DPCM. Crosetto (Confartigianato Cuneo): “Rispettare i tempi di applicazione”

La “potenza di fuoco” così definita dal presidente del consiglio Conte – commenta Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo – avrà un positivo significato solo se si rispetteranno i tempi rapidi di applicazione e verranno snelliti al massimo tutte quelle procedure burocratiche che da sempre complicano la vita dei nostri imprenditori.

Confartigianato chiede quindi che alle parole seguano velocemente i fatti, aspetto sul quale il nostro Paese finirà è stato decisamente carente. Se guardiamo all’estero, sono state messe in campo misure economiche straordinarie, subito approvate e rese utilizzabili in tempo reale.

Così deve avvenire anche sul nostro territorio. Sono troppe le Pmi in sofferenza a causa dell’emergenza sanitaria, è necessario intervenire immediatamente agendo anche su un concreto snellimento delle procedure per ottenere i finanziamenti utili alla ripresa della produzione».




Torino. Misure a sostegno del reddito a favore dei partecipanti ai cantieri

Le persone attualmente inserite nei cantieri di lavoro della Città di Torino percepiranno l’indennità giornaliera, anche per le giornate di sospensione dell’attività, a partire dal 1° marzo scorso e per il successivo trimestre (aprile-giugno 2020).

Il provvedimento è stato adottato questa mattina dalla Giunta Comunale, su proposta della Vicesindaca Sonia Schellino, per fronteggiare l’emergenza sanitaria e sociale determinata dalla diffusione del Covid-19.

Si tratta di una misura straordinaria a sostegno del reddito che coinvolge 230 persone. L’indennità sarà erogata fino a quando non sarà decretata la cessazione dello stato di emergenza sanitaria o sarà consentito il ripristino del servizio ordinario dalle disposizioni nazionali.

I cantieri di lavoro sono una delle misure promosse dalla Città per realizzare servizi di pubblica utilità a favore di persone disoccupate, accompagnate al raggiungimento dei requisiti pensionistici, e inoccupate selezionate anche sulla base delle loro condizioni sociali e familiari di particolare difficoltà e gravità al fine di facilitarne l’inserimento lavorativo e favorirne l’inclusione sociale.

 




Torino. Emergenza Covid19, nuovi provvedimenti della giunta comunale

Questa mattina la Giunta Comunale – a seguito della grave situazione emergenziale creata dal Covid 19 che ha imposto misure restrittive che impattano sull’economia cittadina – su proposta dell’assessore al Commercio Alberto Sacco, ha approvato ulteriori provvedimenti in merito al pagamento del canone Cosap per le aree mercatali.

 

Dal 23 marzo scorso lo svolgimento dei mercati settimanali è stato subordinato all’adozione e messa in opera di specifiche modalità di accesso scaglionato per evitare assembramenti. Tale provvedimento ha riguardato le forme di commercio di generi alimentari esercitate nei mercati cittadini all’aperto (sono considerati all’aperto anche i mercati provvisti di tettoia a propria copertura) e nelle aree di copertura commerciale previste dal Piano dei Mercati della Città.

 

A tal fine l’Amministrazione comunale ha disposto l’esenzione del pagamento del canone per tali operatori commerciali di generi alimentari e per i produttori agricoli titolari di concessione di posteggio pluriennale relativamente alle giornate di divieto di esercizio dell’attività stabilite.

 

La Città ricorda inoltre che chi lo desidera può effettuare una donazione con bonifico bancario a favore del Comune di Torino, IBAN IT69L0200801033000104431330 con la causale “Torino Solidale art. 66 dl 18/2020”. Inoltre, per le offerte di cibo o di altri beni di prima necessità è stato attivato l’indirizzo mail torinosolidale@comune.torino.it .




Il nuovo bando per l’accesso radiotelevisivo regionale

C’è tempo fino al 30 aprile per presentare domanda di partecipazione ai programmi per l’accesso radiotelevisivo regionale.

È stato infatti pubblicato sul supplemento del Bollettino ufficiale della Regione n.14 il nuovo avviso che, anche per il secondo trimestre del 2020, dà la possibilità alle realtà del terzo settore interessate di produrre gratuitamente trasmissioni autogestite di cinque minuti, poi trasmesse sulle frequenze regionali.

Un’opportunità di comunicazione per soggetti come per esempio le associazioni, le autonomie locali, i gruppi di rilevante interesse sociale, i gruppi etnici e religiosi, i sindacati, i movimenti politici, resa possibile grazie al protocollo d’intesa fra Corecom e Centro di produzione tv Rai.

I programmi devono essere prodotti in lingua italiana e possono essere realizzati in modo autonomo o con il supporto tecnico gratuito della sede regionale della Rai.

Gli spazi televisivi e radiofonici complessivamente messi a disposizione sono di trenta minuti su Raitre il sabato dalle 7.30 alle 8 e di venti minuti su RadioUno in modulazione di frequenza il sabato dalle 23.30 alle 23.50.

Il procedimento di accesso alle trasmissioni radiofoniche e televisive su Rai 3 Piemonte è gestito dal Corecom, che istruisce le istanze, ne valuta l’ammissibilità e svolge, inoltre, l’attività di vigilanza sul rispetto degli impegni assunti dai soggetti ammessi e sull’esecuzione dei piani di messa in onda.

La domanda di ammissione ai programmi può essere inviata a mezzo posta certificata all’indirizzo , via fax (011 5757.845), per raccomandata con avviso di ricevimento, per cui fa fede la data del timbro postale di partenza, oppure presentata a mano al Corecom Piemonte, in piazza Solferino 22 a Torino (dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.30).

 




Controlli e sanzioni sugli scarichi abusivi nella cintura sud di Torino

L’emergenza Coronavirus non ferma gli illeciti in materia di abbandono di rifiuti, anzi a volte li agevola, vista la scarsa presenza di persone sul territorio e la necessariamente ridotta vigilanza. Il periodo di chiusura forzata di molte attività artigianali e commerciali ha indotto alcuni imprenditori scorretti a fare pulizia nei loro magazzini e a liberarsi dei materiali di risulta scaricandoli nelle campagne semideserte.

La scorsa settimana soltanto nella prima cintura a sud di Torino gli agenti della Polizia metropolitana della Direzione sistemi naturali hanno rilevato numerosi scarichi “seriali” di rifiuti: tre cumuli di paraurti e materiali di carrozzeria, altri tre mucchi di vecchi serramenti e portoncini condominiali, di stracci e di plastiche, che sono state oltretutto incendiate.

Poiché lo smaltimento di questi rifiuti costa molto ai Comuni e quindi ai contribuenti, la Direzione sistemi naturali della Città Metropolitana è attiva per vigilare sul rispetto delle norme in materia. Grande attenzione viene posta alla sicurezza del personale. Gli agenti si spostano utilizzando ognuno un’auto di servizio, sono dotati di mascherine FFp2 e guanti in lattice.

Nei luoghi in cui è necessario effettuare sopralluoghi arrivano con vetture diverse due agenti, che operano a debita distanza e si tengono in contatto via radio. Nel contrasto al fenomeno dell’abbandono di rifiuti si fa uso anche di tecnologie di videosorveglianza, per individuare i produttori e i trasportatori abusivi. Grazie a moderne attrezzature di piccolissime dimensioni, la Polizia metropolitana tiene sotto controllo molte discariche abusive. I trasgressori vengono denunciati e devono rimuovere i rifiuti a loro spese. I mezzi di trasporto vengono confiscati nel caso siano stati utilizzati per disfarsi di rifiuti classificati come pericolosi.




Mascherine, emergenza quasi superata ma la burocrazia ci blocca

La Regione ha parzialmente superato l’emergenza legata ai dispositivi di protezione. Come Unità di crisi abbiamo acquistato 2.010.000 mascherine e ne abbiamo ottenute 2.267.000 in donazione e 3.200.000 dalla Protezione civile. Abbiamo ricevute 57.000 mascherine Fp3 dalla Protezione civile e 1.195.000 di mascherine Fp2 dalla Protezione civile e 280.000 dall’Unità di crisi”

Lo ha annunciato l’assessore alla Sanità Luigi Icardi che, con l’assessore al Welfare Chiara Caucino, è intervenuto alla seduta odierna della Commissione Sanità, presieduta da Alessandro Stecco.

“I dispositivi – ha precisato l’assessore – sono distribuiti dall’Unità di crisi in tutte le province. Le criticità ancora presenti riguardano le mascherine Fp3 e i camici, dovuti in gran parte al blocco delle frontiere e alle giacenze del materiale nelle dogane. Restano difficoltà di approvvigionamento, anche perché la burocrazia non aiuta: Miroglio, per esempio, potrebbe triplicare la produzione, lavorando anche in uno stabilimento estero, ma tale possibilità al momento è preclusa. Ci auguriamo sia superata”.

L’assessore Caucino ha affermato che “dei circa 40.000 tamponi a oggi complessivamente effettuati in Piemonte, circa 3.000 hanno coinvolto le Rsa e di questi circa un terzo dei pazienti è risultato sospetto positivo” e ha sottolineato l’imponente lavoro di mappatura per aggiornare la situazione in tempo reale e coordinare gli interventi.

I consiglieri di minoranza e di maggioranza intervenuti – Marco Grimaldi (Luv), Francesca Frediani, Sean Sacco (M5s), Domenico Rossi, Domenico Ravetti, Diego Sarno (Pd), Silvio Magliano (Moderati), Mario Giaccone (Monviso) e Valter Marin (Lega) – hanno sottolineato, con sfumature diverse, la complessità della situazione e la necessità di soluzioni volte ad arginarla al più presto. In tema di Rsa, dall’opposizione è arrivata la richiesta di maggiore tempestività nelle analisi e negli interventi.

In generale, diversi commissari hanno sottolineato la necessità di eseguire un numero maggiore di tamponi, per individuare gli asintomatici e comunque per prevenire il decorso della malattia. “Sul fronte dei tamponi – ha risposto Icardi – siamo passati da 2 a 18 laboratori di analisi e siamo in grado di processare fino a 4.000 tamponi al giorno. Grazie alla sinergia con l’Università di Torino, inoltre, il Piemonte, sarà in grado di produrre in proprio i reagenti per i test. Questo ci permetterà di agire sempre più efficacemente anche nelle Rsa”.




Covid19, la Regione tutela Turismo e Cultura

Nuove opportunità a sostegno del sistema turistico piemontese: la Regione ha già dato corso e sta mettendo a punto misure di credito e finanziarie per potenziare quanto previsto dal decreto Cura Italia”: lo ha riferito nella seduta congiunta della terza e della sesta commissione consiliare di questa mattina, presieduta da Paolo Bongioanni, l’assessore al Turismo e alla Cultura Vittoria Poggio.

“In particolare abbiamo approvato l’adesione agli interventi di moratoria dei prestiti bancari concessi con il concorso di risorse regionali alle imprese piemontesi da parte degli intermediari finanziari, un’azione che riguarda circa 110 milioni di euro di finanziamenti agevolati e 150 milioni di euro di operazioni sostenute da garanzie regionali – ha spiegato l’assessore – e abbiamo impegnato 54 milioni di euro per costituire una Sezione speciale all’interno del Fondo Centrale di Garanzia per le piccole e medie imprese per potenziare l’intervento dello strumento nazionale su scala regionale, prevedendo interventi sia in garanzia diretta da parte delle banche, che in controgaranzia attraverso il sistema dei Confidi”.

Sul fronte cultura, la proposta è su due interventi: da una parte ampie deroghe in tema di rendicontazione dei contributi regionali per i progetti beneficiari di contributi nel 2019, dall’altra rivedere per il 2020 in via eccezionale il sistema dei bandi e dei contributi, spostando l’attenzione di progetti ai soggetti e dando priorità alla tenuta delle strutture culturali e dei lavoratori del comparto : “Nelle more dell’approvazione del Programma Triennale della Cultura – ha concluso Poggio – stiamo pensando ad una legge speciale che tenga conto dello stato di particolare sofferenza dell’intero comparto culturale”.

Tornando al Turismo, è stato previsto uno stanziamento iniziale di 4 milioni di euro di contributi a fondo perduto per sostenere l’accesso al credito delle micro, piccole e medie imprese piemontesi che hanno esigenze di liquidità per far fronte agli oneri connessi al credito e per sostenere l’attivazione di tali operazioni da parte delle banche e dei Confidi. Uno stanziamento che consentirà di fornire velocemente ed in forma anticipata contributi compresi tra i 3 mila e i 7,5 mila euro per impresa, a seconda dell’importo dell’operazione finanziaria di riferimento.

Previste anche modifiche temporanee alla legge 34/04 “Sostegno al sistema di garanzie in favore delle PMI piemontesi attraverso l’integrazione dei fondi rischi dei Confidi”, per consentire ai Confidi selezionati di utilizzare i fondi trasferiti anche per l’erogazione veloce e snella di credito diretto ai propri associati su importi di piccolo taglio e per esigenze di liquidità.

L’assessore ha sottolineato che si stanno valutando modifiche alle misure specifiche sul turismo già previste prima della crisi sanitaria, a sostegno degli investimenti per l’offerta turistica e ricettiva, delle iniziative di promozione e promo commercializzazione.

“Vogliamo rendere più coerente all’attuale scenario il fondo rotativo a favore delle micro piccole e medie imprese che al momento ha una dotazione di oltre 5 milioni – ha detto – e mettere in campo misure di contributi a fondo perduto attuate con bando, a favore di enti pubblici e associazioni senza scopo di lucro, ATL e Consorzi di operatori turistici.  Stiamo anche definendo le modifiche ai contenuti tecnici dei bandi, rispetto alle precedenti annualità, e si è provveduto a differire le date di rendicontazione dei bandi 2019 per venire incontro ai beneficiari.

La Regione metterà anche a punto un programma straordinario di promozione e promo-commercializzazione per il rilancio turistico, in collaborazione con VisitPiemonte e il sistema delle Aziende turistiche locali, in raccordo con i Consorzi degli operatori e in coordinamento con l’Enit: l’8 aprile è stato convocato un tavolo di lavoro con Regione e Atl.

Le risorse disponibili sono quelle del bilancio regionale a sostegno della promozione turistica, gestite direttamente dalla Regione, circa 2 milioni di euro, a cui si aggiungono, almeno in quota parte,  quelle assegnate  alle attività di Visit Piemonte (circa altri 2 milioni).

Sono intervenuti per porre domande il presidente della sesta Commissione Paolo Bongioanni e i consiglieri Daniele Valle (Pd), Silvio Magliano (Moderati) e Valter Marin (Lega).

In precedenza si era svolta l’audizione delle Atl. “Il nostro è un comparto oggi totalmente chiuso, con il fatturato ormai pari a zero. Sarà difficile riavviarlo, perché riaprire le strutture non vorrà dire garanzia di riportare i turisti, visto che non possiamo nemmeno sapere come sarà gestita la mobilità. Stiamo vivendo una forte crisi di liquidità” ha puntualizzato Mauro Carbone, direttore dell’ Ente turismo Alba Bra Langhe Roero.

Concetti ribaditi da Mauro Bernardi, il presidente dell’Atl di Cuneo, che ha aggiunto: “Ci troveremo davanti ad uno scenario completamente diverso, che metterà in discussione anche gli standard occupazionali. Pure l’offerta sportiva è al collasso, se pensiamo alla stagione sciistica azzoppata e al rinvio di grandi eventi come il Giro d’Italia, per non parlare dei contraccolpi che sta già patendo tutto lo sport dilettantistico”.

“Oggi ci sono tante incertezze, ma dovremo essere pronti con strategie coordinate. Noi abbiamo avviato un Osservatorio per stare vicini ai nostri operatori, ma dopo Pasqua saremo purtroppo costretti alla cassa integrazione al cinquanta per cento per i nostri dipendenti” ha dichiarato Daniela Broglio, direttrice di Turismo Torino.

Da Pier Luigi Prati, dell’Agenzia turistica della Provincia di Alessandria, è giunto un esplicito invito alla defiscalizzazione e alla sburocratizzazione, “inoltre dobbiamo dare vita ad un coordinamento tra tutte le Atl”.

Dall’Atl di Novara, presente in audizione la presidente Maria Rosa Fagnoni, è stata avanzata la richiesta di un “accesso immediato agli incentivi economici”. Ribadendo il concetto di avere l’unità e la compattezza di tutti gli attori pubblici e privati, Bruna Cernusco, funzionaria dell’Atl Valsesia Vercelli, è ritornata sull’importanza del Tavolo strategico di lavoro.

Francesco Gaiardelli del Distretto dei Laghi, si è concentrato sulla necessità, ad emergenza terminata, di dare il via ad azioni di promozione e di promo-commercializzazione realizzate in partnership con tutti gli operatori.

La richiesta alla Regione di prevedere anche una grande campagna di comunicazione per rilanciare e riaffermare il brand Piemonte su tutti i mercati nazionali ed internazionali, è stata uno degli argomenti ricorrenti anche nei successivi interventi dei consiglieri che sono intervenuti: Maurizio Marello, Daniele Valle, Domenico Rossi e Diego Sarno (Pd), Paolo Ruzzola e Carlo Riva Vercellotti (Fi) Valter Marin (Lega) e Ivano Martinetti (M5s).




Crolla l’artigianato, in Piemonte 662mln persi in un solo mese

Almeno 7 miliardi di euro. A tanto ammonta la stima della perdita di fatturato che a livello nazionale le imprese artigiane subiranno in questo mese di chiusura a causa del Coronavirus (dal 12 marzo al 13 aprile 2020). A fare i conti è stato l’Ufficio studi della CGIA.

I comparti più colpiti sono anche quelli più rappresentativi di tutto il settore: le costruzioni, ad esempio, vedranno una flessione del fatturato di 3,2 miliardi (edili, dipintori, finitori di edifici, etc.) la manifattura di 2,8 miliardi (metalmeccanici, legno, chimica, plastica, tessile-abbigliamento, calzature, etc.) e i servizi alla persona di 650

1 milioni di euro (acconciatori, estetiste, calzolai, etc.) .

“L’artigianato rischia di estinguersi, o quasi, in particolar modo nelle piccole città e nei paesi di periferia, molte attività – segnala il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – a fronte dell’azzeramento degli incassi, degli affitti insostenibili e di una pressione fiscale eccessiva, non reggeranno il colpo e saranno costrette a chiudere. Se la situazione non migliorerà entro la fine del prossimo mese di maggio, è verosimile che entro quest’anno il numero complessivo delle aziende artigiane scenderà di almeno 300 mila unità: vale a dire

1 La stima della perdita di fatturato è stata costruita a partire dal fatturato di ciascun settore ATECO, calcolando la perdita di fatturato sulla base dei giorni di chiusura di ciascuna attività a partire dal 12 marzo fino al 13 aprile 2020 che il 25 per cento delle imprese artigiane presenti in Italia chiuderà i battenti”.

Una situazione, quella che sta vivendo l’artigianato in queste settimane, molto difficile che si sovrappone ad un quadro generale altrettanto pesante che negli ultimi 10 anni ha visto crollare il numero delle imprese presenti in questo settore. Tra il 2009 e il 2019, infatti, le aziende artigiane che hanno chiuso definitivamente sono state poco meno di 180 mila (per la precisione 178.664), pari al -12,2 per cento. Se nel 2009 lo stock era pari a 1.465.949, al 31 dicembre dell’anno scorso il numero è sceso a 1.287.285. La regione che ha subito la flessione più elevata è stata la Sardegna (-19 per cento).

“Quasi il 60 per cento della contrazione delle imprese artigiane registrata in questi ultimi 10 anni – fa notare il segretario Renato Mason – riguarda attività legate al comparto casa. Edili, lattonieri, posatori, dipintori, elettricisti, idraulici, etc. hanno vissuto anni difficili e molti sono stati costretti a gettare la spugna. La crisi del settore e la caduta verticale dei consumi delle famiglie sono stati letali. Certo, molte altre professioni artigiane, soprattutto legate al mondo del design, del web, della comunicazione, si stanno imponendo. Purtroppo, le profonde trasformazioni in atto e la drammatica crisi che vivremo nei prossimi mesi cancelleranno molti mestieri che hanno caratterizzato la storia dell’artigianato e la vita di molti quartieri e città”.

Vecchi mestieri in via di estinzione

A fronte delle difficoltà che certamente si intensificheranno nei prossimi mesi, la CGIA ha elencato 25 vecchi mestieri artigiani che, già in forte agonia, rischiano di scomparire definitivamente dalle nostre città e dai paesi di campagna, o professioni che sono in via di estinzione a causa delle profonde trasformazioni tecnologiche in atto. Essi sono:

          • Arrotino (molatore o affilatore di lame);
          • Barbiere (addetto al taglio dei capelli su uomo e alla rasatura della barba);
          • Calzolaio (riparatore di suole, tacchi, borse e cinture);
          • Casaro (addetto alla lavorazione, preparazione e conservazione dei latticini);
          • Canestraio (produttore di canestri, ceste, panieri, etc.)
          • Castrino (figura artigianale tipica del mondo mezzadrile con il compito di castrare gli animali;
          • Ceraio (produttore di torce, lumini e candele con l’uso della cera);
          • Cocciaio (produttore di piatti, ciotole e vasi);
          • Cordaio (fabbricante di corde, funi e spaghi);
          • Corniciaio;
          • Fotografo;
          • Guantaio (produttore e riparatore di guanti);
          • Legatore (rilegatore di libri);
          • Norcino (addetto alla macellazione del maiale e alla lavorazione delle carni);
          • Materassaio (colui che confeziona o rinnova materassi, trapunte, cuscini, etc.);
          • Mugnaio (macinatore di grano e granaglie);
          • Maniscalco (addetto alla ferratura dei cavalli, degli asini e dei muli);
          • Ombrellaio (riparatore/rattoppatore di ombrelli rotti);
          • Ricamatrice (decoratrice del tessuto con motivi ornamentali);  Sarto/a (colui o colei che confeziona abiti maschili o femminili);
          • Selciatore (addetto alla posa in opera di cubetti di porfido);
          • Sellaio (produttore di selle per animali);
          • Scopettaio (produttore di spazzole e scope);
          • Scalpellino (colui che sgrossa e lavora la pietra o il marmo con lo scalpello);
          • Seggiolaio (produttore o riparatore di seggiole impagliate).

Il COVID 19 ha costretto alla chiusura 6 artigiani su 10. Tornando alle chiusure imposte dalla legge in queste ultime 2 settimane a causa del COVID 19, sono 752.897 le imprese artigiane che sono state costrette a sospendere l’attività (pari al 58,5 per cento del totale); il conto sale a 799.462 se si considerano anche le attività per le quali è prevista la possibilità di fare solo somministrazione per asporto. A livello regionale si sono registrate punte del 65,6 per cento in Toscana, del 63,9 per cento in Valle d’Aosta e del 61,1 per cento in Umbria. Le realtà meno interessate dalla chiusura sono state la Basilicata (52,9 per cento), la Calabria (52,5 per cento) e infine la Sicilia (48,9 per cento).

Al Sud gli artigiani sono sempre meno

A livello territoriale è il Mezzogiorno la macro area dove la caduta è stata maggiore. Tra il 2009 e il 2019 in Sardegna la diminuzione del numero di imprese artigiane attive è stata del 19 per cento (-8.092). Seguono l’Abruzzo con una contrazione del 18,8 per cento (-6.788),

l’Umbria, che comunque è riconducibile alla ripartizione geografica del Centro, con – 16,2 per cento (-3.945), il Molise con il 16,1 per cento (-1.230) e la Sicilia con il -15,9 per cento, che ha perso 13.486 attività.

La stima della perdita del fatturato è stata costruita a partire dal fatturato di ciascun settore ATECO, calcolando la perdita di fatturato sulla base dei giorni di chiusura di ciascuna attività a partire dal 12 marzo 2020 e sino al 13 aprile 2020.

Si fa presente che:

– nelle stime sono stati utilizzati dei criteri prudenziali applicando, laddove le informazioni non erano disponibili per specifico comparto ATECO, il minimo dei valori tra i codici ATECO simili a quella attività;

– le perdite di fatturato stimate riguardano solamente le attività artigiane chiuse e quindi non tengono conto degli effetti/contrazioni subiti dalle attività aperte fino al 13 aprile 2020 (è palese che anche queste attività aperte subiranno infatti dei cali).

Pertanto le stime di perdita di fatturato artigiano (pari a 7,3 miliardi di euro) sono da intendersi di minima; ad esempio, ipotizzando che le attività aperte abbiano subito un calo del 30% nel mese di riferimento, la perdita di fatturato artigiano in Italia sfiorerebbe i 10 miliardi di euro.

Le imprese più colpite sono state ovviamente le categorie artigiane più rilevanti ovvero le costruzioni (3,2 miliardi di euro), la manifattura (2,8 miliardi di euro) e i servizi alla persona (650 milioni di euro).




De Santis (Confartigianato Torino) : “Non siete soli, ecco le azioni di sostegno, tutela e rilancio contro la crisi”

Acconciatori ed estetisti erano stati tra i primi a chiedere la sospensione delle proprie attività di fronte alla diffusione crescente del Coronavirus, lanciando un preciso segnale di attenzione alla salute delle persone e di tutela dei propri collaboratori. Poi, con il Decreto dello scorso 11 marzo, sono arrivati i provvedimenti che hanno sancito la chiusura delle attività del benessere e dei servizi alla persona.

 

Dagli ultimi dati elaborati dall’Ufficio Studi di Confartigianato, in questi settori in Piemonte si registrano 12.449 imprese artigiane del settore dei Servizi di acconciatura e altri trattamenti estetici, che offrono servizi di acconciatura, manicure, pedicure e trattamenti estetici grazie anche ai circa 30 mila addetti.

Un settore sempre sotto attacco degli irregolari; secondo un recente calcolo sempre di Confartigianato, si stima come in Piemonte “colpiscono” direttamente il 20% delle imprese regolari.

Ed è soprattutto in questo periodo che nel settore del benessere e della cura della persona è allarme per il proliferare abusivi e irregolari che offrono “servizi itineranti e a domicilio” per il taglio dei capelli, manicure e trattamenti estetici.

 

In questo momento in cui le attività devono rimanere chiuse – afferma Giuseppe Falcocchio, referente area benessere di Confartigianato Torino è sconcertante come certe persone si rivolgano clandestinamente ad abusivi e irregolari, che devono essere puntiti severamente insieme a chi li utilizza. Questa emergenza dovrebbe insegnare una volta per tutte che non si rischia con la vita”.

 

Le imprese di acconciatura ed estetica, quelle che non solo oggi, ma sempre, operano nel rispetto delle regole, sia dal punto di vista della formazione obbligatoria, sia per quanto riguarda i requisiti igienico-sanitari dei locali, salvaguardando così la salute e i propri clienti, invitano a declinare e rifiutare eventuali proposte di servizi da parte di chi opera abusivamente, e in questo particolare momento, in deroga alle regole. Qualsiasi operatore che offra i propri servizi, presso il proprio domicilio o presso quello del cliente, è un abusivo e una minaccia alla salute di tutti.

 

Il nostro appello – riprende Falcocchio – è quello di tutelare la propria e l‘altrui salute, rispettando alla lettera quanto disposto per il contenimento dell’epidemia da Covid19 e quindi non uscire e non ricevere in casa operatori abusivi. Presto i vostri acconciatori e i vostri estetisti vi accoglieranno offrendovi tutta la sicurezza e la cura di sempre”.

 

Nel frattempo, Confartigianato Imprese Torino lavora per dare sostegno concreto alle imprese, e ai dipendenti, che hanno dovuto fermare l’attività.

 

Le imprese hanno voluto dimostrare che hanno a cuore la salute dei clienti prima ancora della loro bellezza e del lavoro – afferma Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino – contemporaneamente, come sistema Confartigianato, lavoriamo a livello nazionale e locale, affinché garantiscano, con i prossimi provvedimenti, tutte le necessarie misure a compensazione del danno economico che molte attività stanno subendo in questo periodo”.

 

In questo momento parrucchieri, estetisti e tutti gli altri operatori del settore benessere, e i loro dipendenti, possono usufruire degli ammortizzatori sociali dell’Artigianato.

 

Alle imprese artigiane diciamo che non sono sole. infatti – sottolinea De Santisin caso di sospensione o riduzione del lavoro possono contare sul Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’Artigianato, un fondo nazionale che garantisce supporto economico alle imprese in difficoltà”.

 

Le realtà del settore benessere, obbligate per decreto a sospendere tutte le attività, possono accedere a questi strumenti di sostegno, creati dalle organizzazioni datoriali e sindacali del settore artigiano.

L’obiettivo, condiviso con i Sindacati dei lavoratori – rimarca De Santis – è oggi più che mai quello di offrire una serie di prestazioni a datori e dipendenti, garantendo a questi ultimi un sostegno al reddito, e quindi riducendo licenziamenti e chiusure aziendali, soluzioni sempre dolorose per i nostri artigiani“.

 

Inoltre, ricordiamo come proprio le imprese artigiane del benessere, cura e salute della persona, spesso hanno donato il proprio materiale, come mascherine, guanti, camici, occhialini e disinfettanti, agli ospedali per supportare il lavoro di medici, infermieri e personale non sanitario in questi giorni così difficili di lotta al Coronavirus.

 

Nel momento in cui sarà finita questa straordinaria emergenza – conclude Falcocchio i nostri operatori potranno accogliere la propria clientela offrendo servizi ancora più mirati e novità importanti con entusiasmo e professionalità”.

 




Coronavirus, il bollettino della Regione Piemonte

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che il numero di pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, è di 434 (92 in più di ieri, dato in assoluto migliore dall’inizio), cosi suddiviso su base provinciale: 26 Alessandria, 23 Asti, 17 Biella, 41 Cuneo, 22 Novara, 245 Torino, 27 Vercelli, 23 Verbano-Cusio-Ossola, 10 provenienti da altre regioni. Altri 618 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica dopo la malattia e in attesa ora dell’esito del secondo.

Sono 47 i decessi di persone positive al test del Coronavirus comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi: 4 in provincia di Alessandria, 5 in provincia di Asti, 3 in provincia di Biella, 2 in provincia di Cuneo, 6 in provincia di Novara, 21 in provincia di Torino, 1 in provincia di Vercelli, 3 nel Verbano-Cusio-Ossola, 2 provenienti da altra regione.

Il totale è ora di 1191 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 223 Alessandria, 57 Asti, 87 Biella, 78 Cuneo, 139 Novara, 464 Torino, 60 Vercelli, 61 nel Verbano-Cusio-Ossola, 22 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

Sono 12.442 (+603 rispetto a ieri) le persone finora risultate positive al “Covid-19” in Piemonte: 1.778 in provincia di Alessandria, 598 in provincia di Asti, 574 in provincia di Biella, 1080 in provincia di Cuneo, 992 in provincia di Novara, 6018 in provincia di Torino, 606 in provincia di Vercelli, 566 nel Verbano-Cusio-Ossola, 178 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale. I ricoverati in terapia intensiva sono 442. I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 40.638, di cui 24.201 risultati negativi.