Il Consiglio regionale ricorda Cerchio e Santelli

Giuseppe Cerchio

“Di lui vogliamo ricordare le qualità umane e politiche, che hanno caratterizzato la dedizione e l’impegno con cui ha ricoperto anche i suoi incarichi istituzionali nei momenti più rilevanti dell’attività in Regione”.

Il presidente del Consiglio regionale del Piemonte Stefano Allasia, ha usato queste parole per commemorare martedì 20 ottobre Giuseppe Cerchio, per tutti semplicemente Beppe, ex consigliere regionale, scomparso lo scorso mese di febbraio a 77 anni.

Nel suo intervento, Allasia ha ripercorso le tappe professionali e politiche di Cerchio.

Esponente della Democrazia Cristiana, fu consigliere regionale nella seconda, terza, quarta e quinta legislatura. Nel 1987 divenne assessore all’Industria, nella quinta legislatura, ancora una volta eletto nella circoscrizione di Torino, fu assessore al lavoro sino al 1994

È stato anche consigliere della Provincia di Torino e ha ricoperto altri importanti incarichi, fra i quali la presidenza della Commissione regionale per l’Impiego e membro del Consiglio generale degli italiani all’estero.

 

Jole Santelli

“Politico di lungo corso, appassionata e competente, era stata parlamentare per quasi vent’anni, lavorando sempre con  grande passione e lottando per ciò in cui credeva. Amava profondamente la sua terra, al servizio della quale ha rivolto buona parte della sua vita, dedicandosi sempre con generosità, attenzione e impegno”: è quanto ha voluto sottolineare il presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Stefano Allasia, nel commemorare in Aula Jole Santelli, presidente della Regione Calabria scomparsa prematuramente il 15 ottobre a 51 anni.

“Era una donna forte e tenace, determinata nella sua lotta contro un brutto male che l’aveva colpita da tempo, come nella passione che ha sempre contraddistinto il suo impegno politico: caratteristiche che tutti, indipendentemente dallo schieramento e dai partiti di appartenenza, le riconoscevano” ha aggiunto Allasia.

Al termine del ricordo, l’Aula ha osservato un minuto di silenzio.




CNA Piemonte: Per ristoranti perdite stimate al 60 per cento, eventi e catering hanno azzerato i ricavi

Servono misure di ristoro reali e immediate. Così CNA a livello nazionale e a livello piemontese ha sintetizzato la rotta da seguire dopo quello che è stato definito un “coprifuoco diurno”.

La chiusura anticipata nel settore della ristorazione e il blocco dello spettacolo e degli eventi sono i primi due focus che CNA Piemonte dedica alle ripercussioni sulle micro imprese artigiani degli ultimi provvedimenti di limitazione imposti dal Governo per cercare di fermare la pandemia da Covid 19.

 

RISTORAZIONE E AGROALIMENTARE

A livello regionale tutto il settore conta circa 23 mila imprese e 80 mila addetti: poco sotto il 10% del volume del comparto a livello nazionale.

Durante il primo lockdown la perdita stimata di fatturato oscillava oltre il 40% e si può immaginare che a fine estate la perdita del fatturato su base annua si sia attestato intorno al 30%. Ma con questo nuovo provvedimento la situazione si aggrava ulteriormente e l’impatto porterà quasi certamente a raggiungere e superare il 60% di ricavi in meno rispetto al 2019.

 

Se la situazione di dovesse protrarre anche sul mese di dicembre con il Natale si può solo parlare di tracollo certo.

Sul fronte delle proposte che avanza CNA a livello nazionale ci sono: l’apertura di un tavolo permanente con il governo, l’avvio di finanziamenti all’intera filiera e poi linee di credito sostanziose e realmente restituibili. Per questo occorre che i finanziamenti per importi superiori a 30mila euro passino da una restituzione in 72 mesi a 180 mesi.

Infine, chiediamo un concordato per le tasse che non potranno oggettivamente essere pagate.

 

“Per la ristorazione l’ultimo DPCM rappresenta di fatto un lockdown mascherato: la chiusura alle 18 azzera i ricavi di operatori che già avevano lamentato la fortissima riduzione del fatturato a pranzo e puntavano sulla cena per rientrare delle spese. Peraltro è una decisione che pone il mondo della ristorazione nel ruolo di untore, quando i numeri dimostrano che non si tratta della fonte di aumento dei contagi che si sta verificando nelle ultime settimane. Ma noi paghiamo il conto. I pasticceri e i cioccolatai sono gli unici a chiudere quando invece gli altri venditori di generi alimentari sono aperti. Non ci sono spiegazioni razionali”, dichiara Giovanni Genovesio, presidente regionale di CNA Agroalimentare.

I prodotti da ricorrenza: panettoni e pandori renderanno circa il 30% dell’anno scorso. “Pensare che il Natale possa salvarci è una vera illusione. Le aziende programmano la produzione e la distribuzione dei prodotti in questo periodo e credo che con questo stop, anche i giochi per dicembre siano fatti. Ecco perché ci serve il tavolo permanente, per non cadere in una gestione emotiva e schizofrenica”.

 

EVENTI

La filiera del settore degli eventi coinvolge numerose micro imprese artigiane. Sul fronte della somministrazione del cibo, quindi il catering, tutto il comparto è fermo per gli eventi aziendali, mentre tra i privati si è registrata una minima attività solo nel mese di settembre. A fine anno si parla di un calo di fatturato di circa il 90%.

Ma quando si parla di eventi, le realtà coinvolte sono davvero numerose e diversificate.

 

“Il nostro settore è praticamente fermo da inizio anno – spiega Stefania Battezzati di AMAT, produttore di strumenti musicali – perché il primo lockdown ci ha consentito di smaltire qualche ordine del 2019, ma il 2020 ha completamente fermato ogni attività. Senza feste, concerti e coi teatri chiusi, tra cultura e spettacoli, il nostro fatturato sarà inferiore del 90% rispetto a quello dell’anno scorso. Nel settore non solo non si comprano nuovi strumenti musicali, ma molti musicisti senza contratti fissi stanno vendendo i propri con la consapevolezza che non li useranno nel breve periodo. È una tragedia. Ci aspettiamo degli indennizzi visto che il settore della cultura e dello spettacolo è sempre stato escluso dai principali interventi nazionali e regionali. E ci saremmo aspettati delle sospensioni per tasse e spese di utenza, perché quei costi, come gli affitti, continuano a pesare sulle nostre spalle”.




Piemonte zona rossa: ecco le restrizioni

Un’ordinanza emanata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, classifica il Piemonte come “zona rossa”.

L’intero territorio è fatto rientrare nello “scenario di tipo 4” e con un livello di rischio “alto” previsto dall’art.3 del Dpcm del presidente del Consiglio dei ministri del 3 novembre.

Le disposizioni per il Piemonte

In tutto il Piemonte, dal 6 novembre e per un periodo di 15 giorni, si deovranno quindi osservare le seguenti disposizioni particolari:

Spostamenti. E’ vietato ogni spostamento in entrata e in uscita dai territorio regionale e all’interno di esso, salvo se motivato da comprovate esigenze di lavoro, salute e urgenza, da giustificare con autocertificazione.

Sono comunque permessi gli spostamenti strettamente necessari ad assicurare lo svolgimento della didattica in presenza dove è consentita. E’ sempre ammesso il rientro al proprio domicilio, abitazione o residenza.

Negozi chiusi. Sono chiusi i negozi di commercio al dettaglio ed i servizi alla persona, ad eccezione di alcune categorie: tra le altre, alimentari, edicole, tabaccai, farmacie, parafarmacie, fiorai, librerie, cartolerie, lavanderie, profumerie, parrucchieri e barbieri, negozi per bambini e neonati, di biancheria, di giocattoli, di prodotti informatici, articoli sportivi, calzature, ottica, ferramenta. Chiusi i mercati non alimentari.

Ristorazione. Chiusura per bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, ad esclusione di mense e catering. Consentita la ristorazione con consegna a domicilio e, fino alle 22, con asporto e divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze.

Scuola e Università. Le attività scolastiche e didattiche si svolgono esclusivamente a distanza, ad eccezione delle scuole materne, elementari e del primo anno della media. Consentite le attività di laboratorio e quelle per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali.

E’ sospesa l’attività in presenza in Università e istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica.

Sport e attività motoria. Sono sospese le attività sportive anche nei centri all’aperto e tutti gli eventi e le competizioni organizzati dagli enti di promozione sportiva. E’ consentito svolgere attività motoria individuale in prossimità della propria abitazione e nel rispetto della distanza di almeno un metro, con obbligo di indossare la mascherina.

Smart working. I datori di lavoro pubblici limitano la presenza del personale nei luoghi di lavoro per assicurare esclusivamente le attività che ritengono indifferibili, anche in ragione della gestione dell’emergenza.

Disposizioni per tutta l’Italia

In Piemonte sono anche in vigore dal 6 novembre al 3 dicembre le misure previste dallo stesso Dpcm a livello nazionale:

Spostamenti serali. Bloccati dalle ore 22 alle ore 5 ,tranne quelli per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità e motivi di salute.

Scuole. Nelle scuole aperte è obbligatoria la mascherina per gli alunni, tranne che per chi ha meno di 6 anni e per chi ha patologie o disabilità incompatibili con il suo utilizzo.

Trasporti pubblici. A bordo dei mezzi del trasporto locale e ferroviario regionale è consentito un coefficiente di riempimento non superiore al 50%.

Mostre e musei. Sono sospese le mostre e i servizi di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura

Centri commerciali. Nelle giornate festive e prefestive sono chiuse le medie e grandi strutture di vendita, nonché gli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati, ad eccezione di farmacie, parafarmacie presidi sanitari, generi alimentari, tabaccai, edicole.

Sport. Continuano ad essere sospesi gli sport di contatto e l’attività di piscine e palestre.

Il commento del presidente Cirio

Mancano una visione complessiva e un metodo di valutazione oggettiva per tutti – afferma Cirio – Che fosse necessario irrobustire anche duramente le misure di contenimento al virus era evidente, tant’è che io lo avevo già anticipato con le ordinanze che avevano riguardato la scuola, la capienza del trasporto pubblico e i centri commerciali. E mancano anche le risorse: ristori immediati e esenzione delle tasse per le attività chiuse sono indispensabili”.

“Il fatto che il Governo abbia scelto sulla base di dati vecchi di dieci giorni – prosegue il presidente – rischia però di non tenere in considerazione tutti questi elementi, pone in una situazione più critica Regioni che sono in fase di miglioramento e non tiene invece conto del peggioramento di altre realtà del nostro Paese. In Piemonte l’Rt è passato da 2,16 a 1,91 grazie alle misure di contenimento adottate. Si riscontra una fragilità dell’impianto scientifico della classificazione: almeno 4 o 5 Regioni non erano valutabili, perché non hanno trasmesso tutti i dati. Chiedo che il Piemonte venga classificato per i dati reali, come le altre Regioni. Per questo ho chiesto una verifica“.




Confagricoltura: consentiti gli spostamenti degli imprenditori agricoli per interventi selvicolturali

Sono numerosi gli imprenditori che si sono rivolti a Confagricoltura Piemonte per chiedere chiarimenti riguardo a una recente circolare del Comando Carabinieri Forestali del Piemonte che riguarda gli “spostamenti sul territorio da parte di privati cittadini finalizzati ad eseguire interventi selvicolturali per l’approvvigionamento di legna per autoconsumo”.

Confagricoltura segnala che anche la Regione Piemonte è intervenuta sull’argomento, sempre per quanto riguarda i privati cittadini.

Entrambi gli interventi escludono che questo motivo di spostamento rientri tra quelli consentiti dal DPCM 3 novembre 2020 (art. 3).

Confagricoltura Piemonte precisa che tale esclusione riguarda unicamente i privati cittadini e non le imprese agricole. L’articolo 2135 del Codice Civile chiarisce che “È imprenditore agricolo chi esercita una delle seguenti attività: coltivazione del fondo, selvicoltura, allevamento di animali e attività connesse”. L’attività di selvicoltura è dunque è propria dell’imprenditore agricolo.

Il DPCM 3 novembre 2020, all’art. 1, punto 9 – lettera  ll) prevede:

restano garantiti, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie, i servizi  bancari, finanziari, assicurativi nonché l’attività del settore agricolo, zootecnico di trasformazione agro-alimentare comprese le filiere che ne  forniscono beni e servizi”.

Quindi – sottolinea in una nota Confagricoltura Piemonte – qualsiasi spostamento finalizzato ad attività agricole, tra le quali rientra la selvicoltura, è sempre consentito.

Anche qualora si trattasse di coltivazione o raccolta per autoconsumo da parte di imprenditore agricolo – aggiunge Confagricoltura – il caso è chiarito nella FAQ del Governo che riportiamo di seguito:

FAQ:

È consentito, anche al di fuori del Comune ovvero della Regione di residenza, lo svolgimento di attività lavorativa su superfici agricole, anche di limitate dimensioni, adibite alle produzioni per autoconsumo, non adiacenti a prima od altra abitazione?

Sì, la cura dei terreni ai fini di autoproduzione, anche personale e non commerciale, integra il presupposto delle esigenze lavorative, contemplato per le zone “arancioni” e “rosse” dagli artt. 2 comma 4 lett. a), e 3, comma 4, lett. a), del DPCM 3 novembre 2020. Quindi la coltivazione del terreno per uso agricolo e l’attività diretta alla produzione per autoconsumo (quale ad. esempio quella di raccolta delle olive, conferimento al frantoio e successiva spremitura) sono consentite, a condizione che il soggetto interessato attesti, con autodichiarazione completa di tutte le necessarie indicazioni per la relativa verifica, il possesso di tale superficie agricola produttiva e che essa sia effettivamente adibita ai predetti fini, con indicazione del percorso più breve per il raggiungimento del sito”.

Rimane ferma la necessità di produrre un’autodichiarazione che consenta la verifica della legittimità dello spostamento.

 

 




CCIAA Torino: tre strumenti contro la violenza sulle donne e la loro discriminazione sul lavoro

La Camera di commercio celebrerà il 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne, con il webinar gratuito on line (su Webex) dalle 16 alle 17.30, il cui titolo sarà “L’occupazione e l’imprenditoria femminile: strumenti contro la violenza e la discriminazione sul lavoro”, e dove si parlerà di tre importanti iniziative camerali.

 

“Giro d’Italia in rosa 2020

Durante il webinar è prevista l’inaugurazione del roadshow “Giro d’Italia in rosa. L’Italia che riparte è più donna”, promosso da Unioncamere italiana in collaborazione con i CIF – Comitati per l’Imprenditoria Femminile presso le Camere di commercio. Se ne parlerà con Tiziana Pompei, vice Segretario Generale di Unioncamere Italiana, mentre con le Presidenti del CIF di Torino Cristina Tumiatti e del CIF di Milano Marzia Maiorano si parlerà del manifesto “L’Italia che riparte è più donna”, redatto dai loro Comitati. Il manifesto vuole dare ampio risalto al ruolo, alle capacità, alle competenze ed ambizioni che le donne possono avere nel promuovere la rinascita e lo sviluppo dell’economia nazionale, in una situazione di crisi provocata dalla pandemia.

 

Il Protocollo d’intesa

Sempre durante il webinar, il Presidente della Camera di commercio Dario Gallina presenterà il Protocollo d’intesa sul rilancio dell’occupazione femminile concordato con la Consigliera di Parità della Città Metropolitana di Torino Gabriella Boeri.

Il Protocollo è aperto a tutti gli enti e associazioni che operano nel settore – commenta Dario GallinaI dati afine 2019 davano già un calo del 1,2% delle posizioni imprenditoriali riconducibili alle donne e ora, nel pieno della pandemia, saranno peggiori. Dobbiamo quindi pensare subito a concretizzare un rilancio dell’occupazione e dell’imprenditoria femminile, anche attraverso la formazione digitale che può dare maggiori sicurezze alle donne, anche nella lotta contro le discriminazioni sul lavoro”.

 

La sottoscrizione del Protocollo è un chiaro impegno a realizzare iniziative congiunte allo scopo di tutelare e sostenere le donne occupate, a promuovere le loro imprese, ad incentivare le giovani imprenditrici, in una prospettiva di crescita inclusiva e di cambiamento di paradigma culturale – afferma Gabriella Boeri – Il risultato atteso è quello di un evidente incremento del numero delle donne lavoratrici, favorendo il loro inserimento e/o reinserimento nel mondo del lavoro anche attraverso “azioni positive” che mettano in valore tutte le risorse disponibili sui nostri territori”.

  

Con il Protocollo triennale verranno formate le ragazze delle scuole in modo da stimolare l’interesse per il digitale e fornire loro uno strumento competitivo per l’entrata nel mondo di lavoro; saranno favorite le misure per strutturare lo smart working; verranno realizzate campagne di formazione culturale per l’emancipazione lavorativa delle donne, azioni di formazione e sensibilizzazione sulla violenza domestica e le molestie e discriminazioni di genere sul lavoro; verrà incentivata, tra le imprese femminili, la condivisione di strumenti di welfare e di conciliazione tra la vita familiare e quella lavorativa; infine verranno promosse misure di accesso al credito facilitate.

  

Inaugurazione di 2 Panchine rosse a Palazzo Affari e Palazzo Birago (foto in allegato)

CONTRO LA VIOLENZA SEMPRE

“Non chiedo favori per il mio sesso, chiedo solo che smettano di calpestarci” Ruth Baden Ginsburg

Il progetto nasce dall’adesione della Camera di commercio di Torino all’iniziativa “Panchine rosse”, promossa dal movimento “Stati generali delle donne” che struttura in maniera permanente iniziative e progetti sulla violenza contro le donne, le molestie e le discriminazioni sul lavoro, in collaborazione con tutte le associazioni rappresentante nel Comitato imprenditoriale femminile e con altri enti, istituzioni e associazioni, tra cui il CUG Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni, dell’ente camerale.

La panchina rossa è il simbolo della lotta contro il femminicidio. Trae origine da “posto occupato”, una campagna di sensibilizzazione sociale, virale e gratuita contro la violenza sulle donne destinata a ricordare che quel posto – al cinema, a teatro, a scuola – sarebbe stato occupato da una donna che, a causa di un tragico attacco di violenza ora non c’è più.

Le due panchine, saranno visibili nella sala d’attesa di Palazzo Affari e nel cortile di Palazzo Birago: vogliono ricordare tutte queste vittime per combattere la violenza di ogni grado e ad ogni livello, e rendere nota l’importanza del numero verde 1522.

     

 

 




Ecco cosa prevede il nuovo Dpcm

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro della salute Roberto Speranza, ha approvato un decreto-legge che introduce modificazioni urgenti della legislazione emergenziale per fronteggiare i rischi sanitari connessi alla diffusione del virus COVID-19.

Il testo estende il limite massimo di vigenza dei decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) attuativi delle norme emergenziali, portandolo dagli attuali trenta a cinquanta giorni.

Inoltre, si stabilisce che:

  • dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021 saranno vietati gli spostamenti tra Regioni diverse (compresi quelli da o verso le province autonome di Trento e Bolzano), ad eccezione degli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute;
  • il 25 e il 26 dicembre 2020 e il 1° gennaio 2021 saranno vietati anche gli spostamenti tra Comuni diversi, con le stesse eccezioni (comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute);
  • sarà sempre possibile, anche dal 21 dicembre al 6 gennaio, rientrare alla propria residenza, domicilio o abitazione;
  • dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021 sarà vietato spostarsi nelle seconde case che si trovino in una Regione o Provincia autonoma diversa dalla propria. Il 25 e 26 dicembre 2020 e il 1° gennaio 2021 il divieto varrà anche per le seconde case situate in un Comune diverso dal proprio.

Infine, le nuove norme stabiliscono che i DPCM emergenziali, indipendentemente dalla classificazione in livelli di rischio e di scenario delle diverse Regioni e Province autonome, possano disporre, nel periodo dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021, su tutto il territorio nazionale, specifiche misure tra quelle già previste elencate dalle norme primarie.




Decreto Natale, ecco le regole del nuovo DPCM

Le nuove misure sono contenute in un decreto legge di soli tre articoli che il Consiglio dei Ministri ha approvato dopo una lungo confronto all’interno del governo e con le Regioni.

Vietato ogni spostamento tra regioni e da/per le province autonome di Bolzano e Trento compresi quelli per raggiungerele seconde case fuori regione




Sono 28 i progetti di viabilità dei Comuni che riceveranno i 5 milioni di contributi da Città metropolitana

Sono 28 i progetti di viabilità che riceveranno il finanziamento stanziato da Città metropolitana per un totale di 5 milioni di euro.

I Comuni che sono risultati aggiudicatari – dopo il click day del 21 e 22 dicembre e l’esame complessivo delle 169 candidature avanzate – hanno presentato progetti per un ammontare di 7 milioni 653mila 883 euro e sono

San Gillioper la zona omogenea 2;

Volvera per la  zona omogenea 3;

Mappano per la zona omogena 4;

Fenestrelle, Pomaretto, Cavour, Villafranca Piemonte e Pinasca per la zona omogenea 5;

Villarfocchiardo, Mattie, Giaveno e Avigliana per la zona omogenea 6;

Lemie, Varisella, Mathi e Germagnano per la zona omogenea 7;

Cintano, Forno Canavese, Ozegna e Sparone per la zona omogenea 8;

Vische, Colleretto Giacosa, Pavone canavese e Quagliuzzo per la zona omogenea 9;

Foglizzo e Mazzè per la zona omogenea 10;

Pavarolo e Isolabella per la zona omogenea 11;

In graduatoria restano altri 81 Comuni con progetti ritenuti ammissibili




Previsti 30 milioni per i ristori alle Rsa

Per aiutare le Rsa in difficoltà la Regione ha “previsto una cifra di 30 milioni di ristoro per i maggiori costi per il Covid, che otteniamo dal risparmio (involontario) di fondi non erogati alle strutture per l’integrazione delle rette, a causa della diminuzione del numero di ospiti. Sono cifre già a bilancio: 19,5 milioni per il 2020 e 10,5 milioni per l’anno 2021, quindi non andremo a gravare sul bilancio regionale”. Lo ha affermato l’assessore alla Sanità Luigi Icardi in quarta Commissione, presieduta da Alessandro Stecco.

Durante la seduta ordinaria l’assessore ha illustrato la situazione economica e finanziaria in relazione ai due disegni di legge di sostegno alle strutture residenziali e di sviluppo delle forme associative di medicina generale.

“Nel 2020 – ha proseguito – a causa dell’emergenza Covid abbiamo visto un’importante riduzione degli accessi alle strutture, in alcuni casi il 35-40% di letti vuoti. Abbiamo raccolto l’appello di un settore in crisi anche per l’aggravio di costi, con il rischio fallimento per molte residenze”.

Il gruppo Pd, per voce dei consiglieri Raffaele Gallo, Monica Canalis, Daniele Valle e Domenico Rossi ha chiesto chiarimenti sulla modalità di erogazione dei fondi “visto che stiamo attingendo a dei Lea, quindi somme previste per le famiglie, che invece giriamo alle strutture. Rischiamo dei rilievi da parte della Corte dei Conti”.

In particolare Canalis ha richiesto dati certi sugli effettivi risparmi dai convenzionamenti, “una cifra che sarà definita a fine gennaio alla chiusura dell’ultimo trimestre 2020”, ha spiegato Icardi.

Per il capogruppo Luv, Marco Grimaldi, “andrebbe fatta un’analisi sui bilanci delle grandi multinazionali che non hanno certo bisogno dei nostri ristori. Dovremmo inserire nella legge dei criteri di equità”.

Nella seconda parte della seduta, con l’assessore al Bilancio Andrea Tronzano è stato fatto un approfondimento sui capitoli di bilancio coinvolti dai due disegni di legge. Critiche le opposizioni sullo spostamento di 10 milioni di euro dal trasporto pubblico locale. Fondi che si conta di reintrodurre entro l’anno grazie a rinegoziazione dei mutui e possibili nuovi fondi statali, senza depotenziare il servizio, né soprattutto impattare sul rientro a scuola perché è stato finanziato dai prefetti, secondo l’assessore.

Ad inizio mattinata si è svolta l’audizione delle organizzazioni sindacali, che hanno chiesto di sospendere il percorso di approvazione del disegno di legge sullo sviluppo delle forme associative di medicina generale (Ddl 127).

I sindacati, intervenuti con i rappresentanti territoriali di welfare e sanità (Danila Botta Cgil, Luca Caretti Cisl e Francesco Lo Grasso Uil), hanno motivato rilevando che il tema del provvedimento – l’implementazione della medicina di gruppo e della rete dei medici di medicina generale – dovrebbe collocarsi all’interno di una profonda revisione della rete territoriale dei servizi, che anche la pandemia ha dimostrato essere deficitaria.
Questo è quanto emerso anche attraverso le domande poste agli auditi dal presidente Stecco e dai consiglieri Monica Canalis, Domenico Rossi e Daniele Valle (Pd), Sarah Di Sabato (M5s) e Marco Grimaldi (Luv).




Confagricoltura Alessandria: cereali, utile il registro telematico ma soglia troppo rigida

Il registro telematico di carico e scarico dei cereali, introdotto nell’ultima Legge di Bilancio, potrebbe anche apparire opportuno nell’ottica della trasparenza del settore. Ma è stato concepito in maniera troppo restrittiva e generalizzata e rischia di mettere in seria difficoltà i soggetti coinvolti, soprattutto gli agricoltori e gli allevatori.

Lo ha sottolineato Confagricoltura che ritorna sullo strumento introdotto dal decreto attuativo della Legge di Bilancio.

Bisogna stare attenti a non far diventare uno strumento utile – che replica in sostanza quanto già previsto con la registrazione telematica delle produzioni vitivinicole e oleicole per ottenere una radiografia completa di tutto il flusso della materia prima cerealicola – in un appesantimento burocratico. Troppo rigida anche la soglia delle 5 tonnellate annue per il quale va introdotto il registro.

“Occorre bilanciare l’obiettivo di una maggior trasparenza di mercato con il carico amministrativo sulle aziende – osserva il presidente di Confagricoltura Alessandria Luca Brondelli di Brondello – Per questo chiediamo una proroga nell’avvio del registro in modo da poter introdurre delle modifiche all’impianto normativo nella direzione di un alleggerimento degli oneri, escludendo la parte iniziale e finale della filiera (produttori cerealicoli e allevatori)”.

Confagricoltura ricorda l’importanza del settore dei cereali, con un valore della produzione agricola pari a 3.746 milioni di euro, con circa 415 mila aziende e con 3,5 milioni di ettari di superficie agricola utilizzata.

“Scendendo nel dettaglio, la provincia di Alessandria ogni anno si gioca con quella di Bologna il primo posto in Italia per le superfici coltivate a frumento. Nel 2020 risultavano coltivati 22500 ettari a grano tenero e 1892 a grano duro” afferma Brondelli.
Per quanto riguarda il mais, in Piemonte la superficie dedicata alla coltivazione del mais nel 2020 è stata realizzata su oltre 160.000 ettari. In particolare in provincia di Alessandria gli ettari impiegati sono stati poco meno di 22.000.

In provincia di Alessandria nel 2020 la superficie coltivata a riso occupa oltre 7.500 ettari su una superficie totale comprensiva di tutte le province piemontesi di circa 114.500 ettari.
In minori quantità sono anche presenti altri cereali.