Riccardo Lanzo (Lega) presidente della Commissione Autonomia

Si è insediata oggi 30 luglio la Settima Commissione Autonomia, istituita dal Consiglio regionale del Piemonte il 7 luglio. Nella sua prima riunione, la Commissione ha eletto l’ufficio di presidenza: presidente Riccardo Lanzo (Lega, 21 voti), vicepresidenti Domenico Ravetti (Pd, 10 voti) e Davide Nicco (Fdi, 12 voti).

Il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia ha spiegato che lo scopo è quello di rendere il Piemonte una Regione più autonoma, con maggiori competenze: il percorso non sarà semplice ma Allasia si è detto certo servirà a garantire migliori condizioni di benessere ed efficienza a tutti i piemontesi, nel segno della sussidiarietà.

Per il neo presidente della Settima Lanzo, non solo si tratta, ai sensi della Costituzione, di portare avanti le istanze di autonomia differenziata nei confronti del governo centrale. Nel lavoro della “Autonomia”, si opererà anche nei confronti degli Enti locali piemontesi, per un maggiore e migliore raccordo tra le loro attività e quelle della Regione.




Sono 32.169 (+42) le persone positive al COVID19

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 26.550 (+17 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3306 (+5) Alessandria, 1598 (+1) Asti, 848 (+0) Biella, 2508 (+3) Cuneo, 2379 (+0) Novara, 13.645 (+6) Torino, 1117 (+0) Vercelli, 971 (+0) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 178 (+2) provenienti da altre regioni.

Altri 546 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I decessi sono 4142. Un decesso di persona positiva al test del Covid-19 è stato comunicato nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione, di cui 0 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è di ora 4142 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 681 Alessandria, 256 Asti, 208 Biella, 398 Cuneo, 373 Novara, 1832 Torino, 222 Vercelli, 132 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 40 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

La situazione dei contagi. Sono 32.169 (+42 rispetto a ieri, di cui 32 asintomatici; dei 42: 25 screening, 13 contatti di caso, 4 con indagine in corso, quelli importati sono 26 su 42) i casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivisi su base provinciale: 4140 Alessandria, 1903 Asti, 1057 Biella, 3027 Cuneo, 2889 Novara, 16.120 Torino, 1447 Vercelli, 1159 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 276 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 151 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono (uguale a ieri). I ricoverati non in terapia intensiva sono 81 (+1 rispetto a ieri). Le persone in isolamento domiciliare sono 847. I tamponi diagnostici finora processati sono 543.744, di cui 298.243 risultati negativi.




Filippa (Cnvv): “lavoro, semplificazione, produttività e infrastrutture assi portanti per il rilancio dell’economia”

Riduzione della tassazione sul lavoro, semplificazione burocratica e aumento della produttività, oltre a investimenti in infrastrutture, stradali e informatiche: sono gli assi portanti per una strategia di rilancio dell’economia e dell’occupazione che secondo il presidente di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv), Gianni Filippa, consenta di guardare oltre l’emergenza Covid e l’impatto che rischia di avere sul sistema produttivo e sul mercato del lavoro, tanto a livello nazionale quanto a livello locale.

«Si tratta – sostiene Filippa – di interventi che non possono più essere rinviati se vogliamo provare a far ripartire il nostro Paese e a fargli avere il ruolo che merita in Europa. Non possiamo continuare a essere il fanalino di coda della Ue: l’anno scorso il Pil italiano era al livello della crisi del 2009, mentre quello tedesco era superiore del 30%, e dopo la crisi Covid torneremo indietro di trent’anni. Abbiamo un rapporto deficit/Pil al 160% e stiamo spendendo soldi pubblici per dare sussidi, non per fare investimenti come in Germania e in Francia. Per questo dobbiamo approfittare più possibile dei fondi europei che saranno a disposizione già nei prossimi mesi, cercando di utilizzarli al meglio attraverso una progettualità lungimirante e in una prospettiva di medio/lungo termine».

«Ogni azione – aggiunge – deve essere misurata in base ai risultati ottenuti. Anche per quanto riguarda i rapporti di lavoro dobbiamo avere il coraggio di prendere atto che l’attuale sistema non funziona, altrimenti non avremmo migliaia di disoccupati, specialmente tra i giovani. Il sindacato deve difendere i suoi iscritti, che sono principalmente lavoratori dipendenti e pensionati, ma noi dobbiamo pensare anche a chi non sta lavorando, in particolar modo ai giovani. In Italia, inoltre, abbiamo retribuzioni mediamente inferiori alla media europea e dobbiamo trovare il modo per pagare meglio le persone, ad esempio attraverso incentivi e premi, non discrezionali ma in base a risultati stabiliti all’inizio dell’anno con criteri oggettivi, purché con adeguati sgravi fiscali. La tassazione sul lavoro ha, infatti, costi sempre meno sostenibili per le imprese: mi chiedo, e vi chiedo, se è giusto che per un premio di mille euro netti a un collaboratore il costo aziendale debba essere di 2.300/2.500 euro…! Come ha detto di recente anche il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, serve quindi una riforma organica, perché non si può pensare che sia la tassazione del mercato del lavoro a mantenere tutto il resto. Non abbiamo bisogno di ridurre l’orario lavoro, ma di coniugare produttività e salari».

«A questo problema strutturale – prosegue Filippa – si aggiungono le spese, davvero ingenti, che gli imprenditori devono sostenere per far fronte agli infiniti adempimenti burocratici a cui devono sottostare le loro aziende: una specie di “tassazione occulta” che richiede un impiego di personale che non può essere dedicato alla produzione e al business ma soltanto al disbrigo di pratiche e procedure a volte anche discrezionali. Dobbiamo semplificare e sburocratizzare per davvero, quindi, perché la produttività si aumenta anche riducendo il tempo dedicato a lavori inutili».

«Un’ultima considerazione – conclude – va fatta su chi entra per la prima volta nel mercato del lavoro: se i primi stipendi di un neo-assunto sono di poco superiori al “reddito” percepito da chi riceve solo sussidi come possiamo motivare i giovani a professionalizzarsi e a cercare un impiego soddisfacente? Dobbiamo incentivare le persone a cercare un lavoro e a specializzarsi sempre più, non dare loro soldi per far niente… Speriamo che nelle prossime settimane l’attenzione del mondo politico non sia concentrata solo sulle elezioni regionali e sul referendum ma anche su come far ripartire l’industria e l’economia senza gravarle di ulteriore burocrazia e incertezza: nel caso qualcuno non se ne ricordasse abbiamo ancora troppe leggi senza i rispettivi decreti attuativi e non possiamo continuare a intraprendere in una condizione simile».

 




Scuola, le indicazioni per il rientro in classe

Dal 14 settembre sono rientrati a scuola tutti gli studenti e le studentesse e tutte le persone che lavorano negli istituti.

La sfida che la scuola si prepara ad affrontare insieme alle famiglie è proprio nella partecipazione attiva e collaborativa di tutti i soggetti, ognuno per la propria parte di responsabilità.

L’obiettivo è una riapertura nella massima sicurezza e tranquillità per tutti. Un risultato ottenibile soltanto attenendosi scrupolosamente a tutti gli accorgimenti igienico-sanitari atti a limitare al massimo il rischio di contagio da Covid-19.

L’utilizzo dei mezzi pubblici

Per l’utilizzo dei mezzi pubblici è obbligatorio l’utilizzo della mascherina. La capienza del trasporto pubblico locale è stata autorizzata dal Governo all’80%. L’incremento dei servizi di trasporto è di circa il 20%. La Regione Piemonte ha attivato:

  • 20 treni aggiuntivi quotidiani nei giorni feriali per un totale di 1.074 km in più al giorno dedicati agli studenti piemontesi;
  • 500 corse dei bus in più al giorno: 250 sulle 1.400 attuali concentrate nell’ora di punta della mattina e altrettante nel pomeriggio per i rientri da scuola.

Le mascherine a scuola

Le linee guida nazionali definite dal Governo prevedono che a scuola venga utilizzata la mascherina chirurgica affidando alle scuole il compito di fornirle quotidianamente.

Il Comitato Tecnico Scientifico per l’emergenza (CTS) ribadisce che, nelle situazioni in cui non sia possibile garantire il distanziamento fisico di almeno 1 metro di distanza, sarà necessario l’utilizzo della mascherina per gli studenti di età superiore a 6 anni.

La mascherina può NON essere indossata in condizioni di staticità e nel rispetto del distanziamento di almeno un metro, quando ci si trova seduti al banco, durante l’attività motoria o mentre si consuma il pasto. Sono esclusi dall’obbligo della mascherina i bambini sotto i 6 anni e i soggetti con forme di disabilità non compatibili con l’uso.

La rilevazione della temperatura

La responsabilità della rilevazione è stata affidata dal Decreto del Governo alle singole famiglie, ma la Regione Piemonte con una propria ordinanza ha introdotto per le scuole l’obbligo di verificarlo. In particolare:

  1. è raccomandato a tutti gli istituti di misurare la temperatura agli alunni prima dell’ingresso a scuola;
  2. qualora l’istituto, per ragioni oggettive e comprovate, non fosse nelle condizioni di farlo, dovrà prevedere un meccanismo di verifica quotidiana per controllare che la temperatura sia stata effettivamente misurata dalla famiglia (attraverso una specifica autocertificazione che potrà essere fornita sul registro elettronico, sul diario, su un apposito modulo, su una chat di classe o in qualunque altro modo semplice scelto dalla scuola);
  3. nel caso in cui uno studente dovesse presentarsi senza tale autocertificazione, la scuola avrà l’obbligo di misurare la febbre prima dell’inizio dell’attività didattica. La Regione ha stanziato 500 mila euro per sostenere le scuole nell’acquisto di termometri e termoscanner.

Cosa fare in presenza di febbre o sintomi

Il Protocollo di sicurezza e le indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico prevedono l’obbligo di rimanere a casa in presenza di temperatura oltre i 37,5° o altri sintomi simil-influenzali, sia per gli alunni sia per i lavoratori della scuola.

Nel caso in cui uno studente manifestasse dei sintomi, la scuola provvederà ad attivare l’iter per la gestione di una eventuale positività. Lo studente verrà accompagnato e assistito da un operatore scolastico in una stanza dedicata e verrà avvisata la famiglia affinché possa riportarlo al proprio domicilio.

Sia che i sintomi si manifestino a scuola o che si manifestino a casa, la famiglia dovrà contattare il proprio pediatra o medico (nel caso di età maggiore a 14 anni) che valuterà le condizioni di salute dello studente e deciderà se attivare la procedura per i casi di sospetto Covid, inserendo i dati sulla piattaforma regionale e richiedendo l’esecuzione del tampone (indicando anche alla famiglia, in base alle condizioni di salute, se utilizzare l’accesso diretto o attendere in casa l’unità sanitaria che eseguirà il test virologico).

Nel caso in cui la famiglia non disponesse o avesse difficoltà a mettersi in contatto con il proprio pediatra/medico, potrà segnalare il proprio caso al Dipartimento di Prevenzione/Guardia medica della propria Asl. Trascorse 24 ore, in assenza di un riscontro, la famiglia potrà accompagnare il bambino a uno degli hotspot ad accesso diretto per l’esecuzione del tampone, previa compilazione di un modulo di autocertificazione per effettuare il test diagnostico (già predisposto dalla Regione).

Cosa succede se un alunno risulta positivo

Nel caso in cui uno studente risulti positivo al tampone il SISP, in collaborazione con il referente covid scolastico, avvia il contact tracing e dispone l’isolamento fiduciario o la quarantena dei contatti stretti nelle 48 ore precedenti e la procedura di tampone. La scuola avvierà parallelamente le attività di sanificazione straordinaria degli ambienti venuti a contatto del soggetto positivo.

Priorità di accesso al tampone e hotspot scolastici

La Regione Piemonte ha previsto una corsia prioritaria per i tamponi necessari allo screening scolastico. Sono anche stati attivati in tutte le Asl del territorio già 29 hotspot/drive scolastici ad accesso diretto per accelerare le procedure di esecuzione dei tamponi. I punti di accesso diretto saranno presidiati da personale sanitario medico e pediatrico.

Cosa fare per il rientro a scuola

Nel caso in cui il tampone sia positivo sarà necessario attendere la certificazione della guarigione clinica con doppio test virologico negativo e l’attestazione del proprio pediatra/medico.
Nel caso in cui il tampone del caso sospetto sia negativo sarà necessario attendere a casa la guarigione clinica seguendo le indicazioni del proprio pediatra/ medico che alla fine consegnerà l’attestazione di esito negativo del tampone.
Nel caso di assenze da scuola per condizioni cliniche non sospette di Covid-19, per la riammissione a scuola sarà necessaria l’autocertificazione della guarigione da parte della famiglia

Utilizzo di locali in strutture scolastiche per attività extracurriculari

I locali adibiti ad attività scolastiche potranno essere utilizzati per altre attività (pre e post scuola, attività sportive etc) alle seguenti condizioni:

  • gli utenti si impegnano ad effettuare al termine delle attività procedure di igienizzazione in grado di assicurare lo stesso grado di efficacia di quelle previste per le attività scolastiche;
  • il gestore delle strutture (o l’Ente locale che con proprio provvedimento ha affidato gli spazi scolastici a terzi) è tenuto a verificare che tali attività siano effettivamente svolte nelle modalità indicate al fine di assicurare le garanzie previste.

 

SI RACCOMANDA di lavarsi spesso le mani con il gel igienizzante, di indossare la mascherina in tutti gli spostamenti e in ogni situazione dove non sia possibile rispettare il distanziamento.




Smog, De Santis: “Dopo il lockdown ora non possono fermarci con i divieti del traffico”

Gli artigiani sono rimasti fermi per tre mesi. Chi, finito il lockdown, è riuscito a riaprire la saricesca, ora non può permettersi di non lavorare a causa dei blocchi del traffico. Forse non è chiaro che le micro e piccole imprese sono stremate, e non si può chiedere loro di mettere mano al portafogli per rottamare i propri veicoli.

Forse non è chiaro che per gli artigiani il furgone non è un semplice mezzo di trasporto ma è uno strumento di lavoro indispensabile per raggiungere il cliente, una vera e propria propaggine della bottega, per non parlare delle aziende che svolgono attività di servizio  alle persone e alle famiglie. Il protocollo padano non può venire applicato in questa situazione di emergenza, metterebbe a rischio l’esistenza stessa delle nostre imprese.

E’ stato dimostrato che i provvedimenti di blocco e di limitazione del traffico sono scarsamente efficaci, e se davvero si vuole tutelare la salute e la qualità dell’aria occorrono provvedimenti strutturali in grado di incidere sulle diverse cause dell’inquinamento atmosferico, a cominciare dal riscaldamento.

Purtroppo, il Comune di Torino poco o nulla ha fatto in questi anni, preferendo condurre una crociata ideologica contro l’automobile, dando la priorità a zizzaganti piste ciclabili e ad inutili zone 20. Come Confartigianato Torino condividiamo l’appello alla Regione Piemonte, affinché sospenda i divieti che scatteranno dal 1 ottobre. L’alternativa, per gli artigiani, sarà andare a lavorare in bici o monopattino. Oppure, coerenti con la tesi della decrescita felice, riscoprire come mezzo di trasporto il mulo, affidabile e greeen. “

 

 




Embraco, Sicchiero: “Due incontri per ex lavoratori Embraco e imprenditori”

Quando a metà settembre è stato annunciato il progetto Italcomp, con l’obiettivo di dare vita nel sito ex Embraco/Ventures di un polo per la produzione di compressori per l’industria del freddo, ho ribadito che come amministrazione comunale siamo fiduciosi che questa prospettiva possa davvero concretizzarsi ma che, nel frattempo, avremmo continuato a lavorare per offrire alternative occupazionali alle lavoratrici e ai lavoratori che desiderino ricollocarsi.

Così è. Infatti, in collaborazione con la Regione Piemonte, abbiamo organizzato nel mese di ottobre due incontri, il primo rivolto ai lavoratori e relativo all’assegno di ricollocamento, il secondo agli imprenditori interessati ad approfondire il tema delle agevolazioni all’assunzione di lavoratori ex Embraco/Ventures»: lo annuncia il Sindaco di Chieri Alessandro SICCHIERO.

Il primo appuntamento, incentrato sull’operatività dell’assegno di ricollocazione, e quindi rivolto a lavoratrici e lavoratori dell’ex Embraco, si svolgerà lunedì 12 ottobre in Sala della Conceria, a Chieri (via della Conceria, 1), con due incontri, il primo alle 10 e il secondo alle 11,30. Altri due incontri sono previsti nel pomeriggio presso il Municipio di Riva di Chieri (piazza Parrocchia 4), alle 14,30 e alle 16. Saranno le rappresentanze sindacali ad organizzare i gruppi di lavoratori.

Un secondo appuntamento, rivolto agli imprenditori, verrà calendarizzato nelle prossime settimane.

Agli incontri interverrà il dottor Alberto Anselmo del Settore Politiche del Lavoro della Regione Piemonte.

 




Vittime del lavoro, Allasia: “Sicurezza è priorità sociale”

Domenica 11 ottobre si è celebrata la 70esima Giornata nazionale delle vittime degli incidenti sul lavoro.

In apertura di seduta il Consiglio regionale ha dedicato uno speciale momento di ricordo per coloro che in Piemonte hanno perso la vita sul posto di lavoro, dando lettura di tutti i nomi.

Per il presidente Stefano Allasia “la Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul lavoro è un’occasione preziosa per riflettere sui dati. Da quelli in nostro possesso, in Piemonte nel 2019, ci sono stati 47 infortuni mortali.
I numeri ci dicono che, rispetto al 2018, si è verificato un lieve calo, ma sono tuttora preoccupanti e ci devono aiutare per far crescere la cultura e l’impegno della sicurezza nei luoghi di lavoro.
La sicurezza di chi lavora è una priorità sociale ed è uno dei fattori più rilevanti per la qualità della nostra convivenza. Non possiamo accettare passivamente le tragedie che continuiamo ad avere di fronte. Sono stati compiuti importanti passi in avanti nella legislazione, nella coscienza comune, nell’organizzazione stessa del lavoro. Ma tanto resta da fare.
Questo deve essere comunque un momento di richiamo forte al tema della sicurezza sul lavoro.
Il numero di questi incidenti, causati dal mancato rispetto di norme esistenti resta infatti inaccettabile, ma possono e devono essere evitati richiamando alla responsabilità tutte le parti, politiche, sociali ed imprenditoriali.
Il nostro pensiero va innanzitutto alle vittime e al profondo dolore dei loro familiari, cui esprimiamo una sincera vicinanza”.

Infine il presidente ha voluto ringraziare “anche a nome dell’Assemblea, per la loro partecipazione qui oggi, la dott.ssa Vita Rocca Romaniello, Vicario della Direzione regionale Inail, che fa le veci del Dott. Giovanni Asaro che non è presente per un inderogabile impegno sopravvenuto, e il Reggente Territoriale della Sede di Torino dell’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro, Balistreri Elio, che è stato delegato dal Presidente piemontese Silvio Olivero impossibilitato per motivi familiari”.




Sono tante ancora le incertezze cui deve far fronte il comparto edile piemontese

Il volano che dovrebbe far ripartire il mattone grazie ai fondi stanziati dallo Stato, con il supporto delle banche, si chiama Superbonus 110%.

Ma ad oggi sono tante, troppe, ancora le incertezze cui deve far fronte il comparto edile piemontese rappresentato da 49mila imprese edili artigiane che impiegano 150mila addetti.

A partire dalla burocrazia, e la totale assunzione di responsabilità finanziaria, che non piace in primis alle imprese e ai tecnici che con loro lavorano. E per sciogliere dubbi di certo non basterà leggere, e applicare, i decreti su “Requisiti tecnici” e “Asseverazioni”, pubblicati giorni fa.

Basti pensare che se un piccolo immobile unifamiliare da ristrutturare avesse tutti i documenti in ordine, ovvero nessuna difformità edile od urbanistica, gli atti da presentare per la cessione del credito verso gli Istituti sarebbero mediamente 36. Al contrario, se un medio condominio dovesse presentare irregolarità nelle parti comuni o semplicemente la necessità di “ricostruire” o ricercare documenti mancanti, gli interventi da parte dei tecnici potrebbero arrivare anche a 90.

“Il mondo delle costruzioni sta dando prova di grande resilienza e di forza di volontà per emergere dalla crisi che sta investendo il mattone – commenta Enzo Tanino, Presidente Confartigianato edilizia Piemonte – però subissare i tecnici e le imprese con una tale quantità di burocrazia ci sembra francamente esagerato in un periodo dove c’è necessità di snellezza e rapidità”.

Senza contare come il “110%” sia in fase di evoluzione, e quindi in costante modifica, giorno dopo giorno, con passaggi che cambiano, norme che vengono interpretate e scadenze che dovrebbero allungarsi consentendo maggior tempo per fruire del bonus.

Oltre a tutto questo c’è poi il rischio dato dai controlli postumi dell’Agenzia delle Entrate: infatti l’Ente, successivamente ai lavori e al loro pagamento tramite cessione del credito fiscale, ha 5 anni per verificare l’idoneità dell’intervento. Quindi, se le pratiche non vengono redatte bene, c’è il rischio di una stangata a scoppio ritardato ovvero, se qualcosa dovesse andare storto, i beneficiari in primis, ed a catena gli altri soggetti coinvolti, si potrebbero trovare nella condizione di dover restituire gli importi goduti, gravati dalle pesanti sanzioni previste.

 

“Questa del 110% è una misura importante, se non fondamentale, per il comparto piemontese delle costruzioni – continua Taninouna delle poche previste nei vari decreti, che non fa rima con assistenzialismo. Il superbonus 110 % è l’occasione per dar vita ad un piano di messa in sicurezza e di efficientamento degli edifici, contribuendo a dare un importante input all’economia in generale. Voglio ricordare che ogni euro investito in costruzioni viene triplicato grazie alla lunga filiera coinvolta. Auspico, quindi, che il superbonus possa dar vita  all’atteso incremento delle commesse al quale dovrà corrispondere prontezza ed adeguatezza di risposta da parte delle nostre imprese. Speriamo però che la domanda non venga paralizzata dall’iter burocratico e dall’incertezza normativa, che potrebbe ridurre la “potenza di fuoco” del provvedimento già limitata rispetto alle sfide, straordinarie e senza precedenti, poste dalla crisi Covid-19.”

 

Abbiamo tante richieste, e siamo pronti a soddisfarle tutte, ma ad oggi di fatto siamo ancora fermi. – prosegue Tanino – È necessario che le imprese e tecnici studino a fondo, e con calma, le norme, per evitare errori che poi potrebbero portare gravi conseguenze dal punto di vista fiscale e, conseguentemente, finanziario”.

“È certamente una misura migliorabile – prosegue il Presidente – ad esempio anticipando i tempi di una possibile fruizione diretta del credito d’imposta da parte dell’impresa e trovando un modo per non perdere quanto non integralmente utilizzato nel periodo di competenza. Senza una modifica in tal senso diventa praticamente obbligatoria la richiesta di un prestito bancario per portare a compimento l’operazione.”

 

Uno dei punti cruciali del bonus è che, per adesso, la sua scadenza è al 31 dicembre del prossimo anno. “A livello nazionale abbiamo chiesto la proroga almeno fino al 2023, per consentire gli interventi con tempi un po’ più adeguati – conclude Tanino”.

 

 




Confagricoltura Alessandria ad Ecomondo Digital Edition: ecco tutti gli appuntamenti

Ad Ecomondo Digital Edition – la manifestazione fieristica trasferita su specifica piattaforma digitale dal 3-6 novembre (con accesso consentito fino a domenica 15) – parteciperà attivamente anche Confagricoltura, con specifici webinar e contributi. In primo piano recovery fund, green economy, sostenibilità e innovazione.

In particolare, l’Organizzazione degli imprenditori agricoli promuove due dirette streaming sulla piattaforma digitale di Ecomondo:

Martedì 3 novembre (ore 14.00 – 17.30) – “Green new deal: la strategia Farm to fork – filiere agroalimentari smart ed a basso impatto ambientale”. È organizzato da Confagricoltura, Federalimentare, Enea, Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo ed è previsto l’intervento del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti.
Si approfondirà la strategia Farm to Fork, mettendo in evidenza il ruolo del sistema agroalimentare nella sfida climatica ed in particolare quanto le aziende agricole e dell’industria alimentare stiano già facendo, con filiere sempre più smart e sostenibili.

Venerdì 6 novembre (ore 9.30 – 13.30) – “Architettura e natura: bioedilizia, bioeconomia forestale, eco-design”. È organizzato da Confagricoltura, Università della Tuscia, Assocarta e Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo. Interverrà Giulio Rocca, presidente della Federazione produzioni legnose di Confagricoltura.

In primo piano il ruolo centrale delle foreste nella bioeconomia e nella rigenerazione urbana con l’utilizzo dei biomateriali.

Confagricoltura parteciperà agli Stati generali della Green Economy (3-4 novembre) sul Green New Deal. Darà poi il proprio contributo ad una serie di eventi, portando la propria visione sull’importanza di innovazione dei processi di produzione e dei prodotti, con particolare riferimento ai biomateriali con il packaging sostenibile ed alla gestione del suolo.

In rilievo giovedì 5 novembre 2020 (orario 14.00 – 16.15) l’evento su “Suolo produttivo e salute” – Organizzato da CTS Ecomondo, Cluster Tecnologico Nazionale della chimica verde SPRING e ReSoil Foundation – a cui interverrà Giovanna Parmigiani, componente di Giunta di Confagricoltura, per evidenziare l’impegno per la salvaguardia dello spazio bioproduttivo.
I vari eventi saranno sempre su piattaforma digitale Ecomondo.

A latere, nelle giornate di Ecomondo, Confagricoltura ha organizzato ulteriori webinar sulle proprie piattaforme digitali:

Mercoledì 4 novembre (ore 14.00 – 15.30) – “Confagricoltura: I progetti europei di ricerca ed innovazione sulla sostenibilità”. È previsto l’intervento di Daniele Rossi (delegato di Confagricoltura per Ricerca & Innovazione). L’evento, organizzato da Confagricoltura, è previsto su piattaforma digitale Zoom .

In primo piano l’importanza della ricerca e dell’innovazione nelle nuove sfide del New Green Deal.

Mercoledì 4 novembre (ore 15.30 – 17.30) – “Energia e agricoltura: un binomio che deve diventare possibile”. Organizzato da Anga e Moroni & Partners (diretta facebook). Parteciperà il presidente dei Giovani di Confagricoltura Francesco Mastrandrea.
Si affronterà il tema del raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni attraverso l’ulteriore sviluppo delle energie rinnovabili ed il ruolo delle aziende condotte da giovani agricoltori.

Inoltre, giovedì 5 novembre, in occasione di Ecomondo, Confagricoltura ed Ambasciata d’Israele hanno organizzato un incontro virtuale tra aziende agricole associate e start up israeliane sulle tecniche di coltivazione innovative ad elevata sostenibilità, come idroponica, aeroponica e acquaponica. L’obiettivo è quello di favorire lo sviluppo dell’agricoltura verticale ed in particolare dell’idroponica.

“Per Confagricoltura – ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Alessandria e componente della Giunta nazionale, Luca Brondelli di Brondello – è fondamentale una stretta interconnessione tra agricoltura e ambiente, coniugando produttività e sostenibilità (con attenzione pure a agroenergie, bioprodotti, bioedilizia, biocosmesi, buone pratiche) dove l’agricoltura, a vari livelli, svolge un ruolo di primaria importanza; attività che necessitano di una sempre maggiore integrazione delle diverse componenti delle filiere e di elevati livelli di ricerca ed innovazione”.

Da molti anni – ha evidenziato Confagricoltura Alessandria – gli imprenditori agricoli si impegnano in obiettivi legati allo sviluppo sostenibile e in generale alla tutela dell’ecosistema e della biodiversità. In quest’ottica, va rilevata la diminuzione di impiego del 12% (nel 2018 rispetto al 2014, prima dell’entrata in vigore del PAN-Piano d’Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari) e di circa il 24% nel decennio (2008-2018).

“Abbiamo sempre partecipato attivamente a Ecomondo-Key Energy – ha concluso Brondelli – Ancor più, in epoca di emergenza pandemica, sentiamo l’esigenza di farlo, consapevoli del ruolo dell’agricoltura per il Paese. Gli agricoltori sono protagonisti delle politiche per l’ambiente, la sostenibilità, la green economy, l’economia circolare, i cambiamenti climatici. Il territorio è il nostro habitat. Siamo tutori dell’agroecosistema, costruttori del paesaggio, promotori di energie alternative, fautori di un rinnovamento a minor impatto sulle risorse naturali”.




Analisi trimestrale dell’export delle province di Novara e di Vercelli

Il secondo trimestre del 2020 è stato condizionato, ancor più pesantemente del primo, dalle misure di lockdown adottate dal governo per arginare il dilagare della pandemia di Covid- 19.

Introdotte l’8 marzo, sono infatti rimaste in essere fino al 4 maggio, per essere poi gradualmente e infine completamente rimosse il 18 maggio. Le performance registrate in questo Rapporto sono pertanto fortemente negative risentendo, oltre che dell’introduzione delle misure restrittive, anche della situazione internazionale e della frenata subita dal commercio mondiale.

1. La dinamica dell’export complessivo e manifatturiero delle province di Novara e Vercelli globalmente considerate

Nel secondo trimestre del 2020 le esportazioni complessive delle province di Novara e Vercelli sono diminuite nel loro insieme del -26,1%, quelle nazionali del -27,8%, accentuando il trend negativo già registrato nel primo trimestre. Il dato relativo al primo semestre evidenzia un calo del -15,9% a livello delle due province globalmente considerate, e del -15,3% a livello nazionale.

Considerando le sole esportazioni manifatturiere delle province di Novara e Vercelli, risultate pari a 3,3 miliardi di euro nel primo semestre 2020, esse hanno registrato un calo tendenziale pari al -15,8%. La flessione ha interessato tutti i comparti, con le sole eccezioni degli articoli farmaceutici che, al contrario, hanno registrato una forte crescita in conseguenza dell’emergenza sanitaria in atto (+53,9%); dei prodotti alimentari, bevande e tabacco (+6,7%) e del legno, carta e stampa (+4,3%). Quanto agli altri settori, in ordine di performance decrescente, i mezzi di trasporto sono calati del -56,7%; i prodotti petroliferi raffinati del -47,5%. L’aggregato “prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori” flette del – 30,8% con al suo interno il comparto dei prodotti tessili che registra una caduta del -34,6% e quello più grande degli articoli di abbigliamento che si riduce del -30,7%. Gli articoli in gomma e materie plastiche segnano un calo del -22,8%; i computer e prodotti ottici si contraggono del -22,4%; i macchinari ed apparecchi del -16,4%, con al loro interno le macchine di impiego generale che flettono del -16%; l’export di sostanze e prodotti chimici si contrae del -15,7%; quello dei metalli e prodotti in metallo del -14,8%, quello degli apparecchi elettrici del -11,8%.

Per quanto riguarda la ripartizione geografica dell’export, nel primo semestre 2020 si osserva un calo delle vendite sia verso l’Unione europea sia verso i Paesi extra-Ue 27, nella misura del -11,5% e del -21% rispettivamente. Le esportazioni di manufatti dirette verso i 27 Paesi Ue, pari a 1,9 miliardi di euro, rappresentano nel primo semestre del 2020 il 57,9% dell’export manifatturiero delle province di Novara e Vercelli considerate insieme; quelle dirette verso i mercati extra-Ue, pari a 1,4 miliardi di euro, equivalgono al 42,1% dell’export manifatturiero delle due province.

Quanto ai singoli mercati di sbocco, nel primo semestre del 2020 l’elemento più evidente è la contrazione dell’export manifatturiero delle due province verso tutti i principali Paesi di destinazione, con la sola eccezione della Polonia (+3,9%), che riduce notevolmente il ritmo di crescita rispetto al primo trimestre, e dei Paesi Bassi (+2,4%). Contrazioni a due cifre si registrano verso Regno Unito (-24,2%), Spagna (-20,5%), Svizzera (-19,9%), Cina (-19,6%), Stati Uniti (-16,1%) e Francia (-10,3%). L’export verso la Germania si riduce del -7,5%, quello verso il Belgio di un più esiguo -0,5%. In questo contesto, nonostante le flessioni registrate, Germania, Francia, Stati Uniti e Svizzera si confermano i primi 4 Paesi di destinazione dell’export manifatturiero provinciale, verso i quali si dirige il 45,4% delle esportazioni delle due province. Nel complesso, l’export verso questi 4 Paesi si è ridotto del -12,1% rispetto al primo semestre del 2019.

Sul fronte delle importazioni manifatturiere, come già osservato nel primo trimestre, anche nel primo semestre del 2020 si registra un calo dell’import da tutti i principali mercati di approvvigionamento, fatta eccezione per la Cina, dalla quale le due province di Novara e Vercelli registrano un incremento delle importazioni pari al +46,2%, e il Giappone che registra una crescita del +3%. Da tutti gli altri principali Paesi di provenienza dell’import manifatturiero si osserva invece un calo, più sostenuto per Tunisia (-35,5%), Stati Uniti (- 29%), Francia (-24,7%), Paesi Bassi (-23,8%) e Germania (-22,5%); più contenuto, ma comunque rilevante, per Spagna (-16,6%), Regno Unito (-16,5%) e Belgio (-7,9%). I principali mercati di approvvigionamento delle due province si confermano, nell’ordine, Germania, Cina, Francia, Stati Uniti: da questi soli 4 Paesi proviene il 57,2% dell’import manifatturiero delle province di Novara e Vercelli, risultato in calo del -14,3% rispetto al primo semestre del 2019.

2. ProvinciadiNovara
• Osservatorio Macchine di impiego generale

Nel secondo trimestre 2020 le esportazioni di macchine di impiego generale (rubinetteria-valvolame) sono risultate in calo del -24,1% a livello provinciale e del – 29% a livello nazionale; il dato relativo al primo semestre, che contempla un primo trimestre meno negativo rispetto al secondo, evidenzia una flessione dell’export del – 14,3% per la provincia di Novara e un calo del -19,1% a livello nazionale.

Per quanto riguarda i principali Paesi di destinazione, nel primo semestre del 2020 le esportazioni provinciali appaiono ancora in crescita verso la Spagna (+2,4%), seppur a un ritmo inferiore a quello registrato nel primo trimestre, la Polonia (+2,5%) e i Paesi Bassi (+16,3%); questi ultimi mettono a segno l’incremento maggiore e, con riferimento al solo secondo trimestre dell’anno, sopravanzano la Spagna posizionandosi quinti all’interno della classifica. In flessione, invece, l’export verso tutti gli altri principali mercati di sbocco: Regno Unito (-36,2%); Germania e Grecia (- 18,7%); Stati Uniti (-17,2%); Francia (-14,9%); Belgio (-2,2%); Svizzera (-0,3%).

Nel primo semestre Germania, Francia, Stati Uniti e Regno Unito si confermano i principali mercati di sbocco dell’export novarese di rubinetteria-valvolame, ma con la Germania che sopravanza la Francia, posizionandosi in cima alla classifica. La quota complessiva di export diretta verso questi 4 Paesi è pari al 44,7%, in calo del -20,3% rispetto al primo semestre del 2019.

All’interno della classifica la Grecia sopravanza la Polonia collocandosi al nono posto e facendo retrocedere quest’ultima in decima posizione.

• Osservatorio Prodotti delle industrie tessili e dell’abbigliamento

Nel secondo trimestre 2020 le esportazioni di prodotti tessili e dell’abbigliamento della provincia di Novara sono calate del -44,3%, invertendo il trend (ancora) positivo del primo trimestre dell’anno, quelle nazionali del -42,4%. Il dato relativo al primo semestre indica un calo del -18% per l’export novarese, e un calo del -24,5% per l’export italiano del settore.

Quanto ai principali mercati di sbocco, nel primo semestre del 2020 l’attenzione è puntata sul calo generalizzato che ha caratterizzato tutti i principali Paesi di destinazione dell’export novarese di prodotti tessili e abbigliamento, con la sola eccezione della Svizzera che, tuttavia, ridimensiona di molto il ritmo di crescita complessivo del periodo (+4,4%, a fronte del +158,3% del primo trimestre e a seguito del calo registrato nel secondo trimestre dell’anno). Quanto agli altri Paesi della classifica, l’export verso gli Stati Uniti flette del -47,7%; quello verso la Spagna del – 36,5%; Germania -36,2%; Tunisia -33,4%; Regno Unito -31,8%; Repubblica Ceca – 29,9%; Corea del Sud -29,7%; Francia -17,3%; Giappone -6,1%. La Svizzera si conferma il principale mercato di sbocco della provincia di Novara per i prodotti tessili e dell’abbigliamento, verso la quale si è diretto nel primo semestre dell’anno il 51,4% dell’export settoriale provinciale.

Riguardo ai posizionamenti nella classifica, il Giappone, che si colloca quarto, ha sopravanzato la Germania che diviene quinta; gli Stati Uniti hanno scalzato la Tunisia posizionandosi settimi e facendo retrocedere quest’ultima in ottava posizione. La Corea del Sud si posiziona nona, al posto della Repubblica Ceca che diviene decima.

3. Provincia di Vercelli
• Osservatorio Macchine di impiego generale

Nel secondo trimestre 2020 le esportazioni di macchine di impiego generale (rubinetteria-valvolame) della provincia di Vercelli sono calate del -33,3%, quelle italiane del -29%. Il dato semestrale evidenzia un calo del -20,1% a livello provinciale e un calo del -19,1% a livello nazionale.

Nel primo semestre del 2020 l’export flette verso tutti i principali Paesi di destinazione dell’export vercellese di rubinetteria e valvolame, fatta eccezione per la Germania, che registra una crescita pari al +14,4%. Quanti agli altri Paesi, l’Ungheria flette del 41,8%; la Spagna del -39,5%; la Francia del -28,1%; il Regno Unito del -27,8%; l’Austria del -22%; l’Arabia Saudita del -18,7%; i Paesi Bassi del -11,6%; gli Stati Uniti del -8,7%; la Svizzera di un più esiguo -1,2%. Germania, Francia e Spagna si confermano i principali mercati di sbocco dell’export settoriale provinciale: i tre Paesi considerati hanno assorbito nel primo semestre 2020 il 40,9% dell’export, in flessione del -15,4% rispetto al primo semestre 2019. Nella classifica, la Svizzera, che si colloca quinta, ha sopravanzato il Regno Unito che si posiziona sesto, mentre l’Arabia Saudita ha scalzato l’Austria posizionandosi settima, facendo scivolare quest’ultima in ottava posizione.

• Osservatorio Prodotti delle industrie tessili e dell’abbigliamento

Nel secondo trimestre 2020 le esportazioni di prodotti tessili e dell’abbigliamento della provincia di Vercelli sono calate del -54,6%; quelle nazionali del -42,4%. Peggiorano dunque ulteriormente le performance emerse all’inizio dell’anno, portando il dato relativo al primo semestre al -42,9% per quanto riguarda le esportazioni a livello provinciale e al -24,5% per l’export nazionale.

Quanto ai principali mercati di sbocco, nel primo semestre del 2020 si registra una contrazione dell’export verso tutti i primi 10 Paesi di destinazione delle esportazioni vercellesi di tessile-abbigliamento. Molto sostenuta è la flessione dell’export verso Hong-Kong (-61,9%) e Regno Unito (-51,1%), ma anche verso Francia (-49,6%), Stati Uniti (-47,3%), Giappone (-44,9%), Svizzera (-37,6%), Corea del Sud (-36%), Russia (-34,8%), Cina (-30,8%) e Germania (-28,7%). La classifica ha subito molteplici variazioni in termini di posizionamenti; in particolare, la Cina da quinto Paese di destinazione diviene seconda; la Francia da seconda diventa terza; il Regno Unito perde due posizioni divenendo quinto; la Corea ne conquista quattro, salendo al sesto posto; il Giappone ne guadagna due, posizionandosi settimo; la Russia e la Svizzera ne perdono tre, collocandosi nona e decima rispettivamente.