I Principi di Piemonte per la visita a Palazzo Cisterna e al giardino riaperto al pubblico

È cominciata con le danze del gruppo storico “Principi di Piemonte” e si è conclusa con una passeggiata nel giardino storico, appena riaperto al pubblico, la visita animata di oggi a Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, sede aulica di Città metropolitana di Torino. Dame e cavalieri, nei loro suggestivi costumi settecenteschi, hanno intrattenuto il pubblico con due danze, la Pavana e la Follia, e hanno illustrato il complicato linguaggio del ventaglio, accessorio in apparenza insignificante, ma che è stato a lungo un vero e proprio strumento di comunicazione e di seduzione, secondo un codice ben preciso.
La mattinata, come sempre, è proseguita con il racconto della storia e delle trasformazioni di Palazzo Cisterna a partire dalla costruzione del nucleo originario del complesso, risalente agli ultimi decenni del XVII secolo, per arrivare al 1940, anno in cui la 
Provincia di Torino lo acquistò e lo destinò a sede istituzionale.
Il giardino storico di Palazzo Cisterna, con ingresso dal cancello di via Carlo Alberto, è aperto sette giorni su sette, dalle ore 9 alle ore 19. 
L’ingresso alle visite animate mensili è gratuito; occorre però prenotarsi scrivendo all’indirizzo email urp@cittametropolitana.torino.it o telefonando al numero 011 8617100.
Il complesso è anche visitabile, sempre su prenotazione, dal lunedì al venerdì per scolaresche, associazioni e gruppi di cittadini.

Le prossime visite si svolgeranno sabato 15 aprile, 27 maggio e 17 giugno.




La Regione Piemonte per l’emergenza siccità in agricoltura

La Regione Piemonte è al fianco degli agricoltori e degli enti che si occupano della rete irrigua per trovare rapide soluzioni alla situazione di emergenza che la prolungata siccità sta provocando alle colture.
La conferma è arrivata dagli interventi che il presidente Alberto Cirio e gli assessori all’Agricoltura Marco Protopapa e all’Ambiente Matteo Marnati hanno svolto nel Teatro Civico di Vercelli nel corso del convegno “100 anni di bonifica. L’acqua tra disponibilità, sostenibilità e sicurezza, quali infrastrutture per una miglior gestione”, organizzato da Anbi nazionale, Anbi Piemonte e Ovest Sesia come momento di confronto tra diversi portatori di interessi e rappresentanti istituzionali al quale hanno presenziato anche il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin.

“Per un territorio che lo scorso anno è stato il meno piovoso d’Europa – ha evidenziato il presidente Cirio – abbiamo 300 milioni di euro in corso di spesa per aiutare gli agricoltori, di cui 55 nel nuovo Programma di sviluppo rurale per costruire meccanismi consortili per il mantenimento dell’acqua nelle vasche, investimenti dello Stato e del Pnrr per mantenere l’acqua negli invasi in montagna. Inoltre, abbiamo finanziato le progettazioni dei consorzi irrigui per attuare quegli interventi da 3 miliardi di euro che oggi chiediamo allo Stato. E la presenza di due ministri ci dimostra che non siamo soli. Vogliamo che l’agricoltura continui ad essere fonte di ricchezza, e non pensiamo minimamente a cambiare colture: qualcuno dice di passare a mango e avocado, che hanno necessità di minore acqua, io voglio che in Piemonte si continui a produrre riso e vino di pregio facendo come ci ha insegnato Cavour. Siamo pronti, le idee sono chiare: dobbiamo fare squadra tutti insieme e sono certo che il Governo ci finanzierà”.

L’assessore Protopapa ha rimarcato che “sicuramente è essenziale, in base alla disponibilità di concrete risorse idriche, trovare equilibrio con le esigenze dei vari territori. Il termine sostenibilità su questo argomento suona come un monito dove nessuno può rimanere indifferente. Ed è per questo che servirà il massimo sforzo da parte della politica insieme alle strutture tecniche. Bisogna essere pronti ad agire, investire nella manutenzione delle opere già esistente di modo che possano essere il più funzionali possibile. Ma bisogna pensare a quello che manca, infrastrutture innovative ma non di difficile realizzo, concrete e risolutive, con particolare riferimento al nostro Piemonte. Bisogna concepire progetti pilota che si rivolgano al principio dei micro invasi, ritenuti necessari e più adatti ad essere estesi sui vari territori. Questo sarebbe anche un modo per aiutare le piccole amministrazioni ad essere pronte ad utilizzare future risorse economiche”.

“Le avvisaglie di quello che poi si sarebbe manifestato la scorsa estate, con la siccità e la conseguente carenza idrica, si erano palesate già quattro anni fa – ha dichiarato l’assessore Marnati – e già da allora avevamo già proposto che la strada maestra era quella di invasare l’acqua per colmare la carenza di neve e la storia ci ha dato ragione. Bisogna agire subito – già l’anno scorso avevamo creato una cabina di regia per unire le forze – per salvaguardare il nostro territorio, per mettere in sicurezza sia il settore agricolo che idropotabile e quello idroelettrico. Ci sono 349 progetti, dei quali 23 riguardano i grandi invasi per la cui realizzazione occorrerebbero 3 miliardi e mezzo di euro; noi abbiamo finanziato la progettazione, il Piemonte è pronto per realizzarli e utilizzare i primi fondi disponibili che arriveranno dall’Europa e dal Governo e servono normative snelle e chiare. Dobbiamo dunque, da una parte contrastare lo spreco della ‘risorsa acqua’, dall’altra invasarla per salvaguardare tutti i nostri comparti. Ma abbiamo bisogno di partire subito perché il clima non cambierà nei prossimi anni e rischiamo di pagare in futuro pesantemente le conseguenze. Fondamentale poi il principio della solidarietà, e cioè distribuire la risorsa in modo solidale, che abbiamo normato assieme alle province, per il monitoraggio automatico dei prelievi, attraverso investimenti tecnologici, come ripartitori o contatori. Il Piemonte è pronto”.

Le azioni della Regione

A dicembre 2022 la Regione ha supportato attivamente presso il Ministero delle Infrastrutture la candidatura per il finanziamento del progetto del nuovo invaso Valle di Lanzo (nell’ordine di 50 milioni di mc/anno) ad uso plurimo (idropotabile, irriguo e di produzione di energia rinnovabile). Il modello di acquedotto di valle che deriverà dal nuovo invaso sarà il terzo in Piemonte, dopo l’acquedotto della Valsusa, recentemente entrato in esercizio, e quello della Valle Orco, in via di realizzazione.

È stato istituito nel mese di giugno 2022 il “Tavolo di Coordinamento Siccità”, per monitorare e affrontare la situazione di emergenza, coordinato dall’Assessore all’Ambiente.

È in fase di emanazione un nuovo provvedimento per promuovere un solidale utilizzo delle acque e miglioramenti gestionali.

Da giugno 2023 sono previsti bandi per infrastrutture verdi, utilizzando i fondi Fesr 2021-2027 per circa 22 milioni di euro di contributi.

La Regione Piemonte ha promosso nel 2022 la sottoscrizione del “Protocollo d’intesa per la coltivazione del riso”.

A dicembre 2022 è stato effettuato il riparto di 2,4 milioni tra i 26 Consorzi irrigui per il bando riguardante progetti definitivi o esecutivi riguardanti interventi infrastrutturali di miglioramento irriguo.

Nel Psr ci sono 55 milioni per migliorare la gestione irrigua del Piemonte: 12 per l’efficientamento dei sistemi di irrigazione e acqua piovana, 12 per estendere l’irrigazione a colture tradizionalmente non irrigate, 10 per ridurre la dispersione, 21 per accumulare acque stagionali nelle risaie.

Nel corso del 2022 sono stati approvati da diversi Ministeri vari progetti riguardanti l’efficientamento irriguo ed il miglioramento delle infrastrutture per quasi 140 milioni di euro, in particolare il potenziamento dell’invaso di Pianfei.




“Prenditi cura della tua salute”: screening metabolico presso Confagricoltura di Asti

Dopo il successo e la notevole partecipazione di pubblico riscontrata in occasione della prima giornata, ritorna lo screening metabolico di glicemia e colesterolo,  a cura della Croce Rossa di Asti, presso la sede della Confagricoltura di Asti.

La giornata avrà inizio alle ore 8 di martedì 21 marzo, presso la sede di Via Monti, 15 ad Asti. Questa iniziativa rientra nel progetto “CRI per le Persone – Il tempo della gentilezza”, organizzato dalla Croce Rossa Italiana e realizzato con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che da quest’anno vede anche la partecipazione attiva della Confagricoltura di Asti. Si tratta di iniziative solidali nei confronti di persone più vulnerabili per contrastare le solitudini involontarie, le fragilità e favorire percorsi di inclusione sociale.

I test, che dovranno essere effettuati a digiuno, sono rivolti principalmente ai pensionati dell’Organizzazione agricola astigiana, ma verranno accolte (nel numero del limite dei posti disponibili) persone over 65 di Asti e paesi limitrofi. Dopo gli screening verrà offerta a tutti i presenti una “colazione agricola” con i prodotti delle aziende della Confagricoltura di Asti. Seguirà un approfondimento sull’educazione alimentare, con preziose informazioni sul cibo a cura di Smell Camp.




Il Gattinara di Travaglini accoglie a Vercelli “La Stampa è con voi”

“La Stampa è con voi”, l’evento itinerante organizzato dal quotidiano piemontese, ha fatto tappa a Vercelli, nel pomeriggio di giovedì 16 marzo.

Sul palco del Teatro Civico della città piemontese, il direttore de Il Gusto Luca Ferrua,  ha colloquiato con una delle donne del vino più conosciute nel panorama internazionale del settore, Cinzia Travaglini, titolare dell’Azienda Travaglini Giancarlo di Gattinara.

Dal 1920 ci impegniamo a raccontare non solo il vino Gattinara, ma anche la bellezza di un territorio unico, ai piedi del Monte Rosa, caratterizzato da un microclima particolare: mite in inverno perché protetto dalla catena delle Alpi e fresco in estate per gli oltre 280 metri di dislivello” – afferma l’erede di Giancarlo Travaglini, che dal padre aveva ereditato l’azienda e si è dedicata all’allevamento dei vitigni Nebbiolo, su un particolare terreno vulcanico, con una produzione di “Gattinara” esportato in 42 Paesi.

A margine dell’intervista è intervenuta Lella Bassignana, direttore di Confagricoltura Piemonte ribadendo il fatto che è necessario mettere la questione femminile agricola in cima alle agende nazionali. “La componente femminile è sempre più importante in agricoltura e fondamentale per le società di tutto il mondo” afferma il direttore. “L’apporto delle donne sarà strategico per il futuro del mondo e del Paese perché sarà il fattore D a dare la spinta alla ripresa e al progresso” ha poi concluso, auspicando una rapida presa di posizione anche a livello europeo per incentivi sempre più mirati all’imprenditoria in rosa.




Presentato il rapporto Oti Piemonte 2022 – In 10 anni nuove infrastrutture per 23 miliardi

Il 2022 è stato un anno di transizione per le infrastrutture piemontesi. Hanno pesato i rincari delle materie prime e le conseguenti difficoltà di approvvigionamento. È quanto emerge dal Rapporto 2022 dell’Osservatorio Oti di Confindustria Piemonte e Unioncamere Piemonte, realizzato in collaborazione con la Regione Piemonte, che è stato presentato presso la sede di Confindustria Novara Vercelli Valsesia.

“Le opere più importanti sono ripartite. Parliamo della Pedemontana Biellese, dell’avanzamento della Tav e della Asti-Cuneo, ma anche di opere di rango inferiore. Dal Governo stiamo avendo un ottimo supporto e il dialogo è continuo e costante.  Da un punto di vista delle infrastrutture siamo in momento favorevole per la nostra regione, con una ricaduta positiva soprattutto per il lavoro e la viabilità” spiega Marco Gabusi, assessore ai Traporti e Infrastrutture della Regione Piemonte.

Il rapporto 2022 è stato esteso da 50 a 72 infrastrutture monitorate, aggiungendo 22 opere ritenute fondamentali dalle imprese piemontesi. Tra queste 6 sono finanziate dal Pnrr per 321,84 milioni, che si aggiungono alle altre 15 opere finanziate dal Pnrr già oggetto dei rapporti Oti degli anni passati. Tra le opere aggiunte, anche il Traforo del Monte Bianco perché da settembre sarà oggetto di piano di riqualificazione che determinerà la chiusura per quattro mesi l’anno fino al 2040. Pur riguardando in senso stretto la Valle d’Aosta, questo intervento viene monitorato poiché avrà inevitabilmente un impatto anche sulle infrastrutture piemontesi di collegamento tra Italia e Francia.

Il valore complessivo delle opere che dovrebbero essere concluse entro il 2032 ammonta a oltre 23 miliardi, pari a quasi due punti di Pil regionale per i prossimi dieci anni. Insieme alle proposte contenute nel piano industriale che abbiamo condiviso con la Regione nel 2021. Competenze e innovazione, accompagnate da infrastrutture materiali e immateriali finalmente al passo con i tempi, sono le condizioni indispensabili per rafforzare il percorso di crescita che questo territorio ha avviato subito dopo il lockdown. Diventa quindi necessario accelerare le procedure per reperire i 10 miliardi che al momento non sono ancora stati erogati su queste opere essenziali per il Piemonte” commenta Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte.

“Dobbiamo ripartire da una nuova idea di territorio: un luogo di flussi e connessioni fatto di turisti, studenti, investitori, imprese e famiglie. In quest’ottica, puntando su digitalizzazione, nascita e rigenerazione d’impresa, sostenibilità ecologica, logistica e infrastrutture si potrà davvero contribuire allo sviluppo del territorio piemontese. Oti, in quest’ottica, ci permette di rafforzare il coordinamento degli interventi, aumentando l’efficienza del sistema. Dobbiamo realizzare ancora molte opere per dare impulso alle economie delle singole province: rilanciare gli investimenti vuol dire dare nuove chance di benessere alle nostre imprese e alle nostre famiglie” commenta Gian Paolo Coscia, presidente di Unioncamere Piemonte.

Complessivamente delle 72 opere monitorate nel 2022: 23 risultano in linea con il programma, 20 hanno subito un ritardo nell’ultimo anno, 9 sono in grave ritardo, 17 sono ancora allo stadio di proposta e 3 sono infine concluse. Entro quest’anno l’Osservatorio Oti stima che saranno ultimati quattro cantieri: il raddoppio del tunnel autostradale del Frejus; la seconda canna del tunnel del colle di Tenda; il potenziamento dell’interporto Domo 2 di Beura-Cardezza nel Verbano-Cusio-Ossola; la riapertura del collegamento tra il passante ferroviario del capoluogo e la linea Torino-Ceres. Sempre relativamente al 2023 a queste si aggiunge l’avvio dei lavori di adeguamento della linea ferroviaria tra Bussoleno ed Avigliana, che fanno parte dei lavori della parte italiana della Torino-Lione, per cui sarà lanciato un bando di avvio lavori sempre quest’anno. Entro il 2026, quando dovranno essere spesi tutti i 4,05 miliardi di euro destinati alle 16 infrastrutture piemontesi dal Pnrr. Nel 2030 se ne aggiungeranno altre otto, mentre nel 2032 verrà tagliato il nastro per quattro opere, portando il totale in dieci anni a 33 infrastrutture ultimate.

Quasi un terzo degli interventi che saranno ultimati entro dieci anni, riguardano il corridoio Mediterraneo che comprende: completamento della Torino-Lione ferroviaria; ripavimentazione della A4 Torino-Milano; il potenziamento del nodo ferroviario di Novara e della linea Acqui Terme-Ovada-Genova; il raddoppio del tunnel autostradale del Frejus. Tre interventi ricadono sul corridoio Reno-Alpi con la conclusione nel 2025 del Terzo Valico, le bretelle ferroviarie merci sul nodo di Novara e il quadruplicamento della Tortona-Voghera. Ben sei opere insisteranno sui valichi alpini, due riguarderanno il sistema aeroportuale, dieci insisteranno sui nodi urbani, e infine nel 2026 si stima il completamento del piano per la Banda Ultralarga, che riguarda il sistema delle connessioni immateriali.

“Dopo i divieti introdotti dal dl 11/2023 sugli interventi legati ai bonus edilizi che potrebbero trasformarsi in un notevole rischio economico per migliaia di imprese, lo sblocco di opere infrastrutturali strategiche per il territorio, che nei prossimi dieci anni saranno numerose, rappresenta una boccata di ossigeno per il comparto edile e non solo. Le infrastrutture, oltre all’importante ruolo anticiclico per il settore delle costruzioni, rivestono un ruolo sociale con ricadute significative sull’economia regionale in termini occupazionali. Proprio in questa fase, è determinante dare attuazione agli investimenti del PNRR, senza che quest’ultimo venga rimesso in discussione, mettendo i Comuni – soprattutto quelli piccoli – e gli Enti appaltanti in condizione di acquisire liquidità per attuarne gli interventi che prevedono anticipazioni di cassa. Occorre inoltre intervenire sul caro materiali e sul caro energia con l’anticipazione alle stazioni appaltanti di una parte dei fondi richiesti nel 2022 e non ancora erogati” commenta la presidente di Ance Piemonte, Paola Malabaila.

Ad aprire i lavori è stato il presidente di Confindustria Novara Vercelli Valsesia, Gianni Filippa, che ha voluto ospitare la presentazione del Rapporto di Oti Piemonte per dibattere e portare all’attenzione dell’opinione pubblica che il Piemonte, è al centro dei traffici europei, e in particolare i territori nel novarese vercellese e biellese che in pochi anni grazie alla realizzazione di alcune nuove infrastrutture vedranno un’accelerazione della loro competitività anche internazionale.




Torino. Riapertura bando per acquisto nuove bancarelle settore ortofrutta

La Giunta Comunale, su proposta dell’assessore al Commercio Paolo Chiavarino – per dare continuità al percorso intrapreso negli scorsi anni e rallentato dalla crisi economica – ha approvato la sottoscrizione di una nuova Convenzione tra la Città e il Comitato ‘Progetto Porta Palazzo – The Gate’ per permettere la realizzazione di un nuovo look espositivo del settore ortofrutta.

 

Tra le molteplici azioni intraprese, infatti, l’Amministrazione comunale aveva previsto la sostituzione delle attrezzature ormai obsolete e inadatte al ricovero nell’immobile dei Bastioni a causa del loro ingombro e del loro peso e, insieme alla Camera di commercio di Torino, aveva deciso di supportare i circa 160 operatori del settore ortofrutta offrendo loro la possibilità, attraverso la partecipazione a un bando,  di usufruire di un incentivo finanziario a fondo perduto – pari all’80% della spesa sostenuta e per un ammontare massimo di 2000 euro – per il rinnovo delle proprie bancarelle di vendita.

La pandemia ha però inciso pesantemente sull’economia globale oltre a comportare un significativo aumento dei costi di produzione, un rincaro delle materie prime e un’estrema difficoltà del loro reperimento, fattori questi che hanno determinato tempi di consegna lunghissimi e costi di   acquisto dei manufatti più che raddoppiati.

Gli operatori del mercato non sono così riusciti ad acquistare i banchi espositivi a un prezzo adeguato, pur avendo aderito all’iniziativa in misura consistente con la presentazione di 73 domande di partecipazione all’Avviso Pubblico.

A oggi, però, il trend di rincari ha subito un’inversione di tendenza e questa situazione ha indotto la Città, in accordo con la Camera di Commercio, a proseguire il rapporto di collaborazione con The Gate per la pubblicazione di un nuovo bando accessibile a tutti gli operatori in modo che coloro che avevano già presentato istanza possano confermarla con una comunicazione formale e, contemporaneamente, possa essere riaperta la possibilità all’adesione degli operatori ortofrutticoli rimanenti.




Bando generale per assegnazione alloggi edilizia sociale

Mercoledì 15 marzo sarà disponibile sul sito della Città di Torino il nuovo bando generale per l’assegnazione di alloggi di edilizia sociale.

Le domande potranno essere presentate dallo stesso giorno e fino al 31 maggio 2023.

I requisiti necessari per partecipare al bando sono: il possesso di un ISEE non superiore a 23.623,13 euro; la residenza anagrafica o la prestazione di attività lavorativa da almeno 5 anni nella territorio regionale, con almeno 3 anni anche non continuativi a Torino, oppure essere iscritti all’Anagrafe italiani residenti all’estero (AIRE).

L’elenco provvisorio dei partecipanti, stilato sulla base di quanto dichiarato dai richiedenti nella domanda, sarà pubblicato il 12 settembre 2023, gli interessati potranno presentare ricorso per opposizione fino 10 ottobre 2023. Il 15 gennaio 2024 sarà pubblicato l’elenco con il punteggio definitivo.

La domanda di partecipazione si potrà presentare:

nella sede della Divisione E.R.P. in via Orvieto 1/20/A, dal lunedì al giovedì dalle ore 8:30 alle 15:30 e il venerdì dalle ore 8:30 alle 12:00, previa prenotazione telefonica al numero 011 011 24300 (chiamando dal lunedì al venerdì dalle ore 8:30 alle 12:00);

on-line sul portale dei servizi TorinoFacile se in possesso dell’identità digitale SPID, CIE (carta di identità elettronica) o TS-CNS (Tessera Sanitaria-Carta Nazionale);

con PEC all’indirizzo edilizia.residenzialepubblica.casa@cert.comune.torino.it;

per posta con raccomandata AR all’indirizzo: Città di Torino – Divisione E.R.P.- Ufficio Bando generale – via Orvieto 1/20/A, 10149 Torino.

Per informazioni è possibile contattare il numero unico 011 011 24300 dal lunedì al venerdì dalle ore 8:30 alle 12:00

I bandi di assegnazione delle case popolari sono indetti dalla Città in relazione alla disponibilità degli appartamenti e alla presenza dei richiedenti nelle graduatorie. Nell’ultima edizione, dicembre 2017, sono state presentate 6.791 domande. La Città può contare, secondo un trend oramai consolidato, su una disponibilità di circa 400 alloggi di edilizia sociale all’anno, di cui almeno il 50% riservato al bando generale.

Gli alloggi sono assegnati dall’Amministrazione Comunale sulla base delle graduatorie del bando generale e dell’emergenza abitativa con modalità stabilite dal Regolamento delle procedure di assegnazione e nel rispetto delle aliquote fissate dalla Giunta Regionale.

La verifica delle domande sarà effettuata dagli uffici comunali che le trasmetteranno alla Commissione regionale per la predisposizione della graduatoria provvisoria e definitiva. Al fine di garantire la riservatezza dei dati personali negli elenchi pubblicati, le domande saranno identificate esclusivamente con un codice univoco comunicato a ciascun partecipante con una mail all’indirizzo che il richiedente avrà indicato nel modello di domanda.

La presenza in graduatoria, con punteggio pari o superiore al minimo, non dà diritto all’assegnazione che è condizionata alla reale disponibilità di alloggi di edilizia sociale idonei, per dimensioni, al nucleo familiare in base ai parametri “di adeguatezza” definiti dalla legge e senza barriere architettoniche in caso di persona/e con disabilità.

La graduatoria definitiva é valida fino a quando non sarà sostituita da una nuova.

Torino, 13 marzo 2023 (15.00)

Comunicato 101/23




In Italia e Piemonte pochi terapisti occupazionali

La presenza di terapisti occupazionali in Europa è dieci volte superiore a quella italiana. Si tratta di 39 professionisti ogni 100.000 abitanti. In Italia è pari a 3,9: il Piemonte, che ne conta 174, ne ha 4,1 ogni 100.000 abitanti, sempre notevolmente al di sotto degli standard europei. Il dato è emerso nel corso dell’audizione della Commissione Sanità, presieduta da Alessandro Stecco, con i rappresentanti delle Associazioni parkinsoniane e con il presidente della Commissione d’Albo Terapisti occupazionali dell’Ordine di Torino, Asti, Alessandria e Aosta svolta su richiesta di Diego Sarno (Pd).

Alessio Ferrari, terapista occupazionale, ha sottolineato come il proprio lavoro consista “nell’intervenire di fronte a un infortunio, una malattia, una disabilità per sviluppare, mantenere, incrementare o recuperare le azioni ritenute importanti per la vita quotidiana. Un impegno che non di rado significa la presa in carico non solo del malato ma del suo nucleo famigliare”.

“Dei 174 terapisti occupazionali che operano in Piemonte – ha spiegato il presidente della Commissione d’Albo Dario Ellena – 95 operano su Torino, Alessandria e Asti e sono esterni alle Asl; 46, di cui 1 interno alle Asl, su Vercelli e Biella; 21, di cui 5 interni alle Asl, su Novara e il Vco e 12, di cui 1 interno alle Asl, su Cuneo”.

“Quello che chiediamo alla Regione – ha continuato – è di prestare attenzione alla nostra figura professionale per garantire un servizio qualitativamente migliore alla popolazione che ne ha bisogno”.

Il presidente Stecco ha osservato, a questo proposito, che “forse c’è un problema a monte, dal momento che non sono previsti, per il prossimo anno, corsi di laurea attivi per terapisti occupazionali in Piemonte. Le Università italiane non paiono puntare sull’attivazione di corsi di laurea specifici o dedicati, che sono solo 7 in tutta Italia”.

Massimiliano Iachini dell’Associazione italiana giovani parkinsoniani e Bruna Detachetis dell’Associazione I tremolini hanno illustrato le difficoltà cui va incontro chi è colpito dal Parkinson, “una delle malattie meno conosciute al mondo e che, a differenza di quanto si creda, non colpisce solo le persone adulte ma anche i giovani, che non di rado tendono a nasconderla per paura dello stigma”.

“Movimento, attività fisica e occasioni di socializzazione sono ‘ricette’ per combattere la malattia – ha sottolineato Iachini – e i rieducatori e i terapisti occupazionali sono fondamentale per contribuire a preservare e conservare le capacità di svolgere una vita il più possibile autonoma”.

“È fondamentale lavorare in rete – ha aggiunto Detachetis – auspichiamo che, anche grazie ai fondi del Pnrr, i collegamenti tra specialisti, medici di base e gli altri servizi a disposizione dei malati sul territorio possano diventare sempre più dinamici”.

Sono intervenuti, per richiesta di chiarimenti, Silvio Magliano (Moderati), SarnoMonica Canalis (Pd) e lo stesso presidente Stecco.




Innovazione e sostenibilità in agricoltura: un esempio pratico di viticoltura canavesana

La Cantina Cieck di San Giorgio Canavese è stata sede di un importante convegno tecnico organizzato da Confagricoltura Torino nel pomeriggio del 9 marzo. L’incontro ha riscosso grandissimo interesse radunando più di 60 persone – molti i viticoltori e i soci delle cantine cooperative del territorio – desiderose di essere aggiornate sulle tematiche relative all’innovazione e la sostenibilità. Due ambiti di argomenti articolati che, di questi tempi, con il mutamento climatico in atto, possono anche fornire soluzioni per smorzare alcuni degli effetti deleteri. L’incontro era anche l’occasione per presentare “l’invenzione di Remo” ossia una forma di allevamento della vite brevettata da Remo Falconieri che insieme alla figlia Lia e a Domenico Caretto ha fatto gli onori di casa.

Insieme a Gianpiero GerbiRemo ha svolto una presentazione a 4 mani del “doppio filare Modello Cieck” di cui sono stati illustrati i vantaggi rispetto alle tradizionali forme di allevamento utilizzate in zona. In pratica, una doppia spalliera che, in estrema sintesi, permette una produzione quantitativamente più importante e la riduzione dell’accumulo di umidità sotto chioma. Sono in corso sperimentazioni per verificare anche i vantaggi che possono essere rilevati sull’aspetto prettamente enologico e che sembrano riguardare molti parametri presi in considerazione tra cui tenore zuccherino delle uve, alcol e acidità totale.

Le relazioni di carattere ambientale e vitivinicolo generale sono state svolte da Federico Spanna, agrometeorologo del Settore Fitosanitario e Servizi Tecnico Scientifici della Regione Piemonte, Massimo Pinna, agronomo, presidente AIAB Piemonte e Giovanni Bosio, entomologo del Settore Fitosanitario della Regione Piemonte. I due primi interventi portavano una serie rilevante di dati sulla variazione delle temperature (innalzamento termico) e la distribuzione e intensità delle piogge negli ultimi 25 anni in provincia di Torino. In agricoltura vanno distinti i fenomeni e gli effetti nel lungo e nel medio-breve periodo. L’irregolarità nelle precipitazioni e l’innalzamento delle temperature portano irregolarità nello sviluppo fenologico delle piante, squilibri nei processi produttivi e riproduttivi nonché mutamenti nell’equilibrio suolo – pianta – patogeno.

Le temperature continueranno a innalzarsi e nel 2020 sono state di 1,25°C sopra la media dell’era preindustriale, il che significa che siamo sull’orlo del limite di 1,5°C fissato dalle potenze mondiali nell’accordo di Parigi.

Se le anomalie termiche possono provocare notevoli alterazioni delle fasi fenologiche della vite vi sono però delle tecniche di mitigazione degli effetti deleteri del clima che possono diventare opportunità da cogliere da parte del viticoltore: evoluzione delle tecniche di coltivazione, cambiamenti delle forme di allevamento, scelta di portinnesti diversi, potatura, nuove tecniche di cantina ma anche utilizzo di induttori di resistenza o elicitori. Questi ultimi sono la frontiera dei nuovi trattamenti fitosanitari alternativi all’uso di pesticidi. L’obiettivo è quello di stimolare le naturali difese della pianta

Se gli interventi di Spanna e Pinna lasciavano trasparire qualche spiraglio di ottimismo, Giovanni Bosio illustrava la situazione dell’infestazione da Popillia japonica, la sua diffusione, sottolineando l’assenza attuale di rimedi reali per lottare contro tale insetto il cui adulto è da temere anche per la sua polifagia. La situazione della lotta è ancora più difficile per il settore biologico.

Nel corso del convegno, un collegamento web da Roma, ha permesso l’inserimento di due rilevanti interventi da Confagricoltura nazionale e precisamente dal direttore dell’Area economica, Vincenzo Lenucci e dalla responsabile del Settore vitivinicolo, Palma Esposito. Entrambi hanno messo in evidenza quanto siano indispensabili momenti di incontro, divulgazione e concertazione come quello odierno.

Chiudeva gli interventi Gabriele Busso, vice-direttore di Confagricoltura Torino, con un breve richiamo alle misure agroambientali del PSR 2023/27Maria Luisa Cerale, direttore di Confagricoltura Torino, ringraziava tutti i partecipanti e i relatori, invitandoli a un brindisi finale con i vini della cantina Cieck e le specialità salate e dolci della pasticceria Bonfante di Chivasso proposti con la partecipazione degli allievi dell’IIS Ubertini di Caluso coordinati dal docente Sergio Bertolotti.

Il convegno è stato moderato da Alessandro Felis, agronomo e giornalista, direttore responsabile di Cronache dell’Agricoltura.




Emergenza idrica, le azioni del Piemonte

“La risorsa idrica in Piemonte”, questo è il titolo della due giorni (1 e 2 marzo) che la Regione Piemonte ha voluto dedicare al tema dell’acqua. Nel corso della prima giornata, il convegno, che si è svolto a Torino, ha puntato i riflettori sulla gestione idrica in agricoltura.
Aprendo i lavori, il presidente della Regione Alberto Cirio ha sostenuto che “l’emergenza idrica è un problema serio ma ci sono gli strumenti per affrontarla. L’agricoltore, che in Piemonte finora non si è mai dovuto preoccupare dell’acqua, ora dovrà occuparsene, ma non sarà lasciato solo. Oggi la situazione rispetto al passato si è invertita e dobbiamo imparare come gestire la scarsità idrica da chi ha già affrontato il problema”.
Anche l’intervento di Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) ha evidenziato come il Piemonte stia subendo un cambiamento climatico più netto rispetto a quanto avviene mediamente nel mondo. Guardando i dati degli ultimi 60 anni si registra infatti un aumento di quasi 2,5 gradi delle temperature massime e di circa 1,5 gradi delle minime, a fronte dell’aumento medio di circa 1 grado fatto registrare a livello globale.
Di qui l’assoluta necessità ribadita dai partecipanti di imparare ad usare meglio la risorsa acqua. Anche attraverso la cooperazione, come insegna Israele, il cui ambasciatore in Italia Alon Bar, in collegamento da Roma, ha riferito che Israele, situato in una regione con scarse risorse idriche naturali, ridotte precipitazioni e temperature elevate, in 75 anni di storia ha accumulato molte conoscenze e sviluppato numerose soluzioni all’avanguardia per la gestione della risorsa idrica, dal riciclo della acque reflue (90%) per fini agricoli e industriali, alla gestione delle perdite idriche, dalla dissalazione all’estrazione dell’acqua dall’aria. “Desideriamo condividerle con voi e con il resto del mondo – ha concluso l’ambasciatore – perché riteniamo che l’acqua possa e debba essere un tema di cooperazione, bilaterale, regionale e internazionale”
L’assessore regionale all’agricoltura Marco Protopapa ha poi concluso la prima giornata affermando che c’è condivisione sul percorso da avviare per ottenere risultati nel medio-lungo termine, incoraggiando l’uso delle tecnologie e cercando di mantenere un principio di rispetto tra la disponibilità e il fabbisogno.
Gli effetti dei cambiamenti climatici sull’ambiente ed i progetti della Regione per la gestione dell’acqua sono stati affrontati nella sessione del 2 marzo con l’intervento dell’assessore all’Ambiente Matteo Marnati.
Gli effetti dei cambiamenti climatici – ha sottolineato – sono in atto da tempo ma quelli ‘veri’ li abbiamo visti in modo più marcato nel 2022. Non possiamo più basarci solo sull’apporto che può dare la natura, occorre prepararci. Due sono sostanzialmente le strategie da mettere in atto: tutelare la risorsa evitando gli sprechi e stoccare l’acqua quando c’è. Grossi invasi sì ma anche tutte le altre infrastrutture che ci permetteranno di sostenere questi obiettivi”.
Marnati ha poi citato i quattro punti fondamentali delineati dalla Regione per la transizione ecologica: attuare la transizione dell’economia, da lineare a circolare; raggiungere la neutralità climatica nel 2050 con emissioni nette pari a zero; attuare la transizione energetica, dalle fonti fossili alle fonti rinnovabili e la transizione verso città e comunità sostenibili che puntino al benessere dei cittadini.
Il Fondo europeo di sviluppo regionale, per la prima volta – ha concluso Marnati – contiene due misure, una dedicata ai cambiamenti climatici e prevenzione rischio che poggia su una dotazione finanziaria di 60 milioni di euro, e l’altra, da 72 milioni di euro, dedicata alla preservazione della natura e allo sviluppo, e al completamento, di infrastrutture verdi. Per quanto riguarda il settore delle acque sul fronte della riqualificazione fluviale sono già stati investiti 12 milioni di euro per 56 interventi mentre 3 milioni di euro sono stanziati sul bando 2023”.