Festa della Repubblica, ecco il programma in Piemonte

In occasione del 2 giugno, Festa della Repubblica, Giunta e Consiglio regionale, Prefettura, Comune di Torino, Città metropolitana, Ufficio scolastico regionale e i tre Atenei Piemontesi (Università degli studi di Torino, Politecnico e Università del Piemonte Orientale) hanno scelto di organizzare e condividere una serie di iniziative sotto il cappello di un’unica frase “Io Ci Credo Perché”, per ribadire come i valori della Repubblica e della Costituzione possano accomunare istituzioni e cittadini.

Il Consiglio e la Giunta regionale, per meglio rappresentare gli aspetti più importanti del  vivere civile e dello stare assieme, per ricordare le migliori energie messe in campo nei momenti di difficoltà, l’unità e la coesione nazionale, hanno deciso che a celebrare la giornata del 2 giugno fossero proprio le persone comuni attraverso le loro parole e le loro riflessioni.

Due sono i video realizzati per l’occasione e che saranno pubblicati in contemporanea, su tutti i siti istituzionali e dei soggetti partner della giornata, alle 12 e alle 14 del 2 giugno: il cortometraggio “IoCICredoPerchè”, 25 interviste in cui insegnanti, studenti, volontari, medici, rappresentanti delle forze dell’ordine, casalinghe, pensionati, vigili del fuoco e liberi professionisti raccontano perché credono nella Repubblica e nei valori che essa racchiude.

“Vignettisti e bambini raccontano la Costituzione” è invece il titolo del secondo video in cui grandi firme del fumetto e dell’illustrazione come Dino Aloi, Massimiliano Frezzato, Gianni Audisio, Gianni Chiostri,  Lido Contemori e Milko Dalla Battista, affiancano i bambini dei Consigli Comunali dei Ragazzi del Piemonte, nel commento agli articoli della Costituzione che più toccano da vicino la loro vita (scuola, famiglia, salute, paesaggio, lavoro, cultura). Tutte le opere inedite realizzate per l’occasione dagli artisti,  saranno donate al Consiglio regionale,  per essere poi esposte e rese visibili al pubblico a Palazzo Lascaris.

“Mai come in questo momento della nostra vita abbiamo avuto la possibilità di capire quanto siano preziosi e non scontati i valori fondanti della nostra Democrazia, come la Libertà – sottolinea Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte – Valori per cui altri Italiani prima di noi hanno donato la propria vita. Mai come oggi sappiamo di essere fortunati a vivere in un Paese che è una Repubblica. E mai come oggi il 2 Giugno è un giorno attuale da celebrare con unità. Perché solo insieme potremo ripartire davvero”.

“Io ci credo perché la nostra Carta costituzione non è solo insieme di regole giuridiche, ma anche l’insieme di regole di vita senza tempo e senza età – dichiara Stefano Allasia, presidente del Consiglio regionale del Piemonte –  Sono trascorsi 74 anni dalla proclamazione della Repubblica, in quel 2 giugno il popolo italiano, in tutte le sue componenti: uomini, donne, benestanti e nullatenenti, furono chiamati ad esprimere la propria scelta, quale segnale di partecipazione civile, di responsabilizzazione e di coinvolgimento per determinare il destino del Paese. Quel giorno per la prima volta i cittadini diventarono protagonisti del loro futuro”.

 

Programma Festa Repubblica




Vino, Confagricoltura chiede decisioni rapide

Confagricoltura, che ha partecipato  alla videoconferenza organizzata dalla Regione Piemonte per discutere sulle misure da adottare per far fronte alle difficoltà che si sono create in seguito alla pandemia che negli ultimi due mesi ha di fatto ha bloccato le esportazioni e le vendite nel canale dei pubblici esercizi e della ristorazione, sottolinea l’importanza di intervenire con un piano di azioni coordinate, dalla distillazione di crisi alla vendemmia verde, fino alla promozione, per salvaguardare le specificità di un territorio che produce oltre il 90% dei vini a denominazione di origine controllata e controllata e garantita.

Nel corso della videoconferenza la Regione ha illustrato le proposte del Ministero delle Politiche agricole, che puntano ad attivare bandi a livello nazionale per la distillazione di crisi, ma soltanto per i vini da tavola, e per la riduzione delle rese di uva in vista della prossima vendemmia, destinando a queste iniziative risorse per 150 milioni di euro.

Si tratta di uno stanziamento insufficiente per la gravità del momento – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – che ben difficilmente riuscirà a tonificare il mercato“.

L’assessore regionale all’agricoltura Marco Protopapa e il vice presidente Fabio Carosso hanno annunciato che la Regione interverrà con un contributo finanziario aggiuntivo di circa 4 milioni di euro, da destinare sia all’incremento del contributo nazionale sulla distillazione, destinato ai vini doc e docg a condizione che l’operazione sia praticabile, sia attivando una misura strutturale per favorire lo stoccaggio dei vini da invecchiamento.

Alla Regione – conclude Allasia – abbiamo ancora ribadito la necessità di intervenire sul Ministero perché si possa arrivare a decisioni rapide, in quanto i viticoltori hanno bisogno di poter programmare l’eventuale vendemmia verde e anche la distillazione di crisi. Ciò che dobbiamo impegnarci, tutti insieme, a far comprendere al Ministero, è che la nostra viticoltura è particolarmente onerosa. Solo per fare un esempio: per coltivare un ettaro (10.000 m²) di vigneto in Piemonte occorrono mediamente 600 ore di lavoro all’anno, mentre in altre realtà di pianura e completamente meccanizzate, le ore di lavoro scendono a 90 e, in alcuni casi, addirittura sotto le 50 per ettaro. È perciò indispensabile tener conto di questa specificità, per evitare che la nostra viticoltura venga penalizzata”.




Indagine di Confindustria Torino sull’impatto del Covid19: ecco i risultati per le aziende torinesi

Ancora forte l’utilizzo dello smart working, molta incertezza sul futuro, una produzione che fa affidamento principalmente sugli ordini stranieri, e mancanza di liquidità. In sintesi questo è lo scenario in cui si trovano a vivere le aziende torinesi, fotografato da una Survey condotta dall’Unione Industriale di Torino.

“L’indagine fotografa un tessuto industriale che s’impegna e che sta cercando di uscire da quest’emergenza, pur utilizzando strumenti che ritiene ancora inadeguati rispetto alla gravità della situazione e dovendo affrontare forti problemi di liquidità.

Le imprese manifatturiere sono quelle che scontano maggiore incertezza sulla quantificazione dell’impatto e sui tempi di uscita dalla crisi. I risultati sono chiari: tra i problemi più avvertiti, al primo posto restano la liquidità, i pagamenti e le difficoltà normative. Tutto ciò è insostenibile.

Tuttavia, questa rilevazione ci regala anche un dato molto importante: le aziende vedono l’innalzamento dei costi per la sicurezza come elevato, ma sostenibile. Una volta di più, le imprese del nostro territorio dimostrano quanto la cultura della salute di tutti sia radicata nel loro modo di essere, e fondamentale premessa per ogni attività produttiva.

E proprio in ragione di questo, i criteri del click day per l’assegnazione dei 50 milioni del bando Impresa Sicura sono stati una grandissima delusione: è inaccettabile umiliare le aziende che hanno investito in progetti per la sicurezza, attraverso una procedura per il click più veloce, durata meno di un secondo.

La responsabilità non è una lotteria. Sarebbe stato più opportuno utilizzare altri strumenti, come ad esempio il credito d’imposta. Abbiamo bisogno di ragionamenti di politica industriale di ampio respiro, per poter accorciare i tempi della ripresa, permettendo alle aziende di ricominciare a crescere”, dichiara Dario Gallina, Presidente dell’Unione Industriale di Torino, commentando i dati della rilevazione sugli effetti della pandemia del Covid-19 sulle imprese torinesi.

Tale indagine, effettuata dall’Unione Industriale nell’ultima decade di maggio, ha visto la partecipazione di 247 aziende torinesi, di cui 157 manifatturiere e 100 appartenenti al settore terziario.

In seguito al termine del lockdown, la ripresa delle attività economiche risulta ancora parziale. Solo il 57% delle aziende di servizi e il 48% di quelle manifatturiere, infatti, è ripartito con oltre il 75% del personale.

Tra i problemi riscontrati dalle imprese in questa fase, il più sentito riguarda la liquidità e i pagamenti, giudicati come significativi dal 72% degli intervistati. La stessa percentuale ha ritenuto altrettanto preoccupanti le problematiche relative agli aspetti normativi, particolarmente intricati e in costante aggiornamento. Sono state, inoltre, avvertite difficoltà derivanti dagli aspetti organizzativi, molto impattanti soprattutto per il settore dei servizi, con il 26%, contro il 10% del manifatturiero. Meno sentite, infine, le problematiche relative alla carenza di forniture (maggiormente avvertite nei servizi, con il 17%), mentre la carenza di personale non è stato ritenuto un problema in nessun settore.

Per quanto riguarda gli ordini, la domanda italiana è crollata in modo grave per il 47% degli intervistati, e in modo abbastanza significativo per un ulteriore 34%. Regge, al contrario, l’export, che ha visto una contrazione impattante per il 37% e meno significativa per il 21% delle aziende.

Un aspetto particolarmente interessante riguarda i costi dell’adeguamento sanitario, che sono considerati elevati, ma sostenibili da oltre il 60% delle imprese. Un dato che riflette profondamente la cultura della sicurezza radicata nelle aziende del nostro territorio.

Alla domanda relativa alla valutazione dell’impatto della crisi, gli imprenditori hanno risposto che gli effetti sono ancora troppo imprevedibili. Solo il 31% si ritiene attrezzato per superarla, mentre un ulteriore 30% non ritiene di poter ancora fare previsioni, e il 26% si dice certo di conseguenze molto serie. Solamente il 10% vede questa situazione come un’opportunità.

Sicuramente la normalità è ancora lontana. Le previsioni sull’uscita dalla crisi, infatti, non vedono risposte certe: se le aziende dei servizi sono lievemente più ottimiste sui tempi di uscita (il 19% prevede entro l’estate e il 27% entro fine anno), nel manifatturiero quasi un terzo delle imprese ritiene impossibile fare previsioni.




Mascherine, CIDOS-CNA: “Forniamo attrezzature alla sanità, ma non possiamo venderle a 50 centesimi”

Un fine settimana con l’obbligo di mascherina anche all’aperto. E ancora una volta per la vendita a prezzo agevolato delle protezioni la rete delle aziende ortopediche e sanitarie è stata tagliata fuori .

 

“Costruiamo protesi ad alta tecnologia e serviamo le Asl con ogni tipo di attrezzatura specialistica, ma ci hanno tagliati fuori dalla distribuzione delle mascherine a prezzo calmierato, concedendole invece ai tabaccai”.

La protesta arriva da Corrado Iozzelli, presidente di CIDOS (Associazione Imprese Ortopediche e Sanitarie del Piemonte e Valle d’Aosta) affiliata a CNA Benessere e Sanità.

 

Sono circa 200 le imprese in Piemonte che si occupano della vendita e distribuzione di presidi di ortopedia tecnica. Occupano complessivamente oltre un migliaio di dipendenti e lavorano in strettissimo collegamento con il sistema sanitario. “In questo periodo di lockdown ci siamo spesso trovati in prima linea nella distribuzione del materiale, quando spesso gli utenti non potevano accedere agli uffici delle Asl chiusi per quarantena. Abbiamo continuato a costruire protesi, plantari, busti e distribuire materiale per degenti post colostomia, nonostante la quarantena, per il bene dei pazienti. Poi, quando è stato il momento di creare una rete di vendita per presidi sanitari, come le mascherine, a prezzi agevolati, si è parlato solo di farmacie, parafarmacie e tabaccherie. E noi veniamo tagliati fuori”.

 

La presa di posizione di CIDOS, per voce del presidente è già stata consegnata attraverso una lettera al presidente della Giunta Regionale Alberto Cirio, al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, all’assessore regionale alla sanità Luigi Icardi, al ministro della Salute Roberto Speranza e al Commissario Straordinario per l’emergenza Coronavirus Domenico Arcuri.

 

“Inoltre, il Governo indicando il prezzo calmierato delle mascherine ha di fatto reso invendibili quelle scorte di materiale che abbiamo in magazzino. In piena crisi, infatti, per approvvigionarci, i fornitori applicavano per ogni mascherina un costo superiore a un euro più IVA. Alla luce di questo, i nostri prezzi al pubblico risulterebbero fuori mercato e quasi provocatori agli occhi dei cittadini-consumatori”, ha concluso Iozzelli.




Cnvv: “Prova delle cessioni intracomunitarie” webinar fiscale

“Prova delle cessioni intracomunitarie: il quadro definitivo delle regole in vigore dal 2020” è il titolo del webinar, a partecipazione gratuita, organizzato da Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) dalle 9,30 alle 11,30 di martedì 9 giugno 2020.

L’evento è finalizzato a illustrare i recenti chiarimenti dell’Agenzia Entrate relativi alla prova dell’avvenuta consegna dei beni in altro Stato membro a seguito di cessione intracomunitaria dal 1° gennaio 2020, distinguendo tra beni spediti dal cedente o da un terzo per suo conto oppure beni spediti dal cessionario o da un terzo per suo conto.

La prima parte dell’evento sarà dedicata agli interventi dei relatori (Fabrizio Manca e Alessandra Zanaria, funzionari fiscali dell’area Politiche economiche di Cnvv), mentre la parte conclusiva sarà riservata ai quesiti dei partecipanti.

«Essendo ancora preclusa, per motivi sanitari, la possibilità di riprendere a organizzare gli incontri informativi nelle sedi Cnvv – spiega il direttore, Aureliano Curini – il seminario si svolgerà da remoto, tramite la piattaforma “Cisco Webex”, che abbiamo utilizzato più volte, durante il lockdown, con riscontri molto positivi dalle aziende associate.

La pandemia ha comportato una ristrutturazione organizzativa anche al nostro interno, con intere settimane durante le quali tutto il nostro personale ha operato in smart working, e i webinar si sono rivelati uno strumento utilissimo per aggiornare gli imprenditori sulla situazione e sulle prospettive, tanto dal punto di vista sanitario quanto sul fronte economico.

Negli ultimi tre mesi la nostra struttura ha lavorato senza interruzioni per sostenere le imprese del territorio, con risultati davvero soddisfacenti: a marzo la nostra attività di consulenza ha registrato un aumento tendenziale del 70%, mentre ad aprile i contatti con le aziende associate sono raddoppiati rispetto all’aprile 2019».




Coronavirus: il bollettino della Regione Piemonte

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte comunica che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 17.072 (+593 rispetto a ieri).

Questa la suddivisione per provincia: 1724 (+71) Alessandria, 815 (+27) Asti, 695 (+17) Biella, 1683 (+45) Cuneo, 1480 (+76) Novara, 8962 (+307) Torino, 740 (+31) Vercelli, 847 (+16) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 126 (+3) provenienti da altre regioni. Altri 3.463 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

Sono 10 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 1 al momento registrato nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 3.838 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 638 Alessandria, 233 Asti, 203 Biella, 367 Cuneo, 332 Novara, 1693 Torino, 209 Vercelli, 125 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 38 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

Sono 30.445 (+58 rispetto a ieri, di cui 19 rilevate nelle Rsa) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivise per provincia: 3.895 Alessandria, 1.806 Asti, 1.032 Biella, 2.759 Cuneo, 2.679 Novara, 15.527 Torino, 1.294 Vercelli, 1.109 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 253 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 91 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale. I ricoverati in terapia intensiva sono 64 (-4 rispetto a ieri). I ricoverati non in terapia intensiva sono 1058 (60 rispetto a ieri). Le persone in isolamento domiciliare sono 4.950. I tamponi diagnostici finora processati sono 304.358, di cui 168.670 risultati negativi.




Confagricoltura Piemonte: “Per il vino giorni decisivi, fare bene e in fretta”

Il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia ha indirizzato una lettera all’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa per chiedere un’attenzione particolare alle problematiche del comparto vitivinicolo, che risulta fra quelli maggiormente colpiti dalle misure restrittive dovute all’emergenza COVID 19.

L’aumento delle giacenze di alcune tipologie di prodotto, dovute alla mancata vendita per la chiusura del canale HORECA e alle difficoltà sui mercati esteri – ricorda Confagricoltura – hanno indotto il Governo nazionale a emanare alcune misure volte a gestire le eccedenze e a contenere la futura produzione: la distillazione di crisi, la riduzione volontaria delle rese per i vini DOP e IGP e la riduzione obbligatoria delle rese per i vini generici.

La riduzione volontaria delle rese per le uve destinate alla produzione di vini doc e docg – scrive Allasia – è di interesse per le nostre imprese, ma molto dipenderà dal valore del contributo che il Ministero deciderà di attribuire per la riduzione della produzione”.

Il Piemonte produce, per oltre il 90% del totale, vini di alta qualità a doc e a docg. “Per questo la nostra organizzazione – spiega il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccarochiede di sostenere in modo diversificato la riduzione parziale delle rese: inoltre è necessario che anche la produzione di vini generici, realizzata in quantità limitata in Piemonte e più diffusamente in altre realtà, venga disincentivata per favorire un riequilibrio delle giacenze”.

Gianluca Demaria, presidente dei produttori di vino di Confagricoltura Piemonte, sottolinea come “sia importante, in questo frangente, agire rapidamente, possibilmente anche con l’impiego di un apposito stanziamento regionale per la distillazione di crisi di alcune tipologie di vini”.

Confagricoltura sottolinea che si tratta di una misura necessaria, “soprattutto per quelle denominazioni che manifestano segnali di eccessiva pesantezza di mercato, per evitare che in vendemmia si possano ingenerare fenomeni speculativi tali da mettere in grave difficoltà sia i viticoltori che vendono le uve, in quanto non vinificatori, sia i vitivinicoltori che, avendo esaurito la loro capacità di stoccaggio, non saprebbero come collocare il nuovo raccolto”.

Infine Confagricoltura chiede alla Regione di sostenere lo stoccaggio privato, con un contributo volto a ridurre il costo dell’intervento, anche in questo caso soltanto per talune denominazioni, da valutare insieme ai consorzi di tutela, alle organizzazioni dei produttori e alle organizzazioni professionali agricole.




Mascherine generiche, in arrivo i riferimenti sulle prestazioni filtranti e i metodi di prova

Nei prossimi mesi milioni di italiani utilizzeranno le mascherine “generiche” di comunità per le quali – sino ad oggi – non esisteva alcun riferimento utile a valutarne le prestazioni filtranti e la respirabilità.

Ecco perché UNI Ente Italiano di Normazione – su richiesta del Politecnico di Torino – ha messo a punto in tempi molto rapidi due nuovi progetti di prassi di riferimento che da oggi e sino all’11 giugno prossimo saranno sottoposti alla consultazione pubblica al fine di raccogliere le osservazioni da parte del mercato prima di procedere alla stesura del testo definitivo.

Eccoli in breve:

  • “Maschere di comunità – Parte 1: Requisiti, classificazione e marcatura”, che fornisce i requisiti prestazionali, inclusi gli elementi utili per una loro classificazione e marcatura e indicazioni relative alla valutazione di conformità
  • “Maschere di comunità – Parte 2: Metodi di prova”, con le indicazioni per lo svolgimento di un metodo di prova innovativo per misurarne le prestazioni filtranti mediante due prove distinte, ovvero l’efficienza di rimozione delle particelle e la resistenza all’attraversamento dell’aria.

Questi due documenti avranno un impatto diretto su tutte le mascherine (monouso o lavabili, anche autoprodotte) che nella cosiddetta “fase due” di convivenza con il Covid-19, saremo tutti obbligati ad indossare.

Ad eccezione delle categorie di lavoratori che hanno bisogno di dispositivi medici o di protezione individuale, i cittadini potranno infatti utilizzare le mascherine di comunità, così come indicato nel DPCM del 26 aprile 2020, considerate una misura indispensabile per contenere la diffusione del virus, pur non avendo le caratteristiche di dispositivo medico UNI EN 14683 “Maschere facciali ad uso medico”, né di dispositivo di protezione individuale UNI EN 149 “Semimaschere filtranti antipolvere”.

Secondo Paolo Tronville, docente di Fisica Tecnica Ambientale presso il Politecnico di Torino e Project leader delle prassi di riferimento, “A seguito della grande richiesta di valutazione delle prestazioni di dispositivi che non si configurano né come dispositivi medici né come DPI, il Politecnico di Torino ha condotto una serie di misure per valutare le prestazioni filtranti delle ‘maschere di comunità’, riscontrando una gamma molto ampia di prestazioni, alcune prossime alle maschere facciali ad uso medico, altre chiaramente inadeguate allo scopo.

Con queste Prassi di Riferimento proponiamo un metodo di prova innovativo per misurare esclusivamente le prestazioni filtranti delle “maschere di comunità”. In tal modo sarà possibile valutare le prestazioni in modo utile e completo, nonché in tempi molto più brevi rispetto a quanto previsto in altri metodi di prova”.

 

Il direttore generale UNI Ruggero Lensi spiega che “il progetto di prassi di riferimento si aggiunge ad una serie di iniziative che ha visto la normazione coinvolta in prima linea per dare il proprio supporto alla gestione dell’emergenza, tra le quali si ricorda l’immediata messa a disposizione con libero scarico delle norme a supporto delle attività di prevenzione da Covid-19, a favore di oltre 20.000 utilizzatori in rappresentanza di imprese, istituzioni e cittadini.”

 

I due progetti di prassi di riferimento in consultazione possono essere liberamente scaricati dal sito UNI al seguente indirizzo

 

Cosa sono le prassi di riferimento

Le prassi di riferimento sono documenti che definiscono prescrizioni tecniche o modelli applicativi di norme tecniche, elaborati con un rapido processo di condivisione ristretta, e costituiscono una tipologia di documento para-normativo nazionale che va nella direzione auspicata di trasferimento dell’innovazione e di preparazione dei contesti di sviluppo per le future attività di normazione, fornendo una risposta tempestiva a una società in cambiamento. Tutte le prassi di riferimento sono gratuitamente scaricabili dal sito accedendo alla sezione “Catalogo”.

 

 

 

 

 




Bonus Piemonte, Comitato unitario Associazioni artigiane: salta il tavolo con la Regione Piemonte

L’incontro che si è svolto oggi, 27 maggio, con l’assessore regionale alle attività produttive Andrea Tronzano era stato richiesto al fine di trovare una soluzione che ristabilisse la concertazione proposta e avviata dalla stessa Giunta regionale e da noi condivisa che aveva portato alla sottoscrizione del Patto della “Ripartenza del commercio e dell’artigianato” del 2 maggio.

Su sollecitazione della stessa Regione, lunedì 25 maggio, era stato fornito un elenco puntuale delle attività artigiane da inserire tra i beneficiari del Bonus: si trattava di attività di produzione e di vendita in sede fissa (botteghe, laboratori, negozi), per una
stima di 8000 imprese con circa 20 mila addetti. Tra queste abbiamo segnalato le attività riconducibili ai seguenti macrosettori: alimentare, abbigliamento e arredo casa, le attività grafiche e fotografiche e affini, il settore orafo e di gioielleria, le lenti e l’occhialeria, gli articoli per matrimonio e cerimonie, gli articoli in pelle e calzature, le tintolavanderie, i centri massaggi e la toelettatura animali.

L’elenco è stato ignorato, anche se, ci risulterebbe che, ieri sera, la maggioranza abbia presentato un emendamento che ricomprendeva i codici di attività da noi proposti, ma questa mattina, sempre a opera della maggioranza, il provvedimento è stato ritirato.

“Rileviamo con profonda delusione e amarezza che il metodo della concertazione che si era avviato con il Tavolo del 2 maggio è stato interrotto e accantonato dalla Regione”, dichiara Fabrizio Actis, presidente di CNA Piemonte.

Prendiamo atto che la Regione Piemonte ha incomprensibilmente fatto la scelta politica di escludere una fetta consistente di attività artigiane che hanno titolo ad essere supportate, privilegiando invece le imprese del commercio che operano con i loro negozi di fianco a queste imprese artigiane.

“E’ incomprensibile e lesivo per il sistema economico piemontese escludere per scelta una componente fondamentale dell’economia regionale, poiché solo una minima parte delle attività artigiane piemontesi è ricompresa nel patto del 2 maggio”, aggiunge Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte.

Nell’incontro odierno non abbiamo potuto trarre alcuna prospettiva concreta di soluzione, nessun rilancio a breve di confronto per cui riteniamo il confronto interrotto o peggio svanito.

“Siamo in attesa di atti concreti che smentiscano questi dati di fatto”, Francesca Coalova, portavoce di Casartigiani Piemonte.




Consiglio regionale : Il Riparti Piemonte è legge

Dopo una tre giorni di Consiglio regionale in videoconferenza, il Riparti Piemonte è legge. Il Ddl 95, infatti, è stato approvato nella serata di mercoledì 27 maggio con i voti di tutta la maggioranza, i voti contrari di Pd, Monviso, Luv, la presenza del M5s e l’astensione dei Moderati. La norma si aggiunge al Bonus Piemonte e la somma degli aiuti raggiunta da entrambi i provvedimenti supera quota 820 milioni di euro.

“Nel Riparti Piemonte – ha detto il presidente del Consiglio Stefano Allasia – sono previste misure che metteranno benzina al motore del Piemonte che ha bisogno di ripartire. Il nostro compito è tenere sotto controllo l’economia e salvaguardare la salute dei cittadini: anche per questo l’odierna approvazione è un fatto molto positivo, per il quale è giusto ringraziare l’intero Consiglio regionale”, ha ricordato Allasia.

Anche il presidente della Giunta Alberto Cirio ha ringraziato chi ha lavorato al provvedimento e tutti i consiglieri “anche quelli che hanno avuto posizioni più critiche. Il Riparti Piemonte ha stanziato oltre 800 milioni di euro, di cui soltanto 18 di provenienza statale: abbiamo lavorato nella quotidianità confrontandoci coi vari ministri, ma alla fine le risorse le abbiamo trovate da soli, pur con un bilancio non facile”.

Diversi gli emendamenti approvati anche nel corso dei lavori odierni. Tra questi:

Il 71 di Paolo Ruzzola (Fi) e Marco Grimaldi (Luv) che porta da 8 a 10 milioni il Fondo a lavoratrici e a lavoratori in disagio economico senza ammortizzatori.

Il 73 di Francesca Frediani (M5s) con il quale si stabilisce che la Regione Piemonte “facilita l’interlocuzione tra i Comuni e i principali provider di servizi Internet al fine di attivare forme di solidarietà digitale finalizzate alla formulazione di proposte di abbonamento a tariffa ridotta o gratuite rivolte agli studenti meno abbienti”.

Il 180 della Giunta (assessore Andrea Tronzano) che stanzia 5 milioni di finanziamento al Fondo regionale di garanzia a sostegno dei lavoratori dipendenti in condizione di disagio economico a seguito dell’emergenza sanitaria e sociale Covid-19

Il 182 di Paolo Bongioanni (Fdi) con il quale si autorizza Finpiemonte a ridurre il proprio capitale sociale, nel limite massimo di 15 milioni di euro, destinando lo stesso importo agli ulteriori settori colpiti dall’attuale crisi economico-finanziaria a ulteriori categorie che vanno ad aggiungersi a quelle del Bonus Piemonte (si veda in nota l’elenco completo).

Il 129 di Raffaele Gallo (Pd) che per i finanziamenti alle società sportive dilettantistiche, federazioni sportive, discipline sportive associate ed enti di promozione sportiva, introduce un coinvolgimento da parte del Consiglio regionale e un maggior coinvolgimento delle rappresentanze del mondo sportivo.

Con emendamenti presentati da Ivano Martinetti (M5s), Marco Grimaldi (Luv) e Paolo Bongioanni (Fdi), è stato poi abrogato a maggioranza (a partire dall’articolo 36 l’opposizione non ha più partecipato al voto) l’articolo 37 “Disposizioni in materia di appalti pubblici di lavori e servizi”. La norma intendeva – nel corso dell’emergenza sanitaria – invitare alle procedure negoziate indette dalle stazioni appaltanti del territorio regionale soltanto gli operatori con sede legale e operativa in Piemonte.

L’emendamento 137 di Claudio Leone (Lega), stanzia poi 500mila euro per il 2020 altrettanto per il 2021 per coordinare la specifica istituzione dei distretti del commercio con le proposte pervenute dalle principali associazioni di categoria.

Nelle dichiarazioni di voto finali, Raffaele Gallo (Pd) ha manifestato la totale contrarietà nei confronti di diverse disposizioni del Ddl 95, “specie per la tutela del suolo, dell’ambiente e del futuro del nostro territorio”. Criticato anche l’uso del patrimonio di Finpiemonte per estendere il Bonus Piemonte. “Non condividiamo nulla di questa seconda parte e poco della prima. Questo è solo un falò e voteremo contro”.

Paolo Ruzzola (Fi) annunciando il voto favorevole si è detto convinto che “da questo presunto falò si svilupperà l’incendio di capacità e di attività che permetterà al Piemonte di risollevarsi. Investire quasi un miliardo di euro è fondamentale. Mettiamo in campo importanti riduzioni fiscali, diamo contribiti a fondo perduto a quasi 70mila partite Iva con oltre 130 milioni di euro, di cui oltre 30 già distribuiti”.

Per Paolo Bongioanni (Fdi) si tratta di un provvedimento “più formidabile nei 50 anni di storia della Regione Piemonte. Abbiamo interpretato l’emergenza in un modo unico tra tutte le Regioni italiane: la forza produttiva del nostro Piemonte continuerà ad essere la nostra forza”.

Il capogruppo della Lega Alberto Preioni ha ricordato i “55 milioni per i nostri medici e infermieri, la sburocratizzazione in un Paese complicato come il nostro: ben vengano nuovi cantieri e maggior semplificazione. Vogliamo dare ulteriore risposta alle tante categorie artigiane”.

 

Nota: le categorie aggiunge dall’emendamento 182 (15 milioni complessivi)

Le imprese le cui attività sono destinatarie del bonus sono esclusivamente quelle incluse nella classificazione delle attività economiche (Ateco 2007) sotto riportata:

47.51 Commercio al dettaglio di prodotti tessili in esercizi specializzati per un importo pari a 1.500 euro; 47.53 Commercio al dettaglio di tappeti, scendiletto e rivestimenti per pavimenti e pareti (moquette, linoleum) in esercizi specializzati per un importo pari a 1.500 euro; 47.53.1 Commercio al dettaglio di tappeti, tende e tendine per un importo pari a 1.500 euro; 47.53.11 Commercio al dettaglio di tende e tendine per un importo pari a 1.500 euro; 47.53.12 Commercio al dettaglio di tappeti per un importo pari a 1.500 euro;  47.53.2 Commercio al dettaglio di carta da parati e rivestimenti per pavimenti (moquette e linoleum) per un importo pari a 1.500 euro; 47.53.20 Commercio al dettaglio di carta da parati e rivestimenti per pavimenti (moquette e linoleum) per un importo pari a 1.500 euro; 47.54 Commercio al dettaglio di elettrodomestici in esercizi specializzati per un importo pari a 1.500 euro; 47.54.0 Commercio al dettaglio di elettrodomestici in esercizi specializzati per un importo pari a 1.500 euro; 47.54.00 Commercio al dettaglio di elettrodomestici in esercizi specializzati per un importo pari a 1.500 euro; 47.59 Commercio al dettaglio di mobili, di articoli per l’illuminazione e altri articoli per la casa in esercizi specializzati per un importo pari a 1.500 euro; 47.59.1 Commercio al dettaglio di mobili per la casa per un importo pari a 1.500 euro; 47.59.10 Commercio al dettaglio di mobili per la casa per un importo pari a 1.500 euro; 47.59.2 Commercio al dettaglio di utensili per la casa, di cristallerie e vasellame per un importo pari a 1.500 euro; 47.59.20 Commercio al dettaglio di utensili per la casa, di cristallerie e vasellame per un importo pari a 1.500 euro; 47.59.3 Commercio al dettaglio di articoli per l’illuminazione per un importo pari a 1.500 euro; 47.59.30 Commercio al dettaglio di articoli per l’illuminazione per un importo pari a 1.500 euro; 47.59.4 Commercio al dettaglio di macchine per cucire e per maglieria per uso domestico per un importo pari a 1.500 euro;  47.59.40 Commercio al dettaglio di macchine per cucire e per maglieria per uso domestico per un importo pari a 1.500 euro; 47.59.5 Commercio al dettaglio di sistemi di sicurezza per un importo pari a 1.500 euro; 47.59.50 Commercio al dettaglio di sistemi di sicurezza per un importo pari a 1.500 euro; 47.59.6 Commercio al dettaglio di strumenti musicali e spartiti per un importo pari a 1.500 euro; 47.59.60 Commercio al dettaglio di strumenti musicali e spartiti per un importo pari a 1.500 euro; 47.59.9 Commercio al dettaglio di altri articoli diversi per uso domestico n.c.a. per un importo pari a 1.500 euro;  47.59.91 Commercio al dettaglio di articoli in legno, sughero, vimini e articoli in plastica per uso domestico per un importo pari a 1.500 euro; 47.59.99 Commercio al dettaglio di altri articoli per uso domestico n.c.a. per un importo pari a 1.500 euro; 47.63 Commercio al dettaglio di registrazioni musicali e video in esercizi specializzati per un importo pari a 1.500 euro; 47.63.0 Commercio al dettaglio di registrazioni musicali e video in esercizi specializzati per un importo pari a 1.500 euro; 47.63.00 Commercio al dettaglio di registrazioni musicali e video in esercizi specializzati per un importo pari a 1.500 euro; 47.64 Commercio al dettaglio di articoli sportivi in esercizi specializzati per un importo pari a 1.500 euro; 47.64.1 Commercio al dettaglio di articoli sportivi, biciclette e articoli per il tempo libero per un importo pari a 1.500 euro; 47.64.10 Commercio al dettaglio di articoli sportivi, biciclette e articoli per il tempo libero per un importo pari a 1.500 euro; 47.64.2 Commercio al dettaglio di natanti e accessori per un importo pari a 1.500 euro; 47.64.20 Commercio al dettaglio di natanti e accessori per un importo pari a 1.500 euro;  47.65 Commercio al dettaglio di giochi e giocattoli in esercizi specializzati per un importo pari a 1.500 euro; 47.65.0 Commercio al dettaglio di giochi e giocattoli (inclusi quelli elettronici) per un importo pari a 1.500 euro; 47.65.00 Commercio al dettaglio di giochi e giocattoli (inclusi quelli elettronici) per un importo pari a 1.500 euro; 47.76 Commercio al dettaglio di fiori, piante, semi, fertilizzanti, animali domestici e alimenti per animali domestici in esercizi specializzati per un importo pari a 1.500 euro; 47.76.1 Commercio al dettaglio di fiori e piante per un importo pari a 1.500 euro; 47.76.10 Commercio al dettaglio di fiori e piante per un importo pari a 1.500 euro; 47.76.2 Commercio al dettaglio di piccoli animali domestici per un importo pari a 1.500 euro; 47.76.20 Commercio al dettaglio di piccoli animali domestici per un importo pari a 1.500 euro;  47.77 Commercio al dettaglio di orologi e articoli di gioielleria in esercizi specializzati per un importo pari a 1.500 euro; 47.77.0 Commercio al dettaglio di orologi, articoli di gioielleria e argenteria per un importo pari a 1.500 euro; 47.77.00 Commercio al dettaglio di orologi, articoli di gioielleria e argenteria per un importo pari a 1.500 euro;  47.78 Commercio al dettaglio di altri prodotti (esclusi quelli di seconda mano) in esercizi specializzati per un importo pari a 1.500 euro; 47.78.1 Commercio al dettaglio di mobili per ufficio per un importo pari a 1.500 euro; 47.78.10 Commercio al dettaglio di mobili per ufficio per un importo pari a 1.500 euro; 47.78.3 Commercio al dettaglio di oggetti d’arte di culto e di decorazione, chincaglieria e bigiotteria per un importo pari a 1.500 euro; 47.78.31 Commercio al dettaglio di oggetti d’arte (incluse le gallerie d’arte) per un importo pari a 1.500 euro;  47.78.32 Commercio al dettaglio di oggetti d’artigianato per un importo pari a 1.500 euro; 47.78.33 Commercio al dettaglio di arredi sacri ed articoli religiosi per un importo pari a 1.500 euro;  47.78.34 Commercio al dettaglio di articoli da regalo e per fumatori per un importo pari a 1.500 euro;  47.78.35 Commercio al dettaglio di bomboniere per un importo pari a 1.500 euro; 47.78.36 Commercio al dettaglio di chincaglieria e bigiotteria (inclusi gli oggetti ricordo e gli articoli di promozione pubblicitaria) per un importo pari a 1.500 euro;  47.78.37 Commercio al dettaglio di articoli per le belle arti per un importo pari a 1.500 euro; 47.78.5 Commercio al dettaglio di armi e munizioni, articoli militari per un importo pari a 1.500 euro; 47.78.50 Commercio al dettaglio di armi e munizioni, articoli militari per un importo pari a 1.500 euro;  47.78.9 Commercio al dettaglio di altri prodotti non alimentari per un importo pari a 1.500 euro; 47.78.91 Commercio al dettaglio di filatelia, numismatica e articoli da collezionismo per un importo pari a 1.500 euro;  47.78.92 Commercio al dettaglio di spaghi, cordami, tele e sacchi di juta e prodotti per l’imballaggio (esclusi quelli in carta e cartone) per un importo pari a 1.500 euro; 47.78.99 Commercio al dettaglio di altri prodotti non alimentari n.c.a. per un importo pari a 1.500 euro; 47.79 Commercio al dettaglio di articoli di seconda mano in negozi per un importo pari a 1.500 euro;  79.90 Altri servizi di prenotazione e altre attività di assistenza turistica non svolte dalle agenzie di viaggio per un importo pari a 1.500 euro; 79.90.1 Altri servizi di prenotazione e altre attività di assistenza turistica non svolte dalle agenzie di viaggio per un importo pari a 1.500 euro; 79.90.11 Servizi di biglietteria per eventi teatrali, sportivi ed altri eventi ricreativi e d’intrattenimento per un importo pari a 1.500 euro;  79.90.19 Altri servizi di prenotazione e altre attività di assistenza turistica non svolte dalle agenzie di viaggio n.c.a. per un importo pari a 1.500 euro; 95.2 Riparazione di beni per uso personale e per la casa per un importo pari a 1.500 euro; 95.21 Riparazione di prodotti elettronici di consumo audio e video per un importo pari a 1.500 euro; 95.21.0 Riparazione di prodotti elettronici di consumo audio e video per un importo pari a 1.500 euro;  95.21.00 Riparazione di prodotti elettronici di consumo audio e video per un importo pari a 1.500 euro; 95.22 Riparazione di elettrodomestici e di articoli per la casa e il giardinaggio per un importo pari a 1.500 euro;  95.22.0 Riparazione di elettrodomestici e di articoli per la casa e il giardinaggio per un importo pari a 1.500 euro; 95.22.01 Riparazione di elettrodomestici e di articoli per la casa per un importo pari a 1.500 euro;  95.22.02 Riparazione di articoli per il giardinaggio per un importo pari a 1.500 euro;  95.23 Riparazione di calzature e articoli da viaggio per un importo pari a 1.500 euro;  95.23.0 Riparazione di calzature e articoli da viaggio in pelle, cuoio o in altri materiali simili per un importo pari a 1.500 euro;  95.23.00 Riparazione di calzature e articoli da viaggio in pelle, cuoio o in altri materiali simili per un importo pari a 1.500 euro;  95.24 Riparazione di mobili e di oggetti di arredamento; laboratori di tappezzeria per un importo pari a 1.500 euro;  95.24.0 Riparazione di mobili e di oggetti di arredamento; laboratori di tappezzeria per un importo pari a 1.500 euro;  95.24.01 Riparazione di mobili e di oggetti di arredamento per un importo pari a 1.500 euro;  95.24.02 Laboratori di tappezzeria per un importo pari a 1.500 euro;  95.25 Riparazione di orologi e di gioielli per un importo pari a 1.500 euro; 95.25.0 Riparazione di orologi e di gioielli per un importo pari a 1.500 euro;  95.25.00 Riparazione di orologi e di gioielli per un importo pari a 1.500 euro;  95.29 Riparazione di altri beni per uso personale e per la casa per un importo pari a 1.500 euro; 95.29.0 Riparazione di altri beni per uso personale e per la casa per un importo pari a 1.500 euro; 95.29.01 Riparazione di strumenti musicali per un importo pari a 1.500 euro; 95.29.02 Riparazione di articoli sportivi (escluse le armi sportive) e attrezzature da campeggio (incluse le biciclette) per un importo pari a 1.500 euro; 95.29.03 Modifica e riparazione di articoli di vestiario non effettuate dalle sartorie per un importo pari a 1.500 euro; 95.29.04 Servizi di riparazioni rapide, duplicazione chiavi, affilatura coltelli, stampa immediata su articoli tessili, incisioni rapide su metallo non prezioso per un importo pari a 1.500 euro; 95.29.09 Riparazione di altri beni di consumo per uso personale e per la casa n.c.a. per un importo pari a 1.500 euro.

Le singole imprese devono risultare attive, aver la sede legale nella Regione Piemonte e risultare iscritte nelle pertinenti sezioni del Registro delle Imprese istituito presso la CCIAA territorialmente competente.