Dazi Usa, Coldiretti Piemonte: lavoro di squadra salva vino made in Piemonte

Luci ed ombre per l’export verso gli Stati Uniti. Con l’applicazione delle tariffe aggiuntive del 25% a farne le spese è il Gorgonzola Made in Piemonte insieme ad altri vari formaggi del Made in Italy, primo su tutti il Parmigiano Reggiano il cui export è praticamente dimezzato, nei due mesi successi all’entrata in vigore dei dazi il 18 Ottobre 2019, e non solo perché sono stati toccati anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori come amari e limoncello per la disputa nel settore aereonautico che coinvolge l’americana Boeing e l’europea Airbus .

Grazie, invece, all’importante lavoro diplomatico che è stato svolto, è stata scongiurata la minaccia del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di aumentare i dazi fino al 100% in valore e di estenderli a prodotti simbolo del Made in Italy, dal vino all’olio fino alla pasta, che erano inizialmente ricompresi nella black list messa sotto osservazione dall’Amministrazione Trump.

“Coldiretti, infatti, sta facendo un grande lavoro di squadra con il commissario Ue al commercio, Phil Hogan, e con il Ministro delle Politiche Agricole – spiegano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -.

Gli Stati Uniti sono il principale mercato di sbocco dei prodotti agroalimentari Made in Italy. Il vino Made in Piemonte, grazie ai suoi alti standard qualitativi, è particolarmente apprezzato negli Usa che ne assorbono il 35% e le esportazioni hanno raggiunto i 200 milioni di euro.

Occorre, quindi, continuare con un impegno forte, a livello nazionale ed internazionale, per far sì che i nostri imprenditori non paghino il prezzo di una guerra commerciale relativa all’industria degli aerei. Per i settori più colpiti, vanno attivati al più presto aiuti compensativi”.

 




Maltempo, stimati danni per un miliardo di euro

Sono oltre 360 gli interventi urgenti che il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha presentato oggi a Roma al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese con una prima stima parziale dei danni provocati dagli eventi alluvionali che hanno interessato parte del Piemonte tra il 2 e il 3 ottobre.

La prima quantificazione dei danni alle infrastrutture e alle opere pubbliche ammonta ad oltre 150 milioni di euro, ma la cifra è destinata ad aumentare in maniera consistente dal momento che in circa metà dei Comuni è ancora in corso la valutazione delle conseguenze delle piogge straordinarie del weekend.

Sommando i danni alle opere pubbliche a quelli subiti dai privati, famiglie e aziende (industria, commercio, artigianato, agricoltura) la cifra complessiva si aggira intorno a un miliardo di euro.

Il Cuneese, dove i paesi di Garessio e Limone Piemonte sono stati devastati dalla piena e le stazioni sciistiche distrutte, segnala almeno 50 interventi urgenti per un parziale di circa 64 milioni di euro, a cui andranno aggiunti sei interventi non ancora quantificati.

Ingenti e profondi i danni nel Vercellese, a cui si aggiunge anche il duro bilancio di una vittima: qui sono 88 gli interventi richiesti con una prima stima di circa 15,4 milioni di euro per 31 opere urgenti, in attesa delle 57 ancora da determinare economicamente.

Il Biellese, con importanti danni soprattutto nella Alta Val Cervo, segnala la necessità di 73 interventi per un totale parziale di oltre 7 milioni di euro, mancando all’appello le stime per una trentina di interventi.

Il Novarese, dove è crollato il ponte che collega Romagnano Sesia e Gattinara, ha completato la prima stima dei danni evidenziando 48 interventi per oltre 36 milioni di euro, a cui si aggiungono i lavori di somma urgenza per il rispristino dei dissesti lungo il fiume Sesia a Sannazzaro (NO) e a Villata (VC) per circa 2,5 milioni di euro.

Nel Verbano Cusio Ossola gli straripamenti del fiume Toce e le forti piogge hanno provocato danni che richiederanno 73 interventi, di cui al momento ne sono stati quantificati una trentina per circa 20,6 milioni di euro.

Sono, infine, 27 gli interventi richiesti per il Torinese per un totale di 4,6 milioni di euro, concentrati soprattutto nel Canavese.

«Stamattina a Roma – sottolinea il presidente Cirio – ho consegnato al ministro dell’Interno Lamorgese una prima rendicontazione dei danni e l’elenco degli interventi di somma urgenza necessari al ripristino in sicurezza del nostro territorio. Le cifre non sono ancora definitive, ma sommando i danni pubblici e privati parliamo di circa un miliardo di euro. Ringrazio il Ministro per l’attenzione. Il Piemonte ha sempre pagato tanto e ricevuto poco. Ma ora è necessario che il Governo faccia la sua parte».

«Di concerto con il Dipartimento nazionale della Protezione civile – aggiunge il presidente Cirioabbiamo deciso di chiedere l’accesso al Fondo di solidarietà dell’Unione europea insieme a Liguria e Francia in modo da avere più possibilità di un riscontro positivo».

«Ci siamo immediatamente recati nei territori colpiti – evidenzia l’assessore alla Protezione civile della Regione Piemonte Marco Gabusi – per verificare di persona la situazione e mettere in campo misure immediate. Le amministrazioni locali, le istituzioni, il sistema di pronto intervento, la Protezione civile, le forze dell’ordine e i volontari hanno risposto con grande celerità alla situazione di emergenza mentre la popolazione è stata, ed è tuttora, impegnata in prima persona per tornare alla normalità. Ora ci serve l’aiuto da parte del governo. Il Piemonte è forte e lo dimostra continuamente, ma da solo non può far fronte ad una situazione di pericolo che sta diventando sempre più importante. Se non abbiamo modo di contrastare i danni causati dai cambiamenti climatici, che fanno ormai parte della nostra vita quotidiana, con interventi importanti – e costosi – sul territorio, il Piemonte è destinato ad un futuro di disastroso declino. Chiediamo al governo di non condannarci ad un simile destino».

 

Gli eventi metereologici hanno avuto un carattere ‘eccezionale’, tanto che nelle aree più coinvolte i tempi di ritorno ad una situazione di normalità superano, secondo l’Arpa, i 200 anni. Come sottolinea il rapporto dell’Arpa i valori di pioggia registrati rappresentano più del 50% della precipitazione media annuale. Valori eccezionali sono stati registrati nel comune di Valstrona (VB) con oltre 650mm di pioggia e nel comune di Mergozzo (VB) con oltre 600 mm. Nell’alta val Tanaro a Limone Piemonte (CN) sono caduti quasi 600 mm di acqua, quasi tutti nella giornata del 2 ottobre; valori estremi sono stati registrati anche nella stazione nel comune di Garessio (CN) con oltre 400 mm.

Le precipitazioni hanno generato sui corsi d’acqua onde di piena che, nei bacini del Toce e del Sesia, hanno superato i livelli di riferimento storici della piena dell’ottobre 2000 e sull’alto Tanaro quelli del novembre 2016. Il fiume Sesia, da monte a valle, ha raggiunto livelli mai registrati da quando esistono le stazioni meteo automatiche. La piena è risultata abbondantemente superiore sia a quella del 2000 che del 1993 ed ha avuto una magnitudo paragonabile alla maggiore piena storica degli ultimi 100 anni verificatasi nel 1968.




Liste d’attesa in Sanità, le misure per superare l’emergenza

È stato avviato un piano organizzativo aziendale relativo sia alle prestazioni ambulatoriali, sia alle attività di ricovero; si sta procedendo all’adozione di strumenti innovativi di Telemedicina e Televisita e all’avvio di una modalità semplificata delle prenotazioni urgenti attraverso Medici di medicina generale.

Ricordo infine che per le agende disponibili nel nuovo sistema Cup, il cittadino può prenotare on line”. Queste e altre le attività che la Regione sta ponendo in essere per fronteggiare le liste d’attesa, elencate con risposta scritta dall’assessore alla sanità Luigi Icardi, replicando a Mauro Salizzoni (Pd).

Il Consigliere ha chiesto come si stiano organizzando le Aso e le Asl piemontesi per recuperare i tre mesi di stop dovuti alla pandemia, nell’ambito delle question time della seduta odierna del Consiglio regionale. Salizzoni ha sottolineato che durante il lockdown circa il 50% delle visite di controllo, a livello nazionale, è stato posticipato o annullato, così come le procedure ambulatoriali.

Lo stesso per gli screening oncologici, tanto che si sono registrate circa 20 mila diagnosi in meno rispetto allo stesso periodo del 2019 e il 64% degli interventi chirurgici è stato rimandato. In Piemonte sono 300 mila le prestazioni ospedaliere ed ambulatoriali congelate durante il lockdown.

“Riprogrammazione delle agende e delle prenotazioni disdette, ridefinizione delle priorità delle patologie, estensione della telemedicina e della televisita laddove non sia necessaria la visita diretta: le intenzioni comunicate dall’assessore regionale Icardi per affrontare l’emergenza rappresentata dalle liste d’attesa sono certamente condivisibili – ha puntualizzato il consigliere Pd Salizzoni –  Occorre, però, passare rapidamente dalle intenzioni ai fatti. Non possiamo permettere che quanto avvenuto nelle settimane di lockdown si traduca di fatto per molti piemontesi in una cancellazione dell’assistenza sanitaria pubblica”.

“Le Aziende Sanitarie – ha dichiarato attraverso la nota scritta l’assessore alla sanità Icardi –  stanno sviluppando tutte le azioni necessarie per il progressivo ritorno alla operatività in ambito ospedaliero e territoriale, che ovviamente tengono conto sia della domanda espressa dai cittadini e dai pazienti, sia della necessità di inserire procedure specifiche atte alla prevenzione della trasmissione COVID proprio nell’interesse di tutte le persone assistite”.

Durante i question time è stata data risposta anche alle interrogazioni dei consiglieri Giorgio Bertola (M5S) sullo stato di attuazione del piano integrato delle attività di contrasto, prevenzione, diagnosi, cura del gioco d’azzardo patologico e di Marco Grimaldi (Luv) sull’offerta pubblica di scambio Intesa- Ubi.




Confartigianato Piemonte: presentato in Senato disegno legge su istituzione professione sanitaria Odontotecnico

Si apre un nuovo spiraglio nella ormai ventennale battaglia della categoria per ottenere il riconoscimento di un profilo professionale adeguato al ruolo e alla professionalità dell’Odontotecnico, la cui attività è a tutt’oggi regolata dal Regio Decreto del 1928.

Il nuovo profilo professionale, predisposto dalla competente Direzione Generale del Ministero della Salute nel lontano 2007, il cui iter era stato interrotto dall’intervenuta revisione del Titolo V della Costituzione, era stato successivamente riproposto attraverso motivata istanza di riconoscimento della professione sanitaria dell’Odontotecnico ai sensi della Legge 3/2018 cd. “Legge Lorenzin”, ma aveva ricevuto il diniego dello stesso Ministero, decisione che Confartigianato Imprese aveva impugnato, proponendo ricorso al TAR del Lazio, a tutt’oggi senza esito.

 

In tale contesto, le Organizzazioni di rappresentanza della categoria hanno iniziato un percorso a livello politico di verifica di possibili alternative all’iter previsto dalla Legge 3/2018, che ha portato alla presentazione in Senato del DDL 2203, a firma della Sen. Paola Boldrini, alla quale va il ringraziamento di Confartigianato Odontotecnici per la sensibilità dimostrata nei confronti di una tematica di grande impatto sul benessere della collettività.
Il testo proposto ricalca sostanzialmente lo schema di profilo professionale già approvato dal CSS nel 2007 e quindi già legittimato dal massimo organismo scientifico del Ministero della Salute e prevede l’istituzione della professione sanitaria di Odontotecnico, da inserire nel quadro delle professioni sanitarie, quale professione afferente all’area tecnico-assistenziale della filiera della tutela della salute dentale.

L’approvazione di una norma in tal senso sarebbe quanto mai opportuna ed urgente anche alla luce del diritto europeo sul versante della valutazione di conformità, della vigilanza, della sorveglianza sul mercato e della tracciabilità dei dispositivi, che i limiti dettati dal profilo attualmente in vigore rendono di difficile se non impossibile applicazione.

 

“E’   necessaria   in  questa  fase  tutta  l’attenzione  da  parte  del mondo  politico – dichiara il Presidente di Confartigianato Odontotecnici Piemonte  Franco Forte –  affinché il legittimo riconoscimento del ruolo e della professionalità dell’Odontotecnico rappresenti il presupposto alla crescita del livello di formazione scientifica richiesto per la realizzazione di dispositivi medici su misura in campo odontoiatrico e, di conseguenza, del grado di autonomia e responsabilità necessari a garantire la qualità della protesi dentale. Confartigianato Imprese Piemonte invierà una lettera ai parlamentari locali per sensibilizzarli su questo tema e per tenere viva l’attenzione sulla necessità di istituire la professione sanitaria di Odontotecnico.”

 

 

 




Giovani artigiani, con il lockdown il fatturato più che dimezzato

Fatturato più che dimezzato, mancati pagamenti raddoppiati, crisi di liquidità. Sono solo alcuni dei più gravi effetti dell’emergenza Covid-19 sulle imprese guidate dai giovani under 40. Li ha rilevati Confartigianato in un sondaggio condotto ad aprile su un campione di 566 imprenditori in tutta Italia, con una prevalenza degli artigiani del Nord.

Il lockdown ha costretto alla chiusura il 74% delle imprese guidate dai giovani artigiani e ha causato un calo generalizzato degli incassi: per il 58% degli intervistati la sospensione dell’attività ha provocato nei primi giorni di marzo una riduzione di oltre il 50% del fatturato rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Per il 21% delle imprese il fatturato è diminuito addirittura di oltre il 90% rispetto a marzo 2019. Per far fronte alla crisi di liquidità, il 32% dei giovani imprenditori ha dovuto riorganizzare i costi aziendali e i pagamenti ai fornitori e il 18% ha attivato le misure di sospensione o allungamento delle rate di mutui e prestiti previste dalla moratoria Abi.

Il crollo del fatturato non è l’unica conseguenza del lockdown: per il 58% degli imprenditori i mancati pagamenti e gli insoluti sono raddoppiati rispetto all’anno scorso. Un effetto combinato che ha condotto il 61% dei giovani imprenditori a ricorrere a risorse creditizie superiori a 25 mila euro.

«In questa situazione, – commenta Francesca Nota, imprenditrice braidese nel settore dei serramenti e presidente del Movimento Giovani Imprenditori di Confartigianato Cuneo – a preoccuparci maggiormente è una crisi di liquidità senza precedenti: le nostre imprese a fronte di ricavi pari a zero continuano a sostenere i costi “normali”, cui si aggiungono quelli dovuti alla condizione emergenziale. Purtroppo, non sempre le banche rispondono positivamente alle nostre richieste di credito».

«Inoltre, con la fase 2 appena iniziata, – aggiunge Daniele Casetta, fabbro di Montà e vicepresidente nazionale del Movimento Giovani Imprenditori di Confartigianato – si unisce la preoccupazione per la gestione burocratica della prevenzione in azienda, nonché per gli ulteriori costi da sostenere per assicurarne la sanificazione. Vogliamo riaprire in sicurezza e salvaguardare tutti i posti di lavoro ai nostri collaboratori.

Solo così, una volta che l’emergenza sanitaria sarà conclusa, potremo ripartire più forti e motivati di prima».

Ed è proprio la progressiva carenza di liquidità a spaventare il 18% degli intervistati, insieme al timore, indicato dal 31% dei giovani imprenditori, per il carico di burocrazia nella gestione delle norme di prevenzione e diffusione del virus e la sicurezza in azienda. Tra le preoccupazioni più grandi degli intervistati, i costi da affrontare per la sanificazione periodica (19%) e per l’approvvigionamento di dispositivi di protezione individuale (19%), la riduzione degli ordini (17%).

Per ripartire, a emergenza conclusa, i piccoli imprenditori under 40 confidano soprattutto nella riduzione della pressione fiscale, indicata dal 22% degli intervistati, nella semplificazione delle procedure di accesso al credito (22%), e nell’aumento delle settimane di cassa integrazione utilizzabili dall’impresa (18%).




Nuova banca dati europea sulle sostanze ad alta pericolosità (“Scip”): dal Foraz un percorso formativo per aziende del territorio

Foraz, il consorzio di formazione professionale che fa capo a Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv), organizza un articolato percorso formativo per illustrare alle aziende del territorio il funzionamento della nuova banca dati denominata “Scip” (acronimo di Substances of Concern In articles as such or in complex objects-Products). Dal 5 gennaio scorso, infatti, tutte le imprese che producono, assemblano, importano o distribuiscono articoli nell’ambito dell’Unione europea devono trasmettere all’Agenzia europea delle sostanze chimiche (Echa) le informazioni sulle sostanze ad alta pericolosità contenute in una concentrazione superiore allo 0,1% in peso.

Il corso, destinato a responsabili dei sistemi di gestione, responsabili ambientali, responsabili ufficio tecnico e qualità, responsabili della conformità e sicurezza di prodotto e consulenti aziendali, è organizzato in collaborazione con Cnvv e con Tifq – Icim Group e si articola in cinque moduli. Il primo, di carattere generale, riguarda i concetti-base della disciplina Scip e l’obbligo di notifica; il secondo è relativo allo sviluppo di esempi di base e alla guida all’utilizzo della piattaforma “Iuclid” (International Uniform Chemical Information Database), l’applicazione per registrare, mantenere e scambiare dati amministrativi e scientifici sulle sostanze, mentre gli ultimi tre, le cui date sono in fase di definizione, faranno riferimento specifico ai settori merceologici “rubinetteria”, “valvolame” e “impianti”, con particolare attenzione ai criteri di raggruppamento dei prodotti.

Il modulo 1, intitolato “Concetti base disciplina Scip e obbligo di notifica”, si svolgerà martedì 23 febbraio 2021, dalle 8,30 alle 12,30, sulla piattaforma Zoom Meeting. Il programma prevede i seguenti argomenti: Cenni al contesto di riferimento: Regolamento CE n.1907/2006 Reach – Direttiva (EU) 2018/851 (Waste Framework Directive); La Banca Dati Scip e l’obbligo di notifica dal 5 gennaio 2021; Definizione di articolo, oggetto complesso e componenti, oltre che dei soggetti coinvolti nella procedura di notifica; Sostanze altamente preoccupanti; Soggetti obbligati ad effettuare la notifica; Le informazioni obbligatorie da fornire e quelle facoltative da inserire in un dossier Scip.

Il modulo 2, intitolato “Sviluppo di esempi base e guida all’utilizzo della piattaforma Iuclid”, si svolgerà giovedì 25 febbraio 2021, dalle 8,30 alle 12,30, sulla piattaforma Zoom Meeting, con il seguente programma: La piattaforma Iuclid e introduzione all’uso ai fini della notifica Scip; Modalità di creazione e validazione di un dossier Scip; Trasmissione del dossier SCIP mediante la piattaforma Iuclid e i servizi di Echa Cloud; Esempio di notifica di componenti e di oggetto complesso, con particolare attenzione a raggruppamenti di articoli e raggruppamenti di oggetti complessi quasi identici in un’unica notifica.

Le adesioni ai primi due moduli, che avranno come docente Salvina Murè, di Icim Spa e saranno registrati, dovranno pervenire, rispettivamente, entro il 16 e il 18 febbraio 2021. Le relative schede di iscrizione sono disponibili sul sito web




Confagricoltura: ecco l’accordo quadro per la Cassa Integrazione in Deroga

Regione, organizzazione dei datori di lavoro – tra le quali Confagricoltura Piemonte – e sindacati dei lavoratori hanno raggiunto l’Accordo Quadro per la Cassa Integrazione Guadagni in Deroga – CIGD – relativa alla gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID19.

Confagricoltura precisa che l’Accordo, per quanto riguarda il settore agricolo, stabilisce che il riferimento per la determinazione dei periodi di lavoro è la giornata: per i lavoratori operanti in tale settore il trattamento di CIGD è fruibile nei limiti delle 45 o 54 giornate (nove settimane per 5 o 6 giorni, a seconda della durata della settimana lavorativa).

La Cassa in deroga può essere richiesta da tutti i datori di lavoro per cui non trovino applicazione le tutele in materia di Cassa integrazione ordinaria, Fondo di Integrazione Salariale e il cui settore non sia dotato di specifici sistemi di ammortizzatori sociali quali i Fondi di Solidarietà Bilaterali per tutte le tipologie di lavoro alle dipendenze, ad eccezione dei dirigenti. I lavoratori interessati devono risultare in forza al datore di lavoro richiedente alla data del 23 febbraio 2020.

Si tratta di una prima risposta per le aziende danneggiate dall’emergenza, che per il settore primario sta colpendo in particolare il comparto florovivaistico e l’agriturismo”, dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia.
Le risorse stanziate dal Governo in base al decreto legge 18-2020, la cui prima tranche è stata ripartita fra le Regioni con Decreto Interministeriale del 24 marzo 2020, prevedono per il Piemonte una dotazione di 82,5 milioni di euro.

Definito questo importante accordo con la collaborazione di tutte le parti sociali – aggiunge il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccarooccorre concentrarsi sulla prossima campagna di raccolta della frutta. Le limitazioni agli spostamenti per l’epidemia di Coronavirus e la carenza di manodopera rischiano di mettere a repentaglio lo svolgimento delle attività agricole. Gli operai addetti alla raccolta, che provengono in gran parte dall’Africa e dall’Est Europa, non sappiamo se potranno tornare a lavorare in Italia a causa del blocco delle frontiere e per timore dei contagi: ci auguriamo che ci sia una risposta attiva da parte dei cittadini italiani in cerca d’occupazione”.

Accordo quadro




Confindustria Torino dona 10mila mascherine alla Fondazione Medicina e all’Ospedale Sant’Anna

il Presidente dell’Unione Industriale di Torino, Dario Gallina, alla presenza di Alberto Lazzaro, Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori, ha consegnato 10mila mascherine FFP2 alla Fondazione Medicina a Misura di Donna Onlus, che in questo momento di emergenza ha deciso di dedicare tutte le proprie energie ad aumentare la sicurezza del personale sanitario e delle pazienti dell’Ospedale Sant’Anna, affiancando l’azione dell’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino.

“In momenti drammatici come quello che siamo vivendo – ha commentato Dario Gallina, Presidente degli industriali torinesi – la scelta di sostenere realtà che si dedicano ai presidi sanitari, punti di forza del nostro territorio, vuol dire dare il nostro contributo per la sicurezza della comunità.

Questa emergenza ci richiama al senso di responsabilità, consapevoli che i nostri comportamenti saranno parte determinante del domani che stiamo costruendo. La scelta dell’Ospedale Sant’Anna nasce proprio dalla decisione di dare un supporto al personale, alle pazienti e a tutti quei neogenitori che, nel mezzo di questa crisi, stanno affrontando uno dei momenti più importanti delle loro vite e guardano al futuro”.

“Siamo molto grati all’Unione Industriale per il prezioso dono di mascherine di protezione per gli operatori sanitari impegnati in prima linea all’Ospedale S. Anna nel prendersi cura di mamme e neonati e di donne con patologie ginecologiche che richiedono trattamenti non differibili – ha dichiarato la Prof.ssa Chiara Benedetto, Presidente Fondazione Medicina a Misura di Donna Onlus – La presenza del Presidente dell’Unione Industriale, Dott. Dario Gallina, e del Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori, Ing. Alberto Lazzaro, al momento della consegna del materiale è stata una dimostrazione tangibile della loro attenzione e  sensibilità nei confronti delle donne e delle generazioni future di cui il S.Anna rappresenta uno dei simboli cittadini”.

“Ringraziamo l’Unione Industriale di Torino e l’Associazione Medicina a Misura di Donna per questa generosa donazione di mascherine FFP2, che saranno di grande aiuto per i nostri operatori sanitari in questo periodo di grande emergenza legata al Covid-19” ha aggiunto il Commissario della Città della Salute di Torino, dottor Giovanni La Valle.




Previsti 30 milioni per i ristori alle Rsa

Per aiutare le Rsa in difficoltà la Regione ha “previsto una cifra di 30 milioni di ristoro per i maggiori costi per il Covid, che otteniamo dal risparmio (involontario) di fondi non erogati alle strutture per l’integrazione delle rette, a causa della diminuzione del numero di ospiti. Sono cifre già a bilancio: 19,5 milioni per il 2020 e 10,5 milioni per l’anno 2021, quindi non andremo a gravare sul bilancio regionale”. Lo ha affermato l’assessore alla Sanità Luigi Icardi in quarta Commissione, presieduta da Alessandro Stecco.

Durante la seduta ordinaria l’assessore ha illustrato la situazione economica e finanziaria in relazione ai due disegni di legge di sostegno alle strutture residenziali e di sviluppo delle forme associative di medicina generale.

“Nel 2020 – ha proseguito – a causa dell’emergenza Covid abbiamo visto un’importante riduzione degli accessi alle strutture, in alcuni casi il 35-40% di letti vuoti. Abbiamo raccolto l’appello di un settore in crisi anche per l’aggravio di costi, con il rischio fallimento per molte residenze”.

Il gruppo Pd, per voce dei consiglieri Raffaele Gallo, Monica Canalis, Daniele Valle e Domenico Rossi ha chiesto chiarimenti sulla modalità di erogazione dei fondi “visto che stiamo attingendo a dei Lea, quindi somme previste per le famiglie, che invece giriamo alle strutture. Rischiamo dei rilievi da parte della Corte dei Conti”.

In particolare Canalis ha richiesto dati certi sugli effettivi risparmi dai convenzionamenti, “una cifra che sarà definita a fine gennaio alla chiusura dell’ultimo trimestre 2020”, ha spiegato Icardi.

Per il capogruppo Luv, Marco Grimaldi, “andrebbe fatta un’analisi sui bilanci delle grandi multinazionali che non hanno certo bisogno dei nostri ristori. Dovremmo inserire nella legge dei criteri di equità”.

Nella seconda parte della seduta, con l’assessore al Bilancio Andrea Tronzano è stato fatto un approfondimento sui capitoli di bilancio coinvolti dai due disegni di legge. Critiche le opposizioni sullo spostamento di 10 milioni di euro dal trasporto pubblico locale. Fondi che si conta di reintrodurre entro l’anno grazie a rinegoziazione dei mutui e possibili nuovi fondi statali, senza depotenziare il servizio, né soprattutto impattare sul rientro a scuola perché è stato finanziato dai prefetti, secondo l’assessore.

Ad inizio mattinata si è svolta l’audizione delle organizzazioni sindacali, che hanno chiesto di sospendere il percorso di approvazione del disegno di legge sullo sviluppo delle forme associative di medicina generale (Ddl 127).

I sindacati, intervenuti con i rappresentanti territoriali di welfare e sanità (Danila Botta Cgil, Luca Caretti Cisl e Francesco Lo Grasso Uil), hanno motivato rilevando che il tema del provvedimento – l’implementazione della medicina di gruppo e della rete dei medici di medicina generale – dovrebbe collocarsi all’interno di una profonda revisione della rete territoriale dei servizi, che anche la pandemia ha dimostrato essere deficitaria.
Questo è quanto emerso anche attraverso le domande poste agli auditi dal presidente Stecco e dai consiglieri Monica Canalis, Domenico Rossi e Daniele Valle (Pd), Sarah Di Sabato (M5s) e Marco Grimaldi (Luv).




Giovani Imprenditori di Confartigianato in convention nazionale: “Pronti per il futuro”

«Noi giovani imprenditori siamo gli artefici del futuro dell’Italia. Siamo orgogliosamente artigiani, appassionati e digitali. Chiediamo ascolto e coinvolgimento ai tavoli dove si decide il futuro del Paese».

E il messaggio che Davide Peli, Presidente nazionale dei Giovani Imprenditori di Confartigianato, ha lanciato alla Convention nazionale “Il cambiamento nelle nostre mani”, svoltasi a fine maggio a Roma e che ha visto la presenza di 200 rappresentanti del Movimento provenienti da tutta Italia, tra i quali una folta delegazione proveniente di Confartigianato Cuneo.

Guidati dal presidente provinciale del Movimento Omar Garino, hanno partecipato alla convention i due vicepresidenti Luca Fiorentino e Francesca Nota (anche componente della Giunta nazionale), oltre che ai componenti del gruppo Samuele Bartolotta, Veronica Druetta, Alessio Giordanengo, Stefania Marchisio e Lorenzo Sacchetto.

«Cambiamento e innovazione – è emerso dai lavori dell’assemblea – sono le parole d’ordine per chi come noi fa impresa e ogni giorno affronta le rapidissime evoluzioni del mercato e le nuove sfide della tecnologia. Noi siamo pronti per il futuro, ma occorre che i decisori pubblici ci accompagnino in queste nuove sfide. Il futuro si crea con le competenze, fondamentali sia per creare un’impresa sia per portare avanti l’azienda di famiglia. La formazione continua è la vera ricetta per stare al passo con le grandi trasformazioni del mondo e del modo di fare impresa. La comunicazione e la promozione di prodotti e servizi sono un aspetto sempre più fondamentale: oggi i giovani prima condividono sulle piattaforme di comunicazione la fase della realizzazione dei prodotti che poi vendono. L’Anno Europeo delle Competenze sia l’occasione per cambiare davvero, facendo leva sulla formazione, su un nuovo e intenso rapporto tra scuola e imprese per trasmettere il “saper fare”, su misure per sostenere la creazione d’impresa e il passaggio generazionale in azienda».

Durante la convention è stata anche l’occasione per presentare la partnership tra Confartigianato e TikTok, la piattaforma per offrire agli artigiani italiani nuovi strumenti di comunicazione digitale, capaci di potenziare la visibilità e l’attrattività dei tanti mestieri che, con le loro creazioni e i loro prodotti, sono il biglietto da visita dell’eccellenza italiana nel mondo.