Giorgio Felici (Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte): “Ci aspettiamo ulteriori forme di aiuto alle imprese”

La conferma della fiducia in Aula del Senato sul Decreto Sostegni (che ora deve passare alla Camera) dà un primo importante via libera ad alcuni interventi che recepiscono le sollecitazioni di Confartigianato per consentire alle piccole imprese di affrontare l’impatto della crisi pandemica.” Lo afferma Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte.

“Tuttavia, – prosegue Felici – ci aspettiamo ulteriori forme di aiuto alle imprese che hanno subìto i maggiori effetti della crisi pandemica. Riserviamo molta attesa nelle promesse del Governo e confidiamo che nell’emanando decreto ‘Ristori bis’ siano previsti ulteriori ristori economici per coprire parte dei costi fissi sostenuti nel periodo di crisi, anche tramite sgravi di imposta, la reintroduzione del credito d’imposta sui canoni di locazione pagati, l’estensione del regime di garanzia sui prestiti e le moratorie delle rate di mutui e leasing alle PMI prorogate automaticamente fino a fine anno.

Le scadenze per il pagamento di Irpef, Irap e Ires si avvicinano, sarebbe utile che fin da ora si definissero congrui slittamenti, così come utile per cittadini e imprese sarebbe conoscere le reali volontà e possibilità di proroga di superbonus e cessione dei crediti d’imposta.”

“Per quanto riguarda l’istituzione del fondo TARI da destinare ai Comuni per scontare la tassa rifiuti – aggiunge Felici – dobbiamo ancora capire l’impatto benefico sulle imprese. Al momento riteniamo che quanto è stato approvato con l’emendamento 30.64 al Decreto Sostegni è un pasticcio e non rappresenta una soluzione, almeno per le imprese. Infatti viene chiesto alle aziende, solo per quest’anno, di comunicare entro il 31 maggio prossimo quali rifiuti urbani l’impresa intenda conferire al di fuori del servizio pubblico ai fini della conseguente applicazione o meno della TARI a partire dal 2022.

Ma con otto mesi di anticipo, in un contesto di estrema incertezza, e considerando che i Comuni non hanno ancora adeguato i propri regolamenti e tariffe alle nuove regole, è impensabile che le imprese abbiano gli elementi per effettuare la scelta più funzionale alle proprie esigenze e, di conseguenza, darne comunicazione al Comune.

Anche per gli anni successivi, inoltre, la norma approvata concede solo un mese ulteriore per tale scelta, che dovrà essere fatta entro il 30 giugno di ogni anno con riferimento all’anno successivo. Ancora più incomprensibile, inoltre, non intervenire sulla previsione che vincolerebbe per cinque anni la scelta dell’impresa.”

Il Decreto Sostegni prevede l’esenzione dal versamento della prima rata IMU per le imprese che beneficiano del contributo a fondo perduto, vale a dire quelle con ricavi o compensi nel 2019 fino a 10 milioni di euro e che hanno subito un calo di fatturato di almeno il 30% nel 2020 rispetto al 2019.

Possono usufruire dell’esonero esclusivamente i proprietari degli immobili che sono anche gestori delle attività ricettive e commerciali in crisi.
Via libera anche all’esonero totale del pagamento del canone speciale Rai per le strutture ricettive e per le attività di somministrazione a consumo di bevande in locali pubblici o aperti al pubblico e per gli enti del terzo settore.

Un altro risultato per l’azione di Confartigianato riguarda le crisi d’impresa, con lo spostamento al 2022 dell’obbligo di segnalazione da parte dell’Inps di una esposizione debitoria rilevante delle aziende, nell’ambito degli strumenti di allerta.

Il differimento si affianca a quello già previsto per l’obbligo di segnalazione da parte dell’Agenzia delle Entrate. In questo modo viene preservata il più possibile la continuità delle imprese nell’attuale contesto economico del tutto anomalo, evitando che i creditori istituzionali siano costretti a segnalare un’impresa che abbia indicatori non congrui solo a causa dell’attuale crisi pandemica.

Il Decreto interviene anche per le imprese della ceramica artistica che, come richiesto da Confartigianato, vedranno incrementate da 2 a 4 milioni di euro le risorse dedicate al settore per l’anno 2021.

E ancora, tra le misure del provvedimento è stata recepita la richiesta di Confartigianato di eliminare il contributo all’Autorità di regolazione dei trasporti (ART) per l’anno 2021 richiesto alle imprese di autotrasporto di merci iscritte all’Albo nazionale.

“Bene che in questa delicata fase di conversione del Decreto ‘Sostegni’ – conclude Felici – siano state mantenute le misure mirate a sostenere le imprese già previste nel testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale a marzo, con l’aggiunta di questi ulteriori ritocchi che sono da accogliere, quindi, con gradimento.”

 




Otto Comuni piemontesi esclusi dal piano banda ultralarga. Ecco quali sono

Il Piano nazionale Banda ultralarga non smette di stupirci. In negativo ovviamente. Non solo due anni di ritardo. Non solo la scelta di tagliar fuori le “case sparse”, non solo le lungaggini che passano tra progettazioni, avvio dei lavori, fine dei lavori, attivazione.
Non solo la “fibra a casa” è da richiedere e le ditte tornano a collegare dopo mesi la casa all’armadio. L’ultima novità è arrivata qualche giorno fa da Regione Piemonte e Infratel: otto Comuni esclusi dal Piano.
“Vengono esclusi dal piano i seguenti otto comuni in quanto a seguito indagine puntuale derivante dalla progettazione si è rivelato che la copertura dei privati nelle aree più densamente abitate (poste a gara come aree obbligatorie) supera il 95% delle unità immobiliari in tali aree”, si legge nella Revisione del Piano Bul. Otto Comuni esclusi. Si tratta di Castelspina, Molino dei Torti, Argentera, Moiola, Pietraporzio, Sambuco, Bruino, Susa.
“Non ci risulta che le coperture della banda ad Argentera o a Pietraporzio siano particolarmente efficaci, per usare un eufemismo… – sottolineano Marco Bussone e Lido Riba, Presidenti nazionale e regionale di Uncem – Il Piano banda ultralarga è bloccato. E oggi otto Comuni vengono stralciati, con scarne comunicazioni ai Sindaci. Dicendo che essendo già coperti dai privati, in quei Comuni non vi è bisogno dell’intervento con fondi pubblici. Assurdità. Se il Piano BUL non si sblocca, siamo pronti a supportare i Sindaci, tutti i Comuni piemontesi e italiani, in azioni legali. Tre Comuni, solo 3 Comuni collaudati in Piemonte. Numeri non giustificabili”.



Pubblicata manifestazione d’interesse per operatori disponibili a fare assistenza pazienti covid

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte rinnova la manifestazione di interesse per la formazione di un elenco di operatori disponibili a prestare assistenza nelle strutture che ospitano pazienti affetti da Covid-19.

La candidatura può essere presentata da operatori socio-sanitari, studenti che stanno frequentando un corso per operatore socio-sanitario, persone in possesso di una laurea triennale da Educatore professionale, del diploma di Tecnico dei servizi socio-sanitari, dell’attestato di assistente familiare, del titolo di infermiera volontaria, nonché da chi ha svolto per almeno sei mesi assistenza al domicilio di anziani non autosufficienti e disabili con regolare contratto di lavoro.

“In questo momento di grave difficoltà, in cui moltissimi operatori socio-assistenziali non possono lavorare perché positivi al Covid – afferma l’assessore regionale alle Politiche sociali, Chiara Caucino – viene nuovamente pubblicata la manifestazione d’interesse per tutti coloro che vorranno prestare attività all’interno delle strutture per anziani o negli “alberghi assistiti” in cui viene garantito un presidio socio-sanitario. Si tratta di un’importante opportunità lavorativa che consente anche di aiutare le persone più fragili e dà un supporto importante in questo momento al nostro sistema socio-sanitario”.

Un analogo provvedimento pubblicato nel marzo scorso aveva consentito l’assunzione di oltre 5.000 operatori, tra i quali più di 1000 iscritti ai corsi da operatore socio-sanitario che attraverso questa attività hanno ottenuto il riconoscimento delle 500 ore di tirocinio formativo.

Il testo della manifestazione di interesse e il modulo di partecipazione sono pubblicati su questo link

 

 




Il Corecom Piemonte a fianco delle scuole contro fake news e disinformazione

L’educazione per una corretta informazione contro il dilagare di fake news è una delle questioni centrali del nostro tempo.

Per questo, alla vigila del Safer Internet Day – Giornata mondiale dedicata all’uso positivo di Internet, il Consiglio regionale e il Corecom Piemonte lanciano un’iniziativa dedicata alle scuole superiori di secondo grado della regione.

Da martedì 9 febbraio verrà distribuito un prontuario che contiene le linee guida che i ragazzi potranno seguire per distinguere la corretta informazione dalle fake news.
Allo stesso tempo, gli oltre 176 mila studenti e studentesse avranno la possibilità di rispondere a un questionario online e di restituire al Corecom e all’Ufficio scolastico regionale una mappa che rappresenti la consapevolezza acquisita dai ragazzi sul tema.

L’iniziativa è realizzata in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale e con il patrocinio di Regione Piemonte, Città di Torino, Ordine dei Giornalisti del Piemonte e Agcom.
“La libertà di parola, di stampa e anche della stessa satira, rappresentano fondamenti a cui non possiamo rinunciare, perché sonole basi per la costituzione di una società libera, democratica e civile.

Questo però non si deve assolutamente confondere con la libertà di produrre e divulgare notizie palesemente false, perché la disinformazione può condizionare le opinioni e le discussioni pubbliche, creando danni economici e sociali, e compromettendo la credibilità dell’intero sistema dell’informazione”, ha spiegato il presidente del Consiglio, Stefano Allasia, durante i saluti introduttivi.





Erasmus giovani imprenditori: la pandemia non frena la voglia di imparare

C’è l’architetta specializzata in rigenerazione urbana che si è formata in Portogallo; l’esperta di imenotteri per il monitoraggio ambientale che si è perfezionata in un centro di ricerca berlinese; c’è il formatore che approfondisce i temi dell’ “educazione non formale” che ha lavorato in Bulgaria, ma c’è anche l’enoteca di San Salvario che ha ospitato un promettente imprenditore spagnolo.

 

Giovani, preparati, intraprendenti, coraggiosi soprattutto in questo anno di pandemia: è questo l’identikit dei partecipanti al progetto “Erasmus per giovani imprenditori”, ideato dalla Commissione Europea per incoraggiare gli scambi internazionali tra professionisti e imprenditori e proposto in Italia dalla Camera di commercio di Torino

 

L’idea è quella di offrire un’esperienza all’estero ad imprenditori alle prime armi: si tratta di un’esperienza fondamentale per scoprire dall’interno come funziona un’azienda straniera, individuare possibili nuovi mercati e moltiplicare i contatti. L’Erasmus rappresenta anche un’opportunità importante per chi decide di ospitare un imprenditore proveniente da un altro paese: nello scambio di visioni e culture non possono che nascere interessanti prospettive per tutti – spiega Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino. – Per questo nel 2022 mettiamo a disposizione ancora 15 borse di studio per chi vuole fare esperienza all’estero e raccogliamo le candidature per chi intende ospitare un imprenditore straniero, nel rispetto di tutte le normative sanitarie”.

Unico ente camerale in Italia a offrire direttamente questa opportunità, la Camera di commercio di Torino è stata riconfermata per tutto il 2022 organizzazione intermediaria del progetto.

 

Significativi sono i risultati realizzati nell’ultimo triennio: 52 sono i neo imprenditori che hanno beneficiato di “borse soggiorno” per partecipare a scambi imprenditoriali all’estero, 18 i professionisti o imprenditori piemontesi che hanno ospitato neo imprenditori europei.

 

Ogni borsa può valere da 530 euro a 1.100 euro mensili a seconda del paese, per coprire un soggiorno che può andare da 1 a 6 mesi. Nessun contributo è previsto invece per l’imprenditore ospitante, che, tuttavia, come dimostrano i numerosi casi di successo, può avvalersi di competenze, idee e contatti del neo imprenditore ospitato in un mutuo scambio di esperienze e collaborazione.

 

Chi può partecipare

Sono ammessi al contributo finanziario per l’esperienza all’estero aspiranti imprenditori con una solida idea di impresa o imprenditori in attività da meno di 3 anni. L’iniziativa è aperta a tutti i settori economici e anche a liberi professionisti con partita iva, e non prevede limiti d’età.

Chi ospita, invece, deve essere titolare o amministratore di una pmi (meno di 250 addetti), attiva da almeno tre anni, in uno dei paesi UE o in altro Paese partecipante al programma

 

Dal 2021 il programma raggiunge 45 Paesi tra cui Regno Unito, Stati Uniti, Canada, Corea del Sud, Israele, Singapore e Taiwan.

 

La Camera di commercio svolge il ruolo di organizzazione intermediaria: è il punto di contatto locale per gli imprenditori (nuovi o ospitanti), valuta le candidature, facilita l’incontro e lo sviluppo del progetto di scambio, assiste i partecipanti in tutte le fasi dello scambio ed eroga il contributo finanziario, sotto forma di “borsa soggiorno”, al nuovo imprenditore.

 

Per il 2022 sono previste 15 “borse di soggiorno” per aspiranti e neo imprenditori in partenza per l’estero, e 10 borse per stranieri interessati all’Italia e al Piemonte.

 

Il programma internazionale

Il progetto “Erasmus per giovani imprenditori” è stato avviato nel 2009 e ha finora coinvolto quasi 26mila soggetti: 17mila (64%) nuovi imprenditori e 9mila (37%) imprenditori ospitanti. A dicembre 2021 è stato raggiunto l’importante traguardo dei 10.000 gli scambi realizzati.

 

Tra le candidature, è l’Italia, con Spagna e Regno Unito il paese più richiesto nelle candidature, ma soprattutto sono italiani gli imprenditori che viaggiano di più (21% dei casi, 2.057 gli scambi già realizzati).

 

Il consorzio “Ulixes Eyes” di cui da 5 anni fa parte la Camera di commercio di Torino è composto da 10 organizzazioni europee di 9 paesi ed è coordinato dalla Camera di commercio di Terrassa (Spagna).

 




Coronavirus salgono a 49 i casi positivi in Piemonte

Sale a 49 il numero delle persone risultate positive al test sul “coronavirus covid19” in Piemonte: 37 si trovano in provincia di Asti,  5 a Torino, 3 a Novara, 3 nel Vco e 1 a Vercelli.

Di questi, 11 si trovano ricoverati in ospedale: 6 ad Asti, 3 a Novara e 2 a Torino (Amedeo di Savoia). I trattamenti in terapia intensiva sono 2 (uno a Asti e uno a Vercelli).

Tutti gli altri sono collocati in isolamento domiciliare fiduciario.

Al momento, risulta precauzionalmente chiuso il Pronto Soccorso di  Tortona, in attesa dell’esito del test su una persona che si era presentata al triage manifestando i sintomi del “caso sospetto”.

Un’altra persona, assistita in emergenza al Pronto Soccorso di Borgo Sesia, è stata immediatamente trasferita nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Vercelli, dove le camere di rianimazione sono state tutte destinate al ricovero dei pazienti definiti “casi probabili” di contagio al “coronavirus covid19”.

Tutti i sanitari impegnati nel soccorso dei casi di Borgo Sesia e Tortona sono stati posti in osservazione.

Dall’Istituto superiore di Sanità è stato al momento confermato un solo caso in Piemonte, sui 49 complessivi. Per gli altri si attende ancora il responso dello stesso istituto.




Gli esoscheletri in ambito lavorativo tra innovazione, sicurezza ed efficienza

Le patologie lavoro-correlate a carico del sistema muscolo-scheletrico sono le più frequenti sul posto di lavoro e corrispondo a circa il 70% di tutte le malattie professionali. La quota maggiore di queste, oltre il 40%, interessa la colonna vertebrale. In questo contesto l’uso di esoscheletri robotici può essere determinante per rendere più sicuro il lavoro in ambito manifatturiero, logistico e delle costruzioni.

L’uso di queste soluzioni, peraltro, è appoggiato e promosso dall’INAIL che, ne riconosce l’utilità inserendone l’acquisto nell’elenco degli interventi che contribuiscono a raggiugere una riduzione del tasso applicato al “premio” annuale.

Confartigianato Cuneo ha organizzato, in collaborazione GEA Solutions snc e COMAU, primaria azienda italiana specializzata nei processi di automazione, servizi di produzione e robot, un momento di confronto per approfondire queste opportunità, strettamente collegata al tema della sicurezza sul lavoro, lo scorso 26 ottobre presso l’Ufficio di Zona di Ceva.

«Questi strumenti – commentano Enrico Molineri e Giorgio Merlino, rispettivamente presidente e vicepresidente della Zona di Ceva di Confartigianato Cuneo – possono mitigare i fattori di rischio da sovraccarico biomeccanico, diminuendo fino al 30% lo sforzo fisico di operatori e operatrici, determinando, di conseguenza, una riduzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali croniche».

Dopo i saluti istituzionali si sono susseguiti gli interventi di Gilberto Marino, responsabile Area Sicurezza sul Lavoro di Confartigianato Cuneo, Fabrizio Basiglio, Med.Art Servizi (servizi di medicina del lavoro) e Roberto Agosto, GEA Solutions. In chiusura i partecipanti hanno anche potuto testare un esoscheletro attraverso esercitazioni e dimostrazioni pratiche.




Con la Convezione vaccino a Torino sconto di 5 euro per andare in taxi al centro vaccinale

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte e la società cooperativa Taxi Torino hanno stipulato una convenzione per il trasporto a tariffa agevolata delle persone che hanno appuntamento per la vaccinazione in uno dei centri cittadini.

Taxi Torino effettua pertanto uno sconto di 5 euro sull’importo totale indicato dal tassametro per ciascuna corsa richiesta da chi deve recarsi al centro vaccinale. Lo stesso sconto viene praticato per la corsa dalla sede vaccinale all’abitazione.

Per ottenere l’agevolazione si deve comunicare all’operatrice del centralino della cooperativa che si vuole usufruire della “Convenzione Vaccino”.

“L’obiettivo – dichiara il coordinatore Emergenza Covid-19 dell’Unità di Crisi, Gianfranzo Zulian – è consentire alle persone che intendono vaccinarsi, soprattutto a chi ha più di 70 anni oppure rientra tra la popolazione estremamente vulnerabile o con grave disabilità, di raggiungere in sicurezza i centri preposti. Per alcuni di loro la fruizione dei mezzi pubblici può essere problematica sotto l’aspetto della mobilità e sicuramente più a rischio di contagio”.

“E’ un’iniziativa – rileva Alberto Aimone Cat, presidente della Cooperativa Taxi Torino – che rappresenta al meglio lo spirito mutualistico della nostra cooperativa: da una parte offre alla cittadinanza un sistema di trasporto pubblico verso i centri vaccinali in totale sicurezza e con un significativo risparmio; dall’altra ci permette di sostenere i nostri soci, gravemente colpiti dalla situazione, assumendoci parte della spesa e incentivando il numero di corse”.

 

 

 




Coronavirus: “Uniti per garantire sicurezza nelle carceri”

Nel condannare le rivolte violente e disperate e nel ringraziare gli agenti di polizia penitenziaria impegnati a garantire condizioni di vita il più possibile regolari alla comunità penitenziaria, auspico che l’interlocuzione in corso tra l’Amministrazione penitenziaria e quella regionale contribuisca a migliorare le condizioni di vita di chi è in carcere in forza di una sentenza e di chi vi lavora.

Lo ha dichiarato il garante regionale delle persone detenute Bruno Mellano, che ha propiziato l’incontro, avvenuto ieri, tra Unità regionale di crisi, Provveditorato dell’Amministrazione penitenziaria e Centro di giustizia minorile per affrontare le criticità in essere e potenziali legate all’emergenza Coronavirus.

“Il carcere – spiega Mellano – è per ora una situazione ‘protetta’, ma è anche una realtà vulnerabile e potenzialmente ‘esplosiva’, se si considera che il Piemonte dispone di tredici carceri per adulti e di un istituto penale per minori per una popolazione complessiva di circa 4.600 ristretti”. Ad essi si aggiungono oltre 3.000 agenti di polizia penitenziaria, circa 500 operatori professionali e numerosi volontari.

“Le limitazioni previste dal decreto e dalle circolari delle Amministrazioni competenti – aggiunge Mellano – non possono non considerare che, accanto ai detenuti, ci sono gli ingressi di nuovi giunti, professionisti e poliziotti penitenziari: in quanto cittadini liberi di muoversi, possono essere potenziali portatori di contagio”.

“Mi appello ai detenuti delle carceri piemontesi – conclude – affinché mantengano la calma e cerchino insieme di ottenere, insieme ai garanti, modalità esecutive che contemperino la sicurezza individuale e collettiva con il mantenimento dei diritti fondamentali della persona”.

A fronte della decisione temporanea di sospendere i colloqui con i familiari, il garante invita a perseguire alternative percorribili, dal momento che le telefonate aggiuntive hanno un costo che spesso i detenuti non sono in grado di sopportare.

“Le videocomunicazioni devono essere supportate da efficaci strumentazioni sia in carcere sia nelle case dei famigliari – aggiunge il garante –. Le Amministrazioni devono cogliere l’occasione per sperimentare canali di comunicazione innovativi ed efficaci canali, non di rado più controllabili e tracciabili di quelle tradizionali”.

“Un ultimo appello – conclude – voglio rivolgerlo alla Magistratura di sorveglianza affinché venga colta l’occasione di questa emergenza straordinaria per concedere misure alternative al carcere in un contesto penitenziario caratterizzato da crescente sovraffollamento. In Piemonte, infatti, i detenuti sono 4.600 ma i posti regolamentari disponibili solo 3.700”.




Il food piemontese frenato dalla crescita dei prezzi di materie prime e bollette

Le imprese dell’alimentazione del Piemonte rischiano una frenata produttiva causata dai rincari delle materie prime, dell’energia e dei carburanti per l’autotrasporto.

E’ questo l’allarme che vuole lanciare Confartigianato Torino, dando voce a panificatori, pasticceri e gelatieri, alla luce dell’aumento dei prezzi di farine, zucchero e uova, delle bollette elettriche e del gas, della benzina e del gasolio. Il tutto in vista di un periodo di vendite natalizie mai così atteso da parte soprattutto dei piccoli produttori.

 

Un settore quello della food economy del Piemonte che, in particolare sotto le festività di Natale,  muove circa 530milioni di euro di consumi per prodotti artigianali, secondo gli ultimi dati dell’Ufficio Studi di Confartigianato.

 

“Se il Governo non interviene a calmierare almeno i costi dell’energia e dei carburanti, il settore rischia una batosta non indifferente – commenta Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino– perché da un lato c’è il rischio di una frenata della ripresa post Covid, e dall’altro perché costringe i rivenditori a ritoccare i prezzi verso l’alto, col conseguente malcontento dei clienti”.

 

Un settore, quello dell’agroalimentare piemontese, rappresentato da 6.459 imprese artigiane che danno lavoro a oltre 12mila addetti, con un’offerta enogastronomica di 23 prodotti DOP, IGP e STG, ben 342 “tradizionali”.

 

“Su latte, burro, zucchero, farina, uova, nocciole, mandorle e tutto ciò che serve per fare pane, dolci e gelati, stiamo registrando incrementi che variano tra il 5 e il 20%  – afferma Dino De Santis, presidente di Confartigianato Torino – tutto ciò sta innescando una pericolosa reazione a catena, perché le difficoltà di approvvigionamento e i maggiori costi affrontati dai produttori, poi ricadono anche su chi deve vendere al pubblico determinati generi alimentari e, di conseguenza, sul prodotto finito e sui consumatori. All’orizzonte, purtroppo, si profila un “caro panettone”, infatti si stima che ci sarà un aumento del 10%”.

 

“Per tutto il periodo delle varie chiusure, nei limiti del possibile, le nostre imprese hanno provato a lavorare praticamente rimettendoci – spiega De Santis – adesso che finalmente si vedeva la luce, ripartendo a pieno regime, si trovano a dovere affrontare questa situazione molto critica. Il problema è che mentre gli aumenti imposti dai fornitori dobbiamo subirli in silenzio per noi è molto più difficile farli digerire ai consumatori, avendo il contatto diretto col pubblico”.

 

“Questa situazione è determinata dal fatto che l’Italia è particolarmente esposta all’aumento dei prezzi delle materie prime, essendo la seconda economia dell’UE per produzione manifatturiera – riprende De Santis – con una alta dipendenza dall’estero di commodities. Inoltre, ai segnali di prezzo si associano quelli di una rarefazione delle materie prime”.

 

“Una così elevata pressione sui costi, che viene traslata solo in parte sui prezzi di vendita – continua De Santis – determina una riduzione del valore aggiunto, comprime la crescita economica, riduce la propensione ad investire delle imprese, compromettendo sia i processi di innovazione che la domanda di lavoro”.

 

Poi, per quelle aziende che hanno investito sull’innovazione tecnologica grazie alla legge 4.0, e quindi ordinato nuovi macchinari più efficienti e produttivi, vi è una ulteriore beffa: per mancanza di materie prime, come l’acciaio, e di microchip, le attrezzature non riescono a essere prodotte e quindi non possono essere consegnate a pasticceri, panettieri e gelatieri che ne avevano fatto richiesta.

 

“Ciò comporta un ulteriore danno – conclude De Santis – perché le imprese avevano già messo in conto di aumentare la propria produzione proprio grazie a quell’innovazione e ora, invece, sono obbligate a soddisfare gli ordini con macchinari che sono inadatti a produzioni importanti”.

 

Confartigianato Torino ricorda anche che a seguito anche della mancanza di materie prime, le imprese stanno rallentando la produzione e, in alcuni casi, tornano ad utilizzare gli ammortizzatori sociali nonostante la ripresa degli ordinativi.