Parte la Fase2 per costruire la sanità di territorio

Analizzare e certificare le carenze strutturali che l’emergenza Coronavirus ha messo in luce sul sistema sanitario piemontese e da lì ripartire con una programmazione che sappia costruire la sanità di territorio è l’obiettivo che la Regione ha deciso di assegnare a figure autorevoli del mondo istituzionale, medico e scientifico.

Il gruppo di lavoro, formalizzato con una delibera di Giunta approvata il 20 aprile, è presieduto da Ferruccio Fazio, oggi sindaco di Garessio, medico nucleare, da maggio a dicembre 2009 viceministro della Salute che gestì l’emergenza provocata dalla cosiddetta influenza suina coordinando l’Unità di Crisi nazionale incaricata di affrontare la pandemia, dal dicembre 2009 al novembre 2011 ministro della Salute.

Al suo fianco Giovanni Di Perri, responsabile delle Malattie infettive dell’Ospedale Amedeo di Savoia di Torino, Guido Giustetto, presidente dell’Ordine dei Medici di Torino, Pietro Presti, coordinatore straordinario per il Coronavirus dell’Asl di Vercelli ed esperto in management strategico, innovazione nel settore sanitario e scienze della vita, e Massimiliano Sciretti, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Torino. Partecipa ai lavori anche Alessandro Stecco, neuroradiologo e presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale.

Nel dettaglio, al gruppo viene affidato il compito di formulare delle proposte per il miglioramento dell’assistenza territoriale, analizzandone il contesto attuale alla luce delle crescenti criticità cumulatesi negli ultimi anni, ma anche mettendo a confronto l’esperienza piemontese con quella di altre Regioni italiane.

Il risultato da ottenere è la costruzione di una strategia per la futura programmazione sanitaria che rivolga particolare attenzione alla medicina di territorio e al corretto rapporto tra assistenza ospedaliera e territoriale. Durante la sua attività si interfaccerà con i rappresentanti di tutte le categorie di riferimento sia in ambito accademico che sanitario.

Nel ringraziare tutti gli esperti del gruppo, a cominciare da Ferruccio Fazio, per la grande disponibilità a mettere le proprie competenze a servizio della Regione e del territorio, il presidente Alberto Cirio vuole mettere in chiaro che “accanto a una Fase2 per l’economia al Piemonte serve anche una Fase2 per la sanità.

Dobbiamo fare un’analisi accurata delle carenze strutturali: oggi che le ferite sono ancora aperte siamo in grado di capire dove il sistema necessita di maggiori interventi, e da lì ripartiremo per costruire una reale medicina di territorio. Parlo di costruire e non di ricostruire, perché la grande carenza in questa pandemia è stata la rete organizzativa di medicina territoriale. Dobbiamo progettare il ritorno alla regolare attività delle nostre strutture ospedaliere, ma ancor di più elaborare un programma per costruire un reale rapporto ospedale-territorio”.

L’assessore alla Sanità, Luigi Icardi, rileva che “insieme predisporremo un programma non solo di medio e lungo periodo, ma anche immediato, per essere pronti ad affrontare l’evolversi di questa pandemia e una nuova emergenza se dovesse ricapitare a breve. Le criticità strutturali che il sistema ha mostrato nella sua organizzazione territoriale e l’esperienza maturata, in questo momento di enorme emergenza, saranno la base su cui costruire il futuro della sanità piemontese”.

Come ha voluto precisare Fazio, “si vuole verificare l’attuale funzionalità delle sanità territoriale piemontese, identificare le cause di eventuali criticità e trovare i correttivi da attuare, ridisegnando una mappa efficiente ospedale-territorio. Ciò al fine di avere una risposta tempestiva della medicina territoriale sia nel breve periodo, nel caso in cui dopo l’estate la pandemia si ripresentasse, affrontandola in modo puntuale e intercettando i nuovi casi più alla periferia, sia nel lungo periodo usando la medicina territoriale per gestire al meglio le malattie croniche».

L’isediamento del gruppo di lavoro avverrà domani pomeriggio, alla presenza del presidente Cirio e dell’assessore Icardi. Tra i primi incontri in programma quelli con il Comitato tecnico-scientifico dell’Unità di Crisi della Regione e con la Commissione Sanità del Consiglio regionale.




Esercizi commerciali chiusi il 25 aprile e il 1° maggio

Il presidente Alberto Cirio ha firmato un’ordinanza che prevede la chiusura di tutti gli esercizi commerciali il 25 aprile e il 1° maggio, ad eccezione di farmacieparafarmacie e degli esercizi dedicati alla vendita esclusiva di prodotti sanitari.

Aperte anche le edicole, i distributori di carburanti e le aree di servizio sulla rete autostradale.

Consentite le consegne a domicilio per tutti i settori merceologici, da eseguire nel rispetto delle regole di sicurezza.




Soffocati dalla burocrazia: Torino tra le province più penalizzate

Ammonta a 57,2 miliardi di euro il costo che ogni anno grava sulle imprese italiane a causa del cattivo funzionamento della nostra burocrazia che – avvolta da un coacervo di leggi, decreti, ordinanze, circolari e disposizioni varie – rende sempre più difficile il rapporto tra le imprese e la Pubblica amministrazione.

Basti pensare che al netto delle disposizioni prese dalle singole regioni, in questi ultimi 2 mesi il Governo ha approvato una dozzina di decreti, costituiti da oltre 170 pagine, per fronteggiare l’emergenza Covid-19.

Molti dei quali, segnala la CGIA, pressoché indecifrabili: come, ad esempio, il decreto liquidità che ha messo in grosse difficoltà le strutture operative sia delle banche sia del Fondo di garanzia gestito dal Mediocredito Centrale.

A distanza di 10 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, infatti, nessuna impresa è ancora riuscita a ottenere 1 euro di prestito.

Senza contare che da parecchie settimane commercialisti, consulenti del lavoro e associazioni di categoria sono letteralmente sommersi dalle telefonate degli imprenditori che non sanno se e come possono slittare il pagamento delle tasse, come ricorrere alla CIG, quando verrà erogata ai propri dipendenti o se possono tornare a operare.

Abbiamo 160 mila norme contro le 5.500 della Germania Dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo: “In Italia si stima vi siano 160.000 norme, di cui 71.000 promulgate a livello centrale e le rimanenti a livello regionale e locale. In Francia, invece, sono 7.000, in Germania 5.500 e nel Regno Unito 3.000.

Tuttavia, la responsabilità di questa iper legiferazione è ascrivibile alla mancata abrogazione delle leggi concorrenti e al fatto che il nostro quadro normativo negli ultimi decenni ha visto aumentare esponenzialmente il ricorso ai decreti legislativi che, per essere operativi, richiedono l’approvazione di numerosi decreti attuativi. Questa procedura ha aumentato a dismisura la produzione normativa in Italia, gettando nello sconforto cittadini e imprese che ogni giorno sono chiamati a rispettarla”.

Uno spaccato, quello fotografato dall’Ufficio studi della CGIA, che fa rabbrividire.

“Tuttavia – segnala il segretario della CGIA Renato Mason – una soluzione è praticabile. Si potrebbe, ad esempio, ridurre il numero delle leggi attraverso l’abrogazione di quelle più datate, evitando così la sovrapposizione legislativa che su molte materie ha generato incomunicabilità, mancanza di trasparenza, incertezza dei tempi ed adempimenti sempre più onerosi, facendo diventare la burocrazia un nemico invisibile e difficilmente superabile”.

Le imprese di Milano, Roma e Torino sono le più penalizzate L’Ufficio studi della CGIA ha provato a stimare a livello provinciale/regionale a quanto ammonta il peso della burocrazia sulle imprese di quelle aree geografiche, calcolando l’incidenza del valore aggiunto sui 57,2 miliardi di euro di costo annuo elaborato dall’IstitutoAmbrosetti .

In questa simulazione, ovviamente, risultano essere maggiormente penalizzate quelle realtà territoriali dove è maggiore la concentrazione di attività economiche che producono ricchezza.

La provincia dove il costo annuo sostenuto dalle imprese per la gestione dei rapporti con la Pubblica Amministrazione è superiore a tutte le altre è Milano con 5,77 miliardi di euro. Seguono Roma con 5,37, Torino con 2,43, Napoli con 1,97, Brescia con 1,39 e Bologna con 1,35 miliardi di euro.

Le realtà imprenditoriali meno “soffocate” dalla burocrazia sono quelle di Enna (87 milioni di euro), Vibo Valentia (82 milioni) e Isernia (56 milioni di euro).

Cosa si potrebbe fare per migliorare l’efficienza della nostra Pubblica amministrazione, alleggerendo così i costi amministrativi delle aziende? Innanzitutto, come dicevamo più sopra, bisogna semplificare il quadro normativo. Cercare, ove è possibile, di non sovrapporre più livelli di governo sullo stesso argomento e, in particolar modo, accelerare i tempi di risposta della Pubblica amministrazione.

Con troppe leggi, decreti e regolamenti i primi penalizzati sono i funzionari pubblici che nell’incertezza si “difendono” spostando nel tempo le decisioni.

Nello specifico è necessario:

migliorare la qualità e ridurre il numero delle leggi, analizzando più attentamente il loro impatto, soprattutto su micro e piccole imprese;

monitorare con cadenza periodica gli effetti delle nuove misure per poter introdurre tempestivamente dei correttivi;

consolidare l’informatizzazione della Pubblica amministrazione, rendendo i siti più accessibili e i contenuti più fruibili;
far dialogare tra di loro le banche dati pubbliche per evitare la duplicazione delle richieste;

permettere all’utenza la compilazione esclusivamente per via telematica delle istanze;

procedere e completare la standardizzazione della modulistica;

accrescere la professionalità dei dipendenti pubblici attraverso un’adeguata e continua formazione.




CCIAA Novara: webinar “Le nuove configurazioni dell’ufficio estero”

Nell’ambito del Progetto SEI – Sostegno all’Export dell’Italia – l’Azienda Speciale E.V.A.E.T., in collaborazione con Promos Italia e NIBI, organizza un webinar dedicato alle “Nuove configurazioni per l’ufficio estero: nuovi strumenti e nuove figure professionali fuori e dentro dell’azienda” che si terrà lunedì 4 maggio dalle ore 9:30 alle ore 13:30.
Il webinar illustra il metodo per scegliere il modello organizzativo più adatto, costruire e mantenere organizzazioni per l’export e commenta alcune delle più recenti innovazioni, senza tralasciare i consigli pratici su come identificare, selezionare, reclutare, formare, mantenere e contrattualizzare le varie figure professionali coinvolte.
Programma:
• Leggere i processi di internazionalizzazione: dal check up al business plan, gli impatti sull’organizzazione
• Le figure principali e come stanno cambiando: backoffice, corrispondente estero, junior export manager, export manager, Temporary Export Manager, TREM, LEM
• Valutare le figure professionali dell’export
• Quale struttura per ogni scelta strategica, vantaggi e svantaggi, costi fissi e variabili, problematiche di riservatezza, investimento sulla conoscenza e protezione dei segreti commerciali
• Modelli organizzativi innovativi, figure professionali tra internazionalizzazione e digitalizzazione
• Costruire un sistema di aggiornamento, motivazione e incentivazione per l’ufficio estero
• Opportunità di contrattualizzazione per le figure esterne
• Il sistema informativo per l’ufficio estero: tutte le app per knowledge management, CRM, comunicazione interna
Interverrà Rita Bonucchi, docente NIBI in strategia e marketing internazionale. Consulente di marketing internazionale, digital marketing e marketing per la cultura e il territorio. Amministratore di Bonucchi e associati srl. Cofounder Tiger Project Malaysia.
MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE: la partecipazione è gratuita con priorità per le imprese della provincia di Novara, per iscriversi occorre registrarsi al link sottostante e compilare i campi richiesti. Riceverete una email con l’indirizzo web cui collegarsi in prossimità dell’orario di svolgimento del webinar.
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Sostegno alle imprese, prorogata la scadenza del bando

La Regione ha prorogato al 30 settembre il termine per accedere ai finanziamenti del bando “Sostegno agli investimenti per lo sviluppo delle imprese e per l’ammodernamento e innovazione dei processi produttivi”.

Il differimento è stato disposto per venire incontro alle esigenze del mondo produttivo e, in particolare dell’artigianato e del commercio, provati da questo difficile periodo di emergenza. I fondi disponibili ammontano a 33 milioni di euro.

La misura può essere utilizzata dalle imprese anche per sostenere gli investimenti necessari a modificare i propri processi produttivi e di lavoro, per adeguarli alle esigenze di sicurezza e distanziamento sociale derivanti dall’emergenza sanitaria e alle necessità legate all’attivazione e al rafforzamento dello smart working.

“Sappiamo benissimo – commenta l’assessore regionale alle Attività Economiche e Produttive, Andrea Tronzano – che il futuro del nostro territorio passa dalla capacità dei nostri settori produttivi, artigianali e del commercio di potersi rimettere in carreggiata dopo il blocco determinato dall’emergenza sanitaria. Siamo consapevoli che le risorse che abbiamo messo in campo non abbiano la potenza di quelle dell’Unione Europea, ma aiutano e affiancano in modo adeguato e in questo caso servono soprattutto per la sicurezza e per il rafforzamento dello smart working. Presto daremo vita ad altre misure, che stiamo completando di concerto con le forze produttive, per dare l’aiuto concreto per ripartire con fiducia”.

Allegati

La determina di proroga
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Carlo Picco nominato per la Regione in Compagnia Sanpaolo

Il Consiglio regionale del Piemonte si è riunito oggi per votare la nomina del rappresentante della Regione nella Compagnia di San Paolo. Si è trattato di una riunione mista in video conferenza e con la presenza a scaglioni dei consiglieri stessi, obbligati dal regolamento a votare con la partecipazione fisica in Aula e il deposito della scheda nell’urna.

È risultato eletto, con 33 voti a scrutinio segreto, il dottor Carlo Picco (Annamaria Poggi 5, Renato Cambursano 1).

Il presidente del Consiglio Stefano Allasia, ha ricordato che “la nomina era in scadenza e, vista la giusta rigidità del regolamento, con l’ufficio di presidenza e la conferenza dei capigruppo, abbiamo deciso per questa inedita convocazione. I consiglieri che hanno partecipato al voto sono entrati uno alla volta, nel rispetto delle distanze e dei divieti di assembramento. Gli arrivi sono stati contingentati tenendo conto anche della provenienza di ciascun consigliere e della distanza dalla sua abitazione a Palazzo Lascaris”.




Coronavirus, 21.144 le persone positive, guarite 2.625

Il numero di pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, è di 2.625 (185 in più di ieri): 233 (+40) in provincia di Alessandria, 98 (+7) in provincia di Asti, 104 (+4) in provincia di Biella, 275 (+15) in provincia di Cuneo, 219 (+3) in provincia di Novara, 1.359 (+66) in provincia di Torino, 139 (+10) in provincia di Vercelli, 158 (+35) nel Verbano-Cusio-Ossola, 40 (+5)  provenienti da altre regioni. Altri 1.672 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

Sono 77 i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi, di cui 23 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente dall’Unità di crisi può comprendere anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale complessivo è ora di 2.379 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 466 ad Alessandria, 119 ad Asti, 147 a Biella, 175 a Cuneo, 220 a Novara, 991 a Torino, 136 a Vercelli, 99 nel Verbano-Cusio-Ossola, 26 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

I contagi sono 21.144 (+563 rispetto a ieri), le persone finora risultate positive al “Covid-19” in Piemonte: 2.802 in provincia di Alessandria, 1.113 in provincia di Asti, 783 in provincia di Biella, 2.056 in provincia di Cuneo, 1.987 in provincia di Novara, 10.157 in provincia di Torino, 976 in provincia di Vercelli, 936 nel Verbano-Cusio-Ossola, 217 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 117 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.




Cirio: “Guardiamo al 4 maggio con positività e speranza”

Il presidente Alberto Cirio guarda alla data del 4 maggio “con grande positività e speranza. Lavoriamo per avere quel giorno davvero la possibilità di ripartire.

Ma questa è un’emergenza sanitaria, per cui ripartiremo soltanto quando ce lo diranno i dati dei sanitari, dei medici, degli scienziati.

E il giorno dopo non sarà più come prima: sarà una nuova normalità con cui dovremo confrontarci e con cui dovremo imparare a convivere. Dovremo accettarla, cambieranno alcune nostre abitudini, si introdurrà qualche nuova regola, ma ci permetterà di ripartire. I prossimi giorni saranno decisivi”.

Nella diretta Facebook di ieri sera il presidente Alberto Cirio ha ammonito che “la questione dell’orto non diventi la scusa per andare nella propria seconda casa, mi affido al buonsenso di tutti. Attenzione: l’orto non può essere il giardino della seconda casa, bisogna essere molto chiari. L’orto è solo quel piccolo fazzoletto di terreno che uno coltiva per il proprio sostentamento. Questo si può fare. Abbiamo fatto tanti sacrifici, stiamo vedendo la luce in fondo al tunnel anche se l’attenzione deve rimanere alta e dobbiamo sopportare ancora le misure di contenimento perché tutto possa passare più in fretta”.

Inoltre Cirio ha annunciato su Facebook che “i laboratori di Cuneo, dell’Amedeo di Savoia di Torino e dell’Università del Piemonte orientale hanno già effettuato una serie di test per creare un protocollo piemontese da sottoporre allo Stato per la validazione dei sierologico e nei prossimi giorni avremo novità importanti. I test sierologici sono un tema delicato, purtroppo non è ancora arrivata una parola chiara da parte dell’Istituto Superiore di Sanità, e questo è un peccato. Il test dà la patente di indennità a chi ha già fatto la malattia. Chi ce l’avrà potrà tornare al lavoro prima e muoversi con maggiore sicurezza”.




Protezione civile: pioggia in arrivo in Piemonte

Un sistema perturbato di origine atlantica tende a raggiungere l’Italia, apportando un graduale peggioramento su tutte le regioni, con piogge più significative a ridosso dei rilievi di Piemonte ed Emilia-Romagna e un rinforzo dei venti orientali specie sulle estreme regioni del Sud.

Sulla base delle previsioni disponibili, il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le regioni coinvolte – alle quali spetta l’attivazione dei sistemi di protezione civile nei territori interessati – ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse. I fenomeni meteo, impattando sulle diverse aree del Paese, potrebbero determinare delle criticità idrogeologiche e idrauliche che sono riportate, in una sintesi nazionale, nel bollettino nazionale di criticità e di allerta consultabile sul sito del Dipartimento.

L’avviso prevede dalle prime ore di domani, lunedì 20 aprile, precipitazioni abbondanti su Piemonte ed Emilia-Romagna. Dal primo mattino di domani, inoltre, si prevedono venti da forti a burrasca dai quadranti orientali sulla Sicilia, in estensione nel corso del pomeriggio alla Calabria centro-meridionale, con possibili mareggiate lungo coste esposte.
Sulla base dei fenomeni previsti è stata valutata per la giornata di domani, lunedì 20 aprile, allerta gialla sul Piemonte occidentale, sull’area meridionale dell’Emilia-Romagna, su Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise e su gran parte della Puglia.
Il quadro meteorologico e delle criticità previste sull’Italia è aggiornato quotidianamente in base alle nuove previsioni e all’evolversi dei fenomeni, ed è disponibile sul sito del Dipartimento della Protezione Civile, insieme alle norme generali di comportamento da tenere in caso di maltempo. Le informazioni sui livelli di allerta regionali, sulle criticità specifiche che potrebbero riguardare i singoli territori e sulle azioni di prevenzione adottate sono gestite dalle strutture territoriali di protezione civile, in contatto con le quali il Dipartimento seguirà l’evolversi della situazione.



Regione Piemonte: le richieste al Governo per lavoro e agricoltura

Più soldi per la cassa in deroga, sostegno al reddito per i lavoratori intermittenti, coinvolgimento dei disoccupati italiani e di coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza per far fronte alle necessità del comparto agricolo, soprattutto in vista della stagione della raccolta: è quanto chiedono gli assessori regionali al Lavoro, Elena Chiorino, e all’Agricoltura, Marco Protopapa ai ministri Nunzia Catalfo (Lavoro) e Teresa Bellanova (Agricoltura).

“In primo luogo – spiega Chiorino – ho segnalato che dai dati ad oggi in nostro possesso e considerata anche l’assegnazione prevista nel secondo riparto, il Piemonte ha ancora risorse per soli 15 giorni lavorativi ai ritmi attuali di presentazione delle domande per la cassa in deroga. Gli stessi dati dimostrano che, per garantire le 9 settimane di copertura, al Piemonte mancano 141 milioni di euro per coprire il fabbisogno totale di 315. Ho inoltre sottolineato la necessità di avere maggiore chiarezza per quanto riguarda le misure di sostegno al reddito per i lavoratori intermittenti, che pare siano coperti solo in parte in base alle normative vigenti.

Essendo una categoria di lavoro precario, ritengo vadano sostenuti in modo completo e senza lasciare indietro nessuno”. “Urgente esigenza – rileva l’assessore Protopapa – è inoltre quella, da parte del comparto agricolo italiano, di circa 250.000 lavoratori necessari per fronteggiare la stagione della raccolta. Durante un incontro svoltosi con il ministro Bellanova, è emersa l’opportunità di valutare il coinvolgimento di tutti quei cittadini italiani che si sono trovati improvvisamente senza occupazione e che, in alcuni casi, non possono godere nemmeno delle tutele e del supporto necessario per far fronte al periodo di chiusura”.