Cal, pareri positivi su gestione rifiuti e fondi per la montagna

Modifiche per la gestione dei rifiuti: parere favorevole all’unanimità ma condizionato all’istituzione di un tavolo di confronto. Così si è espresso il Consiglio delle autonomie locali (Cal), presieduto da Davide Crovella, sul disegno di legge 88, che prevede appunto una serie di modifiche alla legge regionale 1/2018 sulla gestione dei rifiuti e il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani.

In particolare, il Ddl contiene una parziale revisione della governance del sistema dei rifiuti urbani, prevedendo un unico ambito territoriale ottimale, coincidente con il territorio regionale e articolato in sub-ambiti di area vasta, che coincidono con il territorio degli attuali consorzi di bacino. Il Cal ha rilevato che l’organizzazione delle funzioni di ambito regionale rischia di penalizzare le realtà maggiormente in difficoltà e di introdurre instabilità nelle scelte di controllo locale, oltre all’opportunità di valutare una diversa ripartizione dei sub-ambiti, tenendo anche conto della peculiarità del sistema integrato della provincia di Cuneo.

Il Ddl introduce inoltre un nuovo obiettivo di produzione di rifiuto urbano indifferenziato non superiore a 126 chilogrammi anno ad abitante da raggiungere entro l’anno 2025, rispetto al quale il Cal ha chiesto di introdurre il concetto di “abitante equivalente” o altri meccanismi compensativi per i comuni a vocazione turistica o caratterizzati da pendolarismo lavorativo e studentesco.

Rilievi sono stati mossi anche rispetto all’individuazione dell’ente territorialmente competente in materia di pianificazione tariffaria, al sistema delle sanzioni e alla necessità di considerare l’attuale fase emergenziale legata al COVID-19 per la valutazione del raggiungimento degli obiettivi annuali di produzione massima di rifiuto urbano indifferenziato.

L’assessore all’Ambiente Matteo Marnati ha dato la sua disponibilità a convocare in tempi rapidi il tavolo di confronto richiesto in un’ottica di condivisione su una materia di grande interesse per i territori.

È stata inoltre approvata all’unanimità dall’ufficio di presidenza in sede deliberante la proposta di regolamento che individua le modalità di riparto e monitoraggio del Fondo regionale per la montagna, in attuazione della legge regionale 14/2019 in materia di tutela, valorizzazione e sviluppo della montagna.
Il Cal chiede di individuare all’interno della norma una quota del Fondo da destinare ai Comuni territorialmente appartenenti alle unioni montane, quale contributo allo sviluppo economico dei territori montani e di dare stabilità al finanziamento dei progetti presentati dalle unioni, in attuazione del programma annuale per la montagna.

Il vicepresidente della Regione e assessore alla Montagna, Fabio Carosso, ha detto che saranno recepite le osservazioni pervenute dalle associazioni: l’obiettivo è avere una legge che possa davvero aiutare lo sviluppo della montagna, nonostante le poche risorse a disposizione. A decidere come spenderle sarà una Consulta di cui faranno parte i presidenti delle Unioni montane, il presidente di Uncem e due componenti del Cal, nominati oggi, Paolo Amorisco ed Eraldo Botta.




Esportazioni piemontesi nei primi tre mesi del 2019: crollo del 5,8%

Nel I trimestre del 2020 il valore delle esportazioni piemontesi di merci è stato pari a 10,8 miliardi di euro, evidenziando un calo del 5,8% rispetto al dato del I trimestre 2019. Nello stesso periodo, il valore delle importazioni di merci è diminuito del 4,9%, attestandosi a quota 7,7 miliardi di euro. Il saldo della bilancia commerciale si è confermato positivo per 3,1 miliardi di euro, in diminuzione rispetto ai 3,3 miliardi di euro del I trimestre 2019.

La dinamica delle esportazioni, nel primo trimestre 2020, è stata pesantemente condizionata dagli effetti economici che l’emergenza Covid-19 ha avuto sull’export mondiale e italiano nel mese di marzo. La flessione manifestata dalle esportazioni piemontesi è risulta, tuttavia, più pesante rispetto a quanto avvenuto a livello complessivo nazionale, realtà per la quale il valore dell’export ha segnato un calo dell’1,9% rispetto al periodo gennaio-marzo 2019.

“L’emergenza da Covid-19 sta iniziando purtroppo a colpire duramente le nostre imprese. In questo primo trimestre, interessato solo in parte dal lockdown, il trend della nostra regione è peggiore di quello italiano e delle altre regioni nostre competitor quali Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Le nostre vendite oltre confine non possono essere lasciate in balìa di un mercato disorientato e confuso: il nostro made in Italy e il nostro made in Piemonte devono essere subito sostenute con politiche urgenti a favore dell’internazionalizzazione.

Il lavoro svolto in questi anni per valorizzare i tanti settori che ci caratterizzano non può essere disperso, ma deve essere essere ulteriormente riconosciuto investendo in risorse economiche e progetti innovativi e ad alto contenuto tecnologico. Come Camere di commercio del Piemonte faremo come sempre la nostra parte, individuando misure a supporto delle imprese, soprattutto in tema di sostegno al credito e liquidità aziendale” ha commentato Gian Paolo Coscia, Presidente di Unioncamere Piemonte.

Nei primi tre mesi del 2020 l’export export ha mostrato un calo su base annua superiore alla media nazionale per il Nord-est (-2,5%) e il Nord-ovest (-2,2%) e meno ampio per il Centro (- 1,5%), mentre il Mezzogiorno ha segnato un lieve aumento delle vendite (+1,1%), sintesi del calo del -1,3% per il Sud e della crescita del +7,5% per le Isole.

La flessione tendenziale dell’export ha interessato tutte le principali regioni italiane esportatrici: nel periodo gennaio-marzo 2020, il calo delle vendite da Lombardia, Emilia- Romagna, Veneto e Piemonte ha contribuito per 2,2 punti percentuali alla flessione su base annua dell’export nazionale.

Analogamente a quanto avvenuto nel 2019, anche nei primi tre mesi del 2020 tra le principali regioni esportatrici italiane il Piemonte è stata quella che ha manifestato la dinamica più debole. L’export della Lombardia è diminuito del 3,0%, il Veneto ha registrato una flessione del 3,2%, più lieve è stata la diminuzione delle vendite oltre confine dell’Emilia Romagna (-2,4%).

Nonostante la performance critica il Piemonte si è confermato la quarta regione esportatrice, con una quota del 9,6% delle esportazioni complessive italiane, incidenza in netto ribasso rispetto al 10,0% segnato nello stesso periodo dell’anno precedente.

Nel I trimestre del 2020 tutti i comparti di specializzazione delle esportazioni regionali, ad eccezione di quello alimentare, hanno evidenziato performance fortemente negative.

La meccanica, diventato primo settore per le esportazioni regionali al posto dei mezzi di trasporto, ha subito un calo delle vendite oltre confine del 10,6%. L’Automotive ha segnato un battuta d’arresto ancora più evidente: le esportazioni sono diminuite del 12,7%. Un calo a doppia cifra ha riguardato anche il comparto dei metalli (-14,7%). Il tessile ha ridotto le esportazioni del 7,6%, mentre un calo meno intenso ha caratterizzato la gomma plastica (-4,6%) e la chimica (-0,7%).

L’industria alimentare e delle bevande, in netta controtendenza, ha mostrato una crescita delle vendite all’estero dell’11,3%.

Nell’analisi dei mercati di sbocco va evidenziato come, a partire dal mese di febbraio 2020, la Gran Bretagna sia uscita dall’Unione europea. Nonostante sia previsto ancora un periodo transitorio fino al 31 dicembre 2020, già a partire dal I trimestre del 2020 i dati delle esportazioni verso la gran Bretagna risultano inseriti nell’area extra Ue-27.

Nel periodo gennaio-marzo 2020 il bacino dell’Ue 27 ha attratto il 56,8% dell’export regionale mentre il 43,2% si è diretto verso mercati extra-Ue 27.

Complessivamente le esportazioni verso i mercati comunitari sono diminuite del 4,0% rispetto allo stesso trimestre del 2019.

I più importanti mercati dell’area per le merci piemontesi si confermano quello francese e quello tedesco, con quote rispettivamente pari a 14,5% e 13,9%.

La Francia ha evidenziato una flessione del 4,0%, peggiore è stato l’andamento delle vendite nel mercato tedesco, calate dell’8,2%. La diminuzione delle esportazioni verso la Spagna è risultata ancora più intensa, raggiungendo la doppia cifra (-10,2%). Cali compresi tra il 2% e il 6% hanno, infine, riguardato gli altri principali partner comunitari.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le esportazioni verso i Paesi extra-Ue 28 hanno registrato una flessione di intensità doppia (-8,0%) rispetto a quella evidenziata per l’area comunitaria.

Al calo del 13,7% delle vendite verso gli USA segue la flessione dell’11,7 registrata verso la Gran Bretagna. Molto pesante la battuta d’arresto sul mercato svizzero (-26,5%) e su quello cinese (-19,7%). In crescita solo Turchia e Corea del sud.

A livello territoriale tutte le provincie evidenziano dinamiche negative. La realtà che mostra il calo più intenso è Alessandria (-19,6%), penalizzata dalla performance del settore orafo, seguita da Biella (-9,4%). Verbania (-0,4%), invece, risulta il territorio meno colpito dal crollo delle vendite oltre confine nel trimestre in esame.




Agenzia entrate, contributo a fondo perduto: ecco come ottenerlo

L’Agenzia delle Entrate fornisce le istruzioni per richiedere il contributo a fondo perduto previsto dal Dl Rilancio. In attuazione dell’articolo 25 del Decreto, un provvedimento di oggi del Direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, definisce i passi da compiere per richiedere e ottenere il contributo a fondo perduto a favore delle imprese e delle partite Iva colpite dalle conseguenze economiche del lockdown.

In particolare, il provvedimento approva il modello per la richiesta, che potrà essere predisposto e inviato – dal primo pomeriggio del 15 giugno 2020, anche avvalendosi di un intermediario – mediante il canale telematico Entratel oppure mediante un’apposita procedura web che l’Agenzia delle Entrate attiverà all’interno del portale Fatture e Corrispettivi del sito .

Una guida dell’Agenzia delle Entrate, già consultabile online, spiega inoltre tutti i dettagli della misura, dai soggetti interessati, del calcolo del contributo nonché le indicazioni per richiederlo.

Come richiedere il contributo, la procedura web delle Entrate – Il Bonus a fondo perduto potrà essere richiesto compilando elettronicamente una specifica istanza da presentare fra il 15 giugno e il 24 agosto. Per predisporre e trasmettere l’istanza, si potrà usare un software e il canale telematico Entratel/Fisconline ovvero una specifica procedura web, nell’area riservata del portale Fatture e Corrispettivi.

Il contribuente potrà avvalersi degli intermediari che ha già delegato al suo Cassetto fiscale o al servizio di Consultazione delle fatture elettroniche. Sarà possibile accedere alla procedura con le credenziali Fiscoonline o Entratel dell’Agenzia oppure tramite Spid, il Sistema Pubblico di Identità Digitale, oppure mediante la Carta nazionale dei Servizi (Cns). Per ogni domanda, il sistema dell’Agenzia effettuerà due elaborazioni successive relative ai controlli formali e sostanziali. L’esito delle due elaborazioni sarà comunicato con apposite ricevute restituite al soggetto che ha trasmesso l’istanza.

A chi spetta il contributo – Il contributo a fondo perduto può essere richiesto dalle imprese, dalle partite Iva o dai titolari di reddito agrario, a patto che siano in attività alla data di presentazione dell’istanza per l’ottenimento del contributo. In particolare, il “Decreto Rilancio” precisa che non possono fruire del Bonus a fondo perduto i soggetti la cui attività risulta cessata nella data di presentazione della domanda, i soggetti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria (le cosiddette casse previdenziali), gli intermediari finanziari e le società di partecipazione (art. 162-bis del Tuir), i soggetti che fruiscono del bonus professionisti e del bonus lavoratori dello spettacolo introdotti dal Decreto Cura Italia e gli enti pubblici (art. 74 del Tuir).

I requisiti per ottenere il Bonus – La guida dedicata delle Entrate spiega nel dettaglio quali sono le condizioni per ottenere il contributo. In sintesi, il contributo a fondo perduto spetta qualora siano soddisfatti due requisiti. Il primo consiste nell’aver conseguito nel 2019 ricavi o compensi non superiori a 5 milioni di euro. Il secondo requisito da soddisfare per ottenere l’erogazione del contributo a fondo perduto è che l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 sia inferiore ai due terzi dell’analogo ammontare del mese di aprile 2019.

Ma ci sono due eccezioni a questo caso generale: il primo in cui il soggetto interessato abbia avviato la propria attività a partire dal 1° gennaio 2019 (il contributo spetta allora a prescindere dal calo del fatturato). Lo stesso per i soggetti con domicilio fiscale o sede operativa situati nel territorio di Comuni colpiti da eventi calamitosi (sisma, alluvione, crollo strutturale), ancora in emergenza al 31 gennaio 2020 (dichiarazione dello stato di emergenza da Coronavirus).

Come si calcola il contributo? – Calcolare l’ammontare del contributo non è difficile. Alla differenza fra il fatturato e i corrispettivi del mese di aprile 2020 e il valore corrispondente del mese di aprile 2019 si applica una specifica percentuale in relazione all’ammontare di ricavi e compensi:
20% se i ricavi e i compensi dell’anno 2019 non superano la soglia di 400mila euro
15% se i ricavi e i compensi dell’anno 2019 non superano la soglia di 1 milione di euro
10% se i ricavi e i compensi dell’anno 2019 non superano la soglia di 5 milioni di euro
Il contributo è comunque riconosciuto per un importo non inferiore a 1.000 euro per le persone fisiche e a 2.000 euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche.

Il contributo a fondo perduto è escluso da tassazione sia per quanto riguarda le imposte sui redditi sia per l’Irap e non incide sul calcolo del rapporto per la deducibilità delle spese e degli altri componenti negativi di reddito, compresi gli interessi passivi.




Fabbriche aperte ad agosto, una speranza condivisa

Dopo mesi di fermo, siamo finalmente arrivati alla tanto attesa ripresa delle attività, ma l’uscita dal lockdown e il ritorno ai livelli di produzione pre-Covid non è e non sarà, ovviamente, un percorso semplice e neppure immediato. Non tutti i settori sono ancora riusciti a ripartire e se i dati ISTAT parlano per il 2020 di una “marcata contrazione del Pil” nazionale pari al meno 8,3%, è qui che l’estrema difficoltà del comparto automotive fa sentire i suoi effetti più incisivi.

Secondo il recente rapporto realizzato da Cerved per ANCI che stima gli impatti del Covid-19 sulle imprese delle città metropolitane, infatti, sarà proprio il nostro territorio a pagare le conseguenze peggiori per la pandemia, con un rischio di danno per la filiera stimato in 10 miliardi e un calo generale dei ricavi del 14,4% in uno scenario soft e del 20,2% in uno scenario più pessimistico, dove alla ripartenza seguono successivi periodi di lockdown.

Questi dati fanno da cornice al dialogo che stiamo intrattenendo con le nostre aziende sulle previsioni di tenere aperti impianti e stabilimenti nel mese di agosto, contrariamente a quanto avviene di solito in tempi più “normali”.

Fermo restando il diritto innegabile al riposo, un segnale incoraggiante verrebbe invece dalla necessità di non fermare la produzione: significherebbe che il rimbalzo sperato di ordini e commesse si sta effettivamente verificando. Crediamo che questo sia l’auspicio condiviso tra tutti, imprenditori e lavoratori e nel caso ci sia questa possibilità di recupero, il nostro invito è che tutte le parti coinvolte agiscano con unità d’intenti: serve l’appoggio dei sindacati e l’apporto del welfare, regionale e statale, affinché i lavoratori possano essere messi nelle condizioni di non interrompere l’attività. Ci facciamo promotori di un confronto aperto e costruttivo sul tema, è in gioco il futuro di tutti.




UI Torino: offendere il nostro sistema produttivo danneggia il made in Italy

L’Inps opera per conto dello Stato, a livello europeo è tra gli enti previdenziali più grandi e complessi, ha un bilancio che è il secondo dopo quello dello Stato ed i fruitori principali dei suoi servizi sono lavoratori e imprese. Chi ha l’onore di rappresentare questo istituto deve necessariamente avere il senso di responsabilità delle sue azioni e delle sue dichiarazioni.

Le accuse di pigrizia ed opportunismo alle imprese italiane, da parte del presidente dell’Istituto previdenziale nazionale Pasquale Tridico, sono ingenerose ed offendono l’impegno, il lavoro e a fatica che ogni giorno migliaia di imprenditori profondono.

Insultare – in modo del tutto immotivato –  il sistema imprenditoriale italiano significa danneggiare l’immagine del Made in Italy all’estero, ovvero indebolire quell’eccellenza che oggi permette all’economia italiana di evitare il collasso.

Gli imprenditori sono stati gli eroi nascosti di questa emergenza nell’affrontare, con impegno e determinazione, situazioni nuove ed eccezionali, nel tenere vivo il tessuto economico e produttivo italiano con modelli e strategie mai attuati prima, riconvertendo la propria attività e accettando, laddove necessario, costi e responsabilità nuove.

È gravissimo che in un momento in cui bisognerebbe essere uniti e apprezzare lo sforzo di tutti, alle proposte e alle soluzioni si preferisca un linguaggio conflittuale. Ci auguriamo che all’ondata di indignazione suscitata dalle parole di Tridico segua anche un moto di orgoglio da parte del Governo e del Parlamento nei confronti del sistema produttivo italiano.




Filippa (Cnvv): “Alla politica chiediamo fatti e certezze; basta con parole, parole, parole…”

Riprendersi da questa crisi non sarà facile per nessuno. In economia prima si fanno le cose e poi si dicono; questa politica, invece, prima le dice e poi, forse, le fa: questo ha conseguenze disastrose per chi deve prendere decisioni strategiche per la sua azienda. Alla politica noi imprenditori chiediamo fatti e certezze; basta con parole, parole, parole.

Lo dichiara il presidente di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv), Gianni Filippa. «Senza entrare nel merito delle scelte fatte dall’esecutivo – spiega – riteniamo che non sia possibile annunciare il taglio dell’Irap, con tutte le conseguenze che questo può avere sui piani finanziari delle imprese, e poi dire “no, forse non la tagliamo più”; come non è possibile annunciare il bonus del 110% in edilizia e poi annunciare che “forse entro luglio ci saranno i piani attuativi”: questo significa bloccare tutto fino a settembre, dato che chi aveva programmato i lavori da maggio si è fermato in attesa delle nuove disposizioni. Se un’iniziativa come questa serve per ridare impulso al settore e generare nuovo lavoro la normativa di riferimento deve essere più semplice e rapida possibile».

«In questa fase – aggiunge Filippa – è necessario sostenere in modo immediato vari settori, anche perché gli aiuti arrivati finora sono stati pochi e non hanno raggiunto tutti: l’industria turistica, ad esempio, che rappresenta una quota importante del Pil, anche nei nostri territori, è completamente ferma; non sarebbe stato difficile erogare finanziamenti già dallo scorso marzo a tasso zero e restituibili in 20 anni, in base al numero dei dipendenti. Purtroppo, invece, molte decisioni, a volte anche discutibili, sono state prese sulla carta ma non sono diventate operative o lo sono diventate in tempi troppo lunghi».

«Dobbiamo anche – prosegue –pensare al medio e al lungo termine, cioè a come vorremmo che diventasse il nostro territorio tra 20 o 30 anni. Dobbiamo ragionare su come sarà il nostro modo di vivere, su temi come le infrastrutture, materiali e digitali, la scuola, la casa, la sanità, la gestione dell’acqua e dei rifiuti, l’energia.

Abbiamo lavori che potrebbero partire subito, creando occupazione e quindi ricchezza, ma chi autorizza? I funzionari pubblici faticano a prendersi la responsabilità e dovremmo pensare a una giustizia più veloce e che li sollevi, fatti salvi naturalmente il dolo o la colpa grave, dalla responsabilità penale. Sono temi di cui devono occuparsi gli esperti, ma li segnalo perché molte multinazionali sono restie a investire in Italia oltre che per la lentezza autorizzativa e procedurale, proprio a causa della lunghezza delle decisioni nei processi civili. Altro tema, infine, è quello dell’occupazione: non la si crea per decreto o vietando i licenziamenti, perché le disuguaglianze si riducono creando ricchezza, la ricchezza si crea con il lavoro, e il lavoro si crea non ingessando il sistema ma dandogli flessibilità».

«Valorizziamo di più – propone Filippa – i nostri Comuni e le nostre Province, i cui sindaci e presidenti in questi mesi hanno lavorato molto bene, dimostrando di essere in contatto con il mondo reale, perché non possiamo permetterci di trasformare ogni problema economico in un problema politico. Oggi la Bce ci sta sostenendo molto, l’Europa ha dimostrato una flessibilità inimmaginabile fino a pochi mesi fa e dobbiamo saper cogliere e sfruttare tutte le occasioni che ci vengono date. L’autostrada del sole è stata il simbolo dell’Italia che si muoveva nel boom economico degli anni ‘60; oggi dobbiamo costruire una nuova autostrada del sole per far correre i dati e le merci. “Industria 4.0”, sostegno all’export, crediti assicurati: le nostre imprese hanno dimostrato di essere molto veloci nel decidere e in questo momento la rapidità può essere vincente. Per questo chiedo ai politici di non appesantirci: è come se dovessimo correre i 100 metri con dei pesi attaccati alle caviglie; se non volete darci degli aiuti toglieteci almeno i pesi».




Consiglio regionale: al via la modifica dell’Irap

È stato avviato in Prima commissione, presieduta da Carlo Riva Vercellotti, il percorso per la rimodulazione della quota regionale dell’Irap, come previsto da un ordine del giorno approvato lo scorso 7 aprile dal Consiglio regionale.
Presente l’assessore al bilancio Andrea Tronzano, che ha ribadito la sua disponibilità a una rimodulazione che può portare benefici al settore produttivo e risorse all’amministrazione regionale. I commissari hanno convenuto che dalla prossima settimana la commissione comincerà l’analisi sulla situazione attuale del pagamento dell’Irap in Piemonte, con tabelle comparative, schede e contributi di tecnici ed esperti interni ed esterni all’assessorato.
All’elaborazione della revisione dell’Irap dovrebbero partecipare, su proposta del presidente Riva Vercellotti, anche personalità provenienti dal mondo accademico, delle professioni, degli istituti di ricerca, in grado di fornire contributi tecnici. Per definire concretamente un testo che possa arrivare all’esame dell’aula dovrebbe essere costituito in un secondo momento un gruppo di lavoro. L’obbiettivo dichiarato è il varo di una legge che rimoduli l’Irap prima dell’esame dell’assestamento di bilancio.
Nel dibattito sono intervenuti Marco Grimaldi (Luv), Raffaele Gallo (Pd), Giorgio Bertola e Sean Sacco (M5s).




Confartigianato Cuneo a confronto con il vicepresidente Commissione Ue Dombrovskis

Le risorse europee per il rilancio delle economie nazionali saranno distribuite in tranche e versate solo quando saranno raggiunti obiettivi di riforma e di investimento. La rapidità di erogazione e l’assenza di oneri burocratici inutili sono fondamentali e restano una priorità per l’UE».

Lo ha detto il Vicepresidente Esecutivo della Commissione Europea Valdis Dombrovskis, rispondendo oggi alle sollecitazioni di Confartigianato, nel corso dell’Assemblea Generale di SMEunited, l’Organizzazione europea di rappresentanza dell’Artigianato e delle MPMI di cui Confartigianato Imprese è membro fondatore.

Durante l’Assemblea, cui è intervenuto Luca Crosetto, Delegato per l’Europa di Confartigianato Imprese e Vicepresidente per le Politiche d’Impresa di SMEUnited, Dombrovkis ha illustrato le azioni messe in campo dalla Commissione Europea per rispondere alla crisi scaturita dalla pandemia da Covid 19 e ha sottolineato come i Governi nazionali giochino un ruolo primario per la realizzazione dei piani le cui risorse saranno messe a disposizione man mano che i progetti di riforma saranno implementati.

«Le risorse europee vanno prese in considerazione nella loro totalità, senza preconcetti, e vanno finalizzate a realizzare quelle riforme che consentano all’economia e al sistema imprenditoriale di dispiegare le proprie potenzialità, di ricominciare a correre, trasformandosi da crisalide in farfalla. – dichiara Luca Crosetto, commentando le dichiarazioni di Dombrovskis – Mai come oggi l’Unione europea è fondamentale per dare risposte efficaci alle aspettative delle imprese. Ma tutti dobbiamo fare la nostra parte e Confartigianato è impegnata proprio ad accompagnare le micro e piccole imprese fuori dalla crisi».

Tra le priorità per restituire slancio all’economia, Confartigianato indica la necessità di ridurre le diseconomie esterne alle imprese, a cominciare dalle infrastrutture fisiche e immateriali che consentono il collegamento e lo scambio tra persone, merci, dati. Nella competizione globale, disporre di un ambiente competitivo fa la differenza. Su questo fronte abbiamo molto da recuperare per raggiungere gli standard di infrastrutture dell’Unione europea.

Altri obiettivi indicati dall’Associazione, la valorizzazione della piccola impresa diffusa di territorio, punto di forza del nostro sistema produttivo, modello capace di coniugare la sostenibilità ambientale, economica e sociale e che ci ha consentito di rimanere il secondo maggior Paese manifatturiero in Europa e leader globale nei settori di punta del made in Italy, dall’agroalimentare alla moda, dal legno-arredo alla meccanica.




Il 60,6% degli internauti del Piemonte acquista on line

Dal lockdown ad ora, la crescita della vendita di beni e servizi on line e a domicilio è stata del 19,8%. Il 60.6% degli internauti del Piemonte acquista on line. Giorgio Felici (Presidente Confartigianato Piemonte): “Le novità di questi lunghi mesi trascorsi in isolamento sono la nascita di corsi on line realizzati dagli artigiani per mantenere i contatti con i propri clienti o per cercarne di nuovi”

La crisi Covid-19 ha intensificato l’utilizzo di nuovi canali di vendita accelerando in modo molto significativo, il trend di crescita: sono salite di circa il 19,8% le imprese che fanno e-commerce, raddoppiando il tasso di crescita e quasi 4 imprese su 10 fanno consegne a domicilio (che includono le imprese che utilizzano piattaforme riconducibili ancora una volta all’e-commerce, nonché la vendita attraverso i sistemi di messaggistica e i social).

Interessanti anche i dati sugli utilizzatori: il 60,6% degli internauti piemontesi, nell’ultimo anno ha fatto acquisti on line, percentuale che pone il Piemonte al nono posto in Italia. La classifica è guidata dai Valdostani con il 66%.

Sono questi i dati dell’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato, sull’ “Intensificazione del canale digitale nella crisi Covid-19”.

Secondo i dati stimati dall’Ufficio Studi di Confartigianato, con la riapertura di tutte le attività, il trend di crescita delle soluzioni e-commerce è destinato a crescere ulteriormente. La reattività alla situazione di emergenza, infatti, porterà alla fine del prossimo anno, un ulteriore incremento di imprese del Piemonte ad utilizzare il commercio elettronico. A questo trend in crescita si aggiungono le soluzioni per la gestione digitale dei servizi obbligata dalle restrizioni del distanziamento sociale.

Si pensa qui innanzitutto alle soluzioni di gestione digitale dell’agenda delle prenotazioni per ristoranti, parrucchieri e centri estetici, obbligati nella Fase 2 a contingentare al massimo le presenze di clienti.

L’emergenza, in definitiva, ha messo in luce come l’e-commerce possa essere un’importante soluzione alle oggettive difficoltà di molti imprenditori, anche del settore del “business to business”, come per esempio la produzione di macchinari e all’abbigliamento conto terzi, dal momento che possono trovare, grazie ad alcuni marketplace verticali, delle valide alternative alle fiere.

“Già prima dell’emergenza la vendita on line era un passaggio di crescita consigliato – afferma Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – ora è consolidato che, il post Covid19, ha portato con sé cambiamenti significativi nelle nostre abitudini. Le novità di questi lunghi mesi trascorsi in isolamento sono la nascita di corsi on line realizzati dagli artigiani per mantenere i contatti con i propri clienti o per cercarne di nuovi, una tendenza sopravvissuta alla lenta ripresa.

Migliaia di piccoli imprenditori hanno scoperto le infinite possibilità offerte da social network e portali e hanno sfruttato le nuove tecnologie che vanno ad intercettare nuove fette di mercato, promuovono l’artigianato locale e fidelizzano i consumatori”.

“Anche se questa opportunità di business arriva dopo mesi di chiusura, occorre attivarsi per sfruttare questa opportunità – continua Felici – che è davvero a misura di qualsiasi azienda e si rivolge anche ai mercati europei e mondiali.
Non facciamoci prendere però da facili entusiasmi: la reattività delle nostre imprese sul mercato on line è solo un lenitivo rispetto al dissesto economico e produttivo che il Covid ha generato abbattendosi su un sistema già devastato da tasse e burocrazia.”

L’impennata nell’utilizzo dei servizi digitali ha messo a dura prova le infrastrutture di connessione digitale e sollevato ancora una volta il tema del digital divide: la quota di imprese italiane che utilizzano banda ultralarga è di oltre dodici punti percentuali inferiore al 49,9% della media dell’Unione europea.




CCIAA Cuneo: proseguono i webinar formativi in materia ambientale

Proseguono i seminari in modalità remota sui temi dell’ambiente e dell’economia circolare. Si inizia con il seminario sul Green Public Procurement, che si terrà online in forma di webinar il 10 giugno 2020 dalle ore 9:15 alle ore 13:15.

Gli acquisti pubblici verdi (Green Public Procurement – GPP) sono stati introdotti in ambito europeo come uno strumento per traghettare l’economia verso l’innovazione dei processi e dei prodotti, favorire la circolarità dei processi produttivi e, al contempo, la competitività delle imprese.

Dal 2016 l’Italia ha reso obbligatoria l’’applicazione dei Criteri Ambientali Minimi che le pubbliche amministrazioni devono includere nelle procedure di gara.La Camera di commercio di Cuneo, con il coordinamento di Unioncamere Piemonte e con la collaborazione di Ecocerved Scarl, organizza un evento formativo online con l’obiettivo di informare le imprese che partecipano a gare pubbliche di cogliere le importanti opportunità offerte dal GPP.

La formazione è realizzata nell’ambito del progetto Enterprise Europe Network e del progetto del fondo perequativo sulla promozione dell’economia circolare.La formazione è destinata alle imprese del Piemonte.