Coronavirus: Novara, oltre la burocrazia delle certificazioni, si candida al centro di una filiera tutta italiana

Trascorso un mese dall’inizio dell’emergenza, l’industria Coccato&Mezzetti di Galliate, gestita dalla famiglia Coccato, ha ormai stabilizzato la produzione a circa 500.000 mascherine al mese.

Qualche settimana fa l’ad Fabiano Vittorio Coccato aveva espresso la propria stima nei riguardi di quegli imprenditori che intendevano convertire le loro produzioni in DPI, ma poi, come purtroppo siamo spesso abituati nel nostro Paese, ci si è scontrati contro la burocrazia delle certificazioni. Nemmeno gli sforzi compiuti dal Governo mediante il decreto 18 del 17 marzo, che all’articolo 15 autorizza la produzione di guanti e mascherine per uso medicale e per i lavoratori in deroga alle norme CE, sembra riuscire ad aiutare le aziende a superare questa impasse.

«Quello che si può fare al momento – spiega Coccato – è rimboccarsi le maniche. Il paradosso è che ora non si comprende più nulla davanti alle certificazioni o alle autocertificazioni richieste per la produzione: innanzitutto non si arriva a una certificazione se non si dispone del materiale idoneo.

Noi questo materiale lo abbiamo perché anni fa ci eravamo imbattuti in vie forse ancora più tortuose di quelle attualmente imposte dall’iter certificativo. Nella fattispecie le nostre mascherine sono classificate come Dispositivi Medici (DM), omologati secondo i criteri richiesti dal Ministero della Salute e con marchio CE, che seguono un iter di autorizzazioni diverso rispetto ai Dispositivi di Protezione Individuale (FFP2 ed FFP3), che vengono sottoposti a test sulla sicurezza del lavoratore. Ci tengo a fare questa precisazione per rendere l’informazione più chiara perché in questi giorni arrivano richieste confuse, anche da parte di tecnici e delle pubbliche amministrazioni.

Gli uni non escludono gli altri, naturalmente, sono tutti manufatti a protezione individuale: le nostre mascherine sono catalogate come Presidi di protezione dal rischio biologico e chimico testate contro il virus batteriofago Phi-X 174 (24 nanometri), che offrono protezione dall’interno verso l’esterno, in particolare evitano a chi le indossa, anche se asintomatico, di diffondere il contagio. Diverso è l’iter che avevamo seguito per le nostre tute monouso, i camici, i manicotti, i calzari (e ormai anche delle visiere, delle quali abbiamo appena ottenuto la certificazione) che sono certificate come DPI con marchio CE.

Ma al di là delle pastoie burocratiche, a cui nostro malgrado noi italiani già ci siamo fatti gli anticorpi, la scommessa oggi è la ripartenza, anche alla luce dei fatti che l’Europa sembra non avere una visione chiara del futuro e i Paesi dell’area settentrionale appaiono più inclini a valutare l’emergenza da un punto di vista finanziario piuttosto che attraverso la condivisione delle risorse per il bene dell’intera Comunità Europea.

Se ogni Stato, soprattutto quelli più colpiti, deve fare da sé, risollevarsi sarà davvero dura, e rispondere alla sfida ancora di più. Per quanto riguarda il territorio novarese, storicamente al centro del comparto tessile nazionale, le risorse imprenditoriali non mancano e nemmeno le competenze per creare una rete di aziende disposte a investire in quello che potrebbe diventare un settore strategico rispettando una filiera tutta italiana.

Da anni Coccato&Mezzetti ha stretto una collaborazione sinergica con Novamont e Orsa e in queste ultime settimane ha consolidato un asse industriale che può far fronte alla richiesta della materia prima per questi DPI a livello nazionale e cerca partner disposti a investire in un progetto comune tutto made in Italy.

A questo si aggiunga un altro elemento, che forse in futuro diverrà cruciale oltre che strategico: il materiale di cui si parla è biodegradabile e compostabile, accoppiato con Mater-Bi fornito da Novamont (norma EN 13432) e appena passata l’emergenza, nelle cosiddette fasi 2 e 3, dovremo forse abituarci a tenere in casa una dotazione di mascherine che potranno essere smaltite nell’umido (quando non sarà in atto un’epidemia). Ma questo aprirebbe un altro capitolo, lo stesso che aveva animato la famiglia Coccato allora e che sembra rimanere avveniristico anche oggi».




Confartigianato Cuneo: “Dal Ministero subito interventi urgenti per la tenuta del settore”

In questo periodo di difficoltà è doveroso il nostro ringraziamento alla categoria degli Autotrasportatori che con la prosecuzione dei servizi di trasporto e logistica essenziali, generi alimentari e farmaceutici, hanno permesso al nostro Paese di evitare un blocco totale».

Così Luca Crosetto, presidente provinciale di Confartigianato Cuneo, e Aldo Caranta, vicepresidente nazionale di Confartigianato Trasporti e presidente provinciale e regionale degli autotrasportatori di Confartigianato, esprimono l’apprezzamento per l’impegno della Categoria in questo difficile frangente.

Alcuni giorni fa anche il Ministro dei Trasporti Paola De Micheli aveva dichiarato grande gratitudine da parte di tutte le Istituzioni per “i trasportatori italiani che sono in prima linea e stanno assicurando al Paese un servizio efficiente e la consegna dei beni utili a continuare la vita di tutte e tutti”.

«Parimenti – proseguono Crosetto e Caranta – ringraziamo il Governo per l’impegno con cui ha risposto alle prime esigenze del settore, ritenendolo essenziale e strategico per il Paese, attraverso le misure contenute nel decreto “Cura Italia”. Ma ora l ’autotrasporto si trova a fare i conti con una situazione di estrema gravità che necessita di interventi ancora più incisivi di quelli finora messi in campo».

«Gli autotrasportatori sono allo stremo delle possibilità economiche per poter continuare a operare. – spiega Caranta – Andando avanti così saremo costretti a fermarci. La categoria deve far fronte alle spese quali gasolio e transiti autostradali senza però, in alcuni casi, ricevere il pagamento dei servizi effettuati dai propri committenti. Andando avanti in queste condizioni si fa presente, sin d’ora, che le imprese di trasporti sono costrette a fermarsi con conseguenze devastanti per le filiere e la popolazione tutta, a meno che non si intervenga in tempo reale con alcuni provvedimenti».

E proprio sulle misure che il Governo potrebbe attuare Confartigianato Trasporti e Unatas hanno avviato un dialogo con il Ministero. Le richieste riguardano in primis l’utilizzazione certa e più ampia possibile del Fondo centrale di garanzia PMI, da assicurare attraverso l’ampliamento dei parametri del merito creditizio in maniera da consentire alle imprese di autotrasporto di accedere effettivamente ai finanziamenti garantiti dal Fondo stesso.

Inoltre, necessario applicare la norma sui termini di pagamento, peraltro prevista per il settore agroalimentare, con sanzione certa ed autorità di controllo ben individuata, per arginare e rimediare al fenomeno dei “ritardi dei pagamenti”, che purtroppo ancora si verifica in taluni casi. Rinnovata anche la richiesta di deroga ai tempi di guida e di riposo, come già fatto da 22 Paesi europei, per agevolare il lavoro ai conducenti dei veicoli delle imprese di trasporto italiane, cui è richiesto un supplemento di sacrificio rispetto a quello che già abitualmente essi sopportano sulle strade del Paese e su quelle europee.

Infine la previsione di corridoi blu (alla stregua di quanto fatto alle frontiere con i corridoi verdi) agli imbarchi per le imprese che viaggiano da e verso le isole maggiori (Sicilia e Sardegna) che dovendo garantire il trasporto dei prodotti, soprattutto quelli freschi legati al settore ortofrutticolo diretto ai mercati del nord, necessitano di priorità immediata: per tali imprese che compiono i viaggi di ritorno a vuoto occorre prevedere l’esonero dal costo del traghettamento e della navigazione.

«Il mondo dell’impresa è pronto a fare la sua parte in questa emergenza. – conclude Crosetto – Auspichiamo che le nostre richieste siano recepite per permettere la prosecuzione dell’operatività degli addetti dell’autotrasporto e della logistica, settori che mai come in questo momento sono fondamentali per l’intero sistema economico e per la Nazione».




Evento per raccolta fondi organizzata dalla Regione Piemonte: #StayON #insiemesiamopiuforti

Il 3 aprile appuntamento straordinario promosso dai festival e dai club piemontesi per promuovere la raccolta fondi organizzata dalla Regione Piemonte e dal Consiglio regionale del Piemonte.

Samuel & Roy Paci, Paolo Belli, Guido Catalano, Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo, Cosmo e Paolo Benvegnù fra i tanti artisti che hanno già aderito.

Il 3 Aprile i Club e Festival musicali piemontesi su iniziativa di #StayON – il movimento nato dai principali live club e festival dell’intera penisola e coordinato da KeepOn LIVE – Associazione di Categoria Live Club e festival italiani per costruire una staffetta quotidiana di eventi in streaming – si uniscono in una sola voce per promuovere, sempre attraverso la cultura, la raccolta fondi promossa dalla Regione Piemonte e dal Consiglio regionale del Piemonte a sostegno degli ospedali piemontesi e per l’acquisto di materiale sanitario (REGIONE PIEMONTE-Sostegno emergenza Coronavirus” al numero iban intestato a Regione Piemonte presso UniCredit Group – IT 29 H 02008 01152 000100689275 codice BIC UNICRITM1AF2-UNICREDIT GROUP) e il sistema di crowdfounding nato dalla campagna di donazione #insiemesiamopiuforti lanciata dal Piemonte Team (artisti dello spettacolo, del teatro e della cultura) proprio a sostegno della raccolta fondi Istituzionale. 

Già nelle scorse settimane i partner piemontesi della rete di #StayON si sono impegnati costantemente a divulgare gratuitamente cultura in streaming e a sostenere campagne di raccolta fondi per gli enti sanitari in stato di emergenza da COVID19 ma oggi ritengono di poter e dover fare di più, accogliendo per l’occasione in #StayON, tutti i Club e Festival musicali piemontesi che vorranno contribuire a questa causa comune.

Eccezionalmente, per un giorno, il palinsesto di #StayON si amplierà dalle 18 fino a mezzanotte con le ormai tradizionali dirette Facebook da parte degli artisti che, da casa, intrattengono il pubblico  attraverso i canali degli Spazi di Cultura che in questo momento di emergenza sono chiusi al pubblico, ma che vogliono continuare a far sentire la voce di un comparto che da sempre ha fatto la differenza in qualità di presidio sociale e culturale sul territorio.

“Donare per permettere ad altri di stare meglio è un gesto bellissimo e semplice allo stesso tempo, che ci permetterà di acquistare attrezzature mediche e sostenere le strutture sanitarie del nostro territorio – commentano il presidente della Giunta Alberto Cirio e del Consiglio regionale Stefano Allasia – In questi giorni molto difficili anche un piccolo gesto diventa importante. Un grazie quindi a tutti coloro che stanno facendo la loro parte con grande generosità per sconfiggere l’epidemia e un sentito grazie anche a tutti gli artisti, ai club e i festival del Piemonte che ci stanno sostenendo attraverso questa iniziativa”.

Il palinsesto sarà in continua evoluzione per dare la possibilità a club e artisti di aderire sino all’ultimo momento ma l’elenco, oggi, è già molto lungo: Paolo Belli con Tanaro Libera Tutti; Paolo Benvegnù con lo Spazio 211; Cacao Mental con il Cap 10100; Federico Castello con il Jazz Club; Guido Catalano con il Diavolo Rosso; Daniele Celona con Alingana Festival; Alberto Cipolla con il Circolo Margot; Cheap con Stereoteepee Festival;  Emidio Clementi con il Circolo della Musica; Dario Canal (Etruschi From Lakota) con l’Indiependenza Festival; Dott. Lo Sapio & Mao con le Officine Ferroviarie; Due Venti Contro con CPG; Ron Gallo con Fans Out; Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo con TOdays; Generic Animal con Artico Festival;  Fabio Giachino con il Sofà So Good; HÅN con A Night Like This;  John Qualcosa con Cinema Vekkio; Samuel & Roy Paci con OFF Topic; Davide Shorty con Reload Sound Festival; Testaintasca con _resetfestival; Tuomo Uusitalo con The Mad Dog Social Club;  T Vernice con Magazzino sul Po; Wallis Bird con El Barrio; Zibba con il Balla Coi Cinghiali.

Per lo show finale, Cosmo sarà l’animatore di un dj set in diretta da casa sua che verrà trasmesso a reti unificate da tutti i soggetti aderenti all’iniziativa che condivideranno simultaneamente la diretta in “video party”.




55 milioni il totale stanziato dalla Banca d’Italia per l’emergenza coronavirus

dopo un primo stanziamento di 20,9 milioni la Banca d’Italia ha deliberato oggi nuove donazioni del valore complessivo di oltre 34 milio ni di euro, per contribuire a l contrasto dell’emergenza da COVID-19.

Le nuove erogazioni finanzieranno i seguenti progetti, individuati di concerto con le Autorità sanitarie regionali attraverso la Rete territoriale della Banca d’Italia:

• in Calabria, l’allestimento di 75 posti di terapia intensiva e per l’acquisto di materiali e attrezzature per l’ospedale di Catanzaro;

• in Emilia Romagna, l’allestimento di 25 posti letto di terapia intensiva presso l’ospedale di Rimini e per l’avvio di una ricerca epidemiologica sulle popolazioni a maggior rischio;

• in Liguria, l’allestimento di un nuovo padiglione covid-19 e di due laboratori scientifici presso l’ospedale San Martino di Genova;

• nelle Marche, la realizzazione di 100 posti letto di terapia intensiva nell’area di Ancona;

• in Piemonte, l’acquisto di attrezzature scientifiche e arredi per l’allestimento di un ospedale da campo a Torino;

• in Puglia, l’allestimento di strutture temporanee per la terapia intensiva per 48 posti letto complessivi presso gli Ospedali Perrino di Brindisi e Moscati di Taranto;

• in Sardegna, l’acquisto di attrezzature mediche e dispositivi di protezione individuale;
• in Sicilia, l’allestimento di 32 posti letto di terapia intensiva presso il Policlinico di Messina; • in Toscana, l’allestimento di 51 posti letto di terapia intensiva nell’area di Massa e Carrara.

Le risorse provengono dal fondo per le attività di beneficenza e le iniziative di interesse pubblico, le cui disponibilità sono stabilite annualmente dal Consiglio superiore dell’Istituto avvalendosi di una facoltà espressamente riconosciuta dallo Statuto.

La Banca d’Italia continuerà a lavorare al fianco delle autorità in tutte le fasi dell’emergenza.




Inps: da oggi le domande dei 600 euro in favore di professionisti e lavoratori autonomi

Da oggi, 1° aprile, sarà possibile inoltrare online le domande per ottenere l’indennità di 600 euro prevista dal decreto legge n. 18 del 17 marzo 2020 (Decreto Cura Italia) per i professionisti e i lavoratori autonomi.

Si ribadisce che non si tratta di un click day. Le domande potranno essere inviate anche nei giorni successivi al 1° aprile, collegandosi al sito e cliccando sul banner dedicato che compare sulla Home page.

L’Inps fornisce le istruzioni sui requisiti richiesti per ottenere l’indennità e sulla modalità di richiesta con la circolare n. 49/2020, pubblicata oggi sul sito.

L’indennità non concorre alla formazione del reddito ed è prevista in favore di:

  • liberi professionisti titolari di partita iva attiva al 23 febbraio, che non siano titolari di pensione né iscritti ad altre forme di previdenza obbligatorie;
  • lavoratori con rapporto di collaborazione coordinata e continuativa attivo al 23 febbraio, che non siano titolari di pensione né iscritti ad altre forme di previdenza obbligatorie;
  • lavoratori autonomi iscritti alle Gestioni speciali dell’AGO, che non siano titolari di pensione né iscritti ad altre forme di previdenza obbligatorie (sono compresi anche gli iscritti alla gestione autonomi commercianti oltre che alla previdenza integrativa obbligatoria presso l’Enasarco);
  • lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali che hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e il 17 marzo 2020, che non siano titolari di pensione diretta e non abbiano rapporti di lavoro al 17 marzo 2020;
  • lavoratori del settore agricolo purché abbiano svolto nel 2019 almeno 50 giornate di effettivo lavoro agricolo e non siano titolari di pensione diretta;
  • lavoratori dello spettacolo non titolari di trattamento pensionistico diretto, con almeno 30 contributi giornalieri versati nell’anno 2019 allo stesso Fondo pensioni Lavoratori dello spettacolo, corrispondenti a un reddito non superiore a 50.000 euro.

Per il periodo in cui si percepisce l’indennità non è riconosciuto l’accredito di contribuzione figurativa, né il diritto all’assegno per il nucleo familiare.

La domanda per ottenere il Bonus potrà essere presentata a partire dal 1° aprile 2020 esclusivamente per via telematica, avvalendosi di una delle seguenti modalità:

  • collegandosi con il sito dell’Istituto e utilizzando l’apposito servizio, cliccando sul banner dedicato presente sulla Home page. Per questa prestazione è previsto l’utilizzo del PIN semplificato. La domanda di Bonus può essere fatta anche con SPID, CIE, CNS;
  • tramite il Contact center integrato, chiamando il numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o numero 06 164.164 (da rete mobile con tariffazione a carico dell’utenza chiamante);
  • tramite i Patronati, utilizzando i servizi offerti gratuitamente dagli stessi



Protocollo d’intesa per le ulteriori misure di contenimento e assistenza socio-sanitaria

È stato firmato oggi da Regione Piemonte,Unità di Crisi, Prefetture, Province e Città metropolitana di Torino il protocollo d’intesa per le ulteriori misure di contenimento e le indicazioni operative sull’assistenza territoriale e nelle strutture assistenziali e socio-sanitarie, comprese le case di riposo.

Accanto al monitoraggio continuo e capillare già realizzato nelle Rsa piemontesi e al recente rilascio della Piattaforma Covid 19 per verificare lo stato di salute dei cittadini positivi (in quarantena e guariti), la Regione Piemonte valuterà la possibilità di un programma di graduale monitoraggio sierologico del personale e degli ospiti attingendo ai 300.000 test sierologici acquistati, che saranno seguiti dai tamponi nei casi necessari. Particolare attenzione viene posta anche al personale.




Coronavirus, il dibattito in Consiglio regionale

Richiesta al Governo di poteri straordinari per rilanciare l’economia piemontese; mantenere le misure di contenimento anche dopo il 3 aprile; garantire risorse a tutti per poter almeno fare la spesa.

Queste alcune delle priorità Illustrate oggi dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio nelle comunicazioni sull’emergenza Coronavirus in Consiglio regionale, nuovamente riunito in videoconferenza.

Agli interventi di Cirio e dell’assessore alla Sanità Luigi Icardi, è seguito un lungo e articolato dibattito che ha coinvolto i rappresentanti di tutti i gruppi.

“Stiamo mettendo un impegno assoluto nell’affrontare l’emergenza – ha aggiunto Cirio – lo dimostra il numero dei letti di terapia intensiva: eravamo i penultimi in Italia come percentuale sugli abitanti, un retaggio storico della nostra sanità. Erano 287, adesso sono 565”.

Icardi ha riferito che “per i tamponi abbiamo 13 laboratori in grado di analizzarli, con una potenzialità di 4 mila al giorno: ma sono necessari i reagenti e la possibilità di riuscire a raccoglierli. Convocheremo i pazienti clinicamente guariti e in convalescenza per eseguire il test di conferma virologica della guarigione in ambulatori appositamente predisposti, per garantire la sicurezza dei pazienti e degli operatori”.

Mauro Salizzoni (Pd) ha ricordato le informazioni internazionali sui test che si stanno effettuando, le app telefoniche per il controllo dei pazienti e gli scenari post isolamento. Oggi l’Italia fa 30mila test al giorno, bisogna dare priorità alle Rsa e agli operatori. Si faccia attenzione, ha detto Salizzoni, al colpo di coda dell’epidemia, previsto per fine estate. Le scuole dovrebbero riaprire tre settimane dopo la fine del contagio.

Marco Grimaldi (Luv) ha sottolineato la necessita di test per fermare il contagio. È importante, ha spiegato, capire se i posti di terapia intensiva verranno occupati nelle prossime ore, ma anche la disponibilità delle Ogr o del Maria Adelaide. Inoltre bisogna progettare l’attesa dal punto di vista economico.

L’assessore Matteo Marnati, ha spiegato come il Piemonte si stia attrezzando per produrre i reagenti. Nelle tre Università del Piemonte si sta lavorando alacremente. “Da lunedì potremmo avere la produzione di massa a prezzi molto più bassi di quelli che si trovano sul mercato. Se il virus dovesse mutare c’è uno studio informativo che riesce a sensibilizzare il test. Quando avremo i reagenti li forniremo ai laboratori che lo chiederanno. Riusciremo a farlo in autonomia. Domani ci sarà il test preliminare da lunedì inizia la produzione senza limiti.

Nel rispondere alle varie sollecitazioni, Icardi si è detto d’accordo con le considerazioni di Salizzoni e ha aggiunto che “il ritorno alla normalità dovrà tener conto del rischio che il virus riparta”.

Alberto Preioni (Lega) è intervenuto spiegando che contro il Coronavirus il Piemonte sta facendo tantissimo, “ma è lasciato da solo a causa di un governo debole e inadeguato. I materiali arrivano con il contagocce e di bassa qualità, come le mascherine. È necessaria anche una battaglia forte con l’Europa”.

Per Silvio Magliano (Moderati) è assurdo che oggi chi dona possa detrarre solo il 30 per cento delle somme. Bisognerebbe poter detrarre il 100 per cento, da un lato sarebbe giusto, dall’altro aiuterebbe le raccolte fondi che grazie alla generosità degli italiani già stanno andando bene. Bisogna poi abbassare l’Iva sulle mascherine dal 22 al 4 per cento”.

Maurizio Marrone (Fdi) ha fatto i complimenti al presidente e all’assessore per il raddoppio dei posti di terapia intensiva. Ha spiegato come sia importante seguire il modello coreano, con la predisposizione di molti tamponi e tracciatura degli asintomatici. In questo senso anche il Veneto è un esempio virtuoso. Ora anche il Piemonte può mettersi al passo: ogni giorno di ritardo nell’effettuare gli esami con tamponi è un giorno perso.

Francesca Frediani (M5s) ha chiarito come sia importante puntare sull’assistenza a domicilio per evitare che i malati peggiorino e carichino le strutture sanitarie. È anche fondamentale la comunicazione tra i vari soggetti: la piattaforma è molto positiva per chi vi accede, “ma trovo sbagliato che i medici di base ne siano esclusi”. Per il dopo emergenza, è impensabile tornare subito alla normalità che conoscevamo: dobbiamo pensare adesso a come cambiare la società

Paolo Ruzzula (Fi) ha chiarito che le risorse più importanti possono arrivare soltanto dal Governo: quelle della Regione sono insufficienti per risolvere la crisi che ci sarà, anche se si tratta di fondi consistenti. “Qualche errore inevitabilmente è stato fatto, dove si può ripensiamo quanto si sta realizzando e facciamo qualche doverosa riflessione per salvaguardare i servizi che abbiamo”.

L’assessore all’Istruzione Elena Chiorino ha riferito “la difficoltà, comune a tutte le Regioni, per non essere ancora riusciti a interloquire con ministro Azzolina nonostante numerose richieste. Non abbiamo linee guida chiare dal ministero e diventa difficile concordare e mettere in campo azioni che siano complementari con quelle del Ministero”.

L’assessore Fabrizio Ricca ha spiegato che il decreto salva italia non ha stanziato fondi per sport e forze ordine. La Giunta del Piemonte invece intende stanziare – e proporre al Consiglio di votare – 4 milioni per coprire i costi dell’amministrazione ordinaria delle società sportive e 500mila euro per pagare gli straordinari alle forze di pubblica sicurezza per il presidio del territorio

Mario Giaccone (Monviso) ha rilevato difficoltà di comunicazione tra maggioranza ed opposizione. “I fatti – ha spiegato – hanno dimostrato l’importanza della presenza dell’opposizione sul tema Coronavirus. Sull’utilizzo dei tamponi il nostro lavoro è stato utile, una critica costruttiva che è stata presa in considerazione”.

 




Confagricoltura Piemonte: condivisa la proposta dell’assessore regionale all’Agricoltura

Mantenere invariati, per i primi due mesi della campagna di commercializzazione (da domani, mercoledì 1° aprile, fino al 31 maggio prossimo) gli accordi in vigore per quanto riguarda il conferimento del latte alle imprese di trasformazione, sia per le condizioni di conferimento/ritiro, sia per quanto riguarda gli aspetti economici.

È la proposta avanzata il 31 marzo dall’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa al Tavolo del Latte che si è svolto in videoconferenza, con l’intervento dei rappresentanti delle organizzazioni agricole e dell’industria di trasformazione. La proposta è condivisa e sostenuta con forza da Confagricoltura Piemonte, “perché rappresenta un contributo importante alla stabilità del comparto”.

L’organizzazione degli imprenditori agricoli, che ha partecipato alla videoconferenza per discutere della situazione e delle prospettive del comparto lattiero caseario con il responsabile dei produttori di latte Guido Oitana e il direttore regionale Ercole Zuccaro, accoglie convintamente l’invito dell’assessore Protopapa.

“Crediamo che in questo periodo emergenziale l’adesione alla proposta dell’assessore sia un atto di grande responsabilità per dimostrare la coesione del mondo agricolo e industriale – sottolinea Guido Oitana – e per garantire ai cittadini un prezzo certo per una serie di prodotti fondamentali per l’alimentazione. Se tutti insieme accoglieremo le indicazioni della Regione Piemonte potremo garantire serenità a un importante comparto produttivo e stabilità dei prezzi al consumo in una difficilissima emergenza”.

Confagricoltura ricorda che in Piemonte le aziende produttrici di latte vaccino sono circa 1.750, concentrate in prevalenza nelle province di Cuneo e Torino, con un totale di circa 121.000 vacche allevate, per una produzione annua di circa 1.080.000 tonnellate di latte (1.080.000.000 di litri). Il fatturato del prodotto all’origine è di circa 430 milioni di euro.




Appello di Confindustria Piemonte: “Salvaguardare il lavoro tutelando persone e impresa”

Il protrarsi della chiusura ha prodotto effetti negativi che rischiano di essere irreversibili per il Paese. Nel rispetto delle ineludibili indicazioni del comitato scientifico, imprese, Governo e parti sociali subito insieme per ripartire, aumentando ancora di più la sicurezza dei lavoratori.

L’Italia sta affrontando un’emergenza sanitaria globale che la vede drammaticamente in prima linea nel contrasto alla pandemia. Il Paese è chiamato a uno sforzo eccezionale per affrontare una crisi le cui dimensioni rischiano di compromettere in modo irreversibile il suo tessuto economico, sia per quanto riguarda i consumi interni, sia sul fronte internazionale. L’export risulta – se possibile – ancor più danneggiato da questa crisi, perché i competitor internazionali in queste settimane stanno acquisendo sempre maggiori quote di mercato. 

Anche il nostro territorio è impegnato in due battaglie distinte ancorché collegate: la prima di natura sanitaria, per arginare il contagio e interrompere la proliferazione del virus, la seconda di natura economica e sociale. A oggi il Governo ha messo in campo misure di supporto alle imprese, alle famiglie e ai lavoratori tanto apprezzabili quanto insufficienti a compensare una frenata dei consumi che – lo ricordiamo – ha di fatto azzerato interi settori produttivi.

La nostra regione sta pagando un prezzo altissimo e rischia di subire un contraccolpo insostenibile. Le imprese piemontesi stanno attuando tutte le prescrizioni in ordine di tutela della salute dei lavoratori e sono ovviamente disponibili a incrementare tali misure al fine di minimizzare – con qualsiasi mezzo – ogni eventuale rischio. È però vitale – nell’interesse comune – definire una progressiva riapertura delle attività produttive, per sostenere intere filiere che coinvolgono un ampio indotto formato da PMI, artigiani e liberi professionisti. 

Confindustria Piemonte, nel rispetto delle ineludibili indicazioni del comitato scientifico e in concerto con tutte le associazioni territoriali, sollecita il Governo e le parti sociali ad aprire immediatamente un tavolo operativo per definire una graduale ripresa delle attività industriali. 

“Siamo di fronte alla crisi più grave degli ultimi 50 anni” ha commentato Fabio Ravanelli, Presidente di Confindustria Piemonte “Le imprese stanno affrontando seri problemi di liquidità e al tempo stesso assistono all’erosione delle proprie quote di mercato. Quindi è indispensabile, ma non sufficiente, un piano eccezionale di trasferimenti e investimenti. Le imprese devono essere messe nelle condizioni di stare sul mercato e continuare a produrre, nel massimo rispetto dei dpcm – che potranno essere ulteriormente affinati – e delle ineludibili indicazioni del comitato scientifico. Ogni giorno di chiusura perdiamo quote di mercato che difficilmente riusciremo a riconquistare. A oggi abbiamo calcolato un impatto negativo sul PIL del 6%, ma il rischio concreto è che l’emergenza sanitaria si traduca in una spirale recessiva irreversibile”. 




Una piattaforma informatica per la gestione dell’emergenza

Si chiama “Piattaforma Covid-19” il nuovo strumento voluto dalla Regione Piemonte con la collaborazione del CSI che consente all’Unità di Crisi di affrontare con maggiore efficacia l’emergenza Coronavirus: permette di monitorare in tempo reale i processi di analisi dei tamponi, la presa in carico dei pazienti in ospedale, le loro dimissioni e i trasferimenti a domicilio o in altre strutture per il post ricovero, le acquisizioni straordinarie di personale, i servizi e presidi medici, lo stato di occupazione dei letti suddivisi per ogni struttura tra terapia intensiva, subintensiva e ordinaria.

Un sistema gestionale completo e flessibile, con soluzioni tecnologiche open source in cui le informazioni sono fruibili facilmente anche in mobilità e con dispositivi diversi.

La battaglia si combatte anche con i dati, fondamentali per fornire all’Unità di Crisi informazioni cliniche ed epidemiologiche condivise e in tempo reale indispensabili per poter analizzare e decidere in tempi stretti, in un contesto in continua e rapidissima evoluzione – ha dichiarato l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, presentando l’iniziativa durante una conferenza stampa telematica – Con il CSI si è riusciti a mettere in piedi in pochi giorni un sistema di dialogo tra tutte le Asl che fino ad un momento prima sembrava molto laborioso, se non impossibile da realizzare. Un modello che sarà certamente di estrema utilità per la sanità piemontese, anche dopo questa emergenza, che siamo la prima Regione in Italia a creare e che metteremo a disposizione gratuitamente delle Regioni che ce lo chiederanno”.

Ad utilizzare questa piattaforma sono tutti gli attori coinvolti dall’emergenza: Unità di Crisi, aziende sanitarie regionali, laboratori di analisi pubblici e privati convenzionati. Distribuite finora le credenziali di accesso a circa 700 operatori sanitari, 1181 sindaci e oltre 90 rappresentanti delle forze dell’ordine.

Un aspetto importante dello strumento è il supporto offerto ai sindaci nella gestione delle quarantene: per ognuno di essi viene messo a disposizione l’elenco delle persone del proprio comune che le aziende sanitarie decidono di mettere in isolamento.

Il protocollo con i sindaci

Sul piano operativo l’accesso alla piattaforma è stato definito con un protocollo che l’Unità di Crisi ha siglato con le rappresentanze degli enti locali (Anci Piemonte in rappresentanza di Anci e Upi, Anpci, Uncem Piemonte e Ali Piemonte),

“Il protocollo – afferma il vicepresidente e assessore regionale agli Enti Locali, Fabio Carosso – offre ai sindaci strumenti importanti per lo svolgimento del loro ruolo di primi referenti della pubblica autorità sul territorio, cui i cittadini mai come ora, si rivolgono per avere informazioni, rassicurazioni, indicazioni, chiarimenti”.

“Grazie alla convergenza di tutti i soggetti interpellati possiamo ora contare su una gestione dell’emergenza più sicura e più fluida da parte dei Comuni nel territorio di loro competenza – commenta l’assessore regionale alla Protezione civile, Marco Gabusi – Un territorio che i sindaci conoscono benissimo e su cui hanno una sensibilità specifica: come Protezione civile stiamo implementando per loro strumenti utili per conoscere l’andamento dell’epidemia a livello locale, stiamo distribuendo le mascherine per chi ne ha necessità e stiamo rafforzando le relazioni e i contatti utili”.