Nomine, Consiglio regionale: pubblicati 5 bandi

La Commissione consultiva per le Nomine del Consiglio regionale ha pubblicato 5 nuovi bandi per diverse nomine. In particolare, si tratta di individuare tutti i componenti del nuovo Comitati diritti umani (20 membri esperti in materie di diritti umani e civili, 2 consiglieri regionali cessati dal mandato).

Ci sono poi due sostituzioni da effettuare, una come Revisore dei conti in Atc centrale, l’altra come componente del Coresa (Consiglio regionale sanità e assistenza).

Le altre nomine a bando riguardano un componente dell’ente di gestione dei Sacri Monti, un revisore del collegio Convitto municipale di Trevisio (Casale Monferrato, Al), un componente Cda della fondazione Radici, un componente Cda fondazione Funivie Oropa e un componente del consiglio direttivo dell’associazione Abbonamento Musei.

Tutti i dettagli per i requisiti richiesti e le scadenze per la presentazione delle candidature sono stati pubblicati sul Bur e si possono trovare sul sito del Consiglio regionale cliccando qui




Vendemmia, Confagricoltura Piemonte: uve sane, qualità ottima, quantità inferiore alle previsioni di un mese fa

Fino a un mese fa le previsioni vendemmiali per il Piemonte indicavano un aumento significativo della produzione rispetto a quella dello scorso anno, particolarmente scarsa: in pratica l’annata 2020 avrebbe dovuto essere “normale” dal punto di vista quantitativo, ma il clima dell’ultima parte dell’estate ha modificato il pronostico.

In realtà i dati che stanno affluendo a Confagricoltura dalle cantine dislocate sul territorio piemontese – dichiara il presidente regionale dell’organizzazione Enrico Allasiariferiscono di una produzione sui livelli dello scorso anno per quanto riguarda le uve vendemmiate entro la prima decade di settembre. In particolare moscato, dolcetto, brachetto, grignolino e cortese non avrebbero fatto registrare aumenti di produzione rispetto all’anno scorso”.

Le temperature estive (in particolare dell’ultima parte della stagione) insolitamente alte e la scarsità di precipitazioni hanno ridotto le rese rispetto alle previsioni; i quantitativi raccolti finora sono generalmente al di sotto del limite massimo fissato dai disciplinari di produzione delle uve doc e docg.

Un aspetto positivo – sottolinea il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccaroè la buona sanità delle uve: la vegetazione è in ordine e il legno è maturo, condizioni che sono di buon auspicio anche per la prossima annata”.

In questo periodo – spiegano i tecnici di Confagricoltura Piemonte che stanno monitorando l’andamento delle curve di maturazione delle uve – si sta raccogliendo l’uva barbera nell’Astigiano, nel Monferrato e nelle Langhe, mentre nelle colline del Canavese si sta vendemmiando l’uva erbaluce. Queste operazioni dovrebbero concludersi entro i primi giorni della prossima settimana.

A seguire, già  ai primi di ottobre dovrebbero iniziare, nelle posizioni meglio esposte, le vendemmie delle uve nebbiolo, nelle Langhe, nel Roero e nell’Alto Piemonte. La qualità, per quanto riguarda le uve barbera e le uve nebbiolo si presenta ottima, con punte di eccellenza. Il nebbiolo è in fase di maturazione fenolica e lo stato fitosanitario è ottimo: le piogge misurate nelle aree vitivinicole e le importanti escursioni termiche degli ultimi giorni stanno favorendo la maturazione dei grappoli per un’annata che si preannuncia importante.

 

 

 




Domani la Giunta regionale effettuerà una serie di sopralluoghi nelle zone del Piemonte maggiormente colpite dal maltempo

Il presidente, accompagnato da alcuni assessori, sarà alle ore 12 a Vercelli, alle 12.30 a Borgo Vercelli, alle 13 a Romagnano Sesia, alle 13,30 nella zona industriale di Grignasco, alle 14.15 a Varallo Sesia, dopo le 16 sarà a Rosazza, Campiglia Cervo e Piedicavallo.

Il vicepresidente si recherà invece nelle zone più colpite del Verbano-Cusio-Ossola: con inizio alle ore 9.30 sarà ad Omegna, Massiola, Ornavasso, Mergozzo, Premosello, Anzola, Pieve Vergonte, Pallanzeno e Formazza.




Un passaporto per “essere umani”. Otto parole d’ordine per promuovere la cultura dell’empatia e dell’inclusione tra i giovani

Un ‘lasciapassare’ per promuovere una cultura all’insegna dell’inclusione, della mediazione e della gentilezza tra le giovani generazioni, per far sì ché fin dalla più tenera età imparino a ispirare le proprie azioni ai principi di rispetto, empatia e ascolto”.

Con queste parole la garante regionale dell’infanzia e dell’adolescenza Ylenia Serra definisce il “Passaporto Essere Umani”, in distribuzione negli Istituti scolastici piemontesi e nelle sedi degli Urp regionali dislocate nelle otto province del Piemonte.

Realizzato dall’Ente EssereUmani, il Passaporto propone e illustra otto “ingredienti magici” che – se usati con intelligenza e consapevolezza – sono in grado di costruire ponti e abbattere i muri che dividono le persone. I loro nomi sono: empatia, mediazione, lentezza, bellezza, perdono, rispetto, resilienza e ascolto. I testimoni dei loro incredibili poteri spaziano da Papa Francesco a Nelson Mandela, da Peppino Impastato a Pablo Picasso, da William Shakespeare a Michael Jordan…

“Un sussidio – sottolinea il presidente dell’Ente Juri Nervo – che nasce dall’esigenza di gettare i semi per una società più aperta all’incontro e al dialogo a partire dalle giovani generazioni, che sono soprattutto il nostro presente oltre che le sentinelle del futuro e può contribuire a un ideale percorso di educazione civica”.




Felici (Confartigianato imprese Piemonte): Per far ripartire l’economia occorre passare da interventi di carattere emergenziale a riforme strutturali

L’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte ha realizzato il compendio dei dati del primo semestre 2020 contenenti gli aspetti principali che caratterizzano il trend del comparto artigiano in Piemonte.

Le indagini trimestrali congiunturali elaborate dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte nell’ultimo trimestre 2019 e nei primi tre trimestri del 2020 sono contraddistinte da valutazioni fortemente negative a causa dell’emergenza Covid-19che ha inciso in modo pesantissimo non solo sulla situazione sanitaria, ma anche sull’andamento dell’economia.

“Come era prevedibile – commenta Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – il comparto artigiano ha risentito molto della crisi economica derivante dalla pandemia, sia dal punto di vista produttivo, sia da quello occupazionale. Per far ripartire l’economia occorre passare dagli interventi di carattere emergenziale a riforme strutturali, consentendo al sistema produttivo di riprendere a generare ricchezza ed occupazione reali”.

Alla contrazione dell’attività dovuta alla pandemia, si aggiungono i consueti ostacoli derivanti dall’eccesiva pressione fiscale, dal tempo e dal denaro perso a causa della burocrazia, dai perduranti ritardi nei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni.

Il credito continua ad essere un altro punto dolente per le piccole imprese. Infatti l’analisi dei dati sui prestiti in Italia per dimensioni d’impresa evidenzia un miglioramento generalizzato, ma con un persistente ritardo delle imprese di minori dimensioni: a marzo 2020 i prestiti alle piccole imprese restano in territorio negativo, registrando un -1,6% che, pur migliore del -2,2% del dicembre 2019, è in controtendenza rispetto all’aumento dell’1,2% dei prestiti al totale delle imprese, trend che inverte il segno rispetto al -1,8% di tre mesi prima.

Per quanto riguarda le regioni in cui i prestiti alle piccole imprese sono al di sotto dello zero, i cali meno intensi nei primi tre mesi del 2020, ed in miglioramento rispetto ai tre mesi precedenti, sono: Sardegna (-0,4%), Molise e Sicilia (entrambe a -0,7%). Il calo maggiore è quello della Valle d’Aosta (-6,3%); flessioni decise, anche se in miglioramento, si registrano in Veneto (-3,7%), Marche (-3,1%) e Trento (-3,0%). In Piemonte il valore si attesta nel primo trimestre 2020 sul -1,4%, rispetto al -2,9% del trimestre precedente.

Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio del Mercato del Lavoro della Regione Piemonte gli apprendisti, rispetto ai 30.515 del 2019, si attestano a 13.207 nei primi otto mesi del 2020.

In base alle più recenti risultanze dell’Osservatorio dell’Artigianato della Regione Piemonte, al 31 dicembre 2019 le imprese artigiane piemontesierano 116.425; l’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte stima che nel secondo semestre dell’anno 2020 si registrerà una flessione pari a 396 unità produttive scendendo così a 116.029 (la diminuzione più sensibile, in valore assoluto, riguarda la provincia di Torino che si posiziona sulle 59.744 imprese, con una riduzione pari a 229 unità produttive).

Al 31 dicembre 2019 l’occupazionenell’artigianato nella nostra regione si posizionava sui 243.746 occupati, di cui 132.426 autonomi e 111.320 dipendenti (nel 2007 gli addetti, tra titolari e dipendenti, erano 313.533, con una perdita nel periodo considerato di 69.787 occupati, pari al 22,25%).

“Dai dati nazionali pubblicati recentemente dall’ISTAT – osserva Felici – emerge un pesante bilancio dei conti pubblici riguardanti i primi sei mesi del 2020, quattro dei quali segnati dall’emergenza Covid-19. Nel primo semestre dell’anno il PIL si è ridotto dell’11,7% rispetto allo stesso periodo del 2019, con una perdita di 94,1 miliardi di euro, pari a 520 milioni al giorno. In relazione al valore aggiunto settoriale la manifattura registra il calo più ampio, con un valore aggiunto diminuito del 18,8% rispetto all’anno precedente. Le costruzioni fanno registrare un calo del 16,3%, mentre per i servizi si riscontra una flessione del -9,8%.

“In uno scenario problematico e segnato da un’emergenza sanitaria ed economica ben lungi dall’essere superate – conclude Felici – per la ripresa del nostro sistema produttivo è indispensabile un utilizzo delle risorse a sostegno dell’economia reale e non solo vincolato a pittoresche variazioni sul “green” e sul “digitale”.

 

 




Le persone positive al covid19 sono 59.618 (+2458 )

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti guariti sono complessivamente 32.092 così suddivisi su base provinciale:Alessandria 3749, Asti 1737, Biella 1030, Cuneo 3313, Novara 2977, Torino 16.458, Vercelli 1508, Vco 1102, extraregione 218

Sono 13 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 1 verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora 4286 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 700 Alessandria, 261 Asti, 223 Biella, 412 Cuneo, 402 Novara, 1882 Torino, 231 Vercelli, 133 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 42 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

I casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte sono 59.618 (+ 2458 rispetto a ieri) di cui 1171 (48%) sono asintomatici.

I casi sono così ripartiti: per il motivo del tampone 750 screening, 771 contatti di caso, 937 con indagine in corso; per l’ambito: 183 Rsa/Strutture socio-assistenziali, 295 scolastico, 1980 popolazione generale.

La suddivisione complessiva su base provinciale diventa: 5930 Alessandria, 3030 Asti, 1938 Biella, 7345 Cuneo, 4968 Novara, 31.305 Torino, 2362 Vercelli, 1702 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 430 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 608 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

 

I ricoverati in terapia intensiva sono 121 (+19 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2016 (+167 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 21.103

I tamponi diagnostici finora processati sono 968. 047 (+12.547 rispetto a ieri), di cui 525.680 risultati negativi.




Decreto ristori, Confartigianato Piemonte: Necessari contributi adeguati, concreti e veloci

Ancora una volta non possiamo dire “buona la prima”. E’ stato necessario, infatti, stanziare altre risorse con il Decreto Ristori bis per andare in aiuto alle realtà che non possono lavorare e che con il Decreto Ristori non avrebbero ricevuto un euro dallo Stato. Per tutte queste attività e professioni è fondamentale avere la certezza di ristori adeguati, concreti e veloci”.

 

Questo il commento di Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte, rispetto alla situazione che si è venuta a creare nel settore artigiano del Piemonte dopo il DPCM firmato dal Presidente del Consiglio e che, anche a seguito delle sollecitazioni di Confartigianato, ha portato al varo di un nuovo decreto Ristori (Decreto Ristori bis).

 

Confartigianato Piemonte sottolinea come dal primo Decreto siano rimaste fuori categorie come i Bus Operator e i Fotografi, solo per fare degli esempi, ma anche tutti quei mestieri artigiani che ruotano intorno alla produzione e servizi per la ristorazione e somministrazione, dalle pizzerie a taglio alle gastronomie, passando per rosticcerie e piadinerie, non ammesse ai contributi nonostante i vistosi e prolungati cali di fatturato, e quelle che gravitano nel turismo, negli eventi, nei convegni e nei congressi, di fatto senza mercato da 7/8 mesi. Senza dimenticare le imprese appartenenti alle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura, per le quali la Confederazione ha chiesto di includere le imprese agroalimentari artigiane di prima trasformazione di prodotti agricoli (lavorazione carni e trasformazione dei prodotti caseari) che subiscono gravi danni economici a causa delle restrizioni imposte al settore della ristorazione.

 

Nel lockdown di marzo il codice Ateco dei fotografi non compariva tra quelli delle attività obbligate alla chiusura perché molti laboratori fotografici sono stati parificati agli ottici e, pertanto, considerate attività essenziali. In tale periodo, però, fra cerimonie annullate, matrimoni rinviati e divieti negli spostamenti se non per motivi di lavoro, di salute o per procurarsi beni di prima necessità, recarsi dai fotografi era improbabile e impossibile. Quindi senza obbligo di chiusura, i fotografi si sono trovati a poter tenere aperti i negozi ma a non avere, o raramente, clienti. E, proprio per il fatto che i loro codici Ateco non fossero contemplati dai DPCM, ha fatto sì che l’intero settore fosse escluso a priori dal Decreto Ristori.

 

Una situazione paradossale che si è ripetuta nuovamente, in questa seconda ondata di contagi e che rischia di aggravarsi.  – sottolinea Felici – La quasi totalità delle cerimonie e dei matrimoni sono stati nuovamente annullati o rimandati, o nella migliore delle ipotesi celebrati con un ridimensionamento tale tra ospiti e organizzazione che ha comunque portato ad una riduzione degli incarichi e dei guadagni da parte dei fotografi.”

 

“Già a maggio avevamo chiesto che fossero previste misure specifiche e concrete di aiuto per la categoria – afferma Felici -. Ora, a fronte del DL Ristori del 28 ottobre e il nuovo DPCM del 3 novembre, ci siamo trovati di nuovo a chiedere l’inserimento delle aziende di fotografia e comunicazione tra i beneficiari delle misure di sostegno economico previste per altri settori. Con il Decreto Ristori bis si sta andando nella direzione giusta ma vogliamo verificare insieme al Governo l’elenco dei codici Ateco delle attività che prenderanno gli indennizzi per evitare che ci siano, nuovamente, settori esclusi”.

“Per questo occorre uscire dalla logica dei codici ATECO – riprende Felici – sistema che ha dimostrato nei fatti di escludere intere categorie colpite tanto quanto, se non in misura maggiore, di quelle coinvolte. Insomma occorre ragionare non per codici Ateco ma con una logica di filiera”.

Il Governo deve pensare a provvedimenti che seguano la logica di aiutare coloro che possono dimostrare un calo del fatturato di una certa percentuale a prescindere dalla attività che viene svolta – riprende Felici – è infatti chiaro che la riduzione della socialità indotta dalle chiusure di certe attività come bar, locali, ristoranti e il divieto di tenere cerimonie e feste incidono sui bilanci di tutti”.

 

“Occorre dimostrare con chiarezza agli imprenditori che i loro sacrifici vengono ripagati con ristori immediati e proporzionati al danno-conclude Felici – Le parole d’ordine devono essere velocità e ‘zero burocrazia’. Insomma, gli imprenditori devono poter contare su risorse certe, erogate in tempi rapidi”.

 

 




CNA Piemonte: ” no ai blocchi per i mezzi fino a Euro 5″

Il Comitato Unitario delle Associazioni Artigiane Piemontesi (Confartigianato, CNA, Casartigiani) ha scritto all’assessore regionale ai trasporti Matteo Marnati per chiedere di scongiurare il blocco dei veicoli Euro 5 alla luce dell’attuale situazione imposta dal DPCM del 3 novembre che istituisce la zona rossa in Piemonte.

 

“Come noto tale provvedimento interviene significativamente sulla mobilità delle persone. Tra le limitazioni introdotte vi è – afferma il segretario della CNA Piemonte Filippo Provenzano – anche la riduzione del carico al 50% del Trasporto Pubblico Locale. Agli effetti derivanti da queste restrizioni si aggiungono le limitazioni poste dai provvedimenti di blocco del traffico in discussione che, di fatto, renderebbero ancora più problematica la mobilità con mezzi propri dei clienti delle attività aperte e dei lavoratori delle nostre imprese”.

 

Ecco perché, concludono le Associazioni Artigiane: “Dato il periodo particolarmente delicato e critico, chiediamo all’assessore regionale di intensificare il lavoro già avviato per la predisposizione di misure alternative al blocco dei veicoli fino a Euro 5”.




Confartigianato Cuneo: Nasce Bra Città Slow

Il progetto Bra Città Slow nasce dalla volontà,  da parte dell’Amministrazione Comunale, dell’ASCOM di Bra e dei Comitati di Via, con il successivo coinvolgimento di Confartigianato Cuneo – Zona di Bra,  di avviare un’attività di promozione – anche attraverso un’azione innovativa di Digital Marketing – che comprende tutto il commercio cittadino: una nuova identità comunicativa in grado di far emergere i valori aggiunti, le peculiarità e le caratteristiche di Bra, in quanto città attrattiva per le sue bellezze, il suo commercio e i suoi eventi.

Stanno vedendo la luce, proprio nel mese di novembre, i nuovi asset di comunicazione dedicati e che rappresentano l’espressione del progetto stesso, con un portale online creato su misura, completamente orientato al commercio e alla promozione delle diverse eccellenze della città di Bra.

Verrà messa a disposizione degli utenti una passeggiata digitale tra le eccellenze della città, per scoprire le sue attività commerciali, la sua storia, i suoi monumenti, gli eventi, le curiosità locali e molto altro. Protagoniste saranno anche le nuove azioni di comunicazione sui social network, dove, in un unico contenitore condiviso, verranno messi in primo piano i commercianti della città. Una base di partenza per ulteriori innovazioni nelle prossime settimane che daranno nuovo impulso al commercio cittadino.

Il nuovo percorso intrapreso, che si propone come una vera organizzazione comunitaria, ha inizio infatti dalla condivisione dei principali elementi di caratterizzazione della città con i commercianti braidesi stessi. Attraverso diversi incontri si è arrivati a definire quello che oggi è considerato l’emblema del progetto comunicativo e del nuovo portale: il brand “Bra Città Slow”. Un concetto che punta racchiudere i tanti elementi e le molteplici caratteristiche del territorio.

Promuovere questa identità di città slow significa sposare concretamente il concetto di una città che ama il buon vivere, il buon mangiare. Significa proporsi come comunità che ama la buona qualità della vita e che, anche nell’accoglienza commerciale e turistica, desidera trasmettere questa passione in ogni momento.

La piattaforma www.bracittaslow.it consentirà non solo di scoprire la città di Bra ma permetterà agli utenti di entrare virtualmente nei negozi ed effettuare acquisti on line con diverse modalità. Uno strumento innovativo a supporto dei negozi di vicinato che lottano per adeguarsi alle modalità di comunicazione proposte con successo dai giganti dell’e-commerce e dalla grande distribuzione, fino ad ora senza troppa fortuna. 

L’obiettivo è quello di portare nuova linfa ai piccoli esercizi e alle micro-imprese commerciali facendo leva sulle innovazioni digital, creando un luogo digitale, aggregrato per mettere a valore le relazioni con i clienti.

Dichiarano Gianni Fogliato, Sindaco e Biagio Conterno, assessore al commercio della città di Bra: “Si tratta di un progetto innovativo, partito mesi fa, ma che oggi dimostra di avere ancora più valenza. Ci si rende ormai conto di quale importanza abbia una comunicazione digitale comune, in una fase in cui tutte le città rischiano di non riuscire a raccontarsi e a far emergere le proprie peculiarità. Una realtà come quella di Bra ha molto da dire anche in questo periodo storico, e vogliamo che, attraverso questi canali, si crei una rinnovata e continua narrazione. Un modo per tenerci uniti ai tanti visitatori, che già erano presenti e che speriamo possano presto tornare nella nostra città e riportare l’attenzione che merita un territorio così ricco di bellezze.”

Dichiara Luigi Barbero, direttore Confcommercio Ascom Bra: “Questo è un percorso che, come sarà evidente dal portale, coinvolge i commercianti braidesi in prima persona e li rende protagonisti. Ci siamo sentiti, fin dal principio, tutti parte di un progetto comune, che prende avvio adesso ma che ha l’obiettivo di diventare un modello continuativo. La sfida è comunicare Bra come un unico centro commerciale naturale: ogni realtà avrà la propria dimensione e la propria unicità all’interno dei canali, ma lavoreremo fianco a fianco per sviluppare questa cornice comune che diventerà un punto di riferimento per crescere insieme. Riteniamo sia un valore aggiunto e un esempio virtuoso in un periodo in cui le attività commerciali stanno vivendo sfide e difficoltà davvero complesse. Questo è il momento per rilanciare e investire sul futuro.”

Dichiar Joseph Meineri, direttore Confartigianato Cuneo: “Abbiamo aderito con slancio all’iniziativa, con la consapevolezza che mai come in questi momenti sia importante “fare rete” e mettere a fattor comune capacità progettuali, conoscenza delle categorie e delle specificità del tessuto economico locale per sviluppare progetti sinergici e contribuire così al sostegno e allo sviluppo del territorio. Forti di pregresse esperienze tra cui il portale, di carattere provinciale, “scelgoartigiano.it”, siamo convinti che le nuove tecnologie possano offrire grandi possibilità anche alle piccole e medie imprese e alle aziende artigiane. Siamo certi che il nuovo strumento rivolto agli esercizi braidesi possa quindi rappresentare un’ulteriore opportunità per affrontare la situazione di contingenza e guardare con ottimismo al futuro. Il nostro obiettivo sarà proprio quella di accompagnare le imprese nell’utilizzo consapevole e sostenibile di questi nuovi strumenti. Più che azzeccata, poi, la volontà di coniugare le eccellenze dell’artigianato e del commercio locali con le peculiarità turistiche di Bra: un ulteriore modo per rafforzare l’importare legame che deve esistere tra imprese e mondo del turismo”.




Allasia: “Si fermi l’esecuzione di Djalali”

Il presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Stefano Allasia, chiede che venga fermata l’esecuzione di Ahmadreza Djalali.

“Chiedo che venga sospesa la pena capitale del ricercatore irano-svedese in Medicina dei disastri Ahmadreza Djalali – afferma Allasia – e che si disponga il suo rilascio. Nessuna ragione di Stato giustifica l’uccisione di un uomo. Sono rimaste solo poche ore per bloccare l’esecuzione di Djalali, non possiamo permettere che un uomo venga giustiziato senza la possibilità di un giusto processo. Mi appello al governo iraniano affinché fermi la condanna a morte e chiedo agli Stati della comunità internazionale di intervenire attraverso le loro ambasciate a Teheran”.

Il Consiglio, con la costituzione del Comitato diritti umani, ha voluto promuoverne la salvaguardia e operare a fianco delle associazioni che si riconoscono nei principi di solidarietà internazionale e che si occupano della salvaguardia di tali basilari diritti.

Secondo quanto riportato ad Amnesty International da Vida, il ricercatore, che ha lavorato anche all’Università del Piemonte Orientale di Novara, è stato trasferito in isolamento nella prigione di Raja’i Shahr a Karaj e sarà presto eseguita la sentenza capitale a cui è stato condannato.

Ahmadreza Djalali è stato condannato in via definitiva a morte da un tribunale iraniano con l’accusa di “spionaggio”.