Covid-19, Cirio: “Dobbiamo chiudere davvero, non per finta”

Il presidente Cirio ha quindi ribadito ancora una volta che “dobbiamo chiudere davvero, non per finta. Leggendo l’ultimo decreto del Governo ho però il timore che tante realtà possano ancora restare aperte. Sin dall’inizio abbiamo adottato la linea del rigore, perché solo restando a casa si sconfigge il virus, e invece temo che ci siano ancora troppe eccezioni”.

“In queste ore stiamo verificando l’attuazione pratica del decreto di domenica sulle aziende – ha aggiunto Cirio -. Capisco che bisogna rallentare ma non spegnere il cuore economico del Paese, ma occorre capirne l’effettiva portata del decreto. Ho il timore che il combinato disposto tra codici Ateco e filiere permetterà a tante aziende di continuare ad essere operative, mentre occorre evitare forme di assembramento per centinaia di lavoratori”.

Riguardo alle differenze tra ordinanza di sabato e decreto di domenica, il presidente ha sostenuto che “la nostra ordinanza ci mette nelle condizioni di chiudere tutto ciò che possiamo e, laddove si discosta dal decreto del Governo, riteniamo abbia comunque valore perché più restrittiva”.

Un esempio riguarda la chiusura degli studi professionali, prevista dall’ordinanza regionale e non dal dpcm: “Abbiamo trasmesso al ministero dell’Interno il parere del nostro ufficio legale, secondo cui ha appunto valore la nostra ordinanza perché più restrittiva. I nostri uffici dicono che ci sarebbero problemi se allargassimo le maglie, ma noi le stringiamo. Lo stesso ha fatto la Regione Lombardia. Attendiamo che ci rispondano se è in vigore una o l’altra”.




Coronavirus, il bollettino della Regione Piemonte

Sono 21 i decessi di persone positive al test del Coronavirus comunicati questo pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 10 in provincia di Torino, 2 nel Biellese, 3 nell’Alessandrino, 1 nel Vercellese, 3 nel Novarese, 2 nel Cuneese. Il totale è ora di 336 deceduti, così suddivisi su base provinciale: 92 ad Alessandria, 12 ad Asti, 34 a Biella, 22 a Cuneo, 47 a Novara, 86 a Torino, 19 a Vercelli, 19 nel Verbano-Cusio-Ossola, 5 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

Sono 5.094 le persone finora risultate positive al Coronavirus in Piemonte: 877 in provincia di Alessandria, 215 in provincia di Asti, 262 in provincia di Biella, 381 in provincia di Cuneo, 424 in provincia di Novara, 2.317 in provincia di Torino, 269 in provincia di Vercelli, 204 nel Verbano-Cusio-Ossola, 49 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 96 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale. Le persone ricoverate in terapia intensiva sono 352. I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 14.619, di cui 9.058 risultati negativi.




Coronavirus, l’Ospedale Koelliker al fianco della sanità pubblica

Scende in campo anche l’Ospedale Koelliker per combattere il COVID-19.
In questo momento di grave emergenza sanitaria l’ospedale torinese si è mobilitato per affrontare la situazione e garantire appoggio, capacità sanitarie e posti letto.

A seguito della disponibilità offerta dalla Struttura, il riscontro positivo è giunto venerdì pomeriggio tramite comunicazione inviata dalla Direzione Generale dell’ASL e dall’Unità di crisi della Regione Piemonte.

Da sempre Koelliker si propone in un ruolo di sinergia e complementarità con la Sanità Pubblica. Ancor più in questo momento diventa importate collaborare attivamente per garantire un servizio sanitario che non può fermarsi alle sole emergenze Covid.

A tal fine sono stati messi a disposizione posti letto per assistere pazienti NO COVID e decongestionare gli ospedali pubblici che sono in prima linea nella battaglia contro il Coronavirus. Il contributo dell’Ospedale Koelliker in questo momento di difficoltà gioca un ruolo importante per ridurre il carico di lavoro della sanità pubblica che potrà così liberare posti letto e destinare professionalità medico-infermieristiche alle urgenze del momento.




Appello di Confindustria Piemonte: scegliete il territorio, scegliete i nostri prodotti

Viviamo un momento particolarmente delicato. Oggi, a causa dell’emergenza Coronavirus, molti trasformatori e allevatori (in particolare della filiera del latte e della carne) lo fanno in perdita, senza alcun guadagno.

Molti forse vorrebbero poter far leva sugli ammortizzatori sociali, come la cassa integrazione, per sopravvivere. Ma non possono farlo. E perché? Perché hanno un grande senso di responsabilità e del dovere che li obbliga a rimboccarsi le maniche e a continuare a lavorare, questo per dare un futuro a tutta la filiera del nostro agroalimentare, fiore all’occhiello nel mondo.

Agricoltori, trasformatori, distributori: nelle ultime settimane ci siamo riscoperti anelli indispensabili che lavorano concatenati per mandare avanti un comparto che non ha eguali. I consumi sono crollati e tutti i componenti della filiera stanno lavorando in perdita, operando con estrema difficoltà per poter continuare ad assicurare ai consumatori i loro prodotti.

Rivolgo quindi un appello a tutti i consumatori: in questo momento di grave crisi per l’emergenza in atto, scegliete il territorio, scegliete i nostri prodottiAiutate e sostenete la filiera agroalimentare locale preferendo i prodotti delle nostre aziende, per darci la possibilità di andare avanti tutti insieme. Noi continueremo a garantirvi cibi sani, genuini.

Siamo consapevoli di custodire le più preziose eccellenze food & wineche fanno grande il patrimonio agroalimentare della tradizione italiana e noi, per primi, vogliamo salvaguardarle continuando a lavorare. Nonostante tutto, noi ci siamo. Per voi. Insieme ce la faremo.

Franco Biraghi

Presidente Commissione regionale Agroindustria di Confindustria Piemonte




Coronavirus, bollettino della Regione Piemonte

Nel pomeriggio di ieri, l’Unità di crisi della Regione Piemonte ha comunicato la guarigione virologica di altri quattro pazienti contagiati dal “coronavirus covid19”.

Si tratta di un nucleo famigliare del Novarese e di un uomo del Torinese.

Le persone guarite sono in totale 14, di cui 4 dell’Astigiano, 1 del Cuneese, 2 del Novarese, 5 del Torinese, 1 del Vercellese e 1 residente fuori regione.

DICIASSETTE DECESSI

Sono 17 i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati questo pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 4 in provincia di Torino, 3 nel Biellese, 1 nell’Astigiano, 4 nell’Alessandrino, 1 nel Vercellese, 3 nel Novarese e 1 nel Verbano-Cusio-Ossola.

Il totale complessivo è ora di 300 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 86 ad Alessandria, 11 ad Asti, 31 a Biella, 20 a Cuneo, 43 a Novara, 70 a Torino, 16 a Vercelli, 18 nel Verbano-Cusio-Ossola, 5 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

Sono 4.541 le persone finora risultate positive al “Coronavirus Covid-19” in Piemonte: 810 in provincia di Alessandria, 191 in provincia di Asti, 244 in provincia di Biella, 327 in provincia di Cuneo, 399 in provincia di Novara, 2.018 in provincia di Torino, 245 in provincia di Vercelli, 171 nel Verbano-Cusio-Ossola, 48 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti  88 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

Le persone ricoverate in terapia intensiva sono 330, in altri reparti 2.071.

I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 12.869, di cui 7.729 risultati negativi.

In isolamento domiciliare  ci sono 1.826 persone.

SPERIMENTAZIONE AVIGAN

La Direzione Sanità della Regione Piemonte ha invitato le Aziende sanitarie a manifestare la propria disponibilità alla sperimentazione del farmaco Avigan, secondo le indicazioni che verranno emanate domani dall’Agenzia italiana per il farmaco, in modo da favorire il coordinamento delle attività e il dialogo con le autorità nazionali.

TEST NEI LABORATORI PRIVATI

I laboratori privati dotati delle necessarie tecnologie, da domani potranno effettuare esami sui pazienti Covid-19 individuati dalla Regione Piemonte. Sono allo studio le modalità per consentire l’effettuazione del tampone al domicilio del paziente.

Il numero degli esami svolti verrà così essere ulteriormente incrementato.

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE

L’Unità di Crisi della Regione ha finora distribuito alle Aziende sanitarie piemontesi i seguenti dispositivi di protezione: 800.000 mascherine chirurgiche, 130.000 mascherine FFP2, 7.000 mascherine FFP3, 200.000 guanti monouso, 20.000 camici protettivi, 100 pompe siringa, 19 videolaringoscopi (su 55 acquistati), 10.000 occhiali di protezione, 30.000 cuffie, 50.000 calzari.

Sono stati acquistati 5.000 sistemi di respirazione (caschi CPAP).

BOLLETTINO DEI CONTAGI ALLE ORE 18.30 del 22 marzo 2020




Coronavirus, firmato il decreto: ecco chi continuerà a lavorare

Il Presidente Conte ha firmato il dpcm che introduce ulteriori misure in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull’intero territorio nazionale.

Le attività professionali possono continuare, sono sospese soltanto le attività produttive.

Lo ha stabilito il decreto del presidente del Consiglio dei ministri che ha indicato le attività produttive che possono rimanere aperte. (qui la lista delle attività che potranno rimanere aperte)

Le disposizioni del decreto producono effetto dalla data del 23 marzo 2020 e sono efficaci fino al 3 aprile 2020.




CNA Piemonte: “48 ore per sospendere attività non essenziali e salvaguardare produttori di mascherine”

Per la salvaguardia della salute dei cittadini devono essere adottate tutte le misure necessarie e CNA Piemonte condivide l’esigenza di sospendere qualsiasi attività che non rientra nella fornitura di beni e servizi essenziali per la comunità.

E’ un sacrificio che la Confederazione, le imprese, i lavoratori e i cittadini sono pronti a sostenere con responsabilità per sconfiggere un nemico invisibile.

 

Davanti al bene supremo che è la vita tutto passa in secondo piano.

 

“Tuttavia come CNA abbiamo presentato al Governo alcune osservazioni sull’operatività del provvedimento per favorire la sospensione ordinata e la massima chiarezza sulle attività essenziali – spiegano il segretario di CNA Piemonte Filippo Provenzano e il presidente Fabrizio Actis -. In particolare l’entrata in vigore della sospensione delle attività deve prevedere necessariamente una gradualità temporale, almeno 48 ore, per consentire alle imprese di porre in essere tutte gli interventi indispensabili alla chiusura degli impianti, alla gestione del personale e dei clienti e fornitori e per evadere gli ordini.

 

Inoltre l’individuazione delle attività e dei servizi essenziali non può essere rimessa alla mera elencazione dei codici ATECO, in quanto risulterebbe incompleta e foriera di numerosi dubbi interpretativi. Per questo motivo, CNA chiede che nel provvedimento venga espressamente consentito lo svolgimento delle attività accessorie a quelle essenziali indicate nell’elenco Ateco. Al riguardo è necessario garantire continuità operativa a tutte quelle attività manutentive, legate a cicli produttivi e non, finalizzate a mantenere efficienti e in buono stato i macchinari e gli impianti in modo da non pregiudicare la capacità dell’impresa quando terminerà l’emergenza.

 

Occorre inoltre consentire l’operatività a quelle imprese che si stanno riconvertendo per la produzione di mascherine e dispositivi per la salute e oggi sprovviste di codice Ateco”.

 

“Infine la Confederazione rileva che le associazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori, unitamente alle società di loro emanazione – promosse o partecipate – vanno ricomprese tra le attività e i servizi essenziali.

È fondamentale garantire il ruolo della rappresentanza che, attraverso l’attività sindacale e l’erogazione di servizi, costituisce un prezioso ed irrinunciabile elemento di raccordo tra il decisore politico e il tessuto produttivo, oltre a fornire informazioni utili alla corretta formazione del processo decisionale e garantire l’erogazione di servizi quali, ad esempio: l’elaborazione delle buste paga e la sottoscrizione degli accordi sindacali, come nel caso dell’attivazione degli strumenti di sostegno al reddito” concludono Provenzano e Actis.




I convalescenti da Covid-19 ospitati nelle residenze universitarie a Vercelli

Ieri, 21 marzo 2020, dopo una concertazione tra Prefettura, Comune, ASL, Università del Piemonte Orientale ed EDISU, si è deciso di concedere all’Ospedale la residenza studentesca di via Quintino Sella per la convalescenza degli ammalati di COVID19 in via di guarigione.

Gli studenti che ancora soggiornavano residenza – tredici, in prevalenza stranieri – sono stati trasferiti nella residenza di via Dal Pozzo, sopra il Rettorato, con l’assistenza degli operatori dell’Asl.

Il Direttore generale dell’UPO Andrea Turolla sottolinea: «Abbiamo immediatamente accolto la proposta del Prefetto e del Sindaco e siamo contenti di renderci utili per questa iniziativa che lascia intravedere, finalmente, una evoluzione positiva. Negli Ospedali il Rettore, i nostri clinici, specializzandi e tirocinanti stanno dando ogni energia possibile per far fronte a questo dramma».

«Un grazie speciale va di certo all’EDISU e all’Università del Piemonte Orientale che in questo momento ci hanno supportato consentendoci di poter utilizzare questa struttura. Un grazie che va  esteso agli studenti», ribadisce il direttore generale dell’Asl Chiara Serpieri, «perché sono proprio loro ad aver mostrato sensibilità e comprensione partecipando attivamente anche personalmente al trasloco temporaneo.

Questo spazio sarà prezioso per i nostri pazienti che hanno superato la fase acuta della malattia, che oggi stanno meglio e che ancora per un periodo necessitano di uno spazio protetto dove poter completare la contumacia».




Coronavirus, le ulteriori restrizioni del Ministro Speranza

Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato l’ordinanza che vieta: l’accesso del pubblico ai parchi, alle ville, alle aree gioco e ai giardini pubblici; di svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto. Resta consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona.

L’ordinanza inoltre impone la chiusura degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, posti all’interno delle stazioni ferroviarie e lacustri, nonché nelle aree di servizio e rifornimento carburante, con esclusione di quelli situati lungo le autostrade, che possono vendere solo prodotti da asporto da consumarsi al di fuori dei locali; restano aperti quelli siti negli ospedali e negli aeroporti, con obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro.

Nei giorni festivi e prefestivi, nonché in quegli altri che immediatamente precedono o seguono tali giorni, è vietato ogni spostamento verso abitazioni diverse da quella principale, comprese le seconde case utilizzate per vacanza.

Le disposizioni producono effetto dal 21 marzo e sono efficaci fino al 25 marzo 2020.

 




Coronavirus, parte la selezione di 300 medici volontari

È una “chiamata alle armi” verso tutta la sanità italiana perché i medici che sono in prima linea contro l’emergenza Coronavirus hanno bisogno di aiuto.

Lo ha dichiarato stasera il ministro per gli Affari Regionali e Autonomie Francesco Boccia annunciando presso la sede del Dipartimento della Protezione Civile l’avvio della procedura attraverso la quale sarà costituita la task force di 300 medici che opereranno a supporto delle strutture sanitarie regionali per l’attuazione delle misure necessarie al contenimento e contrasto dell’emergenza COVID-19

«I medici che operano contro il Coronavirus, soprattutto in Lombardia, sono in difficoltà e la risposta di coloro che si candideranno deve avvenire entro 24 ore perché domani l’avviso sarà chiuso», ha proseguito il ministro. «Sarà data priorità agli anestesisti ma il bando è aperto a tutti i medici, l’importante è far arrivare la propria candidatura nel più breve tempo possibile».

Questa operazione di “medici per la Protezione civile” è su base volontaria , ha concluso Francesco Boccia, e «sono sicuro che arriveranno tantissime domande».

«Si tratta di costruire una forma rapida di intervento», ha dichiarato il Capo Dipartimento Angelo Borrelli, «i medici che verranno selezionati si affiancheranno a quelli della sanità regionale e a quelli volontari che già stanno prestando la loro opera negli ospedali dove vengono accolti i malati di Coronavirus».

La partecipazione dei medici che saranno selezionati sarà obbligatoria per il datore di lavoro fatta eccezione per le strutture convenzionate per le quali la possibilità di far parte della task force avviene su base consensuale con il proprio datore di lavoro. La partecipazione prevede il rimborso delle spese di viaggio ed una indennità forfettaria per ciascuna giornata prestata. Le Regioni provvederanno alla sistemazione alloggiativa.

Qui il form dove presentare la candidatura.