Riparti Piemonte: confronto Regione-Comune di Torino

Il Consiglio ha invitato il sindaco di Torino per un’audizione sulle misure del Riparti Piemonte e per un confronto con il Comune e la Città metropolitana. Così oggi Chiara Appendino ha partecipato alla Prima Commissione per le consultazioni sul Ddl 95.

Un incontro che, come ha spiegato il presidente della Prima Carlo Riva Vercellotti, “si è svolto sulla base del rispetto tra istituzioni e del dialogo. Le osservazioni del primo cittadino e quelle giunte dalle autonomie locali del Piemonte sono molto utili e saranno tenute nella giusta considerazione nel dibattito in corso”.

La sindaca ha ringraziato per la celerità con cui sono stati approvati dal Consiglio regionale i bonus per le categorie economiche, “in un momento complesso per la tenuta sociale dei nostri territori”. Appendino si è detta infatti preoccupata per le nuove povertà e ha espresso il timore “che le città possano trasformarsi in bombe sociali”. Per questo ha chiesto alla Regione di incrementare i fondi nazionali sui “Buoni spesa”, in modo da poter meglio gestire le emergenze che si stanno verificando in molti nuclei familiari. Un problema che riguarda anche il pagamento degli affitti, “e che dobbiamo risolvere se non vogliamo assistere al boom degli sfratti e a dover inserire in un percorso di edilizia pubblica già complicato nuove famiglie”.

Appendino si è detta poi concorde sull’obiettivo di rilanciare l’urbanistica, ma ha manifestato alcune perplessità tecniche sulle norme all’esame del Consiglio regionale. In particolare si è detta preoccupata che la riduzione del costo degli oneri sociali possa scaricarsi sui Comuni, e ha chiesto che si definiscano procedure sull’utilizzo del fondo regionale in grado di scongiurare questa possibilità. Perplessità anche su alcune nuove regole per semplificare gli appalti, “che rischiano di rallentarli perché potrebbero essere oggetto di ricorsi”.

Le procedure delle consultazioni in Commissione non prevedono un dibattito tra consultato e consiglieri, che possono solo fare domande. Il capogruppo di Fi Paolo Ruzzola ha tenuto però a rassicurare la sindaca di Torino sulla volontà di dare risposte nel dibattito consiliare ai temi da lei toccati: “Stiamo verificando con la Cassa depositi e prestiti la possibilità di incrementare le risorse per l’edilizia pubblica”.

Apprezzamento per la concretezza dell’intervento della sindaca di Torino è stato espresso da Alberto Preioni, capogruppo della Lega, che ha auspicato che sia un buon viatico per il confronto in Commissione e in Aula.

Domande sono state poste da Valter Marin (Lega), Mario Giaccone (Monviso), Marco Grimaldi (Luv), Daniele Valle e Diego Sarno (Pd).




PoliTO lancia l’iniziativa “Ingegneria, un lavoro per donne”

Il contributo delle ricercatrici e delle docenti dell’Ateneo nei tanti progetti nati al Politecnico per dare un supporto a contrastare l’epidemia di Covid-19 e a costruire la fase della ripartenza è stato essenziale. Ben 16 dei 27 docenti coinvolti nei progetti messi in atto dal Politecnico – quali il vademecum “Imprese Aperte: lavoratori protetti”, il supporto offerto per la certificazione delle mascherine e dei dispositivi di protezione o la stesura dei protocolli per la ripartenza della scuola e delle attività sportive – sono donne, e 11 di loro sono ingegnere che hanno saputo dare risposte concrete con tempestività e competenza nella situazione imprevedibile ed incontrollabile creata dalla pandemia e dal conseguente lock down.

 

Nasce da questa consapevolezza sull’importanza del ruolo femminile nella ricerca l’iniziativa: “Ingegneria: un lavoro per donne”, che sarà presentata oggi nella giornata di apertura degli Open Days virtuali alle 17.45 sul sito www.politopendays.it nell’ambito della campagna di comunicazione We Are HERe, pensata per promuovere l’iscrizione femminile ai corsi di ingegneria del Politecnico di Torino.

 

Le donne protagoniste della ricerca contro il Covid-19 racconteranno l’esperienza vissuta nell’ambito del progetto che l’Ateneo torinese ha creato in tempi record per cercare di fornire un supporto all’emergenza e quanto possa essere stimolante e gratificante il loro lavoro; le ricercatrici e le docenti saranno poi a servizio delle future studentesse del Politecnico per supportarle e guidarle nel loro percorso di studi in qualità di mentor.

 

Abbiamo voluto ribadire con le testimonianze di oggi come il contributo femminile in ambito scientifico sia peculiare e prezioso – dichiara Claudia De Giorgi, Vice Rettrice per la Qualità, il Welfare e le Pari Opportunità – per la competenza, la creatività e la capacità di coordinare e motivare i propri colleghi che le donne dimostrano ogni giorno in ambiti di lavoro e di ricerca che non possono più essere considerati prettamente maschili”.

 




Torino, città dei Motori: “Da turismo motoristico scossa positiva all’economia”

“Il Piano nazionale del turismo motoristico, se istituzioni e privati ci crederanno, darà una scossa importante alla ripresa del comparto turistico del nostro Paese dopo lo choc del Covid 19, grazie alla forza dei brand italiani, all’offerta di accoglienza e al buon vivere che si respira dei nostri Comuni, alla sinergia con le aziende e tutti gli stakeholders del Made in Italy legato ai motori”.

Così Luigi Zironi, sindaco di Maranello e presidente di Città dei Motori, in conclusione della videoconferenza che si è tenuta stamani, venerdì 5 giugno, degli assessori al Turismo e dei rappresentanti delle categorie produttive dei 28 Comuni soci della rete Anci.

Dopo la tavola rotonda virtuale del 22 maggio con i direttori dei musei automobilistici e delle due ruote, oggi il presidente Zironi e il segretario generale Danilo Moriero hanno illustrato, nelle linee generali, il Piano nazionale del turismo motoristico, già portato all’attenzione del Mibact, seconda tappa per arrivare – ha sottolineato il presidente di ‘Città dei Motori’ – “ad una agenda condivisa per il rilancio di un settore che ha forte appeal in tutto il mondo. Puntiamo alla convocazione in autunno degli Stati generali del turismo motoristico, che pongano le basi di una Giornata nazionale dell’orgoglio motoristico nella primavera 2021, da ripetere ogni anno, finalizzata alla ripresa dei flussi turistici nazionali, e appena possibile internazionali, verso l’Italia e i Comuni soci”.

Tra gli obiettivi del Piano, e al centro dei numerosi interventi di stamani, anche la definizione del “prodotto turismo motoristico”, grazie al processo di ascolto attivato con categorie produttive, associazioni, attori privati e comunità; realizzazione e promozione del calendario nazionale di eventi e manifestazioni regionali e locali; accordi con reti e ‘Strade’ delle tipicità enogastronomiche; formazione specifica per chi si occupa di accoglienza nel settore motoristico.

Alla videoconferenza di stamani hanno partecipato, tra gli altri, Gianni Berrino, assessore al Turismo della Regione Liguria, Federico Ignesti (sindaco Scarperia e San Piero), Giovanni Gargano (sindaco Castelfranco Emilia), Alessandro Puccinelli (vicesindaco e assessore Turismo Pontedera), Simone Maccaferri (vicesindaco Cento), Alessandra Dini (vicesindaco Noale), gli assessori al Turismo Maria Elena Mililli (Maranello), Silvia Benzoni (Mandello del Lario), Francesca Capuozzo (Castelfranco Emilia), Sara Sartori (Noale), Simona Silano (Pratola Serra) Birgit Brugger (Ospedaletti) Michele Barile (Termoli), Elisabetta Bergamasco (assessorato Turismo e attività produttive di Torino. Numerosi anche i rappresentanti delle categorie produttive e del commercio; tra gli altri, Camera di Commercio, Confersercenti e Confcommercio della provincia di Pisa e l’Associazione albergatori di Modena; da Varano de’ Melegari (Parma) sono intervenuti Vittorio Brambilla (Dg Scuderia De Adamich) Gianfranco Beltrami (direttore marketing Dallara automobili) e Alberto Manfredi (responsabile commerciale Autodromo R.Paletti).

 




Network internazionali. Adesione della città di Torino alla rete Eccar

Il processo di internazionalizzazione della Città di Torino è favorito dall’adesione a numerose reti e associazioni internazionali attraverso le quali è stato possibile sviluppare contatti per collaborazioni e progetti, partecipare a scambi di buone prassi ed individuare occasioni di promozione delle risorse.

Le reti internazionali permettono, infatti, di istituire proficui rapporti di collaborazione tra soggetti omogenei e sono un efficace strumento per il raggiungimento di obiettivi comuni.

 

Tra le principali Reti internazionali alle quali la Città partecipa ricordiamo B.J.C.E.M. Associazione Internazionale per la Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo; Pépinières Européennes pour Jeunes Artistes; Associazione delle Città Sedi di Esposizioni Internazionali; Associazione Europea dei Festival; Platform; UNESCO Creative Cities Network e Cities For Sports.

La Città, su proposta dell’Assessore Marco Giusta, intende inoltre aderire alla  rete ECCAR-EuropeanCoalition of Cities AgainstRacism.

ECCAR è un’iniziativa lanciata dall’UNESCO nel 2004 al fine di costituire un network di città interessate a condividere esperienze per migliorare le proprie politiche contro il razzismo, la discriminazione e la xenofobia. ECCAR è un network internazionale a cui aderiscono 134 membri di 23 stati: Regno Unito, Turchia, Germania, Grecia, Francia, Spagna, Moldavia, Svizzera, Italia, Macedonia, Russia, Irlanda, Lussemburgo, Austria, Finlandia, Svezia, Cipro, Norvegia, Lettonia, Olanda, Bosnia ed Erzegovina, Ungheria.

“Sono contento di confermare questo impegno assunto a nome della Città in occasione dell’assemblea di ECCAR dello scorso anno. Si tratta – ha sottolineato l’assessore ai Diritti Marco Giusta – di un altro piccolo ma decisivo passo che si inserisce nella strategia della Città di Torino per combattere le discriminazioni razziste individuali e sistemiche.”




Torino-Lione, Balistreri: basta proteste, non possiamo permetterci di perdere altro tempo

Ancora una volta, con il riavvio dei lavori nel cantiere TAV in Val Susa, dobbiamo leggere di proteste e presidi che puntuali si ripresentano, come se ancora non bastassero accordi internazionali e decreti che dichiarano l’opera di pubblica utilità. Lavori già rallentati da anni di contestazioni, ostacoli burocratici e in ultimo anche il blocco legato all’emergenza sanitaria e che ora devono assolutamente proseguire per recuperare il tempo perso.

Come abbiamo sempre sostenuto, la Torino-Lione non solo è un tassello fondamentale in un piano di rilancio dell’economia orientato verso modelli di sviluppo avanzati e competitivi, ma risponde anche alle ambizioni di quella transizione ecologica racchiusa nello European Green Deal, creando le condizioni concrete per riequilibrare la quota modale del trasporto merci.

Quello che serve ora è senza dubbio una netta accelerazione dei lavori per arrivare al completamento della rete centrale transeuropea che dovrebbe essere realizzata entro il 2030. Come evidenziato dal recente rapporto della Corte dei conti Europea, è probabile che per lungaggini burocratiche e inefficienze registreremo un ritardo per arrivare alla piena capacità della linea e beneficiare di quegli effetti di rete che tutti attediamo e di cui il Paese ha bisogno. Per questo non possiamo permetterci di perdere altro tempo.




Torino. Consigliere di parità, bando di presentazione delle candidature

La Città metropolitana di Torino ha pubblicato il bando per la presentazione delle candidature per il/la Consigliere\a di parità dell’Ente.

L’attività svolta dal Consigliere\a di parità, funzione nominata dal Ministro delle pari opportunità, è dovuta per legge, e rientra fra le competenze della Città metropolitana.

Fra le situazioni in cui il Consigliere di parità può fornire consulenza e intervenire vi sono per esempio la preferenza per persona di un altro sesso al momento dell’assunzione, a parità di tutte le altre condizioni; ostacoli nella conciliazione degli impegni lavoro/famiglia; trasferimenti, licenziamenti o demansionamenti al ritorno dal congedo per maternità; cambio delle condizioni contrattuali all’annuncio della gravidanza; rifiuto dei congedi per malattia dei figli; rifiuto o limitazione dei congedi genitoriali (per mamme e per papà); rifiuto del part time richiesto per problemi familiari; limitazioni o impedimenti alla progressione di carriera; molestie anche a sfondo sessuale; mobbing.

Il Consigliere di parità può intervenire con consulenze, attività di mediazione e anche in giudizio. Oltre a questa attività, partecipa ai tavoli, alle reti e alle attività di progettazione strategica e di proposta di iniziative sia in ambito formativo che in quello relativo alle politiche attive del lavoro.

“Gabriella Boeri è stata per due mandati la nostra Consigliera di parità” spiega il vicesindaco metropolitano Marco Marocco, che ha la delega alle politiche di pari opportunità “e ha fatto un lavoro importantissimo, in crescendo negli anni: nel 2019 le richieste di consulenza sono state 675, in gran parte da un’utenza femminile, spesso legate a problemi di conciliazione dei tempi di lavoro con gli impegni familiari. Sebbene il 2020 sia un anno difficilissimo sul fronte del lavoro, speriamo che l’esperienza di smart working legata ai mesi del lockdown sia d’impulso per migliorare la qualità della vita e della conciliazione dei bisogni professionali e personali”.

Per partecipare al bando bisogna possedere requisiti di specifica competenza ed esperienza pluriennale in materia di lavoro, di normative sulla parità e pari opportunità nonché di mercato del lavoro, comprovati da idonea documentazione.

Le candidature potranno essere presentate dal 29 giugno al 13 luglio 2020 .

Il bando e tutta la documentazione sono consultabili e scaricabili qui

 




Previsioni congiunturali CNVV 3° trimestre 2020: estate all’insegna del pessimismo per industrie Novara e Vercelli

È un’estate all’insegna del pessimismo per l’industria delle province di Novara e di Vercelli.

Secondo le previsioni congiunturali di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) per il trimestre luglio-settembre 2020 (disponibili sul sito) il saldo tra la percentuale degli imprenditori che, rispetto al trimestre precedente, si dichiarano ottimisti e quella di coloro che sono pessimisti sull’incremento della produzione rimane negativo, anche se con una notevole differenza tra i due territori: in quello novarese, infatti, il dato risale da -26,8 a -16,4 punti, mentre in quello vercellese cala da -29,3 a -33,3 punti, con una media regionale a -29,2 punti rispetto ai precedenti -27,3.

Pur restando in territorio negativo si inverte in entrambe le province il trend del saldo ottimisti/pessimisti riferito alle attese di nuovi ordini, che passa da -30,1 a -16,4 punti per Novara e da -38 a -29,3 punti per Vercelli, a fronte di una media piemontese stabile a -30,9 punti. Discordante, invece, il saldo ottimisti/pessimisti sulle attese di ordini esteri, che nel Novarese scende da -18,6 a -19,8 punti mentre in provincia di Vercelli risale da -26,9 a -16,3 punti, a fronte di una media regionale in flessione da -24,4 a -27,6 punti.

«Siamo in una fase di grande incertezza – commenta il presidente di Cnvv, Gianni Filippa – e con la possibilità che il peggio debba ancora arrivare; il fatto che, superata l’emergenza sanitaria, scelte politiche di sostegno strutturale al sistema produttivo non siano ancora chiare e definite sta mettendo serie ipoteche sul futuro del tessuto socio-economico locale. Servono tempi certi sulla liquidità, che in questa fase è indispensabile alle imprese, e una visione di lungo termine orientata a un rilancio “vero”, con forti investimenti in infrastrutture di comunicazione, materiale e digitale, scuola e università, nuove esigenze abitative, sanità, gestione delle acque e dei rifiuti, promozione del Made in Italy e valorizzazione dei territori, con le loro attrattive naturali, turistiche e culturali».

Il saldo ottimisti/pessimisti relativo alle aspettative di nuova occupazione registra un miglioramento a Novara (-0,8 punti, rispetto ai precedenti -8,1) mentre a Vercelli peggiora, da -1,1 a -8,1 punti, in linea con il calo piemontese (da -6,7 a -12,6 punti).

La percentuale di imprese che dichiara l’intenzione di ricorrere alla Cassa integrazione guadagni (Cig) raggiunge i massimi storici, con il passaggio dal 24,8% al 45,4% a Novara e dal 22,2% al 45,8% a Vercelli, mentre in Piemonte l’incremento è dal 31,9% al 50,4%. «Come avevamo già rilevato nella precedente indagine – osserva il direttore di Cnvv, Aureliano Curini – il massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali sta arginando l’impatto della crisi sul mercato del lavoro, ma non essendoci alcuna prospettiva per i prossimi mesi rischiamo conseguenze devastanti anche su questo fronte, soprattutto in caso di una ripresa dell’epidemia».

Le intenzioni di effettuare investimenti significativi sono segnalate dal 23% di aziende novaresi (rispetto al precedente 23,8%) e dal 15,3% di quelle vercellesi (rispetto al 19,6% di fine marzo), con una media regionale che cala dal 18,9% al 15,5%, mentre investimenti sostitutivi sono annunciati dal 50% delle imprese novaresi e dal 39,8% di quelle con sede in provincia di Vercelli (46,7% e 42,4%, rispettivamente i dati precedenti), con una media regionale stabile al 44,4%.

Peggiora nettamente, invece, la percentuale di aziende che denuncia ritardi negli incassi: dal 29,2% al 35,9% nel Novarese e dal 28,6% al 49,5% nel Vercellese e in Valsesia, con una media regionale che sale da 37,9% a 54,5%: «si tratta di un aspetto molto preoccupante – aggiunge Filippa – che ci riporta alle rilevazioni di cinque anni fa e che temiamo possa ulteriormente peggiorare nei prossimi mesi».

I dati relativi ai principali settori produttivi, elaborati in forma aggregata e con media ponderata sulle due province, segnalano una forte differenza territoriale nel saldo ottimisti/pessimisti relativo alle attese di produzione del metalmeccanico (a -5,3 punti nel Novarese e a -33,3 nel Vercellese), mentre la media delle imprese intenzionate a ricorrere alla Cig sale al 52,5%.

Nel comparto della rubinetteria e del valvolame il saldo ottimisti/pessimisti sulla produzione cala da -19 a -37,5 punti, mentre pur in un contesto negativo migliora (da -15,8 a -9,1) il saldo ottimisti/pessimisti riferito agli ordini esteri e cresce dal 28,6% al 45,8% l’intenzione di ricorso alla Cig. Prospettive negative anche per il chimico, con un saldo ottimisti/pessimisti sulla produzione in calo da -22,2 a -30 punti, e per il tessile-abbigliamento, dove il saldo sulle attese di produzione scende a -52,9 punti dai -38,1 della precedente rilevazione e l’intenzione di ricorrere alla Cig è dichiarata dall’81,3% delle aziende.

Nell’alimentare le aspettative di produzione tornano negative per la prima volta da inizio 2019 (-6,7 punti il saldo ottimisti/pessimisti, rispetto al 5,3 del trimestre precedente), con attese di ordini positive soltanto dall’estero.




Credito imprese, Dino De Santis (Confartigianato Torino): “I dati verso le MPMI in miglioramento”

Il credito alle imprese artigiane del Piemonte fa segnare un miglioramento. Migliorano infatti le erogazioni degli Istituti di Credito del Piemonte verso le piccole realtà produttive.

A marzo di quest’anno, la tendenza rilevata è del –1,4% rispetto all’ultimo trimestre del 2019, che a sua volta fece rilevare un -1,9% sul terzo trimestre 2019.

E’ questo, in sintesi, ciò che emerge dal Focus “Trend dei prestiti alle imprese”, realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato, che ha analizzato la situazione delle erogazioni nei primi 6 mesi di quest’anno.

L’analisi dei prestiti parte da un -0,5% di marzo 2018, passando al -2,3% dello stesso periodo del 2019, allo -2,6% di giugno, -1,9% di settembre e -2,9 di dicembre 2019, fino a questa risalita (-1,4% di marzo 2020).

“I dati sul credito verso le MPMI ci dicono come in Piemonte si registri un miglioramento, anche se parliamo di percentuali ancora con il segno meno davanti. E su questo dobbiamo ancora lavorare duramente”.
E’ il commento di Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino.

“In questo quadro di crescente rischio di depressione – continua De Santis – ci auguriamo che una forte boccata d’ossigeno per le imprese possa arrivare dalla liquidità che i Governi, nazionale e regionale, hanno già messo in circolo o si apprestano a farlo. Di sicuro il perdurare della stretta del credito sta nuocendo alle imprese artigiane. Chiediamo al governo e alla regione che il credito per le micro e piccole imprese divenga una priorità per l’agenda”.

“Soprattutto per gli artigiani e le piccole imprese il denaro rimane più scarso e più costoso rispetto a quello erogato alle aziende medio-grandi – commenta De Santis – e in confronto a quanto avviene nella media europea. Se le banche non tornano ad avere fiducia nei progetti di investimento degli artigiani, non ci sono presupposti per una ripresa del nostro settore, soprattutto in un momento di crisi epocale dove scarseggia la liquidità”.

“L’unica azione che può funzionare – continua De Santis – è quella finalizzata al vero sviluppo, puntando a costruire territori “a misura” di piccola impresa: con leggi semplici e chiare, con un fisco leggero, un credito a misura di piccola impresa e orientato alla competitività e incentivi all’innovazione digitale, con una formazione che unisca scuola e lavoro, il sapere e il saper fare. Bisogna ripartire dai territori, valorizzando chi come le imprese artigiane crea lavoro, sviluppo, presidio di legalità sul territorio e favorisce la coesione sociale”.

“Le difficoltà nelle erogazioni non possono che allarmarci – riprende De Santis – è evidente come sia necessario far sì che le piccole imprese e le attività in generale possano finanziarsi, con l’intento di investire per crescere”.

“Il problema grosso da affrontare sarà alla fine dell’estate, con il termine degli ammortizzatori sociali e in vista di una crisi che sarà da gestire con mano ferma e decisioni importanti – conclude il De Santis – per il momento si tratta solo di previsioni che speriamo vengano disattese dai fatti”.




Dimitri Buzio è il nuovo presidente di Legacoop Piemonte

La Direzione regionale lo ha eletto al posto del dimissionario Giancarlo Gonella Il nuovo presidente, 45 anni, biellese, ha già ricoperto importanti incarichi nell’associazione La Direzione regionale di Legacoop Piemonte, riunita questa mattinaa Torino, ha proclamato per acclamazione Dimitri Buzio come nuovo presidente dell’associazionedelle cooperative.

Buzio sostituisce il dimissionario Giancarlo Gonella, in carica dal 2006. Il neopresidente Dimitri Buzioha ringraziato chi lo ha preceduto in questo ruolo e il gruppo dirigente di Legacoop Piemonte “che ha sempre avuto il coraggio di una visione prospettica”.

“Mi auguro che la cooperazione possa essere sempre più protagonista. –ha affermato il nuovo presidente -. Non bisogna pensare alla cooperativa come a una forma imprenditoriale residuale rispetto ad altri modelli di impresa perché,dove è presente,arricchisce l’offerta.

Le nostre cooperative svolgono ruoli fondamentali sul territorio per quanto riguarda i servizi, la grande distribuzione,l’abitazione,l’assistenza agli anziani e alle fasce più deboli della popolazione.

Nel 2019 le 446 cooperative associate di Legacoop Piemonte hanno fatto registrare un valore di produzione di quasi 3 miliardi di euro (2.852.200.000) pari al 2,6 per cento del Pilpiemontese.Esse contano 688.500 soci e 30mila occupati.E ciò deve essere chiaro a noi per primi, ma anche ai nostri interlocutori nel mondo politico e produttivo.

In tal senso l’Alleanza delle Cooperative rappresenta un punto di semplificazione della rappresentanza ma non può esaurire l’agire politico della nostra Associazione”.

Buzio ha affrontato anche le tematiche legate all’attualità e alla fase post lockdown: “Quella che stiamo vivendo è una fase di grande incertezza. La pandemia ha avuto ripercussioni sul mondo economico e produttivo e non sappiamo cosa ci aspetti nei prossimi mesi. I dati statistici parlano di un’economia piemontese tornata indietro di 12 anni, al pieno della crisi economica.La geografia ci può dare una mano per il rilancio del Piemonte in quanto la nostra regione è un polo fondamentale nello sviluppo infrastrutturale dei prossimi decenni. Penso all’Alta Velocità, il Tav Torino-Lione di cui c’è da auspicare una rapida prosecuzione dei lavori senza più sé né ma.

Il retroporto di Genova,che avrà come sua principale area di sviluppo il territorio alessandrino. Il “Piemonte Orientale” sempre più anello di congiunzione tra Torino e Milano.

E la Asti-Cuneo necessaria per rafforzare lo sviluppo della filiera agricola di quei territori. Progetti a cui mi sento di dire il mio si convinto”. Infine, un passaggio sulle nuove sfide per il mondo cooperativo: “Legacoop non deve dimenticare l’eredità del nostro passato,ma dobbiamo spogliarci dei panni del ‘900 e reinterpretare il nostro ruolo secondo nuovi schemi che sappiano parlare alla realtà del nuovo millennio.

Da sempre l’impresa cooperativa mette al centro le persone, coniugando le necessità del proprio sviluppo con la tutela e il rispetto dei soci. Guardiamo con coraggio al futuro”, ha concluso Buzio.

Giancarlo Gonella lascia quindi la presidenza di Legacoop Piemonte dopo 14 anni: “Una scelta per il rinnovamento generazionale della classe dirigente e per avviare nuovi percorsi per lo sviluppo della cooperazione in Piemonte per i prossimi anni”.“In questi anni–ha aggiunto -da presidente di Legacoop Piemonte mi sono dato tre parole d’ordine che vorrei consigliare anche a chi mi succede. Unità, perché come ufficio di presidenza abbiamo lavorato in squadra con i vari settori.

Autonomia rispetto al mondo istituzionale e politico: un modo di essere che credo Legacoop debba mantenere come in tutti questi anni in cui ci siamo rapportati con giunte di orientamento diverso.E attenzione al mercato intercooperativo: sviluppare il mercato tra imprese cooperative è importante.

È un modo,per il nostro sistema,di autotutelarsi e crescere.”“Posso dire con soddisfazione che le nostre cooperative hanno retto bene alla sfida del Coronavirus. Penso a Novacoop per il settore della grande distribuzione: ha saputo mantenere i supermercati aperti con un’ottima gestione organizzativa, tutelando sia la salute dei clienti siadei lavoratori.

Allo stesso modo le cooperative di servizi che operano con disabili e persone anziane, quindi in contesti di alto rischio, hanno fatto registrare numeri contenuti di contagi, segno della grandecapacità professionale dei soci.Sono questi i segni positivi da cui ripartire per il futuro e per un rilancio della competitività.

”Il presidente nazionale di Legacoop Mauro Lusetti, presente alla Direzione, ha così commentato l’avvicendamento al vertice di Legacoop Piemonte: “Un grazie di cuore a Giancarlo Gonella, cui mi lega un lungo rapporto di sincera amicizia, per la passione e l’intelligenza con le quali ha guidato Legacoop Piemonte rafforzandone il ruolo e l’autorevolezza.

E un augurio di buon lavoro a Dimitri Buzio, che, ne sono certo, affronterà il nuovo incarico con tutto l’impegno che la fase attuale richiede. Il Paese sta lentamente imboccando la via della ripresa e va accompagnato e sostenuto. Da questo punto di vista, è molto importante l’accordo raggiunto al Consiglio Europeo, che mette a disposizione dell’Italia risorse ingenti. Adesso si tratterà di utilizzarle bene per assicurare una robusta ripresa della nostra economia, definendo un piano di rilancio che puntiad avviare un percorso di sviluppo inclusivo e sostenibile sotto il profilo ambientale, economico e sociale.

Un obiettivo che abbiamo indicato al Governo e per il quale siamo pronti a dare il nostro contributo”.Gonella, che il 12 agosto prossimo compirà 66 anni, era stato eletto presidente di Legacoop Piemonte per la prima volta nel giugno del 2006, l’anno delle Olimpiadi invernali a Torino, che vide il movimento cooperativo protagonista nella realizzazione di oltre il 50% delle opere e degli impianti sportivi.

Nel settembre successivo è stato eletto presidente dell’Associazione regionale delle cooperative di consumo. Successivamente,membro del Consiglio di amministrazione di Novacoop e membro della Direzione nazionale di Legacoop.




Confagricoltura: “L’autunno caldo si combatte su due fronti: aiutare le famiglie e rafforzare le imprese”

L’autunno della ripartenza si preannuncia difficile dal punto di vista economico. In Italia la povertà continua a crescere. Lo evidenzia l’ultimo rapporto del centro studi di Confagricoltura.

La povertà assoluta, nell’ultimo decennio, è cresciuta del 60%, pur avendo registrato, lo scorso anno, un trend in diminuzione del 9% in confronto al 2018, ma l’effetto Covid, sottolinea l’indagine, fa prevedere un incremento del 30%, rispetto all’anno precedente.

“L’agricoltura – rimarca Luca Brondelli, presidente di Confagricoltura Alessandria – ha confermato, nella difficoltà, la sua primaria importanza. E’ il settore che ha licenziato di meno, ricorso in modo minore alla cassa integrazione, offrendo opportunità a chi era rimasto senza lavoro attenuando così, almeno in parte, il disagio sociale. Il terzo e, in particolare, il quarto trimestre dell’anno, assorbono infatti molta manodopera per operazioni come la vendemmia, la raccolta di pomodori, olive e frutta. Ma non basta”.

“E’ fondamentale impegnarsi per la ripresa economica del Paese. Per far questo – continua il Presidente di Confagricoltura Alessandria – occorre agire su più fronti. E’ sacrosanto, come sta facendo il governo, avviare misure immediate per sostenere le famiglie. La tenuta del tessuto sociale, però, va di pari passo con la tenuta di quello produttivo. Occorre investire sulle imprese e sul lavoro, per creare le condizioni per far ripartire economia e occupazione, senza dimenticare l’export”.

“Per evitare che, in autunno, esploda la bomba sociale è indispensabile – conclude Brondelli – il contributo dell’agricoltura che, per quasi per il 90% degli italiani, sarà il motore della ripresa. Ma serve agire presto, accompagnando i provvedimenti tampone a misure che rafforzino le imprese, riducendo gli oneri sociali e riconquistando quote nel commercio mondiale, provato da dazi. Un primo passo è il “piano indigenti” da 250 milioni di euro, contenuto nel decreto rilancio, che da un lato fornirà una risposta ai bisogni primari delle persone, dall’altro aiuterà a riequilibrare un mercato interno asfittico”.