Imprese aperte, lavoratori protetti: un progetto per avviare la fase 2

Pubblicato il Rapporto dello studio della task force coordinata dal Politecnico e dagli altri Atenei Piemontesi, con proposte e procedure per una ripresa in sicurezza delle attività lavorative; già più di 40 aziende candidate a sperimentarle nella propria realtà produttiva

Misurazione della temperatura all’ingresso in azienda, compilazione di un diario dei sintomi e dei contatti, barriere di plexiglas tra le scrivanie, lunchbox da consumare in ufficio o all’aperto e, sicuramente, uso di mascherine della tipologia più adeguata a tutelare sé stessi e gli altri. Sono solo alcune delle situazioni alle quali ci dovremo abituare nella cosiddetta Fase 2, quella della riapertura delle attività produttive.

Per prepararla, una task force di esperti tecnico-scientifici delle università piemontesi e di altre università e centri di ricerca coordinati dal Politecnico di Torino ha elaborato un Rapporto, pubblicato oggi online, con le linee guida indicazioni precise su come gestire la riapertura.

Il punto chiave sarà l’utilizzo corretto di metodi semplici ed estendibili a tutte le realtà aziendali: i dispositivi di prevenzione del contagio, in primis le mascherine, la garanzia del distanziamento, l’igiene e la sanificazione dei luoghi.

Il Progetto coordinato dal Politecnico, che si chiama “Imprese aperte, lavoratori protetti”, ha adottato come slogan l’hashtag #ognunoproteggetutti; il punto chiave è infatti la condivisione e la fiducia reciproca tra lavoratori e imprenditori e la consapevolezza che solo assumendosi ciascuno le proprie responsabilità si è tutti più tutelati.

“È quanto mai importante in questo momento di difficoltà metterci al servizio del Paese con le nostre competenze”, spiega il Rettore del Politecnico Guido Saracco, che aggiunge: “Abbiamo steso questo Rapporto con la collaborazione degli Atenei piemontesi e di un nutrito numero di esperti e tecnici, coinvolgendo il più possibile tutte le parti in causa nel processo della riapertura, per arrivare a indicazioni e metodologie condivise e applicabili, ma anche sostenibili”.

Le linee guida definite nel rapporto saranno applicate in alcune aziende e realtà culturali che si sono già candidate per la sperimentazione, e che saranno seguite dalla task force per garantire misure adatte alla riapertura. Sono già 40 in sole 24 ore le aziende e realtà produttive, culturali e ricreative che si sono candidate a diventare beta-tester del progetto.

Il Rapporto, frutto del lavoro di cinque gruppi di esperti e tecnici, fornisce istruzioni su quattro aspetti: prevenzione, monitoraggio, informazione e formazione per la prevenzione e il contenimento del contagio.

Viene indicato, ad esempio, come gestire ingressi, turni e spazi: dalla distanza interpersonale da adottare in relazione alle superfici dei locali – con una maggiore densità di occupazione in aree di transito (corridoio) e meno in quelle di sosta “critiche” come la mensa e l’area fumatori – all’organizzazione degli ingressi e degli spazi grazie anche all’adozione di dispositivi di monitoraggio non invasivo (telecamere IR, telecamere, “intelligenti”) nel rispetto della privacy, alla suddivisione dei lavoratori in squadre.

Anche l’utilizzo delle tecnologie dovrà essere potenziato, in modo coerente e tarato sullo sviluppo tecnologico di ciascuna realtà aziendale.

Le tecnologie suggerite vanno dall’impiego di diari online per il tracciamento a metodi di screening diagnostico rapidi, economici e applicabili in larga scala (ad esempio temperatura con visori IR durante l’intera giornata lavorativa, app di autovalutazione dei sintomi, telediagnosi, ecc.), da attività di formazione online fino alle app per evitare di recarsi in luoghi nei quali già ci sono assembramenti, a sistemi di simulazione degli spazi e dei flussi, fino all’utilizzo della realtà virtuale per la formazione e il lavoro. Tutte le tecnologie suggerite sono tecnicamente ed economicamente praticabili da tutti, le grandi come le piccole imprese.

Un discorso specifico va fatto per le mascherine, sul cui uso corretto c’è molta confusione: le mascherine chirurgiche o “di comunità”, specificatamente proposte dal Politecnico di Torino con un livello di qualità testato, sono quelle che i lavoratori dovranno indossare normalmente come dispositivo di prevenzione della trasmissione del contagio; solo in casi specifici (addetti alla rilevazione della temperatura all’ingresso, guardiania, cassieri, squadre di emergenza, ecc.) si consiglia l’impiego di dispositivi di tipo FFP2/FFP3, guanti e cuffie per capelli.

Ogni lavoratore potrà opportunamente avere a disposizione un “kit” di protezione individuale, composto generalmente da 2-4 mascherine per uso giornaliero e gel igienizzante, che può aiutare a prevenire il contagio anche sui mezzi pubblici.

Il tema dei trasporti è particolarmente delicato: sarà ancora possibile utilizzare tram, autobus e metro, ma con la consapevolezza che la responsabilità della sicurezza è condivisa tra passeggeri, autisti e gestori dei mezzi, ciascuno per quanto gli compete; quindi sì a distanze di sicurezza e minore affollamento, uso di mascherine e sanificazione dei mezzi, ma anche ai controlli sui contagi tra gli autisti.

Una volta tornati in ufficio o in fabbrica, comunque, il lavoro cambierà secondo quelle modalità alle quali ci stiamo in parte abituando. Ingresso a turni o scaglionato per evitare affollamento sui mezzi pubblici e agli ingressi, potenziamento dello smart working, riduzione se non eliminazione delle riunioni in presenza, suddivisione dei lavoratori in squadre – tenendo anche conto della possibile presenza di lavoratori “deboli” rispetto al virus -, metodi di formazione interattiva e impiego della realtà virtuale sono solo alcuni degli strumenti suggeriti dal Rapporto.

Un discorso a parete va fatto per teatri, sale da concerto, musei, cinema e biblioteche. Qui la ripartenza deve tenere conto di vincoli fisici, come ad esempio la difficoltà di sanificare ambienti di valore storico, economici, quali la forte riduzione dei posti a sede a sedere in sala per mantenere le distanze, ma anche psicologici, perché servirà una lunga fase di elaborazione prima che le persone tronino a frequentare luoghi chiusi affollati.

Il Rapporto fornisce alcune indicazioni per avviare una riapertura, innanzitutto formando il personale e adeguando dove possibile i locali – come nelle biblioteche, dove è possibile applicare barriere di plexiglas – e gestendo gli accessi con app di programmazione.

Tutte queste misure hanno ovviamente un costo, che deve essere contenuto anche perché ricadrà in parte, in prima battuta, sulle aziende. Per il supporto economico alle imprese il gruppo di lavoro ha elaborato proposte di misure di finanziamento specifico da parte della Unione Europea, lo Stato o le Regioni, al di là di quanto oggi disponibile.

Analogamente, si propone un approccio nazionale, con l’istituzione di filiere autoctone per la produzione e acquisto centralizzato per i dispositivi di prevenzione. In questa ottica, il progetto include linee guida per la fabbricazione e la convalida di mascherine “di comunità” all’interno del nostro Paese con un adeguato livello di qualità ed in misura sufficiente per tutta la popolazione.




Riparti Piemonte stanzia 800 milioni

 Nel corso di una videoconferenza appena terminata il presidente Alberto Cirio ha annunciato che è in via di definizione il disegno di legge RipartiPiemonte, con il quale la Regione è stanzia 800 milioni di euro per far ripartire l’economia:

Dobbiamo fare in modo che la liquidità necessaria arrivi nelle tasche di chi ne ha bisogno. Si tratta di 220 milioni di fondi regionali e delle risorse dei fondi europei non ancora impiegati o che non sono stati ancora rimodulati.

Entro la metà di maggio, se il Consiglio regionale lo approverà in tempi rapidi, potrà essere operativo. Sarà anche un piano che andrà anche in direzione della semplificazione burocratica e che si baserà sulla fiducia che la Regione ripone nelle capacità dei piemontesi. Sto dando risorse pubbliche alle persone giuste, ad un tessuto imprenditoriale che ha bisogno di liquidità”.




CISL CISL UIL : siglato accordo che semplifica procedure per ottenere anticipo ammortizzatori sociali

Oggi verrà siglato il tanto atteso accordo tra CGIL-CISL-UIL regionali, Regione Piemonte, FinPiemonte e Intesa San Paolo che semplifica e rende più rapide le procedure per ottenere l’anticipo degli ammortizzatori sociali.

Si tratta di una notizia importantissima per migliaia di lavoratori e lavoratrici in attesa di risorse economiche per traguardare il difficile periodo di crisi amplificato dall’emergenza Covid – dichiarano i Segretari di CGIL CISL UIL del Piemonte Claudio Stacchini, Giovanni Baratta, Teresa Cianciotta – Un risultato arrivato però con tempi eccessivamente lunghi. E’ dall’inizio di marzo che il Sindacato chiede alla Regione ed al Sistema Bancario di realizzare un accordo che assicuri l’anticipo dell’integrazione salariale a tutti i lavoratori in tempi rapidi.

Ci sono voluti 2 mesi per raggiungere un accordo anche se solo con una importante banca piemontese. Tutto ciò non può ripetersi – specificano i sindacalisti – e nessuno provi a scaricare la responsabilità sui lavoratori della Regione e dell’INPS che ancora in queste ore, stanno sopperendo alle disfunzioni ed alle lungaggini burocratiche. I ritardi sono figli degli errori di chi aveva il compito di presentare le domande, della complessità della procedura informatica, della cattiva macchina organizzativa della stessa Regione che non si è dimostrata adeguata al volume di domande di Cassa in Deroga,

Un “modello Piemonte” esisteva già, c’erano accordi in vigore con Banca Sella e Intesa SanPaolo per l’anticipo della CIGS – dicono i tre Segretari – e funzionavano bene, ma i tempi troppo lenti con cui si è mossa la Regione e l’indisponibilità dell’ABI a garantire a tutti i lavoratori il diritto alla gratuità ed all’anticipo, anche per chi non era correntista delle Banche aderenti, ha impedito di raggiungere un accordo per tutto il sistema bancario piemontese.

I DETTAGLI DELL’ACCORDO
L’accordo, siglato tra CGIL CISL UIL, Regione Piemonte, FinPiemonte e Intesa San Paolo, semplifica e rende più rapide le procedure per ottenere l’anticipo degli ammortizzatori sociali. Garantisce la gratuità a tutti i correntisti e consente l’apertura di nuovi conti correnti per fruire dell’anticipo anche da parte dei lavoratori che non sono correntisti di Intesa San Paolo. Istituisce il fondo di garanzia regionale e indirizza il credito alle aziende, finalizzato alla salvaguardia dell’occupazione.
Si tratta di “Un atto concreto dopo tanti annunci – affermano ancora Stacchini CGIL, Baratta CISL, Cianciotta UIL – che rappresenta una buona notizia per tutti coloro che aspettano il pagamento della cassa integrazione. Spiace comunque non aver potuto fare un accordo con l’Abi regionale a fronte di una precisa disponibilità della Regione e del Sindacato.

L’auspicio è – concludono i sindacalisti – che altri importanti istituti seguano l’esempio odierno e si possa dare una visione del sistema bancario diversa da quella lenta e complessa di questi mesi, più vicina ai lavoratori e alle imprese.




I servizi del Mip per i cinque vincitori del bando “Imprenditori in Collegno”

Sarà il servizio Mip-Mettersi in proprio, gestito dalla Città metropolitana di Torino per conto della Regione Piemonte, ad accompagnare i cinque giovani neoimprenditori, vincitori del bando “Imprenditori in Collegno”, nello sviluppo dei loro progetti fino alla validazione del business plan e poi nella prima fase dell’attività.

I cinque vincitori, con le loro proposte, che compongono la graduatoria approvata dall’amministrazione comunale collegnese, sono: Amerigo De Troia, con un’attività di jeanseria artigianale con caratteristiche di ecosostenibilità; Alessia Lenci, con una cantina vinicola urbana per produrre e commercializzare vini; Elisa Dosio e la sua erboristeria con annesso studio per attività di riflessologia; Mauro Grande, con un portale dell’attività sportiva amatoriale attraverso il quale scegliere la propria disciplina preferita; Sharon Garoglio, che ha ideato un centro multidisciplinare, costituito da vari professionisti della riabilitazione, per bambini con problemi di apprendimento.

I progetti e i loro autori sono stati presentati stamattina durante una teleconferenza, alla quale hanno partecipato anche il sindaco e il vicesindaco di Collegno, Francesco Casciano e Antonio Garruto, e il consigliere metropolitano con delega alle attività produttive Dimitri De Vita.

“Mi complimento con i vincitori e faccio loro i miei migliori auguri” ha detto De Vita, sottolineando la vivacità del Comune di Collegno nel campo delle politiche attive del lavoro e del sostegno all’autoimprenditorialità, e la costante sinergia con la Città metropolitana e il suo ruolo di propulsore dello sviluppo economico del territorio.

La validazione del business plan operata dal Mip sarà indispensabile per l’ammissione al contributo economico, che ammonta a 7000 euro per ogni vincitore. La consegna del business plan dovrà avvenire entro il 30 settembre 2020 – ma probabilmente i termini saranno prorogati a causa dell’emergenza sanitaria – all’Ufficio Politiche del lavoro del Comune di Collegno.

 




Tampone anche ai privati positivi al test sierologico

Nell’arco di pochi giorni il Piemonte arriverà a poter fare 10.000 tamponi al giorno. L’assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi, precisa che tale numero permetterà di sottoporre al tampone anche i privati che faranno a loro spese il test sierologico risultando positivi.

“Si è appena conclusa una gara per l’acquisto di tamponi fuori dal Piemonte – spiega Icardi – Arriveremo anche a oltre 10.000 tamponi al giorno, e una parte sarà dedicata ai cittadini che risulteranno positivi al test sierologico. Per i sierologici vale ciò che ha detto anche il Ministero, ovvero che hanno solo valore epidemiologico. Ma poiché qualcuno positivo al sierologico potrebbe avere la malattia in corso, faremo il tampone a tutti i positivi, non solo a quelli da noi testati ma anche ai privati. Chi risulterà contagiato sarà sottoposto al solito iter: isolamento e ricerca dei contatti“.

Fare il test sierologico privatamente – chiarisce l’assessore – non è una pratica che incoraggiamo, ma visto che sono stati così intercettati dei malati non possiamo fare finta che questo non esista. Il tampone comunque sarà fatto nell’ambito del sistema sanitario regionale, quindi senza costi per il paziente. Va però evitato il Far West: considereremo solo i sierologici validati dal Ministero. Stiamo scrivendo le linee guida, che saranno pronte la prossima settimana”.

Su questo tema si è espresso alla trasmissione Unomattina di RaiUno il presidente Alberto Cirio: “Il test sierologico è un tema delicato su cui auspichiamo ci sia un pronunciamento del ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanità, perché ormai è chiaro che sono importanti sotto il profilo dell’analisi epidemiologica ma nello stesso tempo le persone devono sapere che non hanno valore diagnostico e danno una prima indicazione a cui deve seguire un tampone. Questo va chiarito perché se, da una parte, dobbiamo permettere la libertà a ciascuno di curarsi come ritiene e fare le analisi che vuole, dall’altra non possiamo permettere che ci sia un’esasperazione commerciale, promozionale, di test che sono sì importanti ma che non devono mai essere spacciati o venduti come test che sono in grado di dire se sei positivo o no al Coronavirus”.

 




Cirio: “Dal 3 giugno torneranno a valere le norme del decreto del presidente Conte”

Non sarà prorogata l’ordinanza, in vigore fino alla mezzanotte di domani, che obbliga a indossare le mascherine anche all’aperto nei centri abitati e nelle aree commerciali.

“Dal 3 giugno – precisa il presidente Cirio – torneranno a valere le nome del decreto del presidente Conte, ma siamo pronti però a nuovi interventi se si verificheranno delle storture. Ricordo a tutti che la regola è quella dell’obbligatorietà della mascherina ovunque non sia possibile garantire il rispetto del distanziamento interpersonale di almeno un metro.

La scelta specifica adottata in Piemonte per questo lungo ponte del 2 giugno è stata giusta, i controlli sono stati svolti in maniera intelligente e ci sono state, finora, poche contravvenzioni”.




Protocollo di contrasto al Covid-19 negli ambienti di lavoro, due webinar di Cnvv

Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) organizza due webinar di confronto con gli enti preposti alle attività ispettive e alle verifiche della corretta applicazione delle misure di sicurezza previste nel Protocollo di contrasto e contenimento della diffusione del Covid-19 negli ambienti di lavoro.

Durante gli incontri, che sono in programma mercoledì 17 giugno 2020 (dalle 11,30 alle 13,30) per le aziende della provincia di Novara e mercoledì 24 giugno 2020 (dalle 10,30 alle 12,30) per le aziende della provincia di Vercelli, interverranno rappresentanti della Prefettura, del Dipartimento di Prevenzione dell’Asl, dell’Ispettorato territoriale del Lavoro e del Comando provinciale dei Carabinieri dei due territori.

«Il Protocollo – spiega il direttore di Cnvv, Aureliano Curini – è stato allegato al DPCM del 26 aprile 2020 e al DPCM del 17 maggio 2020 e ha definito nuovi obblighi e procedure di sicurezza per le aziende produttive, rendendo obbligatorie misure come l’utilizzo di mascherine protettive, il distanziamento, la pulizia e la sanificazione degli ambienti di lavoro, la gestione degli ingressi e delle aziende terze.

Gli incontri che abbiamo organizzato sono finalizzati a chiarire dubbi e perplessità procedurali attraverso un confronto diretto con chi deve effettuare verifiche e controlli, in modo da raggiungere l’obiettivo comune di un contenimento della diffusione del virus che sia più possibile articolato ed efficace».

«Per rispondere alle esigenze delle aziende interessate ai servizi di sanificazione degli ambienti di lavoro e all’acquisto di dispositivi di protezione e di distanziamento – aggiunge Curini – da giugno abbiamo predisposto un elenco, organizzato per categoria merceologica e costantemente aggiornato, con le offerte, a prezzi scontati per le imprese nostre associate, di tutti i fornitori che ci hanno segnalato le loro attività di produzione e/o distribuzione. Anche in questo caso di tratta di uno strumento molto importante per consentire al sistema economico la gestione adeguata di una “nuova quotidianità” con la quale dobbiamo, purtroppo, abituarci a convivere ancora a lungo».




Confagricoltura Piemonte: Un Patto per il Sistema Italia

Confagricoltura è pronta a scrivere insieme al governo un Patto per il Sistema Italia. Lo ha dichiarato venerdì scorso il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, alla riunione degli Stati Generali dell’Economia a Villa Pamphilj a Roma, dedicata al settore agroalimentare.

Le risorse messe a disposizione dall’Europa sono fondamentali per avviare un profondo cambiamento dell’economia in chiave di competitività, ma in questo momento servono anche interventi mirati. Per tornare a crescere, rilanciare la produttività che ristagna da oltre un decennio, occorre migliorare le infrastrutture, diffondere la digitalizzazione e le innovazioni tecnologiche, valorizzare la ricerca e la formazione come fattori chiave per lo sviluppo.

La ripresa economica richiede un immediato intervento per stimolare la domanda. Confagricoltura ha proposto al governo una riduzione delle aliquote IVA sui prodotti agricoli e del cuneo fiscale sul lavoro allo scopo di rilanciare i consumi.

La semplificazione burocratica merita una sottolineatura a parte. In un Paese che vuole essere all’avanguardia, i ritardi nella stesura di un decreto attuativo o di una circolare ministeriale bloccano l’erogazione di provvedimenti attesi da migliaia di cittadini e imprese in difficoltà. Ci auguriamo che il decreto sulla semplificazione annunciato dal governo consenta di fare reali e sostanziali passi in avanti verso l’efficienza amministrativa a tutti i livelli. Per quanto riguarda il settore agroalimentare – ha sottolineato il presidente di Confagricoltura – l’emergenza sanitaria ha indicato che l’Italia e l’Europa devono accrescere la sovranità alimentare: il 10% in più di produzione lorda vendibile dell’agricoltura significherebbe una maggiore produzione di 20 miliardi ed esportazioni agroalimentari che possono crescere di 15 miliardi.

Una svolta in chiave competitiva per il nostro settore, che necessita anche di accordi internazionali in grado di tutelare e valorizzare il Made in Italy. “La filiera agroalimentare può dare un significativo contributo alla ripresa economica duratura e sostenibile sotto il profilo sociale, ambientale e dell’efficienza energetica – ha concluso Giansanti – Per questo ribadiamo la necessità di un progetto di strategia da costruire insieme al premier Conte e i ministri competenti”.




Si è svolta l’assemblea di Confagricoltura Piemonte

Si è svolta, giovedì 25 giugno a Crescentino (VC) nell’Agriturismo Greppi, l’Assemblea di Confagricoltura Piemonte.

Dopo l’approvazione del bilancio e la relazione del presidente Enrico Allasia, si sono registrati gli interventi dei delegati, incentrati sulle iniziative da adottare per uscire dalla situazione di crisi generata dalla pandemia di Covid-19.

L’assemblea si è svolta nel pieno rispetto delle normative di sicurezza, imposte dal periodo.




Sabotaggio contro polizia presso cantiere Tav, la solidarietà di Stefano Allasia

Ferma condanna per l’atto di sabotaggio che c’è stato questa notte sulla A32,  un fatto grave che poteva avere delle conseguenze drammatiche per gli agenti delle forze dell’ordine.

In Valle di Susa siamo di fronte ad una nuova escalation di violenza dei NoTav che non può essere tollerata, le divise sono il simbolo di chi difende la sicurezza dei cittadini perbene.

Nell’esprimere la mia solidarietà, mi auguro che i responsabili vengano individuati quanto prima.