Concessioni idroelettriche, il testo approda in Aula

Licenziato a maggioranza, nella seduta odierna della quinta Commissione in congiunta con la terza, il disegno di legge 87 “Assegnazione delle grandi derivazioni ad uso idroelettrico”. Il provvedimento – dichiarato urgente – quindi è pronto per approdare in Aula per la discussione e votazione definitiva.

Nella seduta alla quale è intervenuto l’assessore regionale all’Ambiente ed energia, sono stati diversi gli emendamenti approvati e, tra questi, anche alcuni provenienti dall’opposizione, uno del gruppo Pd ed uno del gruppo M5s.

Il testo, che si compone di quasi una trentina di articoli, intende introdurre un innovativo meccanismo di apertura alla concorrenza a cui verrà sottoposta l’assegnazione delle grandi derivazioni idroelettriche.

In particolare, sarà possibile inserire nei bandi specifici criteri di individuazione della migliore offerta. Dopo il passaggio dal Demanio alle Regioni delle infrastrutture idroelettriche, la Regione Piemonte dovrà riassegnare 67 concessioni che storicamente erano in capo allo Stato, come primo passo verso la gestione autonoma di dighe e invasi utilizzati per la produzione di energia.

Saranno però soltanto le concessioni superiori a 3.000 kw quelle da riassegnare con bandi di evidenza pubblica. Undici di queste sono scadute e le procedure di assegnazione dovranno partire entro il 2022.




Confagricoltura, un secolo di agricoltura e di storia italiana

La più antica Organizzazione agricola celebra il centenario alla presenza del Capo dello stato. Il presidente Giansanti: “Impresa, lavoro, ricerca e crescita i principi che da sempre ci guidano verso il futuro”

“Tutela dell’impresa. Ovvero efficienza e competitività, orientamento verso la crescita e le innovazioni tecnologiche, stretto collegamento con le altre parti della filiera agroalimentare, per cogliere le aspettative dei consumatori in Italia e a livello internazionale. Ma anche protezione delle risorse naturali, responsabilità sociale, tutela dei lavoratori, benessere della collettività, per contribuire al progresso civile ed economico della comunità nazionale.

Questi i principi essenziali che hanno sempre ispirato l’azione sindacale di Confagricoltura da quel lontano 1920, in cui nacque a Roma la prima organizzazione degli agricoltori italiani a carattere generale, con una presenza diffusa su tutto il territorio nazionale e con funzione di sindacato datoriale”. Così il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ha aperto a Roma, a Palazzo Colonna, le celebrazioni del Centenario alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dei ministri Teresa Bellanova e Stefano Patuanelli e della sindaca di Roma Virginia Raggi.

Dopo aver ringraziato chi lo ha preceduto alla guida dell’Organizzazione e tutti coloro che hanno dato il proprio contributo alla sua crescita, Giansanti ha ripercorso alcuni momenti salienti della storia e dello sviluppo del settore agricolo.

“Dopo i conflitti mondiali – ha ricordato Giansanti – le difficoltà furono superate grazie all’impegno rivolto all’aumento della produzione, per rispondere alla domanda dei consumatori. Con lo stesso impegno abbiamo risposto negli ultimi mesi alla sfida posta all’intera filiera agroalimentare, a causa dell’emergenza sanitaria: continuare a produrre, per rifornire i mercati e assicurare cibo agli italiani”.

Anche durante il lockdown il nostro Paese ha dato prova, ancora una volta, delle sue energie morali e civili, ha detto di recente il Presidente della Repubblica. E i fatti hanno dimostrato che l’Italia può fare affidamento su un solido sistema agroalimentare, di cui gli associati a Confagricoltura costituiscono una componente essenziale. Con le loro aziende collaborano oltre 520.000 lavoratori, che sviluppano più di 41.000.000 di giornate lavoro.

“Adesso è necessario dare supporto a queste imprese – ha ribadito Giansanti – per metterle nella condizione di continuare ad aumentare competitività e produzione. La quota di esportazioni di prodotti agroalimentari, che era di 44 miliardi di euro, è arrivata a superare per la prima volta la soglia del 10% dell’export totale in valore. Crescere è un impegno difficile. Per questo dobbiamo utilizzare al meglio le risorse importanti messe a disposizione dal governo italiano e dall’Unione europea”.

L’ambizione di Confagricoltura va ben oltre il recupero della situazione esistente prima della pandemia. Dobbiamo cogliere l’occasione per far crescere la produttività che ristagna da oltre un decennio, per rilanciare gli investimenti pubblici, per dare ai cittadini e alle imprese infrastrutture moderne, diffondere la digitalizzazione, a partire dalla pubblica Amministrazione, rispondere alle sfide urgenti poste dal cambiamento climatico.
Confagricoltura farà la propria parte, seguendo quelli che sono i principi guida dell’Organizzazione e dei suoi associati, da cento anni a questa parte.

“E’ indispensabile, però – ha proseguito il Presidente – ridare piena dignità alla ricerca scientifica e riconoscere il valore della competenza e della professionalità. Coltivare le intelligenze dei molti nostri giovani eccellenti, e puntare su di loro, è una scelta essenziale per affrontare il futuro e le sfide che ci attendono. La scuola e la formazione continua sono fattori di sviluppo, perché il capitale umano è la prima ricchezza delle nazioni più avanzate”.

I tre giovani imprenditori che hanno raccontato la loro storia hanno dato il senso della diversità e della fecondità del “capitale umano” in termini di spirito d’impresa, apertura all’innovazione e sensibilità sociale. E hanno dimostrato che, investendo sui giovani, il nostro Paese si assicura un futuro.

Sono Luca Travaglini – Planet Farms, con l’agricoltura verticale in Lombardia, esempio di innovazione e sostenibilità; Ariane Lotti – Tenuta San Carlo, che da New York è tornata alle radici familiari in Toscana per dare vita ad un’azienda biologica all’avanguardia; Francesco Cambria – Cottanera, che ha lasciato la toga per dedicarsi alla vitivinicoltura sull’Etna, raccogliendo il testimone del padre che, con coraggio, decise di piantare vigne sul vulcano quando ancora pochi ci credevano.

“Siamo consapevoli – ha concluso il Presidente di Confagricoltura – che la valenza del nostro lavoro vada al di là del profitto, che pure è fondamentale per garantire la continuità produttiva e l’occupazione. Da un secolo l’impegno costante dei nostri agricoltori è stato quello di rafforzare le imprese e contribuire al continuo miglioramento del sistema economico e della coesione sociale. Come agricoltori sappiamo bene che raccoglieremo domani ciò che abbiamo seminato oggi. Continueremo, perciò, a lavorare con il massimo impegno nelle nostre imprese, nel nostro sindacato e nella società. Forti di una fiducia incrollabile sul futuro del nostro Paese”.

SCHEDA IMPRENDITORI AGRICOLI

Luca Travaglini – Planet Farms
Milanese, laurea in economia alla Bocconi.
A 35 anni decide di cambiare vita in seguito a una brutta esperienza di salute.
Dopo 4 anni di intensa ricerca, nel 2018 fa nascere Planet Farms, che è innovazione, tradizione ed eccellenza, con un sistema di coltivazione indoor che permette di controllare tutti i parametri fondamentali per la crescita degli ortaggi, a partire da acqua, luce, terra e aria.
I vantaggi che derivano da questa tecnologia sono molti, primo fra tutti il fatto di poter produrre ovunque, utilizzare il 97% di acqua in meno e garantire un prodotto in assenza totale di residui e fitofarmaci, fresco 365 giorni all’anno, indipendentemente dal fattore ambientale esterno.

Ariane Lotti – Tenuta San Carlo
Nata e cresciuta a New York, ma da quando ha 17 anni lavora, studia e fa ricerca in agricoltura per trovare modelli di agricoltura sostenibile.
Per necessità è tornata in Italia 6 anni fa, per gestire l’azienda di famiglia in Toscana, in provincia di Grosseto. I terreni erano stati comprati dal bisnonno nel 1936. Al suo arrivo, Ariane avvia un percorso di modernizzazione e sviluppo dell’impresa verso un modello nuovo: inizia la conversione al biologico, con tanta fatica. Avvia anche una linea di prodotti a marchio aziendale, sviluppando rapporti di filiera e facendo investimenti.
Oggi Tenuta San Carlo è la prima e unica azienda in Toscana che fa riso bio. La tenuta si estende su 480 ettari, metà nel Parco Regionale della Maremma, con seminativi, un piccolo allevamento di vacche maremmane, agriturismo e zone di pineta e di palude protette.

Francesco Cambria – Cottanera
Siciliano, dopo la laurea con lode in giurisprudenza si trasferisce a Milano e inizia a lavorare come avvocato in uno studio legale occupandosi di diritto penale societario.
Dieci anni fa cambia vita e torna in Sicilia, mettendo da parte la toga, ripartendo da zero e imparando a conoscere la vitivinicoltura da vicino, dove il padre, tra i primi, aveva creduto nelle potenzialità viticole dell’Etna, eliminando noccioleti e uliveti e piantando vigne.
Inizia una nuova avventura alla guida dell’azienda di famiglia, insieme allo zio e ai fratelli, con tecniche di viticoltura che tutelano un terreno speciale come quello vulcanico e strutture uniche come i pietrai. Allo stesso tempo l’azienda punta sull’innovazione, lavorando per una viticoltura di frontiera.
Nel 2019 Francesco Cambria riceve dal Gambero Rosso il premio speciale “Viticoltore dell’anno”.

 




La Zona di Saluzzo di Confartigianato ha premiato la Fedeltà Associativa

Si è svolta domenica 27 novembre, a Barge, presso il locale convegni “Ex Officina Ferroviaria”, la tradizionale cerimonia di conferimento degli Attestati di Fedeltà Associativa agli Artigiani.

L’iniziativa, organizzata dalla Confartigianato Cuneo – Zona di Saluzzo, ha inteso sottolineare il valore dell’imprenditoria locale sul territorio ed il senso di appartenenza all’Associazione da parte del mondo produttivo fossanese.

Dopo gli interventi delle autorità presenti, il prof. Giorgio Francesco, storico ed esperto di storia locale, ha tenuto un interessante approfondimento sull’evoluzione dell’artigianato nel Comune di Barge.

A seguire la consegna degli attestati di Fedeltà Associativa agli imprenditori in attività associati da 35, 50 e 60 anni.

«È un appuntamento importante per la nostra Zona, – ha dichiarato Daniela Minetti, presidente di Confartigianato Cuneo – Zona di Saluzzo – che sottolinea l’operosità e la capacità degli artigiani fossanesi. Si è trattato di un’occasione per confrontarsi sulla situazione economica del nostro territorio. Il sistema produttivo del nostro Paese si fonda proprio sulle piccole e medie imprese, alle quali viene chiesto di guardare al futuro con maggior fiducia, orientandosi sempre più verso l’innovazione e l’internazionalizzazione. Non dimentichiamo, inoltre, che questo evento rappresenta anche un piacevole momento di convivialità e di riconoscimento dell’impegno degli artigiani fossanesi che riceveranno l’attesto di “Fedeltà Associativa”».

«L’iniziativa – aggiunge Luca Crosetto, presidente territoriale Confartigianato Cuneo – vuole rendere omaggio a imprenditrici e imprenditori che si riconoscono nei principi della Confartigianato, e da anni le danno fiducia, costituendo la base associativa di quella che è la seconda Associazione in Italia per numero di aderenti. Il senso più profondo della “Fedeltà Associativa” è soprattutto un ringraziamento verso queste imprese che, come baluardi di un’economia sana e vivace, sono rimaste a presidio del territorio, generando economie e relazioni, dando occupazione e contribuendo allo sviluppo del nostro tessuto sociale».




Bando Novara Restart: ultimi giorni per richiedere le agevolazioni

Si avvicina il termine per richiedere i contributi previsti dal bando “NOVARA RESTART” della Camera di Commercio di Novara: le imprese avranno tempo fino a giovedì 15 ottobre 2020 per inviare la propria domanda.

Il bando finanzia con un contributo a fondo perduto del 50%, fino ad un massimo di 3.000 euro, le spese sostenute dalle imprese novaresi nei seguenti ambiti: innovazione PID, Covid-19, internazionalizzazione, formazione e training.

«Obiettivo del bando è quello di supportare le imprese fornendo liquidità immediata per fronteggiare le spese connesse all’emergenza sanitaria – spiega Cristina D’Ercole, segretario generale della Camera di Commercio di Novara – Con questa misura l’Ente ha messo a disposizione degli imprenditori del territorio risorse pari ad 1milione 450mila euro: ad oggi sono già stati liquidati a 188 beneficiari contributi per oltre 360mila euro e risulta in corso l’esame delle ulteriori 254 domande finora pervenute, per un controvalore di contributi richiesti di circa 480mila euro. Rispetto all’iniziale dotazione residuano dunque 610mila euro, per accedere ai quali sarà ancora possibile, nelle prossime due settimane, inviare la propria candidatura».

Tra gli interventi ammissibili rientrano le spese sostenute per hardware, software, tecnologie digitali, servizi, accessori, consulenza per lavoro a distanza ed e-commerce; materiale per garantire distanze di sicurezza, informazione e controllo accessi, allestimento dehors, consulenza normativa e sanificazione (tranne l’acquisto di mascherine e detergenti); analisi di mercato, strumenti promozionali, certificazioni export; formazione per dipendenti, titolari e soci in materia di innovazione organizzativa, sicurezza (esclusa la formazione obbligatoria) e internazionalizzazione.

Possono presentare richiesta di agevolazione le imprese aventi sede legale e/o un’unità locale in provincia di Novara, che risultatino attive ed iscritte al Registro delle Imprese della Camera di Commercio ed in regola con il pagamento del diritto annuale, indipendentemente dalla dimensione e dal settore di attività economica in cui operano.

Requisito fondamentale è che le spese siano sostenute a partire dal 1° febbraio 2020, per un ammontare minimo di 1.000 euro, e che risultino integralmente pagate all’atto della presentazione della domanda.

Le richieste di contributo dovranno essere inviate entro giovedì 15 ottobre esclusivamente tramite la piattaforma Webtelemaco di InfoCamere (per chi non fosse abilitato è necessaria la registrazione attraverso il sito , per la quale sono necessari sino a due giorni lavorativi).




Felici: “Trattano artigiani e commercianti come untori. Si sono dimostrati incapaci, e ora se la prendono con pasticceri e gelatai”

Con il consueto paternalismo il Presidente Conte ci ha avvisato che se faremo tutti i bravi sarà un sereno Natale.

Non facciamoci illusioni. Dpcm dopo Dpcm ci stiamo avviando verso un nuovo lockdown che con l’avvicinarsi del Natale segnerà la morte certa per tante attività artigiane e commerciali e non basteranno le misure di compensazione promesse né il contentino di poter tenere aperte alcune attività nel fine settimana.

Non eravamo ancora riusciti a risollevare la testa dalle restrizioni di questa primavera, che le misure annunciate quest’oggi dal Presidente Conte segnano un’ulteriore mazzata per tutti noi. Siamo consapevoli della gravità della situazione sanitaria ma non possiamo accettare di essere gli unici capri espiatori.

Nei Dpcm non vediamo solo manifestarsi l’anima anti-imprenditoriale dei giallo-rossi, che ignorano cosa significhi alzarsi la mattina per aprire bottega, ma c’è la chiara volontà di additate ristoratori, pasticceri, baristi e gelatai come degli irresponsabili untori. Non sono stati in grado, nei quattro mesi di tregua che il Covid ci ha concesso, di potenziare il traporto pubblico locale.

Non sono stati in grado di organizzare la scuola con orari di lezione differenziati per evitare assembramenti all’entrata e all’uscita. Non sono stati in grado di far partire tutti i cantieri necessari per avere più posti letto ospedalieri. Non sono stati in grado di garantire una massiccia campagna di vaccinazioni anti-influenzali.

Non sono stati in grado a giugno, di prendere dieci influencer e 10 rapper per spiegare ai giovani nelle località di vacanza perché si deve usare la mascherina. Essendo stati incapaci di fare tutto questo, ora colpiscono commercio, ristorazione e artigianato. E che dire dei tanti lavoratori della filiera degli eventi legati anche alla cerimonie di matrimoni (dove si stima una perdita del 70% del fatturato) e di quelli del comparto della cultura? Lo stop a concerti e teatri vuol dire lasciare a casa non solo artisti e operatori culturali ma tanti artigiani.

Non riesco a capire perché quegli imprenditori che in questi mesi hanno rispettato e fatto rispettare ai loro clienti le misure di contenimento (mascherine e distanziamento), debbano ora pagare il prezzo della situazione. E magari anche subire anche la beffa della scorsa Pasqua, quando le pasticcerie artigianali stavano chiuse mentre si vendevano colombe e uova nei supermercati. Sarà così anche per il panettone?

Intanto, i nostri artigiani sono ancora in attesa della cassa integrazione, la cui erogazione si è fermata al mese di giugno per mancanza di liquidità, e sono ancora in attesa dell’estensione del bonus Piemonte a molti codici Ateco che sono stati esclusi. Ma, come diceva mia mamma, se faremo i bravi, a Natale saremo ricompensati”.

 




Consiglio regionale, Icardi: “L’obiettivo è ridurre i ricoveri”

È importante contenere il numero di ricoveri, perché l’elemento più critico dell’attuale fase pandemica è “il fatto che con questo incremento nessun sistema sanitario al mondo, non dico il Piemonte, può reggere”. Per questo, ha spiegato l’assessore alla Sanità Luigi Icardi nel corso della sua informativa in Consiglio regionale, “dobbiamo cercare di curare a domicilio tutti coloro per i quali è possibile”.

La seduta si è svolta in videoconferenza con la presidenza di Stefano Allasia.

“Si fanno molti ricoveri – ha detto l’assessore – e i tecnici ritengono che molti casi potrebbero però essere trattati a domicilio. Il Veneto ha addirittura fatto un’ordinanza in questo senso: noi abbiamo l’accordo integrativo con i medici”. Come esempio da seguire, Icardi ha citato quello di Ovada (Al) dove “il progetto Covid-Home prevede che all’accesso al pronto soccorso si facciano approfonditi esami e chi può viene rimandato a casa, quindi seguito dalla medicina territoriale e dalle Usca. “In questo modo si è registrato una diminuzione dei ricoveri del 50 per cento”. Oggi “Sulla base delle curve di contagio e delle proiezioni a sette giorni, in Piemonte emerge che ogni 100 sintomatici in più si devono attendere entro pochi giorni 16 ricoveri ordinari, e ogni 100 ricoveri ordinari ce ne sono 16 in terapia intensiva”.

Sempre in quest’ottica l’assessore ha ricordato appunto che “il 13 maggio è stato siglato l’accordo con i medici di medicina generale, che ha moltiplicato capillarmente la possibilità di intercettare il virus sul territorio. Abbiamo messo diversi milioni su questo contratto integrativo”.

Il carico degli ospedali alla data di ieri ha fatto registrare “3187 posti occupati per il Covid su una disponibilità di 5580. L’incremento nelle TI è lineare. Non si sta assistendo a un incremento rapido, ma a una costanza di aumento. Tuttavia con questi numeri nessun sistema sanitario al mondo può dare una risposta certa per lungo tempo”. Icardi ha anche spiegato che rispetto alla prima ondata, oggi abbiamo pressione sui posti ordinari e meno su quelli di terapia intensiva.

“L’andamento dei ricoveri ordinari mostra incremento dal 16 agosto. Sino a quel punto eravamo a 2 posti letto occupati. Nel periodo estivo i casi erano in maggioranza importati (il 59 percento), cioè avvenuti altrove. Dal 14 settembre è ricominciato l’aumento esponenziale”.

Icardi, nel corso della sua informativa, ha anche ripercorso nel dettaglio tutte le iniziative intraprese dalla Regione Piemonte per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, a partire dal febbraio scorso. Ha rifiutato le critiche che accusano la Sanità piemontese di navigare a vista, descrivendo in modo dettagliato le decisioni prese e le direttive impartite alle Asl, chiarendo anche come i protocolli prevedano particolareggiatamente le azioni da intraprendere secondo i parametri registrati e i report settimanali che tutte le Regioni inviano al Ministero.




Confartigianato Cuneo: Italia, fanalino di coda nell’utilizzo dei Fondi Strutturali europei

Un risultato che appare piuttosto deludente e che pone degli interrogativi su quanto sia ancora “fragile” il nostro Paese nel “progettare” e “fare rete” ai vari livelli territoriali.

».




Istituiti gli Stati Generali della prevenzione e del benessere

Il Consiglio regionale rafforza il suo impegno a favore della salvaguardia della salute di tutti. Per perseguire al meglio questo obiettivo l’Ufficio di presidenza ha approvato la trasformazione degli Stati generali dello sport e del benessere in Stati generali per la prevenzione e il benessere. Un organismo che vuole diventare luogo di confronto costruttivo con le realtà piemontesi che operano in questo campo.

“La prevenzione gioca un ruolo importante non solo per salvaguardare lo stato naturale di salute degli individui, ma per la sostenibilità del sistema sanitario in un periodo storico caratterizzato da aumento dei costi a fronte di risorse limitate”, ha dichiarato Stefano Allasia, presidente del Consiglio regionale. “Già da alcuni mesi la nostra istituzione ha inteso potenziare la comunicazione sul tema, dando supporto ed eco mediatica a campagne di sensibilizzazione, anche in relazione alle giornate nazionali e internazionali che promuovono una particolare attenzione verso la salute pubblica”.

“Riteniamo quindi – continua il presidente – che gli Stati generali della prevenzione e del benessere possano favorire la creazione di una rete permanente con le diverse associazioni senza scopo di lucro e le fondazioni attive in Piemonte nell’ambito della prevenzione della salute. Dopo la promozione dell’Ottobre rosa contro il tumore al seno a fianco dell’Istituto di Candiolo, ora aderiamo con convinzione alla campagna “Un baffo per la ricerca” della Fondazione Ricerca Molinette contro il tumore alla prostata e così proseguiremo in seguito per dare visibilità alle numerose realtà associative, anche piccole, che sul nostro territorio svolgono un’azione informativa e divulgativa essenziale, affinché il loro messaggio rafforzi la conoscenza e la consapevolezza di tutti i cittadini sull’importanza della prevenzione”.




Dopo il furto, nuovi pc alla scuola media ‘Levi’ di Rivoli

Nel pomeriggio di lunedì 30 novembre, la dirigente scolastica della scuola media “Primo Levi” di Rivoli (TO) Alessandra Atanasio ha ricevuto nove computer portatili come donazione da parte della Sys-Tech, azienda informatica associata di CNA Piemonte, che ha deciso di intervenire insieme alla Samec, altra impresa appartenente alla Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, dopo la notizia del furto all’istituto rivolese. Nella notte tra il 26 e il 27 novembre, infatti, la scuola si era vista sottrarre gran parte del materiale informatico utilizzato per la didattica a distanza.

 

“Risolvere questa situazione in poco meno di un fine settimana ha dell’incredibile – ha raccontato la dirigente Atanasio -. E non finirò di ringraziare chi è venuto in nostro aiuto”.

 

“In un momento nel quale le imprese stanno lanciando un grido di allarme rispetto alla sopravvivenza della micro impresa – ha spiegato Delio Zanzottera, Responsabile delle politiche delle adesioni di CNA Piemonte -, credo che questo gesto sia davvero importante. Se da un lato la crisi sta stravolgendo gran parte del mondo imprenditoriale, accogliere la richiesta di aiuto e impegnarsi in modo solidale verso la comunità, credo sia un dovere a cui un’associazione di categoria come la nostra non può sottrarsi.  Come non si è sottratta all’emergenza del trasporto scolastico attraverso l’offerta e la messa a disposizione di bus privati per studenti e lavoratori. Le aziende del territorio ci sono e sono vicine alla comunità, alle famiglie, agli studenti. Anche questi sono investimenti per il loro e nostro futuro, come cittadini, come lavoratori e come imprenditori di domani”.




Unlock PA, chiedi al tuo Comune. Un’innovazione per la PA firmata CSI Piemonte

Con la mia famiglia siamo in zona arancione, posso andare a fare la spesa nel paese vicino? Quali uffici sono aperti in città per rinnovare la carta di identità? Quali sono gli esercizi commerciali aperti nel mio comune?

Da oggi con UNLOCK PA, un semplice sistema webchat di “domande e risposte”, tutte le persone potranno entrare in contatto con il proprio comune di residenza in modo facile e veloce, senza spostarsi o capire chi chiamare. Il cittadino potrà avere tutte le informazioni in tempo reale e on line sui temi del Covid, aperture uffici comunali, orari e molto altro.

Il progetto, realizzato dal CSI Piemonte, all’interno delle sue attività di ricerca e sviluppo, è stato presentato oggi al Ministro per la Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone e viene messo a disposizione gratuitamente di tutti i comuni italiani, per supportarli in questo momento di emergenza sanitaria a fornire risposte ai propri cittadini. Quello della diffusione è un tema chiave. Essendo messo a disposizione a tutti ed essendo basato su tecniche di apprendimento di Intelligenza Artificiale, il servizio parte con una dotazione standard che si arricchirà via via imparando dalle richieste stesse della comunità di utenti.

Ma come funzionerà in concreto? Sul sito web del suo comune il cittadino troverà attiva una chat con un messaggio di benvenuto. A quel punto potrà porre la sua domanda e, grazie ad un sistema di intelligenza artificiale, il chatbot fornirà le sue risposte, consentendo all’utente di interagire come se stesse comunicando con una persona reale.

Inoltre, se avrà ancora dei dubbi o necessiterà di approfondimenti, potrà richiedere un appuntamento ed effettuare una call via web con l’operatore eventualmente messo a disposizione dall’ente, tramite VIDE, il sistema di sportello virtuale realizzato sempre dal CSI e a disposizione degli enti quale servizio a pagamento, anche mediante i canali del mercato elettronico PA.

Il cittadino infatti, collegandosi al sistema di videoconferenza nella data e ora concordata interagirà questa volta in diretta con l’impiegato, in totale sicurezza e distanziamento sociale, usufruendo pienamente del servizio di cui necessita senza dover andare fisicamente presso l’ente.

L’appuntamento virtuale renderà possibile la condivisione e lo scambio di documenti con l’operatore, fruendo dei classici sistemi di conference, quali start e stop di microfono e webcam, condivisione del desktop, scambio di file e chat.

Dal canto suo, l’ente avrà un back office dedicato che gli permetterà di fruire di tutte le funzionalità di configurazione dei suoi sportelli, con descrizioni, slot temporali, chiusure. Tramite VIDE l’operatore di sportello potrà gestire le call con gli utenti avviandole e chiudendole a seconda delle necessità e delle regole definite dall’ente.

“UNLOCK PA e VIDE sono i primi risultati della nostra strategia per i comuni italiani”. Ha dichiarato Pietro Pacini, Direttore Generale CSI Piemonte. “Abbiamo una visione innovativa che pone il cittadino al centro e il comune al suo servizio e intendiamo accompagnare la Pubblica Amministrazione con nuove piattaforme che consentano anche ai comuni più piccoli di rendere concreta la trasformazione digitale. Questa pandemia ha accelerato questo processo e il CSI non si tira indietro, confermando il proprio ruolo di partner tecnologico della Pubblica Amministrazione italiana”.

Letizia Maria Ferraris, Presidente del CSI Piemonte ha sottolineato “Innovare appare sempre più un’opportunità per la democrazia. Fa riflettere anche su grandi temi, tra cui, quello della sicurezza dei dati; può essere in ogni caso occasione preziosa per promuovere e facilitare il rapporto tra cittadini e Pubblica Amministrazione”.

Fabiana Dadone, Ministro per la Pubblica Amministrazione ha affermato “La svolta digitale della PA deve farsi strumento di democrazia e di centralità del cittadino. Innovazioni come l’intelligenza artificiale possono dare un importante sostegno nell’ottica di rendere più fluido il rapporto tra le persone e le pubbliche amministrazioni, alzando la qualità delle prestazioni e dei servizi resi alla collettività. Esempi come questo danno il senso del percorso che vogliamo accompagnare, incoraggiare e che deve riguardare anche i Comuni e gli enti più piccoli, perché la rivoluzione digitale della macchina pubblica non sarà davvero efficace se non sarà pienamente inclusiva”.