Alba: inaugurato il restaurato Centro Collaudi

All’interno dell’immobile adibito a stazione di controllo autoveicoli sono state realizzate alcune strutture in cemento armato ed altre in acciaio come pilastri e rinforzo ai sostegni per consentire l’installazione delle chiusure perimetrali a telo chiesti dalla Motorizzazione di Cuneo.

Oltre a ciò, sono state realizzate opere edili per la sopraelevazione del marciapiede esterno, in modo da adeguare l’area ad uso revisione dei veicoli.

È stata anche sostituita la vecchia tettoia con una nuova in lastre isolanti a profilo grecato, in lamiera di acciaio zincato preverniciata accompagnata da canali di gronda, staffe di ancoraggio e linea vita in copertura. Sono state fatte le chiusure perimetrali dell’area attraverso una struttura metallica. Sono state potate le piante e sistemata l’area verde. Tinteggiata la recinzione e realizzata la segnaletica orizzontale sul piazzale.

Per i lavori sono stati spesi 140 mila euro del Comune, 40 mila euro concessi dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e 43 mila e 400 euro del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Il Centro Collaudi e Revisione Autoveicoli di Alba ospita settimanalmente gli addetti della Motorizzazione Civile di Cuneo per verifiche e prove sia sulle autovetture che sui mezzi pesanti.

È punto di riferimento e servizio per le zone di Alba, Bra, Langhe, Roero e parte dell’Astigiano. All’interno vengono svolte circa 2.500 verifiche all’anno. La struttura costruita nel 1982 era obsoleta e non più a norma di sicurezza e di igiene per i lavoratori. Il complesso, privo di chiusure laterali, era soggetto ad intemperie con notevoli disagi per il personale e gli utenti.

L’immobile proprietà del Comune di Alba è stato concesso dall’ente al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. L’accordo di concessione è stato rinnovato l’8 maggio 2019 e scade il 6 ottobre del 2024.

Il piazzale di fronte è nella piena disponibilità del Comune. Il ministero può utilizzare lo spazio come area di sosta per i veicoli in attesa di collaudo durante la settimana, dal lunedì al venerdì. Il Comune di Alba utilizza l’area in modo esclusivo il sabato, la domenica, in altri giorni festivi ed in occasione di eventi particolari.

«Questa struttura – ha spiegato il sindaco di Alba Carlo Bo – è stata realizzata nel 1982, è stata inaugurata nel 1984. Negli anni sono stati fatti dei lavori di manutenzione nel 2001, nel 2003, nel 2006 e nel 2013, ma questo è l’intervento più importante. Un restauro di circa 223 mila euro realizzato dal Comune in collaborazione con il ministero e con il finanziamento della Fondazione Crc che ringraziamo. Questo è un fiore all’occhiello per la nostra città e punto di riferimento per Langhe, Roero ed Astigiano. Siamo arrivati al rinnovo di questa struttura grazie al lavoro sinergico tra Comune, ministero e Confartigianato grazie al delegato Claudio Piazza.

Quando gli enti lavorano insieme ottengono grandi risultati».
«Siamo impegnati a Roma a dare uno slancio a questo settore – ha sottolineato il sottosegretario del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti Roberto Traversi – Oggi è importante inaugurare qualcosa. In questa sede è stato fatto un lavoro di restauro preciso e funzionale. Questo è un vanto anche per l’Amministrazione. Tenere sul territorio determinati servizi è fare un servizio alla popolazione».

«Questa ristrutturazione – ha dichiarato il Direttore Generale della D.G.T. Nord-Ovest del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Dipartimento per i trasporti la Navigazione gli Affari Generali ed il Personale Giorgio Callegari – è frutto di un dialogo con l’Amministrazione comunale iniziato nel 2015.

Allora era stato emanato un decreto in cui Cuneo veniva accorpata agli uffici della Liguria. Sono venuto qui, ho visto il territorio, ho dialogato con l’Amministrazione, ho fatto mettere a norma le cose più urgenti per la sicurezza dei lavoratori e non vi fu accorpamento. Nel 2019, bisognava rinnovare la convenzione e venni ad Alba con l’idea di chiudere questo Centro, ma parlando con il sindaco di allora, uscii dall’incontro con una decisione completamente diversa.

Ci fu il rinnovo della convenzione e l’impegno da parte di entrambi di restaurare questo centro per renderlo più efficiente. Oggi penso che la presenza di questo servizio in questa zona debba essere incrementata per controlli ancora più accurati e più sicuri».

«Negli anni ho seguito la situazione del Centro Collaudi facendo da tramite e da collante tra l’Amministrazione comunale ed il Ministero – ha spiegato Claudio Piazza delegato nazionale e presidente regionale del settore Gpl metano per autotrazione della Confartigianato – Ho spronato entrambi per il restauro del Centro e poi ho seguito l’andamento dei lavori. Ringrazio il direttore Callegari per la fiducia che mi ha dato come suo delegato sul territorio per seguire questa vicenda. Inoltre, ringrazio l’Amministrazione albese per la fiducia accordatami in questi anni».
All’inaugurazione Centro Collaudi restaurato sono intervenuti anche il senatore Marco Perosino; Daniele Casetta, presidente zona di Alba di Confartigianato; Domenico Visca, vicepresidente di Zona e componente del Consiglio Generale della Fondazione CRC; Daniela Balestra, vicepresidente territoriale Confartigianato Cuneo; Carlo Napoli, segretario Confartigianato Imprese Piemonte; Alessandro Angelone, presidente di Confartigianato Autoriparazione; Flavio Merigo, direttore tecnico di NGV Italy; Renato Rolla, vicepresidente nazionale ANCoS Confartigianato.

Hanno partecipato gli assessori comunali Massimo Reggio, Bruno Ferrero e Marco Marcarino; i consiglieri comunali Elena Alessandria, Daniele Sobrero, Clelia Vezza, Alberto Gatto, Rosanna Martini e Claudio Tibaldi.

Tra i numerosi presenti, anche il consigliere della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo Giuliano Viglione.
Ha benedetto i rinnovati locali Don Franco Gallo, parroco di Mussotto.




Progetti di riciclo rifiuti bloccati in Piemonte

Diversi progetti di riciclo di rifiuti risultano bloccati in Piemonte, in assenza d’una normativa regionale sulla Cessazione della qualifica di rifiuto (End of Waster). La legge nazionale prescrive che siano le Regioni a legiferare, altrimenti le singole Province non sono in grado di autorizzare i vari progetti.
 

Questa la posizione del presidente del Coordinamento ambientalista rifiuti Piemonte (Carp), Fabio Tomei, nel corso dell’audizione in Quinta commissione. Il presidente della stessa commissione ha garantito la massima attenzione sul tema da parte del Consiglio regionale.

La legge 128 del 2019 infatti, indica negli enti come Regioni e Province i soggetti per il rilascio delle autorizzazioni agli impianti di recupero rifiuti sulla base di propri procedimenti di autorizzazione.

Tra i progetti fermi in diversi passaggi autorizzativi in Piemonte ci sono quelli per la produzione di biometano da rifiuti a Vercelli, Castelletto Cervo, Cavaglià, Salussola e Orfengo e quello per la produzione di combustibile solido secondario (Css) di Silvano d’Orba.

“Il blocco di questi progetti e di altri analoghi nel prossimo futuro, costituisce un grave ritardo nell’avvio dell’Economia circolare, perché riguarda gli investimenti nel settore del riciclo dei rifiuti urbani e speciali non pericolosi con gravi conseguenze economiche e sanitarie” ha concluso Tomei.

Barbara Squillace (Rondissone), Alba Riva (Vercelli), Oscar Brumasso (Torino) e Isabella Silva (Silvano d’Orba) hanno portato la testimonianza dell’attività svolta dai loro Comitati e Associazioni su rispettivi territori, chiedendo alla Regione di legiferare sull’Eow, in particolare sui rifiuti organici speciali, in primo luogo sui fanghi da depurazione, definendo gli standard tecnici  di pre-trattamento di tali rifiuti.

Nel corso dell’audizione sono poi giunte le richieste di programmare le necessità del Piemonte riguardo gli impianti di riciclo dei rifiuti organici, sia urbani che speciali, stabilendo norme per scongiurare i pericoli  di esplosione e incendi degli impianti per biometano, disturbi da odori molesti, inquinamento delle acque potabili e il rischio di diffusione sul territorio piemontese di rifiuti nocivi non-pre trattati, soprattutto nei terreni agricoli e nei sottofondi stradali.

Nell’attesa di definire le linee guida, secondo Carp è necessaria una moratoria per autorizzare i nuovi progetti per biometano.

Sono poi intervenuti diversi consiglieri, dei Gruppi M5s, Lega e Fi per approfondimenti.




Recovery Fund Confartigianato: “Fare presto e bene per costruire il futuro dell’Italia”

Abbiamo un’occasione straordinaria per costruire il futuro dell’Italia. Con l’utilizzo delle risorse europee – a partire dal MES e Sure per la cassa integrazione per proseguire con Next Generation EU ed il Bilancio Pluriennale europeo – dobbiamo riconquistare l’ambizione di progettare e la capacità di gestire un grande piano di investimenti che punti su grandi infrastrutture e piccole opere, digitalizzazione, innovazione tecnologica, qualità ed efficienza della Pubblica Amministrazione. Importante rilanciare il nostro sistema imprenditoriale, in cui la piccola impresa diffusa di territorio è il vero punto di forza».

Lo dichiara il Presidente nazionale di Confartigianato Giorgio Merletti secondo il quale «è fondamentale che l’Italia agisca unita e con determinazione sul dossier “Recovery Fund”. Il risultato del Consiglio europeo di fine luglio, con i 209 miliardi per l’Italia, necessita di un programma con progetti definiti e dettagliati e tempistiche stringenti per consentire al Paese di coglierne appieno le opportunità».

«Il premier Giuseppe Conte – commentano da Confartigianato – dia ora seguito all’impegno che aveva assunto nel corso degli Stati Generali dell’economia di delineare, con il concorso anche delle categorie produttive, le priorità del percorso di riforme. È fondamentale non solo fare presto ma anche assicurare il coinvolgimento proattivo delle forze economiche e produttive del Paese nella realizzazione di un programma nel quale si riconosca l’intero Paese».

«Siamo convinti, – aggiunge Luca Crosetto, Vicepresidente di SME United, l’organizzazione europea di rappresentanza delle PMI della quale Confartigianato è membro fondatore – che, se adeguatamente sostenuto, il modello della piccola impresa, esempio di sostenibilità economica, sociale e ambientale, sarà quello adatto a rispondere ai bisogni dei consumatori nei prossimi anni. L’unicità dei prodotti, la capacità e la cultura della personalizzazione, la qualità che deriva dalla tradizione del fatto a regola d’arte, la garanzia legata alla provenienza da un territorio specifico, caratteristiche peculiari di quelle che abbiamo definito aziende a valore artigiano, saranno requisiti ancor più ricercati e apprezzati dai mercati di tutto il mondo».

«È però necessario – aggiunge ancora Crosetto – garantire un accesso ai finanziamenti ed a un mercato unico che consenta alle micro e piccole imprese di esprimere il loro potenziale. Fondamentale, in questo senso, sostenere la liquidità e la solvibilità delle mPMI e garantire loro una rapida disponibilità di fondi. Preoccupa il budget dedicato all’interno di Next Generation EU per tre programmi – Horizon Europe, InvestEU e Just Transition Fund – la cui riduzione potrebbe minare la transizione delle micro e piccole imprese verso un’economia verde».




Torino. Da lunedi 31 agosto in consegna altre 270 mila mascherine 

Con la consegna della seconda e terza tranche di mascherine per 270mila pezzi, si completa a partire da lunedi mattina 31 agosto l’operazione sicurezza per le manifestazioni in calendario nei Comuni del territorio metropolitano torinese.

Oltre duecento le richieste arrivate a Città metropolitana di Torino nell’arco di una settimana da parte dei sindaci che, anche grazie alla consegna delle mascherine gratuite alla popolazione fornite dalla Regione Piemonte, possono dare il via al calendario di sagre e feste patronali.

“Ringrazio ancora una volta la Regione Piemonte – commenta il vicesindaco metropolitano – abbiamo fatto un bel lavoro di squadra, prova di collaborazione istituzionale a vantaggio del nostro territorio anche di quei Comuni piccoli e piccolissimi che da soli non sarebbero riusciti a mantenere in calendario le loro feste tradizionali di fine estate e dell’autunno. La sicurezza viene prima di tutto”.

Il ritiro avverrà anche questa volta presso il magazzino regionale della protezione civile in via Meucci 5 a DRUENTO: saranno i Comuni sede di COM – Centro operativo Comunale di protezione civile a ritirare le mascherine per tutti i Comuni del loro territorio, in modo da ottimizzare gli spostamenti e venire incontro alle difficoltà dei centri più piccoli.




PSR, contributi per la lavorazione e la vendita dei prodotti agricoli per contrastare i danni del Covid-19

Entro il 30 settembre 2020 si potranno presentare le domande per ottenere contributi per il bando della misura 4.1.1 del Psr del Piemonte riservato al sostegno delle imprese agricole colpite dai danni della pandemia di Covd-19 che intendano realizzare interventi per lo stoccaggio e per la vendita diretta delle produzioni.

I beneficiari sono gli imprenditori agricoli singoli.

Il sostegno prevede un contributo in conto capitale pari al 40% della spesa ammessa, con un massimo di 40.000 euro. La spesa minima ammessa è di 20.000 euro; quella massima di 100.000 euro.

Gli interventi ammessi a contributo devono essere indirizzati a sostenere prioritariamente la realizzazione di investimenti finalizzati a stoccaggio, lavorazione e vendita di prodotti atti all’alimentazione umana.

CLICCA PER LEGGERE IL BANDO

 




Confermati ieri pomeriggio i vertici del Comitato Torino Finanza

Sono lusingato della fiducia che i vertici della Camera di commercio ripongono in me e che credo si basi sulla massima attenzione che pongo alle esigenze del sistema economico torinese. – ha affermato Vladimiro RambaldiPer questo mi piace ricordare l’“Osservatorio sulle start up innovative” che ogni cinque anni analizza in profondità lo stato di salute dell’ecosistema torinese. Da qui abbiamo sviluppato l’idea di una futura piattaforma per darne la giusta visibilità e per mettere a disposizione utili strumenti di lavoro. Sono certo che diventerà un punto di riferimento per gli aspiranti imprenditori innovativi e un valido aiuto per la creazione di nuove start up.”

 

Continuare a puntare sull’educazione finanziaria del territorio è fondamentale in un periodo economico così delicato – ha commentato Dario Gallina, presidente della Camera di commercio di Torino, che ha riproposto i vertici anche per quest’anno – e la squadra del Comitato Torino Finanza sta funzionando bene, soprattutto a favore delle imprese. La ricerca di nuovi dati statistici e di prodotti digitali per far sviluppare l’innovazione del territorio, e la formazione per i futuri imprenditori sono i punti di forza di questa organizzazione.”

 

Il Comitato Torino Finanza ha portato avanti numerose iniziative di grande interesse per la Camera di commercio di Torino, di cui fa parte. Tra le più note, ricordiamo:

– il recente “PILNOW”, l’indice che fornisce in tempo reale lo stato di salute regionale, stimando trimestralmente il PIL piemontese

– l’“Osservatorio sui Confidi” che si è affermato come punto di riferimento nazionale sul tema e ha fatto conoscere il Comitato Torino Finanza in tutta Italia

– il progetto “Consapevolezza economica” che ha portato l’insegnamento dell’economia nelle scuole elementari, medie e superiori.

 

Il Comitato Torino Finanza è giunto al quarto rinnovo dalla sua costituzione nel 2006, che coincide anche con il trentesimo anniversario di “Torino Finanza” nella sua accezione allargata, comprendendo quindi gli anni di attività dell’Associazione che fu fondata nel 1990 dal compianto Franco Cellino.

 




Il presidente del Consiglio regionale condanna l’atto violento ed intimidatorio alla sede UGL a Torino

Esprimo massima solidarietà all’UGL per il grave atto di vandalismo e violenza politica commesso da sedicenti Rider durante la  manifestazione nel tardo pomeriggio di ieri.

Sono atti inaccettabili che vanno condannati affinché venga fermata ogni forma di intimidazione nel rispetto della democrazia e della rappresentanza. Non è alimentando disordini e violenza che si riescono ad individuare proposte e soluzioni proficue.

L’auspicio che in breve tempo le forze dell’ordine possano identificare e consegnare alla giustizia gli autori del vile assalto




Confindustria Piemonte: indagine congiunturale trimestrale

L’indagine congiunturale trimestrale, realizzata a settembre da Confindustria Piemonte, la terza durante l’emergenza Covid-19, conferma le attese ed è in linea con i risultati di analoghi sondaggi condotti a livello nazionale ed europeo.

Il clima di fiducia delle imprese piemontesi rimane pessimistico, ma gli indicatori migliorano in modo talvolta sensibile rispetto a giugno (mese immediatamente successivo alle fine del lockdown).

Le oltre 1.200 imprese del campione si attendono un miglioramento della situazione di mercato nei prossimi mesi. Gli indicatori registrano un marcato progresso rispetto allo scorso trimestre, pur restando al di sotto della soglia tra previsioni di aumento e diminuzione.

Nel comparto manifatturiero, il 17,1% delle imprese prevede un aumento della produzione, contro il 28,6% che si attende una diminuzione. Il saldo (pari a -11,5 punti percentuali) migliora di oltre 20 punti rispetto a giugno. Sostanzialmente analoghe le previsioni sugli ordinativi: il 19% si attende un aumento (contro il 32%).

Rallenta anche la velocità di caduta dell’export, ma le prospettive restano comunque molto incerte. Migliora il tasso di utilizzo degli impianti, che guadagna 4 punti rispetto a giugno, pur restando al di sotto della media storica.

Resta negativo l’andamento della redditività, ma si riduce la quota di aziende che si attendono un ulteriore peggioramento. Migliora la situazione dei pagamenti: la percentuale di imprese che segnalano ritardi diminuisce di quasi 20 punti, pur restando abbastanza elevata in prospettiva storica. Cala ma rimane elevato il ricorso alla CIG, esploso a livelli record nei mesi scorsi: a settembre il 39% delle aziende prevede di farvi ricorso (era il 55% a giugno).

Nella maggior parte dei settori le attese restano sfavorevoli, ma si osserva un’attenuazione del pessimismo. Fanno eccezione impiantisti, gomma-plastica e industria elettrica, che registrano saldi positivi dopo una fase decisamente cedente. Nel comparto metalmeccanico gli indicatori sono complessivamente un po’ più favorevoli della media, anche se la meccanica strumentale non dà segnali di assestamento.

Anche nel comparto dei servizi gli indicatori migliorano in misura apprezzabile rispetto a giugno ma la maggioranza delle imprese si attende, anche per gli ultimi mesi dell’anno, condizioni di mercato recessive. Aumenta il tasso di utilizzo delle risorse aziendali. Diminuisce di 10 punti il ricorso alla CIG, ancora elevato per gli standard del settore. In calo anche la quota di imprese che segnala ritardi nei pagamenti.

A livello territoriale gli indicatori migliorano in gran parte dei casi, ma le valutazioni delle imprese restano molto diverse. La situazione più difficile riguarda certamente il biellese, con attese fortemente negative, condizionate senza dubbio dall’andamento del settore tessile – uno dei più colpiti dalla recessione.

I miglioramenti più sensibili si registrano a Novara e soprattutto nel canavese. A Novara il saldo ottimisti-pessimisti ritorna sul livello di equilibrio dopo due trimestri fortemente negativi. Nel canavese il saldo torna addirittura in zona espansiva, tuttavia la sostenibilità di questa apparente svolta andrà verificata nei prossimi mesi.

Qualche miglioramento, in un quadro comunque ancora molto problematico, si osserva anche ad Alessandria, Cuneo, Verbania e Vercelli; il clima di fiducia rimane improntato al pessimismo, ma in attenuazione.

A Torino, non diversamente da quanto osservato a livello regionale, le attese delle imprese rimangono negative ma il miglioramento degli indicatori è significativo. Nell’industria, i saldi ottimisti-pessimisti riferiti a livelli produttivi e ordini totali migliorano di 25 punti rispetto a giugno; ancora in calo l’export, ma si riduce la percentuale di pessimisti e aumenta quella di ottimisti. Il ricorso alla CIG diminuisce di venti punti (da 59% a 39%), anche se resta molto elevato. Il tasso di utilizzo degli impianti si riporta al 70%.

L’indagine conteneva tre domande sintetiche sugli effetti del coronavirus, a due mesi dalla riapertura dopo il lungo lockdown. La maggioranza delle 1.200 aziende rispondenti (48,4%) giudica “significative ma recuperabili” le perdite complessive subite per effetto della crisi; un ulteriore 36,5% ritiene “limitato” l’impatto. Più pessimista il residuo 15,1% delle aziende, che ritiene “molto gravi” gli effetti economici del virus.

Restringendo la valutazione all’andamento del 2020, il 35,3% prevede una “contenuta” riduzione del fatturato; per il 32,7%, invece, la contrazione del fatturato sarà “forte” e per un più pessimista 4,8% sarà “molto forte”. All’estremo opposto si pone il 23,4% delle imprese che prevede di chiudere il 2020 con un fatturato “sostanzialmente stabile” rispetto allo scorso anno. Il 3,9% delle aziende rispondenti prevede addirittura un fatturato “in crescita”.

Quali tempi avrà la ripresa? La maggioranza delle imprese (37,5%) ritiene che il recupero dei livelli pre-crisi possa avvenire “entro il 2021. Secondo il 10,3% dei rispondenti i tempi saranno più brevi (“entro il 2020”) mentre per una percentuale di poco superiore (14,1%) saranno invece più lunghi (“entro il 2022 o oltre”). È elevata la quota di imprese (37,8%) che ritiene “non prevedibili” i tempi del pieno recupero. Irrilevante la percentuale di imprese che non vedono un futuro (0,3%).

«Il nostro sondaggio di settembre – commenta Marco Gay, Presidente di Confindustria Piemonte – fa registrare alcuni segnali incoraggianti ma non deve alimentare un eccessivo ottimismo. Le imprese sono ripartite e la maggioranza dichiara di avere subito perdite anche ingenti ma recuperabili nei prossimi mesi. Tuttavia le condizioni di mercato restano incerte, soprattutto all’estero; non possiamo dare per scontato che la ripresa sia ormai decollata e possa prendere velocità in modo lineare e automatico. Al contrario, molti fattori possono bloccare o invertire il percorso della ripresa: a partire dal rischio ancora concreto di nuove ondate di contagi e di un secondo lockdown».

«L’emergenza non è finita – commenta il Presidente dell’Unione Industriale di Torino, Giorgio Marsiaj. In questa delicata, complessa fase di riavvio dei meccanismi della crescita, è essenziale che al sistema produttivo vengano garantite le migliori condizioni per investire e produrre. Ci troviamo in un momento storico forse unico nel dopoguerra: avremo a disposizione risorse senza precedenti e potremo contare sul sostegno dell’Europa. È essenziale che gli sforzi vengano concentrati su poche, chiare priorità di lungo periodo, come hanno saputo fare i nostri partner europei, a partire da Francia e Germania. I programmi di investimento devono procedere in parallelo alle riforme strutturali».

Riportiamo in dettaglio i principali risultati dell’indagine.

Comparto manifatturiero.
Per le oltre 900 aziende del campione, prosegue si attenua la negatività delle attese. Le previsioni per il quarto trimestre 2020 su produzione, ordini, export e occupazione sono ancora negative ma in recupero rispetto alla rilevazione di giugno. Rallenta il ricorso agli ammortizzatori sociali, che interessa il 40% delle imprese.
In particolare il saldo sulla produzione totale passa da -33,3% a -11,5% e quello sugli ordinativi totali da -35,5% a -13,3%. Le attese sull’export passano da -29,7% a -14,5%. In parziale recupero anche le previsioni sull’occupazione, il cui saldo passa da -16,0% a -4,5%.
In questa situazione di incertezza, si accentua la correlazione tra produzione e propensione alle esportazioni: tutte le imprese, di ogni dimensione, subiscono una battuta di arresto. Le piccolissime esportatrici, che vendono all’estero meno del 10% del fatturato, registrano un saldo ottimisti pessimisti fortemente negativo (-17,5%), le piccole che esportano dal 10 al 30% del fatturato totalizzano -14,6%. Per le medie esportatrici, che esportano tra il 30 e il 60% del fatturato, il saldo è -8,7%, mentre per le grandi (oltre 60% del fatturato) è -0,9%.
Cresce l’ampiezza del divario tra la performance delle imprese con oltre 50 addetti e quelle più piccole, con saldi rispettivamente pari a +6,7% (era -19,1% a giugno) e -20,2% (era -40,4%).
Si attenua il ricorso alla CIG, quasi il doppio rispetto a giugno; ne fa richiesta il 39,2% delle aziende (dal 55,1% della scorsa rilevazione, a fine lockdown).
Il 16,1% delle rispondenti ha programmi di investimento di un certo impegno (erano il 15,9% a giugno). Recupera il tasso di utilizzo della capacità produttiva, che passa dal 65% al 69%.
Varia un poco la composizione del carnet ordini, in particolare calano le aziende con ordini per meno di un mese (27,1%) e aumentano quelle con visibilità 1-3 mesi (48,8%). Restano più o meno stabili quelle che hanno ordinativi per un periodo di 3-6 mesi (14,6%) e oltre i 6 mesi (9,5%).
Si assestano i tempi di pagamento che, dopo un temporaneo aumento, tornano di 85 giorni; per la Pubblica Amministrazione i tempi medi sono di 89 giorni. È fornitore degli enti pubblici circa il 18% delle aziende manifatturiere. Cala significativamente il numero di imprese che segnalano ritardi negli incassi (36,3%).

A livello settoriale la metalmeccanica registra un saldo ancora negativo tra ottimisti e pessimisti (-8,1%); soffrono in particolare metallurgia (-14,3%) e macchinari e apparecchi (-16,9%). Prosegue il momento positivo per l’industria elettrica (+6,5%); recupera l’automotive (+10,0%).

Tra gli altri comparti manifatturieri, spicca l’andamento ancora negativo di legno (-45,0%), cartario-grafico (-32,4%), tessile-abbigliamento (-26,1%), chimica (-13,0%), manifatture varie (-10,5%), alimentare (-5,7%), edilizia (-6,1%). Inversione di tendenza per la gomma-plastica (+7,4%) e per gli impiantisti (-16,7%).

A livello territoriale gli indicatori migliorano in gran parte dei casi, ma le valutazioni delle imprese restano molto diverse. A Novara il saldo ottimisti-pessimisti ritorna sul livello di equilibrio dopo due trimestri fortemente negativi. Nel canavese il saldo torna addirittura in zona espansiva, con un balzo di oltre 50 punti rispetto a giugno; tuttavia la sostenibilità di questa apparente svolta andrà verificata nei prossimi mesi.

Qualche miglioramento, in un quadro comunque ancora molto problematico, si osserva anche ad Alessandria, Cuneo, Verbania e Vercelli; il clima di fiducia rimane improntato al pessimismo, ma in attenuazione.

A Torino, non diversamente da quanto osservato a livello regionale, le attese delle imprese rimangono negative ma il miglioramento degli indicatori è significativo.
A livello territoriale, il clima di fiducia migliora in molte aree del Piemonte, ma le valutazioni sono molto eterogenee. Clima positivo nella zona di Ivrea e a Novara (con saldi rispettivamente +5,0% e 0,0%). Ancora negative ma in miglioramento le attese a Alessandria (-13,1%), Cuneo (-16,1%), Verbania (-11,5%) e Vercelli (-10,8%), Torino (-6,3%). Situazione ancora fortemente negativa a Biella (-28,2%), territorio profondamente colpito dalla crisi del tessile.

Comparto dei servizi
Per le quasi 350 aziende del campione si confermano indicatori negativi, come a marzo e giugno.

In particolare, il saldo ottimisti-pessimisti sui livelli di attività passa da -17,5% a -2,6%. Quello ordini totali passa da -18,1% a -5,2%. Il saldo sull’occupazione da -3,1% a -2,3%.
Le imprese con programmi di investimento di un certo rilievo passano da 14,5%, a 15,2%.
Recupera il tasso di utilizzo delle risorse (78%), mentre si assesta il ricorso alla CIG, che passa dal 36,7% al 26,3%.

Anche nel terziario si registra qualche variazione per la composizione del carnet ordini. Scendono al 12,3% le aziende con ordini per meno di un mese, il 39,0% ha ordinativi per un periodo di 1-3 mesi, il 22,6% per 3-6 mesi, mentre scendono a 26,1% quelle con visibilità oltre i 6 mesi. Migliorano i tempi di pagamento. La media è di 70 giorni: il ritardo scende a 89 per la Pubblica Amministrazione, con cui ha rapporti di fornitura circa il 45% delle aziende del campione. In aumento le imprese che segnalano ritardi negli incassi (55%).

A livello settoriale, com’era prevedibile, recuperano i trasporti (5,6%), le utility (+25,0%) e gli altri servizi (+1,1%). Ancora leggermente negativi i servizi alle imprese (-1,4%) e l’ICT (-5,4%), mentre il comparto commercio e turismo continua a soffrire profondamente (-19,6%).




Consiglio regionale: via libera alla riduzione Irap

La prima Commissione, presieduta da Carlo Riva Vercellotti, ha dato parere positivo alla delibera con cui la Giunta regionale varerà le riduzioni dell’Irap per alcune categorie.

La delibera prevede la riduzione dello 0,92% dell’Irap per le aziende che da fuori regione si insediano in Piemonte e per le aziende di nuova costituzione. Agevolazioni, attraverso deduzioni sull’imponibile Irap, sono previste per le imprese che assumono personale a tempo indeterminato  o lavoratori stagionali,  o che stabilizzino contratti a tempo determinato.

“Non è una soluzione ai problemi delle aziende”, ha spiegato l’assessore al bilancio Andrea Tronzano, “ma un segnale della direzione che intendiamo prendere per favorire gli insediamenti di nuove aziende e l’occupazione”.

Alla richiesta di Marco Grimaldi (Luv) di considerare tra i beneficiari delle agevolazioni Irap anche le aziende che da fuori Regione rilevano rami di aziende fallite in Piemonte, per garantire i posti di lavoro, gli uffici tecnici hanno risposto che dovrebbero essere comprese nel provvedimento.

Richieste di maggiori specificazioni su un articolo della delibera, al fine di evitare confusioni e necessità di ulteriori chiarimenti, sono venute da Davide Nicco (Fdi). Alberto Avetta (Pd) ha ricordato la proposta di legge del suo gruppo a favore dell’occupazione femminile. L’assessore al bilancio ha risposto che lo spazio per le considerazioni finanziarie su questo tema è nel bilancio di previsione 2021, che dovrebbe essere esaminato nei prossimi mesi dal Consiglio regionale.




CCIAA Torino: marchi storici torinesi, sul web l’archivio completo

E’ on line  un portale che racconta la storia della creatività e del marketing torinesi attraverso l’archivio dei marchi depositati negli anni presso la Camera di commercio di Torino.

Tutti i verbali sono oggi consultabili grazie ad un ampio lavoro di digitalizzazione iniziato nel 2012 e realizzato in collaborazione con Ismel.

Da lunedì 2 novembre una mostra presso l’Accademia Albertina espone i lavori di studenti che hanno rielaborato alcuni marchi storici del settore tessile.

1.500 metri quadri, 16 km di corridoi, centinaia di scaffali: questa la dimensione del capannone di cemento che nelle campagne di Ciriè ospita l’archivio storico della Camera di commercio di Torino.

Qui sono ordinati migliaia di fascicoli che, dalla fine dell’Ottocento, raccontano le storie di grandi realtà economiche e di piccole aziende di famiglia del torinese. Tra i documenti sono conservati anche i verbali dei marchi registrati a Torino fin dal 1926: si tratta di manoscritti e stampati, che, pur ingialliti, raccontano la storia economica e culturale di Torino e testimoniano l’evoluzione dei gusti e delle esigenze del mercato del tempo.

 

Da oggi, dopo un ampio lavoro di digitalizzazione iniziato nel 2012, nell’ambito dell’attività del Punto Impresa Digitale, questo immenso patrimonio storico è consultabile liberamente sul sito www.matosto.it

 

MaToSto® – acronimo di Marchi Torinesi nella Storia – è la banca dati digitale che la Camera di commercio di Torino ha creato per mettere a disposizione del pubblico i verbali delle domande di registrazione di marchi nazionali ed internazionali custoditi nel nostro archivio – ha dichiarato il Presidente dell’ente camerale Dario Gallina. – Si tratta di un patrimonio di straordinaria importanza e non solo da un punto di vista culturale: esistono infatti marchi storici anche molto celebri, che attualmente sono “liberi”, ovvero non rinnovati e non utilizzati da almeno cinque anni, che possono essere riportati in vita per nuove iniziative imprenditoriali“.

 

Il sito

Contiene ad oggi la digitalizzazione di oltre 35.000 verbali depositati dal 1926 alla fine degli Anni Sessanta: mancano solo quelli degli anni 1941 e 1942 andati perduti nell’incendio di Palazzo Morozzo, ex sede della Camera di commercio, avvenuto durante il bombardamento di Torino dell’8 dicembre 1942.

I verbali di MaToSto® descrivono 20.466 marchi verbali, 14.045 marchi figurativi e 4.682 estensioni internazionali.

 

L’unicità della banca dati consiste proprio nei documenti che propone: compaiono, infatti, tutte le domande di registrazione presentate dalle grandi aziende del territorio (tra cui Fiat, GFT, Cinzano, Martini e Rossi, Schiapparelli, Venchi, ecc.), ma anche quelle di piccole realtà artigianali o familiari. Non mancano le registrazioni delle grandi aziende straniere (del cinema, della cosmesi, del settore meccanico e di quello agroalimentare, ma non solo!) che, prima di portare in Italia i rispettivi prodotti, ne registravano i famosi marchi. I depositi pervenivano all’ente in forma autonoma o per lo più proposti dai principali studi di consulenza in Proprietà intellettuale torinesi, che ancora oggi sono leader in Italia.

 

Tra le domande depositate compaiono anche quelle che non hanno visto il rilascio o quelle che, pur rilasciate, spesso per questioni politiche sono state successivamente ritirate dai loro titolari.

 

Sono anche presenti tutte le domande di estensione internazionale dei marchi, cresciute esponenzialmente nel tempo a testimonianza della sempre maggiore apertura del nostro territorio verso i mercati esteri: i marchi internazionali infatti passano dal 10% del totale fino al 1968 al 64% negli anni successivi.

 

Sono infine presenti tutte le immagini, i loghi, le scritte, le scelte grafiche e stilistiche, le icone femminili o infantili, i claim pubblicitari dell’epoca, tutte testimonianze del gusto e della cultura di quegli anni.

 

Nella consapevolezza dell’importanza di queste testimonianze, MaToSto® da banca dati è diventata un progetto, condiviso con ISMEL (Istituto per la memoria e la cultura del lavoro, dell’impresa e dei diritti sociali), che da un lato coinvolge i giovani studenti in un percorso di formazione in materia di beni culturali e che dall’altro si rivolge al mondo imprenditoriale, per promuovere nuovi utilizzi dei marchi storici.

 

Come afferma Giovanni Ferrero, Presidente ISMEL: “MATOSTO®, un archivio storico di marchi d’impresa e di prodotto, diventa digitale e si offre alla consultazione del pubblico; i suoi contenuti stimolano originali forme di didattica partecipata, fino a diventare gioco digitale e sostegno del made in Italy attraverso la loro reinterpretazione in chiave moderna da parte di studenti e docenti dei nostri Atenei. Una collaborazione con la Camera di commercio di Torino di cui ISMEL, istituto nato per dare nuova vita alla memoria e alla cultura del lavoro, è particolarmente fiero“.

 

La mostra

Apre lunedì 2 novembre presso l’Accademia Albertina l’esposizione dei 57 lavori realizzati dagli studenti della classe di Tecniche Grafiche Speciali del professor Stefano W. Pasquini. Nel corso di un semestre gli studenti hanno analizzato l’estetica di una serie di marchi, legati perlopiù al comparto tessile, dal 1926 ai primi anni ’30, di aziende che nel corso degli anni hanno perso la loro operatività. In un’operazione a metà tra il nostalgico e il tecnologico, gli allievi del corso di Tecniche Grafiche Speciali hanno voluto pensare a una contemporaneizzazione di questi marchi, catapultandoli negli ambiti a loro familiari: quello della grafica, dell’arte contemporanea, della fotografia e della pubblicità.

 

Paola Gribaudo, Presidente della Accademia Albertina così commenta il lavoro svolto dai ragazzi: “Questa collaborazione con la Camera di commercio di Torino è importante non solo per gli studenti, che hanno la possibilità di avvicinarsi a sfaccettature del mondo del lavoro che probabilmente non conoscevano, ma anche per tutti noi, che tramite la riscoperta di questi marchi storici abbiamo la possibilità di fermarci a riflettere sulla storia e sulla creatività dell’industria e dell’artigianato del paese”.