Consiglio regionale: Assestamento, focus su studio e cultura

Più risorse per il diritto allo studio e per la copertura di tutte le richieste per l’accesso alle borse universitarie. È stato questo il principale tema della discussione del mattino in prima Commissione, presidente Carlo Riva Vercellotti, dove è proseguito l’esame degli emendamenti all’assestamento di bilancio.

Nel corso del dibattito, caratterizzato dagli interventi dei consiglieri M5s (Francesca Frediani, Giorgio Bertola e Sarah Disabato), Pd (Maurizio Marello, Domenico Ravetti, Sergio Chiamparino, Monica Canalis, Diego Sarno e Daniele Valle) e Luv (Marco Grimaldi), è stato più volte sottolineato che quello appena passato è stato un periodo difficile, anche per gli studenti e le studentesse: per questo è necessario quindi aumentare la dotazione per l’erogazione delle borse universitarie a tutti gli aventi diritto. Sui voucher per istruzione e frequenza è stato chiesto di finanziare tutte le richieste, o quantomeno di arrivare a coprire le situazioni di povertà relativa.

Grimaldi ha inoltre sollecitato la necessità di rendere obbligatorie per la Regione le spese per il diritto allo studio.

Gli emendamenti chiedono infine specifici sostegni finanziari alle famiglie anche per la didattica a distanza e per colmare il digital divide. I gruppi di opposizione hanno anche chiesto un’informativa all’assessora all’Istruzione Elena Chiorino su tutte le criticità che il mondo scolastico ha dovuto affrontare e sta affrontando in questi mesi.

La seduta del pomeriggio si è focalizzata sugli emendamenti per il settore culturale.

Dal gruppo Pd sono stati presentati tre emendamenti (primo firmatario Raffaele Gallo) per aumentare i fondi 2021 a enti e associazioni culturali (1 milione di euro), alle realtà partecipate e convenzionate (1 milione di euro) e ulteriori dotazioni per il 2020 (500 mila euro).

Per i consiglieri Alberto Avetta, Monica Canalis, Sergio Chiamparino, Maurizio Marello, Domenico Ravetti, Domenico Rossi, Diego Sarno e Daniele Valle “la cultura sta vivendo una grande difficoltà. Nella nostra regione ci sono grandi eccellenze che hanno saputo reinventarsi anche con attività online, ma non è sufficiente. La cultura è stata un grande motore di sviluppo e attrazione turistica per Torino e la regione, c’è grande ritardo sui bandi e sui contributi, mentre si sono voluti utilizzare 3 milioni di euro per il bonus cultura”. Considerazioni condivise anche da Grimaldi.

Un quarto emendamento specifico sugli ecomusei regionali (+ 150 mila euro) è stato illustrato dalla consigliera Canalis: “La rete ecomusei è fondamentale per far conoscere ai visitatori la realtà storica, naturale e culturale della nostra regione. È un patrimonio che non possiamo disperdere”.

Il gruppo 5 Stelle, per voce della prima firmataria Frediani e della consigliera Disabato, ha presentato due emendamenti per il sostegno al sistema bibliotecario “di cui è persino superfluo sottolineare l’importanza” e per il Museo di Scienze Naturali “per cui è stato studiato un progetto per la riapertura, ma non è chiaro quale sarà il suo destino”.

Sempre dal Pd, infine, due emendamenti per aumentare di 120 mila euro sia sul 2020, sia sul 2021, i fondi per le attività culturali e di spettacolo.

Dalle forze di opposizione presenti è stato stigmatizzato il metodo con cui si sta portando avanti la discussione sull’assestamento, senza una reale possibilità di confronto con la Giunta regionale.




Ambiente, “Marazzato” cresce e lancia il “Centro ricerche e sviluppo”

Il ‘Gruppo Marazzato’ apre con determinazione al fronte imprescindibile e quanto mai più che attuale della ricerca e sviluppo.

E inaugura ufficialmente il Polo Tecnologico di Villastellone, nel torinese, nato dalla felice acquisizione di un’ampia struttura che ha di fatto assunto i connotati di una piattaforma polifunzionale all’interno della quale una significativa porzione di superficie coperta dello stabilimento verrà interamente dedicata alla messa a punto, sperimentazione e commercializzazione di soluzioni avanguardistiche, moderne e sostenibili per mutare gli scarti industriali in materie prime.

E il tutto a impatto zero per merito di un team coeso e coerente di professionisti competenti composto da Ivano Bosi, Amministratore Delegato di ‘Azzurra Srl’, Società del ‘Gruppo’ che gestisce l’impianto insieme alla Coordinatrice del Polo, l’ingegner Eleonora Longo, con la biologa Stefania De Pandis e l’ingegnere chimico Maurizio Anlero.

E’ grazie a loro che si è potuto dar luogo al progetto di sviluppo impiantistico del trattamento chimico-fisico biologico più che raddoppiandone la portata: dagli iniziali 50mila metri cubi annui sino ai 105 mila attuali quale volume complessivo di rifiuti trattati liquidi, pericolosi e non.

Un obiettivo centrato grazie anche all’ausilio prezioso di partners esterni che ha permesso di mantenere invariato il medesimo footprint pur a fronte di una maggiorata capacità operativa, ove per ‘footprint’ propriamente detto s’intende l’impatto con il territorio circostante sia visivo che urbanistico. E procedere così a vele spiegate con il traguardo ambito di fare della struttura un punto innovativo e di riferimento in materia di Best Available Technologies, ovvero procedimenti ultra avanzati applicati al mondo dei rifiuti liquidi industriali. Ed è altresì disponibile al seguente link https://www.youtube.com/watch?v=egStbU04ZKs anche un video in 3D del ‘Gruppo Marazzato’ che illustra i punti salienti dedicati a questo tema fondamentale.

Nel prossimo quinquennio ‘Marazzato’ investirà infatti principalmente su cinque fronti: geopolimeri da fanghi di dragaggio, ottimizzazione dell’impianto di depurazione biologica, processi (bio)chimici sostenibili, biocarburanti da fanghi, valorizzazione biologica della CO2 e recupero dei chemicalsPatent Landscape (innovation trend, technological ecosystem), pre-trattamenti di rifiuti liquidi durante il loro trasporto.

Ma l’obiettivo più prossimo, stante anche un’azzeccata convenzione stipulata fra il Politecnico di Torino e l’azienda vercellese leader dal 1952 nelle soluzioni per l’ambiente rispettivamente sul versante formazione-impresa (per attuare fattivamente i nuovi brevetti che consentono di trasformare i rifiuti in risorse nuove), consiste nella realizzazione fisica del Centro entro il prossimo luglio 2021 per potenziarne l’attività scientifica interna dotandolo dei migliori strumenti di studio in circolazione. 

Alla palazzina uffici verranno così affiancati moderni locali per laboratorio e postazioni per i ricercatori. Con in più la possibilità di installare all’interno di un ampio capannone coperto tutta una serie di impianti-pilota ‘a scala ridotta’ o preindustriale che dir si voglia. Modelli funzionali e funzionanti pronti a essere sviluppati e commercializzati a livello globale, atti a sfruttare i processi innovativi che trasformano un materiale inerte in una nuova risorsa prima, con tutto il know-how tecnologico utile in sequenza a ottenere lo scopo. 

Sin dal 2017, data della sua acquisizione, all’interno di questo sito d’eccellenza avanzato e tecnologico in cui opera, ‘Marazzato’ ha sempre più avvertito la necessità di ampliare soluzioni impiantistiche sulla gestione rifiuti anche fuori dalla consueta a ordinaria amministrazione”, spiega il manager Ivano Bosi. “Al tempo stesso l’idea di creare un centro presso l’attuale stabilimento di ‘Azzurra Srl’, una delle società del Gruppo, avrebbe potuto fornire un servizio ulteriore anche ai nostri clienti: che possono così usufruire delle solide competenze maturate nel tempo dalla struttura, e dell’esperienza di un pool di professionisti di laboratorio in un’ottica di asseverazione della trasparenza legata al rispetto dell’ambiente”, aggiunge l’ingegner Eleonora Longo. “Disporre di un centro ricerche all’interno di una piattaforma polifunzionale di smaltimento consente altresì di avere immediatamente a disposizione i rifiuti, la materia prima da sperimentare e trasformare, abbattendo i costi, moltiplicando le opportunità di ricerca in loco e ottimizzando i tempi. Con in più la certezza di operare al sicuro in un contesto autorizzato e dotato di tutte le cautele e prescrizioni normative del caso, e in un regime di pieno rispetto e massima collaborazione con il territorio circostante e gli abitanti del luogo”, chiosano all’unisono i tecnici Maurizio Anlero e Stefania De Pandis.




Confagricoltura Torino: la formazione è on line

Confagricoltura Torino in collaborazione con Agripiemonteform (Agenzia formativa promossa da Confagricoltura Piemonte) ed Enapra – l’Ente Nazionale per la Ricerca e la Formazione in Agricoltura – arricchisce il pacchetto di servizi dedicato alla formazione, attivando una piattaforma on line dedicata ai corsi per datori di lavoro, lavoratori dipendenti e operatori del settore agricolo.

 

In una realtà sempre più globalizzata e connessa, e non soltanto per la recente pandemia da CoViD-19, abbiamo accolto le richieste di nostri associati attenti alla sostenibilità e all’ottimizzazione dell’organizzazione che ci hanno chiesto di essere formati e informati attraverso nuovi canali” dichiara Tommaso Visca presidente di Confagricoltura Torino. “Grazie a un catalogo corsi sempre aggiornato, la piattaforma risponderà alle esigenze di una formazione continua nel mondo del lavoro, garantendo professionalità a più livelli, per la collaborazione diretta con le migliori risorse di Confagricoltura”, aggiunge Visca.

 

L’offerta formativa è rivolta a tutte le aziende che intendono essere competitive e che hanno necessità di strumenti adeguati per raggiungere gli obiettivi relativi alla sicurezza negli ambienti di lavoro.

 

Un traguardo importante per il settore agricolo è ridurre il numero di incidenti che coinvolgono tutti gli attori a diverso titolo. Ciascuna realtà aziendale potrà accedere alla piattaforma personalizzando il percorso da intraprendere, con l’aiuto dei nostri tecnici, per ridurre il rischio di infortuni e raggiungere il risultato atteso” afferma il direttore di Confagricoltura Torino Ercole Zuccaro. “Ricordiamo che una parte di questi corsi potranno anche essere erogati attraverso la richiesta di finanziamento di voucher formativi: è un’occasione da cogliere”.

 

Per informazioni si può scrivere a: direzione@upatorino.it indicando la ragione sociale e il numero di telefono cellulare del contatto di riferimento: uno specialista di Confagricoltura Torino si metterà in contatto con l’azienda per fornire le informazioni richieste.

 

 




Consiglio regionale: “Sospendere Inail e Inps per i mesi di blocco”

I piccoli commercianti sono in gravissima difficoltà a causa del Covid, come l’incontro di oggi dimostra nuovamente: le giuste istanze che ci sono state rappresentate saranno portate al governo locale e a quello nazionale, perché ci sembrano di buon senso e percorribili”. Così il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia è intervenuto nel ricevere la delegazione di commercianti dell’Alto Canavese che a Palazzo Lascaris ha portato una proposta concreta.

Erano presenti all’incontro anche i consiglieri Mauro Fava, Alberto Preioni e Sara Zambaia (Lega).

“A nome dei nostri iscritti, ma anche di tutti i commercianti piemontesi – hanno detto i delegati – chiediamo che per i mesi di fermo delle nostre attività venga sospeso il versamento di Inps e Inail, sia perché non sono stati creati utili, sia perché quando le serrande sono abbassate non sono possibili gli infortuni sul lavoro per noi e per i nostri dipendenti obbligati a restare a casa”.

In alternativa, i commercianti chiedono che chi ha subito perdite superiori al 33 % nel corso dell’intero anno, abbia da Inps e da Inail un credito per i mesi di blocco, oppure che il 2020, una volta saldato quanto dovuto, possa essere raddoppiato in termini di mesi ai fini pensionistici, “perché lo sforzo di noi tutti nel cercare di lavorare sia in qualche modo premiato”.

“Le richieste dei commercianti sono legittime e sensate – sottolinea il presidente della Seconda commissione Fava -. Un governo che fosse vicino al mondo delle imprese con i fatti e non solo con vuote parole, dovrebbe cercare di venire incontro a chi ha sofferto duramente per gli effetti del doppio lockdown della scorsa primavera e dell’autunno. La protesta è partita da alcuni esercenti di Cuorgnè, ma ha avuto un grande successo e si sta estendendo a macchia d’olio in tutto il Piemonte. Sono sicuro che i nostri parlamentari porteranno avanti questa battaglia di buonsenso per esentare le attività commerciali dai versamenti Inps e Inail per i mesi di forzata chiusura”.




Non solo nel nostro giardino! Petizione di Confagricoltura Piemonte su change.org

In Piemonte ci sono già 3 siti dove hanno sede 4 impianti rappresentativi di tutto il ciclo del combustibile nucleare: impianto ex FN-SO.G.I.N. di Bosco Marengo, impianto EUREX-SO.G.I.N. di Saluggia, Deposito Avogadro di Saluggia e Centrale Nucleare “E. Fermi” – SO.G.I.N. di Trino.

Per Confagricoltura Piemonte è opportuno che per nuovi siti di stoccaggio di scorie nucleari si guardi altrove. Non si tratta di una chiusura pregiudiziale, ma oggettiva, per cui ci sentiamo pienamente legittimati a dire: non solo nel nostro giardino! Non possiamo pensare di tutelare l’agricoltura di qualità e la memoria del paesaggio trasformando il nostro territorio in area vocata allo smaltimento di scorie nucleari. Sostieni le ragioni dell’ambiente, dell’agricoltura e della salute, firma anche tu su change.org      firma la petizione




Arpa Piemonte: “Le polveri sottili non veicolano il Covid”

L’ipotesi che le polveri sottili agiscano come vettore (carrier) del virus è poco plausibile: i campionamenti effettuati da Arpa Piemonte, infatti, non hanno rilevato Sars-CoV2 sui filtri della qualità dell’aria. È invece allo studio la possibilità che alte concentrazioni di particolato facciano da amplificatore (booster) del processo di infiammazione prodotto dal virus”: lo ha detto il presidente di Arpa Piemonte, Angelo Robotto, in una congiunta delle commissioni Quarta e Quinta, presieduta da Angelo Dago. 

Nel corso dell’audizione, sollecitata dal consigliere Giorgio Bertola (Movimento 4 ottobre) sono stati illustrati i risultati preliminari del campionamento Sars-Cov2 nell’aria e i dati raccolti da Arpa sulla qualità dell’aria durante l’emergenza Covid.

La lettura di questi ultimi indica che durante i mesi del lockdown, in cui il traffico veicolare è stato di molto inferiore rispetto al 2019, c’è stato un calo netto sia delle emissioni che delle concentrazioni di biossido di azoto (No2), mentre rispetto alle polveri sottili, in particolare il pm10, si sono registrate riduzioni significative sulle concentrazioni ma non sulle emissioni: “Ciò indica che il contributo del traffico veicolare non è sostanziale per le emissioni di pm10 – ha detto Robotto – mentre discorso diverso vale per gli ossidi di azoto”.

Dal monitoraggio è emerso che in ambiente esterno il virus Sars-Cov2 non è finora risultato rilevabile nell’aria; negli ambienti ospedalieri, in particolare nei reparti con presenza di malati anche caratterizzati da cariche virali elevate, le concentrazioni sono risultate generalmente contenute, anche per l’elevato tasso di ricambio dell’aria. Al contrario, in ambiente domestico le concentrazioni sono risultate più consistenti.

Sono stati anche riportati i risultati del recente studio condotto dal Consiglio nazionale delle ricerche e da Arpa Lombardia, che parla di probabilità di trasmissione del virus per via aerea molto bassa in condizioni esterne, ad eccezione delle situazioni di affollamento.
La seduta congiunta è proseguita con l’audizione delle associazioni ambientaliste Legambiente, Pro Natura e Italia Nostra, che hanno svolto le rispettive relazioni sui rischi da inquinamento dell’aria per la salute e avanzato proposte di interventi migliorativi.

I consiglieri Bertola, Alessandro Stecco (Lega) e Sara Disabato (M5s), oltre al presidente Dago, hanno chiesto una serie di chiarimenti sui luoghi in cui sono state effettuate da Arpa le campionature per individuare la presenza di materiale genetico del virus (Rna), sull’incidenza dell’inquinamento da biomasse e i sistemi per abbattere questo tipo di emissioni, e infine sugli interventi che la Regione può mettere in campo per contrastare l’inquinamento atmosferico.

Gestione rifiuti

La Commissione Ambiente, presieduta da Angelo Dago, ha iniziato oggi l’esame del disegno di legge n. 88 che contiene le modifiche alla legge regionale del 2018 sulla gestione dei rifiuti. Nei diversi interventi i consiglieri di opposizione (Alberto Avetta e Daniele Valle – Pd, Sean Sacco – M5s, Giorgio Bertola – Misto) hanno sottolineato l’importanza di organizzare meglio la raccolta differenziata dei rifiuti attraverso i Consorzi, con particolare riguardo alle situazioni dei piccoli Comuni, soprattutto montani. Il consigliere Carlo Riva Vercellotti (Fi) ha annunciato un emendamento sulle funzioni che le Province potranno svolgere in accordo con i Consorzi.

Al termine l’assessore all’ambiente Matteo Marnati ha sottolineato come la raccolta differenziata negli ultimi anni sia molto migliorata ed ha ribadito l’importanza dello sviluppo del settore e del recupero dei rifiuti nell’ambito dell’economia circolare che può dare un impulso positivo sia al settore ambientale che a quello economico.




Report completo sull’impatto dei Business Angel italiani 2020

Social Innovation Monitor (SIM), team di ricerca con base operativa al Politecnico di Torino, il 17 febbraio presenterà i risultati della ricerca sull’impatto dei Business Angel italiani 2020.

La ricerca è stata svolta con la collaborazione di Angels4Impact, Angels for Women, Club degli Investitori, Doorway, Italian Angels for Growth (IAG) e Social Innovation Teams (SIT).

Dal Report emerge che sono 1014 i Business Angel (BA) nel nostro Paese, di cui il 53% appartiene a un Business Angel Group. Della totalità dei BA identificati, il 70% di essi è in Italia Settentrionale (la maggior parte in Lombardia).

L’area meridionale e quella insulare rappresentano, invece, le zone in cui vi è il minor numero di Business Angel. Sulla base del campione analizzato, la maggior parte dei Business Angel (il 60%) investe prevalentemente in Italia e, nel solo 2019, ogni Business Angel ha investito, in media, in 2,5 organizzazioni. I Business Angel “focalizzati” in specifici settori o tecnologie investono prevalentemente in “Digital Services & ICT”, seguiti da “Biotech and Healthcare” e “Fintech & Big Data Tech”.

Come sottolineato dalla professoressa Elisa Ughetto, co-direttore scientifico della ricerca e docente del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione del Politecnico di Torino, «crediamo che una ricerca sull’impatto dei Business Angel italiani sia molto importante per il nostro ecosistema. I Business Angel, infatti, rappresentano un sostegno per lo sviluppo dell’innovazione, aiutano attivamente nella gestione delle imprese in cui investono e portano a esse un significativo valore aggiunto».

Dalla ricerca emerge come molti Business Angel italiani investano mossi non solo da ragioni finanziarie, ma anche sociali: più della metà dei Business Angel che hanno risposto alla survey (il 54%) ha dichiarato, infatti, di supportare anche organizzazioni a significativo impatto sociale.

«Gli investimenti legati all’impact investing stanno aumentando in misura significativa e, grazie anche alla ricerca svolta per questo report, ci sono sempre più evidenze del fatto che anche i Business Angel hanno iniziato a supportare organizzazioni a significativo impatto sociale» ha commentato il professor Paolo Landoni, co-direttore scientifico della ricerca.

La ricerca evidenzia che l’82% dei Business Angel che operano nell’ambito dell’impact investing, è un Impact First Angel, avendo dichiarato di investire in settori sottocapitalizzati o di accettare ritorni economici inferiori a quelli di mercato a favore di ritorni maggiori in termini di impatto sociale.

Infine, le analisi condotte hanno evidenziato che la maggior parte dei Business Angel italiani sono classificabili come “Beginner Angel”, vale a dire investitori che hanno investito in al più 10 organizzazioni, mentre il 21% è classificabile come “Experienced Angel”, investitori con oltre 10 organizzazioni nel proprio portafoglio.




Università del Piemonte Orientale, Carlo Robiglio entra a far parte dell’Advisory Board di Jeupo

Carlo Robiglio, Vicepresidente di Confindustria e Presidente di Piccola Industria, oltreché Vicepresidente del Cda del Sole 24 Ore, entra a far parte dell’Advisory Board di Jeupo, Junior Enterprise Universitari del Piemonte Orientale Ets.

Jeupo è un’associazione non profit, parte del network nazionale JE Italy e internazionale delle Junior Enterprise. Si propone di fornire servizi di consulenza a imprese, professionisti ed enti territoriali, reinvestendo i ricavi in formazione e nell’organizzazione di eventi di networking, che portino valore ai suoi associati.

Interamente gestita da studenti, Jeupo può contare su risorse provenienti da diversi background, ma accomunate dalla volontà di crescere umanamente e professionalmente attraverso il learning by doing, oltreché di generare un positivo impatto sociale.

Robiglio, laureato in Giurisprudenza alla Cattolica del Sacro Cuore di Milano, è fondatore, Presidente e Ceo del Gruppo Ebano, holding che opera nella digital economy e nell’editoria, leader di mercato nella formazione a distanza e nell’e-learning. Fanno parte del Gruppo Ebano, tra gli altri, la Bcorp Centro Europeo di Formazione, Interlinea Edizioni e BTrees.

Già Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Piemonte, Presidente di Piccola Industria dell’Associazione Industriali di Novara e Presidente di Piccola Industria del Piemonte, Robiglio è stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere e poi di Commendatore al Merito della Repubblica Italiana.

In “Uno sguardo oltre l’impresa” ha raccolto gli editoriali scritti tra il 2014 e il 2017 per L’Imprenditore, la rivista di Piccola Industria di cui è stato Direttore in quel periodo. La sua ultima pubblicazione è “Doppia Accelerazione”, dove propone e commenta con Alberto Mattiello alcune riflessioni tratte dalla prestigiosa MIT Sloan Management Review.

“Siamo entusiasti di poter contare sul supporto di Carlo Robiglio, che sarà di fondamentale e strategica importanza per la crescita di Jeupo”, afferma Giorgio Cuzzocrea, Vicepresidente di.Jeupo. “Mi auguro di poter fornire all’associazione il contributo di un’esperienza maturata sul campo, sia nell’impegno confederale che in quello specifico che caratterizza la mia vicenda imprenditoriale”, dichiara Carlo Robiglio.

 




Meccanizzazione agricola in Piemonte: Arproma e Confartigianato incontrano il Governatore Cirio

250 imprese, che danno lavoro a oltre 5.500 addetti. Un fatturato di diverse centinaia di milioni di euro, di cui oltre il 50% realizzato sui mercati esteri.

Numeri importanti, che collocano il settore della meccanizzazione agricola piemontese ai vertici nazionali, contribuendo a portare il nostro Paese al secondo posto mondiale, dopo gli Stati Uniti.

In Piemonte, il comparto, nonostante le conseguenze economiche della crisi pandemica, durante lo scorso anno ha retto, facendo registrare anche una crescita di immatricolazioni: +24,6% per trattrici, +37,7 per mietitrebbiatrici, +40,7% per trattrici con pianale, +2,5% per rimorchi e +30,1% per sollevatori telescopici. Dati in netta controtendenza con le medie nazionali che hanno fatto mediamente segnare valori negativi.

«Si tratta – spiega Luca Crosetto, presidente di ARPROMA (Associazione Revisori e Produttori Macchine Agricole), nonché di Confartigianato Cuneo – di un comparto importante, composto per la quasi totalità da piccole e medie imprese, che genera un indotto ragguardevole. Un settore che da anni punta su innovazione, qualità, sicurezza, sostenibilità, design».

Per evidenziare il rilievo del settore nel panorama regionale, e per ragionare su come migliorare ulteriormente il dialogo tra Istituzioni e mondo delle imprese, APROMA e Confartigianato Cuneo hanno recentemente incontrato il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, l’Assessore regionale all’agricoltura Marco Protopapa e il Consigliere regionale Paolo Demarchi.

Tra i temi all’ordine del giorno le misure per affrontare la crisi, il rilancio dell’economia attraverso incentivi e misure strutturali, la promozione di prodotti e territorio per valorizzare e far conoscere il “made in Piemonte” in tutto il mondo, l’attivazione di progetti integrati di filiera che mettano in rete settore agricolo con piccole e medie imprese.

«Ringraziamo il Presidente Cirio, l’Assessore Protopapa e i rappresentanti dell’Ente regionale – commenta Crosetto – per l’attenzione e la disponibilità accordataci. Alla Regione Piemonte chiediamo di far sedere al tavolo di progettazione del prossimo Programma di Sviluppo Rurale 2021-2027 non solo le organizzazioni agricole, ma tutte quelle di categoria che, sotto vari aspetti, hanno un rapporto di lavoro con il mondo rurale. Solo così si può ottenere un Piano di interventi a 360 gradi.

Da parte nostra, ARPROMA e Confartigianato, confermano fin d’ora la piena disponibilità nel mettere a fattor comune conoscenze tecniche e capacità progettuali per strutturare al meglio i piani di intervento».
«Inoltre, – aggiunge ancora Crosetto – servirà sempre maggiore formazione per i costruttori, gli utilizzatori e quanti si occupano dei controlli sulla sicurezza delle macchine agricole. Anche in questo caso attraverso un confronto continuo, conciliando le esigenze di tutti nel rispetto delle norme che, in gran parte, arriveranno, sempre di più, da disposizioni dell’Unione Europea».

E proprio sul tema europeo, durante il confronto con il Presidente Cirio – in passato Eurodeputato – Crosetto ha avuto modo di condividere alcune riflessioni, grazie alla sua posizione di vicepresidente europeo di SMEunited (Associazione europea dell’artigianato e delle PMI).

«Il nostro Paese – conclude Crosetto – si pone agli ultimi posti per utilizzo dei Fondi Strutturali europei. Nonostante in questi anni ci sia stato grande impegno da parte degli Europarlamentari italiani e di Enti preposti nel sostenere le ragioni dell’artigianato e delle PMI a livello comunitario, i risultati non sono tuttora soddisfacenti. Occorre una maggiore presa di coscienza della situazione da parte governativa, andando ad accelerare gli interventi necessari per un fattivo riequilibrio del nostro percorso di sviluppo con quello degli altri paesi membri della Ue».




Icardi: L’Azienda Zero è indispensabile per gestire la Sanità

Uno strumento importante e indispensabile per il Piemonte per gestire nella maniera più efficace ed efficiente quanto programmato dall’Assessorato”.

Così l’assessore alla Sanità Luigi Icardi ha definito l’Azienda Zero, di cui nella seduta pomeridiana della Commissione Sanità, presieduta da Alessandro Stecco, è iniziata la discussione.

La proposta di legge, presentata dal gruppo della Lega, primo firmatario il capogruppo Alberto Preioni, è stata appunto illustrata dall’assessore Icardi.

“Il Sistema sanitario regionale – ha spiegato l’assessore – necessita di nuove forze e di un sistema operativo gestionale in grado di realizzare le strategie messe in atto dall’Assessorato, a cominciare dalla necessità di far sì che le Aziende comunichino con il medesimo software e dispongano di capitoli di spesa uniformi. È una strategia che va al di là dei limiti temporali di questa legislatura e che è destinata a produrre frutti importanti”.

L’Azienda Zero, ha sottolineato l’assessore, “si occuperà di gestire l’attività dei servizi d’emergenza e la programmazione degli acquisti per ottenere economie di scala, coordinerà la gestione dei magazzini, del Dirmei, del Dipartimento di medicina territoriale e lo sviluppo della telemedicina, il monitoraggio dei costi del Sistema sociosanitario regionale, curerà la formazione professionale, la gestione delle liste d’attesa e dei fondi europei”.

“Delegando a tutte queste funzioni – ha concluso l’assessore – alla Regione verrà restituita la possibilità di recuperare il pieno controllo dell’attività di programmazione”

Il dibattito generale sul provvedimento si svolgerà nelle prossime sedute della Commissione.

Audizioni dei sindacati

In mattinata, sempre sotto la presidenza di Stecco, si sono svolte le consultazioni con i soggetti interessati al provvedimento, che hanno evidenziato alcuni punti da tenere in considerazione e hanno espresso, con sfumature diverse, la disponibilità a collaborare con l’Assessorato per dar vita al nuovo Piano sociosanitario regionale.

Chiara Rivetti di Anaao Assomed ha sottolineato che l’Azienda Zero “prevede una forte deriva verticistica e aziendalistica che distanzia la gestione della Sanità dai fabbisogni del territorio, pur nella consapevolezza che serva uno strumento che coordini meglio le Asl e ne permetta un controllo diretto e il coordinamento. Sarebbe forse più utile ottimizzare e implementare, anche a livello di personale, l’Assessorato, piuttosto che creare un possibile doppione”.

Sebastiano Cavalli di Cimo Piemonte ha ammonito che “in riferimento all’attuazione dei piani di acquisto di beni e servizi potrebbero verificarsi conflitti con Scr, qualora non vengano definite con esattezza le competenze di entrambe, senza contare che le molteplici competenze dell’Azienda Zero ridurrebbero significativamente il raggio d’azione delle singole Asl”.

Rosella Zerbi e Germano Giordano dell’Ordine dei medici rispettivamente di Torino e di Vercelli hanno ricordato come “già in passato riorganizzazioni ripetute o troppo ravvicinate, come gli accorpamenti delle Asl torinesi, non siano state sempre efficaci”.

Roberto Turra di Fimp Piemonte ha sottolineato la necessità di definire con esattezza “dove l’Azienda Zero si collocherà nell’attuale catena di comando e come si coordinerà con il territorio”.

Gennaro Diciotto di NursingUp ha dichiarato che l’Azienda Zero potrebbe rivelarsi assai utile “per superare le criticità emerse nel corso della pandemia del Dipartimento interaziendale di emergenza 118, che coinvolge circa 300 medici e 600 infermieri, oltre al personale tecnico-amministrativo”.

Danila Botta e Francesco Lo Grasso, intervenuti a nome di Cgil, Cisl e Uil, hanno denunciato “la mancanza di una visione generale che permetta di comprendere quale sarà il punto d’arrivo della riorganizzazione e del potenziamento del Sistema sociosanitario piemontese” esprimendo perplessità “sull’intenzione di predisporre la mobilità del personale delle Asl presso l’Azienda Zero”.

Elio Garibaldi di Fedirets ha sottolineato la necessità di individuare in modo preciso quali saranno le “ulteriori funzioni a valenza sovrazonale di supporto al Sistema sanitario regionale” previste per l’Azienda Zero.

Ivana Garione di Fimmg – infine – ha evidenziato la necessità di preocedere in fretta a una riorganizzazione del Servizio sociosanitario regionale dal momento che la pandemia ha evidenziato tutte le carenze della medicina territoriale”.

Sono intervenuti, per richiesta di chiarimenti, i consiglieri Raffaele Gallo, Domenico Rossi, Domenico Ravetti, Maurizio Marello, Daniele Valle (Pd), Sarah Disabato (M5s), Marco Grimaldi (Luv) e Francesca Frediani (M4o).

Parere favorevole del Cal, condizionato al riconoscimento del ruolo dei sindaci in Sanità

Il Consiglio delle autonomie locali, presieduto da Davide Crovella, ha espresso – sempre nel pomeriggio di oggi – parere favorevole sulla proposta di legge per la costituzione dell’Azienda sanitaria Zero, condizionato all’accoglimento di alcune osservazioni che intendono rafforzare il ruolo degli enti locali. Il Cal, anche alla luce delle riflessioni espresse dai rappresentanti di Ali, Anci e Anpci, pur condividendo la proposta di un’organizzazione a livello sovrazonale per ottimizzare la spesa sanitaria regionale, auspica infatti che sia inserita una previsione che ribadisca la necessità di un confronto costante con le amministrazioni locali sulle problematiche sociosanitarie e gli interventi sul territorio. Su questo punto il Cal ha preso atto favorevolmente della disponibilità del primo firmatario della Pdl,il capogruppo della Lega, Alberto Preioni, a incontrare gli enti locali e a valutare l’introduzione di un articolo che preveda un loro coinvolgimento sulle tematiche al centro del provvedimento.

Il parere è stato espresso dopo un proficuo confronto con Preioni stesso e con l’assessore Icardi, che hanno contribuito a chiarire come la funzione programmatoria e di indirizzo in ambito sanitario permangano in capo all’Assessorato, mentre l’Azienda Zero sia definibile come braccio operativo dell’Assessorato, con un prezioso ruolo di coordinamento.

Il Cal ha inoltre espresso parere favorevole sulla proposta di legge in materia di cooperative di comunità, illustrata dal primo firmatario Daniele Valle (Pd). Il provvedimento propone di riconoscere e promuovere il ruolo e la funzione delle cooperative di comunità stabilendo un riconoscimento normativo, l’istituzione di un apposito registro e strumenti di sostegno economico specifici. Si tratta di realtà che operano in un ambito territoriale predeterminato con obiettivi non solo di sviluppo economico ma anche sociale, culturale e di valorizzazione comunitaria, particolarmente attive nei territori rurali, montani e nei piccoli comuni.