Cuneo. Nel 2022 crescita in doppia cifra per le imprese straniere

Il numero di imprese straniere iscritte a fine 2022 presso il Registro imprese della Camera di commercio di Cuneo è di 4.561 unità, guidate per il 24,7% da donne e per il 20,7% da giovani. Tuttavia, a dispetto di una numerosità in costante aumento all’interno del sistema economico cuneese, occupano un peso inferiore (7,0%) rispetto alla media piemontese (11,8%).

Le imprese straniere in provincia di Cuneo e in Piemonte

Anno 2022

Imprese straniere registrate

% sul totale delle imprese

Tasso di crescita

Cuneo

4.561

7,0%

+10,2%

Piemonte

50.258

11,8%

+5,0%

Fonte: elaborazioni Camera di commercio di Cuneo su dati Infocamere

“Aumenta la voglia di fare impresa tra gli stranieri che vivono in provincia di Cuneo – sottolinea il presidente Mauro Gola – I numeri raccontano una crescita a due cifre, trainata dal settore edile, molto più marcata rispetto a quella fatta segnare a livello regionale e nazionale. Da qualche anno i trend sono consolidati e testimoniano l’aumento del numero delle società di capitale tra le imprese straniere, a riprova di una loro maggiore strutturazione rispetto al passato.”

La componente straniera del tessuto imprenditoriale locale continua a mostrare una vivacità superiore rispetto al complesso totale delle imprese cuneesi; nel corso del 2022, a fronte della nascita di 751 attività, si sono registrate 318 cessazioni (valutate al netto di quelle d’ufficio) con un saldo positivo di 433 unità. Il tasso di crescita raggiunto è del +10,2%, in controtendenza rispetto a quello della totalità del tessuto imprenditoriale (-0,2%). Esaminando l’andamento dei tassi di crescita degli ultimi cinque anni si evidenzia come alla dinamica negativa della totalità delle imprese della Granda, fatta eccezione per il 2021, si sia contrapposta la performance di segno “più” delle imprese straniere. L’analisi dei flussi sottolinea un evidente dinamismo sia sul fronte della natalità (+17,7 %) che della mortalità (+7,5%) in entrambi i casi più elevati dei rispettivi indici calcolati per l’intero universo delle imprese cuneesi (+5,1% e +5,3%).

Anche per il 2022 il settore in cui le aziende straniere sono maggiormente presenti si conferma essere quello delle costruzioni, con 1.557 attività registrate. I bonus governativi hanno favorito il comparto edile, la cui variazione di stock risulta essere molto positiva (+17,0%). Le attività commerciali accolgono meno di un quarto delle aziende a conduzione straniera, con un andamento positivo (+3,4%). Quanto alla dinamica esibita dagli altri principali settori di specializzazione, assistiamo all’espansione della base imprenditoriale nelle attività manifatturiere (+8,7%), nell’agricoltura (+6,1%) e nei servizi di alloggio e ristorazione (+4,5%).

I principali settori di attività economica delle imprese straniere

registrate in provincia di Cuneo

Anno 2022

Settore

Imprese straniere registrate al 31/12/2022

% imprese straniere sul totale delle registrate

% sul totale imprese straniere

Tassi di var. % annuale stock

Costruzioni

1.557

17,5%

34,1%

+17,0%

Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli

826

7,3%

18,1%

+3,4%

Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione

418

10,6%

9,2%

+4,5%

Agricoltura, silvicoltura pesca

384

2,1%

8,4%

+6,1%

Attività manifatturiere

334

6,2%

7,3%

+8,7%

Fonte: elaborazioni Camera di commercio di Cuneo su dati Infocamere

L’analisi per forma giuridica segnala una maggiore incidenza di ditte individuali nelle realtà guidate da stranieri rispetto al tessuto imprenditoriale provinciale valutato nel suo complesso (rispettivamente il 78,0% rispetto al 61,2% del totale imprese). Le società di capitale si attestano all’11,3%, mentre le società di persone sono l’8,3% delle aziende a prevalente conduzione straniera, quote che salgono rispettivamente al 14,4% e al 22,1% nella media generale. Simile per i due aggregati è la rilevanza residuale delle altre forme, il cui peso si attesta rispettivamente al 2,4% e al 2,3%.

              Imprese straniere         Imprese totali

            al 31 dicembre 2022     al 31 dicembre 2022

Fonte: elaborazioni Camera di commercio di Cuneo su dati Infocamere

Esaminando i dati relativi alla natimortalità della componente straniera in base alla forma giuridica emerge una tendenza al progressivo rafforzamento strutturale: le società di capitale chiudono l’anno con il tasso di crescita più elevato (+18,9%), frutto di una buona natalità (+20,8%) e di una mortalità molto contenuta (+1,9%). Le imprese individuali evidenziano un tasso di natalità del +18,7% e una mortalità del +8,7% con un indice di crescita del 10,0%. Seguono le società di persone (+4,5%) e le altre forme (+1,8%).

Fonte: elaborazioni Camera di commercio di Cuneo su dati Infocamere

Cuneo, 2 marzo 2023




Confagricoltura Piemonte: “La Consulta  per la Promozione del Territorio sia veicolo di tutela”

Confagricoltura Piemonte esprime soddisfazione per la nascita della Consulta per la promozione del territorio delle Aree protette del Po piemontese.

Non siamo stupiti che l’Ente Parco riconosca il ruolo trainante delle Associazioni di categoria e delle realtà economiche, per la promozione del territorio e che con esse cerchi una proficua collaborazione” afferma Enrico Allasia presidente di Confagricoltura Piemonte.

 

Sicuramente come Confagricoltura daremo un contributo fattivo affinché questo organismo svolga un ruolo attivo nelle politiche di sostenibilità sociale, economica e ambientale del territorio” prosegue il direttore Lella Bassignana.

 

La Consulta sarà chiamata a esprimersi con pareri sul regolamento delle aree protette, per valorizzare e salvaguardare l’interesse economico e turistico di ampie zone caratterizzate da un ecosistema unico e tutelato dall’Unesco: il Delta del Po’ è infatti identificato all’interno del MAB – “Men and the Biosphere”, un programma scientifico intergovernativo riservato alle Riserve di Biosfera, essendo la più grande zona umida d’Italia, senza confini, costantemente ridisegnata dal lento lavorìo delle acque del fiume, in cui la natura esprime un’enorme ricchezza in termini di biodiversità.

 

Per Confagricoltura, la rappresentanza è assicurata da Edoardo Canepa per la provincia di Alessandria e Jacopo Ferraris per la provincia di Vercelli e di Biella.




CNA Piemonte: incontro tra la Direzione Nazionale CNA e il Ministro delle imprese e del made in Italy

La direzione nazionale di CNA ha incontrato questa mattina il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.

All’incontro hanno partecipato anche il Presidente di CNA Piemonte Bruno Scanferla e il Segretario Regionale Delio Zanzottera, oltre ai componenti piemontesi della Direzione Nazionale.

Il Presidente nazionale di CNA Dario Costantini ha riportato l’attenzione sul recente caos sul Superbonus scatenato dallo stop improvviso alla cessione del credito e allo sconto in fattura: “Siamo certi che potremo contare anche sul suo prezioso contributo per dare, in tempi brevissimi, risposta alle 40mila imprese che sono al limite della sofferenza e della sopportazione per gli oltre otto miliardi di crediti incagliati”.

Il Ministro ha parlato della centralità delle micro e piccole imprese nell’economia italiana.

“Fino a poco tempo fa una dimensione aziendale ridotta era vista come un limite, oggi invece è una qualità importante: la tenacia degli imprenditori italiani ha dato vita a una imprenditoria capace di adattarsi anche ai cambiamenti più difficili da prevedere. Artigiani e Pmi sono elementi di forza della nostra economia, soprattutto in questa fase di deglobalizzazione. Per questo abbiamo creato il ministero delle imprese e del Made in Italy”, ha dichiarato Urso, che continua “Abbiamo collegato alla legge finanziaria sul Made in Italy, un disegno di legge che presenteremo in Parlamento ad aprile, quando sarà terminata l’indagine conoscitiva della commissione Attività produttive della Camera. Lo stesso governo sta portando avanti un confronto con le Regioni e gli attori coinvolti e la misura riguarderà la lotta alla concorrenza sleale, alla contraffazione, all’italian sounding, ma valorizzerà anche il prodotto italiano come tale”.

Risulta evidente che i dossier di competenza del Ministero delle imprese e del Made in Italy impattino fortemente sulle micro e piccole imprese.

La Confederazione ha dato piena disponibilità a lavorare in modo congiunto, fiera del fatto di essere  interlocutore privilegiata: l’incontro di oggi è il primo di diversi incontri utili a approfondire temi connessi alla piccola impresa e alla crescita del Sistema Paese.




In crescita il numero di imprese straniere in Piemonte

Al 31 dicembre 2022, le imprese straniere registrate in Italia hanno raggiunto le 647.797 unità, il 10,8% delle imprese complessivamente censite presso i Registri delle Camere di commercio localizzate sul territorio nazionale. Le aziende guidate da stranieri costituiscono una quota ancora limitata dell’intero tessuto imprenditoriale, ma risultano in costante aumento.

A livello geografico, emerge come la Liguria nel 2022 appaia la realtà con la maggiore incidenza di aziende straniere sul totale delle imprese registrate nel territorio regionale (15,2%), seguita dalla Toscana (15,1%), dall’Emilia Romagna (13,5%), dal Lazio (13,2%), dal Friuli Venezia Giulia e dalla Lombardia (entrambe con il 13,1%).

Il Piemonte si trova in settima posizione, con un’incidenza delle imprese straniere sulle 425.873 imprese aventi sede in regione pari all’11,8%, dato in crescita rispetto all’11,4% del 2021.

In base ai dati del Registro imprese delle Camere di commercio, emerge come, al 31 dicembre dell’anno appena concluso, le imprese straniere registrate in Piemonte ammontassero a 50.258, circa 1.582 in più rispetto al 2021 e oltre 12mila in più rispetto allo stesso periodo del 2011.

La componente straniera delle aziende ha contribuito in misura significativa alla tenuta del tessuto imprenditoriale piemontese. Anche nel 2022 le imprese straniere hanno evidenziato una vivacità superiore a quella delle imprese regionali nel loro complesso, grazie a un numero di iscrizioni nettamente superiore alle cessazioni.

A fronte della nascita di 5.473 imprese straniere, si sono registrate, infatti, solo 3.042 cessazioni (valutate al netto delle cessazioni d’ufficio), per un saldo positivo pari a 2.431 unità e un tasso di crescita del +5,0%, decisamente superiore rispetto a quanto evidenziato nel 2022 dal tessuto imprenditoriale piemontese complessivo (+0,25%).

“Le imprese gestite da persone di origine straniera rappresentano una realtà sempre più consolidata nel nostro Paese e nella nostra regione, una realtà che di anno in anno ha la capacità di rafforzarsi e strutturarsi. Stiamo parlando di oltre 50mila attività, che hanno ripreso a registrare tassi di crescita consistenti anche in una fase così difficile com’è quella che stiamo attraversando in questi ultimi anni. Una dinamica che – ipotizziamo – continuerà a crescere e che permetterà ai nostri territori di trovare nuova linfa per un’imprenditorialità dinamica. Queste imprese, però, vanno aiutate a rafforzarsi e a integrarsi pienamente nel tessuto produttivo e sociale piemontese e italiano” commenta il Presidente di Unioncamere Piemonte, Gian Paolo Coscia.

Il settore in cui le imprese straniere risultano maggiormente presenti in valore assoluto è, anche nel 2022, quello delle costruzioni. Il comparto edile, che ha vissuto una situazione particolarmente favorevole negli ultimi anni grazie agli incentivi, ha segnato per la componente straniera un forte incremento, registrando un tasso di crescita del +7,7%.

Tra gli altri principali settori di specializzazione delle imprese straniere troviamo il commercio, che assorbe un quarto delle imprese estere presenti in regione e segna un tasso di crescita nel 2022 pari al +1,3%. Gli altri servizi registrano un incremento del +5,6%, il turismo cresce del 4,0% e le attività manifatturiere del 4,2%.

Le imprese straniere assumono, nell’80,6% dei casi, la forma di imprese individuali, nell’11,2% si costituiscono come società di capitale e nell’7,2% si strutturano come società di persone; solo l’1,0% assume altre forme. Confrontando le imprese straniere con quelle totali, si evidenzia per le prime una maggior predilezione per la forma della ditta individuali e un peso decisamente inferiore per le forme della società di persone e della società di capitale.

Analizzando i dati relativi alla natimortalità di queste imprese in base alla forma giuridica, emerge come le società di capitale registrino il tasso di natalità più alto (+13,3%), a fronte di un tasso di mortalità decisamente più contenuto (+1,8%): ne consegue un tasso di crescita decisamente positivo (+11,5%). Anche le imprese individuali evidenziano un elevato tasso di natalità (11,6%) parzialmente controbilanciato da un sostenuto tasso di mortalità (7,1%): il tasso di crescita appare quindi più ridotto (+4,5%). Le società di persone manifestano un minor dinamismo, registrando più bassi livelli di natalità (+5,7%) e di mortalità (3,5%), ne risulta un tasso di crescita più ridotto (+2,2%). Le altre forme, infine, segnano un tasso di crescita sostanzialmente nullo (-0,2%).

Le imprese straniere presenti a fine 2022 sul territorio piemontese sono per lo più di origine extra-europea (72%), mentre solo il 28% ha origine comunitaria.

Analizzando l’imprenditoria straniera in base al territorio d’insediamento emerge come, anche nel 2022, circa 6 imprese straniere su 10 di quelle registrate in Piemonte trovino la propria sede legale in provincia di Torino; seguono i territori di Alessandria e Cuneo, con quote pari rispettivamente a 9,3% e 9,1%.

Le realtà provinciali in cui le imprese guidate da immigrati rivestono un’importanza maggiore sul relativo tessuto imprenditoriale sono quelle di Torino (13,9%) e Novara (12,1%); Cuneo (7,0%) e Biella (6,5%) sono, al contrario, quelle in cui la presenza di stranieri alla guida delle imprese del territorio è inferiore.

In termini di dinamica i tassi di crescita più elevati appartengono a Cuneo (+10,2%) e a Vercelli (+6,1%). Un ritmo di crescita in linea con quello medio regionale viene registrato da Novara (+5,6%), Asti (+5,5%) e Alessandria (+5,3%). Torino registra un tasso di crescita del (+4,2%). I tassi di crescita meno elevati, infine, risultano quelli di Biella (+3,3%) e Verbania (+0,8%).




I giovani imprenditori di Cnvv in visita alla F.lli Francoli Spa

Visita aziendale alla F.lli Francoli Spa di Ghemme (No) per il Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv), che nel pomeriggio di giovedì 23 febbraio 2023 ha fatto precedere la riunione del Consiglio direttivo da un interessante itinerario fra gli storici impianti dell’omonima distilleria (che già alla fine degli anni ’80 ha fortemente puntato sulla circolarità e la sostenibilità dei processi utilizzando fonti di calore ottenute da combustibili vegetali in modo da  assicurare un bilancio neutro dell’anidride carbonica e azzerare gli sprechi) e le cantine del brand “Torraccia del Piantavigna”.

«Grazie alla sapiente guida di Roberto Francoli, che ringrazio – spiega il presidente del Gruppo Giovani di Cnvv, Marco Brugo Ceriotti – abbiamo potuto toccare con mano tutte le fasi della produzione e degustato prodotti di eccezionale valore, veri fiori all’occhiello dell’enogastronomia territoriale. Nel corso del Direttivo abbiamo, tra l’altro, definito i principali step della seconda edizione della “Startup Competition” organizzata insieme a Feel Venture, l’unico fondo di Venture Capital al mondo che da Londra investe esclusivamente in Startup italiane, che prevede una fase di preselezione nel mese di marzo e la finale a inizio maggio: alcuni componenti del nostro Gruppo faranno parte della commissione esaminatrice per la selezione delle aziende candidate, mentre altri, come già avvenuto nello scorso luglio, siederanno nella giuria finale. Per quest’anno, oltre all’edizione 2023 di “Wooooow – Centra il tuo futuro!” e ad altre iniziative in corso di definizione, organizzeremo un percorso di alta formazione manageriale in collaborazione con la Sda Bocconi».

 




Dalla ‘Fiera in Campo”, i Giovani di Confagricoltura – Anga chiedono un progetto per il futuro dell’agricoltura  

Dopo questi tre anni in cui la fiera dei nostri giovani non c’è stata a causa della pandemia, ci troviamo di fronte uno scenario radicalmente mutato. Noi imprenditori, però, pur tra innegabili difficoltà, non possiamo rimanere immobili aspettando il corso degli eventi”. Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti alla tavola rotonda “Il riso italiano tra siccità e importazioni”, che ha inaugurato stamani a Vercelli la 44esima edizione della ‘Fiera in campo’, la più importante manifestazione europea dedicata al comparto.

Presenti all’evento anche il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, il vicepresidente del Senato Gianmarco Centinaio, l’onorevole Fabrizio Comba, l’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, Marco Protopapa e il presidente dell’Ente Risi, Paolo Carrà.

 

L’Italia è il primo Paese europeo per superfici coltivate e produzione di riso. Siamo gli unici produttori mondiali di Vialone Nano, Arborio e Carnaroli, pur coltivando diverse varietà. La siccità ha però colpito duramente il comparto: lo scorso anno 26 mila ettari sono andati persi di cui 3 mila nel Novarese” dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte intervenuto alla tavola rotonda organizzata dai giovani imprenditori di ANGA Vercelli – Biella, coordinati dal presidente Giacomo Mezza.

La nuova stagione si presenta ancora più ardua. Confagricoltura porterà la questione sul tavolo del Consiglio e della Commissione Ue, perché la carenza idrica sta colpendo altri Stati membri” ha aggiunto Giansanti.

 

Occorre impegnarsi per restituire alla nostra risicoltura l’attenzione che merita – afferma il direttore Lella Bassignana, difendendo la terra in cui è nata e vive tutt’ora – Penso ad un piano d’azione su più fronti per far contrastare le emergenze, qualsiasi esse saranno, in modo da garantire futuro e lavoro alle prossime generazioni, continuando a preservare un territorio eccezionale per le sue caratteristiche uniche”.




Nel 2022 in Piemonte hanno aperto i battenti 7.316 nuove imprese

Sono 38.215 le imprese giovanili registrate al 31 dicembre 2022 in Piemonte e rappresentano circa il 9% delle aziende complessivamente registrate nella regione e il 32% delle nuove attività. Nel 24,0% dei casi sono guidate da stranieri e il 26,8% è amministrato da giovani imprenditrici.

In base ai dati del Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi, nel 2022, a fronte della nascita di 7.316 imprese giovanili, ne sonocessate 3.200 (al netto delle cancellazioni d’ufficio). Il saldo è risultato, dunque, positivo per 4.116 unità. Senza l’apporto delle aziende guidate da imprenditori under 35, lo stock delle imprese complessivamente registrate in Piemonte avrebbe manifestato una perdita pari a oltre 3.039 realtà.

“La buona dinamica delle imprese under 35 e il loro apporto fondamentale alla nostra economia – rappresentano infatti il 32% di tutte le nuove attività – ci confermano la necessità di sostenere i giovani con iniziative dedicate, per metterli nelle condizioni di dare continuità al tessuto imprenditoriale del nostro territorio. Sostenere le competenze e la creatività di giovani che vogliono avviare nuove attività deve essere un obiettivo comune: da qui arriverà nuova linfa e nuova energia per l’intero sistema economico” commenta Gian Paolo Coscia, Presidente Unioncamere Piemonte.

A livello nazionale, emerge come il Mezzogiorno evidenzi tradizionalmente una concentrazione di imprese giovanili superiore a quella delle altre aree. La Campania risulta la realtà con la maggiore incidenza di aziende guidate da imprenditori under 35 sul totale delle imprese registrate nel territorio regionale (11,3%), seguita dalla Calabria (11,0%), dalla Sicilia (10,1%) e dalla Puglia (9,9%). Il Piemonte si trova al settimo posto, con un peso delle imprese giovanili sul totale delle imprese regionali pari al 9,0%.

Il tessuto imprenditoriale piemontese, così come quello nazionale è affetto dal cosiddetto “nanismo imprenditoriale”, essendo costituito in maggioranza da micro, piccole e medie imprese. Questo fenomeno è ancora più vero per le imprese giovanili, per le quali si registra un’incidenza elevatissima di micro imprese: nel 98,3% dei casi le aziende guidate da under 35 hanno, infatti, meno di 10 addetti.

L’analisi per settori evidenzia come il primo comparto per le imprese giovanili sia quello delle altre attività di servizi (32,1%), seguito dal commercio (23,6%) e dalle costruzioni (15,3%). Poco meno di un’impresa su dieci si dedica all’agricoltura (9,7%), il 9,2% al turismo mentre solo il 5,7% è industriale.

Confrontando la realtà settoriale delle imprese giovanili con quella del tessuto imprenditoriale regionale complessivo, si evidenzia, per le aziende guidate dagli imprenditori under 35, una maggiore specializzazione nel turismo e nel commercio e un minor interesse per agricoltura e industria in senso stretto.

Dall’analisi del tessuto imprenditoriale giovanile piemontese per classe di natura giuridica, si osserva come il 79,9% circa delle imprese guidate da under 35 assuma la forma di ditta individuale, il 7,3% sia una società di persone, mentre il 12,1% (in crescita costante negli ultimi anni) sia strutturata come società di capitale. Le altre forme giuridiche, in cui trovano spazio le cooperative, pesano lo 0,7%.

Confrontando le imprese giovanili con quelle totali, si evidenzia per le prime una maggiore propensione alla forma di ditta individuale e un peso decisamente inferiore per le società di persone e di capitale.

  

L’analisi territoriale rivela come l’imprenditoria giovanile assuma una rilevanza maggiore nei sistemi imprenditoriali di Torino (9,6%) e Cuneo (9,1%), mentre risulti meno diffusa ad Alessandria (7,2%) e a Biella (7,0%).

Analizzando i flussi di iscrizioni e cessazioni delle imprese giovanili a livello provinciale, i saldi risultano positivi per tutte le realtà territoriali, mentre analizzando le imprese al netto di quelle under 35, i saldi risultano negativi per tutte le province. L’analisi dei flussi consente, quindi, di evidenziare come l’imprenditorialità under 35 contribuisca sempre positivamente alla crescita del sistema imprenditoriale locale.

 




Stop del Governo a sconto in fattura e cessione crediti

Incredulità, sgomento e timore per il futuro, queste le prime reazioni da parte del comparto del settore Costruzioni di fronte alla repentina decisione del Governo di chiudere la porta alle agevolazioni riguardanti l’edilizia. Con il Decreto-legge firmato ieri sera (giovedì 16 febbraio) e subito in vigore da oggi (venerdì 17 febbraio), è infatti operativo il blocco delle cessioni di crediti d’imposta per tutte le tipologie di bonus edilizi, compreso il Superbonus. In particolare, il Decreto stabilisce lo stop per bonus ristrutturazione e bonus facciate e per il 110% d’ora in avanti. Per il pregresso sul superbonus 90% si salvano sia lo sconto in fattura che la cessione crediti, ma a condizione che siano state presentate Cila antecedenti alla data di entrata in vigore della nuova normativa. 

«Un fulmine a ciel sereno – sottolinea Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo – che mette a rischio la tenuta dell’intero sistema economico. Le imprese da un giorno all’altro, già con il problema dei crediti incagliati, si ritrovano ora a non poter proseguire nella loro pianificazione progettuale, con orizzonti futuri sempre più critici. Senza contare il contraccolpo inevitabile, causato dal blocco, che verrà generato dal mancato rispetto della nuova direttiva europea “Case Verdi”, la quale prevede che gli edifici residenziali raggiungano una prestazione energetica di Classe E entro il 2030. Sappiamo bene quanto il nostro Paese sia indietro su questo fronte, con oltre il 76% degli immobili di classe inferiore a quella indicata dall’Europa».

Inoltre, il nuovo Decreto introduce anche il divieto, per le pubbliche amministrazioni, di essere cessionarie di crediti d’imposta relativi agli incentivi fiscali maturati con tali tipologie di intervento, una possibilità che di fatto era già stata ipotizzata da parte di alcune Regioni.

«Che la situazione, con crediti incagliati per 110 miliardi, dovesse essere rivista – continua Crosetto – era nell’aria, ma si sperava in una soluzione che risolvesse l’impasse, non certo che bloccasse l’intero meccanismo. Questa decisione fulminea del Governo ci lascia sbigottiti soprattutto per il modus operandi. Sarebbe stato opportuno prima di chiudere definitivamente la porta agli incentivi consultarci insieme a tutte le altre Associazioni di categoria, per definire insieme le strategie da adottare. A posteriori, lunedì è previsto un incontro a Palazzo Chigi, ma certamente il clima sarà molto più teso ed inasprito rispetto a come sarebbe risultato in una riunione preliminare all’emanazione del Decreto».




CNA Piemonte: ‘Intere filiere a rischio estinzione dall’oggi al domani’

Delio Zanzottera, Segretario Regionale di CNA Piemonte: “Non è bastato tutto ciò che è successo in questi lunghi anni a mettere in ginocchio imprese e cittadini. Troppo forti, troppo resilienti, ci voleva il colpo di grazia. 

In pochi giorni è stato tutto buttato al vento, tra decisioni dell’Europa sul futuro della filiera dell’auto e quelle scellerate sul comparto dell’edilizia, gli stessi governi che hanno erogato bonus, sostenuto nuove politiche di lavoro, spinto l’innovazione e aiutato la transizione Green, inventato progetti per favorire l’inserimento di nuova forza lavoro, formare occupati e imprenditori e riconvertire intere filiere hanno deciso che è tutto finito dall’oggi al domani.

Miliardi spesi in misure pubbliche che hanno sostenuto investimenti di cittadini e imprese per permettere un nuovo slancio dell’economia completamente vaporizzati

Ripartire da capo? No grazie, non è più sostenibile.
Ci hanno parlato di valorizzazione dei corpi intermedi, del ruolo della rappresentanza: questo per noi significa concertare, non subire ed essere informati a posteriori, magari da un articolo di giornale. Non funziona così, perché così si muore in una lunga agonia. 

Se si lotta si lotta insieme, si decide insieme, si discute insieme e insieme si trovano soluzioni’




Confagricoltura Piemonte, Angelo Duro e il ruolo del contadino: “Comicità a dir poco sgradevole”

Siamo stupiti che un giovane e laureato utilizzi un termine ormai desueto come “contadino” per definire una professione all’avanguardia e di uno dei settori trainanti l’economia del Paese, che ha lavorato e garantito la sopravvivenza a tutta la popolazione italiana durante il lockdown”.

Lo ha detto Enrico Allasia presidente di Confagricoltura Piemonte a margine delle affermazioni di Angelo Duro, il comico che sul palco dell’Ariston, durante la scorsa serata del Festival di Sanremo 2023, ha cercato di intrattenere il pubblico con alcune considerazioni fuori dai classici schemi televisivi.

Si tratta di una comicità sgradevole, fuori luogo e con messaggi fuorvianti lanciati a un pubblico che non conosce la realtà moderna dell’agricoltura italiana, stimata in tutto il Mondo per il proprio “Made in”, basata sull’innovazione, l’interdisciplinarietà e il coinvolgimento sociale” continua Allasia.

Dati ISTAT, dimostrano che in Italia quasi la metà dei giovani agricoltori ha un diploma di scuola media superiore e il 19,4% ha una laurea, non esclusivamente di tipo agrario anzi, sono molti i giovani che apportano in agricoltura competenze di discipline diverse. Quelli che oggi vengono indicati come “contadini” sono imprenditori agricoli resilienti, in grado di reinventare stili di vita, modi di produrre e scambiare beni, di organizzare servizi e altre attività di cura per persone, comunità e territori, rielaborando elementi della cultura rurale e della tradizione.

Abbiamo giovani donne e uomini impegnati in prima linea nello sviluppo di un’agricoltura multifunzionale con agriturismi, agriasili, fattorie didattiche e molto altro ancora – sottolinea Lella Bassignana direttore di Confagricoltura Piemonte – la cui ricaduta sull’ambiente e sulla collettività ha notevole valore. L’agricoltore, da semplice produttore di derrate alimentari, è diventato un creatore di servizi e un generatore di valore per il territorio rurale. Non accettiamo in alcun modo pertanto delle morali come quelle andate in onda su un palco di spessore come quello di Sanremo”.

Rammentiamo che le aziende agricole condotte da under 40 in Italia sono 104.886, il 9,3% del totale e coltivano il 16% della Superficie Agricola Utilizzabile nazionale.