Consiglio regionale: “Il Caat necessita dei fondi Pnrr”

“Il Caat (il Centro agroalimentare di Torino) con un volume d’affari di poco superiore al mezzo miliardo di euro l’anno, si collochi tra i primi tre mercati generali italiani. Ma mentre quello di Milano è oggetto di ristrutturazione e a Roma si sta progettando di fare altrettanto, la struttura torinese, vecchia di oltre vent’anni, necessita quanto prima di un rinnovamento e le risorse, potrebbero arrivare dai fondi del Pnrr”.
 

La richiesta è stata formulata in Terza commissione (presidente Claudio Leone) da Stefano Cavaglià, presidente dell’Associazione piemontese dei Grossisti ortofrutticoli Torino (Apgo) dove è proseguita l’audizione delle principali associazioni agricole per approfondire la questione relativa al sistema della produzione e del commercio del comparto ortofrutta, come richiesto da Monica Canalis (Pd).

Apgo ha inoltre sottolineato come durante il periodo del lockdown l’attività del Caat non si sia interrotta, in quanto giudicata essenziale per garantire gli approvvigionamenti alla catena di vendita, tuttavia la pandemia ha generato una crisi che si estende anche a questo comparto, dove i fatturati subiscono una sorta di altalena tra incrementi e contrazioni.

Il settore, in prospettiva futura, chiede la riforma dei mercati rionali, di valutare la possibilità di orari diurni e un giusto equilibrio nei confronti della grande distribuzione organizzata, che sta sempre più entrando nella produzione.

Domenico Tuninetti del Consorzio del peperone di Carmagnola, ha posto la problematica del ricambio generazionale, per dare non solo continuità ma nuova linfa alle imprese del settore. Inoltre, tra le proposte avanzate, si è soffermato sulla necessità di sospendere il “set-aside”, il regime agronomico introdotto dall’Unione europea nel 1988, che consiste nel ritiro dalla produzione di una determinata quota della superficie agraria utilizzata al fine di controllare la sovrapproduzione di cereali e di altri seminativi, per evitare gli effetti depressivi sui prezzi agricoli.

Gabriele Carenini, presidente regionale della Confederazione italiana agricoltori (Cia) si è detto preoccupato di come i rincari energetici avranno effetti negativi anche sul già sofferente settore zootecnico, incidendo negativamente sul prezzo del latte.

Ma soprattutto il comparto frutticolo rischia di patire conseguenze fortemente dannose, come evidenziato sempre da Cia attraverso il tecnico Maurizio Ribotta, che ha spiegato come il grosso della produzione della frutta italiana sia destinato all’esportazione. In Piemonte attualmente circa seimila ettari sono vocati alla coltura delle mele che vengono vendute a circa quaranta centesimi al chilogrammo. I rincari energetici, è stato valutato, incideranno di circa dieci centesimi sul predetto costo di vendita, per cui i ricavi non saranno sufficienti a coprire le spese di produzione.

Sono intervenuti nell’ordine, per delucidazioni e approfondimenti i consiglieri Gianluca Gavazza (Lega), CanalisAlberto Avetta (Pd), Matteo Gagliasso (Lega), Valter Marin (Lega) e Carlo Riva Vercellotti (FdI).

 




Incontro tra i presidenti di FinPiemonte e Confindustria Piemonte

Il presidente di Finpiemonte, Michele Vietti, e il presidente di Confindustria Piemonte, Marco Gay, si sono incontrati stamane per approfondire le prospettive di collaborazione a sostegno dello sviluppo economico del Piemonte e delle sue imprese.

Attività che dovranno passare anche dall’utilizzo delle risorse del Pnrr e dei fondi strutturali 2021-2027. Anche tenendo conto di queste priorità, si è deciso di mettere mano in tempi brevi al rinnovo dell’accordo di collaborazione tra i due enti, con l’obiettivo di aumentare l’attrattività del territorio sviluppando, tra gli altri, gli spunti del piano industriale condiviso tra Regione Piemonte e Confindustria Piemonte. Presenti all’incontro anche i direttori generali di Finpiemonte e Confindustria Piemonte, Mariateresa Buttigliengo e Paolo Balistreri.

 




Profughi Ucraini: in Piemonte sono 5.200

Come il presidente Cirio, in qualità di Commissario delegato alla gestione dell’emergenza, intende organizzare l’accoglienza dei profughi ucraini ospitati in strutture private? Questa l’interrogazione che il vice presidente Daniele Valle (Pd) ha rivolto all’assessore alla gestione profughi ucraini Marco Gabusi nell’ambito dei question time.

“Sono circa 5.200 i rifugiati ucraini accolti al momento in Piemonte – ha esordito l’assessore Marco Gabusi – Per affrontarne tempestivamente gli sviluppi abbiamo costituito il Comitato regionale per l’emergenza profughi, tramite il quale abbiamo attivate tutte le possibilità di accoglienza: i CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria), il  SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione), strutture della Protezione Civile e privati. Per questi ultimi la Regione Piemonte ha aperto una manifestazione di interesse per la formazione di un elenco di persone e famiglie disposte a fornire ospitalità temporanea a chi ha abbandonato le zone di guerra. Al 16 marzo avevano già risposto più di 4.000 persone.

I minori provenienti dall’Ucraina che giungono sul territorio piemontese senza essere accompagnati da uno dei genitori – ha poi aggiunto Gabusi –  sono da considerarsi a tutti gli effetti minori stranieri non accompagnati  e dovranno essere immediatamente accolti in un luogo sicuro (una struttura residenziale, casa famiglia o altra collocazione adeguata, possibilmente, avendo particolare attenzione nel non separarli e segnalati alla Procura presso il Tribunale per i Minorenni del Piemonte e Valle d’Aosta, che avvierà il regolare percorso presso per la nomina tempestiva di un tutore volontario o per la nomina a tutore di un familiare”.

“Il numero dei profughi è destinato a crescere con il passare dei giorni – ha replicato il vice presidente del Daniele Valle (Pd) – A oggi non esistono linee guida regionali, pertanto consorzi socio assistenziali e sindaci devono arrangiarsi nel gestire situazioni complicate senza coordinamento alcuno. Né è chiaro se e da chi verranno coperti gli extra-costi che Comuni ed enti socio assistenziali stanno già affrontando per prendersi carico dei rifugiati. Le modalità organizzative fin qui messe in campo non sono sufficienti. I nostri amministratori locali ancora una volta stanno dando prova di grande generosità, ma non possono certo affidarsi all’abituale arte di arrangiarsi”.

Durante i question time è stata data risposta anche alle interrogazioni di Domenico Rossi (Pd) su Quale progetto per il Poliambulatorio e la Casa di Comunità di Oleggio; di Monica Canalis (Pd) su Attendiamo la fine del mandato per procedere con la nomina del Consiglio Regionale di Sanità ed Assistenza?; di Francesca Frediani (M4O) su Aggiornamento situazione Consultori Valle di Susa e effettivo accesso alle procedure per l’interruzione della gravidanza; di Silvio Magliano (Moderati) sul Caro Carburante, a rischio trasporti sanitari e sociali. Cosa intende fare in merito questa Giunta? ; di Marco Grimaldi (Luv) su progetto di co-inceneritore nel comune di Frossasco.




Leadership e gestione d’impresa: secondo incontro del ciclo gratuito di Cnvv per imprenditori giovani

È in programma mercoledì 25 maggio 2022, alle 15, nella sede novarese di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv), in c.so Cavallotti 25, il secondo incontro del ciclo organizzato da Cnvv, in collaborazione con il suo Gruppo Giovani Imprenditori, per incrementare conoscenze e competenze nella gestione e nell’organizzazione aziendale. Gli incontri, gratuiti, hanno una durata indicativa di quattro ore e sono finalizzati a far acquisire e/o perfezionare il know-how di chi riveste ruoli direttivi; per la natura dei temi trattati sono dedicati alle generazioni di imprenditori più giovani e che già si occupano di alcuni aspetti della vita d’impresa, ma sono aperti anche a persone con maggiore esperienza che vogliano aggiornarsi e confrontarsi su aspetti rilevanti della gestione manageriale.
«L’evento del prossimo 25 maggio – spiega il direttore di Cnvv, Carlo Mezzano – ha lo scopo di evidenziare alcuni meccanismi di base della comunicazione per renderli applicabili nella vita lavorativa e in particolare, ma non solo, nella comunicazione digitale e avrà come relatori due professionisti che forniranno spunti basati sull’esperienza diretta, condotta quotidianamente con imprenditori e manager di imprese di varie tipologie, dimensioni e modelli organizzativi. Il corso partirà dall’individuazione di alcune dinamiche comunicative, con particolare riferimento all’ambito di business e al ruolo dei leader aziendali, con numerosi esempi pratici, per poi studiarne le applicazioni nel campo dei social network e in particolare di LinkedIn, dedicato al mondo delle professioni e del pensiero strategico, divenuto uno strumento pressoché ineludibile della “digital reputation”, specie per chi riveste ruoli di responsabilità».
I docenti saranno Luca Villani, founding partner e amministratore delegato dell’agenzia di comunicazione “The Van” (che integra advertising, content providing, grafica, comunicazione digitale e comunicazione interna), presidente di “L45” (agenzia di media relations e comunicazione istituzionale), giornalista professionista, formatore per istituzioni scolastiche e aziende e docente a contratto all’Università del Piemonte Orientale, e Margherita Daverio, project leader delle attività on line di L45, per cui crea strategie digitali con focus sulla costruzione e gestione della reputazione on line e del personal branding. Il programma dei lavori prevede i seguenti argomenti: Leadership e (è) comunicazione; Tre tecniche per comunicare bene; Linkedin: lo stato dell’arte; Linkedin: perché usarlo, come usarlo; Il tempo si trova.



Pubblicato il quarto bando per gli impianti di biogas

Il GSE ha pubblicato il quarto Bando per l’iscrizione al Registro degli impianti a biogas di potenza fino a 300 KW. Il Registro, propedeutico all’acceso agli incentivi, rimarrà aperto fino alle ore 18.00 del 7 settembre 2022.

La procedura è prevista dalla Legge 30 dicembre 2018, n. 145 in applicazione di quanto stabilito dal DL 30 dicembre 2021, n. 228, convertito con modificazioni, dalla Legge 25 febbraio 2022, n. 15. Le richieste di iscrizione dovranno essere trasmesse esclusivamente per via telematica mediante il Portale informatico FER – E del GSE.

 




Confagricoltura Piemonte: “Senza sostegni aziende frutticole a rischio chiusura”

I prezzi di mercato della frutta non coprono i costi di produzione e il comparto rischia il collasso. Lo denuncia Confagricoltura Piemonte, che illustra i dati di una situazione senza precedenti.

Il costo di produzione di un chilo di mele elaborato dalla Fondazione Agrion, considerando una produzione di 500 quintali per ettaro, è di 41 centesimi.

I costi nella fase di lavorazione, confezionamento e conservazione (vale a dire trasporti, manodopera, energia, imballaggi e manutenzioni), al netto degli ammortamenti, sulla base delle rilevazioni di Assomela – l’associazione dei produttori italiani di mele, che rappresenta circa l’80% della produzione nazionale e il 20% di quella europea – sono di 56 centesimi al chilogrammo (in aumento del 58% rispetto alla campagna precedente).

Sulla base di questi parametri, come spiega il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia “Il costo totale di un chilo di mele franco magazzino è di 97 centesimi; si tratta di un valore inferiore alla quotazione media all’ingrosso di 80 centesimi, riferita a una delle varietà più diffuse, la Golden delicious, rilevata il 18 ottobre al Caat di Grugliasco, il mercato all’ingrosso di Torino”.

La situazione – evidenzia in una nota Confagricoltura – allarma i frutticoltori. “Il prezzo delle mele alla produzione, nella maggior parte dei casi, non è ancora stato determinato – dichiara Enrico Allasia – e ora, visto l’andamento delle quotazioni all’ingrosso, c’è il timore che a pagare il rincaro dei costi siano i produttori che rappresentano l’anello più debole della filiera”.

Uno scenario non certo positivo che è anche conseguenza del fatto che quest’anno coltivare frutta è stato particolarmente oneroso.

Come evidenzia Confagricoltura Piemonte la siccità e l’aumento dei costi energetici hanno inciso fortemente sui conti delle imprese frutticole, che tra l’altro aspettano ancora la liquidazione per i danni da gelo subiti l’anno scorso. “Il gasolio agricolo, rispetto a un anno fa, è passato da 80 centesimi a 1,23 euro, con un aumento del 53,7% – chiarisce ancora Enrico Allasia – e nello stesso periodo il concime complesso con titolazione 15-15-15 è passato da 670 a 900 euro a tonnellata, con un rincaro del 34%. Per l’energia elettrica l’aumento è da vertigini: ad agosto 2021 eravamo a 21 centesimi al kw/e, mentre ora il prezzo applicato è di 65 centesimi, con un rincaro del 310%. Le imprese hanno fatto sacrifici enormi e sono in difficoltà”.

Confagricoltura Piemonte chiede alle istituzioni interventi strutturali. “Servono aiuti per i maggiori costi produttivi e una moratoria su mutui e prestiti – aggiunge il presidente di Confagricoltura Piemonte – raccordando gli interventi a livello europeo, nazionale e regionale: siamo di fronte a un’emergenza che alimenta dinamiche di mercato sulle quali i produttori agricoli non riescono a incidere”.

 




Cinghiali, bene le misure di contenimento

Confagricoltura Alessandria accoglie con favore l’emendamento sulle misure di contenimento della popolazione di cinghiali in Italia. “La decisione del Governo di procedere con un programma di abbattimenti, la cui realizzazione sarà competenza del Comando unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare dei Carabinieri, risponde alle richieste di porre un freno alla diffusione della specie selvatica e va nella direzione auspicata”, commenta il presidente di Confagricoltura Alessandria, Paola Sacco.
La proliferazione incontrollata di questi animali non è solo una minaccia per le attività agricole e per l’incolumità dei cittadini, come Confagricoltura Alessandria evidenzia da anni, ma è anche il principale viatico del virus della Peste suina africana (Psa), fonte di preoccupazione per l’intera filiera suinicola italiana contro cui la nostra provincia si trova a dover ‘combatte’ da circa un anno.

L’Organizzazione degli imprenditori agricoli comprende e condivide quindi la ratio alla base della decisione di estendere gli abbattimenti alle aree protette e urbane, anche nei periodi di silenzio venatorio e di divieto di caccia. La diffusione senza controllo della specie, ormai presente in molte città italiane, impone interventi di carattere emergenziale. Confagricoltura giudica positivamente anche il possibile coinvolgimento delle guardie venatorie, dei cacciatori riconosciuti, e degli agenti delle Polizie locali e provinciali con apposita licenza.

La garanzia sulla sicurezza pubblica e sulla liceità e regolarità degli abbattimenti è garantita dalla competenza affidata all’Arma dei Carabinieri.
Positiva, infine, anche la visione di lunga durata che ha l’emendamento con la previsione di un Piano straordinario quinquennale di gestione e contenimento della fauna selvatica.
Riportare sotto controllo la diffusione di cinghiali selvatici vuol dire porre un freno alla diffusione della Psa, causa di gravi danni agli allevamenti suinicoli, poiché vari Paesi hanno limitato e, in alcuni casi, vietato l’import di prodotti italiani derivati da carni suine.
Ci auguriamo che questo provvedimento a livello nazionale vada di pari passo con il completamento della recinzione per il contenimento dei cinghiali e della diffusione della Psa nell’alessandrino poiché è condizione essenziale per la ripresa della caccia anche nelle aree oggi classificate come zone rosse”, è il commento di Paola Sacco.

Un plauso e un ringraziamento da parte della presidente di Confagricoltura Alessandria, inoltre, ai parlamentari alessandrini Riccardo Molinari (Lega) e Federico Fornaro (Leu) per l’impegno profuso nel portare avanti le istanze del territorio: “Auspichiamo che i due emendamenti proposti, rispettivamente per il sostegno delle aziende faunistico venatorie dell’Alessandrino che non hanno potuto lavorare per lo stop all’attività venatoria causato dalla Peste suina africana (Psa) e sui contributi alle aziende vitivinicole per sostituire le piante colpite da flavescenza dorata, possano essere approvati definitivamente in aula”.




CNA Piemonte: incontro tra la Direzione Nazionale CNA e il Ministro delle imprese e del made in Italy

La direzione nazionale di CNA ha incontrato questa mattina il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.

All’incontro hanno partecipato anche il Presidente di CNA Piemonte Bruno Scanferla e il Segretario Regionale Delio Zanzottera, oltre ai componenti piemontesi della Direzione Nazionale.

Il Presidente nazionale di CNA Dario Costantini ha riportato l’attenzione sul recente caos sul Superbonus scatenato dallo stop improvviso alla cessione del credito e allo sconto in fattura: “Siamo certi che potremo contare anche sul suo prezioso contributo per dare, in tempi brevissimi, risposta alle 40mila imprese che sono al limite della sofferenza e della sopportazione per gli oltre otto miliardi di crediti incagliati”.

Il Ministro ha parlato della centralità delle micro e piccole imprese nell’economia italiana.

“Fino a poco tempo fa una dimensione aziendale ridotta era vista come un limite, oggi invece è una qualità importante: la tenacia degli imprenditori italiani ha dato vita a una imprenditoria capace di adattarsi anche ai cambiamenti più difficili da prevedere. Artigiani e Pmi sono elementi di forza della nostra economia, soprattutto in questa fase di deglobalizzazione. Per questo abbiamo creato il ministero delle imprese e del Made in Italy”, ha dichiarato Urso, che continua “Abbiamo collegato alla legge finanziaria sul Made in Italy, un disegno di legge che presenteremo in Parlamento ad aprile, quando sarà terminata l’indagine conoscitiva della commissione Attività produttive della Camera. Lo stesso governo sta portando avanti un confronto con le Regioni e gli attori coinvolti e la misura riguarderà la lotta alla concorrenza sleale, alla contraffazione, all’italian sounding, ma valorizzerà anche il prodotto italiano come tale”.

Risulta evidente che i dossier di competenza del Ministero delle imprese e del Made in Italy impattino fortemente sulle micro e piccole imprese.

La Confederazione ha dato piena disponibilità a lavorare in modo congiunto, fiera del fatto di essere  interlocutore privilegiata: l’incontro di oggi è il primo di diversi incontri utili a approfondire temi connessi alla piccola impresa e alla crescita del Sistema Paese.




Lavoro, Confagricoltura Piemonte: una legge regionale per tutelare chi opera in campagna

Occorrono garanzie per gli operatori agricoli sia stabili, sia stagionali”. È il commento di Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte in attesa della pubblicazione del decreto-legge sulle misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro.

In Piemonte, abbiamo circa 45 mila aziende agricole in diversi comparti che necessitano di manodopera specializzata, per svariati mesi all’anno” afferma il presidente della Federazione piemontese degli imprenditori agricoli. “Crediamo che una legge studiata per le realtà locali possa garantire agli occupati maggiori tutele, mantenendo in salute un settore che conferisce all’Italia e all’Europa prodotti di alta qualità”.

 

Apprezzamento è stato espresso verso il nuovo intervento del Governo sul cuneo fiscale, che riducendo le aliquote contributive delle imprese sosterrà, oltre ai consumi, anche la competitività del settore primario stesso.

 

“Il fattore umano nelle aziende è importante: i nostri imprenditori sono costantemente impegnati nella formazione dei dipendenti, nell’ammodernamento di impianti e attrezzature che migliorino le condizioni di lavoro, per ridurre al minimo i casi di infortunio” prosegue Allasia che ha rammentato, in occasione della scorsa “Giornata mondiale per la sicurezza sul lavoro”, i dati forniti dall’INAIL sull’andamento degli infortuni totali, denunciati che ammontano a 144.586; “A livello nazionale, apprendiamo di una riduzione complessiva del 25,5% rispetto a marzo dello scorso anno ma ancora molto c’è da fare per il nostro settore e con gli Enti di formazione di Confagricoltura, ci candidiamo a incentivare l’aggiornamento e lo sviluppo delle competenze degli operatori agricoli”.

 




La banda larga è arrivata in cinque rifugi alpini delle Valli di Lanzo

Dall’inizio della settimana cinque rifugi dei territori dell’Unione Montana Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone e dell’Unione Montana Alpi Graie usufruiscono di connessioni veloci ad Internet, grazie ad un contributo di 41.000 euro della Città metropolitana di Torino, che rientra in un più complessivo progetto per la riduzione del digital divideBeneficiano della connessione a banda larga il rifugio Paolo Daviso di Groscavallo a quota 2.280 metri, il “Bartolomeo Gastaldi” di Balme a 2659 metri, il “Luigi Cibrario” di Usseglio a quota 2616, il rifugio Ernesto Tazzetti di Usseglio a 2642 metri e il “Vulpot” che sorge ai 1805 metri del Lago di Malciaussia.

zona industriale di Riva presso Chieri. Nell’ambito del percorso partecipativo per l’elaborazione del Piano strategico metropolitano abbiamo promosso una ricognizione in tutti i Comuni del territorio, raccogliendo segnalazioni puntuali di aree non coperte dal servizio Internet a banda larga. Ci sono state segnalate anche esigenze e criticità nell’erogazione dei servizi di connessione, in particolare rispetto ai presìdi territoriali come Municipi, scuole, strutture sanitarie e alle attività produttive”.

La Consigliera Cambursano sottolinea inoltre che “nelle zone montane a forte frequentazione turistica la connessione veloce è fondamentale sia per gli imprenditori locali che per gli utenti, perché la banda larga agevola il rapporto con la clientela ma assicura anche l’efficienza e la tempestività dei servizi sanitari e delle operazioni di soccorso in quota”.

Per questo è stato condotto uno studio di fattibilità, in collaborazione con il CSI Piemonte, grazie al quale è stata stilata una lista degli interventi. Nel 2021 è stato stanziato un primo contributo di 500.000 euro, a cui ne è seguito un secondo per 200.000 euro nel 2022, per l’erogazione di contributi in conto capitale ai Comuni per un ulteriore potenziamento infrastrutturale del collegamento alla banda larga. Per i prossimi contributi, per i quali la Città metropolitana sta attivando una serie di accordi quadro con i Comuni, verrà mantenuta alta l’attenzione alle zone montane.