Nasce l’Osservatorio Permanente sul Lavoro di Ripartiamo Insieme per il Pinerolese

Sulla scia del positivo lavoro svolto da Consorzio CPE, CGIL CISL UIL che, con il Patto per il Lavoro del 2019 avevano dato vita al Tavolo prevenzione crisi occupazionali con il risultato di ridare il lavoro a una cinquantina  persone in esubero, riassorbendole in aziende del territorio, Ripartiamo Insieme (CPE, CGIL, CISL, UIL)  con Agenzia Piemonte Lavoro, Comune di Pinerolo, Unione Montana del Pinerolese, Unione Montana Valli Chisone e Germanasca e i Comuni del Territorio Pinerolese, oltre a ulteriori soggetti territoriali interessati alla costruzione del network ha promosso l’istituzione dell’Osservatorio Permanente sul Lavoro di Ripartiamo Insieme al fine di avviare  ed ad agevolare una proficua collaborazione con le Agenzie accreditate alla formazione e al lavoro presenti sul territorio, le agenzie per il lavoro, i Consorzi Socio-Assistenziali e le associazioni del tessuto sociale che operano sul territorio (Diaconia Valdese – Caritas), al fine di coordinare e costruire percorsi di formazione professionale e socializzare informazioni circa i fabbisogni occupazionali delle realtà imprenditoriali del territorio, volte a facilitare il reingresso nel mercato del lavoro delle persone uscite o a rischio di esclusione.

 

L’Osservatorio Permanente, con la governance di Agenzia Piemonte Lavoro tramite il Centro per l’impiego di Pinerolo, serve ad identificare le criticità provenienti dal sistema lavoro e dal sistema imprese, e coinvolgere attivamente tutti gli attori del territorio.

 

Si individueranno inoltre dei percorsi di partenariato pubblico-privati per l’attuazione di progetti, tenuto conto del manifesto Ripartiamo Insieme e della rete costituita dal tavolo Welfare Occupazionale, mentre da parte dei Comuni sottoscrittori, si valuterà l’uso di risorse proprie che, insieme a quelle Nazionali e Regionali, siano convogliate e messe a disposizione nella definizione di percorsi di inserimento volti a rinforzare l’occupazione sul territorio pinerolese.

 

L’obiettivo dell’Osservatorio è di agevolare, all’interno del network territoriale, l’incontro tra domanda e offerta occupazionale, anche attraverso il coinvolgimento delle aziende per la creazione di specifici percorsi formativi, in grado di rispondere ai bisogni professionali espressi.

A ciò si aggiungerà un monitoraggio periodico sui risultati occupazionali in esito ai diversi percorsi che saranno concordati dai soggetti della rete, in modo da utilizzare efficacemente le risorse impiegate.

 

“Con l’istituzione dell’Osservatorio Permanente sul Lavoro di Ripartiamo Insieme affermano i Promotori, Consorzio CPE CGIL CISL UIL – “si intende coinvolgere attivamente tutto il tessuto produttivo e sociale del Territorio Pinerolese, con l’intento di sostenere e creare condizioni per un lavoro stabile, dignitoso e duraturo alle persone coinvolte in processi riorganizzativi aziendali o alla ricerca di occupazione.”

 




Oggi pomeriggio a Cuneo un workshop sulle nuove frontiere del miglioramento genetico delle piante

Oggi pomeriggio dalle 14.30 alle 18 allo Spazio Incontri della Fondazione CRC (via Roma, 15) a Cuneo, si terrà il workshop “Tecniche di evoluzione assistita (TEA) per il miglioramento genetico delle piante agrarie”, organizzato dal DISAFA, Unità di Genetica vegetale, da Confagricoltura Cuneo e dalla Fondazione Agrion, con l’obiettivo di fare il punto sulle ultime novità della ricerca nel settore del miglioramento genetico avanzato delle piante.

Il workshop sarà introdotto da Enrico Allasia, presidente Confagricoltura Cuneo, e sarà moderato da Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemonte.

Tra i relatori: i professori di genetica agraria, Sergio Lanteri, Andrea Moglia, e Alberto Acquadro, responsabile del progetto PROSPEcT, la presidente della Federazione nazionale proteoleaginose di Confagricoltura Deborah Piovan, Simone Monge del Servizio Tecnico Confagricoltura Cuneo e Cristiano Carli, referente del Centro Sperimentale ortaggi, fragola e piccoli frutti della Fondazione Agrion. L’evento, patrocinato da Collegio Provinciale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici Laureati di Cuneo, è valido per il riconoscimento dei crediti formativi da parte di Collegio Interprovinciale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati di Alessandria, Asti, Cuneo, Torino e Valle d’Aosta e Federazione Interregionale degli Ordini dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali del Piemonte e della Valle d’Aosta.

Il workshop, rivolto a tecnici, operatori del settore e studenti, sarà aperto al pubblico fino a una capienza massima di 92 persone. È obbligatoria la registrazione tramite Eventbrite. L’evento si svolge nell’ambito del progetto PROSPEcT – Nuove tecniche di miglioramento genetico per la produzione di genotipi resistenti a patogeni in specie di interesse commerciale per il settore orticolo piemontese, sostenuto dalla Fondazione CRC all’interno del bando Agroalimentare 4.0.

Tutte le informazioni, compreso il programma completo, sono riportate sul sito del progetto PROSPEcT




CNA Piemonte: “Non venga più messa in discussione la microimpresa”.

La microimpresa fa sentire la sua voce: forte e chiara a tutto l’arco costituzionale. CNA Piemonte, attraverso il suo segretario regionale Delio Zanzottera e davanti a numerosi candidati alle prossime elezioni politiche ha deciso di richiamare la politica ai suoi doveri e a illustrato la piattaforma per la micro e piccola imprese, al fine di sottoscrivere un nuovo patto sociale per lo sviluppo. Lunedì 19 settembre al Collegio degli Artigianelli, Salotto delle Idee, CNA Piemonte ha ospitato un incontro con: Luca Carabetta del Movimento 5 Stelle, Marzia Casolati della Lega Salvini Premier, Marco Cavaletto di +Europa, Matteo Doria di Noi Moderati, Mauro Laus del Partito Democratico, Lucio Malan di Fratelli d’Italia, Enrico Manfredi di Sinistra Italiana e Verdi, Claudia Porchietto di Forza Italia e l’onorevole Marco Scibona di Unione Popolare.

“CNA Piemonte raggruppa 40 mila imprese artigiane e della piccola e media impresa ed è sempre stata a tutti i livelli un’associazione fortemente propositiva – ha affermato il segretario Zanzottera -. E oggi ci troviamo davanti ad un vero e proprio dramma. Dopo la catastrofe del Covid, la folle corsa degli aumenti dei costi delle materie prime, la difficoltà a coprire il fabbisogno occupazionale ed il relativo fabbisogno formativo, oggi l’aumento dei costi energetici, già peraltro da noi segnalati e sottoposti alla politica prima dell’innescarsi del conflitto bellico, sta causando un vero e proprio shock. Le bollette hanno raggiunto livelli insostenibili che stanno letteralmente uccidendo le imprese.

Una ricerca interna attesta come nei primi 8 mesi del 2022 i costi energetici delle nostre imprese sono in molti casi triplicati rispetto al medesimo periodo del 2021. Per le energivore oggi il costo rappresenta oltre il 40% dei costi aziendali complessivi; per le imprese manifatturiere e di servizio questo costo è arrivato a rappresentare tra il 5% e il 15% del costo aziendale complessivo (il doppio rispetto al 2021). Non è più procrastinabile la messa a terra di una serie di misure volte a sostenere imprese e cittadini”. Fatta questa premessa, il segretario Zanzottera ha espresso le soluzioni targate CNA.

  • Il nuovo Patto deve contemplare inoltre politiche orientate a ridurre il divario generazionale e di genere.

  • Le proposte che CNA avanza partono dall’assunto che il tessuto imprenditoriale piemontese e italiano e che caratterizza il Made in Italy in Italia e nel mondo è composto per il 99,3% da micro e piccole imprese e questo tessuto va riconosciuto e valorizzato pienamente.

  • CNA chiede prima di tutto un fisco più leggero, semplice e orientato allo sviluppo e l’introduzione di una forma di tassazione premiale sui redditi eccedenti introducendo il principio di “chi più dichiara meno paga”. Tale premialità sarebbe un sano incentivo volto a stimolare il contribuente ad incrementare la produttività.

  • CNA ha chiesto inoltre, quale strumento straordinario per far fronte alle difficoltà contingenti la rateizzazione di tutti i debiti fiscali e contributivi con la dilazione di pagamento.

  • CNA ha avanzato e rinnova la richiesta di introdurre incentivi fiscali con un credito d’imposta al 50% per l’installazione o per il rinnovo di pannelli fotovoltaici sui tetti dei capannoni e stabilimenti produttivi ai fini della produzione di energia destinata all’autoconsumo.

  • Al fine di incentivare il ricorso alla contrattazione collettiva la Cna chiede che gli aumenti salariali fissati dai contratti collettivi nazionali di lavoro siano oggetto di decontribuzione in questo modo accresce il potere d’acquisto dei lavoratori e si riduce progressivamente il divario tra costo del lavoro e salario netto. Il cosiddetto Cuneo Fiscale.

Il segretario Zanzottera ha poi concluso il dibattito richiamodo le forze politiche a porre attenzione a quella che sarà la vera transizione. “Le risorse ci sono ed il PNRR ne mette a disposizione tante, ma la transizione è prima di tutto una questione culturale e quindi è fondamentale lavorare sulla formazione. I giovani, i nostri figli nel prossimo futuro faranno lavori ad oggi sconosciuti è fondamentale perché le micro imprese possano affrontare la transizione accelerate i processi di inclusione e lavorare sulle nuove generazioni”, ha concluso.

Dalla platea sono arrivate le soluzioni proposte nei programmi e che riguardano le ricette economiche. La transizione ecologica come leva di sviluppo è stato ed è uno dei punti nodali del programma del Movimento 5 Stelle, mentre il centrodestra ha ribadito una delle sue ricette più consolidate: la flat tax fino a 100 mila euro. Il centrosinistra ha ricordato quali iniziative si possono adottare per l’internazionalizzazione e il passaggio generazionale, anche agendo sul tema degli orari di lavoro. Infine, per Unione Popolare anche un piano di interventi pubblici di lavori e la leva dell’incentivo ambientale sono strade percorribili anche per il rilancio della micro e piccola impresa.

Vista la vastità della platea e dei relatori, il dibattito si è concentrato su visioni strategiche, partendo da problemi contingenti. Soprattutto si è cercato di tradurre lungo tutta la filiera le soluzioni a problemi che adesso attanagliano molti settori, ma le cui soluzioni sono per necessità, molto complesse. Si è parlato di come calmierare il costo dell’energia, appunto, con autoproduzione e tetto del costo del gas, ma anche come intervenire nell’agroalimentare dove le materie prime stanno vivendo fluttuazioni di prezzo insostenibili. E poi nella grande rivoluzione della transizione ecologica occorre pensare che la nuova mobilità elettrica, l’eventuale dismissione del motore endotermico avranno ricadute pesanti su tutto il mondo dell’indotto.




Torino. Presentato il progetto Seria: obiettivo affrontare e gestire le nuove criticità

Il 23 novembre scorso a Torino, nella Sala Trasparenza del Palazzo della Regione Piemonte, il Servizio Fitosanitario e Tecnico-Scientifico della Regione Piemonte, in collaborazione con Fondazione Agrion e 3A Srl, ha presentato il progetto SERIA: si tratta di un sistema integrato di raccolta, elaborazione e diffusione di dati e informazioni alle aziende agricole e alle strutture coinvolte nell’assistenza tecnica in agricoltura, per supportare il comparto nelle scelte agronomiche e fitosanitarie a basso impatto ambientale. All’evento è intervenuto anche il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia, che ha ribadito quanto questi strumenti risultino di grande utilità per affrontare e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e per razionalizzare l’impiego delle risorse disponibili, quali i prodotti fitosanitari, i fertilizzanti e l’acqua.

Rammentiamo che il progetto, operativamente avviato nel 2020, è finanziato con i fondi europei del PSR 2014 -2020 Misura 1 Operazione 1.2.1 – Attività dimostrative e di informazione in campo agricolo, e si avvale della collaborazione di Fondazione Podere Pignatelli e delle associazioni di categoria Coldiretti, Confagricoltura e Cia Piemonte.

 




Cnvv: Con l’ingresso dell’IIS “Lombardi” di Vercelli cresce rete scuole per innovazione

Si amplia il numero di scuole appartenenti alla “Rete per l’innovazione, lo sviluppo, la sperimentazione tecnologico/economica e le sinergie territoriali”, costituita su iniziativa di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) a fine settembre 2022. Venerdì 3 febbraio 2023, infatti, ne è entrato a far parte anche l’Istituto di istruzione superiore “Lombardi” di Vercelli, che si aggiunge all’Istituto tecnico “Omar” di Novara (ente capofila), all’Istituto tecnico “Da Vinci” di Borgomanero (No) e all’Istituto di istruzione superiore “Lancia” di Borgosesia (Vc), condividendo le iniziative delle reti nazionali delle scuole della Meccatronica, delle scuole con indirizzo “Industria e artigianato per il Made in Italy”, delle scuole tecniche e professionali con indirizzi “Manutenzione e assistenza tecnica” e di quelle del settore Tessile, abbigliamento e moda.
L’accordo di rete ha l’obiettivo di accrescere le sinergie per sviluppare percorsi di apprendimento finalizzati, anche attraverso i contributi delle industrie del territorio, all’innovazione, allo sviluppo, e alla sperimentazione tecnologica, soprattutto per quanto riguarda gli ambiti della meccatronica, della robotica e dell’automazione. Per avvicinare il mondo della scuola e quello del lavoro verranno introdotti nuovi percorsi formativi, anche con esperti aziendali, in aula e nelle imprese, sulle competenze richieste dall’innovazione tecnologica, anche in relazione ai fabbisogni del tessuto produttivo, e verranno avviate collaborazioni con altri attori istituzionali, anche per favorire gli inserimenti lavorativi e le attività di Pcto.
«Con questo accordo – dichiara la dirigente del “Lombardi”, Antonella Aliberti – si potenzia l’offerta formativa dei nostri istituti, Iti “Faccio” e Ipia “Lombardi”, e si accrescono le sinergie con il mondo delle imprese per far corrispondere le competenze formative alle esigenze del sistema produttivo. Scuole e aziende devono essere sempre più in sintonia tra loro, anche per potenziare e migliorare gli studi tecnici e professionali. Sono molto soddisfatta di poter collaborare con le aziende del territorio in un percorso che auspico sempre più approfondito e proficuo».
«Con l’ingresso di un nuovo istituto – aggiunge Francesco Ticozzi, dirigente dell’”Omar” – è stato fatto un ulteriore passo in avanti per l’incremento della rete, non solo numericamente ma con l’intenzione di attivare progetti comuni. Ora ci impegneremo per avviare iniziative condivise, lavorando per obiettivi in modo da dare concretezza ai contenuti dell’accordo. Anche grazie ai fondi messi a disposizione dal Pnrr è nostra intenzione realizzare iniziative da svolgere in tutte le scuole aderenti, per far crescere le competenze di chi vi studia».
«Per il mondo delle imprese – conclude Riccardo Cavanna, presidente della Cavanna Spa e vicepresidente di Cnvv con delega a capitale umano e formazione professionale – è fondamentale che le scuole collaborino tra loro e con le realtà del territorio e siamo sempre disponibili a favorire iniziative comuni tra gli istituti. Auspico che anche le aziende collaborino sempre più con le scuole, contribuendo a migliorarne le strutture e dando opportunità operative a studenti e studentesse, ad esempio attraverso percorsi di progettazione condivisa e periodi di apprendistato. Oltre al potenziamento della rete è infatti fondamentale sviluppare iniziative concrete».

 




Cinque competenze in più per Azienda zero

Più funzioni per Azienda zero: a maggioranza, con 24 sì e 15 no, il Consiglio regionale ha infatti approvato la proposta di delibera della Giunta regionale che assegna cinque ulteriori competenze amministrative alla struttura.

La discussione del provvedimento, che propone di attribuire ad Azienda zero “il coordinamento dell’emergenza ospedaliera, della rete dei laboratori e dei servizi, delle reti di patologia, il coordinamento regionale di epidemiologia e il supporto tecnico-organizzativo e metodologico per coordinare i progetti di investimento in edilizia sanitaria”, era iniziata nella scorsa seduta.

Respinti i 113 emendamenti presentati dal capogruppo del Pd per non aumentare le deleghe, ad eccezione di quella sul coordinamento negli investimenti in edilizia sanitaria.

Nelle dichiarazioni di voto il Pd ha annunciato il voto contrario per un provvedimento che a loro avviso può creare inefficienze e lungaggini.

Il capogruppo della Lega, annunciando il sì, ha definito il provvedimento un rafforzamento della Sanità regionale, in particolare per i territori più periferici.

 

 




A Torino nasceranno due nuovi centri per l’impiego

Gli immobili di proprietà della Città di Torino situati nelle vie Cavour 27B e Guido Reni 102 verranno dati in concessione gratuita all’Agenzia Piemonte Lavoro che coordina i Centri per l’Impiego.

Questa mattina il provvedimento è stato licenziato dalla Giunta Comunale su proposta della Vicesindaca Michela Favaro.

Attualmente i Centri per l’Impiego nel Comune di Torino sono due (via Bologna 153 per la zona Nord e via Castelgomberto 75 per la zona Sud) entrambi collocati in immobili di proprietà comunale. A questi se ne aggiungeranno altri due: uno in via Cavour angolo via Accademia Albertina e uno nella Cascina Giajone in via Guido Reni 102.

Per la Vicesindaca Michela Favaro si tratta di “una importante occasione di valorizzazione del patrimonio. Auspichiamo – aggiunge – che, in futuro, il servizio possa essere il più capillare possibile e diffuso sul territorio, coinvolgendo anche altri immobili”.

In seguito a un’attenta analisi del mercato del lavoro cittadino, l’Amministrazione comunale e l’Agenzia Piemonte Lavoro hanno condiviso la necessità di assicurare lo sviluppo di una rete di servizi pubblici per il lavoro in grado di affrontare le sfide poste da un mercato occupazionale in evoluzione e sempre più digitalizzato. Di qui l’esigenza di creare una rete tra imprese e territorio per rappresentare un punto di riferimento nell’intermediazione tra domanda e offerta di lavoro per cittadini e imprese e, l’atto di questa mattina, rappresenta il primo tassello in questa direzione.

Obiettivo degli assessorati al Patrimonio e al Lavoro del Comune di Torino è infatti quello di aumentare le sedi attuali dei Centri per l’Impiego torinesi per facilitare l’intercettazione delle persone e in particolar modo di quelle prive di occupazione.

Con il potenziamento degli sportelli e la loro collocazione negli altri quadranti della città, l’Amministrazione intende ribadire la sua attenzione nei confronti del lavoro– spiega l’Assessora al Lavoro Gianna Pentenero -. L’occupazione come volano per lo sviluppo è un punto fermo del nostro agire amministrativo e da oltre un anno stiamo lavorando per ricostruire la rete dei servizi cittadini e far incontrare domanda e offerta. Un obiettivo che può essere raggiunto solo col coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, a partire dall’Agenzia Piemonte Lavoro. Solo con un’azione coordinata e plurale possiamo trovare delle ricadute positive per un ‘buon’ lavoro che rispetti i diritti e garantisca un futuro anche in settori a forte espansione”.

Le concessioni degli immobili avranno una durata trentennale dalla stipula del contratto.




Maltempo: Coldiretti, il Po sale di oltre 1 metro in un giorno

Le intense precipitazioni hanno fatto innalzare di oltre 1 metro in un solo giorno il fiume Po. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti a Boretto in provincia di Reggio Emilia sugli effetti del maltempo che ha fatto scattare l’allerta della protezione civile con nubifragi, allagamenti e fiumi in piena.

La situazione del Po che rimane sotto i livelli di guardia – sottolinea la Coldiretti – è pero’ rappresentativa dello stato dei corsi d’acqua della Penisola con il rischio piene per il verificarsi di precipitazioni record che il terreno dopo un lungo periodo di caldo e siccità fa piu’ fatica ad assorbire.

Il risultato – continua la Coldiretti – sono alberi abbattuti, allagamenti e smottamenti a macchia di leopardo lungo la Penisola con oltre 9 comuni su 10 (il 93,9% del totale) che secondo l’Ispra hanno parte del territorio in aree a rischio idrogeologico per frane ed alluvioni, anche per effetto del cambiamento climatico in atto con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, il rapido passaggio dal sole al maltempo e precipitazioni brevi ed intense.

Il cambiamento climatico – precisa la Coldiretti – si abbatte su un territorio fragile a causa della cementificazione e dell’abbandono con l’Italia che ha perso quasi 1/3 (30%) dei terreni coltivati nell’ultimo mezzo secolo con la superficie agricola utilizzabile in Italia che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari ed effetti sulla tenuta idrogeologica, sul deficit produttivo del Paese e sulla dipendenza agroalimentare dall’estero.

L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli – continua la Coldiretti – si tratta di una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla climatologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque. Servono – conclude la Coldiretti – investimenti anche grazie al Pnrr per la manutenzione, risparmio, recupero e regimazione delle acque, un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni resistenti.




Imprese prudenti per il primo trimestre 2024, ma non si parla di recessione

Sono indicatori che confermano un peggioramento del clima di fiducia dell’industria piemontese nelle previsioni per il primo trimestre del 2024, andamento peraltro già anticipato dalle analisi dei precedenti trimestri, quelli che emergono dall’indagine effettuata nel mese di dicembre da Unione Industriali Torino e Confindustria Piemonte, raccogliendo le valutazioni di circa 1.000 realtà manifatturiere e dei servizi.

Tuttavia, il dato complessivo rappresenta la sintesi di andamenti assai diversi, se non addirittura opposti, fra il comparto manifatturiero e quello dei servizi. Nella manifattura le previsioni risultano decisamente negative per produzione, ordini, export e redditività, in deciso rallentamento rispetto a settembre. Nell’ambito dei servizi il clima di aspettative appare invece molto diverso, con indicatori ancora in zona espansiva e più robusti rispetto alla scorsa rilevazione.

Come già evidenziato nei mesi scorsi, la sostanziale tenuta degli indicatori a consuntivo esclude una vera e propria svolta recessiva, almeno nel breve termine.

Il tasso di utilizzo degli impianti e delle risorse rimane elevato sia nella manifattura sia nei servizi. Non aumentano i ritardi negli incassi e si presenta stabile il carnet ordini. Rallentano leggermente gli investimenti, lungo un trend cedente in atto da inizio anno. Per quanto riguarda l’occupazione, il dato aggregato non varia in misura rilevante rispetto a settembre, ma riflette un peggioramento della manifattura e un rafforzamento dei servizi.

A livello settoriale, nell’industria quasi tutti i settori esprimono valutazioni negative.  Il clima di aspettativa è particolarmente sfavorevole nei comparti tessile-abbigliamento, cartario-grafico, edilizia e manifatture varie (gioielli, giocattoli ecc.). Rallentano anche la metalmeccanica (soprattutto i macchinari) e l’alimentare (per il quale però il primo trimestre si caratterizza tipicamente per stagionalità negative). In crescita automotive, impiantisti, chimica, gomma-plastica, legno.

Per quanto riguarda il terziario, in tutti i comparti i saldi sono positivi e in rafforzamento rispetto a settembre; spiccano in particolare ICT, logistica e servizi alla persona. Fa eccezione, come già nei mesi scorsi, il comparto del commercio e turismo.

Torna ad ampliarsi la forbice dimensionale. Le imprese con oltre 50 dipendenti hanno attese positive; tra le più piccole prevalgono invece previsioni negative.

Torino si conferma al di sopra della media regionale

Anche a dicembre le indicazioni delle imprese torinesi risultano decisamente più favorevoli rispetto a quelle dell’intero campione piemontese. Come a livello regionale, si osserva nella manifattura un forte raffreddamento del clima di fiducia, in gran parte compensato dal miglioramento dei servizi.

A differenza di quello piemontese, a livello aggregato il saldo sulla produzione rimane ben al di sopra del livello di equilibrio tra attese di aumento e riduzione. Lo stesso vale per le previsioni sugli ordini, negative per il Piemonte e positive per Torino. Nella manifattura, invece, entrambi gli indicatori scendono al di sotto di quota zero dopo undici trimestri.

Nella manifattura aumenta lievemente il ricorso alla cassa integrazione, che resta comunque su livelli contenuti. Varia di poco il tasso di utilizzo delle risorse (vicino al pieno utilizzo). Sostanzialmente stabile la propensione a investire: poco meno di un quarto delle imprese ha programmi di investimento di un certo rilievo. Circa un terzo delle imprese ha ordini garantiti per oltre 6 mesi. Migliora la redditività, soprattutto nel terziario, contrariamente a quanto osservato a livello regionale. Il più favorevole dato torinese è spiegato dal maggior peso dei settori con aspettative più positive, come ad esempio l’automotive.

Commenti sulle previsioni del primo trimestre 2024

Giorgio Marsiaj, Presidente dell’Unione Industriali Torino

«Le indicazioni delle nostre imprese vanno interpretate alla luce del marcato rallentamento dell’economia italiana ed europea nella seconda parte dell’anno. È di questi giorni il dato sulla crescita zero del Pil dell’area euro e del nostro paese nel terzo trimestre; analoga tendenza riguarderà gli ultimi mesi del 2023 e con ogni probabilità almeno i primi tre mesi del 2024. D’altra parte, è una buona notizia il raffreddamento dell’inflazione, che potrebbe consentire alla BCE di anticipare ad aprile-maggio la svolta espansiva della politica monetaria, ridando ossigeno alle imprese e al sistema economico. Ci troviamo dunque in una fase di transizione e attesa, in cui è più che mai importante non perdere di vista i fondamentali sul buono stato di salute della nostra industria, e soprattutto del terziario, che ci viene confermato dalla tenuta di tutti gli indicatori a consuntivo: tasso di utilizzo delle risorse, ritardi nei pagamenti, CIG e occupazione, tempi di pagamento».

Marco Gay, Presidente di Confindustria Piemonte

«La percezione delle imprese piemontesi per il primo trimestre 2024 segue le tendenze dell’ultima parte di quest’anno. L’aumento consistente e repentino dei tassi di interesse è un elemento che sta determinando evidentemente la riduzione degli investimenti, condizionando le aspettative per l’export, specie verso quei Paesi che sono grandi partner storici della nostra regione, e nelle cui filiere produttive le nostre aziende sono saldamente presenti ed attive. I dati sottolineano due punti importanti: la twin transition diventa centrale per lo sviluppo industriale del nostro territorio e il binomio prodotto-servizio deve diventare centrale per portare valore aggiunto sulle produzioni e buona occupazione. Auspichiamo che il lento rientro dell’inflazione porti ad una progressiva normalizzazione dei tassi e degli investimenti. A livello nazionale, è quindi più che mai urgente avviare un piano di politica industriale incardinato anche alla rimodulazione del PNRR attraverso le risorse del Repower EU destinate al piano Industria 5.0. Infine, per le imprese piemontesi è imprescindibile puntare sui giovani e sulle competenze per continuare a crescere nelle filiere, conquistare nuovi mercati e attrarre nuovi investimenti e insediamenti industriali».

Sintesi dei dati per Torino

Per il primo trimestre 2024 il 25,2% delle aziende prevede un aumento della produzione, contro il 15,7% che si attende una diminuzione: il saldo, pari a +9,4%, cala di 4 punti percentuali rispetto alla rilevazione di settembre ed è di quasi 11 punti superiore al saldo del Piemonte nel suo complesso (-1,5%). Trend analogo per gli ordinativi, con un saldo del 9,8% praticamente stabile rispetto alla scorsa rilevazione. L’unico dato negativo è quello delle esportazioni, in calo di oltre 1,8 punti rispetto a settembre. Tengono gli investimenti: sono il 22% le aziende con programmi di spesa di un certo impegno, una quota analoga alla media piemontese. Aumenta il ricorso alla cassa integrazione, che interessa l’8,0% delle imprese, in aumento di 2,3 punti percentuali rispetto a settembre. Varia poco il tasso di utilizzo di impianti e risorse (80%), che resta sui valori medi di lungo periodo.

Sembra chiudersi, nella provincia di Torino, la tradizionale forbice tra imprese medio-grandi (oltre 50 dipendenti) e imprese di minori dimensioni (sotto i 50 addetti), con attese sulla produzione rispettivamente pari a +11,9% e +8,6%, per il prossimo trimestre.

Dettaglio: i principali risultati dell’indagine piemontese

Per il primo trimestre del 2024, le attese sulla produzione delle circa 1.000 imprese piemontesi registrano una battuta di arresto, in linea con il trend già iniziato nella seconda parte del 2023: il 16,3% delle aziende prevede un aumento dei livelli di attività, contro il 19,4% che si attende una diminuzione. Il saldo ottimisti-pessimisti è pari a -1,5% (era +2,3% a settembre). Rallentano le attese sugli ordini, con un saldo del -2,4% in calo di 2 punti percentuali rispetto a settembre.

Positivo, invece, il dato sull’occupazione, con il 16,3% delle rispondenti che ne prevede un aumento, il 7,7% che ne prevede la riduzione e un saldo ottimisti-pessimisti pari a +8,6% (era 11,2% la scorsa rilevazione).

Frenano ulteriormente le aspettative sull’export, con un saldo ottimisti-pessimisti pari a -8,4%, probabilmente a causa del protrarsi dell’incertezza e al rallentamento dell’economia globale. Cala leggermente ma resta buono il livello degli investimenti, che interessano oggi il 22,4% delle rispondenti (era il 25,2% a settembre). Aumenta il ricorso alla cassa integrazione, che interessa ora il10,8% delle imprese. Varia poco il tasso di utilizzo di impianti e risorse, tornato sui valori medi di lungo periodo (78%). Resta ampia la forbice tra le imprese medio-grandi (oltre 50 dipendenti), più ottimiste sui livelli produttivi (saldo +6,5%) e le più piccole (sotto i 50 addetti), che registrano un saldo nuovamente negativo, dopo molti trimestri di crescita (-4,7%).

A livello territoriale, si osservano attese positive solo per Torino e Cuneo, anche se per quest’ultima sono decisamente più caute (rispettivamente (+9,4% e 0,8%). Tutte le altre province registrano saldi negativi: Biella -22,0%, Vercelli -12,9%, Novara -4,1%, Verbania -3,4%, Asti -3,2%, Alessandria -1,1%.

Nel manifatturiero, si registra un ulteriore raffreddamento delle attese, rispetto a settembre, con saldi che passano da -1,3% a -10,1% per la produzione. Ancora negativo il saldo sugli ordinativi che passa da -5,6% a -12,6%.

Positive, per contro, le attese sull’occupazione, con saldo pari a +2,6%, da +8,7% di settembre. Peggiora ancora il saldo dell’export, che passa da -9,2% a -11,2%.

Perdono qualche punto gli investimenti, che interessano il 22,9% delle aziende, in calo rispetto al 25,6% di settembre. Stabili il tasso di utilizzo delle risorse (76%), mentre torna a salire il ricorso alla CIG, che riguarda oggi il 15% delle imprese.

A livello settoriale, il calo più consistente interessa tessile-abbigliamento (-31,5%), cartario-grafico (-21,1%), edilizia (-13,0%) e manifatture varie (-12,7%).

Più contenuto il rallentamento per metalmeccanica (-7,7%), soprattutto macchinari (-16,9%), e alimentare (-4,3%). Migliorano, invece, le attese nei comparti impiantisti (+9,5%), legno (+8,3%), chimica (+5,9%), gomma-plastica (+5,4%) e automotive (+2,8%).

Nei servizi il clima di fiducia resta stabilmente positivo rispetto a settembre. Il saldo relativo ai livelli di attività è pari a +18,3% (era 11,2% la scorsa rilevazione), quello relativo agli ordinativi è pari a +21,2% (da +12,1%), quello sull’occupazione è pari +22,3% (era 17,2%). Gli investimenti rallentano (21,1%), azzerato il ricorso alla CIG (0,7%), alto il tasso di utilizzo delle risorse (84%).

A livello settoriale, le attese delle aziende del terziario sono positive in quasi tutti i comparti, con saldi pari a +29,5% per l’ICT, +27,0% per gli altri servizi, +24,0% per i trasporti, +16,7% per le utility, +15,2% per i servizi alle imprese. Unica eccezione, il commercio e turismo, che registra un saldo negativo (-6,7%).FOCUS: il settore Alimentare

Nella rilevazione di dicembre è stato condotto un approfondimento sul settore Alimentare. Secondo i dati Istat 2021, in Piemonte le 3.739 aziende del comparto danno lavoro a 38.582 persone e nella sola area del Torinese si contano 1.505 realtà con 12.892 addetti impiegati.

Negli ultimi dieci anni la quantità di imprese piemontesi e torinesi ha visto una flessione (rispettivamente -12,0% e -8,7%). Per contro, a fronte di una diminuzione regionale degli addetti (-1,4%), a livello provinciale si registra un aumento del 4,8%.

Il settore alimentare piemontese è costituito all’84% da microimprese (con un massimo di 9 dipendenti), per il 13,9% da piccole imprese (da 10 a 49 addetti), per il 2,0% da medie (da 50 a 250 addetti) e per lo 0,3% da grandi (oltre i 250 addetti).

Il comparto nel 2022 ha esportato beni per circa 8 miliardi di euro (il 15,3% del totale italiano del settore), con un incremento del 13,3% rispetto al 2021, e oltre la metà di tali esportazioni viene inviata in paesi UE, soprattutto Francia e Germania.

Le previsioni delle nostre aziende alimentari per il primo trimestre 2024 sono in linea con quelle del manifatturiero piemontese: registrano, cioè, saldi ottimisti pessimisti in discesa rispetto alle attese per il quarto trimestre 2023, benché il calo per l’alimentare risulti meno marcato.

Il 15,7% delle imprese alimentari piemontesi prevede un aumento della produzione, contro il 20% che si aspetta una diminuzione (saldo -4,3%). Stabili gli ordini totali con un saldo ottimisti pessimisti uguale a zero. Il 12,9% delle aziende pronostica un aumento dell’occupazione, a fronte del 10% che si attende una diminuzione (saldo 2,9%). Ancora positivo l’export, con un saldo pari al +1,6%.

Il ricorso alla cassa integrazione, aumentato durante il periodo pandemico, è tornato a livelli storicamente bassi (2,9%) e comunque decisamente inferiori alla media piemontese. Il tasso di utilizzo delle risorse resta su livelli assai elevati (73%). Il 36% degli intervistati ha programmi di investimento di un certo rilievo, percentuale ben superiore alla media del manifatturiero regionale. Il carnet ordini del comparto alimentare è composto dal 25,0% delle aziende che ha visibilità di un mese, il 39,7% per 1-3 mesi, il 22,1% che ha ordini per 3-6 mesi e il 13,2% per oltre 6 mesi.

Commento all’approfondimento sul settore Alimentare

Simona Radicci, presidente Gruppo Alimentari Unione Industriali Torino:

«L’industria alimentare italiana riveste un ruolo da protagonista non soltanto nell’ambito della composita filiera nazionale del food, ma rappresenta un pilastro dell’intero sistema manifatturiero del Paese in termini di fatturato, numero di imprese, addetti e valore delle esportazioni. Come evidenziato nella recente indagine Federalimentare-Censis, le industrie del settore negli ultimi dieci anni hanno registrato complessivamente un incremento di fatturato del 24,7% in termini reali, aumentando l’occupazione del 12,2% e il valore delle esportazioni in termini reali del 60,3%.

Si tratta di patrimonio identitario che porta il vessillo del Made in Italy nel mondo e a cui il territorio torinese fornisce un contributo prezioso. Le nostre realtà sono diretta espressione della tradizione cittadina nel comparto, forte di marchi storici e rinomati sia di grandi gruppi industriali, sia di piccole e medie imprese prestigiose, a cui si affiancano numerose altre aziende di qualità operanti in tutti i campi, dal dolciario al conserviero, dal vitivinicolo al lattiero-caseario, dalle bevande alle carni ecc.

Un’articolazione di realtà il cui mercato, al di là degli andamenti stagionali e seppur messo alla prova in questi ultimi anni da fenomeni recessivi, appare meno vulnerabile e rispetto ad altri comparti industriali. Inoltre, le nostre aziende sostengono lo sviluppo dell’economia locale, oltre che con la produzione diretta di generi alimentari, anche originando un indotto importante, costituito da un’ampia serie di imprese fornitrici di prodotti, macchinari e servizi connessi, destinati a confezionamento, conservazione, trasporto e stoccaggio, distribuzione».




Scuola di politica per giovani cittadini” ed è completamente gratuito

La Città metropolitana di Torino – con il contributo di Compagnia di San Paolo – organizza un percorso di formazione rivolto a 50 giovani interessati a conoscere ed approfondire alcune nozioni utili per intraprendere un’azione politica attiva e consapevole. 

Il corso si chiama “Politikè. Scuola di politica per giovani cittadini” ed è completamente gratuito.

La presentazione domani sabato 23 marzo a partire dalle ore 9 nella sede di Città metropolitana di Torino in corso Inghilterra 7 

“La formazione parlerà di parità di genere, impegno civile, ambiente, cittadinanza europea, sociale e comunicare in pubblico” spiega Valentina Cera, consigliera metropolitana delegata alle politiche giovanili, che ha voluto avviare questo progetto con una presentazione ufficiale nella quale illustra anche le tappe già previste: un incontro al prossimo Salone internazionale del Libro di Torino il 13 maggio, preceduto in aprile da una passeggiata sui sentieri resistenti del Colle del Lys, e infine uno stage residenziale presso la Certosa 1515 di Avigliana.
Il corso principalmente è rivolto a giovani fino ai 40 anni che stanno già svolgendo un ruolo politico amministrativo (assessore comunale, consigliere comunale), ma anche a chi sta frequentando corsi universitari a tema, a chi svolge o a chi è interessato a svolgere attività politica. In autunno si terranno lezioni frontali con esperti, mentre al termine del percorso i partecipanti elaboreranno un documento di azione politica.

I ragazzi e le ragazze interessati possono ancora iscriversi qui online https://bit.ly/3ThRsF