanza.

Dopo la positiva esperienza degli scorsi anni, che ha visto anche in provincia di Alessandria e in altri territori nazionali lo svolgimento delle visite anche in alcune aziende agricole, prosegue la collaborazione tra Piccola Industria di Confindustria e Confagricoltura: anche in questa edizione che si terrà venerdì 19 novembre a livello nazionale, le due Associazioni realizzano il PMI DAY in partnership, a conferma dei consolidati rapporti in filiera tra le rispettive imprese, dando in questo modo ai giovani l’opportunità di una conoscenza più ampia della realtà produttiva.

Quest’anno, il 19 novembre, parteciperanno le aziende: Abazia, Centrale del Latte di Alessandria ed Asti e Consorzio Proplast, e il 17 novembre anche Solvay in virtù degli impatti di filiera delle grandi aziende per lo sviluppo delle Pmi del territorio.

Visiteranno le imprese studenti e insegnanti dell’Istituto “Volta” di Alessandria, che andranno presso Abazia, alla Centrale del Latte e in Solvay; dell’Istituto “Sobrero” di Casale Monferrato che andranno in Solvay, e del Liceo Scientifico “Galilei” di Alessandria che andranno al Consorzio Proplast.

Al “porte aperte” per Confindustria Alessandria saranno presenti gli imprenditori della Piccola Industria con il presidente Carlo Volpi e il direttore Renzo Gatti e per Confagricoltura Alessandria prenderanno parte il presidente provinciale Luca Brondelli di Brondello e il direttore provinciale Cristina Bagnasco.




Evento per raccolta fondi organizzata dalla Regione Piemonte: #StayON #insiemesiamopiuforti

Il 3 aprile appuntamento straordinario promosso dai festival e dai club piemontesi per promuovere la raccolta fondi organizzata dalla Regione Piemonte e dal Consiglio regionale del Piemonte.

Samuel & Roy Paci, Paolo Belli, Guido Catalano, Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo, Cosmo e Paolo Benvegnù fra i tanti artisti che hanno già aderito.

Il 3 Aprile i Club e Festival musicali piemontesi su iniziativa di #StayON – il movimento nato dai principali live club e festival dell’intera penisola e coordinato da KeepOn LIVE – Associazione di Categoria Live Club e festival italiani per costruire una staffetta quotidiana di eventi in streaming – si uniscono in una sola voce per promuovere, sempre attraverso la cultura, la raccolta fondi promossa dalla Regione Piemonte e dal Consiglio regionale del Piemonte a sostegno degli ospedali piemontesi e per l’acquisto di materiale sanitario (REGIONE PIEMONTE-Sostegno emergenza Coronavirus” al numero iban intestato a Regione Piemonte presso UniCredit Group – IT 29 H 02008 01152 000100689275 codice BIC UNICRITM1AF2-UNICREDIT GROUP) e il sistema di crowdfounding nato dalla campagna di donazione #insiemesiamopiuforti lanciata dal Piemonte Team (artisti dello spettacolo, del teatro e della cultura) proprio a sostegno della raccolta fondi Istituzionale. 

Già nelle scorse settimane i partner piemontesi della rete di #StayON si sono impegnati costantemente a divulgare gratuitamente cultura in streaming e a sostenere campagne di raccolta fondi per gli enti sanitari in stato di emergenza da COVID19 ma oggi ritengono di poter e dover fare di più, accogliendo per l’occasione in #StayON, tutti i Club e Festival musicali piemontesi che vorranno contribuire a questa causa comune.

Eccezionalmente, per un giorno, il palinsesto di #StayON si amplierà dalle 18 fino a mezzanotte con le ormai tradizionali dirette Facebook da parte degli artisti che, da casa, intrattengono il pubblico  attraverso i canali degli Spazi di Cultura che in questo momento di emergenza sono chiusi al pubblico, ma che vogliono continuare a far sentire la voce di un comparto che da sempre ha fatto la differenza in qualità di presidio sociale e culturale sul territorio.

“Donare per permettere ad altri di stare meglio è un gesto bellissimo e semplice allo stesso tempo, che ci permetterà di acquistare attrezzature mediche e sostenere le strutture sanitarie del nostro territorio – commentano il presidente della Giunta Alberto Cirio e del Consiglio regionale Stefano Allasia – In questi giorni molto difficili anche un piccolo gesto diventa importante. Un grazie quindi a tutti coloro che stanno facendo la loro parte con grande generosità per sconfiggere l’epidemia e un sentito grazie anche a tutti gli artisti, ai club e i festival del Piemonte che ci stanno sostenendo attraverso questa iniziativa”.

Il palinsesto sarà in continua evoluzione per dare la possibilità a club e artisti di aderire sino all’ultimo momento ma l’elenco, oggi, è già molto lungo: Paolo Belli con Tanaro Libera Tutti; Paolo Benvegnù con lo Spazio 211; Cacao Mental con il Cap 10100; Federico Castello con il Jazz Club; Guido Catalano con il Diavolo Rosso; Daniele Celona con Alingana Festival; Alberto Cipolla con il Circolo Margot; Cheap con Stereoteepee Festival;  Emidio Clementi con il Circolo della Musica; Dario Canal (Etruschi From Lakota) con l’Indiependenza Festival; Dott. Lo Sapio & Mao con le Officine Ferroviarie; Due Venti Contro con CPG; Ron Gallo con Fans Out; Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo con TOdays; Generic Animal con Artico Festival;  Fabio Giachino con il Sofà So Good; HÅN con A Night Like This;  John Qualcosa con Cinema Vekkio; Samuel & Roy Paci con OFF Topic; Davide Shorty con Reload Sound Festival; Testaintasca con _resetfestival; Tuomo Uusitalo con The Mad Dog Social Club;  T Vernice con Magazzino sul Po; Wallis Bird con El Barrio; Zibba con il Balla Coi Cinghiali.

Per lo show finale, Cosmo sarà l’animatore di un dj set in diretta da casa sua che verrà trasmesso a reti unificate da tutti i soggetti aderenti all’iniziativa che condivideranno simultaneamente la diretta in “video party”.




Secondo trimestre 2020: attesa e preoccupazione tra gli imprenditori torinesi

Sono stati resi noti  i dati relativi alla dinamica imprenditoriale torinese nel secondo trimestre 2020, che vede un totale di 218.611 imprese registrate, con 2.350 nuove iscrizioni e 1.386 cancellazioni, e un tasso di crescita pari al +0,44% rispetto al primo trimestre.

“Gli ultimi dati di natimortalità imprenditoriale non mostrano ancora la temuta drastica diminuzione del numero di imprese, quanto piuttosto una situazione di stabilità, con poche aperture e poche chiusure, in un clima generale di prudenza e attesa – ha dichiarato il Presidente della Camera di commercio Dario Gallina. – L’indagine che abbiamo realizzato, tuttavia, ci mostra già con grande evidenza le preoccupazioni dei nostri imprenditori, alle prese con mancanza di liquidità e cali generalizzati nelle vendite. Il 43% delle imprese intervistate prevede pesanti ricadute economiche, mentre un ulteriore 35% si considera addirittura a rischio di chiusura definitiva”.

Natimortalità imprenditoriale torinese nel secondo trimestre 2020

Nel secondo trimestre 2020, profondamente segnato dalle misure messe in atto a seguito dell’emergenza Covid-19, la dinamica imprenditoriale torinese, analogamente a quanto avvenuto a livello nazionale e piemontese, ha registrato un complessivo e prevedibile rallentamento. Sono nate meno imprese rispetto allo stesso trimestre degli anni precedenti, ma ne sono cessate anche meno, a seguito di un atteggiamento attendista che con tutta probabilità ha riguardato sia chi aveva in progetto nuove iniziative imprenditoriali, sia chi già si trovava (o vi è giunto a causa dell’emergenza) in una fase di sofferenza.

 

Le iscrizioni, che fra aprile e giugno 2020 si sono fermate a 2.350, sono calate di 1.546 unità a confronto con il II trimestre 2019 (-39,7%), mentre le cessazioni, pari a 1.386 sono 1.368 in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-49,7%). Nel corso dell’ultimo decennio, caratterizzato da un costante ridimensionamento del tessuto imprenditoriale, è il primo anno in cui il secondo trimestre rileva una frenata così importante delle nuove iscrizioni, che sono scese ben sotto quota 3.000.

Tale dinamica si riflette anche nel saldo fra iscrizioni e cessazioni, che resta pur sempre positivo, ma si riduce di valore (+964). A fronte delle dinamiche descritte, il tasso di crescita torinese per il II trimestre del 2020 – rispetto al I trimestre dell’anno – risulta pari a +0,44%, con un totale di 218.611 imprese registrate.

Natura giuridica

Anche in un trimestre di forte stasi, si replicano le dinamiche di crescita rilevate negli ultimi anni. Ad eccezione delle società di persone, il cui tasso di crescita resta negativo (-0,09%), le altre tipologie mantengono un tasso di crescita positivo: nel caso delle imprese individuali, il tasso (0,63%) non si allontana da quello rilevato nello stesso periodo del 2019 (0,68%), mentre nel caso di società di capitale (0,60% a fronte dell’1,02%) e delle altre forme (0,23% anziché 0,54%), la riduzione è decisamente più importante.

Dinamica imprenditoriale al II trimestre 2020

Valori assoluti e tassi di crescita rispetto al trimestre precedente

Imprese
registrate al Peso %

30.06.2020

Cessazioni Saldo Iscrizioni (non d’ufficio) trimestrale

(iscr – cess)

Tasso di crescita II trim 2020

Tasso di crescita II trim 2019

SOCIETA’ DI CAPITALE SOCIETA’ DI PERSONE IMPRESE INDIVIDUALI ALTRE FORME

46.123 21,1%

439 162

277

0,60% -0,09% 0,63% 0,23%

1,02% -0,22% 0,68% 0,54%

51.976 23,8%

108 156

-48

115.749 52,9%

1.779 1.055

724

4.763 2,2%

24 13

11

TOTALE

218.611 100%

2.350 1.386

964

0,44%

0,52%

Fonte: elaborazioni Camera di commercio di Torino su dati InfoCamere

Indagine monitoraggio degli effetti di COVID-19

La Camera di commercio, nel suo ruolo istituzionale di osservatore dell’economia del territorio e di Antenna territoriale del progetto S.I.S.PR.IN.T, ha avviato un’indagine per monitorare la delicata fase congiunturale a seguito dell’emergenza legata al virus Covid-19. L’indagine, partita in concomitanza con l’avvio della fase 2 (fine del lockdown) e conclusa a metà giugno, è stata somministrata a un campione rappresentativo di imprese della città metropolitana di Torino (circa 6.000), appartenenti a tutti i settori merceologici. Hanno risposto all’indagine 611 imprese, 454 appartenenti al campione e 157 che hanno preso parte al monitoraggio accedendo dal sito dell’ente camerale.

Gli effetti dell’emergenza

A seguito del lockdown il 62% delle imprese (380) ha dovuto sospendere completamente l’attività. Si è trattato soprattutto di attività dei servizi alle persone (l’83% del settore), seguite dal turismo (il 76%) e commercio (il 65%). La sospensione ha riguardato soprattutto le imprese individuali (il 72% delle imprese con tale forma giuridica) e con meno di 10 addetti (il 67% delle micro imprese).

L’emergenza sanitaria ha portato in primis un deterioramento della liquidità (criticità rilevata dal 74% delle rispondenti), cui segue il calo/cancellazione delle vendite e degli ordinativi (il 64%). Più distanziate seguono le problematiche connesse alla perdita dei principali mercati di riferimento o dei principali clienti, che ha coinvolto il 36% delle imprese, e la difficoltà nel tornare a lavorare «in sicurezza» nel difficile contesto di riferimento (il 19%).

Il deterioramento della liquidità vede maggiormente coinvolte le imprese del turismo e delle costruzioni (rispettivamente l’87% e l’81% dei rispettivi settori), mentre il calo degli ordinativi, dopo il commercio (il 69% delle imprese del settore), ha toccato l’industria manifatturiera (il 67%).

 

Deterioramento liquidità

Quali sono le principali esigenze di liquidità delle imprese? Chiaramente si tratta in primo luogo di motivazioni connesse alla sopravvivenza dell’impresa: l’imposizione fiscale in primis (citata dal 73% delle rispondenti), seguita dalla necessità di sostenere i costi fissi (61%), dal pagamento di forniture (39%) e dalla retribuzione del personale (34%). Si rileva, tuttavia, che un 13% di rispondenti indica necessaria la liquidità per investire in innovazione di prodotto/processo nonostante il periodo di difficoltà.

Variazioni di fatturato – ordinativi – occupazione

Per valutare l’impatto economico della crisi sanitaria, è stato chiesto alle imprese di stimare la variazione di fatturato, ordinativi e di occupazione (intesa come ore lavorate) registrata tra marzo e aprile 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Nel complesso, nove imprese su dieci hanno manifestato una diminuzione più o meno marcata del fatturato; oltre otto su dieci degli ordinativi e dell’occupazione. Guardando ai singoli settori di attività, tutti i comparti registrano diminuzioni; ad aver registrato un’erosione più marcata delle tre variabili economiche- sono però le attività dei servizi di alloggio e ristorazione che nel 100% dei casi hanno dichiarato una diminuzione di tutte e tre le componenti.

Previsioni per il futuro Con l’avvio della Fase 2 il 43% delle imprese ha dichiarato che ci sarebbero state ricadute economiche negative importanti sull’attività.A questa percentuale si aggiunge un ulteriore 35% di imprese che hanno dichiarato di avere un’attività a rischio chiusura: l’analisi per settori economici vede, tra queste, al primo posto quelle turistiche (il 71,1% delle imprese del settore) – soprattutto i bar-, le imprese del commercio (in primis negozi al dettaglio di abbigliamento e scarpe) e i servizi alle persone (parrucchieri ed estetisti).

Sul fronte opposto, solo il 4,9% ha dichiarato che non ci sarà nessun impatto rilevante. Ovviamente la dimensione aziendale rappresenta un fattore determinante: tra le imprese con classe dimensionale tra gli 0 e i 19 addetti la percentuale di rispondenti che ha dichiarato il rischio chiusura attività è più elevata che nelle imprese oltre 20 addetti. Al contrario, le ricadute minime sono maggiormente concentrate nelle imprese più grandi (il 36,4% oltre 20 addetti).

Riaprire o no? Delle 380 imprese che hanno sospeso completamente l’attività nella FASE 1 dell’emergenza sanitaria, il 47,6% ha dichiarato che avrebbe continuato a stare chiusa anche con l’avvio della FASE 2 ed il 22,9% che avrebbe aperto solo parzialmente l’attività.

Tra i principali motivi per la mancata apertura completa, al primo posto con il 43,3% delle imprese si colloca la sostenibilità economica (p.e. troppi costi fissi). Il 35,4% vede una difficoltà a rispettare le misure per la riapertura in sicurezza e un 25,7% delle imprese dichiara di avere rischi imprenditoriali eccessivi rispetto alla situazione di incertezza. Ritorno alla normalità Le imprese che hanno dichiarato di poter riprendere i normali ritmi produttivi, seppur non prima di un anno rappresentano il 44% delle rispondenti: di queste (144; il 54%) prevede di farlo con l’adozione di alcuni cambiamenti.

Non sono tuttavia da sottovalutare le percentuali relative alle imprese che difficilmente ritengono possibile un ritorno ai livelli pre crisi (il 33%) e quante ritengono sarà necessaria una profonda riorganizzazione aziendale per sopravvivere alla crisi (il 29%).




CNA Piemonte: In Regione si proceda velocemente con la terza dose vaccinale

In Regione si proceda velocemente con la terza dose vaccinale, il vaccino ai bambini e il Green Pass selettivo solo per i vaccinati. È la ricetta della CNA Piemonte per affrontare l’aumento dei numeri dei contagiati da Covid19 anche in Piemonte. E di questo si fa portavoce coi decisori della Regione Piemonte. 

“Avanti con la terza dose e con il green pass selettivo. È necessario per tutelare le imprese ed evitare un Natale disastroso. Permettiamo alle nostre aziende di poter programmare le feste, le prenotazioni alberghiere, le aperture dei ristoranti. Garantiamo dopo due anni l’apertura dei comprensori sciistici. Un altro lockdown sagnerebbe la fine di migliaia di imprese che hanno responsabilmente resistito ad una vera e propria tempesta che le ha colpite. Non lasciamo che un colpo di coda le spazzi via. Il trend dei contagi è preoccupante. Bisogna agire subito e fare delle scelte. Riprendendo le parole del presidente Mattarella “Insensate teorie contro la scienza non possono prevalere”, Cna Piemonte sceglie di stare dalla parte della responsabilità”, ha affermato il segretario regionale Delio Zanzottera. 




Spreco alimentare, Confagricoltura: “Siamo virtuosi e possiamo fare meglio”

Oggi 5 febbraio sarà la Giornata Nazionale contro lo spreco alimentare. Confagricoltura rileva che negli ultimi anni sta aumentando la consapevolezza degli italiani rispetto alle questioni ambientali e al consumo di cibo.

Significativi i dati che emergono oggi dal rapporto ‘Il caso Italia‘ del Waste Watcher International Observatory, che pongono l’Italia tra i Paesi più attenti allo spreco alimentare e alle corrette abitudini alimentari durante la pandemia.

Secondo la rilevazione, solo in Italia nel 2020 si è sprecato l’11,78% di cibo in meno rispetto all’anno precedente.

Si tratta di un dato incoraggiante – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte –  che non deve però fare abbassare la guardia su un fenomeno che resta comunque ancora diffuso e non riguarda solo il consumo domestico, ma l’intera filiera agroalimentare, lungo la quale ci sono ancora molte, troppe dispersioni”.

Confagricoltura ribadisce il contributo fondamentale che possono dare le imprese agricole nella lotta allo spreco e nell’attuazione del Piano nazionale contro gli sprechi alimentari, di cui il nostro Paese si è dotato già da qualche anno.

L’agricoltura da sempre applica i principi dell’economia circolare – aggiunge Allasia –  cercando di recuperare attraverso il riutilizzo degli scarti agricoli: il lavoro è ancora lungo e va accompagnato da un cambiamento di abitudini e costumi, su cui anche Confagricoltura sta contribuendo, di cui si iniziano a intravedere i primi segnali”.

Il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccaro illustra un caso concreto. “Ogni giorno, in base alle elaborazioni del nostro centro studi su dati Istat, in Piemonte per l’alimentazione umana si impiegano 1.105.000 chili di carne, 728.000 di litri di latte e 2.720.000 uova: sprecare anche solo l’1% di questi volumi significa, per esempio, porre fuori dal circuito virtuoso 11.050 chilogrammi di carne, utili a sfamare oltre 44.000 persone, l’equivalente della popolazione della città di Biella. Per questo – spiega Zuccaro – dobbiamo contenere gli sprechi lungo tutto il circuito produttivo a partire dai campi, investendo maggiormente sull’innovazione, sull’agricoltura di precisione, sulla digitalizzazione, sul risparmio energetico e su un utilizzo sempre più attento dell’acqua”.

 

 

Gli abitanti del Piemonte ogni giorno consumano:

 

1.105.000 chilogrammi di carne

804.000 chilogrammi di frutta

774.000 chilogrammi di agrumi

3.674.000 chilogrammi di pomodori freschi e conservati

728.000 litri di latte

2.720.000 uova




Stop scuole, Confartigianato Cuneo: “Non si dimentichino imprese artigiane”

Un’economia senza la tutela della salute sarebbe inevitabilmente senza futuro. Condividiamo quindi, come Associazione imprenditoriale, i timori della Regione Piemonte per la recrudescenza sul nostro territorio dei contagi da Covid 19 e la scelta di mettere in campo tutte le misure necessarie per frenare la diffusione del virus.

Comprendiamo però, anche le criticità organizzative che emergono per migliaia di piccole imprese, le quali oltre ai problemi economici scaturiti dalla pesante crisi emergenziale, devono aggiungere la difficile conciliazione tra lavoro e famiglia».

Questo il commento di Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo a seguito della notizia di un nuovo possibile stop per due settimane alle lezioni in presenza nelle scuole cuneesi.

La pandemia in questi ultimi giorni ha ripreso a mordere, portandosi dietro nuove preoccupazioni e la necessità di rimettere in campo misure drastiche di contenimento della diffusione del virus. Tra queste, il ritorno alla DAD (didattica a distanza) per le scuole, che purtroppo, soprattutto per le imprese artigiane, genera problematiche gestionali non facilmente superabili.

«Per molte famiglie con figli in età scolare – sottolinea Crosetto – la didattica a distanza significa dover ricalibrare i ritmi lavoro- famiglia degli adulti, magari optando per un’alternanza in modalità “smartworking”. Per la maggior parte delle nostre imprese artigiane, questa scelta diventa ulteriormente complessa. I lavori manuali, dai servizi alla persona fino all’edilizia, richiedono la presenza fisica dei lavoratori e quindi per la gestione dei figli in caso di DAD, si profilano ulteriori sacrifici anche di tipo economico. Anche a questo proposito, Confartigianato Cuneo, tramite i suoi livelli regionali e nazionali di Sistema, sta sollecitando presso le sedi competenti l’erogazione tempestiva di adeguati ristori che possano alleviare alle imprese i disagi profondi causati dal perdurare dell’emergenza sanitaria».




Previsioni congiunturali 2° trimestre 2024 – Prospettive in miglioramento per l’industria delle province di Novara e di Vercelli

Le prospettive dell’industria nelle province di Novara e di Vercelli confermano il miglioramento già rilevato a inizio 2024. Secondo le previsioni congiunturali di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) per il trimestre aprile-giugno 2024 (disponibili sul sito www.cnvv.it) il saldo tra la percentuale degli imprenditori che si dichiarano ottimisti e quella di coloro che sono pessimisti sull’incremento della produzione è a 8,9 punti (rispetto ai precedenti -4,1) nel Novarese e a 2,3 punti (rispetto ai precedenti -12,9) in provincia di Vercelli, con una media regionale che sale da -1,5 a 7,7 punti. I saldi ottimisti/pessimisti relativi agli ordini totali e a quelli esteri passano, rispettivamente, da -7,1 a 4,1 e da -6,2 a -3,8 punti in provincia di Novara, da -15,7 a -4,5 e da -13,3 a -9,3 punti in provincia di Vercelli (con la media piemontese che risale, rispettivamente, da -2,4 a 5,6 e da -8,4 a 4,7 punti).
«Nonostante un contesto globale non rassicurante – commenta il presidente di Cnvv, Gianni Filippa – il nostro sistema produttivo sta confermando le sue doti di solidità e resilienza. L’ inflazione in fase di assestamento e l’annunciato decremento dei tassi di interesse a partire dall’estate potrebbero dare, nei prossimi mesi, uno stimolo alla ripresa».
Le previsioni di investimenti “significativi” risalgono dal 29,9% al 32,5% tra le imprese novaresi e dal 15,7% al 18,6% in provincia di Vercelli (con la media regionale in ripresa dal 22,4% al 24,1%), mentre quelli “sostitutivi” rimangono stabili al 47,5% nel Novarese e registrano una lieve flessione (dal 50% al 45,3%) nel Vercellese e in Valsesia, con una media regionale al 49,9%. «Siamo anche in attesa – aggiunge Filippa – dei decreti attuativi del Piano “Transizione 5.0”, che potrebbe dare ulteriore sviluppo agli investimenti e, di conseguenza, alla produttività delle imprese».
Le aspettative di occupazione registrano andamenti differenti tra i due territori, con il saldo tra ottimisti e pessimisti relativo alla volontà di fare nuove assunzioni che cresce da 4,1 a 14,6 punti in provincia di Novara e cala da 5,7 a 3,4 punti in provincia di Vercelli (da 8,6 a 11,6 punti la media regionale), mentre la percentuale delle imprese che intendono fare ricorso alla cassa integrazione scende, rispettivamente nei due territori, dal 7,2% al 6,6% e dal 24,3% al 13,8%, con una media regionale in calo dal 10,8% all’8,1%.
«A prescindere dagli andamenti congiunturali del mercato del lavoro – osserva il direttore di Cnvv, Carlo Mezzano – in questa fase il problema maggiore continuano a essere le difficoltà nel reperire manodopera specializzata: come diciamo ormai da tempo nelle aziende del territorio il lavoro c’è, ma non sempre si trova chi lo voglia fare».
La percentuale di imprese che segnalano ritardi negli incassi rispetto ai tempi di pagamento pattuiti aumenta dal 15,8% al 20,3% in provincia di Novara e cala dal 22,1% al 16,5% in quella di Vercelli, mentre la media regionale risulta stabile intorno al 24%.
I dati relativi ai principali settori, elaborati in forma aggregata e con media ponderata sulle due province, registrano un’inversione di tendenza che riporta in positivo le attese di produzione, ordini e investimenti (soprattutto sostitutivi) nel metalmeccanico e nella rubinetteria-valvolame. Il chimico conferma attese di produzione positive a fronte di un lieve calo negli ordini, soprattutto esteri, mentre nel tessile-abbigliamento, nonostante il lento recupero della produzione, le prospettive rimangono incerte per quanto concerne gli ordinativi e i livelli occupazionali. Nell’alimentare le attese di produzione rimangono positive anche se gli ordini sono in calo.
«Le imprese piemontesi – commenta Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte – si confermano in grado di gestire al meglio risorse umane e finanziarie, ordini nazionali e internazionali, investimenti e indebitamento. Le previsioni che presentiamo sono in linea con la ripartenza della produzione industriale in Germania registrata a febbraio, sono basi importanti che consentono alle nostre imprese di essere sempre più protagoniste delle transizioni in atto. Confindustria ha indicato alcune priorità nel suo programma ‘Fabbrica Europa’, noi come Confindustria Piemonte confermiamo quelle priorità e le integriamo con il nostro Piano Industriale che punta a un aumento della quota di export oggi pari a circa il 40% del Pil, ovvero 60 miliardi. Ciò è possibile con concreti interventi sulla formazione anche nell’ambito delle competenze digitali, al completamento del piano sulla Banda Ultra Larga e al consolidamento dei settori vincenti. Va poi alzato il livello della competitività delle filiere storiche come automotive, tessile, aerospazio, lusso, agri-eno-food, gioielleria, sistema casa. Dobbiamo infine saper cogliere fino in fondo le occasioni nelle life-science, medicina, biotech e salute e al contempo monitorare il completamento anni delle grandi infrastrutture, lavori che hanno un valore superiore a 25 miliardi nei prossimi 10 anni».