Con RipartiPiemonte un pieno di carburante per la ripresa economica e sociale

Tutte le misure necessarie per mettere benzina in questo Piemonte che ha bisogno di ripartire“: il presidente Alberto Cirio ha sintetizzato così i contenuti del disegno di legge RipartiPiemonte, che mette in campo oltre 800 milioni di euro per favorire la ripresa dell’economia e della società con stanziamenti, moltissime a fondo perduto, per aziende, famiglie e lavoratori. “Un piano di cui siamo orgogliosi – ha sottolineato – perché mette soldi nuovi, non spreca quelli già in bilancio e usa al meglio tutte le risorse”.

Due le colonne portanti del corposo provvedimento, composto da più di 60 articoli: la copertura finanziaria di ogni azione e la semplificazione amministrativa.

Essenziale per ottenere i risultati attesi è lo snellimento dei tempi. “Tutte le misure previste – ha affermato Cirio – sono già state attivate o sono in via di assegnazione con bonus o bandi previsti fra maggio e giugno. Per noi infatti contano molto i tempi, sui quali ci giochiamo la sopravvivenza delle nostre imprese e di tutto il sistema Piemonte. Il cronoprogramma prevede l’approvazione definitiva in Consiglio regionale entro metà maggio e lavoreremo tutti i giorni, domeniche comprese, per questo obiettivo”.

Per ottenere questo risultato il disegno di legge sarà subito trasmesso al Consiglio regionale, che costituirà dei gruppi di lavoro per l’analisi delle varie sezioni. C’è la disponibilità, man mano che ne verranno approvate singole misure, a stralciarle per iniziare subito ad erogarle. Per esempio gli 88 milioni del Bonus Piemonte, che non appena avuto il via libera del Consiglio saranno accreditati sui conti correnti dei beneficiari.




Pubblicata manifestazione d’interesse per operatori disponibili a fare assistenza pazienti covid

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte rinnova la manifestazione di interesse per la formazione di un elenco di operatori disponibili a prestare assistenza nelle strutture che ospitano pazienti affetti da Covid-19.

La candidatura può essere presentata da operatori socio-sanitari, studenti che stanno frequentando un corso per operatore socio-sanitario, persone in possesso di una laurea triennale da Educatore professionale, del diploma di Tecnico dei servizi socio-sanitari, dell’attestato di assistente familiare, del titolo di infermiera volontaria, nonché da chi ha svolto per almeno sei mesi assistenza al domicilio di anziani non autosufficienti e disabili con regolare contratto di lavoro.

“In questo momento di grave difficoltà, in cui moltissimi operatori socio-assistenziali non possono lavorare perché positivi al Covid – afferma l’assessore regionale alle Politiche sociali, Chiara Caucino – viene nuovamente pubblicata la manifestazione d’interesse per tutti coloro che vorranno prestare attività all’interno delle strutture per anziani o negli “alberghi assistiti” in cui viene garantito un presidio socio-sanitario. Si tratta di un’importante opportunità lavorativa che consente anche di aiutare le persone più fragili e dà un supporto importante in questo momento al nostro sistema socio-sanitario”.

Un analogo provvedimento pubblicato nel marzo scorso aveva consentito l’assunzione di oltre 5.000 operatori, tra i quali più di 1000 iscritti ai corsi da operatore socio-sanitario che attraverso questa attività hanno ottenuto il riconoscimento delle 500 ore di tirocinio formativo.

Il testo della manifestazione di interesse e il modulo di partecipazione sono pubblicati su questo link

 

 




Torino. Rimborsi alle famiglie delle spese sostenute per disservizi di trasporto scolastico

La Città rimborserà le famiglie delle spese sostenute per accompagnare o prelevare all’uscita da scuola i propri figli con disabilità nel caso si verifichino disservizi nel regolare svolgimento del trasporto dovuto a cause imputabili alle imprese incaricate.

La decisione è stata assunta, questa mattina, dalla Giunta Comunale approvando la delibera proposta dall’assessora all’Istruzione Antonietta Di Martino.

Il Comune di Torino, per assicurare a tutti i bambini e i ragazzi l’esercizio del diritto allo studio, fornisce – come prevede la L.104/1992 – il servizio di trasporto gratuito da casa alle strutture scolastiche a favore degli alunni con disabilità nelle scuole dell’infanzia, primarie, secondarie di primo e secondo grado.

Tale servizio, inoltre, consente ad allievi e studenti di poter usufruire di specifiche attività terapeutiche nell’arco dell’orario di funzionamento della scuola inserendosi, a pieno titolo, nelle politiche di inclusione scolastica promosse e attuate dall’Amministrazione Comunale.

La Città, a fronte della necessità delle famiglie di utilizzare un servizio fondamentale, riconosce loro il rimborso delle spese sostenute nel caso di irregolare funzionamento e, a tale fine, stanzia annualmente nel proprio bilancio una somma per soddisfare le richieste.

Il fondo viene, in parte, incrementato dagli introiti derivanti dall’applicazione di penalità alle imprese che non hanno ottemperato i criteri previsti dal capitolato di gara come un ritardo superiore ai 15 minuti nel passaggio rispetto alla tempistica stabilita  o quando il servizio non viene erogato. In questi casi la famiglia può chiedere l’intervento di un taxi o di altro mezzo idoneo oppure provvedere con auto propria ad accompagnare o prelevare il proprio figlio a/da scuola.

Abbiamo voluto salvaguardare il diritto delle famiglie ad avere un servizio in grado di fare fronte alle loro necessità, soprattutto in questi lunghi mesi di difficoltà dovute allo sviluppo della pandemia – sottolinea Di Martino -. E per venire incontro alle mamme e ai papà la Città ha previsto l’erogazione di rimborsi nel caso in cui ci siano disservizi nel trasporto scolastico quotidiano”.

Per ottenere l’indennizzo, che sarà erogato su presentazione di ricevute o altra documentazione contabile, è necessario utilizzare la modulistica a cui si può accedere dal sito della Città di Torino

 

Le modalità del rimborso delle spese sono state disciplinate con regolamento approvato anche dall’Osservatorio per il trasporto degli alunni disabili e da Franco Lepore, disability manager della Città di Torino, che hanno fornito un prezioso contributo alla definizione del testo.




Cnvv, webinar: “Sostegni operativi per le imprese nei Paesi dell’Est Europa”

Mercoledì 30 giugno 2021, alle 10, Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv), Confindustria Piemonte, Confindustria Est Europa, Banca Europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers) e UniCredit organizzano il webinar intitolato “Sostegni operativi per le imprese nei Paesi dell’Est Europa”.

L’incontro fornirà indicazioni sulle reali opportunità di partnership e di collaborazione per le aziende italiane negli undici Paesi di cui fa parte la rete di Confindustria Est Europa e presenterà gli strumenti a supporto delle imprese gestiti dalla Bers e il sistema di sostegno finanziario di UniCredit nell’area.

Dopo il saluto di Alessandro Battaglia, presidente della Commissione Internazionalizzazione di Confindustria Piemonte, le opportunità di business nei Paesi aderenti alla Federazione e il ruolo delle rappresentanze internazionali di Confindustria saranno illustrati da Maria Luisa Meroni, presidente di Confindustria Est Europa.

Massimo Carnelos, direttore esecutivo aggiunto per l’Italia della Bers, parlerà del ruolo della Banca, mentre la presenza di Unicredit a supporto delle imprese nel processo di espansione del loro business in Est Europa verrà trattato da Alessandro Paoli, responsabile UniCredit International Center Italy. Concluderà l’incontro, prima della sessione di domande e risposte con i partecipanti, la testimonianza di Fabiano Coccato, amministratore delegato della Coccato & Mezzetti srl, aderente a Cnvv, sul tema “Avviare un business in Est Europa”.

 




Confartigianato Cuneo: Nasce Bra Città Slow

Il progetto Bra Città Slow nasce dalla volontà,  da parte dell’Amministrazione Comunale, dell’ASCOM di Bra e dei Comitati di Via, con il successivo coinvolgimento di Confartigianato Cuneo – Zona di Bra,  di avviare un’attività di promozione – anche attraverso un’azione innovativa di Digital Marketing – che comprende tutto il commercio cittadino: una nuova identità comunicativa in grado di far emergere i valori aggiunti, le peculiarità e le caratteristiche di Bra, in quanto città attrattiva per le sue bellezze, il suo commercio e i suoi eventi.

Stanno vedendo la luce, proprio nel mese di novembre, i nuovi asset di comunicazione dedicati e che rappresentano l’espressione del progetto stesso, con un portale online creato su misura, completamente orientato al commercio e alla promozione delle diverse eccellenze della città di Bra.

Verrà messa a disposizione degli utenti una passeggiata digitale tra le eccellenze della città, per scoprire le sue attività commerciali, la sua storia, i suoi monumenti, gli eventi, le curiosità locali e molto altro. Protagoniste saranno anche le nuove azioni di comunicazione sui social network, dove, in un unico contenitore condiviso, verranno messi in primo piano i commercianti della città. Una base di partenza per ulteriori innovazioni nelle prossime settimane che daranno nuovo impulso al commercio cittadino.

Il nuovo percorso intrapreso, che si propone come una vera organizzazione comunitaria, ha inizio infatti dalla condivisione dei principali elementi di caratterizzazione della città con i commercianti braidesi stessi. Attraverso diversi incontri si è arrivati a definire quello che oggi è considerato l’emblema del progetto comunicativo e del nuovo portale: il brand “Bra Città Slow”. Un concetto che punta racchiudere i tanti elementi e le molteplici caratteristiche del territorio.

Promuovere questa identità di città slow significa sposare concretamente il concetto di una città che ama il buon vivere, il buon mangiare. Significa proporsi come comunità che ama la buona qualità della vita e che, anche nell’accoglienza commerciale e turistica, desidera trasmettere questa passione in ogni momento.

La piattaforma www.bracittaslow.it consentirà non solo di scoprire la città di Bra ma permetterà agli utenti di entrare virtualmente nei negozi ed effettuare acquisti on line con diverse modalità. Uno strumento innovativo a supporto dei negozi di vicinato che lottano per adeguarsi alle modalità di comunicazione proposte con successo dai giganti dell’e-commerce e dalla grande distribuzione, fino ad ora senza troppa fortuna. 

L’obiettivo è quello di portare nuova linfa ai piccoli esercizi e alle micro-imprese commerciali facendo leva sulle innovazioni digital, creando un luogo digitale, aggregrato per mettere a valore le relazioni con i clienti.

Dichiarano Gianni Fogliato, Sindaco e Biagio Conterno, assessore al commercio della città di Bra: “Si tratta di un progetto innovativo, partito mesi fa, ma che oggi dimostra di avere ancora più valenza. Ci si rende ormai conto di quale importanza abbia una comunicazione digitale comune, in una fase in cui tutte le città rischiano di non riuscire a raccontarsi e a far emergere le proprie peculiarità. Una realtà come quella di Bra ha molto da dire anche in questo periodo storico, e vogliamo che, attraverso questi canali, si crei una rinnovata e continua narrazione. Un modo per tenerci uniti ai tanti visitatori, che già erano presenti e che speriamo possano presto tornare nella nostra città e riportare l’attenzione che merita un territorio così ricco di bellezze.”

Dichiara Luigi Barbero, direttore Confcommercio Ascom Bra: “Questo è un percorso che, come sarà evidente dal portale, coinvolge i commercianti braidesi in prima persona e li rende protagonisti. Ci siamo sentiti, fin dal principio, tutti parte di un progetto comune, che prende avvio adesso ma che ha l’obiettivo di diventare un modello continuativo. La sfida è comunicare Bra come un unico centro commerciale naturale: ogni realtà avrà la propria dimensione e la propria unicità all’interno dei canali, ma lavoreremo fianco a fianco per sviluppare questa cornice comune che diventerà un punto di riferimento per crescere insieme. Riteniamo sia un valore aggiunto e un esempio virtuoso in un periodo in cui le attività commerciali stanno vivendo sfide e difficoltà davvero complesse. Questo è il momento per rilanciare e investire sul futuro.”

Dichiar Joseph Meineri, direttore Confartigianato Cuneo: “Abbiamo aderito con slancio all’iniziativa, con la consapevolezza che mai come in questi momenti sia importante “fare rete” e mettere a fattor comune capacità progettuali, conoscenza delle categorie e delle specificità del tessuto economico locale per sviluppare progetti sinergici e contribuire così al sostegno e allo sviluppo del territorio. Forti di pregresse esperienze tra cui il portale, di carattere provinciale, “scelgoartigiano.it”, siamo convinti che le nuove tecnologie possano offrire grandi possibilità anche alle piccole e medie imprese e alle aziende artigiane. Siamo certi che il nuovo strumento rivolto agli esercizi braidesi possa quindi rappresentare un’ulteriore opportunità per affrontare la situazione di contingenza e guardare con ottimismo al futuro. Il nostro obiettivo sarà proprio quella di accompagnare le imprese nell’utilizzo consapevole e sostenibile di questi nuovi strumenti. Più che azzeccata, poi, la volontà di coniugare le eccellenze dell’artigianato e del commercio locali con le peculiarità turistiche di Bra: un ulteriore modo per rafforzare l’importare legame che deve esistere tra imprese e mondo del turismo”.




La candidatura di Torino a capitale europea della cultura 2033

I lavori di Torino Capitale Europea della Cultura 2033 entrano nel vivo.

L’Italia (che ospiterà la capitale della cultura insieme ai Paesi Bassi) inviterà le città a presentare le proposte nel 2027, sei anni prima dell’anno prefissato. Dopo una prima scrematura operata da una giuria di esperti indipendenti, la capitale italiana verrà ufficializzata nel 2029. Un percorso per il quale è fondamentale prepararsi.

Le Capitali europee della cultura mirano a promuovere la ricchezza e la diversità delle culture e a incoraggiare il senso di appartenenza dei cittadini a un’area comune.

Il programma e gli investimenti legati a questa candidatura possono contribuire con forza alla rigenerazione e alla crescita sostenibile della città nel lungo periodo.

A partire dal novembre 2019 la commissione V del Comune di Torino ha avviato un percorso che ha visto la partecipazione di assessori, di rappresentanti delle istituzioni culturali e di altri soggetti qualificati con l’intento di costruire un tavolo di lavoro che elabori un percorso comune.

Questa mattina durante la commissione consiliare si è parlato della possibilità di costruire una partership con TEDxTorino perché sia partner con cui ragionare sul progetto che condurrà alla candidatura.

Da quattro anni TEDxTorino è uno dei tanti protagonisti della cultura torinese capace di portare in città, direttamente dalla Silicon Valley, il modello TED e di riunire su un palco, tre o quattro volte all’anno, personalità interessanti che possano raccontare al pubblico le proprie idee.

Migliaia di persone note e meno note come la sceneggiatrice della Disney Pixar Leasly Iwerks, la campionessa Surya Bonaly, la venture capitalist LK Shelley e ancora Christian Greco, Luca Mercalli, Michela Murgia, Rita Guarino, Josefa Idem, Mauro Berruto e Massimo Temporelli hanno ascoltato, in diretta e in streaming, i talk dedicati a cultura, libri, sport, musica, tecnologia, medicina, economia circolare di ospiti arrivati da tutto il mondo.
Nel periodo di lockdown, per 5 settimane 60 ospiti divisi in 5 tavoli virtuali (ognuno formato da 12 persone) si sono incontrati, rigorosamente on line sulla piattaforma TED, per discutere del futuro della cultura a Torino e in Italia. Ogni tavolo è stato gestito da Enrico Gentina, curatore di TEDxTorino, con l’idea di considerare l’argomento affrontato da differenti punti di vista per creare una conversazione globale che proprio nella diversità sa trovare la propria ricchezza.

 

La domanda centrale – pensata insieme al Comune di Torino – è stata ‘quali conclusioni possiamo trarre dalle nostre esperienze e come applicarle al lavoro culturale che, nonostante la pandemia e le sue conseguenze, tentiamo di gestire tutti i giorni? L’idea è stata quella di considerare l’argomento “Cultura” da differenti punti di vista. Dal teatro al cinema, dai musei ai concerti, dallo sport all’entertainment, la cultura nella sua accezione più ampia si è seduta ai tavoli di TEDxTorino per dialogare e ascoltare altri punti di vista. I partecipanti sono stati invitati a contribuire su temi non strettamente legati ai loro ambiti d’azione quotidiani, allo scopo di far emergere processi, dinamiche e prassi da poter estendere successivamente in modo trasversale e modulare in altri contesti. Un contesto informale dove poter condividere serenamente il proprio punto di vista così da permettere agli altri di aggiungere valore in libertà.

Sintesi per macroambiti delle posizioni emerse durante gli incontri:

Spazio pubblico
Il pensiero emerso dagli incontri è stato quello di non ridurre la cultura ai luoghi ‘preposti’, ma di utilizzare tutti i luoghi pubblici come luoghi vuoti, di tutti. Lo spazio pubblico non è solo un contenitore di emozioni, ma le fa risuonare, incoraggiando nuovi modi di pensare e di agire. Lo spazio pubblico deve svolgere il ruolo di orientare e di incoraggiare incontri attraverso le attività culturali. Deve essere percepito come una tela bianca, di proprietà della collettività dove si incrociano diverse professionalità e, questo messaggio, è possibile solo attraverso una visione innovativa da parte del settore pubblico. Al momento tanti chiedono spazio ma pochi lo ottengono e questo meccanismo deve necessariamente invertirsi perché si generi una riappropriazione degli spazi pubblici. Il settore pubblico non ha il compito solo di avere una visione inclusiva e innovativa della gestione degli spazi, ma deve presidiarli in prima persona: un presidio democratico ed educativo. Lo spazio pubblico ha il ruolo di catalizzare le iniziative culturali dal basso e di far recuperare il senso civico alle persone e la consapevolezza di essere agenti del cambiamento. Dall’appartenenza a un luogo e alle attività che lì si svolgono, nasce l’appartenenza a un movimento culturale e a una comunità.

Accessibilità
Si è discusso delle molte declinazioni dell’accessibilità per sottolineare che, per quanto l’accessibilità al digitale non sia scontata, il dibattito culturale di questi mesi non può fermarsi lì. Il diritto di tutti di vivere la cultura dal vivo, nell’ambito della democrazia, è un aspetto imprescindibile per approcciarsi alla discussione. Mentre la cross-medialità è sicuramente una soluzione in un momento di emergenza, non può essere l’unica. È certamente vero che il digitale ha reso più semplice la fruizione della cultura a persone con alcune disabilità, ma non si deve dare per scontato che sia (per loro o per altri)un’esperienza completa o la più completa cui si possa ambire. L’accessibilità alla cultura ha due lati, uno dei quali è la produzione di contenuti culturali. Per favorirla e tutelare il tessuto culturale in questo ambito avrebbe senso riformare le modalità di accesso ai fondi pubblici e cambiare le regole del rapporto tra privati e cultura, anche fiscalmente.

Inoltre, senza nulla togliere al valore dei grandi eventi, si è frammentata ulteriormente in universi che non dialogano, anziché in un’unione di piccole iniziative ben targettizzate pensate all’interno di una visione complessiva da chi si occupa delle politiche culturali del territorio. La progettazione dal basso si sviluppa quando viene creato un clima adatto a farla germogliare.

Inclusione
Se l’emergenza esige intervento, il futuro chiede progettazione. Questo è il tempo dell’ascolto, della visione a medio-lungo termine che considera l’inclusione come un’espressione della democrazia. Una visione incoraggiata da istituzioni, operatori, industria e accademia per valorizzare il desiderio di attivismo delle persone. Ancora una volta è importante sottolineare che la co-progettazione dal basso nasce quando c’è terreno fertile e questo è un effetto di una politica culturale sul territorio che non si limita a costruire rampe per disabili a lato delle scale nelle nuove costruzioni, ma che progetta universalmente, includendo persone disabili nell’ideazione. La cultura è accrescimento del patrimonio cognitivo di ogni individuo. Non deve essere calata dall’alto, ma nascere dalla partecipazione e dalla comunità. Ciò che dall’alto dipende è l’ecosistema ideale per permettere la cultura: scambi, incontri e luoghi condivisi che facilitino il processo collettivo. Le iniziative culturali devono acquisire degli indici di valutazione nuovi, diversi dalla quantità di pubblico e devono essere concentrate meno sull’informazione e più sull’approfondimento.

Innovazione
Troppo spesso questo termine è stato sinonimo di “governo della tecnica” mentre, in realtà, l’innovazione dovrebbe parlare il linguaggio della cooperazione. Innovazione è coinvolgimento non solo dei fruitori nella progettazione, ma di tutte le persone che, anche trasversalmente, vivono l’esperienza culturale. Innovazione è ascoltare e stimolare, senza canalizzare: è saper catalizzare le creatività altrui e incoraggiarle, altrimenti non può essere “buona” innovazione. Innovazione è inclusione perché dagli incontri nascono nuove idee. Non è dire “abbiamo un’idea”, ma “creiamo insieme l’idea che vogliamo”. Incoraggiare questo tipo di cooperazione nel concreto potrebbe voler dire non garantire finanziamenti al singolo progetto ma a ecosistemi che si uniscono per un obiettivo comune.




Coronavirus, CNA: focus credito, allarme liquidità

Secondo report a una settimana di distanza sul campione di oltre 100 imprese operanti nel mondo dell’artigianato, della piccola industria, del terziario in genere e dei servizi, distribuite su tutto il territorio piemontese.

 

Abbiamo riproposto lo stesso set di domande già usato lo scorso 26 febbraio, avendo come risposta la preminente questione del credito e in particolare sopraggiunte significative problematiche relative alla liquidità aziendale. La quasi totalità del campione a domanda: “Come descriverebbe la situazione attuale in azienda?” segnala forte problematica relativamente alla liquidità.

 

CLIENTI – CONSUMATORI

In questo comparto si raggruppano i settori relativi ai servizi alla persona e artigianato di servizio (estetica, acconciatura, impiantisti e riparazioni in ambito domestico, trasporto persone), produzione e somministrazione alimentare (ristorazione, catering, operatori di eventi pubblici e privati con beneficiari consumer).

Le cifre a nostra disposizione rivelano che la contrazione di domanda e quindi di ricavi sta producendo una situazione molto problematica rispetto alla liquidità aziendale che oscilla tra il 30% e il 50% su base mensile.

Il protrarsi nelle prossime settimane di questa situazione fa prevedere una restrizione della liquidità tale da non poter far fronte agli ordinari pagamenti.

 

CLIENTI – IMPRESE

In questo comparto si identificano le catene tra imprese relativamente alla fornitura di prodotti e servizi, quindi le catene di pagamenti tra imprese, in cui si registrano mancati incassi su fatture già emesse con l’aggiunta dell’impossibilità in molti casi di concludere forniture ed emettere relative fatturazioni per incassare.

Si sta quindi propagando la problematica dei mancati incassi – quindi la crisi di liquidità – dal sistema delle imprese operanti per clienti-consumatori al sistema delle imprese fornitrici.

Inoltre rileviamo numerosi segnali di mancati pagamenti strumentalmente attuati usando la causale della “crisi da Coronavirus”.

La stima di questa contrazione risulta, da campione, del 25% della liquidità su base mensile.

 

“Le imprese ci indicano una priorità assoluta e urgente: quella di fronteggiare la mancanza di liquidità aziendale. E’ necessario che la Regione Piemonte si faccia parte attiva per promuovere un tavolo triangolare con banche e imprese per individuare i giusti strumenti di intervento che si stanno discutendo a livello nazionale tra ABI, Governo e associazioni datoriali. Noi esprimiamo una particolare preoccupazione per il sistema della micro e piccola impresa piemontese che risente in modo particolare di una crisi economica molto preoccupante derivante dalla posizione geografica della nostra regione”, affermano il segretario regionale di CNA Piemonte Filippo Provenzano e il presidente di CNA Piemonte Fabrizio Actis.

 

PROPOSTE

Lo slogan positivo che diffondono le nostre imprese è #alnostroposto (campagna video lanciata in settimana da CNA Piemonte), tuttavia per rimanere al loro posto queste imprese hanno bisogno di liquidità per non chiudere. Oltre le annunciate misure relative all’estensione degli ammortizzatori sociali, alla moratoria dei versamenti su tributi, contributi e utenze, occorre celermente predisporre un piano di emergenza che fornisca la liquidità aziendale occorrente: da una parte prevedendo una moratoria dei pagamenti dei finanziamenti in essere (sia sul capitale sia sugli interessi) per almeno 12 mesi, garantendo che tali benefici non peggiorino il rating bancario di queste imprese, dall’altra predisponendo l’attivazione di strumenti aggiuntivi di liquidità.

Apprezziamo la volontà dell’ABI e del Governo di mettere in campo azioni tese a salvaguardare la continuità aziendale, tuttavia riteniamo che occorra accelerare e rafforzare la messa a disposizione di questi strumenti anche procedendo a modifiche, peraltro attese da tempo, alle normative bancarie europee che consentano di mettere a disposizione delle micro e piccole imprese l’ingente quantità di liquidità a disposizione degli istituti di credito.

Tali provvedimenti rappresentano il presupposto per consentire alle imprese di non rinunciare a realizzare gli investimenti programmati per i quali rimangono valide le misure agevolative previste e ulteriori che ne facilitino l’estensione.

 

Il primo report di Monitor Micro e Piccole Imprese di CNA Piemonte analizza settore per settore: il testo integrale è scaricabile qui.

Il secondo report di Monitor Micro e Piccole Imprese di CNA Piemonte analizza settore per settore: il testo integrale è scaricabile qui.

 

+++Nelle prossime 48 ore CNA Piemonte sarà in grado di fornire un focus molto approfondito delle conseguenze sulle imprese del Coronavirus su un campione ancora più ampio.

 




In grande aumento i danni da cinghiali: Confagricoltura e CIA incontrano Protopapa e Zoccola

Il problema ungulati si ripresenta ogni anno nelle nostre campagne, quest’anno ancor di più a causa della pandemia da Covid-19 che ha limitato l’attività venatoria durante il primo lockdown e favorito il proliferare delle varie specie.

Sono, infatti, numerose le segnalazioni che arrivano agli uffici e ai tecnici di Confagricoltura e CIA Alessandria relativamente a danni alle colture ad opera di cinghiali in primo luogo, ma anche in una certa misura di caprioli, nutrie e corvidi. Da non sottovalutare la presenza del lupo.

Per quanto concerne la dislocazione delle segnalazioni, l’Ovadese ha il triste primato da anni, ma i livelli di allarme della Val Cerrina, del Tortonese e del Novese si possono definire altrettanto preoccupanti. Anche la pianura alessandrina e l’Acquese possono dirsi in condizioni non migliori degli altri centri zona.

Vista l’allarmante condizione in cui versano le nostre campagne per l’aumentare dei danni da ungulati, al fine di fare fronte comune tra i vari attori coinvolti, Confagricoltura e CIA Alessandria hanno incontrato ieri a Palazzo Ghilini in Alessandria l’assessore regionale all’agricoltura Marco Protopapa e il consigliere provinciale con delega alla Caccia Stefano Zoccola.

“La frustrazione e l’esasperazione tra gli agricoltori sono alle stelle in quanto vedono i loro raccolti distrutti, con scarse possibilità di ottenere un risarcimento dei danni. Per un’interpretazione discutibile della normativa comunitaria, la Regione Piemonte così come le altre Regioni d’Italia nel 2015 ha equiparato il risarcimento dei danni a un contributo che come tale è soggetto alla normativa sugli aiuti di Stato che fissa un tetto di 25mila euro in tre anni per questo tipo di interventi” chiariscono il presidente di Confagricoltura Alessandria Luca Brondelli e il presidente di CIA Alessandria Gian Piero Ameglio.

In conferenza Stato Regioni – secondo le due associazioni agricole – occorre lavorare perché i danni da fauna selvatica non siano più pagati agli imprenditori in regime de minimis, ma si torni alla forma antecedente il 2015, considerandoli come risarcimenti per le perdite subite di prodotti agricoli.

“Una riflessione importante riguarda anche il numero dei cacciatori, in continua diminuzione. Dal momento che vi è una riduzione delle entrate regionali derivanti dal pagamento della quota per il tesserino venatorio, che solitamente vengono impiegate per il risarcimento dei danni agli agricoltori, come si pensa di ristorarli in futuro?” aggiungono i direttori provinciali Cristina Bagnasco (Confagricoltura) e Paolo Viarenghi (CIA).

Inoltre, vi è grande preoccupazione per la diffusione della peste suina africana, di cui i cinghiali sono vettori, come purtroppo è già dimostrato in molte aree del Nord Europa.
A ciò si aggiunge la forte crescita degli incidenti stradali. Sono, infatti, aumentati i casi di cronaca, con morti sulle strade. Lo confermano anche i numeri: soltanto i cinghiali, ad esempio, nel nostro Paese sono passati da 900mila capi nel 2010 a quasi due milioni di oggi (+111%), con un trend in continuo aumento.

“Occorre rendersi conto della situazione e affrontare il problema con senso di responsabilità, prima che si arrivi ad un punto di non ritorno – concludono i Presidenti di Confagricoltura e CIA – anche perché ogni anno abbiamo oltre 5.000 segnalazioni di danni alle colture in Piemonte e più di 1.100 incidenti stradali, alcuni dei quali purtroppo mortali”.
Durante l’incontro sono state affrontate a latere altre problematiche che affliggono il settore agricolo quali la questione del ricondizionamento dei pozzi irrigui e il nuovo applicativo dell’UMA.

Protopapa per l’ambito regionale e Zoccola per quello provinciale hanno ascoltato le istanze delle due Organizzazioni agricole, si sono resi disponibili per affrontare nelle loro sedi la questione e si faranno portavoce a livello nazionale di quest’annoso problema.
L’Assessore regionale, infine, si è preso l’impegno di recepire e valutare attentamente i dati sull’ultima stagione venatoria piemontese, al fine di elaborare nuove strategie di intervento.




Erbaluce millesimo 2021: un’ottima annata 

L’Erbaluce di Caluso è in crescita. La denominazione di origine controllata e garantita, che rappresenta soltanto lo 0,5% (il 5 per mille) del vigneto piemontese è passata da 128 ettari del 2000 a 227 ettari nel 2020, con un incremento della base produttiva del 77,34%.
Il mondo produttivo e commerciale dell’Erbaluce di Caluso docg è rappresentato da 288 viticoltori , 39 vinificatori e 35 imbottigliatori, con una potenzialità produttiva di poco superiore a 1,5 milioni di bottiglie, per un fatturato annuo di 10 milioni di euro.

L’andamento produttivo e commerciale della docg è stato presentato questa mattina (5 gennaio) in una conferenza stampa a Torino dal consorzio Cascine Piemontesi presieduto da Enrico Allasia, insieme a Confagricoltura Torino, al Consorzio di tutela dei vini Caluso, Carema e Canavese e all’Enoteca regionale dei vini della provincia di Torino guidata da Corrado Scapino. In videocollegamento dal territorio di produzione è intervenuta Maria Rosa Cena, sindaco della città di Caluso che dà il nome alla denominazione.
Il 2021 per l’Erbaluce è stata un’ottima annata.

“La maturazione delle uve – ha spiegato il direttore di Confagricoltura Torino Ercole Zuccaro –  si è rivelata medio tardiva, con un’epoca di raccolta che ha spaziato dalla metà alla fine di settembre. Le gradazioni zuccherine sono state superiori alla media degli ultimi cinque anni e il quadro acido si è mostrato eccellente. Secondo i tecnici – ha aggiunto il direttore di Confagricoltura Torino – le uve offriranno vini con caratteristiche di grande freschezza, idonei anche per l’affinamento”.

Il direttore del consorzio di tutela dei vini Caluso, Carema e Canavese Gabriele Busso ha che “dal punto di vista commerciale l’andamento è positivo e il 2022 si prospetta interessante. L’ampliamento delle Carte dei Vini da parte della ristorazione – ha spiegato Busso – favorisce l’offerta di produzioni del territorio, in particolare di vitigni autoctoni”.
Come ha chiarito il direttore del consorzio di tutela “l’Erbaluce di Caluso manifesta una marcata crescita delle vendite in Piemonte e anche in Lombardia e Liguria: più in generale il mercato interno sta riscoprendo le grandi potenzialità dell’Erbaluce, sia fermo, sia spumante, sia nella tipologia passito. Si registra interesse anche da parte dei mercati esteri – ha fatto rilevare Busso – in particolare degli Stati Uniti e del Nord Europa”.

Sono un centinaio le attività agricole che hanno già aderito a Cascine Piemontesi; per oltre il 50% sono situate nelle Langhe e nell’Albese, ma è in crescita il numero delle aziende delle zone del Monregalese, Saluzzese, Saviglianese, Cuneese, Torinese e Astigiano. Aderiscono a Cascine Piemontesi allevatori e apicoltori, produttori di ortofrutta, castagne, cereali e di altre coltivazioni agricole, del comparto lattiero caseario, corilicolo e vitivinicolo. 

 




Agenzia entrate, pronti a nuovo calendario versamenti

Il direttore generale di Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, ha dato disposizioni a tutte le strutture di rimodulare le proprie attività in base a quanto previsto dal comunicato del ministero dell’Economia e delle Finanze di oggi relativamente al differimento dei versamenti del 16 marzo 2020, in attesa del decreto legge relativo alle misure per il contenimento degli effetti del Covid-19 e della relativa pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.