Silb-Fipe: contributi a fondo perduto, abbattimento delle accise e un tavolo di lavoro

Contributi a fondo perduto, abbattimento delle accise e un tavolo di lavoro per valutare le modalità di riapertura per un comparto che sarà tra gli ultimi a riprendere le attività, a causa dell’emergenza Covid19: sono alcune delle richieste che i rappresentanti sindacali di Silb-Fipe – l’associazione delle imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo – e Confcommercio Piemonte hanno portato all’attenzione della commissione Cultura del Consiglio, presieduta da Paolo Bongioanni e alla quale ha preso parte anche l’assessore Vittoria Poggio.
In audizione i sindacati hanno lamentato di non aver avuto al momento risposte adeguate da parte del Governo e hanno ribadito di ritenere inadatti i provvedimenti del Cura Italia: il settore degli intrattenimenti serali e notturni è stato uno dei primi a chiudere per l’emergenza sanitaria e sarà appunto uno degli ultimi a riaprire, per la sua natura aggregativa, che richiede uno studio attento delle misure di distanziamento sociale da attuare.  Per questo chiedono nuove forme di aiuti a fondo perduto, che garantiscano liquidità. Ma anche la possibilità per gli esercenti con la doppia licenza di poter riaprire i locali con la sola somministrazione di alimenti e bevande.

Sono intervenuti Gianluca Sala per Confcommercio Piemonte, Alessandro Mautino, presidente provinciale Torino Epat , i presidenti provinciali di Fipe Silb di Alessandria, Cuneo, Asti, Alto Piemonte, Enzo Patitucci, Federica Toselli, Matteo Bosia, Maurizio Lo Vecchio e Rocco Pulitanò dell’Atl Cuneo.

Hanno posto alcune domande per chiarimenti il presidente della commissione Bongioanni e i consiglieri Francesca Frediani e Sarah Disabato (M5s), Gianluca Gavazza (Lega), Diego Sarno (Pd).

In chiusura l’assessore Poggio ha ricordato che a breve la Giunta approverà il disegno di legge “Riparti Piemonte” per favorire la ripresa economica del territorio e che si sta attivando per rispondere alle esigenze di liquidità del mondo della cultura dei servizi rivolti al turismo, sia attraverso misure a fondo perduto, sia con la rimodulazione del piano competitività a sostegno proprio di quelle attività che sono rimaste chiuse più a lungo. Domani in Conferenza Stato-Regioni si farà portavoce delle istanze pervenute dal comparto.




Covid19 e fase due, Torino si propone come motore per il rilancio del territorio

Gli effetti dell’emergenza dettata dal coronavirus stanno minando significativamente il tessuto produttivo e sociale dell’intero territorio metropolitano torinese e la crisi va affrontata individuando nuovi modelli d’intervento e soluzioni innovative in stretto raccordo con le misure coordinate con la Regione Piemonte per proteggere i lavoratori, favorire l’occupazione, sostenere il reddito ed il lavoro, rafforzare il sistema di welfare e le reti di protezione sociale ed i servizi pubblici essenziali.

“Come già emerso nel proficuo confronto dei Sindaci con il Governo dei giorni scorsi – dice Chiara Appendino – i Comuni e gli altri enti territoriali dovranno essere la base da cui prenderà avvio la ripartenza della fase due e di quelle successive, in considerazione del ruolo di questi enti di antenne sul territorio e di gestori dei più rilevanti servizi di prossimità per i cittadini.

Ci vogliamo quindi attivare con la Regione Piemonte in un’ottica collaborativa per discutere e condividere un piano di difesa e sviluppo socioeconomico, con precise priorità d’intervento e risorse sufficienti per supportare tutte le misure utili alla ripresa dei cantieri e ad un riapertura uniforme in tutte le diverse realtà”.

La sindaca metropolitana Chiara Appendino dopo il confronto nella riunione dei capigruppo del Consiglio metropolitano ha firmato un decreto che sarà esaminato nella prossima seduta virtuale di venerdì 8 maggio nel quale si ribadisce che la Città Metropolitana di Torino, nell’ambito della sua funzione fondamentale di promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale, intensificherà la concertazione con le 11 zone omogenee in cui è suddiviso il vasto territorio metropolitano con le 312 Amministrazioni comunali.

La Città metropolitana attiverà un tavolo di coordinamento stabile con i portavoce delle zone omogenee che rappresentano dimensioni ed esigenze diverse a seconda delle caratteristiche socio economiche territoriali.

Roberto Montà, capogruppo della lista Città di Città, ricorda come il suo gruppo avesse già sollecitato “un ruolo più incisivo da parte di Città metropolitana sul  fronte del coordinamento in considerazione proprio delle marcate differenze territoriali” e chiede “di essere più incisivi verso la Regione Piemonte che ci deve riconoscere un ruolo strategico”.

Paolo Ruzzola capogruppo della Lista civica per il territorio aggiunge che “ogni iniziativa utile a fare sistema per rispondere attraverso una visione condivisa tra i Comuni, la Città metropolitana, la Regione e il governo per favorire una ripartenza che non lasci indietro nessuno, non può che essere auspicata”.

Conclude Dimitri De Vita capogruppo della lista Movimento 5 stelle “Rappresentiamo oltre il 50% della popolazione regionale, siamo stati individuati ex lege quali curatori dello sviluppo strategico del territorio, ora più che mai ci si deve coordinare con la Regione sui temi d’interesse metropolitano con particolare riferimento alla difesa ed al sostegno della micro e piccola impresa”.




Provenzano, CNA Piemonte: “Riaperture in sicurezza quanto prima e contributo d’onore”

Noi da settimane rilanciamo la proposta del Contributo d’onore per le piccole attività: un contributo pubblico regionale, senza banche, senza interessi né garanzie da restituire nei prossimi dieci anni appena ci saranno le condizioni, spiega il segretario regionale di CNA Piemonte Filippo Provenzano.

 

“Serve un sostegno concreto, un atto di fiducia per non fare chiudere le  attività. Parrucchieri, estetiste, pasticcerie, gastronomie, operatori della ristorazione, sartorie, sale cinematografiche: per chi lavora a incasso giornaliero quasi due mesi di stop sono insostenibili e ulteriori rinvii sono insopportabili”, conclude Provenzano.




Confartigianato Torino, De Santis: “A causa della burocrazia per ottenere credito serve un mese”

Nelle intenzioni del Governo il Decreto Liquidità a garanzia statale, è un intervento di liquidità immediata per le imprese che si apprestano a riaprire e intraprendere la fase 2.

Ma per funzionare, e per scongiurare la definitiva chiusura delle micro e piccole imprese artigiane, che si trovano con l’acqua alla gola per il mancato fatturato di marzo e aprile, la liquidità dovrebbe essere, appunto, immediata. Una questione di ore dalla richiesta alla concessione del credito. Ma così non è.

Secondo un sondaggio condotto su un campione di associati di Confartigianato Torino, un terzo pensa di non potersi più mettere in carreggiata e sta valutando la chiusura definitiva dell’attività, più di terzo del campione ha fatto richiesta al finanziamento fino a 25mila euro, previsto dal Decreto, mentre gran parte  del campione ha richiesto la moratoria su mutui e finanziamenti in corso.

 

“I danni della pandemia sulle micro e piccole imprese artigiane sono incalcolabili, – commenta Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino – Una discreta fetta dei nostri associati ha provato a chiedere il prestito di 25mila euro a garanzia statale, che doveva essere erogato in 48-72 ore. In realtà i nostri artigiani si ritrovano a doversi misurare con vincoli burocratici e lungaggini che rallentano la concessione del credito e devono attendere fino ad un mese di tempo.

“Da un punto di vista burocratico funziona così – spiega De Santis – occorre esibire il bilancio del 2018 e quello provvisorio del 2019, sotto forma di stato patrimoniale e conto economico, si obbliga a produrre anche altri documenti per istruire una pratica da firmare e timbrare, quindi si invia al medio credito centrale che nella emergenza attuale si riunisce solo 2 volte alla settimana ( a differenza delle due riunioni mensili) Poi si redige un verbale di approvazione che viene inviato alla banca con il successivo sblocco dei soldi da parte dello Stato.

La banca quindi chiama il beneficiario del credito per firmare un contratto, segue l’erogazione. Tutta questa trafila si svolge in un mese circa. Questo meccanismo di erogazione dovrebbe essere veloce e immediato, quasi automatico, soprattutto per il finanziamento a 25000 euro garantito al 100 % dallo stato e per il quale dovrebbe esserci per decreto un automatismo. Le nostre imprese sono allo stremo. Se vogliamo ripartire, dobbiamo sostenerle, ma la velocità è fondamentale. Diversamente, non ci rimane che contare le imprese sopravvissute alla pandemia”.

 

E ancora una volta l’ostacolo più importante per la sopravvivenza delle imprese è la burocrazia che, allunga i tempi, scoraggia i Piccoli dal farsi avanti e complica il percorso di avvicinamento alla fase 2.

 

“C’è il reale rischio che, nella fase 2, le nostre imprese non abbiano le risorse per rialzare le serrande – continua De Santis – e per affrontare tutte le indicazioni sanitarie per contrastare la diffusione del virus”.

Insomma, le Banche in queste operazioni non si sentono sufficientemente tutelate e chiedono che si eviti il ribaltamento di responsabilità su di loro nel caso in cui le misure offerte alle imprese non sortissero gli effetti sperati e le aziende cadessero in stato di insolvenza con possibili conseguenze di procedure fallimentari.

 

Confartigianato Torino sottolinea, inoltre, come l’ottenimento del credito a garanzia statale potrebbe anche essere un meccanismo non virtuoso in quanto costituisce un debito, un onere, seppur a interessi bassi e vantaggiosi rispetto ad un normale finanziamento. La proposta di Confartigianato Torino consiste quindi di erogare una parte a fondo perduto, così come viene fatto in altri stati dell’Unione (Germania e Inghilterra).

 

Confartigianato Torino plaude all’iniziativa del Prefetto Claudio Palomba di aprire un tavolo con Abi e Istituti di credito per favorire l’accesso al credito.

 

“All’interno di Confartigianato Torino – conclude De Santis – è attivo un servizio in grado di supportare le imprese nella corsa burocratica ai prestiti, nel semplificare e superare gli innumerevoli cavilli normativi e agevolare le imprese nei percorsi utili all’ottenimento delle agevolazioni contenute nel Decreto Liquidità”.




La Regione Piemonte sostiene il comparto agricolo piemontese

La Regione Piemonte sostiene il comparto agricolo piemontese tramite l’Agenzia Piemonte Lavoro e i suoi Centri per l’impiego.

Con il portale web sarà dato supporto alle aziende nella ricerca di candidati disponibili a svolgere attività stagionali urgenti, quali la raccolta di fragole, asparagi e primizie, le operazioni di primavera nelle vigne e l’avvio delle colture estive, in un quadro di assoluta trasparenza e legalità.

Possono candidarsi disoccupati, inoccupati e quanti intendono integrare il proprio reddito. Chi percepisce l’indennità di disoccupazione Naspi o il reddito di cittadinanza potrà mantenere il proprio status e non subirà decurtazioni nei limiti e nelle modalità previste dalla legge.

L’assessore al Lavoro Elena Chiorino la considera “un’iniziativa particolarmente significativa, assolutamente in linea con quanto vado sostenendo da settimane, cioè che per salvare i nostri raccolti occorre puntare prima di tutto sui tanti italiani e piemontesi che hanno perso il lavoro e che sarebbero ben disponibili a reinventarsi in questo settore e anche sui tanti i beneficiari del reddito di cittadinanza che, al momento, non hanno ancora trovato sbocco occupazionale”.

Per l’assessore all’Agricoltura Marco Protopapa “è uno strumento utile per questa emergenza ma pratico anche per la futura gestione del lavoro in agricoltura, che permetterà di trovare e offrire lavoro superando molti ostacoli burocratici. L’obiettivo è presentare opportunità lavorative e al tempo stesso rispondere alle richieste urgenti di manodopera pervenute dalle aziende agricole piemontesi”.




Le imprese artigiane del Piemonte chiedono di poter vendere da subito con formula “take away”

Fra una settimana potrebbero nuovamente servire i loro clienti anche se esclusivamente con la formula d’asporto. Per le attività artigiane della ristorazione del Piemonte, come gelaterie, pasticcerie, pizzerie, rosticcerie o altri servizi di ristorazione, anche se non sarebbe un ritorno alla piena normalità, rappresenterebbe un significativo ri-inizi, dopo il buio di 2 mesi di lockout.

 

Ma, purtroppo, tutto ciò potrebbe non accadere per le imprese del Piemonte, in quanto il Presidente Cirio ha annunciato che intende fermare la soluzione del take away, fino a data da destinarsi.

 

 

Le imprese artigiane del Piemonte che operano in questi settori, secondo recenti analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Piemonte, su dati UnionCamere, sono ben 89.163  di cui  19.397 del settore dolciario.

 

La novità, annunciata domenica sera dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che con un apposito Decreto autorizza a servire i propri clienti con la formula “take away”, potrebbe non riguardare la regione Piemonte. In qualche regione, come Toscana, Abruzzo e Veneto, queste imprese possono vendere i loro prodotti già da ieri mattina. Per assicurare le necessarie garanzie sanitarie al consumatore, alle attività produttive è consentita la procedura per la vendita per asporto, che avviene tramite preventiva ordinazione online o telefonica e non presso l’esercizio, in modo che gli ingressi per il ritiro dei prodotti ordinati avvengano in modo dilazionato, impedendo di sostare all’interno dei locali più del tempo necessario alla consegna e al pagamento della merce.

 

“Apprendiamo dai media con sgomento e preoccupazione l’ipotesi di uno slittamento del take away – commenta Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Piemonte – La categoria è amareggiata ed esasperata dalla situazione che si sta verificando per il protrarsi del Lockdown. Siamo sconcertati come un’amministrazione possa legittimare in questo modo il proliferare della concorrenza sleale della grande distribuzione.  Se i Governatori di altre regioni hanno autorizzato tale formula, anticipando, di fatto, il Presidente del Consiglio perché non farlo anche qui da noi?”.

 

“Da giorni riceviamo telefonate di artigiani della ristorazione che chiedono di far pressioni sulla Regione – continua Felici – per consentire anche nel Piemonte almeno con la formula del ritiro in negozio, la vendita di tutte le loro produzioni”.

Tutti i mestieri artigiani della ristorazione, a causa delle disposizioni imposte dai Decreti, da inizio marzo non hanno potuto effettuare la somministrazione dei loro prodotti e neanche vendere direttamente attraverso la modalità di semplice asporto dei prodotti. Inoltre, alcune attività artigiane, come per esempio le gelaterie e le pasticcerie sono state pesantemente danneggiate dalle disposizioni ancora in vigore. Queste, infatti consentono la commercializzazione dei gelati nei supermercati, attraverso i banchi frigo, e la negano alle piccole gelaterie artigiane. C’è però da sottolineare come queste ultime, allo stato attuale, avrebbero solo la possibilità di fare consegne a domicilio, attività che, per l’impegno richiesto e oneri burocratici ed economici da affrontare, risultano pesantissime da affrontare per esercizi di piccole dimensioni, a gestione familiare e senza dipendenti, che sono la maggior parte in questo settore.

 

“Per tutelare queste imprese e scongiurare il colpo di grazia definitivo – conclude Felici – chiediamo al Governatore del Piemonte di fare un’inversione di pensiero per un comparto che è stato già devastato dagli obblighi di chiusura totale”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




Genovesio (CNA Agroalimentare Piemonte): “Pronti a trovare soluzioni sul take away”

Mi si spieghi che differenza c’è tra fare la fila per comprare le sigarette dal tabaccaio e fare la fila per comprare una torta, un piatto di gastronomia o un gelato da un artigiano?”. In questi mesi le imprese del settore agroalimentare hanno accettato tutti i provvedimenti di limitazione, ma adesso la misura è colma.

 

È Giovanni Genovesio, presidente regionale di CNA Agroalimentare e portavoce Horeca, a dar voce al malcontento dovuto ai provvedimenti contenuti nel DPCM con le prescrizioni per la Fase 2 e alle possibili restrizioni al take away imposte, invece, dalla Regione Piemonte.

 

Mentre il Governo inserisce questo settore tra le ultime categorie in ordine di tempo a poter riaprire, la giunta regionale guidata da Alberto Cirio, ha già annunciato politiche più restrittive proprio nei confronti distribuzione del cibo da asporto.

 

“Come mai vanno benissimo le code chilometriche davanti ai supermercati, nei quali si è continuato a vendere, pasticcerie, gastronomia fresca liberamente, e tre persone non possono stare davanti a un ristorante per prendersi il pranzo da portare in ufficio o la cena da portare a casa?”, si chiede provocatoriamente Genovesio.

 

“C’è un protocollo sottoscritto tra le parti sociali, si applichi il protocollo e si conceda di riaprire per l’asporto. Siamo disponibili a confrontarci con la Regione, troviamo una soluzione , ma le imprese non hanno più tempo”, ha concluso Genovesio.

 




Torino City Lab e Intesa San Paolo innovation center per la mobilità del futuro

Techstars, tra i primi acceleratori di startup al mondo, fondato in America nel 2006, ha dato il via al suo primo programma europeo di accelerazione alle Ogr Tech di Torino scegliendo le prime 11 nuove realtà da far crescere in Italia attraverso una call dedicata a nuove idee per la smart mobility.

I progetti sono stati selezionati a livello internazionale tra centinaia provenienti da oltre 50 Paesi del mondo tra cui Italia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Canada, Israele, Emirati Arabi, Singapore, India e Russia.

Grazie a Intesa Sanpaolo Innovation Center, società del Gruppo Intesa Sanpaolo dedicata all’innovazione e promotrice della collaborazione tra Torino City Lab e techstars, a partire da gennaio scorso la Città, con la sua infrastruttura ‘smart road’, è stata ingaggiata come area test urbana per la realizzazione dei progetti che riguarderanno gli spostamenti del futuro.

Quattro delle 11 startup scelte attraverso il bando techstars dedicato alla smart mobility – tre americane e una inglese – hanno l’obiettivo di sviluppare tecnologie per migliorare la sostenibilità della mobilità in città.

Torino continua a coltivare l’ambizione di trasformarsi in un punto di riferimento internazionale per l’innovazione nel settore della mobilità urbana: nei mesi scorsi c’è stato l’importante contributo di 5GAA (la principale rete mondiale di smart mobility) e ora il coinvolgimento del top player techstars. Si tratta di esempi concreti del successo del lavoro effettuato sull’ecosistema locale e di una testimonianza dell’importanza della collaborazione tra Città e Intesa Sanpaolo Innovation Center.

 

“Anche noi, come ‘techstars’, vogliamo essere degli acceleratori capaci di offrire a startup e imprese l’opportunità di sperimentare innovazione snellendo autorizzazioni e procedure burocratiche – spiega Marco Pironti, Assessore all’Innovazione della Città di Torino –. In questo momento storico innovare in ambito di mobilità urbana è ancora più importante per le città ed è per tale motivo che siamo molto contenti di contribuire con entusiasmo a questi quattro nuovi progetti”.

 

“Iniziative come questa sono tasselli essenziali di quello che significa ‘fare ecosistema’, perché mettono in dialogo e in collaborazione un Assessore competente e determinato come Marco Pironti, uno dei primi tre acceleratori al mondo come ‘techstars’, startup innovative e già tecnologicamente evolute, una Banca motore della crescita del Paese come Intesa Sanpaolo e il suo Innovation Center – afferma Maurizio Montagnese, Presidente di Intesa Sanpaolo Innovation Center -. Sono tutti componenti necessari per lo sviluppo dell’ecosistema dell’innovazione, ma non sufficienti se rimangono separati, come pezzi di un puzzle incompleto. Metterli assieme per un disegno comune, per un progetto condiviso, è parte della nostra mission, così come ricercare e apprendere nuovi modelli di business e fungere da propulsore e stimolo della nuova economia in Italia. Questo è il mandato che abbiamo ricevuto dal CEO della nostra Capogruppo Carlo Messina”.

 

I quattro progetti che le startup stanno sviluppando in città sono:

  • Complete Curb Management (progetto a cura di Automotus con sede a Los Angeles). Si tratta di un software di analisi che funziona con telecamere che catturano le immagini dei parcheggi e del traffico stradale per acquisire dati e monitorare tutte le forme di mobilità (compresi autobus, autovetture, camion per le consegne, veicoli per il ride-sharing, scooter, biciclette e pedoni). La startup realizzerà un test che prevede l’integrazione del software di analisi video di Automotus con una telecamera già esistente gestita da 5T – società in house del Comune di Torino per la fornitura di servizi di infomobilità – e il successivo confronto tecnico tra i dati a disposizione rispetto all’area di riferimento. (www.automotus.co );
  • Mobility Data Platform for Smart Cities (progetto a cura della società americana Urban SDK) è una piattaforma per le città che trasforma le operazioni di mobilità, trasporto, sostenibilità e sicurezza attraverso strumenti di analisi real time. Urban SDK fornisce un software come piattaforma di servizio per semplificare la lettura di dati complessi, i processi decisionali e la pianificazione mediante una user experience moderna e strumenti di analisi predittiva. La piattaforma consente di indicizzare i dati, prevedere i risultati e automatizzare i flussi di lavoro. Urban SDK sarà accompagnata da 5T – la società in house della Città di Torino per la fornitura di servizi di infomobilità – come partner di Torino City Lab e anche dalla società di trasporto pubblico locale GTT in qualità di osservatore. www.urbansdk.com;
  • SPOT Smart Parking On-demand Technology (progetto a cura della statunitense Parkofon) è una piattaforma intelligente di gestione parcheggi e sosta basata su una tecnologia IOT brevettata. Sua peculiarità è l’eliminazione di attrezzature e infrastrutture obsolete e ingombranti da installare su strada come parchimetri e sensori statici. Incorporato direttamente all’interno delle auto con un transponder di navigazione a basso costo, Parkofon guida gli utenti verso parcheggi liberi, consente prenotazioni e pagamenti automatizzati in base alla posizione e informa i proprietari dei veicoli elettrici su quali stazioni di ricarica sono disponibili nelle vicinanze. In tale quadro di sperimentazione, Parkofon, sarà accompagnata da 5T – la società in house della Città di Torino per la fornitura di servizi di mobilità – come partner di Torino City Lab e anche dalla società di trasporto pubblico locale GTT in qualità di osservatore. Il Comune di Torino, attraverso il proprio Dipartimento Mobilità, osserverà e valuterà le attività.  www.parkofon.com;
  • PowerMarket for Smart Cities and Smart Grids (progetto messo a punto da PowerMarket, start up con sede ad Oxford, UK). Considerando che il 15% dei Paesi del mondo sta imponendo rigidi obiettivi in materia di emissioni di anidride carbonica e, di conseguenza, sta investendo nell’energia solare, PowerMarket ha sviluppato una piattaforma centralizzata in grado di localizzare, grazie all’utilizzo di dati satellitari, i migliori siti per impianti a energia solare identificando il relativo impatto finanziario e ambientale. La soluzione, rivolta alle Smart Cities alle Smart Grids, è orientata da un lato a supportare le città, i governi, gli operatori di rete e le utilities per ottimizzare la gestione della rete e il commercio di energia, dall’altro ad aiutare i referenti politici e i gestori dei patrimoni immobiliari a identificare i migliori siti per l’installazione di impianti ad energia solare. Durante la fase di test, il proponente sarà supportato da IREN s.p.a., che gestisce edifici pubblici e relativi impianti elettrici a Torino e Partner di Torino City Lab. www.powermarket.net.

 




“WeAreHERe e.vent” L’evento digitale del PoliTo per le studentesse che vogliono fare scienza

Ad oggi, solo tre studentesse su dieci scelgono di intraprendere il loro percorso universitario nell’ambito che sta offrendo i posti di lavoro più interessanti, in termini di numeri e di innovazione: le discipline STEM – Science, Technology, Engineering and Mathematics.

Fin dall’infanzia vengono proposti modelli che prevedono lavori per donne e lavori per uomini. E la società, nel suo complesso, rifiuta di mettere sotto i riflettori le donne scienziate.

“Un lavoro per donne. WeAreHERe e.vent” è l’evento digitale con la youtuber e scrittrice Sofia Viscardi e le studentesse di Ingegneria del Politecnico di Torino per sfatare falsi miti e stereotipi legati al percorso STEM al femminile. Uno spazio di incontro virtuale dove le studentesse delle scuole superiori possono interagire con le studentesse di Ingegneria del Politecnico e lasciarsi ispirare dalle loro storie.

Interverranno:

Michela Vinci,studentessa con la passione per la Formula 1 e la MotoGP, che dopo gli studi al liceo classico ha scelto di iscriversi al corso in Ingegneria meccanica del Politecnico di Torino  e oggi frequenta la laurea specialistica.

 

Laura Marchetti, studentessa di Ingegneria Informatica che ha vinto la medaglia d’oro in canottaggio ai campionati mondiali universitari di Shanghai e ha un canale YouTube dove porta l’informatica ad un pubblico femminile.

Giulia Bassani, conosciuta su Instagram come astro_Giulia, studentessa di ingegneria Aerospaziale al Politecnico di Torino e scrittrice del libro “Ad Martem 12”, un romanzo di fantascienza che parla dei primi esseri umani nati sul pianeta Marte e basato sui suoi studi scientifici.

 

A portare l’esperienza di chi lavora già in campo STEM interverrà Pamela Gotti, ex-allieva dell’Alta scuola Politecnica,  senior software engineer in Credimi SPA e CTO di She Tech, la community che supporta le donne nel mondo della tecnologia, del digital e dell’imprenditoria.

L’evento, rivolto alle giovani studentesse delle scuole superiori, è realizzato dal Politecnico di Torino in collaborazione con Plesh, azienda specializzata nelle realizzazione di eventi digitali e tecnologia interattiva.




Mascherine della Regione lavabili e distribuite dal 4 maggio

Saranno lavabili i cinque milioni di mascherine che la Regione si appresta a distribuire gratuitamente ai cittadini piemontesi. Realizzate da aziende del territorio, potranno essere riutilizzate: un’iniziativa che fa del Piemonte la prima regione a dotare la cittadinanza di mascherine non monouso”.

Lo ha annunciato l’assessore alla Protezione civile Marco Gabusi nel corso dell’informativa sull’approvvigionamento dei dispositivi di protezione e sulle caratteristiche delle mascherine acquistare dalla Regione, svolta nella seduta congiunta della prima e della quarta Commissione, presieduta da Carlo Riva Vercellotti e Alessandro Stecco.

Nel corso del proprio intervento l’assessore ha sottolineato che al momento le forniture di dispositivi sono sufficienti e che i camici, di cui un arrivo è previsto intorno al 5 maggio, sono al momento quelli di cui la regione ha maggior carenza.

Rispondendo a Paolo Ruzzola (Fi) e ad Andrea Cane (Lega) sui tempi della distribuzione delle mascherine l’assessore ha affermato che “i primi due milioni di mascherine saranno distribuite entro il 4 maggio e il resto a cavallo del weekend successivo. Oltre che per i cittadini, è prevista una fornitura per le aziende del trasporto pubblico, dal momento che con il passaggio alla fase 2 saranno obbligatorie sui mezzi pubblici”.

Alla domanda di Mauro Salizzoni, intervenuto per il Pd con Domenico Ravetti, Domenico Rossi, Raffaele Gallo, Daniele Valle e Diego Sarno, sulle modalità di distribuzione l’assessore ha dichiarato che “nella maggior parte dei casi avverrà porta a porta attraverso volontari incaricati dai Comuni. E, ove non sarà possibile, si procederà alla spedizione tramite Poste italiane”.

Sull’analisi dei dati sui contagi nelle Rsa, chiesta da Marco Grimaldi (Luv) l’assessore ha affermato che essa andrà fatta quando si disporrà di risultati definitivi a fine pandemia, soprattutto per affrontare eventuali nuovi focolai che potrebbero verificarsi nel corso della fase 2.

Sarah Disabato, intervenuta per il M5s con Ivano Martinetti, infine, ha suggerito all’assessore l’opportunità che la Regione prenda in considerazione la possibilità di mettere a disposizione dei cittadini mascherine dotate di copertura trasparente all’altezza della bocca per consentire ai sordomuti di leggere le labbra.